Il 2023 appena iniziato si è aperto con una bella notizia che farà sicuramente felici gli iscritti ad ACSI Ciclismo. Anche per questa stagione Nalini sarà infatti partner dell’Ente di promozione coordinato brillantemente da Emiliano Borgna. Stiamo parlando di una partnership nata nel 2021 e che lo scorso anno ha dimostrato in pieno la propria forza.
Promozione per i team
Anche per il 2023 è stata riconfermata la promozione che lo scorso anno aveva ottenuto ottimi riscontri dedicata in esclusiva ai tesserati e alle società affiliate ACSI. Per tutti i tesserati è stato previsto uno sconto del 20% nel caso in cui decidessero di far realizzare da Nalini il kit della propria squadra. Inoltre, inviando una mail ad info@nalini.com, si potranno ricevere il codice per un ulteriore sconto del 20%, valido sulle collezioni del marchio.
Giuseppe Bovo, direttore generale di Nalini, ha così commentato la collaborazione con ACSI Ciclismo: «La partnership con ACSI prosegue full gas con tanti progetti concreti, primo fra tutti il Circuito Nalini Road Series che nel 2023 celebra la sua terza edizione. Un rapporto di stima reciproca che si fonda sull’impegno e sulla massima attenzione rivolta alle esigenze degli amatori».
L’orgoglio di ACSI
Alle parole di Giuseppe Bovo fanno seguito quelle di Emiliano Borgna, vicepresidente ACSI.
«Quella con Nalini – esordisce – è una sinergia che ci rende particolarmente orgogliosi. Tanti, tantissimi campioni del ciclismo, che hanno fatto appassionare migliaia di amatori, hanno vestito e vestono capi Nalini. E quegli stessi capi, oggi come allora, sono a disposizione di tutti gli amatori e in particolare dei nostri tesserati che, grazie alla nostra collaborazione, possono beneficiare di condizioni agevolate. Ma ancor di più siamo ad apprezzare la dedizione e le caratteristiche umane di tutte le persone che lavorano e vivono in questa importante realtà aziendale italiana.
Ogni anno – ha concluso – poniamo in essere delle iniziative che partono sempre da una condivisione di obiettivi e, nei prossimi tempi, vogliamo alzare l’asticella per creare sempre più contenitori che possano gratificare gli appassionati e i praticanti che faranno il loro percorso insieme a noi, esattamente come quando si pedala insieme, con la voglia di tagliare il traguardo».
Ecco il Nalini Road Series
Come già anticipato dal direttore generale di Nalini Giuseppe Bovo, la collaborazione con ACSI coinvvolge anche il Nalini Road Series, il circuito di granfondo giunto quest’anno alla sua terza edizione. Si parte il prossimo 26 febbraio con la Granfondo Laigueglia Lapierre per terminare il 17 settembre a Misano con la Gialla Cycling, appuntamento di prestigio all’interno dell’Italian Bike Festival.
Per tutti i gravellisti, ma non solo,segnaliamo la Nova Eorica Buonconvento del 24 giugno e la Strade Bianche del Sale – Fantini Club di Cervia, in scena l’8 ottobre, entrambe prove jolly. Per tutti gli abbonati al circuito, Nalini ha inoltre previsto degli omaggi speciali che si possono vedere nella sezione “Iscrizioni 2023” del sito ufficiale www.naliniroadseries.com.
L’accordo siglato da Fci e Acsi e denominato sotto il nome di “progetto 3R” ha il sapore di una rivoluzione destinata a cambiare il mondo del ciclismo amatoriale. Si tratta di un accordo ad ampio raggio che coinvolge sì il mondo delle Granfondo, ma riguarda tutta la concezione ciclistica italiana, con una forte impronta sul turismo e sul rapporto con le istituzioni.
Il progetto nasce da un’idea dell’associazione Formula Bici, che voleva ridare impulso al settore delle Granfondo che, più di altri, ha sofferto gli effetti del lockdown (nel 2020 un movimento che viveva su oltre 200 gare ne aveva viste effettuate meno di una ventina e la ripresa è stata molto lenta con effetti che si avvertono ancora adesso): «Era necessario rimettere mano a tutto il settore per rilanciare le sue potenzialità – ha affermato il presidente Roberto Sgalla, responsabile anche della Commissione dei Direttori di Corsa, nel corso della presentazione – garantendo un più alto livello di qualità dei servizi, dei rapporti con gli enti locali, della sicurezza».
Gare analizzate al microscopio
Per capirne di più abbiamo allora interpellato i firmatari del documento, in primis il consigliere federale Gianantonio Crisafulli, responsabile dell’attività amatoriale: «Siamo partiti dalla consapevolezza di dover mettere mano a un calendario che, nel suo pieno sviluppo, ha troppe gare: molti organizzatori per sopravvivere sono costretti a ridurre le quote d’iscrizione e a contenere le spese, a tutto danno della sicurezza e questo non poteva più avvenire. Gli organizzatori saranno quindi chiamati a richiedere una certificazione, attraverso un questionario e senza oneri, per poter entrare in calendario».
Nel questionario ogni organizzatore dovrà dare un quadro esaustivo della propria gara. Dalla sua storia ai dati sulla partecipazione. Da tutti i servizi erogati ai mezzi e volontari impiegati. Dalla ricettività del territorio a tutte le iniziative di contorno. In base a questa massa di dati, si otterrà una delle due seguenti certificazioni: Tripla A per manifestazioni con un minimo di 800 iscritti e costo d’iscrizione minimo di 50 euro, oppure Doppia A con riferimenti rispettivi di 400 iscritti e 40 euro.
Strada spianata per i permessi?
Gli obiettivi sono molteplici: «Ottenuta la certificazione, l’organizzatore avrà innanzitutto una maggiore protezione nel calendario, evitando concomitanze nel raggio di almeno 200 chilometri. Avrà poi una strada privilegiata nei rapporti con le istituzioni e con gli enti preposti alla concessione dei permessi. Infine spingeremo su ogni gara inserita nel calendario perché ci sia uno spazio specifico dedito all’attività giovanile, che vada da iniziative ludiche per i più piccoli fino all’allestimento di gare di contorno per le categorie fino agli allievi».
L’aspetto dei rapporti con gli enti non è secondario. Molto spesso il lavoro degli organizzatori viene vanificato a pochissimi giorni dalla gara dalla mancata concessione dei permessi di passaggio. «Un evento è tale se non è solo sportivo – riprende Crisafulli – Dobbiamo considerare la Granfondo come inserita in un contesto turistico, quindi bisogna far sì che sia un motivo non solo per arrivare, correre e andare a casa, ma anche per scoprire tutto quel che la località può garantire, dando quindi motivo a chi corre e soprattutto chi accompagna di fare di quel weekend un’esperienza a 360°».
Formula agonistica da rivedere
Proprio sull’aspetto turistico s’innesta il ragionamento di Emiliano Borgna, presidente dell’Acsi Ciclismo, il principale ente di promozione sportiva come attività che ha sottoscritto l’accordo: «L’agonismo com’era inteso prima del covid ha perso richiamo, ce lo dicono i numeri dei praticanti che erano fortemente calati nel pieno della pandemia e non sono ancora tornati ai livelli di prima. Questo perché la figura dell’amatore è più improntata verso un tipo di pedalata che non guarda al cronometro.
«Per questo siamo d’accordo nello spingere sempre più verso granfondo che prevedano tratti cronometrati dove chi vuole confrontarsi contro il cronometro e gli avversari può farlo, ma che per il resto sia una passeggiata in compagnia per godersi il mondo che lo circonda. Non tutti possono allenarsi tutti i giorni, anzi molti riescono a uscire in bici una volta alla settimana. Anche loro però vanno coinvolti nel nostro mondo, dando agli eventi un taglio più in linea con il passato cicloturistico».
Rating, ranking, responsibility
Torniamo al discorso delle certificazioni. Le 3 R stanno per rating, ossia la valutazione della qualità organizzativa della granfondo; ranking, per stilare una graduatoria di merito tesa in futuro a creare un circuito delle principali classiche e a garantire ai migliori nella graduatoria di poter partire sempre dalle prime griglie; responsibility, per spingere gli organizzatori a fare tutto quel che è necessario per garantire la sicurezza degli atleti.
Chi volesse quindi cimentarsi nell’organizzazione di una granfondo, avendo a disposizione un budget anche cospicuo ma senza un background di esperienze, troverà quindi porte chiuse? «No – risponde Borgna – ma dovrà dare risposte concrete. Troppo spesso abbiamo visto organizzazioni proporre gare “al minimo”, con quote d’iscrizione ridicole senza che di conseguenza ci fosse un’adeguata sicurezza. La certificazione è aperta a ogni organizzatore, anche di altri enti, ma bisognerà dare adeguate garanzie».
Per Liotto, storico marchio vicentino specializzato nella realizzazione di bici di alta qualità, il 2022 è davvero un anno importante. Coincide infatti con i 100 anni dalla sua fondazione avvenuta nel lontano 1922 per iniziativa di Luigi Liotto. Oggi l’azienda è guidata da Pierangelo, Luigina e Doretta Liotto che hanno saputo fare tesoro della lunga esperienza accumulata in un secolo di vita dall’azienda di famiglia e proiettarla verso nuovi traguardi al passo con i tempi.
Arriva il gravel
Ecco quindi arrivare una linea di modelli gravel la cui presentazione ufficiale è avvenuta in occasione dell’ultima edizione di Nova Eroica a Buonconvento, evento che ha visto quest’anno ai nastri di partenza ben 1.500 ciclisti desiderosi di cimentarsi sulle strade bianche del senese.
Come ogni evento che si rispetti, anche a Buonconvento era prevista un’area expo. Per Liotto è stata l’occasione per presentare in anteprima le novità gravel ed in particolare il modello “Gravel Cross Carbon”, dotato di forcella ammortizzata.
Allo stand era esposta anche la “Gino ’60”, una bicicletta in acciaio che per Pierangelo e le sorelle Luigina e Doretta ha un valore davvero speciale. E’ stata infatti realizzata in ricordo del loro padre Gino, grande uomo dotato di un formidabile spirito imprenditoriale. Si tratta di un modello che racchiude il meglio della capacità di Liotto nel realizzare veri gioielli artigianali.
Il contatto con il cliente
La scelta di essere presenti ad un evento come Nova Eroica non è affatto casuale. L’evento di Buonconvento ha infatti rappresentato per Liotto un ‘occasione di contatto diretto con il cliente finale, curioso di conoscere le ultime novità dell’azienda vicentina direttamente da chi la guida da anni con passione. E’ lo stesso Pierangelo Liotto a raccontarlo.
«E’ essenziale, per chi costruisce biciclette – ha detto – partecipare in prima persona alle gare e agli eventi cicloturistici per incontrare gli amatori, ascoltare le loro esigenze, scambiare opinioni e raccogliere tutte le informazioni, per poi trasferirle nella progettazione di una nuova bici. Noi ci alleniamo sui Colli Berici e pedaliamo alle gran fondo – ha aggiunto – così focalizziamo perfettamente le necessità degli utenti, anche in termini di rapporti da consigliare, tecniche o strategie da adottare sotto sforzo, posture e problematiche cui si può andare incontro se non si usa la bici giusta per le proprie peculiarità».
Il legame con ACSI
Uno dei primi a poter pedalare sulla nuova “Gravel Cross Carbon” è stato Emiliano Borgna, vicepresidente ACSI, da sempre legato alla famiglia Liotto. Ecco il suo primo commento al termine della Nova Eroica.
«E’ stato bello pedalare a Buonconvento per Nova Eroica – ha detto – manifestazione dall’alto profilo organizzativo, in un contesto paesaggistico di una bellezza e di una tipicità difficili da descrivere. Ho avuto il privilegio di poterlo fare, pedalando con un mezzo meccanico fornitomi per l’occasione da Liotto con cui ACSI collabora da diversi anni. Il modello era la Gravel Cross Carbon.
«Ha destato molta attenzione perché la gravel era fornita di una forcella ammortizzata. Ringrazio i fratelli Liotto – ha concluso – per l’opportunità che mi è stata data. E’ bello pedalare su biciclette non commerciali. Un modo per distinguersi ulteriormente in mezzo al gruppo. Perché la bicicletta prima di tutto deve essere adatta alle proprie caratteristiche ed esigenze. Ma deve anche saper appagare i sensi di chi ha la fortuna di poterla utilizzare».
Il prossimo appuntamento per ammirare dal vivo le novità gravel firmate Liotto è fissato per settembre in occasione di Italian Bike Festival. Qui sarà possibile vedere in anteprima la “Limited Edition”, un nuovo modello corsa realizzato per festeggiare i 100 anni dalla nascita del marchio.
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Era già successo l’anno scorso tra la Val d’Arbia e la Val d’Orcia, fra le colline e le strade bianche di Buonconvento. Il primo campionato italiano gravel di ACSI era andato così bene, che più d’uno ha iniziato a chiedere una seconda edizione che facesse da rivincita e così sarà. Il 25 giugno si replica, per un evento che sarà agonistico limitatamente ai tratti cronometrati e avrà poi tutti i tratti dell’evento Eroico.
Il tricolore si disputerà sul percorso “Terra di Siena“ di 130 km ed è aperto solo agli Italiani (foto Nova Eroica)
Emiliano Borgna, a destra, ha partecipato all’edizione 2021 di Nova Eroica Buonconvento
Evento per famiglie
Quel che infatti rende interessante tutto il pacchetto, inserito anche nel Nalini Road Series, è il taglio turistico dell’evento. Con il ritiro dei pacchi gara che si aprirà il giovedì, la gara il sabato e la conclusione per famiglie di domenica, si capisce che il viaggio non si esaurirà nei 130 chilometri della sfida sul percorso lungo “Terra di Siena”.
«Nova Eroica – racconta Emiliano Borgna, presidente di ACSI ciclismo – fu la prima a cogliere la portata del gravel. Avremo una manifestazione che permette ai partecipanti di vivere con bici moderne il fascino delle strade bianche e di godere in maniera nuova delle bellezze di un territorio che sembra fatto apposta per essere scoperto pedalando con questa modalità».
Gli scenari del Chianti, teatro del tricolore gravel di Acsi (foto Nova Eroica)
L’assistenza tecnica garantita dal Servizio Corse Vittoria (foto Nova Eroica Buonconvento)
Gli scenari del Chianti, teatro del tricolore gravel di Acsi (foto Nova Eroica)
L’assistenza tecnica garantita dal Servizio Corse Vittoria (foto Nova Eroica Buonconvento)
Presidente, torniamo sul concetto di campionato nazionale…
Nasce proprio dalla spinta del movimento e dalle aziende che stanno andando tutte in questa direzione. Negli altri eventi in giro, non ci sono grossi numeri. Questo invece è stato il precursore del mondo gravel e quindi mi sembrava giusto concedere l’assegnazione. A Buonconvento avremo una platea e numeri interessanti. L’anno scorso furono circa 1.200, altrove se va bene ne metti insieme qualche centinaio.
Si può dire che il gravel si stia facendo strada?
Decisamente ed è un mondo completamente diverso da quello delle gran fondo a cui siamo abituati. Quindi niente stress per andare in griglia. Gente che la sera prima resta a mangiare e bere alla festa del paese. C’è un bello spirito aggregativo e di divertimento. Poi per carità c’è anche quel pizzico di agonismo, dato dai tratti cronometrati, ma diciamo che sono poche le persone che vanno proprio per quello. Il resto va per godersi il territorio.
Ci si ferma ai ristori: l’agonismo è circorscritto ai tratti cronometrati (foto Nova Eroica)
Porchetta e magari un calice di rosso: il rifornimento si fa così (foto Nova Eroica)
Succhi, panini, frutta secca: non manca quel che serve davvero (foto Nova Eroica)
Il tricolore non fa dimenticare lo spirito avventuroso e goliardico (foto Nova Eroica Buonconvento)
Il pacco gara richiama da sempre tutti i valori del ciclismo eroico (foto Nova Eroica)
Ci si ferma ai ristori: l’agonismo è circorscritto ai tratti cronometrati (foto Nova Eroica)
Porchetta e magari un calice di rosso: il rifornimento si fa così (foto Nova Eroica)
Succhi, panini, frutta secca: non manca quel che serve davvero (foto Nova Eroica)
Il tricolore non fa dimenticare lo spirito avventuroso e goliardico (foto Nova Eroica Buonconvento)
Il pacco gara richiama da sempre tutti i valori del ciclismo eroico (foto Nova Eroica)
Uno spirito più vicino alla mountain bike che alla strada, insomma?
Poi vedremo se rimarrà un segmento autonomo, se si posizionerà con un target proprio. Il bello è che si parte, ci sono tanti ristori, quindi la gente si può aspettare e ricompattarsi. Soprattutto quelli cui del tempo non importa nulla. Trovano il loro passo e vanno sino al traguardo. Io ci sono già stato l’anno scorso e il fatto che sia una manifestazione eroica è già sinonimo di qualità organizzativa. Anche questo fa veramente piacere, unito al villaggio all’americana con molti stand, la zona expo e poi il fatto che la domenica venga dedicata ai bambini e le famiglie. Diversa dal solito della gran fondo.
Si corre il sabato, mentre la domenica ci sarà spazio per bambini e famiglie (foto Nova Eroica)Si corre il sabato, mentre la domenica ci sarà spazio per bambini e famiglie (foto Nova Eroica)
Il 18 settembre ci sarà il campionato italiano gravel della FCI.
E’ tutta un’altra cosa. Il loro è stato normato dall’UCI e quindi è una manifestazione agonistica. Qua invece diciamo che all’agonismo si pensa meno. E’ più che altro una promozione del territorio e lo stare insieme. E tutto sommato va bene così, sono due eventi diversi e penso che facciano felici un po’ tutti.
Le parole di Marco Scarponi sul tema sicurezza stradale di qualche giorno fa hanno offerto lo spunto per bussare alla porta di Emiliano Borgna, l’avvocato che guida la componente ciclismo dell’ACSI e che in tema sicurezza ha adottato l’interessante prospettiva di offrire, a proprie spese, la tutela legale ai propri iscritti. Lo ha fatto, come abbiamo già raccontato, offrendo loro gratuitamente l’iscrizione all’associazione Zerosbatti che di questo si occupa.
Quindi c’è chi propone il metro e mezzo. Chi gira per le scuole. Chi tutela i propri iscritti. Chi va sul territorio installando e firmando cartelli per sensibilizzare gli automobilisti (foto di apertura). Chi manda lettere. Eppure ciascuno resta nel suo ambito, senza fare sistema, senza unire le forze e per questo senza incidere. La teoria del “divide et impera”, imposta in parte dal disinteresse istituzionale e in parte da piccole gelosie.
Forum 2021 per la sicurezza dell’Acsi, Federico Balconi (Zerosbatti), Nibali, Borgna e Johnny CareraForum 2021 per la sicurezza dell’Acsi, Federico Balconi (Zerosbatti), Nibali, Borgna e Johnny Carera
Perché non si riesce a creare unità di intenti fra coloro che dovrebbero avere nella sicurezza stradale un obiettivo più che condiviso?
Perché in giro ci sono troppe componenti diverse. E se l’iniziativa parte solo da esse, difficilmente arriverà al centro. Bisognerebbe che l’azione partisse dalle Istituzioni, questo voglio dire. Che il Governo prendesse davvero a cuore il problema, inquadrando gli organismi da coinvolgere fino ad estendere la propria azione agli utenti finali della strada. Compresi tutti quei neofiti che sono arrivati alla bici dopo il lockdown ed eventualmente fruiranno delle modifiche.
Discorso giusto, ma a noi sembra anche che si scelga di non condividere per semplice campanilismo…
Altra componente che in Italia è molto importante, purtroppo. Adesso di sicurezza stradale parlano tutti, perché è diventata tristemente famosa. Prima pochi se ne interessavano, mentre oggi chiunque vuole di dire la sua con la pretesa di avere la ricetta vincente. Si è provato a fare qualche tavolo condiviso, ma alla fine è stato abbandonato con la convinzione (sbagliata) che da soli si vada più lontano.
Il cartello di 1,5 metri creato dall’Accpi è la bandiera, ma non ha risolto il problemaIl cartello di 1,5 metri creato dall’Accpi è la bandiera, ma non ha risolto il problema
Su una cosa Scarponi ha ragione: abbiamo sentito il Presidente Mattarella spendersi per i morti sul lavoro, sui femminicidi e ultimamente per quelli nell’alternanza scuola-lavoro, ma non una parola per le migliaia di morti sulle strade…
Ed è purtroppo vero. Sembra quasi che sia una cosa scontata. Le strade sono ridotte male. Le auto sono tante e corrono. E alla fine pare normale che qualcuno per questo muoia. Però certo, è un silenzio che si nota.
Visto che ci siamo, Scarponi dice anche che il granfondista si spende per correre, mentre sul resto chiude un po’ gli occhi…
Il granfondista pensa a gareggiare. Va a fare il training camp alle Canarie. Mentre forse questo tipo di orientamento va capovolto. Bene tutto, ma sarebbe anche utile cominciare a pensare ai bambini e all’attività di base. La Federazione aveva speso belle parole su una collaborazione in questo senso. Per ora hanno riformato alcuni settori, rivedendo i criteri di partecipazione e altri aspetti. Magari quando avranno finito la fase di riforma, si potrà tornare a parlarne.
Le gran fondo stanno per ripartire: si riuscirà a renderle organiche a una nuova cultura con la bici al centro?Le gran fondo stanno per ripartire: si riuscirà a renderle organiche a una nuova cultura?
In Sicilia hanno fatto quel che ipotizzavamo lo scorso anno: gare giovanili sfruttando la logistica delle gran fondo…
L’importante è che le idee circolino, non rivendicarne la paternità senza metterle in pratica. Bravi loro. E’ il modo per abbattere i costi e rimettere la bici al centro. I genitori vanno a correre e nello stesso giorno possono gareggiare anche i figli. Però certo, non possiamo dimenticare anche qui il discorso sulla sicurezza.
In che senso?
Nel senso che basta farsi un giro su ciclocolor.com e guardare le foto abbinate alle classifiche, per rendersi conto che ci sono gare che nel rettilineo di arrivo hanno le fettucce, oppure tratti alternati di fettuccia e transenna. Servirebbe una disciplina condivisa e fatta osservare con severità. Chi non si attiene al capitolato tecnico non deve organizzare. E noi che imponiamo certi criteri ai nostri associati, a volte siamo in difficoltà guardando quel che fanno gli altri. Ne parlai anche con il Prefetto Sgalla, ma le parole non sono ancora diventate fatti concreti.
Alla gran fondo delle Madonie, in Sicilia, gli juniores hanno svolto la loro gara: qui i ragazzi del Team Nibali
Anche le premiazioni hanno sfruttato lo stesso podio
Tutte le categorie rappresentate: bella intuizione del CR Siciliano
Al via anche lo storico team di Salvo Toscano di Giarre
GF Giro dell’Etna, lui è Alessandro Greco, che a metà stagione si è poi trasferito alla Mastromarco
Eccolo vincitore della prova riservata ai più giovani: altro esempio di integrazione
Nel Giro dell’Etna, maglie di team juniores del Nord, con affiliazione plurima in Sicilia
Alla gran fondo delle Madonie, gli juniores hanno svolto la loro gara: qui i ragazzi del Team Nibali
Anche le premiazioni hanno sfruttato lo stesso podio
Tutte le categorie rappresentate: bella intuizione del CR Siciliano
Al via anche lo storico team di Salvo Toscano di Giarre
GF Giro dell’Etna, lui è Alessandro Greco, che a metà stagione si è poi trasferito alla Mastromarco
Eccolo vincitore della prova riservata ai più giovani: altro esempio di integrazione
Nel Giro dell’Etna, maglie di team juniores del Nord, con affiliazione plurima in Sicilia
Si è sempre puntato sull’alto numero delle prove…
Ma si potrebbe ragionare sulla loro qualità. E magari scremare un po’ il calendario, sacrificando le prove che non sono in grado di garantire standard soddisfacenti, è il modo di dare sicurezza a tutti e soddisfazione a chi fa le cose per bene.
Ha parlato la Fci. Ha parlato il procuratore dei ragazzi. Cosa dice l'Accpi dei passaggi precoci di cui tanto di discute? Sentiamo il presidente Salvato
«Quello della sicurezza non è un tema nuovo purtroppo – dice Nibali al tavolo dell’Acsi – per questo anno dopo anno sono stati aggiunti nuovi strumenti. Il primo fu l’uso obbligatorio del casco in corsa. E’ normale, con la grande cultura del ciclismo in Italia, che tanti ragazzi si avvicinino alla bicicletta, in più l’e-Bike ha messo in sella tante persone alle prime armi. Il popolo italiano è cresciuto con le auto e anche se un po’ sta cambiando, i numeri degli incidenti che coinvolgono le bici sono impressionanti. Come utenti più esperti, riusciamo ad anticipare i problemi. Per gli altri la situazione è più complicata…».
Il forum sulla sicurezza voluto dall’Acsi si è svolto nel Salone d’Onore del Coni a RomaIl forum sulla sicurezza voluto dall’Acsi si è svolto nel Salone d’Onore del Coni a Roma
Nibali e Agnoli
Roma, pomeriggio d’inizio novembre, Salone d’Onore del Coni al Foro Italico. L’Acsi ha organizzato un forum sulla sicurezza e ha scelto per farlo la casa dello sport italiano. Il presidente Malagò passa per gli onori di casa, risponde con due frasi di maniera, poi torna a un meeting sugli aspetti fiscali delle associazioni sportive. Fra gli ospiti chiamati a intervenire ci sono la Federazione e vari soggetti che di questa battaglia hanno fatto una ragione di impegno quotidiano. Per cui si riconoscono l’avvocato Federico Balconi, creatore di Zerosbatti, il Prefetto Sgalla in collegamento su Zoom, la stampa di settore e appunto Vincenzo Nibali.
Il siciliano è arrivato da Fiuggi, dov’è ospite dei suoceri, assieme a Valerio Agnoli. La mattina l’hanno passata in gravel a coprirsi di fango. Il tempo di un saluto al telefono al neo cittì azzurro Bennati, scherzando sui 150 battiti medi di Valerio in appena due ore mentre lo Squalo si è fermato a 100, e il discorso prende il largo.
Tutto lo staff di Acsi, con Nibali. Da sinistra, il presidente Antonino Viti e accanto il suo vice Emiliano Borgna
Nel 2019, 253 morti
Antonino Viti è il presidente dell’Acsi. E’ un signore discreto che trasmette buone maniere, che prima racconta che l’associazione che presiede nacque proprio a Roma nel 1960 in occasione delle Olimpiadi. Ma quando snocciola i numeri, nella sala cala il silenzio.
«I dati Istat riferiti al 2019 – dice – parlano di 3.173 morti sulla strada, di questi 253 sono ciclisti, con un aumento del 15 per cento dal 2018. Nel 2020 la pandemia ha fatto esplodere il numero dei praticanti. La bici è sempre più amata, per allenamento, gara e turismo. Parliamo per l’Italia di 55 milioni di pernottamenti di turisti in bicicletta. Il prossimo passo è abbattere la barriera tra professionisti e praticanti per condividere le stesse esigenze e le problematiche comuni».
Il casco obbligatorio
Roberto Sgalla ha un curriculum imponente. E anche se adesso è direttore del Centro Studi Americani, in passato ha rivestito anche il ruolo di direttore della Polizia Stradale, per cui sul tema sicurezza ha sempre avuto l’occhio critico e la propensione a non… propendere necessariamente dalla parte dei ciclisti, ravvisandone spesso i comportamenti impropri. La Federazione però l’ha inserito nella Commissione sicurezza e in questa veste parla nel microfono del suo iPad.
«Il ciclismo – dice – è lo sport con più alta mortalità in rapporto al numero dei praticanti. In Italia c’è un numero eccessivo di gran fondo, che espongono i partecipanti a rischi impensabili. Abbiamo dei video che lo dimostrano (dirlo a casa di chi ha nelle gran fondo la sua ragione sociale è piuttosto singolare, ma il tema c’è, ndr). L’Italia è uno dei pochi Paesi al mondo in cui il casco non è ancora obbligatorio. In cui sotto Covid si sono fatte ciclabili semplicemente comprando secchi di vernice e tracciando righe bianche, mentre ci sarebbe bisogno di infrastrutture più stabili».
Crisafulli, consigliere Fci, ha parlato di azione nell scuole e di scuola guidaCrisafulli, consigliere Fci, ha parlato di azione nell scuole e di scuola guida
Iniziare dalle scuole
Ci sarebbe bisogno soprattutto di concretezza, viene da pensare ascoltando gli interventi. E forse, come fa notare Nibali, anche una semplice striscia di vernice bianca sulla strada consente alle auto di sapere quale sia la loro corsia e mostra alle bici dove stare.
«Bisogna intervenire nelle scuole – spiega Gianantonio Crisafulli, consigliere federale addetto al cicloturismo – partendo magari dai ragazzi delle superiori, che si avviano a prendere la patente. Bisogna che si parli di più di biciclette nei corsi di scuola guida. I fondi europei per la ripartenza dal Covid hanno stanziato 750 milioni di euro per la creazione di ciclovie e per la ciclabilità urbana. In Italia la pista ciclabile è promiscua, ci sono ciclisti e pedoni, all’estero no. E’ bello andare al lavoro in bici, ma bisogna essere certi di ritrovarla all’uscita, per cui servono depositi sicuri. La manutenzione delle nostre strade è da Terzo Mondo. E da ultimo, bisognerebbe che i ciclisti fossero più educati. Sarà un percorso lungo, il Governo è a fine legislatura, magari non è il momento di affrontare il tema, sperando che nel frattempo quelle risorse vengano spesi nel modo giusto».
Il vero appello alla concretezza è arrivato da Emiliano Borgna, presidente di Acsi CiclismoIl vero appello alla concretezza è arrivato da Emiliano Borgna, presidente di Acsi Ciclismo
Basta parole
Valerio Piccioni, giornalista della Gazzetta che conduce il dibattito con Antonello Orlando della Rai, fa notare che anche l’ultima volta il Governo era in scadenza e si disse che non fosse il momento di parlarne. E a un tratto ti assale la sensazione che l’esercizio verbale abbia preso nuovamente il sopravvento sulla concretezza, che però torna quando parlano Emiliano Borgna e Federico Balconi: loro la concretezza l’hanno sposata.
«Dopo il lockdown – dice Borgna, vicepresidente Acsi e presidente di Acsi Ciclismo – sulle strade si è riversata un’utenza nuova e concordo sul fatto che per creare una cultura diversa servirà del tempo. Però intanto dobbiamo fare formazione per chi utilizza la bici e dobbiamo farlo insieme. Come Acsi ci occupiamo di sport di base, la Fci di sport olimpico: il nostro sforzo deve essere comune per il bene di chi va in bici».
Il patto tra Fci e Acsi l’ha annunciato a parole Crisafulli prima di scappare verso l’aeroporto ed è qualcosa su cui terremo lo sguardo, viste le tante promesse del passato. Fra i due enti non corre buon sangue. La Fci non vede di buon occhio l’Acsi per i numeri del tesseramento totalmente dalla loro parte, grazie a tariffe più abbordabili e a un’elasticità organizzativa che in Federazione per ora non sono in grado di garantire. E adesso che alla tessera Acsi si aggiunge l’iscrizione gratuita a Zerosbatti e l’accesso gratuito alla tutela legale, il pacchetto è completo.
Balconi e Nibali, Zerosbatti ha preso il volo grazie alla loro collaborazioneBalconi e Nibali, Zerosbatti ha preso il volo grazie alla loro collaborazione
L’omicidio stradale
Federico Balconi, che con Nibali e Johnny Carera, anche lui presente, s’è inventato Zerosbatti infatti chiude con parole nette e finalmente chiare. Intanto racconta la breve storia della sua associazione, che già da tempo vi abbiamo raccontato, poi fa notare che nell’ultimo anno, i 350 casi gestiti hanno visto incidenti fra ciclisti solitari e automobilisti distratti, dal telefono o chissà cos’altro. Il loro intervento è di supporto e mediazione. La base degli avvocati si è estesa a tutta Italia, con una rete territoriale che sta diventando sempre più importante (Nibali conferma ad esempio che Fausto Malucchi, suo avvocato di sempre, è entrato nella squadra).
«Anche se il codice della strada si riferisce alle bici in modo superato – chiude Balconi – vi è prevista la fattispecie del sorpasso delle bici ed è previsto anche il reato di omicidio stradale. Perciò, rivolgendomi anche e soprattutto agli amici della stampa, quando vi trovate davanti a un ciclista ucciso, smettete di usare parole come fatalità e parlate di omicidio. Forse è il modo perché la gente apra finalmente gli occhi».
C’è concretezza anche nell’annuncio che in settimana Antonino Viti sarà a colloquio con Valentina Vezzali, Sottosegretario allo Sport nel Governo Draghi, e le sottoporrà anche il delicato tema della sicurezza. Quei 253 morti e quelli che purtroppo verranno meritano leggi e non parole.
Le strade sono piene di bici e di pericoli. L’incremento dettato dal Covid non ha reso la situazione meno pericolosa, con automobilisti esasperati e sempre più distratti. Poi ci saranno pure i ciclisti che vanno in gruppo quando non dovrebbero e tutto il resto, ma alla fine della fiera loro si fanno male e gli altri no. Le notizie di cronaca si susseguono. E se nulla si muove sul piano legislativo (è davvero avvilente rendersi conto del disinteresse per gli utenti deboli della strada), fa piacere segnalare l’iniziativa di Acsi e Zerosbatti. Il primo è un ente che assomma circa 52mila tesserati fra gli amatori ed è presieduto nella sezione ciclismo dall’avvocato Emiliano Borgna. Il secondo è l’associazione creata dall’avvocato Federico Balconi, che offre assistenza immediata e tutela legale ai suoi associati in caso di incidente. I due hanno deciso di unire le forze, così a tutti i tesserati Acsi dal 2022 sarà offerta dalla stessa associazione la tessera Zerosbatti, senza alcun aumento nei costi del tesseramento.
La cronaca è impietosa. Il 24 giugno un’auto ha fatta cadere Francesca Baroni, alla vigilia del Giro d’Italia DonneLa cronaca è impietosa. Il 24 giugno un’auto ha fatta cadere Francesca Baroni, alla vigilia del Giro d’Italia Donne
Obiettivo concretezza
Con Emiliano Borgna abbiamo parlato spesso. Fu sua la proposta, finora disattesa, di una collaborazione con la Federazione ciclistica italiana per abbinare alle Gran Fondo delle gare delle categorie giovanili, sfruttando la logistica delle zone di arrivo. L’accordo con Zerosbatti ha davvero un ottimo sapore.
«E’ un’idea interessante e concreta – spiega – perché si parla spesso di sicurezza, si pensano mille cose, dal metro e mezzo ad altre forse, ma poi per mille motivi diversi non si realizza molto. Così abbiamo pensato se non altro di offrire un servizio in caso di sinistro, un consiglio e l’appoggio legale, perché quando ti buttano per terra, non sempre sai come muoverti e cosa fare. Perciò ci siamo incontrati con Federico Balconi, abbiamo iniziato a ragionare e l’accordo è stato spontaneo».
Al Giro d’Italia Donne, Anna Van der Breggen in rosa con Yanira, mamma di Silvia Piccini, uccisa sulla strada mentre si allenavaAl Giro d’Italia Donne, Anna Van der Breggen in rosa con Yanira, mamma di Silvia Piccini, uccisa sulla strada mentre si allenava
Attività formative
Zerosbatti nei mesi ha raccolto il favore anche di alcuni professionisti di spicco, fra cui Nibali, e questo potrebbe servire per invogliare gli amatori a non sottovalutare l’opportunità.
«L’idea di fondo – prosegue Borgna – è anche quella di organizzare delle attività formative, delle tavole rotonde attraverso cui affrontare le varie questioni legate alla sicurezza. Perciò nella tessera 2022 i nostri associati si troveranno anche la tutela legale e penso che potranno esserne contenti anche sul piano economico, dato che affiliarsi a Zerosbatti costerebbe comunque 15 euro. All’Italian Bike Festival di Rimini abbiamo visto tutti quali grandi numeri facciano le e-bike e le bici che saranno usate da utenti della strada che non hanno una grande dimestichezza. Per questa iniziativa penso ai nostri amatori, ma anche a loro. Con una tessera che gli dà l’assicurazione, trovano anche la tutela legale».
L’amicizia fra Borgna e Balconi è iniziata da anni nel mondo delle Gran FondoL’amicizia fra Borgna e Balconi è iniziata da anni nel mondo delle Gran Fondo
Paga tutto l’Acsi
Chi paga i 15 euro per 52mila tesserati, se è vero che non avranno alcun aumento nel tesseramento? E’ questa la prima domanda con cui bussiamo alla porta di Federico Balconi, ideatore e motore di Zerosbatti con l’appoggio esterno e lungimirante di Johnny Carera.
«Conoscevo Borgna da anni – racconta – e da un paio abbiamo cominciato a pensare di fare qualcosa insieme. Ho parlato con la nostra assicurazione, abbiamo spuntato un prezzo di favore e tutti i costi li sosterrà Acsi, che ha rinunciato a qualcosa per farsi carico di questo impegno importante. Certo un numero così grande di tesserati richiederà anche a noi di strutturarci. Stiamo facendo colloqui su colloqui, non bastano avvocati. Serve anche gente capace di empatia e che sia capace, al primo contatto, che di solito avviene in caso di incidente, di spiegare al ciclista frastornato cosa fare. All’inizio il supporto è prima di tutto morale, poi si passa a fare le foto e alla tutela legale».
Ai rilievi dei carabinieri si possono aggiungere quelli individuali, come foto e testimonianzeAi rilievi dei carabinieri si possono aggiungere quelli individuali, come foto e testimonianze
Una base larga
Si tratta di grandi numeri, che potrebbero esplodere ancora se con il passa parola si aggiungessero altre tessere.
«Stiamo toccando con mano dai primi riscontri – ancora Balconi – quanto fosse urgente questa esigenza. Mentre in caso di incidente il singolo scrive all’assicurazione e si espone alla valutazione dei periti, i nostri iscritti scrivono a noi. Siamo noi il primo filtro, li guidiamo nelle richieste. Avere un incidente non è vincere alla lotteria, per cui se non ti fai male, puoi sperare di avere gratis il modello nuovo della bici distrutta. Le furbate sono ciò che rende i liquidatori poco disponibili. Si cerca la soluzione stragiudiziale, lavoro da 25 anni con le assicurazioni e penso che con logica, buon senso e diritto si portino a casa buoni risultati in tempi rapidi. Se parliamo solo di danni materiali, in due mesi il caso si chiude. Ma bisogna essere onesti e trasparenti.
«E se poi ci sarà da andare in causa, la polizza di tutela legale ti permette di andare senza troppi pensieri e senza dover anticipare le spese legali. E se anche i tempi si allungano, la copertura ti tiene al sicuro. Emiliano è un avvocato. E anche se per questo incarico non esercita la professione, ha avuto una visione giuridica importante. E chi dice che un giorno, forti di tante migliaia di tesserati, non si possa andare dal legislatore a chiedere delle riforme? Il principio del referendum è proprio questo…».
Prima una voce e poi un’altra. L’azienda che produce bici, rimasta fuori dal WorldTour per offerte superiori o per scelta. Il produttore di abbigliamento che si affianca all’organizzatore di Gran Fondo. Il Covid ha messo migliaia di nuove persone in sella e, già nei nostri confronti con i candidati alla presidenza federale, si era parlato a lungo della necessità di intercettare quel pubblicodi novelli amatori. Ad ora il presidente Dagnoni ha lavorato molto sull’elite, gettando le basi per la rifondazione delle nazionali, mentre il resto si muove sotto traccia. Così per capire in che modo gli sponsor si stiano attrezzando per intercettare da sé le nuove leve del ciclismo, abbiamo chiesto nuovamente conforto a Emiliano Borgna, responsabile di ACSI Ciclismo, cui fa riferimento un notevolissimo numero di organizzatori e atleti del mondo delle Gran Fondo.
Moser testimonial Cinelli a Nova Eroica con Giancarlo Brocci, motore di EroicaMoser testimonial Cinelli a Nova Eroica con Giancarlo Brocci, motore di Eroica
Aziende fai da te
Il settore è a sua volta in ripresa dalla pausa Covid. I protocolli permettono lo svolgimento delle manifestazioni. E quelle schiere di ciclisti che inizialmente non sapevano come muoversi, adesso stanno scoprendo il piacere di aggregarsi. Non c’è da stupirsi che i grossi nomi, interessati alla vetrina a soprattutto a vendere, inizio a guardarli con occhio interessato.
«Sono mesi intensi – dice Borgna – il settore è ripartito e quando si capirà bene in che modo utilizzare il Green Pass, sarà tutto anche più chiaro. Due settimane fa abbiamo fatto Nova Eroica con bici gravel ed è stata un successone. Confermo che anche aziende importanti si stanno avvicinando al mondo amatoriale. Il professionismo è l’ambizione di tutti, ma a monte serve anche l’anello pagante, che è appunto l’amatore. Così oltre a sostenere le manifestazioni di altri, alcune aziende sono diventate organizzatrici di eventi in cui fanno parlare di sé e magari riescono anche a vendere, facendo sì che l’amatore curioso diventi cliente».
A Nova Eroica c’era anche Nathan Haas in maglia Cofidis e gravel De Rosa (foto Nova Eroica)
Si va verso un ciclismo meno stressante, che ha futuro (foto Nova Eroica)
A Nova Eroica c’era anche Nathan Haas in maglia Cofidis e gravel De Rosa (foto Nova Eroica)
Si va verso un ciclismo meno stressante, che ha futuro (foto Nova Eroica)
Il potere dei social
Affermazioni molto interessanti che dovrebbero punzecchiare in modo energico i manager del professionismo, che in certi casi pensano di avere per diritto tutte le porte aperte, e anche il mondo dell’informazione, che deve cambiare canali e registro. Il fatto è che le aziende hanno smesso di aspettare e stanno diventando primi attori sulla scena.
«C’è un altro approccio rispetto a prima – conferma Borgna – si vede abbastanza chiaramente. A Nova Eroica è venuta Campagnolo con telai Cinelli. Hanno portato i corridori, fra cui Moreno Moser, hanno prodotto i loro contenuti social e se ne sono andati contenti. Sono cambiati anche i rapporti con la stampa. Ormai più di un articolo funziona l’influencer. Quando alla GF Squali è arrivata Letizia Paternoster, a prescindere dal fatto che abbia vinto o meno grandi cose, c’è stato quasi bisogno del servizio d’ordine. Quando due anni fa venne Nibali, ci fu una follia. C’è ricerca di questi personaggi, in un approccio più godereccio con il ciclismo».
Quando alla Gran Fondo Squali andò Nibali, ci fu l’assalto degli amatori, suoi primi tifosiQuando alla Gran Fondo Squali andò Nibali, ci fu l’assalto degli amatori, suoi primi tifosi
Pro’ di nuovo… amici
Eppure proprio dagli ultimi esempi si capisce come la differenza fra amatori e professionisti si stia riducendo. Finita l’epoca infausta degli squadroni di corridori disoccupati che imponevano la loro legge in gruppo, i campioni sono tornati modello e ispirazione.
«Quelli di prima – sorride Borgna – venivano guardati con fastidio, ora chi prova a gestirsi a quel modo viene emarginato. Gli altri invece sono oggetto di ammirazione e a loro volta sono sensibili al mondo amatoriale. Sulla pagina ACSI ho postato la foto della maglia gialla avuta in regalo da Pogacar, perché Tadej ha saputo quello che facciamo ed era curioso e interessato, per la sua idea di fare qualcosa per il ciclismo in Slovenia».
Festival della bici
E così il mondo delle Gran Fondo ha riacceso i motori, con l’arrivo del gravel a rianimare la scena: lo conferma il successo di Nova Eroica.
«Le stesse aziende – dice – si sono spostate verso questo il settore degli amatori. Chi fa le bici, chi fa l’abbigliamento. Nascono eventi che uniscono le due anime del ciclismo. Sarebbe bello che attorno alle corse dei professionisti nascessero dei veri festival del ciclismo in cui coinvolgere, come ci siamo detti parecchie volte, anche l’attività giovanile».
Quest’anno a Riccione c’era Letizia Paternoster, per la gioia degli amatori presenti (foto Gf Squali)Quest’anno a Riccione c’era Letizia Paternoster, per la gioia degli amatori presenti (foto Gf Squali)
L’intuizione di Pozzato
E’ quello che accadrà a metà ottobre in Veneto grazie a Pippo Pozzato e al suo socio Johnny Mole, con il Giro del Veneto il mercoledì, la Serenissima Gravel il venerdì, la Gran Fondo da Venezia a Bassano il sabato e sulle stesse strade la Veneto Classic la domenica.
«E’ una bellissima notizia – conferma Borgna – soprattutto per un anno come questo in cui la partecipazione agli eventi è ancora inferiore all’abituale. Però si riparte. La GF Squali, la prima, ha fatto numeri importantissimi. Altre faticano. Quelli che avevano congelato le quote di iscrizione l’anno scorso le ripropongono quest’anno a costo zero. Salvo qualcuno che ha chiesto il sovrapprezzo. Non una bella cosa, non il modo giusto per farsi voler bene…».
Abbiamo incontrato Daniel Oss una mattina a colazione alla Vuelta a San Juan. Volevamo parlare di cose importanti e lui è stato al gioco. Mettetevi comodi
Un altro marchio di riferimento entra a far parte del “pool” di partner ACSI Ciclismo. Parliamo di KOO, brand produttore di occhiali per lo sport e per il ciclismo in particolare. Un marchio che ha recentemente siglato un accordo di collaborazione con l’Ente di promozione sportiva coordinato da Emiliano Borgna. Un accordo a tutto vantaggio degli stessi tesserati.
Acsi è da sempre vicino ai praticanti…Acsi è da sempre vicino ai praticanti…
Brand giovane ma già di riferimento
Che la stagione 2021 potesse rappresentare per ACSI Ciclismo un momento importante per la definizione di convenienti partnership con aziende del settore era nell’aria. E l’arrivo di KOO non fa che confermare questo trend! E’ importante sottolineare che quest’ultimo brand si caratterizza per essere un marchio molto giovane, esclusivo, autorevole e dunque capace di imporre in pochi anni la propria “visione” sul mercato degli occhiali sportivi. Fondato appena nel 2016, la realtà KOO Eyewear è cresciuta velocemente diventando nel giro di pochi anni (se non mesi) un’azienda di vertice nel proprio settore. E questo soprattutto grazie al continuo sviluppo di prodotti interamente Made in Italy, caratterizzati da elevati standard qualitativi.
Emiliano Borgna, coordinatore ACSI, con Edita Pucinskaite al via della sua Gran FondoEmiliano Borgna, coordinatore ACSI, con Edita Pucinskaite al via della sua Gran Fondo
Parola al coordinatore Borgna
«Siamo davvero molto soddisfatti di questa nuova e preziosa collaborazione – ha commentato il vicepresidente nonché coordinatore ACSI Ciclismo, Borgna – Assieme a KOO sono sicuro che porteremo avanti molti interessanti progetti per migliorare il nostro mondo amatoriale. E lo faremo, come sempre avviene anche con gli altri nostri partner, valorizzando l’eccellenza produttiva italiana». «Da sempre – ha aggiunto Ylenia Battistello, che di KOO è la responsabile sia commerciale che marketing – il ciclismo si veste di passione sincera e di ricerca del miglioramento. Noi condividiamo con questo sport e con i suoi appassionati questa proiezione verso il futuro. Vogliamo che lo sviluppo di nuove soluzioni diventi un vero e proprio motore per la nostra evoluzione professionale. In KOO, materiali innovativi si sposano con design unici ed autentici, creando occhiali che sono diventati pezzi iconici sempre facilmente riconoscibili. Ed è con questo entusiasmo che KOO Eyewear ha il piacere di pedalare al fianco dei ciclisti ACSI, con cui condividiamo autentica passione e spirito di squadra».
L’accordo tra ACSI Ciclismo e KOO prevede uno sconto esclusivo del 15% dedicato ai tesserati ACSI per acquisti effettuati sul sito ufficiale (www.kooworld.cc) del brand italiano. Il codice sconto da riportare nel momento in cui verrà perfezionato l’acquisto è KOO15ACSI21 (attenzione, questa specifica promozione è valida fino al 30 luglio 2021).
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