Pronostico rispettato: Balsamo campionessa d’Italia

26.06.2022
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Se avessimo dovuto scommettere un centesimo sulla vincitrice del campionato italiano donne elite – descritto da tanti come un terno al lotto visto il suo percorso totalmente piatto – probabilmente lo avremmo puntato su di lei. Elisa Balsamo domina la volata tricolore a San Felice sul Panaro, battendo quasi per distacco Rachele Barbieri delle Fiamme Oro e Barbara Guarischi della Movistar. Quinta al traguardo e prima delle U23, Eleonora Camilla Gasparrini della ValcarTravel&Service che vince la maglia di categoria, messa in palio per la prima volta.

Uno sprint dei suoi, quello della 24enne della Trek-Segafredo (in apertura nella foto Isola). Avreste dovuto vedere l’espressione del cittì Paolo Sangalli quando la Balsamo esultava già a venti metri dall’arrivo. Una roba da “mamma mia”, da “senza storia”. La piemontese, che ha corso con la maglia iridata del suo club dopo l’uscita dalle Fiamme Oro, si è vista praticamente solo una volta, oltre a quella al podio firma. Una ma giusta.

Dopo l’arrivo per la neo campionessa italiana, una Coca ghiacciata. Il tricolore resta in Trek-Segafredo
Dopo l’arrivo per la neo campionessa italiana, una Coca ghiacciata. Il tricolore resta in Trek-Segafredo

Tutte contro Balsamo

Infatti proprio il fatto che Balsamo corresse da sola contro formazioni più numerose ed attrezzate era una delle incognite tattiche. L’intento era tagliarla fuori dalla contesa finale con una azione da lontano. Le Fiamme Oro hanno mandato Pirrone in fuga (con Pisciali della Mendelspeck e Monticolo della Top Girls Fassa Bortolo) sperando di usarla come appoggio per un loro contrattacco.

Ci hanno provato alternandosi con le Fiamme Azzurre in una fase agonistica fatta scatti e controscatti mentre le tre fuggitive erano state già riassorbite. Parte Bastianelli, chiude Longo Borghini. Riparte Bertizzolo e risponde Guderzo. A quel punto tutte si mettono l’animo in pace. Tirano anche BePink, Isolmant e Top Girls con i propri treni ed iniziano a comparire le sagome di altre atlete sole. Non c’è più spazio per tentativi disperati, sarà volata.

Sul podio, Balsamo onorata da Barbieri e Guarischi: un bel terzetto di atlete super veloci
Sul podio, Balsamo onorata da Barbieri e Guarischi: un bel terzetto di atlete super veloci

En-plein tricolore

«Ci tenevo molto a questo campionato italiano – racconta Balsamo che con quello elite completa l’en-plein tricolore dopo le vittorie tra le esordienti, allieve e junior – perché è qualcosa di sempre prestigioso. Stamattina sono partita con l’idea di fare il mio meglio. Sapevo che correndo da sola non sarebbe stato semplice. Dovevo guardare le altre squadre cosa volevano fare, ma ho visto che in molte avevano interesse ad arrivare in volata. Per me è stato il miglior scenario possibile».

Non potrà indossare però questa maglia tricolore. «Sicuramente mi dispiace non portarla – prosegue Elisa, giunta alla sesta vittoria stagionale – ma alla fine uno dentro di sé sa di averla vinta e questa è la cosa più importante. Ora mi concentro sul Giro Donne, dove ci sono tante tappe adatte alle mie caratteristiche. Questo successo mi dà morale e spero di arrivarci nelle migliori condizioni possibili. Noi ragazze italiane siamo molto orgogliose di creare interesse attorno a noi, grazie ai tanti nostri risultati».

Rachele Barbieri correva in casa ed era tra le favorite. Il secondo posto resta un grande risultato
Rachele Barbieri correva in casa ed era tra le favorite. Il secondo posto resta un grande risultato

Orgoglio Barbieri

Dietro Balsamo che volata è stata? «Sapevamo che Elisa fosse difficile da battere», spiega Rachele Barbieri, che aveva tutti i suoi tifosi ad attenderla dopo l’arrivo. «Noi abbiamo provato ad attaccare, io compresa cercando di entrare in qualche fuga. Siamo arrivate in volata, le mie compagne sono state splendide, ma Elisa è stata più forte. Ha vinto nettamente. Una come lei si batte se non la porti all’arrivo, ma ogni gara è a sé. Tuttavia i pronostici sono stati abbastanza seguiti.

«Non avevo battezzato nessuna ruota, mi sono fidata di Longo Borghini che mi ha pilotato fino all’arrivo. Era questa la tattica qualora fossimo arrivate allo sprint. Peccato, correvo sulle strade vicino a casa ma sono contenta di questo secondo posto dietro alla campionessa del mondo. E poi sono arrivata davanti a gente fortissima come Barbara e Chiara (rispettivamente Guarischi e Consonni, quest’ultima quarta e delusa, ndr) e tante altre che se la sono giocata. Non mi sento sconfitta, al Giro darò il meglio di me grazie anche al supporto della mia squadra. Penso che in futuro potrò vincere uno sprint di gruppo in una gara importante come il campionato italiano».

Soddisfazione Guarischi

Sorride soddisfatta della sua medaglia di bronzo anche Guarischi, che fa eco alle parole della Barbieri.

«Piazzarsi dietro ad una come la Balsamo – confida la lecchese che sarà impegnata ai Giochi del Mediterraneo – vale come un oro. Sono contenta del mio risultato perché Rachele è molto veloce, aveva il supporto di una grande squadra e lo stimolo di gareggiare nella sua provincia. Questo terzo posto mi dà morale, anche perché anch’io come Elisa correvo da sola e ho saputo muovermi bene, sprecando molto poco. La gara è andata come me l’aspettavo.

«Non ci credevo minimamente che sarebbe arrivata la fuga. Ho agito solo quando sono partite le Fiamme Oro e Azzurre, perché c’erano nomi importanti dentro a quei tentativi, ma me lo sentivo che sarebbe andata così. Ormai credo che sia una dote questa cosa di azzeccare molti pronostici (ride, ndr)».

Guarischi sul podio. I tanti chilometri a tirare per le compagne della Movistar non le hanno tolto lo spunto: grande!
Guarischi sul podio. I tanti chilometri a tirare per le compagne della Movistar non le hanno tolto lo spunto: grande!

«Nel finale mi ero messa a ruota di Rachele Barbieri – chiude la 31enne della Movistar – poi è arrivata Balsamo, ho perso la posizione e mi sono messa a ruota di Elisa. E’ stata una volata concitata. Probabilmente ho sbagliato ad uscire. Sono andata a sinistra, ma dovevo seguire la Balsamo. Ho pensato poi di restare chiusa tra Barbieri e Consonni e così ho continuato forte a sinistra fino alla fine. Adesso vado con la nazionale in Algeria in una formazione molto forte. Ci vado col morale alto. Indossare la maglia azzurra è sempre un onore. Indipendentemente da chi lo farà, l’obiettivo per noi è di portare a casa la vittoria ai Giochi del Mediterraneo».

Orano, inizia l’avventura di Sangalli: obiettivo l’oro

20.06.2022
5 min
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L’appuntamento con i Giochi del Mediterraneo è sempre più vicino e Paolo Sangalli sta progressivamente entrando nel clima della competizione. Gare, quelle di Orano in Algeria (sia in linea che a cronometro) che hanno un valore per molte ragioni. Innanzitutto saranno il primo impegno agonistico ufficiale per lui, dopo aver raccolto la pesante eredità di Salvoldi. Poi perché costruire una squadra azzurra in piena coincidenza con il Giro d’Italia Donne non è cosa semplice, perché significa dover fare i conti con un numero limitato di atlete a disposizione.

Sangalli ha comunque costruito una squadra molto equilibrata, composta da Maria Giulia Confalonieri, Arianna Fidanza, Eleonora Camilla Gasparrini, Barbara Guarischi, Vittoria Guazzini (in apertura durante gli europei vinti a Trento nel 2021) e Ilaria Sanguineti, con due di loro che faranno anche la crono. Una squadra che mixa esperienza e gioventù: «Alla fine è venuta fuori una nazionale di alto livello proprio come volevo, adatta al percorso di Orano».

Paolo Sangalli ha raccolto da quest’anno il testimone azzurro dall’amico Salvoldi, passato agli juniores
Paolo Sangalli ha raccolto da quest’anno il testimone azzurro dall’amico Salvoldi, passato agli juniores
Partiamo allora proprio dal percorso…

E’ un tracciato ondulato di 80 chilometri, adatto a ruote veloci, ma che si presta a molteplici interpretazioni tattiche. Il dislivello è molto contenuto, 500 metri. Con le ragazze ho parlato in maniera chiara del percorso e di che cosa mi aspetto, so che hanno lavorato nelle ultime settimane pensando anche alla gara algerina. Si sa che il Coni tiene molto ai Giochi, ma anch’io tenevo a presentare una squadra di livello assoluto a dispetto delle forzate defezioni. Anche perché una gara non si vince mai prima del via, ogni successo va costruito.

Hai scelto atlete esperte e giovani in perfetto equilibrio numerico.

Abbiamo una squadra che si presta a tutte le scelte che la gara presenterà. Ci sono ruote veloci ma anche atlete capaci di far saltare il banco da lontano. Per la Guazzini vedremo come si evolve la situazione alla ripresa dal leggero infortunio avuto al ginocchio, lei dovrebbe essere una delle due chiamata a fare anche la cronometro di 18 chilometri.

Considerando le caratteristiche del percorso e anche il numero abbastanza contenuto delle partecipanti (basti pensare che la validità della gara è subordinata alla presenza di almeno 20 atlete e non sempre nella storia dei Giochi si è raggiunto questo limite) punterete alla volata generale?

Io per natura considero la volata l’ultima delle possibilità: anche se hai la velocista più forte, non puoi mai sapere che cosa succederà, né puoi impostare una squadra sullo sprint finale, puoi perdere in qualsiasi modo e a me non piace. Ho scelto una squadra con ruote veloci, questo sì, ma non per questo terremo la corsa bloccata, anzi.

Parlando di percorsi, tu sei reduce dalla trasferta in Australia per visionare il tracciato dei mondiali, con quali impressioni sei tornato?

Ho visto un tracciato diviso in tre settori distinti. Il primo è un’introduzione sul lungomare che, quando siamo arrivati noi, era caratterizzato da fortissimo vento, ma quando si gareggerà sarà estate e dicono che allora vento non ci sarà. Il secondo un circuito con una salita di 7 chilometri di cui i primi 2 sono durissimi, poi il passaggio nella foresta e una discesa tecnica. Infine il circuito finale, quello che ospiterà per intero le gare delle categorie giovanili. Ha uno strappo di un chilometro, tutto dritto ma con pendenze al 19 per cento. L’arrivo è sul lungomare in leggera pendenza in discesa. Da considerare che si toccano velocità altissime nel circuito finale.

Che tipo di tracciato è, a chi si adatta?

E’ un percorso per atlete con fondo ed esplosività, diciamo per gente che ha vinto le classiche. Se dovessi fare un nome, mi viene in mente la Kopecki di quest’anno, mentre la Van Vleuten è più abituata a salite lunghe, qui sono strappi dove fatica a fare selezione, non è ideale per le sue caratteristiche. Per quanto riguarda le nostre, abbiamo molte frecce al nostro arco. Le vittorie in serie nel circuito internazionale hanno dato a tutte tranquillità e consapevolezza. Ora dovrò guardare alle prossime settimane per valutare bene chi chiamare e soprattutto che tipo di impalcatura costruire per un percorso così vario.

Gasparrini lavora per le compagne, ma è in rampa di lancio

05.05.2022
5 min
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In questa prima parte di 2022 ha già ventitré giorni di gare nelle gambe, poco più della metà di quelli messi insieme in tutto l’anno scorso. Dodici mesi fa c’era la maturità scolastica a condizionarla, ma questo dato è sinonimo di fiducia in lei da parte dei suoi tecnici. D’altronde Eleonora Camilla Gasparrini sta crescendo forte e in fretta nella Valcar Travel&Service.

La ventenne piemontese di None è alla seconda stagione con la formazione di Davide Arzeni, che per lei prevede, rispettando quasi una crono-tabella, un ruolo sempre più importante all’interno del suo gruppo. Non è un caso che dietro gli ultimi risultati ottenuti dalla Valcar ci sia tanto anche della Gasparrini e noi ne abbiamo approfittato per sentire come sta vivendo il momento.

Eleonora Gasparrini impegnata a Le Samyn dove è stata in appoggio a Consonni (2ª al traguardo)
Eleonora Gasparrini impegnata a Le Samyn in appoggio a Consonni (2ªa al traguardo)
Eleonora partiamo da quest’ultimo periodo ricco di soddisfazioni per voi.

Siamo molto contente per ciò che stiamo dimostrando con vittorie e piazzamenti. Siamo spesso nelle top ten e ci difendiamo bene ovunque, specialmente al Nord. Anzi, ormai attacchiamo e col nostro spirito competitivo non subiamo più la corsa. In Lussemburgo (al Ceratizit Festival Elsy Jacobs, ndr) abbiamo fatto vedere la nostra compattezza. Siamo state magistrali di fronte a squadroni come SD Worx, UAE Team Adq o altre del WorldTour. Avevamo Silvia Persico in maglia di leader e l’abbiamo difesa alla grande. Peccato perché nel finale dell’ultima tappa siamo rimaste attardate da una caduta di altre atlete e non siamo riuscite a ricucire tutto il gap. Silvia è arrivata terza nella generale (a 16” da Marta Bastianelli, ndr) ma ciò non toglie il valore del nostro lavoro.

Ci sembra di capire che tu ti sia inserita bene nella categoria.

Direi di sì, anche se sono solo al secondo anno. Per adesso sono felice di come sto correndo e interpretando le gare. Anche la gamba sta girando bene e questo, lo sapete, aiuta tanto. Sono nella squadra giusta e con compagne incredibili.

A proposito, la Sanguineti ci ha detto che sei la sua ombra in gara…

Ma anche fuori gara, è come se Yaya mi facesse da tutor (ride, ndr). Battute a parte, ho un bel rapporto con lei, per me è un punto di riferimento. E’ nato tutto per caso al Giro Donne dell’anno scorso. Arzeni le disse che avrebbe dovuto aiutarmi e a quel punto è nata questa sintonia. Lei mi ha insegnato molto e quando è sul pezzo gira tutta la squadra, come dice Arzeni.

Lo scorso ottobre hai chiuso la stagione con due bei terzi posti consecutivi in Olanda. Te lo aspettavi?

Onestamente no, perché è stata una stagione di ambientamento. Però questo finale in crescendo mi ha dato tanta consapevolezza nei miei mezzi. Il podio alla Ronde van Drenthe (dietro a Wiebes e Cecchini, ndr) mi riempie d’orgoglio perché è una gara World Tour.

Che effetto ti fa sapere che in alcune gare potresti già avere i gradi di capitana?

Sicuramente dopo le partenze di Elisa e Vittoria (rispettivamente Balsamo e Guazzini, ndr) abbiamo tutte un po’ più spazio. Consonni e Persico sono le prime punte ed i loro risultati confermano che siamo molto ben coperte. Personalmente sapere che potrebbero puntare su di me è sia una soddisfazione che una responsabilità. Qualcosa che mi stimola e non mi intimorisce.

Hai scoperto qualcosa di nuovo nelle tue caratteristiche in questi due anni?

Sì e no. Nei percorsi misti e vallonati mi sento piuttosto competitiva. Sugli strappi tengo bene. Sono veloce, ma solo nei gruppetti ristretti. Non ho ancora avuto modo di giocarmi una volata di gruppo però credo proprio di non esserne tagliata. Il punto debole per ora sono le lunghe salite, ma ci sto lavorando per superarle meglio.

Cos’hai imparato finora?

Innanzitutto che le vittorie ottenute da giovane, anche quelle importanti (Eleonora ha vinto tricolore junior strada e crono, europeo junior strada, mondiale ed europeo junior in pista, ndr), contano fino ad un certo punto quando fai il salto nelle elite. Devo migliorare a stare in gruppo, avere meno paura e cercare di stare più davanti. Sto lavorando per trovare una mia maturità psico-fisica. Anche col cibo in gara ho migliorato tanto. Sono più attenta a quando mangiare e bere. E poi anche nella guidabilità della bici ho imparato moltissimo. Le gare sul pavè ti insegnano tanto.

Obiettivi stagionali?

Non ne ho uno in particolare. Vorrei rifare una top ten in un’altra gara WT ma vedrò strada facendo. So che ho e avrò i miei spazi però per il momento mi sento appagata lavorando per le mie compagne. Se loro finalizzano io sono felice ed è come se avessi vinto io.

Prossime gare?

Farò il Tour de France Femmes. Avrei voluto correre il Giro Donne ma in quel periodo ci sono gli europei U23 in Portogallo. Ecco, in effetti questo con la nazionale è un obiettivo però, parlando col cittì Sangalli, so che ci sono delle gerarchie da rispettare. Zanardi e Guazzini sono le capitane, ma io voglio arrivare in forma a quell’appuntamento per aiutarle e farmi trovare pronta ad ogni evenienza.

Anche tu pensi di essere una delle prossime giovani italiane ad andare all’estero?

Attualmente non ci penso, è ancora troppo presto (ha un contratto con la Valcar-Travel&Service fino al 2023, ndr). Tuttavia credo che, visto come si sta evolvendo il ciclismo femminile, sarà una tappa obbligatoria per noi ragazze. Sempre ammesso che non cambi qualcosa qui in Italia e non tornino formazioni WorldTour.

La Valcar ha già pronta la prossima regina: Eleonora Gasparrini

21.07.2021
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L’anno scorso agli europei di Plouay si fece un gran parlare della vittoria di Nizzolo e solo in seconda battuta si raccontò del successo di Elisa Balsamo. Poco o quasi nulla fu scritto del successo fra le junior di Eleonora Gasparrini, che nell’anno balordo del Covid sarebbe stato da salutare come un germoglio prezioso. Così quando al Giro d’Italia Donne Davide Arzeni, direttore sportivo della Valcar, ci ha detto che per i prossimi anni punterà forte sulla piemontese, abbiamo riaperto il file. Perciò, per chi non la conoscesse ancora, ecco qui Eleonora Camilla Gasparrini nata a Torino, classe 2002, residente a San Dalmazzo di None.

Ritiro sul lago

Le ragazze del team sono in ritiro a Ispra, sul lago Maggiore, vicino casa del loro tecnico, preparando la seconda parte di stagione. Nel gruppo c’è anche Chiara Consonni, che ha rinnovato il contratto per il prossimo anno e si sta riprendendo dal brutto schiaffo dell’esclusione olimpica. Più che la cosa in sé, non sono andati giù i modi e il fatto di averlo saputo alla fine, quando era ormai tardi per preparare il Giro d’Italia. Al fresco del lago, si gettano le basi per il resto della stagione.

«In realtà è caldo come in tutta Italia – dice Eleonora – non cambia molto. Saremo qui fino a venerdì, poi andremo al Giro di Norvegia, con qualche gara open per riprendere il ritmo. Prendo un attimo fiato, perché forse farò gli europei under 23 su pista e poi sicuramente andrò al Boels. Farò tutto d’un fiato, senza tornare a casa, quasi un mesetto in giro».

Eleonora Gasparrini riprenderà a correre dalla Giro di Norvegia
Eleonora Gasparrini riprenderà a correre dalla Giro di Norvegia
Come sta andando questo primo anno fra le grandi?

Molto bene, sono contenta. A inizio stagione ho fatto tante belle corse, da subito. Praticamente ho fatto tutta la campagna del Belgio e quella sicuramente è stata una grande esperienza, che da primo anno è un valore aggiunto. La partecipazione al Giro è stata inaspettata, ma l’ho finito in crescendo, sopra le aspettative.

L’anno scorso eri alla VO2, come mai sei passata alla Valcar?

Vo2 ha fatto la squadra, ma con un’attività prettamente italiana. La Valcar è la squadra giusta per crescere. Ci seguono anche al livello personale, non sei solo un numero come in squadre più grosse e ti accompagnano in un percorso di crescita. E’ una squadra più contenuta, ho un po’ più di spazio e infatti sono riuscita a fare anche belle gare. In altre squadre, forse non avrei la possibilità. E poi c’è tanto da imparare dalle altre ragazze. Sono giovani, ma hanno già 3-4 anni di esperienza in più e sono tanti. In corsa sono dei riferimenti e mi serve tanto. Vedo come muovermi, dove stare e… tutto. Anche fuori corsa negli allenamenti.

Quanto è durata la… sbornia dopo la vittoria degli europei?

Ho rimesso subito i piedi per terra. Diciamo che ho festeggiato senza esagerare. Era il campionato europeo juniores, perciò finiti i festeggiamenti, sono ripartita come prima. Come non avessi fatto niente.

Alcune ragazze dicono che sarebbe utile la categoria under 23 anche per le ragazze.

Potrebbe aiutare un po’ nel passaggio, che è duro. Si sente tanto la differenza e a parte qualche caso particolare, all’inizio si farebbe meno fatica. Quest’anno mi è capitato di non finire qualche corsa, perché ti trovi a correre con le grandi, che magari hanno il doppio dei tuoi anni e dell’esperienza e magari si allenano con gli uomini. E tu arrivi da una categoria juniores, in cui sei abitata a fare 80 chilometri di gara a un altro ritmo, e ti trovi catapultata in questo mondo. Sarebbe un aiuto per il passaggio. D’altro canto però, buttarsi subito nel mezzo ti fa crescere più in fretta.

C’è mai stato un giorno in cui ti sei chiesta chi te l’abbia fatto fare?

Al Giro ci sono stati tanti momenti in cui l’ho un po’ pensato (ride, ndr), come è normale che sia. Dici: ma perché? Però quando ci ripensi a mente fredda, capisci che è stato bello, tutta esperienza. Il Fiandre è stato davvero brutale, perché è stata una gara molto più nervosa, senza tempo per respirare. Poi era molto lunga e praticamente ad inizio di stagione, con pochi chilometri e gare alle spalle, è stata molto dura.

Il ciclismo sarà la tua professione?

Ho finito il liceo quest’anno e in ogni caso continuerò a studiare. Farò Scienze Motorie, perché mi piacerebbe rimanere nel giro dello sport il giorno che smetterò. Finché riuscirò a correre però, vorrei continuare. Dopo la scuola, la vita è cambiata tanto. Riesco a dedicare il 100 per cento alla bici. Ho tempo per il recupero, il riposo, lo stretching. Ho fatto qualche mese a scuola che riuscivo a malapena ad allenarmi e ho dovuto mettere da parte il recupero e tutto il resto. Ora vado in bici e basta.

Stare fuori casa così tanti giorni è pesante?

Ci sono periodi che è impegnativo, perché… casa è casa. Ma se sei nel gruppo giusto, i giorni passano anche in fretta ed è fattibile. Sono abituata a stare fuori casa, quindi non mi pesa tanto. Però quando sono a None, sto coi miei amici, cerco di spassarmela un po’, fare shopping e queste cose qui. Se però non ho voglia di uscire, guardo qualcosa su Netflix. I miei amici capiscono che cosa significhi fare sport ad alto livello. Fino a un certo punto, ma capiscono.

Hai parlato di europei, continuerai anche con la pista?

Non so ancora se andrò, in realtà. In pista non vado da un bel po’, perché da casa mia comunque per andare a Montichiari servono due ore e mezza e la disponibilità di mia mamma, che di solito mi accompagnava. Lo abbiamo fatto fino a gennaio-febbraio e poi l’ho mollata perché non ce la facevo. Andare una volta a settimana, significava perdere ogni volta un giorno di scuola, che aggiunto alle assenze per le gare, era proprio troppo.

Al ritiro della Valcar sul lago c’è anche Chiara Consonni, attesa a un bel rilancio
Al ritiro della Valcar sul lago c’è anche Chiara Consonni, attesa a un bel rilancio
Tua mamma è sempre così disponibile?

Sono stati i miei che andavano già in bici a farmi venire la passione. E in questo sono abbastanza avvantaggiata, perché mi supportano. Quando rientro, cercano di assistermi.  

Davide Arzeni, il tuo direttore sportivo, dice che per il prossimo anno punterà molto su di te, visto che alcune ragazze andranno via. Un peso oppure uno stimolo?

Mi dà fiducia il fatto che mi aspettino e mi fa piacere. E’ bello essere già vista così. Non mi è mai pesato essere quella che ha vinto l’europeo, non sento la pressione. Sono una che la vive abbastanza tranquillamente. Se i risultati vengono, bene, altrimenti non mi metto pressione. So che se sono tranquilla, poi rendo meglio.

Agli ultimi campionati italiani, i corridori del Piemonte hanno fatto incetta di maglie. E’ un caso?

C’è una bella ondata di ragazzi del Piemonte, è vero (ride, ndr). Con la Barale eravamo nella stessa squadra, con il discorso della nazionale, abbiamo passato tanto tempo insieme. Ci conoscevamo da prima, alle gare, venendo dalla stessa regione. Anche se siamo di zone completamente opposte. Chissà come mai… Sarà l’aria che si respira?