Persico regola Bruttomesso: la San Geo è sua

25.02.2023
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L’urlo per celebrare la vittoria della Coppa San Geo di Davide Persico viene portato via dal forte vento che ha contraddistinto tutta la giornata. Il bergamasco ha regolato il gruppo in una volata ristretta sul traguardo di San Felice del Benaco, paese che si affaccia sulla sponda bresciana del lago di Garda (in apertura foto Rodella). Il velocista della Colpack Ballan è stato di parola, ci aveva detto, pochi giorni fa, di volersi prendere la squadra sulle spalle, e così è stato.

A completare il podio, insieme a Persico e Bruttomesso c’è D’Amato della Biesse Carrera (foto Rodella)
A completare il podio, insieme a Persico e Bruttomesso c’è D’Amato della Biesse Carrera (foto Rodella)

Buona la prima

Scherzando diciamo a Persico che la nostra intervista a casa Santini gli ha portato fortuna e lui sorride. Il Team Colpack-Ballan oggi ha preso le redini della corsa fin dai primi chilometri, a testimonianza che l’obiettivo era chiaro: vincere. 

«E’ stata una gara un po’ nervosa – dice Persico – essendo la prima, tutti avevano qualche dubbio sulla condizione e puntavano a stare davanti, per non trovarsi a rincorrere. Noi abbiamo cercato di restare sempre nelle prime posizioni, ma la corsa è stata sempre incerta. I due circuiti finali erano veloci, ma con due strappi importanti che man mano hanno sgretolato il gruppo. Negli ultimi tre giri c’era davanti un mio compagno (Romele, ndr), aveva anche lui possibilità di fare risultato.

«Io stavo bene, mi sono messo sulla ruota degli altri ed ho aspettato paziente il momento giusto. Devo ringraziare i miei compagni, soprattutto Romele che, dopo essere stato in fuga, mi ha dato una mano a prendere una migliore posizione per la volata. Ci tenevo a partire bene, è una gara speciale per me, l’ho vinta due anni fa e nel 2022 sono arrivato terzo».

Ecco Bruttomesso

Alle spalle di Persico, con una volata di rimonta, si è piazzato Bruttomesso, alla sua prima corsa con il CTF. Sul palco qualcuno gli dice che è un secondo posto d’oro. Lui sorride, ma lo sguardo trasmette poca convinzione nelle parole ascoltate.

«Sono contento del risultato – dice – mi sentivo bene e le sensazioni erano ottime, anche in corsa mi sentivo veramente bene. Sullo strappo finale sono andati via inizialmente in due, successivamente siamo scollinati in tre. Ma in men che non si dica, ad un chilometro dalla fine ci hanno ripreso a causa della poca collaborazione tra di noi. Mi sono comunque lanciato nella volata perché stavo bene, un po’ di rammarico c’è, non posso nasconderlo.

«Il cambio di squadra – riprende dopo l’interruzione per le interviste in diretta – l’ho sentito. Complice anche il fatto che non ho più la scuola a cui pensare. Mi sono allenato bene durante l’inverno, con tante ore sulla bici. Ho modificato un po’ la preparazione lavorando un po’ anche in palestra, la differenza si sente».

Esperienze comuni per crescere

La cosa che accomuna Persico e Bruttomesso è la voglia di emergere, che passa anche per le corse all’estero. Il CTF porta i propri ragazzi oltre confine già da qualche stagione, soprattutto verso Est. Da quest’anno l’obiettivo è puntare al Nord, per trovare una nuova scuola dalla quale imparare. Ce lo hanno confermato anche in mattinata, prima della partenza, i diesse. I ragazzi fremono per queste nuove opportunità e non vedono l’ora di partire. 

Per la Colpack, invece, la novità è più fresca, lo avevamo raccontato quest’inverno quando i calendari erano da definire: «Anche con la squadra – conferma Persico – ci siamo dati l’obiettivo di essere più competitivi in ambito internazionale. Andremo a fare qualche gara in Belgio e in Croazia il prossimo mese, dove cercheremo di fare del nostro meglio e di crescere. Si è visto negli ultimi anni come il velocista deve tenere anche sugli strappi, il percorso della San Geo ne è la prova.

«Mi sono allenato tanto per diventare un corridore sempre più e anche lui (dice indicando Bruttomesso, ndr) si vede che è più preparato. Siamo due velocisti importanti per il movimento giovanile italiano e sfidarsi così a viso aperto non può che alzare il livello di entrambi. Di sicuro ci rivedremo anche al Giro d’Italia Under 23 e saranno altre belle volate».

Bruttomesso: nel 2024 alla Bahrain Victorious, ora il CTF

18.11.2022
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Il passaggio di Alberto Bruttomesso al Cycling Team Friuli aveva dietro uno scopo più grande. Il corridore vicentino, infatti, come il suo nuovo compagno di squadra Buratti, è promesso sposo della Bahrain Victorious, con la quale passerà professionista nel 2024. Il CTF da quest’anno è diventato team di sviluppo della Bahrain. Questa stagione in Friuli servirà a Bruttomesso per prendere le misure con un mondo che lo aspetta a braccia aperte e con la clessidra in mano. 

«A breve faremo il primo allenamento a Udine – racconta Bruttomesso – per iniziare a conoscerci, mentre a gennaio avremo il primo ritiro in preparazione alla stagione».

Il contatto con la Bahrain è arrivato prima del Giro d’Italia U23, dove Brutmesso ha conquistato la maglia rosa nella prima tappa
Il contatto con la Bahrain è arrivato pochi giorni prima del Giro d’Italia U23
Una notizia, quella del tuo passaggio al CTF, che ha dietro uno scopo più grande… 

Diciamo che questo è stato più un percorso intrapreso che mi porterà, alla fine del 2023, al passaggio nei professionisti con la Bahrain. Durante la stagione avrò modo di lavorare e di conoscere l’ambiente, a gennaio, per esempio, durante il ritiro di cui parlavo prima, ci sarà anche il team WorldTour. 

Quale sarà il più grande cambiamento per questa stagione?

Il programma prevederà delle gare all’estero, il Cycling Team Friuli è una delle squadre under 23 con il calendario più ampio. Tutti i passi che muoverò quest’anno serviranno per arrivare il più pronto possibile al salto con i professionisti. 

Chi ti ha contattato prima, la Bahrain o il CTF?

La Bahrain, mi hanno telefonato poco prima del Giro d’Italia Under 23 (dove ha vinto la prima tappa, ndr). L’argomento della telefonata era proprio il passaggio tra i professionisti nel 2024. 

Alberto Bruttomesso, classe 2003, al suo primo anno tra gli under 23 ha vinto 6 corse (foto Instagram)
Alberto Bruttomesso, classe 2003, al suo primo anno tra gli under 23 ha vinto 6 corse (foto Instagram)
E quando è arrivato il CTF?

La decisione di correre con loro la prossima stagione è stata presa i primi di settembre, è stata una proposta nata in virtù del fatto che sarebbero diventati team development della Bahrain. Ci ho pensato a lungo ed ho concluso che sarebbe stata una buona scelta. 

Hai già avuto modo di vedere il mondo che c’è dietro al CTF?

La prima settimana ho parlato con Alessio Mattiussi, il preparatore, ma non ci siamo detti nulla. Oggi l’ho incontrato per la prima volta. Così come ho visto un po’ di sfuggita il CTF Lab, solo per prendere la misura della bici.

L’unica tua esperienza all’estero è arrivata al Tour de l’Avenir, non è andata bene però…

E’ stata un’esperienza difficile, il mio obiettivo era imparare e mettere un mattoncino in più nella mia crescita. Purtroppo non sono stato neanche molto fortunato. Nella seconda tappa sono caduto e mi sono portato dietro un dolore al polso che mi ha limitato. Nella tappa precedente alla crono abbiamo preso tanta acqua, il giorno dopo ho pagato tutte queste cose, insieme ad una buona dose di inesperienza e mi sono ritirato. Però meglio che mi sia successo al primo anno piuttosto che più avanti. 

Ci avevi già detto che preferivi fare esperienza nella categoria e poi guardare più in alto, al professionismo…

Dell’anno fatto con la Zalf sono soddisfatto, alla fine il mio obiettivo primario era la maturità. Poi abbiamo partecipato a gare di alto livello: come il Giro d’Italia e il Giro del Friuli.

Bruttomesso ha partecipato in maglia azzurra al Tour de l’Avenir (foto Alexis Dancerelle/Direct Velo)
Bruttomesso ha partecipato in maglia azzurra al Tour de l’Avenir (foto Alexis Dancerelle/Direct Velo)
Confrontarsi però costantemente con altri percorsi e squadre differenti sarà un passo in più?

Sì, la proposta è quella di fare 3-4 corse all’estero, ma per il momento il calendario è un’incognita. Sicuramente di attività fuori confine ne faremo molta. Ci confronteremo con altre squadre development legate a team WorldTour e faremo anche più gare internazionali. Come detto, sarà tutto un lavoro di preparazione al professionismo.

Non siete l’unica squadra satellite della Bahrain, c’è anche il Cannibal Team.

L’affiliazione con il Cannibal Team è importante anche per noi, perché dovrebbe diventare il nostro appoggio in Belgio, così da ampliare il range di gare all’estero. 

Avere un contratto da professionista già firmato come ti fa approcciare alla nuova stagione?

Mi mette tranquillità, perché l’accordo (triennale, ndr) c’è già. Ovviamente quando sarò in corsa penserò solo a fare bene e dare il massimo, come al solito. Questo contratto mi porterà ad avere una maggiore serenità e lucidità in gruppo. 

Bryan Olivo, dategli una bici e sarà felice

05.07.2022
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Il Cycling Team Friuli lo abbiamo imparato a conoscere bene, la realtà friulana guidata da Renzo Boscolo si sta mettendo sempre più in luce. La realtà del CTF è giovane ed ambiziosa. Tra i tanti ragazzi che ci sono nel team uno si è messo in buona luce nell’ultimo periodo: si tratta di Bryan Olivo (in apertura, immagine Lucia e Stefano photo). Classe 2003, al primo anno nella categoria under 23, si è portato a casa il podio al campionato nazionale a cronometro. Vero che i partecipanti alla corsa erano solamente 14, ma in un ciclismo giovanile che perde costantemente di sostanza, è giusto premiare chi onora l’impegno.

Bryan Olivo, campionati europei juniores, 2020
Bryan Olivo ha corso nel ciclocross fino agli juniores, qui ai campionati europei di categoria del 2020
Bryan Olivo, campionati europei juniores, 2020
Bryan Olivo ha corso nel ciclocross fino agli juniores, qui ai campionati europei di categoria del 2020

Adattamento non facile

Il passaggio dagli juniores all’under 23 non è mai scontato e banale. Adattarsi ad altri ritmi e ad avversari più grandi non è facile e Bryan ce lo racconta.

«Non è stata una prima parte di stagione semplice – ci dice il frizzante Bryan – un infortunio al ginocchio mi ha tenuto fermo per un mese proprio a ridosso dell’inizio della stagione. A causa di questo stop ho perso tutta la condizione ed il lavoro effettuato in preparazione. Il terzo posto nel campionato a cronometro ha un po’ rimesso a posto le cose, ora cercherò di fare meglio e vedremo dove riuscirò ad arrivare». 

L’attitudine per la crono sempre coltivata. Qui nel 2020 (foto Scanferla)
L’attitudine per la crono sempre coltivata. Qui nel 2020 (foto Scanferla)

Bici che passione

«Arrivo dall’Uc Pordenone – racconta Olivo – la squadra di casa mia (che all’inizio del 2022 ha chiuso i battenti, ndr). Con loro sono stato davvero molto bene e ho potuto fare tutte le esperienze che desideravo. Non sono uno che ama stare fermo, mi piace fare fatica. Grazie a mio fratello ho imparato ad amare ed apprezzare la bici in tutte le sue discipline. Ho corso sempre su strada ma ho fatto anche pista, cronometro e cross. Tutte queste attività mi hanno permesso di crescere e di imparare qualcosa».

Tutta questa voglia di fare e le numerose esperienze fatte nei vari campi del pedale hanno portato l’attenzione di Boscolo, e dell’intero Cycling Team Friuli, sul giovane Bryan.

«Cross l’ho praticato da esordiente primo anno fino agli juniores, sempre primo anno. L’anno scorso, invece, mentre ero ancora in forza al Pordenone, ho ottenuto la medaglia d’argento al mondiale di categoria, nella disciplina dell’inseguimento a squadre. Pratico anche quello individuale, ma è un pochino più complicato».

Tra le altre attività di Bryan c’è la pista, dove nel 2021 ha conquistato l’argento ai mondiali juniores nell’inseguimento a squadre (foto Jan Brychta)
Tra le altre attività di Bryan c’è la pista, dove nel 2021 ha conquistato l’argento ai mondiali juniores nell’inseguimento a squadre (foto Jan Brychta)

Tante discipline

Trovare un ragazzo così innamorato della bici in tutte le sue sfumature è difficile. A volte a tutta questa passione bisogna porre un freno, anche solo momentaneo, per permettere al ragazzo di crescere e maturare. 

«Con il cross mi sono fermato lo scorso anno e anche per quello in corso, vedremo se nel futuro riuscirò a rispolverarlo. E’ una disciplina che mi piace e che mi ha insegnato tanto sulla tecnica di base, sulla guida del mezzo, ecc. La cronometro e la pista, viste anche le discipline che pratico sul parquet, si assomigliano abbastanza e quindi è più semplice conciliarle. Anche se quest’anno non sono ancora andato a girare al velodromo, soprattutto a causa del problema al ginocchio che vi raccontavo prima».

Il CTF è una squadra giovane, ben 5 dei suoi atleti under 23 sono al primo anno nella categoria
Il CTF è una squadra giovane, ben 5 dei suoi atleti under 23 sono al primo anno nella categoria

Un team giovane

Il CTF è un team che punta molto sui ragazzi giovani, abbiamo avuto modo di parlarne anche con i loro direttori sportivi. In un ciclismo che viaggia sempre più veloce e dove i ragazzi entrano nel mondo dei professionisti sempre più presto è importante trovare subito il modo di lavorare corretto, senza perdere tempo.

«Siamo cinque ragazzi al primo anno da under 23 – ci dice sempre Olivo – con i direttori sportivi e tra di noi ci troviamo bene. Non è scontato trovarsi bene con i compagni e lo staff ma posso dirmi felice. Anche con i ragazzi più grandi il rapporto è ottimo, ci consigliano e ci stanno molto vicini. I prossimi anni, per la mia crescita saranno importanti, la squadra fa tante gare all’estero e so che arriverà anche il mio momento e mi farò trovare pronto. Mettersi alla prova al di fuori della propria “comfort zone” è importante per essere stimolati nella crescita e nell’apprendimento».

CTF sugli scudi: Buratti cresce e sogna il professionismo

06.05.2022
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Il Cycling Team Friuli ha fatto incetta di risultati nella sua trasferta oltre confine alla Carpathian Couriers Race. Fran Miholjevic si è portato a casa la classifica generale, quella di miglior giovane e la classifica a punti. Un altro nome che ha brillato in territorio slovacco, al confine con la Polonia, è quello di Nicolò Buratti.

Il giovane corridore friulano, classe 2001, non è mai uscito dalla top ten nelle quattro tappe disputate. Ha conquistato il prologo di apertura, il quinto posto nella seconda frazione, infine un secondo ed un decimo posto nelle ultime due tappe.

Potremmo dire che è stata una trasferta prolifica…

E’ stata una bella gara, nella quale abbiamo fatto bene come squadra e anche dal punto di vista personale mi ritengo molto soddisfatto. Non mi aspettavo di poter vincere il prologo iniziale, mi sentivo bene ma non credevo fino a questo punto. Per quanto riguarda il resto delle tappe, sapevo fossero adatte a me.

E’ la tua seconda vittoria stagionale dopo il GP La Torre a Fucecchio.

Sono, anzi, siamo partiti forte quest’anno. Il giorno prima della vittoria a Fucecchio avevo ottenuto il secondo posto alla Firenze-Empoli (vinta da Guzzo, ndr). Il mese di marzo è andato molto bene, sono arrivato terzo al Gp Slovenian Istria, gara 1.2. Aprile è stato un mese un po’ più sfortunato.

Sei al secondo anno con il CTF, come ti trovi?

E’ una squadra continental che fa molta attività anche in altre Nazioni: Croazia e Slovenia su tutte. Questo ci permette di lavorare bene e di confrontarci con corridori e squadre di alto livello. Il team è davvero giovane, abbiamo solamente un corridore elite (Sergio Tu, corridore taiwanese richiesto da Merida, classe 1997, ndr). Sono gare con un parterre di atleti con un livello più alto rispetto a quello nazionale. Ti scontri con continental straniere davvero attrezzate.

Nicolò Buratti ha ottenuto la sua seconda vittoria stagionale aggiudicandosi il prologo iniziale della Carpathian Couriers Race
Nicolò Buratti ha ottenuto la sua seconda vittoria stagionale aggiudicandosi il prologo iniziale della Carpathian Couriers Race
E’ un confronto positivo per crescere e maturare anche in ottica professionismo.

Sì, anche perché l’obiettivo di ognuno di noi è quello di passare professionista. Confrontarsi con atleti che hanno avuto esperienze tra i pro’ è giusto, anche perché il livello, una volta tra i grandi, è alto. Diciamo che ci si abitua da subito. La mia prima gara fuori confine è stato il GP Adria Mobil nel marzo del 2021. Una corsa molto rinomata alla quale hanno partecipato anche la Bardiani ed i team development della Jumbo e della Groupama.

Hai fatto il primo anno da under 23 al Pedale Scaligero, come sei arrivato al CTF?

Nei due anni da junior non ero andato molto bene, anzi direi che sono stati i miei due anni peggiori. Le cause sono un po’ psicologiche ed un po’ per la maturazione fisica tardiva. Il primo anno da under 23 con il Pedale Scaligero mi ha permesso di crescere e di mettermi in mostra, così è arrivata la chiamata del Cycling Team Friuli. Essendo io friulano un po’ ci speravo e quando mi hanno contattato non ci ho pensato due volte. 

Il Cycling Team Friuli è una realtà che lavora con ragazzi giovani per formarli e farli crescere (foto Scanferla)
Il Cycling Team Friuli è una realtà che lavora con ragazzi giovani per formarli e farli crescere (foto Scanferla)
Che differenze hai trovato nel cambiare squadra?

Il CTF è un ambiente molto professionale, sotto tutti gli aspetti: da quello atletico a quello mentale. Si ragiona da grande team ed è importante per far crescere dei corridori pronti al professionismo. In più anche a livello di struttura e di supporto all’atleta ci sono molte strutture, come il CTFLab, cui si si appoggiano anche alcuni atleti professionisti. Curano la preparazione e la biomeccanica per ottenere il meglio una volta che si sale in bici.

Come ti trovi con la squadra e con Renzo Boscolo?

Il gruppo di atleti è molto unito, essendo poi tutti vicini di età è facile andare d’accordo. Renzo, insieme a tutto lo staff e al presidente Roberto Bressan, è il motore della squadra. E’ sempre pieno di energia e di idee, ci sta molto dietro ed è un punto di riferimento per tutti noi. 

Sul podio di Fucecchio, Boscolo (a sinistra) con il vincitore Buratti e il CT Friuli
Sul podio di Fucecchio, Boscolo (a sinistra) con il vincitore Buratti e il CT Friuli
A proposito di pro’, hai corso anche con loro?

Sì, sempre l’anno scorso ho corso con il Cycling Team Friuli la Cro Race e poi con la nazionale la Per Sempre Alfredo. Devo ammettere che ho provato una particolare emozione, soprattutto in Croazia dove per la prima volta ho corso accanto a Landa e Yates. Sono emozioni che però poi bisogna metabolizzare, perché alla lunga deve diventare la normalità.

Tu sei al terzo anno, stai già pensando al professionismo, magari dall’anno prossimo?

Ci penso, come è giusto che sia. Il mio è stato un percorso abbastanza graduale, con il primo anno qui al CTF ho capito cosa vuol dire fare ciclismo e la vita da corridore. Dal 2022 ho avuto un miglioramento ulteriore delle mie qualità tecniche, sarebbe bello passare pro’, ce la metterò tutta e credo di essere abbastanza maturo.

Anche tra i ragazzi c’è una bella amicizia, qui De Cassan (a sinistra) e Buratti (a destra) che festeggiano la vittoria al GP La Torre
Anche tra i ragazzi c’è una bella amicizia, qui De Cassan (a sinistra) e Buratti (a destra) che festeggiano la vittoria al GP La Torre
Che tipo di corridore ti senti di essere?

Se dovessi mettermi in una categoria direi quella dei passisti-veloci, me la cavo molto bene sui percorsi mossi, come alla Carpathian Couriers Race. Non sono molto veloce, piuttosto preferisco le gare dure con arrivi in gruppi ristretti. Mi sento più un corridore da corse di un giorno.

Prossimi appuntamenti? Farai il Giro d’Italia Under 23?

Lo farò, sarà la mia seconda partecipazione, l’anno scorso ho ottenuto dei buoni piazzamenti, quest’anno punterò a migliorarmi. Tra poco andrò sul Pordoi insieme a due miei compagni proprio per preparare il Giro. E’ l’appuntamento più importante in Italia e l’atmosfera che si respira è davvero entusiasmante.

Di carattere come ti descriveresti?

Abbastanza tranquillo, riservato ed introverso. Vado d’accordo con le persone, in gruppo mi trovo bene.