Viviani DMT Livigno

Un campione per amico: l’importanza di Viviani per DMT

14.12.2025
5 min
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Elia Viviani ha concluso quest’anno una carriera costellata di tantissimi successi, sia in strada che in pista. L’ultimo – da libro cuore – è stato l’oro nell’Eliminazione ai mondiali di Santiago del Cile lo scorso ottobre.

Viviani ha passato gran parte della sua vita ciclistica a fianco dell’azienda veneta DMT, e il brand l’ha seguito anche durante il suo ultimo ritiro, quest’estate a Livigno, dove il velocista stava preparando il mondiale.

Abbiamo contattato Mattia Viel, che si occupa dei rapporti con gli atleti e delle sponsorizzazioni per DMT, per farci raccontare i suoi giorni in altura con il campione olimpico di Rio 2016.

Mattia Viel (a destra), ex pro’, ora si occupa delle sponsorizzazioni degli atleti in DMT, cosa che lo porta ad essere in stretto contatto con campioni come Pogacar o Viviani
Mattia Viel (a destra), ex pro’, ora si occupa delle sponsorizzazioni degli atleti in DMT, cosa che lo porta ad essere in stretto contatto con campioni come Pogacar o Viviani
Mattia Viel, cosa avete fatto con Viviani a Livigno?

Siamo stati lì con lui quest’estate per produrre un video che raccontasse il suo rapporto con la nostra azienda, ma anche qualcosa di lui che fosse più personale. Quando ho saputo del suo ritiro ho pensato che è stato davvero una persona fondamentale per noi e che forse potevamo comunicarlo di più. Da qui l’idea di produrre il video, sentire la sua viva voce che parlasse del nostro rapporto.

E lui com’è stato in quei giorni?

Super professionale come sempre. Si stava preparando per i mondiali in pista, ma ci ha dedicato qualche ora di alta qualità. Era un modo per omaggiare la sua straordinaria carriera.

Viviani DMT Livigno
Viviani è salito a Livigno quest’estate per preparare gli ultimi appuntamenti dell’anno e della carriera (foto Gabriele Facciotti)
Viviani DMT Livigno
Viviani è salito a Livigno quest’estate per preparare gli ultimi appuntamenti dell’anno e della carriera (foto Gabriele Facciotti)
Da sempre divisa tra strada e pista.

Esatto! E per noi Elia funziona bene proprio perché è molto versatile. Infatti il concept del video è avere un piede in due scarpe, proprio per sottolineare la sua passione per le due discipline e il fatto che sia riuscito sino alla fine a portarle avanti entrambe ad altissimi livelli. Allo stesso modo utilizza sia le scarpe con i lacci che quelle con i rotori, quindi è un testimonial perfetto.

Durante le riprese sono venuti fuori retroscena interessanti?

A me è piaciuto il fatto che sia venuto fuori il lato umano, le storie oltre alla performance. Per esempio quando scambia qualche battuta al telefono con Federico Zecchetto, il patron di DMT, e si parlano in veneto. Questo rende bene l’idea del rapporto che c’è tra lui e l’azienda. Noi siamo una realtà abbastanza piccola rispetto ad altre, ma proprio per questo puntiamo moltissimo sul seguire da vicino i nostri atleti.

Perché, ricordiamo, Viviani è veronese come l’azienda…

Esatto, e questo ha comunque avuto un ruolo. Come dicevo con lui c’è sempre stato un rapporto particolare, anche per la vicinanza che ha avuto con il nostro collega Nicola Minali, che è suo compaesano. Per esempio, credo sia la persona che ha ricevuto più versioni customizzate in assoluto.

Scarpe DMT Viviani custom
Uno dei molti modelli che l’azienda ha creato apposta per il campione veronese: forse l’atleta che ha ricevuto più customizzazioni in assoluto (foto Gabriele Facciotti)
Scarpe DMT Viviani custom
Uno dei molti modelli che l’azienda ha creato apposta per il campione veronese: forse l’atleta che ha ricevuto più customizzazioni in assoluto (foto Gabriele Facciotti)

La voce di Minali

E in effetti anche Nicola Minali, che in DMT è responsabile dello sviluppo tecnico, ha diverse cose da raccontare del campione olimpico. Nell’intervista rilasciata a bici.PRO quest’estate ci aveva accennato al fatto che, prima ancora del modello fatto per Pogacar, le primissime scarpe con chiusura a lacci siano state realizzate per Viviani. Gli chiediamo di spiegarci meglio questa storia.

«Quella scarpa fatta per Elia però – dice – era piuttosto diversa da quelle che sono in catalogo ora. Era una modello sì con i lacci, ma da pista e con una cover aerodinamica per massimizzare le prestazioni. Ed era in microfibra, a differenza di quella fatta per Tadej che è in knit. Era un modello pensato per gli sforzi di breve durata, appunto quelli che si fanno in velodromo. Su strada si sarebbe scaldata troppo».

Viviani DMT Livigno
Con ogni probabilità il rapporto tra il velocista e l’azienda continuerà, pur in forma diversa, anche in futuro (foto Gabriele Facciotti)
Viviani DMT Livigno
Con ogni probabilità il rapporto tra il velocista e l’azienda continuerà, pur in forma diversa, anche in futuro (foto Gabriele Facciotti)
Nicola, lei Viviani lo conosce da quando era un ragazzo. Com’è stato lavorarci tutti questi anni?

Io ed Elia siamo praticamente compaesani (i due sono entrambi di Isola della Scala, ndr), e durante la sua carriera quando è stato libero ha sempre collaborato con noi. E’ sempre stato un uomo azienda, molto lucido fin da ragazzino, uno che non parlava mai a vanvera. La sua maniacalità, quella che gli ha fatto raggiungere i risultati che ha raggiunto, ha aiutato molto anche noi. Da quando io lavoro qui, ci siamo sempre basati moltissimo sui feedback dai corridori e, visto il nostro rapporto, Elia è stato molto importante.

Forse il picco della sua carriera è stato l’oro olimpico di Rio 2016. Che scarpe aveva quel giorno?

Una scarpa particolare, con un filo che passava tutto attorno al piede, con chiusura a rotori. La scuola aveva due canaline che permettevano al filo di passare da parte a parte, per avvolgere il piede nel migliore dei modi. L’ispirazione del nuovo modello con i lacci è partita da lì, l’idea di base è la stessa. Elia c’è sempre stato in ogni nostra innovazione. Il primo modello di scarpa fatto con il knit e non più in microfibra l’ha usato lui ai campionati italiani e ha subito vinto. Sembrava che ogni nuovo modello che gli proponessimo lui lo provasse e immediatamente vincesse. Anche per questo è stato, e continuerà ad essere, una persona speciale per noi.

Alé Cycling

Con FZ Import & Distribution Alé e DMT crescono anche negli USA

10.11.2025
3 min
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Il Gruppo Zecchetto punta in alto nel mercato nordamericano dell’abbigliamento ciclistico. FZ Import & Distribution Corp., distributore esclusivo dei marchi Alé e Dmt in USA e Canada, ha annunciato una profonda riorganizzazione interna per rafforzare la propria presenza e crescere con una strategia più moderna, dinamica e competitiva.

Al vertice della nuova struttura arriva Alessia Piccolo, già CEO di Alé Cycling, che assume anche la guida di FZ come Chief Executive Officer (CEO). Accanto a lei, nel ruolo di Direttore Generale, l’americano Peter Kukula, professionista con oltre 25 anni di esperienza nel mondo del ciclismo internazionale.

Alé Cycling
Alé Cycling vuole portare la propria qualità e competenza anche sul mercato americano
Alé Cycling
Alé Cycling vuole portare la propria qualità e competenza anche sul mercato americano

Nuova leadership per un mercato strategico

La scelta di rinnovare la guida nasce dalla volontà di affrontare le sfide del mercato nordamericano con una visione più diretta ed efficace. Gli Stati Uniti rappresentano oggi uno dei contesti più dinamici e competitivi al mondo per l’abbigliamento ciclistico di alta gamma. La nuova struttura di FZ punta a valorizzare al massimo la forza dei brand italiani del gruppo, unendo innovazione, tecnologia e stile inconfondibile.

Peter Kukula porta con sé una lunga carriera nel settore. Ha lavorato come brand manager e direttore vendite per alcuni dei marchi più noti dell’abbigliamento tecnico ciclistico, oltre ad aver collaborato con Shimano North American Holdings, dove ha gestito le vendite del marchio Lazer Helmets. Dal 2023, attraverso la sua società PKSC Management Group, coordina la rete vendita americana per Time, Alé* e Dmt. La sua conoscenza del mercato e la rete di relazioni sviluppata nel tempo rappresentano una risorsa strategica per l’espansione del gruppo.

Alé Cycling
La nuova struttura di FZ Import & Distribution punta a valorizzare al massimo la forza di Alé
Alé Cycling
La nuova struttura di FZ Import & Distribution punta a valorizzare al massimo la forza di Alé

Efficienza, visione e identità italiana

Il nuovo assetto di FZ è pensato per essere più snello e orientato ai risultati. Una struttura agile, capace di rispondere rapidamente alle esigenze di un mercato in continua evoluzione. Alla base resta il DNA imprenditoriale di Federico Zecchetto, fondatore del gruppo, che con la sua visione pragmatica e la sua spinta all’azione continua a guidare la crescita delle sue aziende in tutto il mondo.

La strategia di FZ combina concretezza operativa e attenzione al dettaglio, due valori che da sempre contraddistinguono il modo italiano di fare impresa. L’obiettivo è consolidare il posizionamento di Alé e Dmt come marchi di riferimento per i ciclisti americani che cercano performance, qualità e stile.

Alessia Piccolo, General Manager Alé
Alessia Piccolo, General Manager Alé

Le parole di Alessia Piccolo

«Il nostro obiettivo – ha dichiarato Alessia Piccolo – è consolidare la presenza di Alé e Dmt in Nord America con un approccio più diretto e performante, restando fedeli ai valori che definiscono la famiglia Zecchetto: innovazione, passione e visione internazionale. Vogliamo diventare protagonisti su questo mercato portando lo stile, la qualità e la tecnologia del Made in Italy al servizio dei ciclisti americani».

Con questa nuova organizzazione, FZ Import & Distribution si prepara a scrivere un nuovo capitolo della propria storia. Un capitolo fatto di strategia, persone e ambizione: gli ingredienti con cui il Gruppo Zecchetto punta a rafforzare la presenza di Alé e Dmt nel panorama ciclistico degli Stati Uniti e del Canada.

Alé Cycling

Dmt, Viviani

Dmt celebra (con un un bellissimo video) la carriera di Elia Viviani

22.10.2025
3 min
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Dopo quasi trent’anni in sella, il campione olimpico Elia Viviani ha recentemente messo la parola fine ad una carriera straordinaria. Oltre 90 vittorie tra strada e pista, per un palmarès a dir poco scintillante. Dmt, storico produttore di calzature per il ciclismo e partner di lunga data, ha voluto rendergli omaggio. Un video tributo altamente evocativo ripercorre l’epopea del suo testimonial veronese. Il messaggio è un sentito ringraziamento: “Grazie, Elia. Per la passione, la dedizione e la storia che hai scritto insieme a noi”. 

Due anime, un solo campione

Viviani, classe ’89, ha incarnato l’eccellenza della multispecialità. Come lui stesso ha spiegato, la sua carriera da ciclista è sempre stata mossa da “due anime”. «La pista è istinto ed esplosività, la strada è resistenza, è storia, è strategia», ha sempre dichiarato. Questa doppia natura lo ha reso unico. In pista, Viviani ha toccato il culmine a Rio de Janeiro 2016. L’Oro Olimpico nell’Omnium è il suo successo più caro. «Il più bel giorno della mia carriera è sicuramente stato l’Oro Olimpico di Rio 2016, e Dmt era ovviamente con me – ha commentato il veronese, sottolineando l’importanza del supporto del brand – come con me c’era quando ho conquistato anche due Mondiali nell’Eliminazione e numerosi altri titoli europei».

Su strada, il velocista ha dominato gli sprint. Le sue Dmt lo hanno accompagnato in cinque vittorie di tappa al Giro d’Italia – vestendo la maglia Ciclamino – e in un successo al Tour de France. Il suo percorso celebra non solo i trionfi, ma anche la libertà, l’innovazione e la ricerca della perfezione atletica.

Dmt, Elia Viviani, pista Italia
Elia Viviani ha legato la sua carriera alla pista, dove ha vinto e contribuito a creare un movimento sempre più forte e solido
Dmt, Elia Viviani, pista Italia
Elia Viviani ha legato la sua carriera alla pista, dove ha vinto e contribuito a creare un movimento sempre più forte e solido

Una storia lunga trent’anni

Il legame tra Elia Viviani e il marchio veronese Dmt affonda le proprie radici nell’infanzia. Una partnership nata da una profonda vicinanza, sia geografica che emotiva. La calzatura è fondamentale per un velocista, il punto cruciale per il trasferimento di potenza, e il ricordo del campione è a dir poco tenero… «La mia prima scarpa Dmt – ha commentato Viviani – era una scarpa bianca con tre strap, facile da indossare quando avevo otto anni. La scarpa è una delle cose più importanti per un ciclista».

Una collaborazione che è andata oltre la semplice sponsorizzazione. È diventato un rapporto quasi familiare, specialmente con Federico Zecchetto, l’anima e il motore di Dmt. Viviani lo definisce, ciclisticamente parlando, “un padre”. Zecchetto ha sempre creduto nelle sue ambizioni, anche le più audaci. «Ha sempre detto sì a qualsiasi mia richiesta, qualsiasi mio capriccio, qualsiasi mia ambizione – ha aggiunto Viviani – perché Federico è una persona ambiziosissima». 

Questa fiducia reciproca ha permesso a Dmt di sviluppare calzature all’avanguardia, portandole sul tetto del mondo. Il video tributo di Dmt non è solo un saluto. È la celebrazione di una storia scritta insieme, un’eredità di successi che ha messo in risalto la qualità e la performance dei prodotti italiani.

Per vedere il video completo che Dmt ha dedicato alla carriera di Elia Viviani clicca qui.

Dmt

Dmt, fitting labs, Italian Bike Festival 2025

La prova calzata di Dmt? Un’esperienza davvero… su misura!

23.09.2025
5 min
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Il recente Italian Bike Festival non è stato solo un’occasione per ammirare le ultime novità del settore ciclistico, ma anche un palcoscenico per esperienze uniche e personalizzate. Tra gli stand, a catturare l’attenzione dei ciclisti, è stato quello di Dmt, il marchio di calzature noto per la sua innovazione e l’attenzione ai dettagli. Oltre ad essere quello che fornisce le scarpe ad un certo Tadej Pogacar… L’azienda veronese ha offerto un servizio di prova calzata completamente rinnovato, un’iniziativa che va ben oltre la semplice vendita e punta a creare un legame profondo con il cliente finale. 

Per capire meglio la filosofia dietro questa scelta, abbiamo scambiato qualche considerazione con Andrea Saporetti, Digital Project Manager di Dmt.

Andrea Saporetti, Digital Project Manager Dmt, con Nicola Minali
A destra Andrea Saporetti, Digital Project Manager Dmt insieme a Nicola Minali
Andrea Saporetti, Digital Project Manager Dmt, con Nicola Minali
A destra Andrea Saporetti, Digital Project Manager Dmt insieme a Nicola Minali
Andrea, l’iniziativa della prova calzata non è una novità assoluta per Dmt. Da quanto tempo la portate avanti e qual è l’obiettivo principale?

Siamo un marchio che da sempre mette al centro il ciclista. Per noi è fondamentale far conoscere i nostri prodotti direttamente a chi li userà. Da un paio d’anni abbiamo sviluppato questa iniziativa per creare un contatto diretto con l’utilizzatore finale e per farci conoscere meglio. Vogliamo offrire qualcosa di diverso rispetto agli altri brand, un’esperienza che sia davvero “premium”. Non si tratta solo di provare una scarpa, ma di entrare in contatto con il mondo Dmt e con il nostro personale, che ha una profonda conoscenza dei prodotti. L’Italian Bike Festival, in particolare, è l’evento principe per numeri e tipologia di pubblico, quindi rappresenta per noi l’occasione perfetta per implementare questo tipo di iniziative e far crescere la nostra community.

Avete portato al festival un approccio molto tecnologico. Ci può raccontare di più sugli strumenti che avete utilizzato?

Assolutamente. Volevamo rendere l’esperienza non solo personalizzata, ma anche all’avanguardia. Abbiamo portato il nostro configuratore 3D, che permette di visualizzare e personalizzare i nostri modelli. Ma la vera novità è stato un “tool digitale” che stiamo testando, sviluppato con l’intelligenza artificiale. Funziona in modo molto semplice ma efficace: dopo aver scattato alcune foto al piede e risposto a poche domande, il sistema consiglia la taglia più adatta. Questo ci permette di fornire un servizio preciso e di lasciare al cliente un’indicazione utile per il futuro. L’integrazione della tecnologia è per noi un passo cruciale per migliorare il servizio e offrire un valore aggiunto.

Dmt, fitting labs, Italian Bike Festival 2025
L’idea del fitting labs, semplice ma molto efficace è stata ben accolta dai clienti
Dmt, fitting labs, Italian Bike Festival 2025
L’idea del fitting labs, semplice ma molto efficace è stata ben accolta dai clienti
Oltre alla tecnologia, quali sono stati gli altri elementi che hanno reso questa esperienza così speciale?

Direi che la cura nella presentazione e la presenza di figure chiave sono stati decisivi. Avevamo un team di quattro persone che si alternavano, garantendo un servizio costante e di alta qualità. Eravamo molto contenti di avere con noi anche Nicola Minali, ex professionista e nostro responsabile di ricerca e sviluppo. La sua enorme esperienza è stata messa a completa disposizione dei ciclisti. Chi ha provato le nostre scarpe ha avuto l’opportunità di confrontarsi con un professionista che conosce il prodotto in ogni suo dettaglio. Questo aggiunge un valore inestimabile all’esperienza.

I risultati sono stati all’altezza delle aspettative?

Sì, i risultati hanno superato ogni nostra aspettativa. Abbiamo portato 22 paia di Pogi’s Superlight, coprendo tutta la scala taglie dalla 37 alla 49. In tre giorni abbiamo realizzato circa 500 prove, un vero record. Ogni prova è durata in media dai 5 ai 6 minuti, un tempo perfetto per un’analisi approfondita ma senza lunghe attese. Dopo ogni utilizzo, ogni scarpa è stata accuratamente igienizzata dal nostro personale. Per ringraziare tutti coloro che hanno partecipato, abbiamo omaggiato un paio di calzini Dmt, gli stessi indossati nella prova calzata: un piccolo gesto per lasciare un ricordo concreto dell’esperienza.

Dmt, fitting labs, Italian Bike Festival 2025
I clienti hanno potuto provare a trovare la taglia ideale a seconda delle diverse esigenze
Dmt, fitting labs, Italian Bike Festival 2025
I clienti hanno potuto provare a trovare la taglia ideale a seconda delle diverse esigenze
Ci sono stati feedback particolari da parte dei ciclisti?

Molti ci hanno detto che è stata un’esperienza nuova, soprattutto per chi si avvicinava al nostro marchio per la prima volta e magari non aveva un rivenditore specializzato vicino a casa. Questo servizio colma una lacuna e ci permette di raggiungere un pubblico più ampio. Le persone apprezzano la professionalità, il consiglio mirato e il fatto di poter toccare con mano la qualità dei nostri prodotti. Vedere la soddisfazione sui volti dei ciclisti ci ha confermato che stiamo andando nella direzione giusta.

Avete promosso l’iniziativa in modo specifico?

Sì, la promozione è stata un elemento chiave del nostro successo. Abbiamo pubblicizzato l’evento di prova calzata direttamente sul nostro sito web, invitando i nostri clienti e fan a prenotare un appuntamento. La risposta è stata incredibile. Molte prenotazioni sono arrivate online, il che ci ha permesso di gestire al meglio i flussi di persone e di ridurre i tempi di attesa. Tuttavia, abbiamo anche lasciato aperta la possibilità di prenotare sul posto, qualora si trovasse uno spazio libero, per accogliere chi non aveva avuto modo di organizzarsi in anticipo. Questo approccio ibrido, che unisce la pianificazione digitale alla flessibilità dell’evento fisico, si è rivelato vincente.

Dmt, fitting labs, Italian Bike Festival 2025
Dmt ha portato 22 paia di Pogi’s Superlight, coprendo tutta la scala taglie dalla 37 alla 49
Dmt, fitting labs, Italian Bike Festival 2025
Dmt ha portato 22 paia di Pogi’s Superlight, coprendo tutta la scala taglie dalla 37 alla 49
Si può dire che questa iniziativa sia stata un investimento strategico per il marchio Dmt?

Assolutamente sì. Per noi non si tratta solo di vendere scarpe, ma di costruire una “fan base” solida e fedele. L’iniziativa della prova calzata è stata lo strumento ideale per raggiungere questo obiettivo. Offrire un’esperienza di questo livello, con la consulenza di professionisti come Nicola Minali e l’utilizzo di strumenti tecnologici avanzati, ci ha permesso di differenziarci. Molti visitatori non hanno solo provato le scarpe, ma sono entrati in contatto con la filosofia del nostro brand. Hanno capito che dietro ogni nostro prodotto c’è ricerca, sviluppo e un’attenzione maniacale ai dettagli. Il calzino omaggio, oltre a essere un piccolo regalo, è un simbolo della cura che mettiamo in ogni interazione. Si tratta di un investimento a lungo termine per la crescita del nostro marchio e per la fidelizzazione dei clienti. Le 500 prove effettuate in tre giorni ci dimostrano che il pubblico è desideroso di questo tipo di esperienze e che la nostra strategia è efficace. Siamo convinti che questo tipo di eventi diventeranno sempre più importanti per Dmt e per il settore del ciclismo in generale.

Dmt

Tutti ai piedi di Pogacar: le scarpe e il mondo che ci gira attorno

09.08.2025
7 min
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Quando Pogacar arrivò alla DMT, aveva da poco concluso la prima stagione da professionista. Quella della prima vittoria e del podio alla Vuelta. Lo accompagnava Alex Carera, suo agente dalla primissima ora, e si trovò di fronte Nicola Minali. L’ex velocista veronese, che nel 1997 ha anche vinto la tappa di Parigi del Tour de France, era già allora addetto allo sviluppo dei modelli di calzature sulla base delle esigenze degli atleti. Nella scuderia degli atleti DMT c’era già Elia Viviani, veronese come lui, i cui feedback erano e sono ancora preziosi per lo sviluppo dei modelli.

Ora che Pogacar ha vinto il quarto Tour (ma non la tappa di Parigi), parlare di lui con Nicola Minali ci ha offerto la possibilità di fare un viaggio tecnico molto profondo nell’indole del campione e nell’impegno certosino dell’azienda nel crescere accanto a lui.

Nicola Minali, bentrovato. Partiamo da quel primo incontro?

Carera aveva parlato con Zecchetto, che è il mio titolare, di questo ragazzo molto promettente. Arrivano su, lui firma il contratto e una delle prime volte che lo incontro, mi chiede: «Ma voi fate le scarpe con i lacci?». Io gli dico di no, che le facciamo con i rotori e con i lacci abbiamo solo un modello da pista per Elia. Ma lui ripete che si trova bene coi lacci. Aveva le scarpe di uno sloveno e visto che sembrava convinto, gli dico che ne avrei parlato con il titolare e, se mi avesse autorizzato, avrei provato a fare qualcosa.

Come va a finire?

Chiamo Zecchetto e gli dico: «Guarda, Tadej mi dice questa cosa. Avrei una mezza idea di fare un modello con certi crismi». Lui mi dice che va bene e io mi metto al lavoro su questa scarpa che viene pronta 15 giorni prima del Tour del 2020.

Cosa ne dice Pogacar?

La prova. Dice che si trova bene e che ci correrà il Tour. Io gli dico: «Fermati un attimo, c’è anche un discorso commerciale, non puoi correre con una scarpa che nemmeno esiste. E poi che ne sappiamo se terrà?». Morale della favola, richiamo Zecchetto e lui approva che le usi: Tadej corre e vince il primo Tour, la cosa è partita da lì. Diciamo si sono allineati i pianeti, un po’ con la fortuna e con un po’ di bravura. Lui poi è diventato quello che è ora, ma noi l’abbiamo sempre seguito.

Tour de France 2020, il via da Nizza il 29 agosto. Nella prima tappa, ecco Pogacar con le inedite DMT con i lacci
Tour de France 2020, il via da Nizza il 29 agosto. Nella prima tappa, ecco Pogacar con le inedite DMT con i lacci
Come sono cambiate le sue scarpe?

E’ stata una continua evoluzione. Ne aveva un solo esemplare, poi gliene abbiamo dato un altro. Abbiamo cambiato la tomaia, rimanendo sempre nel contesto dei lacci e cercando sempre di dargli qualcosa di più leggero e più performante. Tadej è tranquillissimo, non è di quelli che ti chiamano sette volte al giorno, non è nella sua indole. Ultimamente è un po’ più attento ai pesi e a dettagli minori, ma se fossero tutti come lui, andremmo molto meglio. Non è non è una persona che ti stressa. Ci confrontiamo su qualcosa, ma troviamo sempre la quadra.

Trovare la quadra significa che, battezzata la forma giusta, non si tocca più?

Non mettiamo mai mano alla sua forma senza coinvolgerlo, quando facciamo delle modifiche gliele facciamo testare. Cerchiamo sempre di non lasciare la strada vecchia, ma di implementare la nostra proposta con l’esperienza fatta per dargli un qualcosa di più performante. Le ultime scarpe che sono state fatte, invece di avere il laccio che passa attraverso le asole, hanno delle canaline 3d con delle carrucole in cui passano i lacci. Siamo stati i primi al mondo.

Qual è il vantaggio?

Si eliminano gli attriti e si tira meglio la scarpa. Inserendo una carrucola fatta ad hoc da un nostro fornitore, quindi molto leggera e molto piccola che non esisteva in commercio, ci siamo ispirati agli scarponi da montagna. Questo consente in modo molto semplice di tirare il cavo, chiudere tutta la scarpa e poi bloccare tutto con un blocca laccio.

Pogacar corre la Strade Bianche e la Sanremo, la Roubaix e il Tour: quante scarpe cambia nella stagione?

Ultimamente fa fatica a cambiarle. I primi anni non c’era problema, potevi dargli la scarpa rosa, quella gialla, quella che volevi e che poteva, perché gli accordi con la squadra prevedono che possa mettere solo il bianco o il nero. Invece dal Tour dell’anno scorso, una volta che ha le sue scarpe, difficilmente le cambia. E’ diventato più attento, un po’ più professionista. Da questo punto di vista, la sella e le scarpe fa fatica a cambiarle.

Quindi la scarpa della Strada Bianche è la stessa di Sanremo, Fiandre e Roubaix?

Sì. E’ cambiato qualcosa quando gli ho fatto la grafica con l’iride, però l’ha messa e poi l’ha cambiata subito, perché c’erano 5-6 grammi in più. Ultimamente è attento proprio a questi aspetti. Per cui al Tour aveva le scarpe con cui correva e tre di scorta, una per ogni borsa del freddo. Quelle però hanno i rotori, perché sono più facili da infilare e chiudere se vanno cambiate durante la corsa.

Una volta, parlando con Viviani, venne fuori il discorso che le scarpe fatte con filo Knit evitano che il piede si surriscaldi d’estate. Tadej ha di questi problemi?

Davvero no. D’inverno, mette il copriscarpe solo se piove, non ha problemi di piedi. Va meglio col freddo che col caldo. Ovviamente la nostra scarpa va meglio l’estate. E’ molto leggera e areata. Il Knit, il materiale con cui la facciamo, è un filo, che rende la scarpa molto traspirante. Tanti dicono che sia estiva, ma io rispondo sempre di no. Tirando fuori l’umidità del piede anche d’inverno, con un copriscarpe ad hoc, tiene il piede ancora più caldo perché lo mantiene asciutto. Se invece il sudore resta dentro, con la classica scarpa in microfibra il piede congela. Che poi spesso la scarpa non c’entra.

Minali (seduto) l’uomo del comparto tecnico, Viel (in piedi) l’addetto alle relazioni, qui al lavoro con la Decathlon Ford di MTB (foto DMT)
Minali (seduto) l’uomo del comparto tecnico, Viel (in piedi) l’addetto alle relazioni, qui al lavoro con la Decathlon Ford di MTB (foto DMT)
Che cosa vuoi dire?

Che va sempre considerata l’irrorazione sanguigna. Tanti non lo sanno, ma chi ha freddo ai piedi molto spesso ha problemi circolatori. Me ne sono accorto per primo, dato che ho sempre avuto problemi di piedi freddi.

Abbiamo visto le foto del tuo collega Mattia Viel al Tour: qual è la vostra funzione alle corse?

Esatto, è andato Mattia. Apro e chiudo una parentesi: Mattia è con me da un anno, siamo le due parti della stessa mela. Lui tiene i contatti con i manager e si occupa di contratti, io seguo la parte tecnica. Fino all’anno scorso facevo tutto da me, però mi sono reso conto che non si può più improvvisare niente. Mattia era già in azienda, ho visto che è un ragazzo capace, brillante, veloce, sempre sul pezzo. Ha corso in bici, è una persona intelligente. Per cui è andato lui a Lille e poi a Parigi. A me farebbe piacere andare, a chi non lo farebbe? Però accetto le direttive aziendali e faccio quello che mi dicono.

In quali occasioni sei più a contatto con gli atleti?

Per il mio lavoro la presenza conta di più a gennaio quando si va in ritiro in Spagna e allora si parla un po’ più di lavoro, ma per il resto non c’è bisogno della presenza alle corse.

A Parigi con Pogacar eccio Mattia Viel (a destra) e Karel Vacek, ultimo arrivo in casa DMT
A Parigi con Pogacar eccio Mattia Viel (a destra) e Karel Vacek, ultimo arrivo in casa DMT

L’occhiolino del campione

Tirato in ballo da Minali, Mattia Viel spiega rapidamente quale sia il suo ruolo alle corse e nei ritiri e perché farsi vedere, anche per ricevere l’occhiolino del campione, sia effettivamente importante.

«La presenza alle corse – dice – serve ad avere più feedback possibili per quanto riguarda il prodotto, ma anche per farci vedere presenti, che è la filosofia DMT. Mantenere le relazioni fa parte del nostro modo di lavorare. E’ il punto di forza di un’azienda a gestione familiare rispetto a un colosso internazionale che su questo ha più difficoltà. La parte umana è importante quanto la ricerca della performance. Nel caso di Pogacar, durante il Tour mi sento più con Alex Carera. Tadej per necessità durante le corse deve essere distaccato da certe dinamiche. La percezione rispetto a qualche anno fa è che adesso sia veramente una star paragonabile a quelle di altri sport. A me basta uno sguardo, una stretta di mano al volo per capire se tutto va bene. Bisogna essere bravi ad aspettare i pochi minuti che ti dà, a interpretare l’occhiolino prima che salga sul pullman e a mettere tutto assieme per fare qualcosa di sensato».

La DMT più leggera di sempre? Usata da Pogacar al Tour

28.07.2025
4 min
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Non è solo la DMT che indossa Pogacar, ma è la DMT più leggera mai creata e si chiama Pogi’s Superlight. Il design ed il primo impatto estetico sono tutto ciò che ha reso celebre questa calzatura fin dalla prima versione, ma nel tempo il prodotto è evoluto ed è cambiato tantissimo.

La nuova Pogi’s Superlight è complessivamente il 15% più leggera della versione precedente, con una rigidità ottimale ed una forma che rende questa calzatura anche efficiente in fatto di aerodinamica. Vediamola nel dettaglio

La DMT con i lacci, ora integrati

Quel corridore che si presenta con le scarpe gialle e nere e utilizza le stringhe, nell’era dei rotori. Era il Pogacar del 2020 ed in quell’anno vinse il primo Tour de France, ma lanciò di fatto anche una tendenza che ora come ora è più che mai attuale. Le scarpe con i lacci hanno preso una bella quota del mercato e diversi marchi hanno emulato la scarpa da bici con le stringhe.

I passaggi sono stati diversi in questi cinque anni e le nuove Pogi’s Superlight sono il risultato di un percorso evolutivo di forme, materiali e soluzioni tecniche. Ora hanno i lacci intergrati (non più le stringhe classiche) e nella taglia 42 hanno ridotto il peso dell’11% (se messe a confronto con la versione più anziana), passando da 220 a 195 grammi nella taglia 42.

Sono cambiate la tomaia e la suola

Non solo questione di chiusura. La tomaia 3D è stata completamente cambiata, perché è più leggera ed anche aerodinamica, è confortevole e molto traspirante. La tasca superiore alla linguetta, quello che funge da contenitore per i terminali dei lacci ha una posizione rivista. Viene riproposta l’integrazione della tecnologia Ice-Key che permette il riconoscimento del corridore in caso di incidente. Il dispositivo è all’interno della tomaia. DMT è il primo fornitore di calzature ad aver integrato questa tecnologia.

Tutta nuova anche la suola full carbon Super Light, certamente alleggerita, ma capace di mantenere un eccezionale rapporto tra la rigidità ed il peso. Al pari della suola è stato applicato un tacchetto posteriore sostituibile ed in materiale bicomponente.

Livrea black antracite
Livrea black antracite

Le altre cose da sapere

Il prezzo di listino delle DMT Pogi’s Superlight è di 439 euro e saranno disponibili nella colorazione full white, oppure black antracite. E’ una tipologia di calzatura che mette al centro il comfort e la termoregolazione, ma è stata sviluppata a braccetto con Pogacar ed anche per questo motivo resta un prodotto da competizione. La tomaia 3D è ben protetta nei punti critici e ben strutturata, ma il brand consiglia di non utilizzare detergenti chimici aggressivi per la pulizia.

DMT Cycling

Con Dmt ID personali le tue Pogi’s: prestazioni top e stile unico

09.06.2025
3 min
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Dmt alza ancora l’asticella dell’innovazione nel ciclismo su strada con una novità che fonde tecnologia, performance e identità personale: Dmt ID. Il marchio italiano, “player” di grandissimo valore nel mondo delle calzature tecniche per il ciclismo, ha difatti introdotto la possibilità di personalizzare il suo modello di punta, la celebre Pogi’s: la scarpa sviluppata in collaborazione con il due volte vincitore del Tour de France Tadej Pogacar.

Per la prima volta, gli appassionati di ciclismo possono così configurare una scarpa di altissimo livello secondo i propri gusti e la propria personalità. Visitando la pagina prodotto sul sito ufficiale di Dmt, è già possibile accedere alla funzione “Personalizza le tue scarpe ID”, che consente di scegliere tra una vasta gamma di colori, aggiungere il proprio nome, una bandiera o un simbolo distintivo. Ogni singolo ciclista potrà così esprimere la propria unicità, mantenendo intatte le straordinarie caratteristiche tecniche della scarpa originale.

Le Pogi’s sono le scarpe disegnate e realizzate da Dmt per il campione sloveno Tadej Pogacar
Le Pogi’s sono le scarpe disegnate e realizzate da Dmt per il campione sloveno Tadej Pogacar

Massima performance, stile personale

La Dmt Pogi’s ID mantiene intatta l’anima racing che ha reso questo modello una delle scelte preferite dai professionisti del WorldTour. La tomaia è realizzata in Aeroflex Knit ultraleggero, un tessuto tecnico con base in nylon pensato per offrire il massimo in termini di traspirabilità, leggerezza e calzata adattiva. Il risultato è una scarpa comoda come un calzino tecnico, ma estremamente reattiva sotto sforzo.

A livello di sicurezza, Dmt ha introdotto una soluzione all’avanguardia: nella scarpa sinistra è difatti integrato un chip NFC che permette ai soccorritori, in caso di incidente, di accedere in tempo reale a tutte le informazioni mediche e anagrafiche dell’atleta. Grazie a una semplice app, il ciclista può registrare dati personali, gruppo sanguigno, allergie, patologie, terapie in corso e persino documenti d’identità o numeri ICE da contattare in caso di emergenza. Una funzione pensata per chi prende sul serio ogni dettaglio della propria attività sportiva.

Nelle Pogi’s sul tallone è presente un codice NFC utile in caso di incidente
Nelle Pogi’s sul tallone è presente un codice NFC utile in caso di incidente

Dettagli tecnici al servizio della velocità

La nuova Pogi’s ID conserva tutti gli elementi che hanno decretato il successo del modello originario: la tasca AeroSafe integrata per riporre i lacci e massimizzare l’aerodinamica, i lacci integrati nel design della tomaia per una tenuta sicura e minimale, la suola ventilata in carbonio Super Light, studiata per offrire la massima rigidità con il minimo peso, il sistema di chiusura a puleggia da 8 mm per una micro-regolazione precisa, la regolazione longitudinale della tacchetta per un “fitting” su misura e il peso di appena 220 grammi nella taglia 42.

La Pogi’s è molto più di una scarpa da ciclismo: è un’estensione della potenza, dello stile e dell’identità di chi pedala. Con il lancio del servizio per la loro personalizzazione, l’eccellenza tecnica si fonde con la libertà creativa. La scarpa resta quella apprezzata dai pro – da Tadej Pogacar in “primis”… – per comfort, reattività e design, ma adesso il tocco finale è nelle mani di ogni ciclista…

Dmt

KR4 PJ Junior, le scarpe per i Pogacar di domani

21.05.2025
3 min
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Che Tadej Pogacar abbia fatto breccia nel cuore e nell’immaginario dei tifosi più giovani è ormai fatto noto, ne abbiamo parlato anche noi raccontando la bella storia di Petra.

Questo aspetto non è sfuggito a Dmt, l’azienda che fornisce le scarpe al campione sloveno, che ha deciso di presentare le KR4 PJ Junior, un modello pensato per i campioni di domani.

Il design riprende quello classico delle scarpe del campione sloveno, a partire dalla chiusura con i lacci
Il design riprende quello classico delle scarpe del campione sloveno, a partire dalla chiusura con i lacci

Stesso stile del campione

Le KR4 PJ Junior riprendono lo stile delle scarpe create da Dmt per Pogacar: bianche e con la chiusura a lacci, la più evidente caratteristica. Gli aspetti tecnici sono, naturalmente, meno esasperati rispetto a quelli che si trovano nei modelli top di gamma, ma restano comunque di buon livello, anzi ottimo considerando che si rivolgono a ciclisti in erba.

La tomaia è in rete mesh, leggera, traspirante e che si asciuga velocemente, per pedalare comodamente anche e soprattutto nelle giornate estive. La suola è in nylon, quindi rigida ma non in maniera esagerata, e provvista di prese di areazione sia nella parte anteriore che in quella centrale.

Un fumetto con Hulk in giallo rende le KR4 PJ Junior ancora più accattivanti per i più giovani
Un fumetto con Hulk in giallo rende le KR4 PJ Junior ancora più accattivanti per i più giovani

Fumetto di Hulk-Pogacar, un supereroe ai propri piedi

Sappiamo che Pogacar ama attaccare sul manubrio uno sticker di Hulk, il suo supereroe preferito. Essendo le KR4 PJ Junior delle scarpe pensate per i ragazzini, in Dmt hanno deciso di ispirarsi a quel personaggio per rendere questo modello unico. 

Nella parte interna è stato stampato un Hulk in versione Pogacar, con tanto di maglia gialla e ciuffetto che sporge dal casco. In questo modo durante le loro pedalate i campioni di domani avranno sempre un supereroe al loro fianco (cioè, ai loro piedi).

La linguetta in microfibra, assieme alla tomaia in mesh, garantiscono un’ottima calzata
La linguetta in microfibra, assieme alla tomaia in mesh, garantiscono un’ottima calzata

Altri dettagli, taglie, peso e prezzo

La comodità della calzata è garantita – oltre dalla chiusura con i lacci – anche dalla linguetta in microfibra che si adatta a tutti i tipi di piede. In più, come le scarpe “dei grandi” la tacchetto posteriore è intercambiabile. Le taglie vanno dal 35 al 39, e il peso è  di 195 grammi (per la misura 36). Il prezzo delle KR4 PJ Junior indicato nel sito di Dmt è di 119 euro 

Dmt Cycling

Dmt e Unibet Tietema Rockets: una partnership… rivoluzionaria

19.04.2025
3 min
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Nel panorama del ciclismo professionistico moderno, poche realtà sportive riescono a unire intrattenimento, innovazione e performance come il team Unibet Tietema Rockets. Nata nel 2023 da un’idea del visionario content creator Bas Tietema, la squadra si è rapidamente affermata come un progetto unico nel suo genere, capace di fondere la passione per il ciclismo con la potenza comunicativa dei social media.

A partire da quest’anno, una nuova collaborazione entra a far parte di questa avventura: Dmt, azienda italiana specializzata nella produzione di scarpe da ciclismo ad alte prestazioni, è difatti il fornitore ufficiale del team. Una sinergia che combina artigianalità Made in Italy e tecnologia avanzata, al servizio di una squadra che vuole cambiare le regole del gioco.

Il progetto del team Unibet Tietema Rockets è ambizioso e vuole scalare le classifiche del ciclismo
Il progetto del team Unibet Tietema Rockets è ambizioso e vuole scalare le classifiche del ciclismo

Pronti a conquistare il Tour

Il percorso della Unibet Tietema Rockets è straordinario: partiti da YouTube, oggi corrono e vincono. La squadra franco-olandese ha già lasciato il segno nel calendario internazionale con successi importanti come la Paris-Camembert (grazie al belga Lander Loockx), il Cholet Agglo Tour con lo slovacco Lukas Kubis, e una tappa del Giro di Grecia vinta dal francese Adrien Maire.  

L’obiettivo dichiarato è ambizioso: arrivare al Tour de France. Ma ogni traguardo si costruisce passo dopo passo, e il prossimo appuntamento rappresenta una pietra miliare nella storia del team. Senza dimenticare che domenica scorsa, i Rockets hanno fatto il proprio esordio assoluto alla Parigi-Roubaix, una delle classiche monumento più dure e leggendarie del ciclismo. Una sfida epica sul pavé del Nord, simbolo dell’ingresso ufficiale della squadra nell’élite del ciclismo mondiale.

I corridori della Unibet Tietema Rockets gareggiano calzando i due modelli di punta della nuova collezione Dmt: le POGI, realizzate in collaborazione con lo stesso Tadej Pogacar e caratterizzate dal sistema di chiusura con laccio, e le KR0 EVO, con doppio BOA per un fit preciso e personalizzato.

Gli atleti del team professional francese correranno con i modelli POGI e KR0 firmate Dmt
Gli atleti del team professional francese correranno con i modelli POGI e KR0 firmate Dmt

Un investimento per il futuro

«Siamo orgogliosi di accogliere Dmt nella nostra squadra – ha affermato con entusiasmo Bas Tietema – le loro scarpe sono un concentrato di performance e innovazione, perfettamente allineate alla nostra filosofia. Noi vogliamo ispirare e divertire, dentro e fuori dalle gare, puntando su talento e autenticità».

«Il progetto Unibet Tietema Rockets – ha ribattuto Mattia Viel, Global Sponsorship Manager di Dmt – rappresenta una ventata d’aria fresca nel ciclismo. La loro capacità di coinvolgere il pubblico più giovane attraverso contenuti social di qualità è straordinaria. Per noi, questa partnership è molto più di una sponsorizzazione: è un vero e proprio investimento nel futuro del ciclismo. Con questa unione di visione, creatività e tecnologia, Unibet Tietema Rockets e Dmt sono pronti a riscrivere le regole del ciclismo contemporaneo, puntando dritti al cuore dei tifosi di tutto il mondo».

Dmt Cycling