Omloop Nieuwsblad 2025, Edoardo Affini

Affini e la Visma, manuale d’uso per Piganzoli, Fiorelli e Mattio

09.11.2025
6 min
Salva

L’hanno chiamata Celeste, è nata il 13 ottobre. Da quel giorno la vita di Affini e della compagna Lisa gira attorno alla primogenita, che per arrivare ha scelto il periodo di vacanze del papà. La bicicletta si affaccia di tanto in tanto, consapevole che l’attesa stia per terminare. A partire dall’8 dicembre, i corridori della Visma-Lease a Bike affronteranno il primo ritiro in Spagna e allora verrà il tempo del lavoro serio. Quando lo sentiamo nel primo pomeriggio, Edoardo è fresco reduce da una seduta di cambio del pannolino.

«E’ chiaro che è tutto diverso – sorride Affini – cambiano le priorità, cambiano le giornate, però sicuramente è bellissimo. Specialmente sono contento del fatto che me la posso godere quasi per un mese. Manca ancora un po’ perché diventi più… interattiva, mettiamola così, però mi prendo il mio tempo per starci assieme e creare un certo legame. E poi anche per la mia compagna fa una certa differenza. Se fosse nata a giugno – ride – dopo il Giro e prima del Tour, magari io avrei dormito qualche ora di più, però sarebbe stato un bel casino…».

Foto Instagram nascita di Celeste Affini (Photos by Loef)
“La più grande felicità può essere molto piccola”, così su Instagram l’annunio della nascita di Celeste (Photos by Loef)
Foto Instagram nascita di Celeste Affini (Photos by Loef)
“La più grande felicità può essere molto piccola”, così su Instagram l’annunio della nascita di Celeste (Photos by Loef)

Altri tre italiani

Tra le novità della squadra per il prossimo anno c’è che Affini non sarà più il solo italiano, ma sarà raggiunto da Piganzoli, Fiorelli e da Mattio, che in realtà ha già trascorso tre stagioni nel devo team olandese. Racconta che i capi gli hanno chiesto qualche referenza sui nuovi arrivati e che Piganzoli lo ha contattato per avere informazioni sull’ambiente che troverà. E proprio per questo lo abbiamo chiamato anche noi, perché ci incuriosisce il punto di vista di uno che corre nel team olandese dal 2021 e forse si era abituato all’idea di essere il solo… giapponese sull’isola.

«Prima di me c’era stato solo Battaglin – racconta Affini – l’anno prossimo saremo in quattro. Onestamente non mi fa un grande effetto, salvo che sarà bello parlare ogni tanto la mia lingua se saremo nella stessa corsa. Al nostro livello, può far piacere avere un connazionale, ma poi le decisioni vengono prese dalla squadra sulla base di ben altri fattori. La Visma è quella, la conosciamo bene. Quando sono arrivato nel 2021, era ancora in fase di ascesa. Poi si può dire che il 2022 e il 2023 siano stati gli anni più prolifici. Nel 2025 abbiamo vinto due Grandi Giri su tre e nel terzo siamo arrivati secondi, non mi sembra tanto male. Però è vero che gli sponsor più grossi cercano il Tour, perché hanno la risposta mediatica più grande, come la Champions League. Il Giro, la Vuelta e le classiche sono importanti, c’è poco da girarci d’attorno, ma il Tour è di più. E noi il Tour abbiamo provato a vincerlo, ma Tadej e la sua squadra ci sono stati superiori».

Fiorelli arriva alla Visma a 30 anni: avrà margine per crescere e compiti più precisi di quelli riservati a Piganzoli e Mattio
Fiorelli arriva alla Visma a 30 anni: avrà margine per crescere e compiti più precisi di quelli riservati a Piganzoli e Mattio

Maniacali per i dettagli

In questo gruppo super strutturato che ha nel Tour la stella polare e si nutre del Giro e della Vuelta – vinti con Yates e Vingegaard – come di bocconi secondari, arriveranno tre italiani, provenienti da due professional e dal devo team, che ha le stesse dotazioni, ma un respiro per forza meno ampio. Che cosa troveranno? Quale mentalità? Che cosa sente di dirgli il mantovano in procinto di iniziare la sesta stagione in giallo-nero?

«Non conosco da dentro le realtà della Polti e della Bardiani – ammette Affini – non so bene a cosa siano abituati, però credo che Fiorelli e Piganzoli faranno un salto di qualità a livello di attenzione ai dettagli e alla nutrizione, che qua sicuramente è un aspetto molto curato. Mi viene a pensare specialmente a Piganzoli, se vuole migliorarsi come uomo da classifica, magari all’inizio come spalla importante per Jonas o Simon. Allo stesso modo, tutto il livello performance viene curato veramente al massimo.

«Non so se in altre squadre ci siano le stesse cure del dettaglio, non so se sia possibile. Magari ogni team ha il proprio accento su una cosa piuttosto che su un’altra, però credo che qui troveranno un ambiente molto professionale e in grado di supportarli perché possano migliorarsi. Quanto a Mattio, è con noi da tre anni. Se ancora non ha capito di quale ambiente si tratta (ride, ndr), forse abbiamo un problema…».

Pietro Mattio, Visma Lease a Bike, WorldTour, Tour of Oman 2025
Pietro Mattio, sale nel WorldTour dopo tre stagioni in crescendo nel Development Team di Robbert De Groot
Pietro Mattio, Visma Lease a Bike, WorldTour, Tour of Oman 2025
Pietro Mattio, sale nel WorldTour dopo tre stagioni in crescendo nel Development Team di Robbert De Groot

Il tempo di crescere

La mente va al suo primo impatto, nonostante provenisse da un’altra WorldTour: la Mitchelton-Scott. Il ricordo di quelle prime settimane è ben chiaro. Aveva 24 anni come quelli che avrà il prossimo anno Piganzoli

«Quando sono passato qua – ricorda Affini – sicuramente la differenza più grossa l’ho trovata nella nutrizione. Erano gli anni in cui si stava cominciando a spingere l’acceleratore sui carboidrati. Magari l’avrei fatto anche se fossi rimasto alla Mitchelton, ma qua ho trovato un cambio radicale. Mi servì un po’ di tempo per abituarmi, poi ha funzionato tutto molto bene. Cercano di farti crescere, ma valutano caso per caso.

«Un buon esempio può essere Brennan. Ha 19 anni e ha cominciato già a far vedere certi numeri, a piazzarsi e vincere corse. Quindi lo hanno portato dove ha potuto fare risultato, ma non lo hanno buttato in un Grande Giro o portato a correre perché facesse punti. Non ha fatto 90 giorni di corsa, anche con lui c’è l’idea che cresca per step. Per cui, pensando ai nostri due più giovani, dipenderà anche da come risponderanno ai diversi carichi di allenamento, alle diverse gare. Tutto sommato immagino che su uno come Piganzoli ci fossero più attese alla Polti, dove era la bandiera, di quelle che inizialmente avrà qui da noi».

Giro d'Italia 2025, Davide Piganzoli, Isaac Del Toro
Alla Polti, Piganzoli ha corso da leader anche al Giro, scoprendo le pressioni del ruolo
Alla Polti, Piganzoli ha corso da leader anche al Giro, scoprendo le pressioni del ruolo

Un’azienda con 250 dipendenti

Il solo limite dei mega squadroni è la dimensione della grande azienda che allenta i rapporti umani e rende tutto piuttosto schematico, a questo certamente Piganzoli e Fiorelli non sono ancora abituati. Affini concorda, ma non c’è una via d’uscita. Prendete una qualunque azienda con centinaia di dipendenti, è ragionevole pensare che tutti si conoscano e siano in confidenza?

«Per la mia esperienza – dice – credo che ci sia la volontà di provare a mantenere quanto più possibile l’aspetto familiare e umano. Però è inevitabile che da un certo punto di vista sia inevitabile che le squadre vengano gestite come aziende, lo leggevo in un’intervista che avete fatto a Sobrero. I team sono sempre più grandi. Anche noi, guardando tutti quelli che ci lavorano saremo circa 250 persone se non di più, diventa difficile avere un rapporto stretto con tutti. Magari tra corridori o col tecnico di riferimento hai più contatti, quindi riesci effettivamente a creare una sorta di familiarità. Se entri a far parte del gruppo che prepara una grande corsa, condividi i ritiri e allora il rapporto si crea per forza. Però alla fine la squadra nella sua totalità viene gestita come un’azienda, questo è fuori discussione. Con certe persone ti vedi quando fai il primo ritiro dell’anno e poi al primo ritiro dell’anno dopo».

Ludovico Crescioli, Polti VisitMalta (foto Maurizio Borserini)

Da Malta a… Malta: il primo anno da pro’ di Crescioli

04.11.2025
4 min
Salva

Un anno dopo, Ludovico Crescioli è tornato dal viaggio a Malta insieme ai compagni di squadra della Polti VisitMalta. Si è trattato del primo ritiro, per vedere e conoscere i ragazzi che dal 2026 entreranno ufficialmente a far parte del team. A ottobre dello scorso anno era il corridore toscano a trovarsi nella loro situazione, infatti Crescioli dopo la parentesi alla Technipes #InEmiliaRomagna aveva fatto il grande salto tra i professionisti insieme alla formazione di Ivan Basso e Fran Contador (in apertura foto Maurizio Borserini). 

Adesso, 365 giorni dopo, è il momento di guardarsi indietro e fare un bilancio della prima stagione vissuta tra i pro’. 

«Sono ancora in vacanza – ci racconta Crescioli – dopo il viaggio a Malta sono tornato a casa, quest’anno le vacanze le passerò tra parenti e amici. Non riesco a vederli spesso e passare con loro del tempo, quindi ne approfitto e mi godo un po’ di riposo. Ho ancora una settimana di stacco, poi riprenderò la bici e inizierò a fare qualche giro. La mia stagione è finita alla Veneto Classic, il 19 ottobre, queste tre settimane di stacco erano necessarie».

Che cosa ci dici di questa prima stagione da professionista?

Tutto sommato dire che è andata bene, c’è stato qualche intoppo soprattutto all’inizio. Ho avuto un problema al ginocchio che mi ha tenuto fermo per un mese abbondante. Dopo l’esordio in Spagna a fine gennaio sono rientrato alle corse in Calabria a metà aprile. Ho messo insieme quarantotto giorni di gara, tutti concentrati da aprile in avanti. 

Senti di aver fatto i giusti miglioramenti?

Credo di non aver avuto una crescita graduale, ma sono sicuramente migliorato anche perché nel finale di stagione ho visto dei passi in avanti. Nelle gare di settembre e ottobre riuscivo spesso a restare con i migliori.

Ludovico Crescioli, Polti VisitMalta, Tour of Slovenia
Crescioli ha preso parte a quattro corse a tappe, l’obiettivo per il 2026 è aumentarne il numero
Ludovico Crescioli, Polti VisitMalta, Tour of Slovenia
Crescioli ha preso parte a quattro corse a tappe, l’obiettivo per il 2026 è aumentarne il numero
Quali sono state le difficoltà maggiori?

Capire questo nuovo modo di correre, in alcuni momenti di gara mi sono reso conto che mi mancasse quel tocco di esperienza che mi avrebbe aiutato a fare qualcosina in più. Nelle ultime corse dell’anno avrei potuto fare meglio. 

Raccontaci…

Alla Tre Valli Varesine, dove sono arrivato ventesimo, ho peccato di esperienza e di visione di gara. Ero riuscito a rimanere con il gruppetto all’inseguimento di Pogacar, ma in una rotonda abbiamo preso la classica “frustata” e ci siamo divisi. Nel rientrare abbiamo fatto una fatica immensa, che ho pagato nello sprint finale. Magari sarei potuto entrare nei primi dieci, che alla Tre Valli è sempre un buon risultato

Ludovico Crescioli, Polti VisitMalta, Giro dell'Emilia (foto Maurizio Borserini)
Crescioli al Giro dell’Emilia, con il passare delle corse il suo finale di stagione è stato in crescendo (foto Maurizio Borserini)
Ludovico Crescioli, Polti VisitMalta, Giro dell'Emilia (foto Maurizio Borserini)
Crescioli al Giro dell’Emilia, con il passare delle corse il suo finale di stagione è stato in crescendo (foto Maurizio Borserini)
Su quali aspetti devi ancora lavorare?

Il prossimo anno mi piacerebbe fare qualche corsa a tappe in più. Nel 2025, complice l’infortunio di inizio stagione, non ho avuto modo di correrne tante. Però mi sono reso conto che correndo tanti giorni di fila il fisico risponde bene. Sempre alla Tre Valli Varesine ho fatto una delle mie migliori prestazioni e arrivavo da tre giorni di gara consecutivi. 

Il prossimo anno mancherà un pilastro come Piganzoli, avete caratteristiche simili, pensi di poter prendere il suo posto?

Replicare la stagione e gli ultimi anni di “Piga” vorrebbe dire andare davvero forte, perché lui in primis ha fatto vedere di valere tanto. Io voglio ottenere i migliori risultati possibili, non sarà semplice, ma vorrei fare altri passi in avanti. Sarebbe bello fare qualche gara a tappe per lavorarci e crescere in vista del prossimo futuro. Quest’anno ho visto che riesco a dare il mio contributo anche nelle corse di un giorno.

Ludovico Crescioli, Polti VisitMalta, Giro d'Abruzzo
Crescioli vuole fare il passo necessario per provare a vincere e fare un ulteriore salto di qualità
Ludovico Crescioli, Polti VisitMalta, Giro d'Abruzzo
Crescioli vuole fare il passo necessario per provare a vincere e fare un ulteriore salto di qualità
Con il sogno del Giro d’Italia?

Ancora non sappiamo nulla, c’è il discorso delle wild card e di avere risposta riguardo agli inviti. La direzione principale è quella di migliorarmi per quanto riguarda le brevi corse a tappe, ma un’esperienza come il Giro darebbe una grande continuità. Vedremo, perché il calendario quest’anno proporrà tante nuove gare a tappe e molte di queste saranno proprio in Italia.

La Polti riparte e Basso ha fatto scelte mirate

Il mercato del Team Polti: scelte mirate e talenti da valorizzare

30.10.2025
5 min
Salva

Fine stagione, è tempo di consuntivi. In casa Polti Visit Malta a dir la verità l’analisi è iniziata tempo fa, a stagione ancora nel pieno, tanto è vero che la formazione Professional italiana è stata tra le più attive nella prima fase del ciclomercato. Facendo anche scelte lontane dai riflettori, ma che hanno fatto anche discutere.

Di carne al fuoco ce n’è tanta e il team manager Ivan Basso (in apertura insieme all’altro titolare Alberto Contador) non si nasconde, anzi affronta anche argomenti scottanti a viso aperto, come faceva quando correva e vinceva in giro per il mondo: «Per noi è stata una stagione dove abbiamo raggiunto due obiettivi importanti, uno è quello del mantenimento della classifica internazionale ed è ogni anno più difficile arrivare nella top 30 del ranking. La seconda essere comunque la prima italiana in classifica con la ciliegina della vittoria nella Coppa Italia delle Regioni che ha sicuramente un significato, oltretutto con la maglia dei giovani andata a Piganzoli».

Davide Piganzoli lascia il Team Polti: ha firmato un triennale con la Visma-Lease a Bike
Davide Piganzoli lascia il Team Polti: ha firmato un triennale con la Visma-Lease a Bike
Davide Piganzoli lascia il Team Polti: ha firmato un triennale con la Visma-Lease a Bike
Davide Piganzoli lascia il Team Polti: ha firmato un triennale con la Visma-Lease a Bike
E che cosa metti sull’altro piatto della bilancia?

Tantissimi piazzamenti che avrebbero potuto essere vittorie. I nostri due atleti più veloci, che sono Lonardi e Penalver, hanno fatto più di 20 podi. Questo io lo devo vedere come risultato positivo in termini di prestazione. Ma voglio che questi podi possano diventare vittorie, quindi dobbiamo lavorare sulla ricerca delle cose da migliorare per poter trasformare prestazioni di assoluto livello in vittorie, fare quel piccolo passo che ancora manca. Dopo ovviamente c’è anche un’autocritica, perché abbiamo alcuni atleti della squadra che dovevano andare meglio, ma stiamo già lavorando su quello e sta anche a chi dirige, a me in primis, prendersi le responsabilità.

Dove si esprime questa responsabilità?

Quando hai degli atleti, devi fare in modo che la loro individualità sia parte di un quadro generale nel quale contribuiscono tutti. Quindi quando si parla di fare meglio, gli parli di una cosa che loro conoscono. La consapevolezza è già il primo colpo di pedale del 2026 soprattutto dai corridori che non hanno performato come dovevano. Di questo il primo responsabile sono io e quindi ci stiamo lavorando insieme all’atleta, ai direttori sportivi, ai preparatori per cercare di capire che cosa non ha funzionato e che cosa cambiare.

Al suo primo anno alla Polti, Ludovico Crescioli ha fatto 48 giorni di corsa con 6 Top 10
Al suo primo anno alla Polti, Ludovico Crescioli ha fatto 48 giorni di corsa con 6 top 10
Al suo primo anno alla Polti, Ludovico Crescioli ha fatto 48 giorni di corsa con 6 Top 10
Al suo primo anno alla Polti, Ludovico Crescioli ha fatto 48 giorni di corsa con 6 top 10
Voi siete una delle squadre più attive sul ciclomercato e state prendendo anche molti under 23, che però non potranno più gareggiare nelle internazionali di categoria? Questo comporta anche un minor contributo in termini di punti…

La questione dei punti è complessa e ci sarebbe da discutere per ore. Noi abbiamo preso sei giovani del quarto anno, che quindi passano di categoria e l’abbiamo fatto perché li vediamo già pronti per correre le gare maggiori. E’ chiaro che è un tema delicato che stiamo discutendo anche tra le società, perché la decisione ci è piovuta addosso all’improvviso. Cercheremo di capire meglio e poi vedremo che cosa fare.

Stagione notevole quella di Lonardi con 78 giorni di gara conditi da 2 vittorie e ben 10 podi
Stagione notevole quella di Lonardi con 78 giorni di gara conditi da 2 vittorie e ben 10 podi
Stagione notevole quella di Lonardi con 78 giorni di gara conditi da 2 vittorie e ben 10 podi
Stagione notevole quella di Lonardi con 78 giorni di gara conditi da 2 vittorie e ben 10 podi
Avete preso corridori per classiche, corridori per corse a tappe, corridori che possono dare una mano…

Apprezzo che si sia vista quest’operazione di prendere corridori mirati per le nostre esigenze. Ritengo che stiamo facendo un ottimo ciclomercato anche se non si nota il nome di spicco, anzi si sottolinea spesso che questo nome è in uscita ed è Piganzoli. Corridore per cui provo una stima infinita. L’abbiamo preso di poco maggiorenne e lo lasciamo con una personalità importante. Ma io ritengo che Crescioli sia un’eccellente successore. Non dimentichiamoci che ha fatto dei risultati importanti da under 23, mettiamoci in testa che i talenti non sono solo gli juniores che vanno forte. Possono essere anche i terzi, quarti anni o anche quinti anni, se magari uno ha avuto dei problemi. La storia degli atleti bisogna conoscerla bene, bisogna parlare con le squadre giovanili, con la famiglia dei corridori, capire bene che cosa c’è dietro. Perché ora se andiamo a cercare solo quelli di 16-17 anni che mostrano di essere i migliori al mondo commettiamo un grave errore.

Una vittoria per l'iberico Penalver in Cina, ma anche tanti piazzamenti
Una vittoria per l’iberico Penalver in Cina, ma anche tanti piazzamenti
Una vittoria per l'iberico Penalver in Cina, ma anche tanti piazzamenti
Una vittoria per l’iberico Penalver in Cina, ma anche tanti piazzamenti
C’è qualche nome in particolare sul quale ti senti di puntare fra i nuovi arrivati?

Ad esempio i due gemelli Bessega che avevamo nel settore giovanile e che hanno continuato il loro percorso di crescita. Poi Belletta, uno dei migliori talenti che abbiamo. Inoltre ritengo che Crescioli si evolverà ancora, come Lonardi, come Penalver. Non bisogna solo dirlo che si deve rispettare il talento, ma bisogna anche saper aspettare. Ma c’è anche altro…

Cioè?

Ho dovuto fare una scelta sofferta perché se avessi le possibilità di allargare il roster lo farei senza pensarci. Ma non è una questione di budget, è una questione di organizzazione. Perché se hai 30 corridori poi devi andare anche a correre e non possiamo ancora avere un calendario adeguato a questi numeri. Ci sono corridori di quarto-quinto anno che avrei preso volentieri: Arrighetti, Bortoluzzi, Olivo. Corridori che secondo me sono meritevoli di fiducia e solo perché hanno avuto problemi non sono riusciti ancora a emergere.

Per Dario Igor Belletta nuovo cambio di team. Basso crede molto nella sua crescita
Per Dario Igor Belletta l’approdo al Team Polti. Basso crede molto nella sua crescita
Per Dario Igor Belletta nuovo cambio di team. Basso crede molto nella sua crescita
Per Dario Igor Belletta l’approdo al Team Polti. Basso crede molto nella sua crescita
A proposito di Belletta, pensi che vada ricostruito non solo tecnicamente e fisicamente, ma soprattutto dal punto di vista psicologico, riportato un po’ nella dimensione vera di corridore?

Ho conosciuto Dario Igor a casa mia, nel mio studio. L’ho guardato negli occhi, ho parlato a lungo con lui, non credo che ci sia da ricostruire niente. C’è semplicemente da riprendere un percorso di crescita. Io vedo dove può arrivare, il mio compito sarà quello di far credere anche a lui che può farlo. Spesso gli atleti per tanti motivi perdono la visione finale di dove vogliono arrivare. Io ho il compito con i miei collaboratori di far credere anche a lui che lì può arrivarci. E’ pronto e ha solo una gran voglia di iniziare.

I passi di Piganzoli alla Visma: incontri, test e idee condivise

07.10.2025
5 min
Salva

LISSONE – Ormai è diventato ufficiale qualche settimana fa: Davide Piganzoli dopo cinque stagioni lascerà la Polti VisitMalta e passerà alla Visma Lease a Bike. Lo scalatore valtellinese cresciuto nella formazione di Ivan Basso e Alberto Contador è pronto a spiccare il volo e testarsi nel WorldTour. Non c’era momento migliore, gli anni nel team under 23 e poi nella professional hanno dato i riscontri giusti, ora si tratta di fare un ulteriore salto per vedere di che pasta si è fatti

Il talento di Piganzoli è emerso piano piano, senza la fretta di voler scovare ogni singolo watt estremizzando preparazioni e allenamenti. Ogni anno è stato aggiunto un pezzo del puzzle fino ad arrivare a una figura completa capace di grandi prestazioni e che ancora può completarsi. 

Piganzoli lascia la Polti VisitMalta dopo cinque stagioni
Piganzoli lascia la Polti VisitMalta dopo cinque stagioni

Dall’inverno scorso

Di Davide Piganzoli tutti elogiano la testa e la determinazione, un ragazzo che sa dove vuole arrivare e un professionista che non si tira mai indietro. Le sue qualità sono arrivate sotto gli occhi di tutti, ma lui ha scelto la corte di Jonas Vingegaard per provare a diventare grande.

«Il contatto con la Visma – racconta alla partenza della Coppa Agostoni – è nato tra fine gennaio e inizio febbraio. Era il periodo in cui iniziavano le corse, infatti avevo in programma il Gran Camino e successivamente la Tirreno-Adriatico. Nonostante tutto siamo riusciti a trovare un giorno in cui fare una videochiamata e mi hanno presentato il progetto. L’idea messa sul tavolo dalla Visma mi è piaciuta subito, ci ho pensato un po’ perché c’erano tante altre squadre interessate. Alla fine sono stati il progetto e il team che mi hanno colpito di più».

Il cammino di Piganzoli è stato contraddistinto da una crescita costante
Il cammino di Piganzoli è stato contraddistinto da una crescita costante
Qual è il progetto che ti hanno presentato?

Mi hanno parlato di crescita mostrandomi quello che hanno fatto con gli altri atleti. Abbiamo parlato dei materiali a disposizione della squadra, la pianificazione di ogni passo. Insomma tutte cose che mi hanno colpito molto e credo che sia stato quel qualcosa in più che mi ha fatto scegliere appunto questa realtà.

Che crescita ti hanno presentato?

All’inizio sicuramente ci sarà da aiutare, da imparare, però il focus sarà anche quello di crescere, e di farmi progredire come corridore da corse a tappe. 

La Visma ha visto in Piganzoli le caratteristiche che cerca in un atleta da Grandi Giri
La Visma ha visto in Piganzoli le caratteristiche che cerca in un atleta da Grandi Giri
Quali sono i punti forti che hanno visto in te e quali, invece, i punti su cui c’è da migliorare? 

Sicuramente hanno visto che vado bene nelle salite lunghe. Hanno guardato come mi sono allenato fino ad ora e che ho tanti margini di miglioramento. Hanno visto che vado forte anche a cronometro, inoltre ho dimostrato di avere dei buoni valori, credo che questa sia la base da cui partire

Sei stato nella sede del team in Olanda?

Sono andato una volta a fare gli esami della squadra, le visite mediche e tutto il resto. Ci torneremo prima di iniziare la prossima stagione. Con le piattaforme che ci sono ora, come Training Peaks, sanno già tutto, però i test fatti in sede li hanno sicuramente aiutati nel decidere se prendermi o meno.

Davide Piganzoli ha firmato un contratto triennale con la Visma
Davide Piganzoli ha firmato un contratto triennale con la Visma
Che impressione ti ha fatto entrare là dentro?

Senza nulla togliere alla mia squadra di adesso, ma credo sia un mondo completamente diverso. E’ tutto più amplificato. 

E’ il momento giusto per il WorldTour?

Sì, ho fatto tre anni di esperienza, quindi adesso è il momento di cambiare area, di provare a fare un salto. Sarà un grande salto, passerò in una delle migliori formazioni WorldTour, credo che questo possa darmi un’ulteriore motivazione per capire il ragazzo che sono e dove posso arrivare.

Tre anni di contratto, idee e programmi?

Del programma in sé parleremo a dicembre, quest’anno però voglio ascoltare un po’ cosa hanno in mente loro. Sicuramente entro con tanta voglia di apprendere, di imparare da campioni come Vingegaard, Van Aert e tanti altri corridori. 

Uno dei focus di Piganzoli sarà migliorare la posizione e le prestazioni a cronometro
Uno dei focus di Piganzoli sarà migliorare la posizione e le prestazioni a cronometro
In ottica cronometro avete parlato?

Sì, Cervélo ha degli ottimi materiali, so che ci lavorano tanto su questa disciplina, quindi credo che potrò fare dei miglioramenti anche qui. In ottica Grandi Giri è un passo importante, ormai si gioca tutto sul filo dei secondi. La Visma studia tanto su questo aspetto e credo che sia un buon passo da fare.

Primo incontro?

A fine novembre faremo un meeting di quattro giorni. Al Lombardia ci daranno le bici e poi faremo qualche test ancora su posizione e altri aspetti. Per il resto ci vedremo al training camp di dicembre.

Piganzoli cerca un regalo per le ultime gare con la Polti

13.09.2025
4 min
Salva

Tornato in corsa un mese esatto dopo l’ultima volta, Davide Piganzoli ha riallacciato il filo con la strada in maniera naturale. Nelle tre gare toscane che hanno aperto il calendario delle corse italiane di fine stagione l’atleta della Polti VisitMalta ha messo le cose in chiaro. Un terzo posto al GP Industria e Artigianato, ottavo al Giro della Toscana e decimo nella Coppa Sabatini. Tre top 10 che confermano le buone sensazioni avute nei giorni prima di rientrare in corsa e ben 190 punti UCI messi sul tavolo (in apertura foto Polti VisitMalta/Maurizio Borserini). 

La rincorsa alla top 30 del ranking UCI si fa agguerrita e ora è il momento di far vedere che al talento corrispondono anche risultati di peso. Davide Piganzoli lo sa e nelle ultime corse del 2025, nonché le ultime in maglia Polti VisitMalta, vuole fare tutto al meglio. Come sempre.

Non correvi da un po’, sei contento di com’è andata?

Sono felice, alla fine era da un mese che mancavo dalle corse, direi che era un po’ di tempo. Nel mese di assenza dalle gare ho lavorato tanto in altura, sono stato tre settimane in ritiro allenandomi bene. Una volta sceso avevo bisogno di capire a che punto erano le gambe e direi che posso ritenermi soddisfatto. Sicuramente in queste gare di fine stagione potrò utilizzare questo stato di forma per cercare di fare piazzamenti e portare punti alla squadra. 

Da dopo la pausa di metà stagione ti abbiamo visto solamente a Burgos…

Fino al campionato nazionale ho tirato dritto, come al solito, poi mi sono fermato per recuperare e riposare. Mi sentivo stanco e avevo necessità di fermarmi e rifiatare. Sono tornato in gara ad agosto alla Vuelta a Burgos, però non mi sentivo pimpante. Da lì ho resettato tutto e sono tornato ad allenarmi al meglio per questo finale di stagione. 

Altura ad agosto, dove sei andato?

Sono stato vicino a casa (Piganzoli è valtellinese, ndr) e ho diviso i giorni tra Livigno e Stelvio. Mi sono confrontato con la squadra perché non avevo molte gare in programma ad agosto, quindi abbiamo deciso di puntare alle gare di fine stagione. Sicuramente correrò fino al Giro di Lombardia, vedremo se avrò le gambe per arrivare anche alla Veneto Classic. 

Su cosa hai lavorato in questa altura di fine stagione?

Sentivo di aver bisogno di un altro blocco di chilometri e di ore da mettere nelle gambe. Era da un po’ che non facevo uscite lunghe, mi sono concentrato molto sul medio per poi fare dietro motore una volta tornato a casa.

Piganzoli cambierà squadra a fine stagione, le voci lo danno alla Visma Lease a Bike (foto Polti VisitMalta/Maurizio Borserini)
Piganzoli cambierà squadra a fine stagione, le voci lo danno alla Visma Lease a Bike (foto Polti VisitMalta/Maurizio Borserini)
Obiettivo? Solo fare punti?

Ci sono ancora delle possibilità da qui a fine stagione, non ultimo il Giro di Lussemburgo che inizierà il 17 settembre. Devo farmi trovare pronto, l’idea è quella di fare punti ma una vittoria non farebbe male, anzi sarebbe meglio per tutti. 

Saranno le ultime gare in maglia Polti?

Lo saranno, attendiamo l’ufficialità prima di dire tutto. Fa strano pensare di lasciare la squadra che mi ha cresciuto e che mi è stata sempre molto vicina. E’ una realtà italiana e spagnola, quindi molto vicina a me. Penso che questa cosa mi mancherà tanto, però credo sia arrivato il momento di salutarci. Rimarremo sempre in buoni, anzi buonissimi rapporti.

Piganzoli: «Il livello è salito, ma io vado più forte dell’anno scorso»

22.05.2025
6 min
Salva

Oltre metà Giro d’Italia è alle spalle, ma il bello deve ancora venire. E in questo bello che ci si aspetta mettiamo anche Davide Piganzoli. Con il corridore della Polti-VisitMalta abbiamo fatto il punto della situazione più o meno al giro di boa della corsa rosa.

Sin qui ha corso bene. Si è fatto vedere il giusto ed è lì a ridosso della top ten della generale: 17° a 3’59” da Del Toro e la decima posizione a 1’26”. Bisogna dire anche che rispetto all’anno scorso, tolto Tadej Pogacar, il livello medio per la contesa delle posizioni di vertice è molto più elevato e più affollato. Eppure dopo ogni difficoltà si sfogliano le classifiche e “Piga” c’è.

Davide Piganzoli (classe 2002) incontrato in questi giorni della corsa rosa
Davide Piganzoli (classe 2002) incontrato in questi giorni della corsa rosa
Davide, come sta andando?

Sinceramente ho iniziato bene in Albania, penso di aver fatto delle buone prestazioni. Poi ho avuto una caduta il giorno della grande caduta che mi ha un po’ debilitato. Però dai, credo che mi sto riprendendo. Siamo riusciti a uscirne indenni dagli sterrati di Siena, quindi è già un buon segnale.

San Pellegrino in Alpe, ma anche Tagliacozzo e Siena sono state le tappe più importanti sin qui: come ti sei sentito?

A Tagliacozzo venivo dalla caduta del giorno prima. Avevo un po’ di dolore sui glutei. Sapete, dopo una caduta alla fine si è sempre un po’ debilitati però dai, mi sono staccato quando ho iniziato il tratto duro. A quel punto ho cercato di tener duro e di rimanere lì, appunto, senza perdere troppo. Sapevo che sarebbe stata una giornata difficile.

E a Siena con gli sterrati? Dalla tv ci è parso vederti rimontare un paio di volte…

Sono soddisfatto perché alla fine ero nel secondo gruppo dietro ai primi 15. E’ tutta gente di esperienza e anche molto forte, quindi credo di essermi difeso bene. E anche la squadra ha fatto un ottimo lavoro per prendere appunto gli sterrati.

Il lombardo sta migliorando molto a crono. A Tirana è andato molto bene: 18°. Ha pagato qualcosina in più invece a Pisa
Il lombardo sta migliorando molto a crono. A Tirana è andato molto bene: 18°. Ha pagato qualcosina in più invece a Pisa
Se dovessi fare un paragone con il Giro dell’anno scorso, dopo 9 tappe, come ti senti?

Sicuramente è cambiato il livello perché veramente quest’anno si va molto più forte rispetto all’anno scorso, perché c’è più gente che va forte in salita. Alla fine l’anno scorso c’era Pogacar, poi ce n’erano quattro o forse cinque dietro di lui. Quest’anno invece ce ne sono veramente dieci che possono giocarsi il Giro e sono tutti lì ogni giorno che vogliono stare davanti. Quindi ritmo più alto e c’è più concorrenza. Però io credo che come numeri sono messo bene, sono sopra i livelli dell’anno scorso, quindi penso appunto che ci sarà da divertirsi nell’ultima settimana e se staremo bene cercheremo un po’ di fare la differenza.

E parlando in modo più concreto: recupero, approccio alle tappe, stress… Come lo stai vivendo?

Sicuramente mi sento meglio, mi sento cresciuto sia per carico di allenamenti che ho fatto, che per tutto il resto. Io credo e sono fiducioso che possa essere un bel Giro, anche sulla crono ci ho lavorato molto. Anche sul Teide, dopo la Tirreno. Quel distacco può essere un nonnulla se si pensa agli ultimi giorni.

Da oggi iniziano tre tappe che in teoria dovrebbero essere un po’ più facili. Possono essere dei recuperi attivi? Frazioni in cui risparmiare il più possibile?

Avremo tre giorni meno difficili su carta ed appunto è importante cercare di spendere il meno possibile, di essere lì davanti per non prendere buchi, però appunto di cercare di rimanere in classifica senza spendere troppo.

Piganzoli è al suo secondo Giro d’Italia. L’anno scorso a Roma fu 13°
Piganzoli è al suo secondo Giro d’Italia. L’anno scorso a Roma fu 13°
E come saranno gestite anche da un punto di vista alimentare? Avete fatto un piano diverso per queste frazioni con così poco dislivello?

Abbiamo un nutrizionista che lavora con noi che valuta ogni giorno tutto il nostro dispendio calorico per poi impostarci appunto il successivo pasto di recupero. Il pasto di recupero, la merenda, la cena e lo snack prima di andare a dormire che varia appunto in base a quanto abbiamo consumato ogni giorno, pertanto sarà tutto calibrato a dovere.

Il tuo team manager, Ivan Basso, per esempio, avrebbe corso sempre davanti. È ipotizzabile rischiare un pochino meno e starsene un po’ più in coda, risparmiare un po’ di energia? Una volta si diceva che gli “appartamenti erano più larghi” dietro…

Di certo dietro si sta molto meglio, però ci sono anche veramente molti più rischi, perché sicuramente una caduta non avviene mai nelle prime cinque posizioni, ma sempre dalla trentesima, cinquantesima in poi. Se sei nei primi 30, la puoi schivare. Se invece sei dietro, rimani coinvolto anche se non cadi e sei obbligato a fare un rilancio per rientrare. O magari prendi un buco di cui avresti fatto volentieri a meno.

Chiaro…

Come ho detto prima, a livello alto ci sono tante squadre che vogliono stare davanti e questo crea nervosismo, crea velocità e questo penso sia il motivo per cui in questo momento le medie siano così alte. Se va bene, quando mancano 30-40 chilometri tutti iniziano a spingere perché i capitani vogliono stare davanti. Altrimenti succede sin dall’inizio della tappa come si è verificato più volte.

Ecco Piganzoli con Pellizzari, i due sono stati spesso compagni in azzurro tra gli U23
Ecco Piganzoli con Pellizzari, i due sono stati spesso compagni in azzurro tra gli U23
A proposito di stare davanti: tante volte parlando con gli altri atleti delle Professional, quando si va in queste grandi corse emerge il tema che le WorldTour si arrogano il diritto di stare davanti, quasi fosse una gerarchia prestabilita in gruppo. Ci viene in mente Pellizzari per esempio, quest’anno che è alla Red Bull-Bora, viaggia costantemente davanti. Tu come giudichi questo argomento?

Un po’ di gerarchia c’è. Io rispetto tutte le squadre, alla fine capisci che se ti passa davanti un corridore della UAE Emirates o della Red Bull-Bora, è quasi giusto che stia davanti lui visti i leader che hanno. Tuttavia ci sono momenti in gara che questo non deve accadere e bisogna saper qual è il momento esatto. Bisogna capire qual è il momento perché se un giorno noi ci vogliamo giocare una vittoria di tappa con Lonardi, è giusto che anche la Polti-VisitMalta stia davanti e tenga davanti il suo leader. Il giorno che io voglio provare a fare la tappa in salita è giusto che anche io possa avere la possibilità di prendere la salita con i primi.

A proposito di Pellizzari. Siete le speranze azzurre. Vi parlate mai in gruppo? Che rapporto avete?

Io e Giulio siamo veramente tanto amici. Parliamo di bici, ma non solo. Anche al di fuori del ciclismo ci sentiamo. Le nostre compagne sono amiche, andiamo a cena fuori… Noi ci confrontiamo in tutto e per tutto, non solo sul ciclismo. E’ bello il rapporto che si è creato.

Come lo vedi pedalare?

Bene, va veramente forte. Nella tappa di Siena è andato come un aereo. Quando Roglic ha bucato l’ha riportato dentro e poi ha tirato per contenere un pochino il ritardo. Sì, sta andando veramente forte, quindi gli auguro il meglio.

Allora la prossima domanda la faremo a lui, vediamo che ci dice quando gli chiederemo: come pedala Piganzoli?

Speriamo che dica: forte!

Il Giro dei giovani: la lotta per la maglia bianca e non solo

12.05.2025
5 min
Salva

Il Giro d’Italia è ufficialmente iniziato e le prime tappe albanesi hanno assegnato le varie maglie ai rispettivi, anche se momentanei, padroni. La Corsa Rosa, con le sue ventuno tappe, è lunga e ogni giorno tutto può cambiare. Dobbiamo attenderci passaggi di mano ed eventuali ribaltamenti. Della lotta al simbolo del primato, la maglia rosa, abbiamo parlato tanto. Ma tra le varie classifiche ce n’è una che apre uno spiraglio sul futuro e il presente di questa corsa: quella del miglior giovane. Il simbolo del primato è la classica maglia bianca, quest’anno sponsorizzata da ConadLa classifica riservata ai giovani è aperta a tutti i corridori under 25, quindi nati dal 2000 in avanti.

Sono quarantasei gli atleti che rientrano in questo criterio, ma non tutti per caratteristiche tecniche e ruoli in squadra saranno alla caccia del simbolo del primato a loro riservato. 

Tiberi ha vinto la maglia bianca nel 2024, l’ha presa alla tappa numero 11 e l’ha portata fino a Roma
Tiberi ha vinto la maglia bianca nel 2024, l’ha presa alla tappa numero 11 e l’ha portata fino a Roma

Corsa a due?

Per provare a capire chi tra i giovani possa lottare per questa speciale maglia, indossata in passato da corridori come Aru, Quintana, Richie Porte e Bernal, abbiamo chiesto aiuto a Marino Amadori. Il cittì della nazionale under 23 ha visto in azione tutti i pretendenti alla maglia bianca 2025 e ha le idee chiare sui favoriti. 

«Intanto segnerei il nome di chi l’ha indossata a Roma lo scorso anno – dice Amadori – ovvero Antonio Tiberi. E’ stato il primo italiano, a distanza di nove anni da Fabio Aru, a trovare di nuovo la vetta di questa speciale classifica. Per il resto c’è tanta qualità, anche da parte dei corridori stranieri. Uno su tutti direi che è Juan Ayuso, lo spagnolo è venuto qui per vincere il Giro quindi rientra di diritto tra i pretendenti alla maglia bianca. In effetti, per forza di cose, la classifica dei giovani va di pari passo con quella generale».

Giovani e leader

Il ragionamento del cittì azzurro non fa una piega. La maglia bianca era stata inserita nei Grandi Giri per dare rilevanza e un segno distintivo ai giovani in grado di combattere insieme ai grandi. Nelle ultime stagioni però è successo che i giovani arrivano nel professionismo pronti a fare bene. Lo si è visto al Tour de France con Tadej Pogacar, capace di vincere la maglia bianca per quattro anni di fila abbinando in due occasioni la vittoria della classifica generale. Insieme allo sloveno hanno contribuito a riscrivere questa regola anche Remco Evenepoel e proprio lo stesso Juan Ayuso. Il belga e lo spagnolo hanno vinto la classifica riservata ai giovani alla Vuelta Espana rispettivamente nel 2022 e nel 2023. 

«E’ chiaro che la lotta per la maglia bianca – spiega il cittì Amadori – è riservata a quei ragazzi le cui squadre lasciano campo libero. In questo Giro d’Italia di leader dichiarati che hanno meno di venticinque anni sono pochi, oltre a Tiberi e Ayuso mi viene in mente Piganzoli. Questi sono i tre che metterei su un possibile podio riservato ai giovani, esattamente nell’ordine elencato. Ayuso lo vedo favorito addirittura per la maglia rosa finale, ha una squadra forte che sa come correre sulle tre settimane. Anche nel suo passaggio tra gli under 23, seppur breve, aveva mostrato qualità incredibili. Lo stesso ha fatto Tiberi quando era alla Colpack. In corsa si vedeva un divario netto con gli altri. Entrambi sono forti in ogni aspetto, Ayuso dalla sua ha anche una grande esplosività. Tiberi invece è un regolarista. Se dovessi fare un paragone lo accosterei a Indurain. 

La prima maglia bianca del Giro d’Italia 2025 è andata a Francesco Busatto, il veneto l’ha indossata al termine della tappa di Tirana
La prima maglia bianca del Giro d’Italia 2025 è andata a Francesco Busatto, il veneto l’ha indossata al termine della tappa di Tirana

Tanti talenti

Il vincitore della maglia bianca probabilmente uscirà da un duello a due tra Ayuso e Tiberi ma i giovani interessanti al via di questo Giro sono diversi e in gradi di fare bene, anche solo per una tappa o per mostrare le loro qualità accanto ai capitani. 

«Poi se allarghiamo il discorso ai giovani in grado di competere e fare bene nel corso dell’intero Giro d’Italia – conclude Amadori – me ne vengono in mente tanti. Uno su tutti è Pellizzari, un predestinato nelle corse a tappe. Il solo fatto di essersi conquistato un posto al Giro, che non era nei programmi iniziali, gli fa onore. Sarà al servizio di Roglic, vero, ma la sua forza non si discute. Tra gli altri giovani interessanti inserirei Garofoli e Marcellusi. La UAE ha elementi forti come Del Toro e Baroncini, ma correranno tutti in appoggio ad Ayuso, sarà difficile che trovino spazio per emergere».

Zanatta: «Contento se… Torniamo dal Giro con una tappa»

07.05.2025
5 min
Salva

Stefano Zanatta e i corridori della Polti VisitMalta sono arrivati ieri sera in Albania, i mezzi e il personale era già lì da qualche giorno come ci ha raccontato Maurizio Borserini, creatore delle immagini per il team. Il tempo di prendere dimestichezza con l’asfalto albanese non è tanto, oggi la sgambata sarà nel primo pomeriggio, poi domani (giovedì, ndr) si dovranno trovare i ritagli di tempo per fare tutto. Il Giro d’Italia parte per la prima volta della sua storia ultracentenaria dall’Albania. Ci si accorge della grandezza di un evento del genere solamente quando deve “traslocare” dall’Italia. La carovana è immensa e tutto deve essere coordinato al meglio

Aurum ha pensato ad una livrea speciale per il Giro, realizzata da Lechler

Voci da Tirana

Questa mattina alle ore 10, a Tirana, c’è stata la riunione delle squadre. Il meteo è buono a differenza di quello che ci accompagna in questo inizio maggio nel nostro Paese. 

«In queste ore i ragazzi hanno visionato alcuni punti della prima tappa – dice Zanatta – come la salita finale che si andrà a ripetere due volte, mentre domani cercheremo di andare sul percorso della cronometro e della terza frazione. Il tempo a disposizione non è molto».

Piganzoli è chiamato a fare uno step in più rispetto al 2024, vincere una tappa al Giro sarebbe un modo per affermare il proprio talento
Piganzoli è chiamato a fare uno step in più rispetto al 2024, vincere una tappa al Giro sarebbe un modo per affermare il proprio talento

Da cinque edizioni

Per il team di Ivan Basso e Fran Contador sta per iniziare il quinto Giro d’Italia, da quando la squadra è diventata professional ha sempre partecipato alla Corsa Rosa. I risultati sono arrivati fin da subito: al primo anno, nel 2021, Lorenzo Fortunato ha vinto in cima allo Zoncolan. Successo bissato due anni dopo da Davide Bais a Campo Imperatore. 

«Lo spirito con il quale affrontiamo questo Giro – racconta Stefano Zanatta – è lo stesso delle stagioni passate. Portiamo corridori che sanno lottare e andare in fuga. L’obiettivo che mi pongo è quello di vincere una tappa, è una cosa che abbiamo nelle nostre corde. Con Davide Piganzoli daremo un occhio alla classifica ma la squadra non sarà a sua disposizione tutto il giorno. Anche lui dovrà essere bravo nel crearsi le occasioni per vincere una tappa. Va bene fare una bella classifica, ma vincere una tappa al Giro ti fa cambiare status». 

Un po’ come fatto da Fortunato quattro anni fa…

In un certo senso sì, la cassa di risonanza di quella vittoria in cima allo Zoncolan ha lanciato Fortunato nel ciclismo dei grandi. Sono corridori diversi, Piganzoli è molto più completo. Sa difendersi bene a cronometro e mentalmente arriva per lottare. I risultati lo dicono, al Gran Camino ha mostrato ottime qualità. 

Piganzoli è arrivato al punto di potersi giocare la vittoria con i migliori o deve andare in fuga?

Penso abbia fatto vedere che è capace di stare con i più forti. Al Tour of the Alps ha colto un bel piazzamento nella seconda tappa. Deve imparare a gestire meglio il finale ma ha fatto passi importanti in questo senso. E’ un atleta che ha il colpo di mano, il guizzo per spuntarla in uno sprint ristretto. 

L’ultima vittoria di tappa al Giro, la seconda nella storia di questa squadra, l’ha firmata Davide Bais nel 2023 a Campo Imperatore
L’ultima vittoria di tappa al Giro, la seconda nella storia di questa squadra, l’ha firmata Davide Bais nel 2023 a Campo Imperatore
Ha mostrato anche di avere la solidità sulle tre settimane…

Senza dubbio. Il fatto principale è che il Giro è lungo, molto lungo. Può succedere di tutto. Comunque Piganzoli al suo primo Giro ha sfiorato la top 10, non è una cosa da poco. 

Parlaci degli altri sette corridori…

Non avremo nessun debuttante, questo credo sia un vantaggio in termini di esperienza e recupero. La squadra è più matura rispetto a un anno fa. L’uomo squadra, sembra scontato dirlo, sarà Maestri. Ha esperienza, forza e sa dare l’anima in bici. 

Ci saranno anche i fratelli Bais, Mattia e Davide. 

E’ il loro terzo Giro d’Italia insieme. Davide ha già vinto una tappa, mentre Mattia ci ha mostrato una crescita incredibile. Sa tenere in salita e inoltre è un attaccante nato. Non dimentichiamoci Pietrobon. Lui lo scorso anno ha sfiorato la vittoria a Lucca e ha vinto la classifica del più combattivo con quasi mille chilometri di fuga. 

Lonardi, in maglia verde, ha vinto la classifica a punti in Turchia ed ha mostrato un’ottima costanza nei risultati in questo 2025
Lonardi, in maglia verde, ha vinto la classifica a punti in Turchia ed ha mostrato un’ottima costanza nei risultati in questo 2025
C’è anche il nuovo innesto Tonelli

Nuovo per il nostro team ma di esperienza al Giro ne ha da vendere. Nelle edizioni precedenti è andato vicino al successo di tappa in due occasioni: una nel 2022 con un terzo posto e nel 2023 ha fatto quarto nella tappa di Rivoli. 

In tanta Italia c’è spazio per uno spagnolo: Munoz.

Lui è il nostro jolly, è in grado di rimanere accanto a Piganzoli, ma è capace di dare un ottimo contributo per le volate, nelle quali avremo Lonardi. Lui fa fatica a vincere, tuttavia da un anno e mezzo ha trovato una costanza incredibile. Ha colto dodici top 10 e ha appena vinto la maglia a punti al Presidential Tour of Turkiye.

Piganzoli: l’esperienza maturata e i progressi verso il Giro

27.04.2025
4 min
Salva

SAN CANDIDO – Davide Piganzoli è sempre più al centro del progetto della Polti-VisitMalta, il valtellinese cresciuto con passi mirati e precisi si appresta a correre il suo secondo Giro d’Italia in carriera. Dopo l’esordio della passata stagione e un solido tredicesimo posto finale, arrivato grazie a caparbietà e tenacia, i riflettori si girano illuminando anche il suo profilo.

L’avvicinamento è restato pressoché lo stesso del 2024, concluso in crescendo con il terzo posto al Giro dell’Emilia: si è partiti con le corse in Spagna, poi la Volta a la Comunitat Valenciana, Tirreno-Adriatico e infine Tour of the Alps (in apertura foto Maurizio Borserini). L’unica differenza è arrivata dal fatto di aver corso il Gran Camino e non il Tour of Antalya, vinto lo scorso anno. Scelta forzata visto che la corsa a tappe turca non è stata disputata. 

Il passaggio dal Tour of the Alps ha permesso a Piganzoli di confrontarsi con i migliori scalatori in vista del Giro (foto Maurizio Borserini)
Il passaggio dal Tour of the Alps ha permesso a Piganzoli di confrontarsi con i migliori scalatori in vista del Giro (foto Maurizio Borserini)

Solidità

I risultati non sono diversi, anzi, anche quelli sono praticamente identici: nei primi quindici alla Valenciana e in top 20 alla Tirreno. E’ mancata la vittoria, vero, ma le prestazioni colte al Gran Camino sono sembrate più solide: sempre tra i primi e un secondo posto nella cronometro alle spalle di Derek Gee

«Sicuramente arrivo con una maturazione diversa – racconta all’interno della tenda dietro al palco delle premiazioni – mentre il programma di lavoro è rimasto lo stesso, sia prima che dopo il Tour of the Alps. Quindi ho fatto un ritiro in altura, poi questa corsa per rifinire il lavoro e poi si va verso il Giro d’Italia. Visti i risultati dello scorso anno credo che sia un approccio corretto. In generale mi sento migliorato parecchio e si può sperare in bene».

Al termine di questi cinque giorni di gara il valtellinese ha colto un 11° posto finale, 3° fra i giovani
Al termine di questi cinque giorni di gara il valtellinese ha colto un 11° posto finale, 3° fra i giovani
Maturato in cosa?

Sicuramente ho un maggiore quantitativo di esperienza e sento di essere migliorato fisicamente. Anche la squadra credo sia cambiata in meglio.

Andiamo per punti, perché ti senti più forte fisicamente?

Mi sento più forte sul ritmo gara, riesco a tenere meglio il passo degli altri uomini di classifica. Quando sei giovane devi sempre prendere un po’ di dimestichezza con il gruppo e migliorare. Credo, con il passare del tempo e delle stagioni, di arrivarci. 

A livello di esperienza in gara cosa hai imparato dal Giro dello scorso anno?

Sicuramente che bisogna sempre stare attenti e cercare di non andare a tutta ogni giorno. L’obiettivo in una gara così lunga è di mantenere un briciolo di freschezza per il finale perché proprio nelle tappe conclusive si creano occasioni importanti.

Piganzoli nella prima parte di stagione ha disputato diverse corse a tappe, qui al O’ Gran Camino chiuso al secondo posto
Piganzoli nella prima parte di stagione ha disputato diverse corse a tappe, qui al O’ Gran Camino chiuso al 2° posto
Cosa hai cercato di fare “in più” rispetto al 2024?

Ho cercato di fare piccoli passi: qualcosa in più per il fondo aumentando leggermente le ore in bici, migliorando quello che lo scorso anno ho curato meno, ovvero i chilometri fatti durante la settimana. Il risultato è che mi sento più solido a livello di prestazione. 

Guardando alla prestazione fatta in questo Tour of the Alps come ti senti? Sei sui passi giusti?

Credo di essere in un buon periodo, tutto sta andando secondo i piani. Dopo questi giorni mi godrò un attimo di riposo e poi andremo diretti in Albania. Anche quest’anno guarderò ancora la classifica, ma senza troppo stress. Siamo in una squadra piccolina e questo credo sia un vantaggio anche per puntare a qualche fuga e conquistare delle tappe. 

Uno dei punti in cui Piganzoli si sente più forte rispetto al 2024 è il passo, anche sulle salite lunghe
Uno dei punti in cui Piganzoli si sente più forte rispetto al 2024 è il passo, anche sulle salite lunghe
Senza Pogacar sarà un Giro più aperto?

Sì, sicuramente e credo lo sarà fino alla fine. Come in questi giorni ci saranno tanti campioni e tanti corridori che potranno fare la gara. Senza qualcuno in grado di dominare vedremo maggior controllo probabilmente ma allo stesso tempo ci sarà più spettacolo e maggior spazio per tutti. 

Più bello ma più difficile da interpretare?

Tecnicamente sarà difficile tenere in mano la corsa, però dai, credo sia una cosa positiva per lo spettacolo e per gli spettatori a casa.