Colnago C35, Enzo Ferrari

All’asta da Sotheby’s 4 capolavori firmati Colnago

04.12.2025
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Ancora una volta Colnago e la casa d’aste Sotheby’s tornano simbolicamente a incrociare le proprie strade. Quattro delle più importanti e rare biciclette che hanno fatto la storia del brand lombardo saranno messe all’asta in occasione della Collector’s Week organizzata da Sotheby’s ad Abu Dhabi. L’asta si svolgerà online e si chiuderà questo venerdì 5 dicembre alle 19:30 GST (Gulf Standard Time, le nostre 16:30 ndr).

Colnago Y1Rs, Tadej Pogacar, Tour de France
Ecco la Y1Rs con la quale Tadej Pogacar ha vinto il suo quarto Tour, il secondo Mondiale, l’Europeo e il quinto Lombardia
Colnago Y1Rs, Tadej Pogacar, Tour de France
Ecco la Y1Rs con la quale Tadej Pogacar ha vinto il suo quarto Tour, il secondo Mondiale, l’Europeo e il quinto Lombardia

La bici di Tadej al Tour

La prima delle quattro bici messa all’asta è la Y1Rs Nacked Black usata da Tadej Pogacar in occasione della 16° tappa del Tour de France di quest’anno. Con quella bici l’asso sloveno ha conquistato il suo quarto Tour, il bis Mondiale, l’Europeo e il quinto Lombardia.

Un pezzo unico e di enorme valore storico, la Colnago Y1Rs Stripped Black è a tutti gli effetti una bicicletta destinata a incontrare l’interesse dei collezionisti più esigenti e appassionati.

Colnago C68, Joao Almeida, presentazione Vuelta 2025
All’asta andrà anche la C68 utilizzata da Joao Almeida durante la presentazione della Vuelta 2025
Colnago C68, Joao Almeida, presentazione Vuelta 2025
All’asta andrà anche la C68 utilizzata da Joao Almeida durante la presentazione della Vuelta 2025

La C68 di Almeida

La seconda bici messa all’asta è la Colnago C68 Rossa No.1 utilizzata da Joao Almeida durante la presentazione ufficiale della Vuelta 2025, tenutasi a Torino nella suggestiva cornice di Piazzetta Reale.

Prodotta in una serie limitata e numerata di soli 80 esemplari, la C68 Rossa si distingue per la sua brillante livrea rossa, ottenuta attraverso un complesso processo di applicazione a foglia d’argento, una finitura che ha richiesto più di un anno di lavoro meticoloso. Interamente realizzata in Italia, esprime l’essenza dell’eccellenza artigianale di Colnago. La C68 Rossa No.1 rappresenta il capitolo conclusivo della straordinaria trilogia C68, un’opportunità rara per possedere il primo esemplare di un’edizione limitata storica.

Colnago Eddy Merckx
C’è spazio anche per un pezzo di storia nell’asta Sotheby’s con il telaio Colnago utilizzato da Merckx per il record dell’Ora nel 1972
Colnago Eddy Merckx
C’è spazio anche per un pezzo di storia nell’asta Sotheby’s con il telaio Colnago utilizzato da Merckx per il record dell’Ora nel 1972

Omaggio a Merckx

La terza bici del lotto è un telaio da pista Colnago restaurato, costruito secondo le esatte geometrie associate al Record dell’Ora realizzato nel 1972 da Eddy Merckx a Città del Messico, con misure 61×57 cm, coerenti con quelle delle biciclette preparate per il campione belga.

Il telaio presenta tubazioni Columbus SL perfettamente tonde e foderi posteriori rinforzati, una testimonianza dei principi ingegneristici dell’epoca: purezza, rigidità e velocità.

Colnago C35, Enzo Ferrari
Il quarto e ultimo modello all’asta è la C35 realizzata da Ernesto Colnago ed Enzo Ferrari nel 1989
Colnago C35, Enzo Ferrari
Il quarto e ultimo modello all’asta è la C35 realizzata da Ernesto Colnago ed Enzo Ferrari nel 1989

Un modello che ha fatto storia

L’ultimo modello messo all’asta è la Colnago C35, una bicicletta che racchiude la costante ricerca di innovazione e l’inconfondibile stile italiano. Ideata nel 1989 per celebrare il 35° anniversario dell’azienda, la C35 nacque dalla collaborazione tra due menti visionarie: Ernesto Colnago ed Enzo Ferrari.

Prodotta in Italia sotto la supervisione tecnica di Ferrari, la C35 fu uno dei primi telai da strada realizzati in composito di fibra di carbonio, un materiale che all’epoca apparteneva più all’ingegneria aerospaziale e automobilistica che al ciclismo. La sua introduzione segnò un momento fondamentale: un audace salto nel futuro in un periodo in cui il carbonio non era ancora lo standard.

Questo esemplare si distingue per il gruppo Campagnolo Super Record placcato oro e per le iconiche ruote Colnago a cinque razze in fibra di carbonio, dettagli che elevano la bicicletta da oggetto all’avanguardia a vero capolavoro da collezione.

Colnago

Steelnovo azzurro

Torna Steelnovo, nuovi colori per il gioiello in acciaio di Colnago

24.11.2025
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Un anno fa Colnago ha festeggiato il suo 70° anniversario con Steelnovo, l’edizione limitata di un gioiellino in acciaio, in omaggio alla sua gloriosa storia. Ora Steelnovo torna disponibile in due nuovi colori, ma con la stessa altissima qualità artigianale: telaio lavorato a mano, congiunzioni stampat in 3D, cavi integrati. Il tutto progettato e prodotto interamente in Italia.

Steelnovo azzurro
Le congiunzioni in 3D danno alla Steelnovo una linea ancora più elegante
Steelnovo azzurro
Le congiunzioni in 3D danno alla Steelnovo una linea ancora più elegante

Un omaggio alla storia tutta italiana

La scelta di un materiale classico ed elegante come l’acciaio è un chiaro rimando alla tradizione del brand italiano, che a partire dalla sua fondazione nel 1954 ha inanellato innumerevoli traguardi. Riproporre una bici di altissima gamma in acciaio nel 2025 (e nel 2024), però, significa dover pensarla con un occhio verso il futuro.

Infatti Steelnovo ha reinterpretato la tradizione, con un processo produttivo in cui i classici tubi Columbus hanno incontrato le nuovissime congiunzioni e i raccordi stampati in 3D. Proprio per questo tutta la produzione si svolge in Italia e con i tempi dell’artigianalità. Non a caso per essere completato ogni telaio necessita di un’intera giornata lavorativa, motivo per cui Colnago ne produce soltanto 400 ogni anno.

Steelnovo giunti 3D
Le congiunzioni in 3D sono state sviluppate in collaborazione con Additiva
Steelnovo giunti 3D
Le congiunzioni in 3D sono state sviluppate in collaborazione con Additiva

Anima antica, design moderno 

Il design della Steelnovo è pulito ed essenziale, come solo l’acciaio riesce ad essere. Questo anche grazie alle congiunzioni che la rendono ancora più armoniosa rispetto anche alle migliori saldature. Inoltre il passaggio cavi è completamente integrato, come accade cioè nei modelli più moderni, un altro segno dell’altissima attenzione ai dettagli che Colnago ha messo nella progettazione di Steelnovo.

La forcella è in carbonio (con passaggio ruote fino a 35 mm) che si innesta nella serie sterzo sovradimensionata, così come sovradimensionato è il movimento centrale: il tutto per aumentare la rigidità nelle aree cruciali. Infine, il telaio è predisposto per il nuovo forcellino UDH, cioè lo standard di tutti i gruppi elettronici moderni.

Steelnovo serie sterzo
La serie sterzo è oversize, per aumentare la rigidità
Steelnovo serie sterzo
La serie sterzo è oversize, per aumentare la rigidità

Taglie, colori (nuovi), versioni e prezzi

La Steelnovo è disponibile in sette taglie, dalla 420 mm fino alla 570 mm. La versione 2025, come dicevamo all’inizio, è presentata in due nuovi colori, cioè azzurro e arancione pastello. E’ disponibile sia come kit telaio, al prezzo di 5,500 euro, che con due montaggi top di gamma.

Con gruppo Shimano Dura-Ace Di2 a 12 velocità (guarnitura 52-36 e pacco pignoni 11-30) e ruote Enve a 15.900 euro. Oppure con gruppo Campagnolo Super Record a 13 velocità (guarnitura 52-36 e pacco pignoni 11-36) e ruote Campagnolo Bora Ultra a 15.400 euro.

Colnago

Grazie all’IA Colnago unisce tradizione e innovazione

31.07.2025
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Colnago arricchisce la propria storia di un nuovo capitolo capace di unire tradizione e innovazione tecnologica. Tutto questo grazie ad un progetto di intelligenza artificiale presentato nei giorni scorsi e che va a pescare a piene mani nel ricchissimo archivio storico e tecnico dell’azienda di Cambiago. 

Il nuovo strumento si basa su tecnologia RAG (Retrieval-Augmented Generation) e consente di integrare in tempo reale un patrimonio di informazioni che fino ad oggi non era possibile consultare. Da ora in avanti gli appassionati di ciclismo, i collezionisti e professionisti del settore ciclo avranno la possibilità di accedere, attraverso un’esperienza immersiva e interattiva, a informazioni e curiosità davvero uniche.

Grazie all’AI è possibile scoprire tante curiosità sulla storia dell’azienda, qui Ernesto Colnago insieme a Paolo Bettini ai tempi della Mapei
Grazie all’AI è possibile scoprire tante curiosità sulla storia dell’azienda, qui Ernesto Colnago insieme a Paolo Bettini ai tempi della Mapei

Si parte dalla storia

L’intelligenza artificiale, accessibile dal sito ufficiale Colnago, è attualmente in grado di stabilire un dialogo diretto con l’utente che ora può ottenere in prima persona tutta una serie di informazioni che potremmo definire di natura “storica”. Al momento queste riguardano i seguenti temi: libri rari e pubblicazioni tecniche; fotografie storiche e contemporanee; articoli e racconti dai Grandi Giri e dalle principali corse; cataloghi d’epoca e documentazione tecnica. Il tutto riguardante sempre il mondo Colnago, i suoi successi sportivi e le tante innovazioni tecniche.

Gli utenti possono chattare direttamente con l’intelligenza artificiale per esplorare storie uniche, riscoprire le storie di ciclisti che hanno corso su bici Colnago e immergersi nei dettagli tecnici dei modelli più iconici del marchio.

Colnago è tornata da anni al centro del mondo del ciclismo grazie alle imprese di Tadej Pogacar
Colnago è tornata da anni al centro del mondo del ciclismo grazie alle imprese di Tadej Pogacar

Un ponte tra tradizione e futuro

Alessandro Turci, Colnago Heritage Manager, ha così commentato questo nuovo capitolo della storia della sia azienda: «Non è solo un assistente digitale: è un ponte tra la nostra tradizione e il futuro di Colnago. Il nostro obiettivo è offrire un modo immersivo per vivere la tradizione del marchio, alimentato dal potenziale dell’intelligenza artificiale».

Presto nuovi aggiornamenti

Come anticipato, il nuovo progetto di Colnago basato sull’intelligenza artificiale si è concentrato sull’enorme archivio del brand. Sono già in previsione però futuri aggiornamenti che lo trasformeranno in una piattaforma di assistenza clienti completa. L’obiettivo è quello di farlo diventare l’interfaccia di riferimento per la manutenzione e cura delle biciclette Colnago, l’assistenza tecnica personalizzata, la raccolta di informazioni pre e post vendita, ma anche una guida esperta per aiutare l’utente nella scelta del modello ideale.

Per l’azienda di Cambiago l’arrivo nel Team UAE ADQ di Elisa Longo Borghini ha portato visibilità e successi
Per l’azienda di Cambiago l’arrivo nel Team UAE ADQ di Elisa Longo Borghini ha portato visibilità e successi

Ora in versione beta

L’intelligenza artificiale è attualmente in versione beta. Pertanto, alcune risposte potrebbero essere imprecise o contenere bug. Proprio per questo motivo Colnago invita la sua community globale a partecipare attivamente a questa innovazione testando l’intelligenza artificiale e condividendo il proprio feedback all’indirizzo digital@colnago.com.

Lasciamo alla stessa Colnago la chiosa finale con il seguente pensiero contenuto nel comunicato stampa che ci è stato inviato.

“Per chi vive il ciclismo come una vera passione, la nuova IA Colnago sarà uno strumento indispensabile per esplorare, imparare e connettersi con il mondo dell’Asso di Fiori in un modo completamente nuovo.”

Colnago

Fenomeno Pogacar, (anche) grazie a eccellenze made in Italy

30.07.2025
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Pogacar, come si fa a non parlare di lui nel ciclismo attuale? Atleta fenomenale, questo è certo, ma cosa c’è alle sue spalle e cosa muove questo ragazzo di soli 26 anni? Nel mondo dello sport i fenomeni esistono e lo sono anche grazie ad una serie di persone, di staff e di aziende che si muovono nei dietro le quinte.

E alle spalle di Pogacar c’è anche tanto Made in Italy e non è un segreto. Colnago e DMT, Fizik e Pissei, ma anche un artigiano delle ruote che da molti anni è partner ufficiale di Enve per il Service Course, per lo sviluppo dei prodotti dedicati ai pro’. Enve affida l’assemblaggio proprio a Filippo Rinaldi e al suo staff di Pippowheels, dove tutti sono appassionati e pedalatori.

Filippo, come nasce la collaborazione con il team?

Attraverso la conoscenza ed i rapporti che abbiamo da anni con Colnago e dove è stato presentato tutto il progetto Enve dedicato al team. Per tutto quello che riguarda questa e altre collaborazioni non sono solo io, ma dietro le quinte ci sono una serie di competenze ed eccellenze, di fatto c’è lo staff dell’azienda Pippowheels.

Quale è il tuo ruolo e quello del tuo staff?

Soddisfare le esigenze del team. Ogni esigenza e richiesta tecnica, nel più breve tempo possibile. Da Enve abbiamo carta bianca.

Riesci a quantificare l’impegno che viene richiesto?

Siamo costantemente in contatto con il team, con periodi più blandi e tranquilli che si alternano a momenti di grande pressione. Se dovessi quantificare l’impegno dell’azienda potrei dire che il 30 per cento del tempo è dedicato al team, ma abbiamo un vantaggio. E’ quello legato agli elevati standard qualitativi che adottiamo, approvati da Enve e dalla squadra. Significa apportare modifiche minime tra le ruote standard e quelle specifiche per la squadra. Tutte le ruote Enve che escono da Pippowheels rientrano nei parametri richiesti dalla UAE Emirates.

Puoi raccontare qualcosa in merito alle richieste del team?

Prendo ad esempio l’ultima versione delle ruote Pro usata al Tour. È un progetto partito al training camp invernale del 2024. Ha richiesto più di un anno di sviluppo ed un blend di soluzioni mai usate in precedenza, per ogni singolo componente, mozzi, raggi e tensioni, cerchio. Ha vinto il Tour e per noi è una soddisfazione immensa.

Ti confronti anche con i corridori, oppure fai riferimento esclusivamente al performance staff UAE Emirates-XRG?

Entrambi, ma il rapporto è diretto con lo staff dei meccanici, soprattutto con Alberto Chiesa e con il performance staff. Con gli atleti c’è un confronto durante i training camp.

E’ la prima volta che sei coinvolto in questo modo in un progetto tecnico?

Non è la prima volta. Pippowheels collabora con i team pro’ e con importanti aziende da sempre, ma è la prima volta che è stato instaurato un progetto così profondo e duraturo.

Longo Borghini, raccontaci la Colnago della maglia rosa

19.07.2025
3 min
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Elisa Longo Borghini riconferma il gradino più alto del podio al Giro d’Italia Women, dopo la vittoria del 2024. Grinta e forza, ma team differente e bici diversa, con una serie di cambiamenti (non banali) anche per quanto concerne la componentistica.

Abbiamo chiesto alla nostra campionessa Italiana di raccontare la sua Colnago V5Rs, qualche chicca adottata durante la corsa rosa e se ha “patito” il cambio della dotazione tecnica. E’ interessante sottolineare, come succede anche in ambito maschile, il fatto che gli atleti di oggi cambino raramente le scelte durante la stagione: le eventuali variazioni sono (più che altro) relative ad un adeguamento della scala rapporti, in base al tracciato.

Longo Borghini, tanto appassionata della bici e tecnicamente molto preparata
Longo Borghini, tanto appassionata della bici e tecnicamente molto preparata
Ti abbiamo visto sempre con la V5Rs, c’è un motivo dietro questa scelta?

E’ il modello con il quale mi trovo più a mio agio ed a pieno su ogni tipologia di terreno. Veloce quando deve essere veloce, agile e perfetta per la salita.

Ci puoi descrivere le configurazioni che utilizzi?

La scala posteriore dei pignoni resta sempre 11/34, mentre chiedo di apportare delle variazioni sul plateau anteriore, in base alle caratteristiche del percorso. Ad esempio: ho utilizzato la combinazione 54/36 per la maggior parte delle tappe del Giro e solo per la frazione del Monte Nerone ho chiesto il binomio 52/36. Diciamo per avere un margine di sicurezza più ampio e non rischiare di scendere troppo con il numero delle pedalate.

Manubrio Enve integrato, il medesimo in dotazione alle Colnago della compagine maschile
Manubrio Enve integrato, il medesimo in dotazione alle Colnago della compagine maschile
Pedivelle sempre da 170 millimetri?

Rimango fedele alle 170.

Per quanto riguarda ruote e tubeless?

Le ruote che preferisco sono le 4.5, abbiamo le Enve, difficile che vada su un altro modello. Solitamente sono con i tubeless da 30, ma anche in questo caso ho chiesto una variazione in vista della tappa del Monte Nerone. Ho utilizzato la sezione da 28.

Manubrio stretto?

Non troppo, direi giusto per le mie caratteristiche, un Enve integrato largo 37 sopra e 39 sotto.

Una posizione perfettamente centrata sul piantone anche in salita in fase di spinta
Una posizione perfettamente centrata sul piantone anche in salita in fase di spinta
Rispetto all’anno passato, restando in ambito tecnico, è tutto diverso. Hai avuto difficoltà ad adattarti?

Decisamente no ed è un vantaggio non da poco. Salire in bici e trovarsi immediatamente a proprio agio permette di accorciare i naturali tempi di assestamento. Anche per quanto concerne le trasmissioni, da Sram a Shimano, il cambiamento è stato semplice.

Anche per il bike fitting?

Ne ho fatti solo un paio e anche questo aspetto la dice lunga su quanto mi trovi a mio agio con la geometria delle bici.

Non solo Colnago Y1Rs, ecco le tre bici di Pogacar

07.07.2025
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VALENCIENNES (Francia) – I meccanici lavorano senza sosta. Chi lava, chi smonta, chi monta: le Colnago della UAE Team Emirates per affrontare il Tour de France sono oltre cinquanta. Si lavora già anche sulle bici da crono. Ma certo gli occhi erano tutti per le bici di Tadej Pogacar.

Abbiamo avuto l’occasione di vederle da vicino, tutte e tre: la Colnago V5Rs, la Y1Rs e la Colnago da crono, la TT1. Sin qui lo sloveno ha preferito la Y1Rs, ma in questa Grande Boucle le userà tutte. Sarà interessante vedere quale bici (e quale setup) sceglierà per la cronoscalata di Peyragudes. Si vocifera la Y1Rs con le protesi. Vedremo.

La Colnago V5Rs di Pogacar
La Colnago V5Rs di Pogacar

V5Rs, per la salita e non solo

Partiamo dalla sua classica Colnago V5Rs, la bici che usa più spesso. Definirla “solita” è riduttivo. Anche per il Tour de France non ci sono state novità. I meccanici hanno preparato sia la versione con la guarnitura ufficiale Shimano, sia quella con le corone Carbon-Ti da 55-38 che Tadej utilizza praticamente sempre.

Finalmente siamo riusciti a capire con precisione l’attacco manubrio: è da 125 millimetri, la larghezza dello stesso è di 38 centimetri. Sempre riguardo al manubrio, Pogacar ha anche i comandi all’interno della piega, per cambiare anche quando è in presa bassa o durante uno dei suoi scatti.

Pedivelle da 165 millimetri e ruote Enve 4.5 con profilo differenziato (50 millimetri all’anteriore e 56 al posteriore) con i mozzi color argento, nuovi e visti in anteprima al Giro. La posizione della sella Fizik Argo (creata con mappatura specifica e su misura) è tutta in avanti e parecchio scaricata verso il basso

La Colnago Y1Rs di Tadej Pogacar
La Colnago Y1Rs di Tadej Pogacar

Y1Rs, l’aerodinamica su strada

La Colnago Y1Rs è decisamente aggressiva. Sulla sua estetica si è detto tutto e il contrario di tutto, ma non si possono mettere in discussione le sue performance. Il setup di questa bici è quasi del tutto identico alla V5Rs. Quel che cambia, in virtù di geometrie un po’ differenti, è la posizione della sella. In questo caso è sì arretrata, ma come si dice in gergo, non va “a battuta”. E’ un filo più centrale. Nel senso che è posizionata almeno 4-5 millimetri più indietro rispetto al movimento centrale.

Gli angoli finali del corridore, però, ci hanno riferito i meccanici, non cambiano: pertanto è solo questione di geometrie del telaio.

Le ruote più utilizzate per questa bici sono le Enve 6.7, anche in questo caso con profilo differenziato 60 millimetri all’anteriore e 67 al posteriore), che gli stessi meccanici stavano ultimando con serigrafie iridate, per un total look perfetto al Tour. Anche qui non manca – e come sarebbe stato possibile – l’adesivo dell’incredibile Hulk sul manubrio.

Quel che abbiamo notato, ma non sulla bici di Pogacar bensì sulla Y1Rs di Tim Wellens, è una nuova monocorona Carbon-Ti, la cui dentatura ci sembrava abbondante: probabilmente un 56. Magari potrebbero usarla in qualche tappone veloce.

La Colnago TT1 di Tadej Pogacar
La Colnago TT1 di Tadej Pogacar

TT1, per la crono

Infine ecco la bici da crono, la Colnago TT1, che Pogacar userà tra pochi giorni a Caen, quando il Tour proporrà la tappa contro il tempo.

La prima cosa che si nota è che stavolta la bici è nera. Tadej non è l’iridato a crono, quello è terreno di Remco Evenepoel, quindi rientra nei ranghi. Il peso della bici non è stato dichiarato, ma alzandola e paragonandola con le due precedenti possiamo garantirvi che non vi si discosta troppo. Proprio il peso della bici da crono della UAE Team Emirates era stato messo sotto accusa qualche tempo fa, ma a quanto pare ci hanno lavorato e anche bene.

Se il peso è una peculiarità importante della TT1 di Pogacar, altrettanto importante è la misura delle pedivelle. Qui le 165 lasciano spazio alle 160 millimetri. Riguardo ai rapporti, la bici fotografata aveva una corona da 64 denti, ma questo varia in base al percorso, chiaramente.

Colnago V5Rs, una bici da agonista senza compromessi

12.05.2025
5 min
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Colnago V5Rs è molto più che l'erede della V4Rs, è una bici tutta nuova nel progetto, nella sostanza e nelle prestazioni. E' certamente leggera ed elegante, ma è anche briosa, a tratti perentoria. Con tutta sincerità è la prima Colnago che si mostra così "cattiva", perché va guidata con decisione, a tratti senza tentennamenti, al tempo stesso è davvero gratificante.

Dopo la presentazione ufficiale e dopo aver visto la Colnago V5Rs primeggiare con il solito Pogacar, anche noi (a nostro modo) abbiamo voluto testarla a fondo, mettendola sotto torchio e mettendo noi stessi alla prova.

Rispetto alla V4Rs cambia tutto. Cambiano le risposte e l’impostazione in sella. Cambia radicalmente il feeling di una bici che, rispetto alla precedente, è un purosangue come poche altre, ma è anche più impegnativa ed esigente. Entriamo nel dettaglio della nostra prova.

Una taglia 51, con il manubrio integrato Colnago CC.01, la trasmissione Sram Red AXS (48×35-10×30). Le ruote sono l’ultima versione delle Vision SC45 gommate Pirelli da 28 (con camera d’aria), mentre la sella è Prologo modello Scratch M5 Nack. Il peso rilevato è di 6,85 chilogrammi (senza pedali), versione che ha un prezzo di listino di 11.800 euro.

La prima fase del test a Desenzano, poi circa 700 chilometri sulle nostre strade (foto Nicola Vettorello)
La prima fase del test a Desenzano, poi circa 700 chilometri sulle nostre strade (foto Nicola Vettorello)

Non è solo una questione di numeri

Ormai si contestualizza tutto grazie ai numeri, ai dati, eppure c’è ancora spazio per le sensazioni. Se vai forte e spingi pesante sui pedali, ma sei scomodo, prima o poi arriva la fase di cedimento. Se vai forte, sei comodo sulla bici e ti senti bene, sei un tutt’uno con il mezzo meccanico che ti segue e risponde ad ogni tua esigenza, i numeri diventano il giusto completamento di una gratificazione che, prima di tutto è personale. Questa considerazione è a nostro parere la sintesi perfetta di quello che rappresenta la Colnago V5Rs. E’ una bicicletta che trasmette tantissimo in fatto di resa tecnica, ma deve essere cucita in modo perfetto sulle esigenze dell’utilizzatore.

Colnago V5Rs è una di quelle bici dal DNA corsaiolo che quasi non traspare, se il giudizio parte dalla pura considerazione estetica. E’ sfinata, quasi minimale ed essenziale, non è voluminosa ed ingombrante. E’ elegante. Quando si monta in sella la valutazione relativa all’immagine che offre non cambia, ma quella convinzione di bici comoda e docile sparisce in un amen. Invita a spingere ed alzarsi di sella andando ben oltre i numeri che si leggono sul Garmin.

Cosa cambia rispetto alla V4Rs

Cambia tutto. Andiamo oltre al peso del telaio e della bici completa. Andiamo oltre i numeri di Pogacar, di quello che esprime quando è sulla V5Rs e proviamo a ragionare nell’ottica di una sfruttabilità di persone normali, che hanno wattaggi normali e usano una V5Rs prima di tutto per soddisfare il proprio ego, passione e voglia di pedalare su una bella bici.

La V5Rs è una bici molto più veloce a parità di allestimento, soprattuto nei tratti pianeggianti, vallonati e dove è necessario rilanciare la bici uscendo di sella. In questi contesti si percepisce il grande lavoro (che si può tradurre in una rigidità maggiore) che è stato fatto sull’intero comparto centrale. E’ molto più tosto rispetto al precedente e segue con una fedeltà non comune, diventando una bici estremamente divertente/efficiente/gratificante proprio in fase di cambio di ritmo. Paradossalmente (sempre dal lato utilizzo, al netto dei numeri), la bici risulta più comoda e fluida quando si pedala da seduti.

E’ completamente stravolto il setting della pedalata, a parità di taglia e biomeccanica. La V5Rs porta ad avere, in modo maggiore, il corpo centrato sul piantone e tutto caricato sull’anteriore. Si è molto più efficienti nelle diverse fasi di spinta ed in salita questo cambio emerge all’ennesima potenza. E’ altrettanto necessario darsi del tempo per abituare la pedalata ed a una dinamica dello sforzo che cambia inevitabilmente. In discesa la nuova Colnago è una belva, che impegna e deve obbligatoriamente essere guidata con tanta concentrazione, ma è una bicicletta chirurgica.

In conclusione

Per quello che concerne lai resa tecnica, una volta su strada, la nuova V5Rs offre tantissimo, ma chiede anche molto (sempre nell’ottica di essere sfruttata per quello che è e al massimo delle potenzialità). Colnago ha fatto bingo, perché sfruttando le caratteristiche e le richieste di Pogacar, mette sul piatto una bicicletta che non solo sfrutta i moderni canoni delle geometrie, ma diventa la Colnago più leggera e più corsaiola di sempre.

La V5Rs è una bicicletta che indossa l’abito da cerimonia ed il papillon, in realtà sotto nasconde una forza e una prepotenza non da sottovalutare, soprattutto per chi in bicicletta pedala per diletto. Eppure, come spesso ci piace sottolineare durante i bike test, le perentorietà caratteriali del mezzo, se gestite nel modo corretto e plasmate sulle esigenze soggettive, si trasformano in divertimento e piacere di guida. La V5Rs è una di quelle bici che possono fare la differenza? La risposta è sì, la Colnago V5Rs è una bicicletta super top di gamma che invita a stare con il gas aperto ed è superlativa un po’ su ogni terreno.

Colnago

La Colnago V5Rs di Longo Borghini: «Una bici che mi segue»

30.04.2025
6 min
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LIEGI (Belgio) – E’ stato un colpo di fulmine. Salire su questa bici è stato come un colpo di fulmine. Perché è reattiva, ti segue. Inizia così l’intervista a Elisa Longo Borghini che ci parla della sua nuova Colnago V5Rs.

Vi avevamo già detto di questa nuova perla del brand lombardo. Lo avevamo fatto da un punto di vista strettamente tecnico, della struttura, della costruzione… Ora passiamo all’atleta. Il riscontro della professionista è sempre qualcosa in più. L’atleta che sul mezzo ci lavora, ci gareggia, ci vince. Sensibilità che solo chi corre ad un certo livello può avere, tanto più che ha seguito l’evoluzione del mezzo, passando dalla Colnago V4Rs appunto alla V5.

La Colnago V5Rs di Elisa Longo Borghini
La Colnago V5Rs di Elisa Longo Borghini
Elisa, siamo partiti dalla reattività, come hai detto. Hai avvertito subito la differenza rispetto al precedente modello?

Sì, quando sono salita sul V5Rs ho detto: «Ok, questa è la mia bici. Non che il V4 non mi piacesse, anzi. Era una bicicletta con la quale ho avuto subito un buon feeling, ma il V5 è stato per me amore a prima vista.

Bello quando è così…

E’ veramente una bici leggera perché comunque è montata con le ruote Enve 4.5. E grazie anche alla mia misura di telaio, abbastanza piccola, è proprio al limite del peso imposto dall’UCI (6,8 chili, ndr). E’ veloce e in salita, come ho detto, è reattiva. Quando rilancio dopo le curve è una bici che mi segue, che viene con me. Per questo la sento mia e per questo mi piace tanto.

Questo è importante anche per il feeling in discesa. Immaginiamo tu sia più tranquilla…

Chiaramente avere una bici che comandi tu e che non ti porti lei dove vuole fa una grande differenza. In discesa sento che la posso mettere dove voglio io, la posso portare dove voglio io. Poi magari mi ribalterò alla prima curva! Però è veramente una delle biciclette migliori che io abbia mai usato.

Qual è il tuo setup preferito?

Il mio setup prevede le ruote Enve 4.5 quindi con profilo da 45 millimetri e i rapporti 11-34 al posteriore e 54-36 all’anteriore.

La soluzione 54-36 è un bel salto: 15 denti…

Sì, però con Shimano è una cosa che si può fare. In più i nostri meccanici hanno lavorato abbastanza su questo aspetto. Anche a casa ho fatto parecchie prove. E’ una soluzione che funziona, ovviamente bisogna avere una certa sensibilità nella cambiata, però, ripeto, con gli aggiustamenti da parte dei meccanici e la giusta sensibilità da parte dell’atleta si può fare.

Quali sono questi aggiustamenti oltre al “dente di cane”?

La regolazione elettronica e la corretta messa in posa dell’intero cambio stesso.

Restiamo in tema di rapporti, Elisa. Sei passata da Sram a Shimano: altri ingranaggi, altri sviluppi metrici. Come ti sei trovata?

Nel complesso mi sono trovata molto meglio con Shimano, non perché lo Sram non fosse un bel gruppo, anzi… In sei anni che l’ho utilizzato è sempre andato bene. Però Shimano ti dà la possibilità di giocare un pochino di più sulle scelte, di avere sempre le scale perfette per ogni gara. Come dicevo per le corone, io adesso posso montare il 54 e il 36, cosa che con Sram non era possibile. Ero legata al 41 se volevo una corona da 54. Sram infatti fa 50-37, 52-39, 54-41.

Tra Longo Borghini la Colnago V5Rs subito un grande feeling (foto Instagram)
Tra Longo Borghini la Colnago V5Rs subito un grande feeling (foto Instagram)
Chiarissima…

La cosa che forse mi manca un pochino di Sram è il 10, che Shimano non fa. Però alla fine con il 54 davanti sono arrivata ad un ottimo compromesso. Prima usavo quasi sempre la soluzione con il 52 davanti, adesso ho il 54: due denti in più, pertanto siamo lì. Il 52×10 mi tornava utile nelle discese veloci. Il vantaggio attuale è che con il 54, in generale, non solo in discesa, posso tenere la catena più dritta.

Invece in quanto ad ergonomia delle leve e alla cambiata?

Eh – sospira e sorride Elisa – questo all’inizio non è stato semplice. Anzi, direi che è stato un po’ un trauma! Anche nell’ultima Amstel Gold Race mi è capitato di aver fatto una cambiata come se avessi ancora Sram, pensando di aver messo il 36. Morale: mi sono accorta in cima al Cauberg di averlo fatto, e per ben due volte, con il 54. Ho detto: «Wow, vabbè almeno le gambe vanno bene!».

Se ti può consolare, Davide Formolo più o meno per lo stesso motivo fece il Giau con la corona grande!

Sì, ma non ho la stessa forza di Formolo! E’ stata una mia sciocchezza, ma può succedere dopo tanti anni… Specie quando sei un po’ annebbiata.

Passiamo alle tue misure, Elisa. Nel passaggio dalla Colnago V4Rs alla V5Rs, hai ritoccato qualcosina?

E’ cambiato veramente poco perché i due telai hanno le stesse geometrie. Il V5 è 2-3 millimetri più lungo nelle misure maggiori, io in tal senso sono stata fortunata. C’erano 1-2 millimetri di differenza quindi è tutto rimasto come sul V4, per così poco non si è toccato nulla.

Quindi anche le specifiche?

Sì, tutto uguale: pedivelle da 170 millimetri e attacco manubrio da 125. Stessi spessori sotto al manubrio. Idem l’arretramento della sella. Sella che cambiando squadra è nuova: ho scelto la Fizik Antares ed è posta ad un’altezza, come sempre, di 70 centimetri.

Capitolo gomme…

La copertura che uso di più è il tubeless Continental Gran Prix 5000 TT da 28 millimetri, che di suo è già abbastanza grande (il 28 Continental corrisponde a un 29 delle altre marche, ndr) e sulle Enve, con canale interno largo, sembra ancora più cicciotto. In effetti, osservando anche le gomme delle altre, ho notato anch’io che sembra più grande di un 28 millimetri. Fino all’anno scorso usavo il 28 Pirelli e noto la differenza. Non solo, ma stando a casa con Jacopo (Mosca, il marito in forza alla Lidl-Trek, ndr) noto che il Continental 28 sembra più grosso.

Passando da Pirelli a Continental: le tue pressioni di riferimento sono cambiate?

Chiaramente a dettare le pressioni sono il meteo e la corsa, cioè pavé o non pavé, sterrato… Però rispetto a prima uso delle pressioni molto più basse. Viaggio a 3,8 davanti e 4 dietro. A volte anche 3,6 e 3,8. E devo dire che mi sto trovando molto bene.

Nuova V5Rs, genesi della Colnago più leggera di sempre

16.04.2025
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DESENZANO DEL GARDA – Colnago V5Rs toglie i veli e si presenta in modo ufficiale alla stampa internazionale. Rispetto alla V4Rs, la nuova bici di Pogacar e compagni al UAE Team Emirates ha subìto una cura dimagrante non banale e porta con sé un concetto di analisi della rigidità diverso dalla concorrenza. Se messa a confronto con la V4Rs è meno rigida durante una valutazione statica. Invece, lo è molto di più quando si analizza il valore durante la pedalata, nel corso della fase dinamica.

La nuova Colnago, che debutterà domenica all’Amstel Gold Race, è il risultato perfetto di un’equazione. Aerodinamica (grazie ad un drag paragonabile ad una aero concept) e leggera. E’ capace di trasmettere un buon feeling in ottica comfort, rigida in salita e durante gli sprint. Eccola nel dettaglio.

Anche la nostra Longo Borghini ha in dotazione la V5Rs (foto Colnago)
Anche la nostra Longo Borghini ha in dotazione la V5Rs (foto Colnago)

Parola a Davide Fumagalli, responsabile R&D Colnago

La richiesta di una nuova bicicletta è arrivata dal team, in un normale processo di evoluzione legato alla V4Rs. La squadra non ha chiesto in maniera perentoria una bici più leggera (anche se è la Colnago più leggera di sempre), quanto piuttosto, una bici con performance complete.

«Nel caso della Y1Rs – spiega Davide Fumagalli, responsabile di ricerca e sviluppo – il team ha espresso la volontà di una bici super veloce. Per quanto concerne la nuova V5Rs, le richieste sono rimaste su un delta piuttosto ampio. E’ cambiato il carbonio: la sua laminazione e l’intero processo costruttivo. A parità di taglia c’è un risparmio di 150 grammi, se messa a confronto con la V4 è costruita in cinque parti diverse. Il triangolo principale è un monoblocco, mentre il carro posteriore è diviso in quattro sezioni. Per la V5 utilizziamo dei mandrini interni che permettono di lavorare il carbonio in modo estremamente preciso, a tutto vantaggio di riduzione del peso e cura del prodotto finito.

«Abbiamo adottato dei modelli evoluti di CFD, in parte mutuati dal progetto Y1Rs – conclude Fumagalli – con geometrie dalle differenze minime rispetto alla V4Rs, per cui abbiamo creato un doppio rake della forcella in base alle taglie. E’ unico il supporto per il deragliatore, che può essere rimosso e supporta corone fino a 55 denti».

Davide Fumagalli è il responsabile ricerca e sviluppo di Colnago (foto Nicola Vettorello-Colnago)
Davide Fumagalli è il responsabile ricerca e sviluppo di Colnago (foto Nicola Vettorello-Colnago)

Le particolarità della V5Rs

Il rinnovato processo di costruzione permette di stabilizzare le fibre che, non si muovono e non cambiano direzione nelle fasi di cottura del carbonio. La scatola del movimento centrale adotta delle calotte esterne filettate ed è larga 68 millimetri. Tutta l’area frontale della V5Rs è stata ridotta del 13%. E’ da considerare anche un reggisella completamente ridisegnato (disponibile con arretramento zero, oppure 1,5 centimetri).

Rispetto ai normali canoni sono stati rialzati i foderi posteriori ed il punto di transizione del tubo verticale, verso la scatola del movimento, ha un raggio ottimizzato. La parte inferiore della scatola centrale è il naturale ingresso della batteria Shimano Di2, poi alloggiata nel profilato obliquo.

La bici tradotta in numeri

Il valore dichiarato alla bilancia è di 685 grammi, telaio non verniciato nella taglia 48,5 (342 per la forcella). Il peso totale di telaio/forcella passa da 1.173 grammi a 1.027. 32 millimetri di larghezza, la capacità di forcella e carro posteriore per il passaggio degli pneumatici.

Sette taglie: 42 e 45,5, 48,5 e 51, 53 e 55, 57. Dalla taglia 42 alla 51 il rake della forcella è di 47, dalla 53 alla 57 è di 43 millimetri. L’unico valore in comune a tutte le taglie è la lunghezza del carro posteriore di 408 millimetri. A parità di misura, in un ipotetico confronto con la V4Rs, la nuova Colnago presenta degli angoli di sterzo e piantone più dritti/verticali, a favore di un avanzamento della posizione del ciclista verso l’avantreno.

Allestimenti e prezzi

Quattro combinazioni cromatiche, spiccano le due Team Replica UAE-XRG e UAE-ADQ, la colorazione nera con scritta “quasi” olografica e la World Champion. Sono sette gli allestimenti disponibili. Allestimento completo Campagnolo SR Wireless e ruote Bora Ultra WTO a 15.400 euro.

Tre allestimenti prevedono la trasmissione Shimano Dura Ace, a 15.900, 14.350 e 12.600 euro, rispettivamente con ruote Enve SES 4.5, Shimano C50 e Vision SC45.

Il pacchetto con Sram Red e ruote Vision SC45 (quello in test e sul quale svilupperemo una prova completa) ha un listino di 11.800 euro. Si passa a due allestimenti Ultegra Di2 e Sram Force, entrambi con Vision SC45 e 10.800 euro di listino. Tutte le Colnago V5Rs menzionate hanno il manubrio integrato full carbon Colnago CC.01.

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