Il ciclismo è una passione che non ha età. Tuttavia, superata la soglia dei trentacinque anni, il corpo di un ciclista affronta fisiologiche modificazioni. Il metabolismo e la composizione corporea iniziano a mutare. Anche il benessere cognitivo ed emotivo può subire cambiamenti. Mantenere l’alto livello di performance e la salute richiede un approccio metodico. Non basta pedalare di più. Serve una strategia che combini esercizio fisico mirato e nutrizione ottimizzata. L’obiettivo è contrastare il naturale declino.
Molti atleti Over 35 non riescono a mantenere la forma fisica ottimale. Spesso, il problema risiede in un allenamento non più adeguato e in errori nutrizionali. Dopo i trentacinque anni, si verifica una riduzione della sintesi ormonale. Questo processo fisiologico, presente in entrambi i sessi, impatta direttamente sul corpo. Si può assistere a una progressiva perdita di massa muscolare (sarcopenia) e a un aumento della massa grassa.
Elena Casiraghi, divulgatrice scientifica e membro dell’Equipe EnervitElena Casiraghi, divulgatrice scientifica e membro dell’Equipe Enervit
Il ruolo di alimentazione ed esercizio consapevole
In questo contesto, l’attività fisica non può limitarsi al solo “bruciare calorie”. L’esercizio fisico deve essere consapevole. È fondamentale concentrarsi su allenamenti che stimolino la crescita muscolare e la forza. Mantenere la massa magra è cruciale. Un’alta percentuale di muscolo favorisce un metabolismo più attivo. Parallelamente, la nutrizione sportiva assume un ruolo di primo piano. Una dieta bilanciata per il ciclista over 35 deve supportare l’aumentato fabbisogno proteico per il recupero muscolare. Si raccomanda inoltre di bilanciare attentamente l’apporto di carboidrati, essenziali per le prestazioni di endurance, e di grassi sani (Omega-3, antiossidanti) per la salute cardiovascolare e per ridurre l’infiammazione. L’idratazione e l’integrazione di elettroliti rimangono aspetti vitali, specialmente nelle uscite più lunghe o intense.
Questi sono gli argomenti che verranno affrontati nel webinar di Enervit il prossimo 30 ottobreQuesti sono gli argomenti che verranno affrontati nel webinar di Enervit il prossimo 30 ottobre
Il webinar dell’Equipe Enervit
Per esplorare queste strategie in dettaglio, l’Equipe Enervit organizza un importante webinar. L’evento si intitola: “Il ruolo dell’esercizio fisico e della nutrizione negli Over 35: benefici e metodologia”. Nello specifico, si tratta di un’occasione imperdibile per tutti i ciclisti Master che puntano a massimizzare la loro longevità sportiva. Saranno affrontati temi scientifici e pratici fondamentali per la salute e la performance.
Elena Casiraghi, divulgatrice scientifica e membro dell’Equipe Enervit, guiderà l’analisi. Moderatore dell’incontro sarà l’ex triatleta e coach Daniel Fontana.
Durante l’incontro verranno discussi argomenti cruciali, tra cui:
– le modificazioni fisiologiche maschili e femminili dopo i 35 anni
– la gestione della Dislipidemia (le alterazioni dei grassi nel sangue) e della riduzione del controllo glicemico
– la prevenzione dell’Osteosarcopenia, ovvero la perdita congiunta di massa ossea e muscolare
– le strategie per il miglioramento del benessere globale attraverso la corretta metodologia di esercizio
L’Equipe Enervit, attiva nella ricerca scientifica e nel ”healthy aging”, fornisce soluzioni nutrizionali innovative con un approccio integrato che è propriamente pensato per sostenere non solo la performance degli atleti, ma anche la qualità della vita nel tempo.
Il webinar si terrà il prossimo giovedì 30 ottobre dalle ore 13 alle 14. Per iscriversi all’evento, e ricevere subito le chiavi per una preparazione Over 35 efficace, è sufficiente cliccare qui: Iscrizione Webinar Equipe Enervit.
KIGALI (Rwanda) – A pochi minuti dal via del mondiale dei professionisti, Stefano Cerea ha appoggiato sul tavolo un piccolo scatolone pieno di gel con il sodio. Così, quando è stato il momento di alzarsi per riempire le tasche della maglia, i corridori ci si sono avventati come api sul fiore. Troppo alto il rischio di crampi, a quello che si era visto nei giorni precedenti, per non attingere a ogni rimedio possibile.
Come si sa, la nazionale è sponsorizzata da Enervit per tutto ciò che concerne la supplementazione e l’integrazione, ma alcuni corridori si sono presentati al mondiale con i prodotti dei loro team. Non esistendo il nutrizionista della nazionale, ciascuno di loro si è fatto assistere a distanza. Incuriositi dall’uso degli integratori in una corsa così dura e in condizioni tanto particolari, nei giorni di vigilia abbiamo iniziato a parlarne con Andrea Bagioli, considerato che alla Lidl-Trek il valtellinese utilizza ugualmente prodotti Enervit.
Le borracce contengono 60 grammi di carboidrati, affiancate ai gel che ne contengono 40Per Bagioli a Kigali, rifornimenti solidi solo in partenza, per il resto solo gelCerea prepara il bicarbonato: si prende prima e a volte anche durante la corsaLe borracce contengono 60 grammi di carboidrati, affiancate ai gel che ne contengono 40Per Bagioli a Kigali, rifornimenti solidi solo in partenza, per il resto solo gelCerea prepara il bicarbonato: si prende prima e a volte anche durante la corsa
Il sale sui pantaloncini
Bere, bere e ancora bere. In sintesi estrema, è stata questa la raccomandazione che il dottor Corsetti dava ogni santo giorno a tutti gli azzurri di Kigali. Un consiglio preso così alla lettera da Giada Silo, da essersi presentata al via con un pezzo di nastro attaccato sul manubrio, con scritto: BEVI.
Delle condizioni ambientali del Rwanda avevamo parlato anche con il dottor Giorgi, secondo cui l’altura e il clima tropicale hanno avuto effetti incisivi sulle prestazioni degli atleti. «L’atleta muovendosi – ha detto Giorgi – produce calore e cerca di disperderlo con la sudorazione. In un clima umido, però, la dispersione del calore tramite sudore è ridotta perché l’aria è già satura di vapore acqueo. Di conseguenza, la temperatura corporea resta più alta e l’atleta si affatica più rapidamente. Questo porta anche a una disidratazione precoce, soprattutto nei primi giorni».
Ce ne siamo accorti guardando il sale sui pantaloncini e le maglie degli atleti, anche quelli di Pogacar, ma anche sentendo parlare di crampi, come non succedeva da tempo nel ciclismo dell’integrazione ormai perfetta.
Sui pantaloncini di Pogacar in bella evidenza il segno del sudore e del sodioSui pantaloncini di Pogacar in bella evidenza il segno del sudore e del sodio
Sodio, 8 milligrammi ogni ora
«Su un percorso come quello del mondiale – ha spiegato Bagioli – si andava avanti con gel e maltodestrine. Poco cibo solido, intendo barrette o rice cake, e giusto nelle fasi iniziali e più tranquille della gara. Principalmente gel, anche quelli col sodio, visto che faceva caldo e c’era tanta umidità, quindi si sudava. E’ un aspetto che tanti magari non considerano, però integrare ogni ora con 800 milligrammi di sodio fa la differenza».
Un paio di giorni prima, ragionando assieme a Pietro Mattio, Lorenzo Finn era giunto alla conclusione di buttare giù un gel per ciascun giro. La gara era dura, per cui oltre a curarsi della disidratazione, c’è stato da prendersi cura dell’indispensabile carico di carboidrati.
«La mia quantità – ha detto ancora Bagioli – è di 100-110 grammi per ora, composti fra gel e borracce. I gel sono da 40 grammi, le borracce da 60. Però è capitata anche la borraccia di sola acqua, soprattutto nel finale della gara si cerca sempre più acqua. Le malto si lasciano un po’ da parte».
La scatola piena di gel al sodio è stata presa d’assalto dagli azzurri prima del via del mondialeSul tavolo del box, c’erano anche delle barrette, ma solo per l’avvio della corsaLa scatola piena di gel al sodio è stata presa d’assalto dagli azzurri prima del via del mondialeSul tavolo del box, c’erano anche delle barrette, ma solo per l’avvio della corsa
Sali anche nella borraccia
Incontrato in aeroporto all’indomani della corsa ed essendo con Ciccone e Garofoli uno dei tre azzurri che ha concluso il mondiale di Kigali, abbiamo chiesto a Bagioli se l’uso del gel con il sodio abbia funzionato e la risposta è stata un sorriso: «Direi proprio di sì, no?».
«Da quando ho iniziato a usarli – ha spiegato il corridore della Lidl-Trek – il rischio di crampi si è allontanato. Non so spiegare, è come se la gamba sembrasse sempre pronta. A volte, quando ti mancano i sali, senti un calo sia mentale che fisico. Invece usando i gel col sodio, secondo me si evitano questa fase e questo rischio».
A questo punto però la curiosità è venuta da sé: avere i gel con il sodio porta a non avere sali nelle borracce? «No, perché nella borraccia con le malto sono compresi anche i sali. In minore quantità rispetto ai gel – ha spiegato Bagioli – però ci sono anche loro».
Per Bagioli anche Enervit Magic Cherry, l’antiossidante che si assume subito dopo l’arrivo oppure in ’allenamentoAndrea è stato uno dei tre azzurri che hanno finito il mondiale assieme a Ciccone e GarofoliPer Bagioli anche Enervit Magic Cherry, l’antiossidante che si assume subito dopo l’arrivo oppure in ’allenamentoAndrea è stato uno dei tre azzurri che hanno finito il mondiale assieme a Ciccone e Garofoli
Acqua (anche) per bagnarsi
Bere, bere e ancora bere. Ma anche bagnarsi per tenere bassa la temperatura corporea: il mondiale di Kigali non ha fatto sconti. Anche se delle sporadiche nuvolette hanno dato a tratti un senso di minor calore, il sole e l’umidità dell’aria erano a livello di una sauna.
«Difficile dire quante borracce abbiamo usato – ha confermato Bagioli – anche perché tante ci sono servite per bagnarci. Comunque tante. Venerdì in allenamento, avendo fatto quattro ore, c’era un caldo così forte che abbiamo bevuto come cammelli. E anche in allenamento si deve guardare quello che si fa e che si mangia. Se dobbiamo fare dei lavori, le maltodestrine vanno prese, però non nelle stesse quantità della gara. In allenamento non arrivo ai 110 grammi, resto sempre più basso. Invece con questa altura e questo clima, assumere sodio è più importante, perché davvero sono condizioni in cui si suda tanto».
Il mondiale di Kigali finisce così in archivio con la vittoria travolgente di Pogacar e appena 30 corridori al traguardo. Come abbiamo letto stamattina da Cassani e come si è evinto ascoltando i commenti dei corridori dopo la gara, si è trattato di una gara di eccessiva durezza. 5.128 metri di dislivello nel cuore dell’Africa sono stati un eccesso (forse) immotivato. A maggior ragione per questo, il ricorso a prodotti specifici è risultato ancora più importante.
NANTUA (FRANCIA) – Il Tour de France si accinge a vivere l’ultima tappa dopo tre settimane faticose e veloci. Abbiamo avuto la sensazione di una Boucle estenuante, impressione avvalorata quando si guardano i corridori nel fondo degli occhi. Sono stanchi, anzi stanchissimi. Ci siamo chiesti in che modo abbiano vissuto questa immensa sfida due corridori agli antipodi per fisicità e attitudini: Tadej Pogacar (il più forte di tutti) e Jonathan Milan (il più veloce). Entrambi sono andati così bene da essere stati sino all’ultimo in lizza per la maglia verde.
Tadej Pogacar ha 26 anni, corre al UAE Team Emirates, è alto 1,76 e pesa 66 chili. Jonathan Milan ha 24 anni, corre alla Lidl-Trek, è alto 1,96 e pesa 87 chili. Non potrebbero esistere due corridori più diversi e allora, parlando con i loro nutrizionisti, abbiamo cercato di capire quanto sia stato diverso anche il loro approccio nutrizionale con la corsa. Scoprendo che, al netto dei centimetri e dei chili, le differenze non sono poi così abissali. E questo è strano.
Gorka Prieto, spagnolo classe 1990, è il nutrizionista del UAE Team EmiratesGorka Prieto, spagnolo classe 1990, è il nutrizionista del UAE Team Emirates
Quanto consuma Pogacar
Gorka Prieto è il nutrizionista del UAE Emirates e dice che da uno come Pogacar si impara tantissimo. E sei nei primi tempi della loro collaborazione, lo sloveno non seguiva alla lettera le sue dritte, ora è molto attento.
«Il consumo calorico – dice – ovviamente dipende dalla tappa e dal ruolo del corridore. Nella tappa di Hautacam, Tadej ha vinto, ma forse Nils Politt ha consumato anche più carboidrati di lui. Ha tirato a lungo e magari ha avuto un calo maggiore, dato che ha faticato più degli altri. Non è detto però che il corridore più forte sia quello che consuma di meno: anche Tadej ha bisogno di tanti carboidrati. In quella tappa è andato con 120-130 grammi ogni ora. A colazione ne avevamo messa una quota superiore e così anche nel recupero. Si guardano subito i file, si aggiusta la cena e si guarda la strategia alimentare per il giorno successivo. Non si devono guardare solo i carboidrati, in realtà, anche se si parla sempre di quelli. Bisogna anche avere un piano giusto con le calorie, con le proteine e tutto il resto».
Marco Sassi, classe 1997, è da un anno nutrizionista della Lidl-Trek (@hardyccphotos)Marco Sassi, classe 1997, è da un anno nutrizionista della Lidl-Trek (@hardyccphotos)
Quanto consuma Milan
Marco Sassi è il nutrizionista della Lidl-Trek. Per esprimere la sua enorme potenza, Milan deve arrivare ai finali avendo ancora delle riserve e senza aver speso tutto per portare in giro il suo peso.
«E’ sempre complicato gestire un Grande Giro – spiega Marco Sassi, nutrizionista della Lidl-Trek – perché non c’è tempo di fare grandi ricarichi di carboidrati. Ogni tappa comporta un consumo variabile di glicogeno muscolare, quindi bisogna sempre tenere i carboidrati alti. Vista la corporatura di Jonathan, che gli impone dei dispendi molto elevati, diventa fondamentale sia la nutrizione in bici sia riuscire a raggiungere il target calorico nel resto della giornata. Un altro aspetto fondamentale è la regolarità gastrointestinale, perché lo stomaco e l’intestino nell’arco delle tre settimane di gara sono messi sotto forte pressione. Per questo è necessaria una attenta gestione delle fibre. Si danno alimenti che possano favorire il recupero, ma anche la salute gastrointestinale».
Non solo i carboidrati nelle borracce: il serbatoio di Milan prevede anche l’uso di gelNon solo i carboidrati nelle borracce: il serbatoio di Milan prevede anche l’uso di gel
Il metabolismo di Pogacar
«Si fanno tanti test – prosegue Gorka – per capire il metabolismo di ogni atleta, in base ai quali possiamo capire quanto consumerà in corsa. Pesiamo Pogacar il mattino prima della tappa e dopo l’arrivo per valutare la disidratazione. Sappiamo quanto peso perde e da cosa è composto. Si fa il rapporto fra carboidrati e liquidi, si guarda il resto che può aver perso e si lavora per colmare la differenza. Il recupero inizia dopo l’arrivo. Prima il Magic Cherry all’amarena, Poi mangia il recovery e per cena abbiamo pasti diversi preparati dai nostri chef. E’ tutto pesato, non c’è neanche un grammo in più. Ognuno ha il suo, il ciclismo di vertice è adesso così. La verifica successiva ovviamente non si fa dopo cena, ma la mattina dopo, prima di ripartire. Quindi va bene se al risveglio Tadej ha una quantità di liquido ancora da assumere: lo farà a colazione e il recupero sarà completo».
Il metabolismo di Milan
«Per il suo metabolismo – dice Marco Sassi – Jonathan tende ad asciugarsi tanto, ma dato che i carboidrati per ora hanno un limite, accumula un deficit calorico importante al termine di ogni tappa. Non è sempre facile raggiungere il bilancio energetico ed è l’aspetto più delicato. Bisogna evitare che dopo due settimane, il corridore arrivi con il collo tirato, quindi bisogna sempre monitorare la situazione. Per fortuna riusciamo a calcolare con precisione il dispendio energetico in base alla lettura del powermeter. In questo modo possiamo fare una stima abbastanza corretta del dispendio calorico. E poi, al termine della tappa, possiamo valutare e confrontare la stima che avevamo previsto in base a quello effettivo. Così, se necessario, possiamo rivalutare i passi successivi. Tra i fattori di cui tenere conto nel suo caso, c’è anche quello mentale, perché le pressioni incidono. Poi per fortuna è arrivata la vittoria di tappa che ha dato un senso a tanto spendere».
Lo scatto verso Hautacam: difficilmente vedrete Pogacar mangiare sulla salita finaleLo scatto verso Hautacam: difficilmente vedrete Pogacar mangiare sulla salita finale
Pogacar, borracce e granite
«Le borracce alla partenza sono sempre due – spiega Gorka – ci sono i carboidrati, ma anche gli elettroliti che Enervit fa per noi. Nelle giornate calde, si guardano il meteo, la temperatura, il vento e l’umidità e poi si decide dove mettere le borracce. Se è molto caldo, a volte diamo semplicemente acqua perché possano buttarsela addosso, per abbassare la temperatura del corpo. Quando fa caldo, è importante anche un occhio alla termoregolazione. Ma se si tratta di bere, allora solo l’acqua non basta. La composizione della borraccia si decide ogni giorno in base al tipo di percorso. Se c’è una tappa piatta, bastano 30 grammi di carboidrati nella prima borraccia ed elettroliti nell’altra. Se la tappa è più impegnativa, ricorriamo anche alle granite, che sono come dei ghiaccioli con i carboidrati dentro. Capita che Tadej si ritrovi in salita senza borraccia. Se vede che ha mangiato tutto e la borraccia pesa mezzo chilo, magari sceglie di essere più leggero. Perché sa che in cima gli daranno una borraccia e anche un gel».
Milan, ricecake e borracce
«Ormai si usano praticamente soltanto alimenti tecnici – conferma Sassi – che siano liquidi o anche solidi. Enervit ci offre una gamma piuttosto vasta che ci permette di incontrare il gusto di tutti, senza annoiare troppo il corridore. Magari si usano le classiche ricecakes, però principalmente nel pre corsa, come ultimo snack. Quando si va al via, Milan ha due borracce e sta a lui scegliere se avere 30 o 60 grammi di carboidrati. Lungo il percorso diamo sempre la scelta tra acqua e una borraccia che contenga almeno 30 grammi di carboidrati. E’ una questione variabile, anche in base alla temperatura e alla sudorazione. Se la tappa è particolarmente calda, si berrà di più, quindi si prendono più borracce di acqua o comunque meno concentrate al livello dei carboidrati. Anche perché nella conta dei carboidrati vanno considerati anche i gel».
L’acqua semplice, in corsa e dopo, serve a Pogacar per la termoregolazione: nelle borracce ci sono sempre carbo ed elettrolitiL’acqua semplice, in corsa e dopo, serve a Pogacar per la termoregolazione: nelle borracce ci sono sempre carbo ed elettroliti
Arrivo in salita: in finale non si mangia
«Quando ci sono più salite – dice Gorka Prieto – abbiamo sempre due persone dello staff all’inizio e due alla fine. Abbiamo diversi prodotti energetici, che contrassegniamo con una sola X oppure con due X. Cambia la quantità di carboidrati per ogni borraccia, quindi nelle tappe impegnative mettiamo le borracce con più carboidrati. Tadej ha un target ben chiaro di quello che deve mangiare per ogni ora. Può essere che faccia poco più o poco meno, ma difficilmente sbaglia. Sa che deve mangiare prima che cominci la salita, in modo che quando poi attaccherà o dovrà rispondere agli attacchi, avrà già dentro quello che serve. Non si vede mai un corridore che scatta e poi prende un gel. Per cui anche se l’ultima salita dura 40 minuti e lui deve attaccare, la quantità rimane la stessa di 120-130 grammi per ora».
La volata inizia due giorni prima
«Se c’è una volata – spiega invece Sassi – si ragiona partendo da un paio di giorni prima. Il pasto all’immediata vigilia della gara deve essere molto digeribile, perché lasci per tempo lo stomaco e non dia problemi di appesantimento, visto che spesso c’è stato da fare il traguardo volante molto vicino alla partenza. Durante la gara si cerca di mantenere i livelli più possibile alti, senza rischiare di incorrere in problemi gastrointestinali. Semmai per avere un boost ulteriore, può capitare di dare un gel con la caffeina, oppure del bicarbonato o altri tamponi nel pre gara. Più si va verso il finale, si prediligono cibi liquidi. Le barrette, pur molto digeribili, si riservano alla prima parte di gara. Nei finali, anche se è frequente vederli assumere un gel negli ultimi 20 minuti di gara, quel che prevale è la suggestione di aver preso degli altri carboidrati. Può esserci un vantaggio psicologico: sappiamo infatti che oltre all’effetto sui livelli di glucosio, avere dei carboidrati nella bocca fa sì che gli appositi recettori mandino un segnale al cervello che recepisce l’energia in arrivo, anche se poi non è ancora totalmente in circolo».
La vittoria di Milan a Laval: lo sprint richiede energia disponibile anche dopo 4 ore di corsaLa vittoria di Milan a Laval: lo sprint richiede energia disponibile anche dopo 4 ore di corsa
I carbo uguali per tutti
La chiusura la affidiamo a Marco Sassi, per amore di bandiera e per tirare le somme di un confronto che più improponibile non potrebbe essere e ha invece evidenziato che puoi essere uno scalatore o un vero gigante, eppure la quota carboidrati è identica.
«Jonathan è una bomba – sorride – ha un motore enorme. Avendo inoltre una massa da atleta, non al minimo come gli scalatori ma comunque da ciclista, consuma veramente tanto e in alcune tappe arriviamo tranquillamente a superare le 7.000 calorie. Diventa una bella sfida riuscire a coprire tutte queste calorie ed è il motivo per cui non si può pensare di fare tutto in una sola giornata, ma bisogna partire prima. Dovrebbe mangiare più carboidrati in corsa, dato che ne consuma come Pogacar ed è grande il doppio? Non ci sono troppe evidenze che la quota di carboidrati dipenda dal peso. Sappiamo che a livello intestinale si può raggiungere una certa quantità. Il bello sta nel portare questo limite ancora oltre, ma non c’è proporzionalità diretta. Probabilmente è vero che una corporatura maggiore riesce ad assorbire un po’ di più, ma la parte maggiore la fanno la genetica e quanto il soggetto si sia allenato per questo tipo di assunzione».
CORVARA IN BADIA – Circondati dalle maestose Dolomiti, ma col pensiero che vola al Tour de France. Impossibile non parlarne nel weekend della Grand Depart quando ti imbatti in due campioni come Miguel Indurain e Fabio Aru, ospiti speciali della Maratona ciclistica amatoriale che ogni anno porta 8.000 appassionati da ogni angolo del mondo in Alta Badia e poi su e giù per le montagne patrimonio dell’Unesco che tutti ci invidiano.
Indurain è un veterano della Maratona delle Dolomiti, Aru è alla seconda partecipazione (foto Enervit)Indurain è un veterano della Maratona delle Dolomiti, Aru è alla seconda partecipazione (foto Enervit)
I campioni e la Maratona
Entrambi stelle del Team Enervit, i due assi del pedale amano tornare in questi luoghi che hanno visto solo di sfuggita quando correvano da pro’, ma che ora possono godersi con un po’ più di tranquillità.
«Qui a Corvara una volta arrivai secondo (dietro a Franco Vona, 13ª tappa del 1992, ndr) – parte a raccontare il Navarro – ma poi vinsi quel Giro, per cui ho bei ricordi. Ho perso il conto di quante Maratone ho fatto qui, ma posso dire che è una manifestazione bellissima. Incontro sempre grandi amici, come Bugno, Sagan e tanti altri. L’anno scorso ero insieme a Fabio sul Falzarego. Lui faceva la diretta per la televisione mentre pedalava, mentre io ero al gancio in crisi e facevo fatica a tenere il suo passo».
Il Cavaliere dei 4 Mori al suo fianco sorride e esordisce: «Per me è un piacere tornare qui dopo la prima volta dello scorso anno: è una gara unica e si pedala in posti fantastici. L’atmosfera e il calore degli appassionati sono incredibili. E’ un piacere godersi questo bellissimo momento di sport».
Dopo aver vinto il Giro del 1992, Indurain tornò al Tour, ottenendo il secondo di 5 successi, sfidato da Chiappucci e BugnoDopo aver vinto il Giro del 1992, Indurain tornò al Tour, ottenendo il secondo di 5 successi, sfidato da Chiappucci e Bugno
Pogacar favorito, ma…
Col pensiero si vola Oltralpe e si parla della corsa a tappe più attesa. «Non so dire chi la vincerà, perché il Tour è lungo e in tre settimane può succedere di tutto», ribatte Miguelon, vincitore di 5 Tour consecutivi dal 1991 al 1995. «Pogacar ci arriva sicuramente da favorito, poi vedremo come andrà. Ci sono i migliori corridori del mondo. Dietro a Tadej e Vingegaard, un gradino sotto, ci sono Evenepoel e tanti giovani che stanno crescendo, per cui sarà un Tour interessante».
Fabio, che si vestì di giallo e chiuse quinto nella generale otto anni fa, dà ragione allo spagnolo: «Quello che dice Miguel è vero, il Tour è lungo e ci sono tante dinamiche e cose che possono accadere, comprese cadute e problemi tecnici. Col Delfinato, Pogacar ha dimostrato ad oggi di essere il favorito, però Vingegaard è lì vicino, per cui speriamo che sia una bella sfida».
Al Tour del 2017, Aru indossò la maglia gialla. Fu l’ultimo anno di grandi risultati per il sardoAl Tour del 2017, Aru indossò la maglia gialla. Fu l’ultimo anno di grandi risultati per il sardo
La squadra e i dettagli
Con gregari di lusso come Joao Almeida per la Uae e Simon Yates per la Visma, la differenza potrebbero farla anche i compagni nei momenti chiave. «Sono due squadre fortissime, così come anche la Bora. Poi c’è Mas che va sempre forte – aggiunge Indurain, che poi si sposta sul suo connazionale in forza alla Movistar – ma gli manca sempre qualcosa per fare quel salto di qualità. Un po’ è una questione di “motore”, un po’ gli manca anche un po’ di sicurezza nei propri mezzi. Non deve aver paura di perdere e deve provarci di più».
Aru torna sulle guerre stellari: «Penso che Tadej e Vingegaard siano, soprattutto per i Grandi Giri, un pelino superiori a tutti gli altri. Poi corridori come Remco, O’Connor e tanti altri hanno senza dubbio qualità, ma sono sicuramente meno forti degli altri due. Scongiurando problemi, Tadej lo vedo un gradino sopra a Jonas. Nel ciclismo di oggi devi essere attento a tutti i dettagli, così come già quando ho smesso io. Sicuramente in questo lo sloveno è davvero un esempio, con una grande programmazione in allenamento, nel recupero e nell’alimentazione. Bisogna essere perfetti in tutto».
Pogacar è il corridore che più piace al sardo: «Tadej senza dubbio, perché è un corridore completo. Ci ho fatto due anni in squadra insieme e sin da subito ha dimostrato il suo valore. Consigli? Non gliene ho mai dovuto dare, visto che ha sempre vinto. Si merita tutto quello che sta ottenendo perché è davvero un bravo ragazzo».
Alle intervist con Alan Marangoni, A Corvara c’è anche Peter SaganAlle intervist con Alan Marangoni, A Corvara c’è anche Peter Sagan
La crisi del ciclismo italiano
Indurain, invece, svela: «L’ultimo corridore che mi piaceva molto e che mi poteva un po’ assomigliare era Dumoulin. Era alto come me e andava forte a cronometro, ma anche in salita sapeva difendersi bene. Ora, invece, ci sono corridori meno di ritmo e molto più esplosivi come Pogacar, Vingegaard, Evenepoel e Van der Poel. Tutti gli sport cambiano, le tappe sono più corte e così anche le cronometro, ma è normale che sia così».
Negli anni di Indurain, l’Italia era una super potenza del ciclismo, mentre ora arranca. «Non so se all’Italia manchino corridori o il fatto di avere una squadra di spessore o forse ancora entrambe le cose. Non so quale sia il fattore scatenante di questa crisi, ma è davvero doloroso non vedere l’Italia protagonista. Nei miei anni aveva tanta abbondanza di grandi corridori sia per le classiche sia per i Grandi Giri. E’ un momento difficile perché poi si lotta contro superpotenze che hanno budget enormi, come la Uae Emirates».
Aru commenta così la situazione: «Per quanto riguarda le corse a tappe, non voglio mettermi in mezzo, ma direi che mancano corridori come Nibali. E’ un periodo in cui non abbiamo corridori per i Grandi Giri, per cui dobbiamo lavorare sui giovani e sperare di raccogliere qualcosa. Per quanto riguarda questo Tour, invece, mi aspetto qualcosa di buono da Milan, visto che già anche al Giro ha dimostrato il suo valore. Lo conosco poco, ma faccio il tifo per lui».
L’evento di Corvara richiama ogni anno 8.000 cicloturisti ed è in pieno svolgimento (foto Maratona delle Dolomiti)L’evento di Corvara richiama ogni anno 8.000 cicloturisti ed è in pieno svolgimento (foto Maratona delle Dolomiti)
In Piemonte con la Vuelta
Italia e Spagna è un binomio che si fonderà anche ad agosto alla prossima Vuelta, vista la Gran Salida dal Piemonte. E, a proposito della saga di guerre stellari del pedale, ai nastri di partenza potrebbero esserci sia Pogacar sia Vingegaard.
«Spero che Miguel possa esserci nella mia regione adottiva», fa Aru con un sorriso. «Se posso molto volentieri perché amo l’Italia e la Vuelta che partirà da voi sarà qualcosa di unico», ribatte Miguelon prima di concedersi un dolcino e lanciare uno sguardo alle Dolomiti che sono pronte ad abbracciarlo chilometro dopo chilometro lungo la Maratona.
De Lie ha chiuso il 2024 a Singapore, ma con la testa è al prossimo anno. Ha saltato Fiandre e Roubaix per problemi di salute, ma ha capito l'aria che tira
Con l’arrivo della stagione calda, e dell’imminente Tour de France, il mondo del ciclismo professionistico si accende portando con sé l’energia e l’eccitazione che solo questo sport è in grado di offrire. In questo scenario vibrante, figure come Tadej Pogacar emergono, non solo come atleti straordinari, ma come vere e proprie icone capaci di regalare emozioni indescrivibili ad ogni gara (in apertura lo sloveno mentre beve il Magic Cherry di Enervit al Tour del 2024, foto Fizza). Le sue performance, un mix di talento innato, strategia impeccabile ed energia inesauribile, tengono incollati gli appassionati allo schermo e al bordo strada. Enervit, un nome di riferimento nel settore dell’integrazione alimentare sportiva per ciclisti, e partner della UAE Team Emirates dello sloveno, coglie l’onda di questa passione lanciando un’iniziativa imperdibile per tutti coloro che sognano di emulare i propri idoli.
Il brand italiano è da moltissimi anni sinonimo di nutrizione sportiva avanzata, supportando atleti di ogni livello nel raggiungimento dei loro obiettivi. E la partnership con campioni come Tadej Pogacar non è casuale: testimonia l’impegno di Enervit nel fornire prodotti di altissima qualità, sviluppati per ottimizzare la performance, il recupero e la resistenza. Che si tratti di affrontare lunghe distanze, sprint intensi o salite impegnative, l’integrazione Enervit fornisce il supporto energetico e nutrizionale necessario per superare i propri limiti.
Enervit in occasione della promozione “Win Like a Pro” offre uno sconto esclusivo su una vasta gamma di prodotti (foto Enervit)Enervit in occasione della promozione “Win Like a Pro” offre uno sconto esclusivo su una vasta gamma di prodotti (foto Enervit)
Vinci… come un professionista
Per celebrare la passione per il ciclismo, e l’inizio della stagione più calda, Enervit ha ideato un concorso esclusivo che offre ai partecipanti l’opportunità di sentirsi parte del team dei campioni. L’iniziativa, denominata “Win Like a Pro con Enervit”, è pensata per premiare la fedeltà e l’entusiasmo di tutti gli appassionati di ciclismo. Partecipare è semplice e vantaggioso: basta compilare il form dedicato sul sito Enervit e iscriversi alla newsletter. Questo semplice gesto non solo garantisce l’accesso immediato ad uno sconto esclusivo su una vasta gamma di prodotti Enervit, perfetti per migliorare le proprie prestazioni e il recupero post-allenamento, ma apre anche le porte a un’opportunità unica. I partecipanti avranno infatti la possibilità di prendere parte all’estrazione di premi autografati da Tadej Pogacar. Immaginate di poter indossare la maglia ufficiale UAE Team Emirates XRG, oppure di idratarvi con la borraccia Elite della squadra autografata dal campione sloveno…
Inoltre grazie alla partnership con il UAE Team Emirates-XRG saranno messi in palio premi autografati da Tadej PogacarInoltre grazie alla partnership con il UAE Team Emirates-XRG saranno messi in palio premi autografati da Tadej Pogacar
Un’occasione da cogliere al volo
Il concorso Enervit rappresenta un’appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati di ciclismo che desiderano portare la propria esperienza ad un livello superiore. Non solo si ha la possibilità di vincere premi di grande valore emotivo e sportivo, ma si può anche beneficiare dell’expertise di Enervit nel campo dell’integrazione, assicurandosi il supporto necessario per affrontare ogni sfida sulle due ruote.
Per maggiori dettagli, e per partecipare al concorso, è possibile visitare la pagina dedicata. Il regolamento completo è invece disponibile qui.
Integrare, lo dice la parola, significa ripianare il bilancio di quello che si è consumato. Nel caso di chi fa sport, spesso il riferimento è al bilancio energetico e ai liquidi. Anche il ciclocomputer più elementare offre una lettura piuttosto precisa delle calorie consumate: va da sé ovviamente che al livello professionistico questo aspetto sia analizzato e codificato perché si è capito che tutto passa di qui. Più che dall’allenamento e dai progressi tecnologici: alla base del rendimento dell’atleta c’è la benzina che riesce a mettere nel serbatoio e la sua capacità di sfruttarla.
Quando il dispendio energetico è molto elevato o non ci sono occasioni per sedersi a tavola, entrano in ballo gli integratori realizzati dalle aziende specializzate, che permettono di ripristinare con porzioni minime di prodotto grandi quantità di nutrienti: siano essi carboidrati, proteine, aminoacidi, sali.
Elisa Balsamo, classe 1998, corre con la Lidl-Trek dal 2022. Il suo contratto arriva al 2026Elisa Balsamo, classe 1998, corre con la Lidl-Trek dal 2022. Il suo contratto arriva al 2026
A casa oppure in gara
Elisa Balsamo all’alimentazione è sempre stata molto attenta, al punto di aver iniziato sin dai vent’anni una collaborazione con Erica Lombardi e aver dedicato al tema più di un passaggio nel suo blog. E’ stato interessante perciò farsi raccontare dall’atleta della Lidl-Trek, che per contratto utilizza prodotti Enervit, in che modo gestisca questo aspetto della sua vita e della sua professione.
In un’intervista a inizio stagione, la nutrizionista Stephanie Scheirlynck ha spiegato lo schema suggerito agli atleti. Ha parlato del recovery drink al rientro, che contiene 40 grammi di carboidrati e 20 grammi di proteine. Poi del recovery box, in cui viene inserito un pasto personalizzato sulle esigenze nutrizionali di ciascun corridore. E’ interessante però rendersi conto di come l’esperienza e la sensibilità dell’atleta piemontese le permettano di gestire questo aspetto in autonomia.
«Divido il discorso in due parti – spiega Balsamo – quando sono a casa in preparazione come adesso, oppure quando sono alle gare. Nel primo caso cerco di basarmi soprattutto sull’alimentazione più classica, anche se quando rientro dagli allenamenti il passaggio obbligato è assumere amminoacidi. Credo molto nel valore dell’alimentazione».
Nel catalogo Enervit esistono due tipi di amminoacidi. I Pure-Pro, con formulazione BCAA, in rapporto 4:1:1, base della sintesi delle proteineE poi i Pure-Pro EAA che contengono vitamine B6 e B12, oltre a 5 g di aminoacidi essenziali per dose, 9 aminoacidi e 2,4 g di BCAAInfine ecco il nuovo Magic Cherry, per l’immediato recupero dopo garaNel catalogo Enervit esistono due tipi di amminoacidi. I Pure-Pro BCAA, in rapporto 4:1:1, che sono alla base della sintesi delle proteineE poi ci sono i Pure-Pro EAA che contengono anche vitamine B6 e B12, oltre a 5 g di aminoacidi essenziali per dose, 9 aminoacidi e 2,4 g di BCAAInfine ecco il nuovo Magic Cherry, per l’immediato recupero dopo gara
Se a casa cerchi di integrare con un’alimentazione più classica, quando è necessario invece usare i prodotti più tecnici?
Sicuramente in gara. Mi trovo molto bene con la linea Carbo 2:1. I gel addirittura adesso arrivano a contenere 40 grammi di carboidrati e quello secondo me fa molta differenza. Soprattutto in primavera, quando il clima è un po’ più rigido e si fa più fatica a mangiare, magari sulle strade del Belgio. Sapere che con un solo gel riesci a buttare giù 40 grammi di carboidrati è sicuramente un gran vantaggio. Sapere esattamente le quantità che devo assumere e quelle che effettivamente ho a disposizione è fondamentale per il controllo della dieta.
Restando in ambito integrazione, in che modo gestisci il dopo gara o gli allenamenti più impegnativi?
Come dicevo, sono abituata a prendere gli amminoacidi (i BCAA di Enervit che contengono per ciascuna dose 2,4 g di Leucina, 0,6 g di Iso Leucina, 0,6 g di Valina, ndr) e poi in gara mi trovo bene anche con il Magic Cherry Juice, che ormai bevo sempre dopo gli arrivi. La squadra sta lavorando molto, soprattutto in ottica corse a tappe, a dei pasti pronti e personalizzati, che fanno davvero la differenza.
Si è ormai capito che dopo lo sforzo si deve puntare al reintegro delle proteine, ma anche dei carboidrati. In che modo questi vostri pasti ne tengono conto?
Il recupero dopo gara è una fase decisiva. Troviamo sempre una parte di carboidrati, che è molto spesso garantita da riso o pasta perché è anche la cosa più semplice da preparare. Però mettono dentro anche delle proteine, ad esempio le uova. Io però non le mangio perché non mi piacciono, quindi le sostituisco con del pollo piuttosto che con parmigiano o altri alimenti ricchi di proteine. E poi ci sono sempre anche delle verdure, in modo da offrire un recupero completo di tutto.
Sulle strade del Nord, avere un gel che contiene 40 grammi di carboidrati è garanzia di assumere quello di cui si ha bisognoIl Magic Cherry Juice è l’ultimo ritrovato di Enervit per il recupero nell’immediato dopo corsa (foto Lidl-Trek)Sulle strade dissestate del Nord, un gel che contiene 40 grammi di carboidrati è la garanzia di assumere facilmente quello di cui si ha bisognoIl Magic Cherry Juice è l’ultimo ritrovato di Enervit per il recupero nell’immediato dopo corsa (foto Lidl-Trek)
Carboidrati e proteine
Ancora Stephanie Scheirlynck entra nello specifico della composizione dei pasti post attività, sottolineando come le abitudini e le valutazioni siano in continua evoluzione. E come ogni valutazione del nutrizionista del team debba tener conto delle preferenze dei corridori. Alla Lidl-Trek non mancano ad esempio atleti vegetariani o vegani.
«La ricerca più recente – dice – conferma l’importanza dei carboidrati per il recupero, ma questo non significa che le proteine siano da escludere. Anzi, entrambi sono cruciali. Non tralasciamo le proteine nel recovery drink, perché spesso passa un lungo lasso di tempo tra l’ultimo pasto completo, come la colazione pre-gara o pre-allenamento, e il primo pasto vero e proprio, che include proteine».
E proprio il pasto vero e proprio, che viene dopo l’integrazione immediata post arrivo, è il tema di cui torniamo a parlare con Elisa Balsamo.
Lucinda Brand e Shirin Van Anrooij sul camion che contiene tutti gli integratori Enervit della Lidl-TrekLucinda Brand e Shirin Van Anrooij sul camion che contiene tutti gli integratori Enervit della Lidl-Trek
Quindi lo chef lavora in collaborazione con il nutrizionista e tutto è sotto controllo?
Abbiamo uno chef praticamente in tutte le gare WorldTour e ormai ci conoscono bene. Sanno chi di noi ha delle allergie o delle intolleranze oppure chi non mangia qualche alimento. Quindi fanno molta attenzione da questo punto di vista e la loro bravura sta nel mettere insieme un buon pasto anche a livello di gusto, utilizzando esattamente gli ingredienti e le quantità indicati dal nutrizionista.
Andiamo indietro ai ritiri invernali, che forse sono le fasi dell’anno in cui ci sono le maggiori oscillazioni di peso. In che modo si gestisce quella fase?
L’obiettivo è arrivare al giusto peso curando molto all’alimentazione. Per esperienza personale, il fine stagione è la fase in cui puoi permetterti di non seguire tanto la dieta. Magari per 1-2 settimane, quando si va in vacanza, si mangia quello che si vuole, ovviamente cercando di fare un minimo di attenzione. Penso sia importante anche per l’aspetto mentale che quando uno è in vacanza si possa togliere anche qualche soddisfazione culinaria. Quindi alla fine gli aumenti di peso durante l’inverno sono dovuti anche a questo. Lo si vede anche in chi non fa vita da atleta.
Che cosa?
D’estate si è molto più invogliati a mangiare insalate, cose fresche e più leggere. Mentre d’inverno, anche seguendo la dieta, ci sono piatti più… cucinati. Per cui con il caldo è fisiologico iniziare a perdere peso.
Clara Copponi all’Antwerp Port Epic Ladies con il suo Magic Cherry Juice tutto da bereClara Copponi all’Antwerp Port Epic Ladies con il suo Magic Cherry Juice tutto da bere
Si riesce a valutare se dal punto di vista dell’integrazione c’è tanta differenza fra donne e uomini?
No, io penso che sia piuttosto simile. Forse cambiano le quantità, perché tendenzialmente il peso di un uomo, fosse solo per la statura, è maggiore. Quindi è normale che le quantità siano differenti, però ad esempio anche sull’assunzione dei grammi di carboidrati per ora in gara, secondo me siamo molto vicini.
Nelle donne c’è un maggior problema di ritenzione idrica, come la gestisci?
Diciamo che quello è un po’ complicato. Ovviamente ci sono degli alimenti che possono aiutare particolarmente in tutti i casi di gonfiore o ritenzione idrica, però non è sempre facile. Il suggerimento che mi è stato dato e che cerco di seguire è quello di bere tanto, anche tisane cui aggiungo zenzero o altri prodotti che hanno questa funzione. Non sempre si riesce, perché il fisico è sottoposto a molti stress e non sempre reagisce nello stesso modo. Ma l’idratazione è importantissima.
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Parola d’ordine recupero, specie in un Grande Giro. Fino alla noia preparatori, commentatori tecnici, medici… ci ripetono che il vero uomo da corse a tappe si vede dalla sua capacità di recupero, sia sul momento che nell’arco delle settimane. E un buon recupero, oggi più che mai, parte dall’integrazione post gara. Un’integrazione però che a sua volta parte in gara. Per saperne di più siamo andati in casa Lidl-Trek, dove ci si affida ad una storica azienda italiana d’integratori: Enervit(in apertura foto Twila Federica Muzzi).
Ne abbiamo parlato con Jolien Vandemoortele, una delle sport dietist, della squadra diretta da Luca Guercilena. A quanto pare loro il recupero lo stanno gestendo alla grande visto che hanno vinto oltre un terzo delle tappe disputate sin qui!
Vandemoortele indica subito i prodotti maggiormente coinvolti nel protocollo di recupero: «Questi sono: il Magic Cherry, il Recovery Drink (carboidrati e proteine), il nuovoPost Workout con BLG-100 (Beta-Lactoglobulina). E non vanno dimenticate gel e barrette che si usano durante la corsa. Il quadro si completa con barrette proteiche e alimenti veri, gestiti dal team di cuochi a seconda dei fabbisogni individuali e dei programmi del giorno successivo. Ma tutto parte da lì: dal Magic Cherry e da una strategia ben chiara».
Il brand lombardo propone ai suoi team, tra cui la Lidl-Trek, una vasta gamma di prodotti (foto Instagram)Il brand lombardo propone ai suoi team, tra cui la Lidl-Trek, una vasta gamma di prodotti (foto Instagram)
Il supporto di Enervit
Particolare attenzione viene data al Magic Cherry, una delle novità più interessanti tra le proposte Enervit: è una bevanda naturale concentrata, ricca di antiossidanti e componenti antinfiammatori, fondamentale per abbattere i danni muscolari e favorire il recupero dopo gli sforzi estremi. .
Il Recovery Drink, è un prodotto sviluppato ad hoc per il team, con un equilibrio mirato di carboidrati e proteine per rifornire le scorte di glicogeno e riparare il tessuto muscolare. In alternativa, si usa anche una versione senza carboidrati, più leggera, pensata per chi non ha speso energie in modo importante. In alcune tappe entra in scena anche il nuovo Post Workout con BLG-100, che offre una proteina ad alta biodisponibilità, particolarmente efficace nel promuovere la sintesi muscolare in fase di recupero.
Su questi tre prodotti si basa principalmente la strategia di recupero degli atleti della Lidl-Trek. Vediamo come vengono impiegati.
Un buon recupero parte da una buona alimentazione in corsaUn buon recupero parte da una buona alimentazione in corsa
Jolien, voi in Lidl-Trek usate prodotti Enervit: quali sono coinvolti nel recupero?
Anche per il recupero noi usiamo la gamma di prodotti Enervit. Si parte sempre con il Magic Cherry alla fine della corsa, poi arriva immediatamente uno shake di recupero. Usiamo tre tipi di shake: uno proteico senza carboidrati, uno specifico per il team con una combinazione di carboidrati e proteine, e poi il nuovo shake con Beta-Lactoglobulina, un prodotto molto interessante che Enervit ha appena lanciato sul mercato. Infine abbiamo sempre barrette proteiche nel bus, che a volte usiamo durante il trasferimento verso l’hotel.
Come vengono utilizzati nel post gara?
Questi prodotti sono usati subito dopo la corsa. Il Magic Cherry è il primo: viene dato immediatamente dopo il traguardo. Il massaggiatore che va all’arrivo ha anche gli shake già pronti: prima il Magic Cherry, poi una bevanda in polvere ricostituita con acqua, infine lo shake di recupero.
Le quantità sono uguali per tutti?
Dipende molto dalla tappa: quanto è stata dura, qual era il ruolo del corridore quel giorno, se ha dovuto lavorare tanto o se è rimasto protetto. E poi dipende anche dalla tappa successiva: se è un giorno di riposo o una frazione particolarmente impegnativa, o anche da quanto è lungo e faticoso il trasferimento.
La confezione del Magic Cherry: spesso è disciolto nelle bottigliette che i massaggiatori distribuiscono già sul traguardo (si nota nella foto di apertura)La confezione del Magic Cherry: spesso è disciolto nelle bottigliette che i massaggiatori distribuiscono già sul traguardo (si nota nella foto di apertura)
Incide anche il peso del ciclista?
Il peso dell’atleta gioca un ruolo, soprattutto nei pasti veri e propri, cioè nel pasto di recupero. Lì adattiamo la quantità di carboidrati e proteine a seconda della massa corporea. Ma nella fase di recupero immediato con gli integratori no, le dosi sono abbastanza standardizzate, salvo casi particolari.
Quanto è importante il Magic Cherry in questo caso? Spesso vediamo queste bottigliette contenenti il liquido viola…
E’ diventato fondamentale. Non solo per noi, ma per molte squadre WorldTour. E’ difficile oggi vedere una zona arrivo senza “cherry juice”: è la prima cosa che diamo agli atleti appena tagliano il traguardo…
Perché è dunque così importante?
Perché ha un forte effetto antiossidante e antinfiammatorio: aiuta a ridurre il danno muscolare, il dolore e accelera i tempi di recupero. Inoltre è gradevole al gusto: quello di Enervit non ha zuccheri aggiunti, è dolce al punto giusto e molto più piacevole da bere dopo ore passate a ingerire carboidrati e alimenti dolci.
Anche i carboidrati giocano un ruolo nel recupero post gara (foto Facebook – Enervit)Anche i carboidrati giocano un ruolo nel recupero post gara (foto Facebook – Enervit)
Chiaro…
Un altro aspetto importante è che migliora l’idratazione: essendo un liquido contribuisce a reintegrare i liquidi persi. Sono tutti aspetti che hanno un’influenza diretta sul recupero e che ci aiutano molto a gestire la sequenza di tappe in un grande Giro.
Un recupero molto capillare, insomma…
Un recupero dove entrano in gioco diversi elementi: gli shake, le barrette, i pasti preparati dai cuochi e la collaborazione stretta con Enervit. Tutto si incastra come in un puzzle. E’ molto utile avere Enervit come partner perché ci fornisce tutto ciò di cui abbiamo bisogno per curare al massimo questo processo.
Dopo il faticoso passaggio olimpico e il Tour per rimettersi in bolla, Balsamo riparte dalla primavera e dalla voglia di divertirsi. Il tunnel è alle spalle
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COMPIEGNE (Francia) – La presenza di Pogacar alla Roubaix, come spiegava Pino Toni un paio di giorni fa, significa spingere verso l’alto ogni dettaglio all’interno del UAE Team Emirates. Questo non vuol dire che senza il campione del mondo la squadra sarebbe andate a sfidare il pavé senza ambizioni, ma che certo avrebbe avuto una minore necessità di portare tutto al limite. Superiore attenzione ai sopralluoghi (in apertura foto Fizza/UAE Emirates) e ai settaggi della bicicletta. Una maggiore presenza sui social (anche se questo non inciderà minimamente sulle prestazioni). Superiore attenzione sulla supplementazione in corsa. Va bene garantire a tutti la base migliore, ma ritrovarsi al via con qualcuno che può puntare alla vittoria spinge ad andare oltre il meglio. Anche nel mangiare.
«In realtà – spiega Gorka Prieto, nutrizionista del team – le classiche del Nord e la stessa Roubaix sono diverse da una tappa piatta del Tour perché certo mangiano di più. Ci sono più punti in cui prendere il rifornimento, ma in compenso è più difficile prenderlo. Ci sono gare in cui mangiano le stesse quantità, ma meno punti in cui passargli il sacchetto».
Le barrette in allenamento: per mangiare in corsa nelle classiche si ricorre più spesso a gel e borracceLe barrette in allenamento: per mangiare in corsa nelle classiche si ricorre più spesso a gel e borracce
I muri del Fiandre, ma anche il primo settore di pavé domani arrivano rispettivamente dopo tre e due ore di corsa: significa che si comincia a mangiare con calma?
Al contrario, iniziamo a mangiare dall’inizio perché altrimenti se ti dimentichi di farlo, puoi arrivare vuoto alle prime fasi impegnative. Quando poi si parla di classiche, mangiano sempre un po’ di più, perché parliamo di percorsi più impegnativi. Il Fiandre è durato 6 ore, mangiano più che in una tappa di 4 ore. Ma per il resto, non c’è niente di così diverso.
Si riesce a quantificare il consumo calorico tra muri e settori di pavé?
Alla fine noi guardiamo i watt, non c’è un modo diverso per guardare l’energia che si spende sul pavé rispetto all’energia che spende in una salita. Se guardiamo i watt, otteniamo le informazioni che ci servono. E dalla nostra osservazione, è venuto fuori che un settore di pavé può essere anche più impegnativo di un tratto in salita. Se si va a tutta, spingono oltre i 420, 450, forse 500 watt che quando sei in salita significa andare a tutta. Anche considerando i watt per chilo, le differenze sono minime.
Per la Roubaix avete studiato qualcosa di particolare da mettere nelle borracce?
Mangiano lo stesso di un’altra gara, non cambia niente. Anche se è cambiato il regolamento sui punti di rifornimento, si riesce a fare tutto lo stesso, perché alla fine mettono più punti. A patto che anche gli organizzatori imparino a sceglierli nel modo giusto. Nelle prime gare, ci siano ritrovati con il rifornimento in discesa e a quelle velocità prendere la borraccia è difficilissimo e anche pericoloso.
Impossibile per Pogacar trovare il tempo per mangiare o bere sui muri: alla Roubaix sarà lo stessoImpossibile per Pogacar trovare il tempo per mangiare o bere sui muri: alla Roubaix sarà lo stesso
Al Fiandre c’è stato forse il primo caldo vero in gara, domani sarà coperto con rischio di pioggia. Come cambia il consumo dei corridori?
Con il caldo del Fiandre, sapevano di dover assumere ogni ora la quantità pattuita di sodio, che chiaramente è legata alla temperatura. Per questo, quando si dispongono i punti di rifornimento, abbiamo anche noi, come tutte le squadre, un’applicazione in cui si guardano il vento, il caldo, l’umidità, ogni fattore ambientale. Una volta che hai stabilito quali siano le variabili ambientali, puoi mettere più elettroliti oppure più sali o carboidrati.
Quanto tempo prima fate questo tipo di valutazione?
Io lo faccio il giorno prima, quindi oggi. Si può provare ad anticipare, ma mi è capitato di farlo tre giorni prima e di essermi ritrovato con tutt’altro tempo. E’ sempre bene arrivare più vicino possibile. Il giorno prima posso sapere con sufficiente precisione se domani sarà caldo oppure freddo.
Percorsi nervosi, strade strette, alimentazione prevalentemente liquida con aggiunta di gel?
All’inizio magari si mangia più facilmente, ma poi viste le condizioni ambientali, è più facile prendere un gel e spremerlo in bocca. I gel Enervit che usiamo hanno 30-40 grammi di carboidrati e sono più facili rispetto a prendere una barretta, aprirla, mangiare un pezzo col rischio che ti cada. Anche per loro è più semplice mettersi in tasca più gel che barrette.
La doppia X indica la borraccia di Enervit Isocarb caricata con 60 grammi di carboidratiLa tripla X parla di 90 grammi di carboidrati: 30 grammi per ogni XLa doppia X indica la borraccia di Enervit Isocarb caricata con 60 grammi di carboidratiLa tripla X parla di 90 grammi di carboidrati: 30 grammi per ogni X
In che modo si compongono i fatidici 120-130 grammi di carboidrati per ora in una Roubaix?
Non esiste uno schema fisso dei prodotti con cui arrivare a quella quota. La fisiologia del corpo richiede che vengano assunti nella quantità prestabilita, non quale sia il mezzo di trasporto. Quello che importa è mangiare i carboidrati e per le caratteristiche di queste corse, in cui è molto facile cadere, è più semplice prendere borracce e gel e mangiare poi quello che serve.
A che temperatura sono le borracce che passate ai corridori?
Bel tema. Se è caldo, la temperatura giusta perché la digestione sia precisa è da 10 a 13 gradi. La borraccia troppo fredda è un rischio per l’ingestione, ma quando è caldo davvero gliela passiamo ugualmente, perché la usano per versarla in testa e abbassare la temperatura corporea. Ma di base, la borraccia da bere si aggira fra 10 e 13 gradi: non di più e non di meno.
In che modo riesci a gestire tutti questi aspetti se non sei presente alla gara?
Parlo ogni giorno con il corridore, quindi faccio tutto io con il cuoco. Loro hanno tutto su una app, in cui possono vedere la la quantità di cibo che indico. Io parlo con loro, con il cuoco e anche con il direttore. Alla fine, essendo organizzati così, non bisogna essere in tutte le gare. Abbiamo sviluppato questa app con la squadra che permette a me di non essere presente e a loro di verificare tutto nel telefono. In questi giorni ad esempio sono al Giro dei Paesi Baschi, ma credo che ormai in tutte le squadre si regolino così.
Prossima gara dopo i Baschi?
Il Giro d’Italia. Quello ad esempio lo seguirò tutto.
Cos’è quella bevanda rossa che i pro bevono subito dopo aver tagliato il traguardo? Del Cherry Juice avevamo già parlato lo scorso anno dopo averla osservata da vicino al Giro d’Italia e ora è arrivata sul mercato anche la proposta di Enervit: si chiama Magic Cherry ed è un integratore post attività.
La formula di Magic Cherry è studiata per massimizzare il recupero, è a base di estratto amarena titolato in polifenoli. Non contiene zucchero ed edulcoranti, contiene vitamina E ed è un potente antiossidante. Vediamolo nel dettaglio.
L’integrazione e la supplementazione, sempre più specifiche e per diverse esigenze (foto Enervit)L’integrazione e la supplementazione, sempre più specifiche e per diverse esigenze (foto Enervit)
L’allenamento e il recupero
In diverse occasioni si è detto e scritto che il recupero ed il riposo sono dei tasselli fondamentali, soprattutto per chi si allena intensamente ed in maniera specifica. Il training intenso è fonte di stress per l’organismo e la fase di adattamento post sforzo è particolarmente importante per finalizzare l’allenamento stesso.
Qui entra in gioco la scienza Enervit, perché oltre ai carboidrati e alle proteine, l’atleta necessita di supporto per contrastare l’azione dei radicali liberi prodotti durante l’allenamento e quando si spinge ad intensità molto alte. Enervit Magic Cherry è stato sviluppato con il contributo dei Team UAE Team Emirates-XRG e Lidl-Trek.
La bevanda rossa nel post gara, tra i simboli dell’integrazione moderna (foto Team UAE Team Emirates-XRG)La bevanda rossa nel post gara, tra i simboli dell’integrazione moderna (foto Team UAE Team Emirates-XRG)
Come funziona Magic Cherry?
E‘ specifico per il post attività ed è da assumere nell’immediato post training e subito dopo la competizione. Magic Cherry si presenta in busta (9 grammi) da sciogliere in 200/500 millilitri di acqua (in 500 ml si possono sciogliere anche due bustine, ovvero la dose massima consigliata). Ha un bassissimo contenuto di calorie, meno di 1,5 per busta, al contrario ha un altissimo contenuto di polifenoli e vitamina E. Quest’ultima in particolare è una delle protagoniste nelle fasi di protezione delle cellule dallo stress ossidativo.
Non in ultima, è da considerare la gratificazione al palato, possibile grazie all’elevata qualità di ogni singolo elemento ed al gusto naturale, rinfrescante dell’estratto di amarena Tart Cherry.
La confezione del nuovo Magic CherryLa confezione del nuovo Magic Cherry
In conclusione
Enervit Magic Cherry non sostituisce gli integratori di proteine, carboidrati ed aminoacidi, ma è una sorta di completamento e si integra con questi. Permette di ottimizzare i tempi di recupero e ridurre l’affaticamento muscolare, oltre a fare parte di quella supplementazione continua che viene fatta anche giorni (5/7) prima della gara o di un evento particolarmente importante.