Un successo oltre le aspettative. Potrebbe essere questo il titolo dell’edizione 2021 dell’Open Day Beltrami TSA. Una due giorni di incontri tecnici e presentazioni di prodotti che ha coinvolto addetti ai lavori, rivenditori ma anche tanti appassionati di ciclismo. Il tutto si è svolto presso il magnifico Experience Center Beltrami.
Salvatore Miceli, direttore commerciale di Beltrami TSA Salvatore Miceli, direttore commerciale di Beltrami TSA
Il “boost” dell’Experience Center
La commerciale Beltrami TSA rappresenta, oramai da parecchio tempo, uno degli attori più qualificati nel settore del ciclismo in Italia. L’azienda punta da sempre sull’innovazione, sul servizio e sulla serietà del proprio lavoro. Beltrami TSA ha introdotto in Italia, appena qualche anno fa, un nuovo concept di marketing che fa leva sull’Experience Center. Ovvero un grande centro, inaugurato in sede a Reggio Emilia nel febbraio 2019.
Una struttura che garantisce la possibilità di esporre, organizzare eventi, incontrare i distributori e realizzare seminari tecnici sui marchi che Beltrami stessa ha in distribuzione. Tra questi ricordiamo: Argon 18, Factor, Marin, CeramicSpeed, Corima, Zipp, Sram, Geosmina, Hutchinson, Lezyne, Look, Time, Muc-Off, Nrc, Ravemen, Sigma, Repente, SpeedPlay e Vdo. Ai quali quest’anno si è andato ad aggiungere anche Santa Madre, un brand spagnolo attivo nel settore della nutrizione sportiva.
Riccardo Magrini ospite speciale
Al fine di presentare le novità di mercato e per poterle “toccare dal vivo” Beltrami ha organizzato a metà novembre due giornate di Open Day presso l’Experience Center. Durante l’evento sono stati premiati i migliori talenti del ciclismo giovanile (Allievi, Juniores e Under 23, ndr) a livello regionale e nazionale. Ospite d’onore dell’evento è stato Riccardo Magrini, ex ciclista professionista ed oggi commentatore di Eurosport. Che a Reggio Emilia ha portato la propria competenza e simpatia.
All’Open Day sono stati esposti i prodotti dei numerosi marchi che Beltrami distribuisce All’interno degli Open Day sono stati esposti i prodotti distribuiti da Beltrami
Spazio all’editoria indipendente
Inoltre, all’interno di questo scenario di novità tecniche, di personalità illustri del mondo del ciclismo e di tanti appassionati è stato presentato il libro “Dietro le quinte nel mondo delle due ruote”. Un volume di 188 pagine con racchiuse storie e aneddoti del ciclismo professionistico degli anni ottanta e novanta. Un periodo in cui l’autore – Stefano Del Re – ha lavorato all’interno di alcuni tra i team professionistici più blasonati dell’epoca, da Chioccioli a Cipollini. Ma anche Bartoli ed Argentin…
Dopo l’attesissimo lancio dello Shimano 9200, CeramicSpeed presenta il proprio sistema di pulegge pensato per il nuovo cambio della casa nipponica.
Il sistema oversized pulley wheel lo avevamo già visto sulle bici Wilier del team Astana nella stagione 2020. Nella stagione appena conclusa ci sono stati altri marchi che hanno deciso di adoperare questo accessorio: Factor e BMC (con il Team Qhubeka, ndr). Un sistema nato dalla necessità di avere un miglior scorrimento della catena si è rivelato molto utile ed efficace. Lo Shimano 9200 ha la novità di avere 12 velocità, un dettaglio non indifferente. CeramicSpeed ha sviluppato e perfezionato il suo sistema adattandolo al nuovo gruppo di casa Shimano.
CeramicSpeed sistema OSPW nella versione per Shimano 9100/9150
Bilanciere CeramicSpeed montato su una bici Factor, in dotazione al team Israel Start-Up Nation
CeramicSpeed sistema OSPW per Shimano 9100/9150
Bilanciere CeramicSpeed montato su bici Factor
Un sistema eccellente
Dotato di una torre di arresto integrata, per facilitare l’installazione e prolungarne la durata, il sistema di pulegge di CeramicSpeed è adatto a tutti. I cuscinetti sono installati a mano in ogni puleggia e sono garantiti per 4 anni, la garanzia diventa a vita quando si scelgono i cuscinetti rivestiti. La puleggia superiore ha 13 denti, mentre quella inferiore 19. I tecnici hanno studiato e capito come questo sia il numero ideale di denti per far funzionare al meglio il deragliatore posteriore.
La puleggia inferiore da 19 denti rende la curva della catena più dolce e permette al deragliatore di lavorare al meglioLa puleggia inferiore da 19 denti rende la curva della catena più dolce e permette al deragliatore di lavorare al meglio
Il motivo di questa scelta è legato anche ad un risparmio in termini di watt, grazie alle “curve” più morbide che la catena ha nel passaggio in queste pulegge. Si parla di un guadagno di 5 watt, uno scarto che può sembrare minimo ma che nel ciclismo moderno può davvero fare la differenza. Il sistema vecchio, CeramicSpeed 9100/9150 non è compatibile con il nuovo gruppo Shimano.
Il prezzo per acquistare il nuovo OSPW per Shimano 9200 è di 499 euro.
Dettagli, meccanica e meccanico. Se le Pinarello Bolide Hr a Tokyo sono andate così forte il merito è anche del meccanico che era in Giappone. Anzi i meccanici: Carlo Buttarelli e Giovanni Carini. Ebbene con Buttarelli, ci tuffiamo nei segreti di queste bici. Come sono state preparate, come sono scese in pista…
Se a Tokyo tutto è filato liscio, il merito è anche dei meccanici che hanno svolto un lavoro certosinoSe a Tokyo tutto è filato liscio, il merito è anche dei meccanici che hanno svolto un lavoro certosino
Una Bolide già d’oro
Partiamo dalla Bolide in generale. Alla fine il set completo (manubrio, ruote…) che abbiamo visto a Tokyo lo si è avuto meno di un mese prima delle Olimpiadi.
«Il telaio è in pratica lo stesso da 4-5 anni – afferma Buttarelli – è quello del primo mondiale di Ganna e lo stesso che aveva utilizzato Viviani a Rio. Ruote e manubri sono arrivati ad un mese dal via (anche meno). Le bici complete del quartetto pesavano 7,2 chili, 7,3 quelle degli atleti più grandi. Ma il peso non è fondamentale in pista. Quelle dei velocisti fanno anche 8 chili».
Le bici quindi avevano telaio Pinarello, manubrio Most sempre di matrice Pinarello ma realizzato in collaborazione con Hardskin, movimenti CeramicSpeed, ruote Campagnolo e gruppo Miche.
Nonostante sia vincente, a Parigi 2024 si avrà una nuova Bolide. Qui i lavori a Montichiari prima di partire per TokyoNonostante sia vincente, a Parigi 2024 si avrà una nuova Bolide. Qui i lavori a Montichiari prima di partire per Tokyo
Movimenti super scorrevoli
«I movimenti CeramicSpeed – spiega Buttarelli – li abbiamo montati direttamente a Tokyo ed erano già stati trattati da loro. Poi c’era il movimento centrale, Miche. Questo è un componente molto importante. Di solito noi lo apriamo, gli togliamo le calotte, o-ring e ogni altra guarnizione o paratia che possa creare frizioni. Con delle presse particolari rimontiamo il tutto. La parte a sinistra va a battuta, quella destra è serrata forte (mettiamo anche una goccia di frenafiletti), ma senza che “tiri” troppo, altrimenti come si dice in gergo si “impacchettano” i cuscinetti e gira meno. Prima però, Giovanni ed io con la benzina ripuliamo i cuscinetti all’interno e poi aggiungiamo un solvente specifico che li rende completamente puliti e secchi. A quel punto aggiungiamo un olio particolare, un olio per armi, ne bastano due o tre gocce, e il gioco è fatto. Noi con l’occhio clinico del meccanico ormai vediamo quando sono apposto.
«Sistemata la parte del movimento, montiamo le pedivelle. Queste vengono serrate al massimo. A quel punto le si fanno girare un po’, a Tokyo li abbiamo fatti girare un po’ un paio di giorni prima delle gare. Affinché l’olio messo faccesse il suo lavoro. Questo scaldandosi va dappertutto e vedi proprio che non si fermano più».
I due meccanici azzurri: Giovanni Carini (a sinistra) e Carlo Buttarelli (a destra)I due meccanici azzurri: Giovanni Carini (a sinistra) e Carlo Buttarelli (a destra)
La catena
Uno dei componenti che più viene messo sotto stress dai pistard è la catena. E infatti quella che abbiamo visto era decisamente “corposa”. Non è di certo la catena che si usa sulle bici da strada!
«La catena – riprende Buttarelli – l’abbiamo trattata con una polvere ceramica che sembra più “dura” rispetto all’olio tradizionale, ma che invece a detta dei ragazzi sembra più scorrevole. Dà un leggero vantaggio. Questa catena è stata sviluppata con Miche, anche su indicazione di noi meccanici. E’ stata sigillata in un certo modo e la “rotellina” che va a contatto con la corona s’ingaggia meglio trasmettendo di più la forza. Si tratta di una catena molto rigida. Se la si guarda da davanti (o dietro) si vede che è molto più dritta rispetto alle altre».
Il lavoro svolto da Miche è stato davvero certosino. Maglie interne, esterne e perno hanno una lavorazione particolare. E quando si parla di “fiumi di watt”, scaricati tra l’altro con una certa violenza, si capisce facilmente quanto sia importante questo componente che poi di fatto è quello che trasmette la forza alle ruote.
La guarnitura Miche Attiva, con la corona Sei Giorni. La struttura è in alluminio ed ricavata dal pieno
Il tubolare Vittoria Pista Oro…
E il suo battistrada asimmetrico, totalmente slick per favorire il grip nella parte interna della curva della pista
La guarnitura Miche Attiva, con la corona Sei Giorni. La struttura è in alluminio ed ricavata dal pieno
Il tubolare Vittoria Pista Oro…
E il suo battistrada asimmetrico, totalmente slick per favorire il grip nella parte interna della curva della pista
Rapporti e gomme
Magari sembrerà un po’ strano, ma la scelta dei rapporti va a riguardare anche quella delle gomme. E adesso vedremo come. Ma andiamo con ordine.
«I ragazzi hanno usato il 63×14 (che sviluppa 9,40 metri) ad eccezione di Milan che ha preferito il 64×14. La scelta è fatta dal tecnico e dai ragazzi stessi. Questa piccola differenza di un dente e di cadenza si “aggiusta” con la scelta del tubolare. Avevano ilVittoria Speed Oro.La sezione era di 19 millimetri all’anteriore e di 23 al posteriore, ma Milan aveva il 19 anche dietro. Questo infatti sviluppa 1-1,5 centimetri in meno rispetto al 23. Sono piccoli dettagli…
«Abbiamo visto, in galleria del vento, che il 19 all’anteriore ci dava dei piccoli vantaggi aerodinamici. La pressione delle gomme era di 20 bar all’anteriore e di 16 bar al posteriore. Il velodromo ci ha messo a disposizione un compressore Makita che spingeva fino a 32 bar. Le gomme vengono gonfiate circa 40′ prima del via e di fatto le gonfiamo leggermente di più di quanto detto perché con la camera d’aria del tubolare in lattice e non in butile ci sta che si perda qualcosina. Ma è importante gonfiarle prima perché si ha il tempo di vedere se la gomma perde pressione, di controllare la spalla. Insomma che tutto sia okay ed eventualmente poter intervenire».
Milan ha scelto un dente in più: si è giocato con tubolare e regolazione della ruota nel forcellino per limare le differenze coi compagniMilan ha scelto un dente in più: si è giocato con tubolare e regolazione della ruota nel forcellino per limare le differenze coi compagni
Ma la bici di Milan…
Tornando al 64 di Milan, si è intervenuti sul numero delle maglie per colmare la differenza del rapporto?
«No, la differenza è talmente poca – spiega Buttarelli – che ci si regola con il serraggio della ruota lungo il forcellino. L’importante è che tra il battistrada e il telaio ci sia luce, che la ruota non sia carenata: questo dice il regolamento, altrimenti ci sarebbero dei vantaggi aerodinamici non consentiti. Basta ci sia spazio per una carta di credito».
Per quanto riguarda le pedivelle invece: Milan e Ganna, i più alti, avevano quelle da 175 millimetri, mentre Consonni e Lamon quelle da 172,5. Chiaramente erano sempre di Miche, così come i pignoni.
La Campagnolo Ghibli degli azzurri era leggermente diversa da quelle in commercioLa Campagnolo Ghibli degli azzurri era leggermente diversa da quelle in commercio
I siluri di Campagnolo
E dalle gomme passiamo alla ruote. Anche in questo caso il lavoro corale e l’investimento fatto è stato eccezionale. Segno ulteriore di quanto si credeva in questo quartetto. Sentiamo Buttarelli.
«Campagnolo ci ha fornito delle vere “bombe”. All’anteriore c’era la Ghibli ottimizzata per la nostra forcella, leggermente più stretta. Ha una struttura un po’ diversa da quella in produzione standard e dava più stabilità. La struttura del cerchio è diversa tra i due lati. Anche la lenticolare posteriore era un po’ più stretta. Inoltre avevano un sistema di aggancio tramite una chiave da 5 che potevamo regolare al millimetro, proprio per non compromettere lo scorrimento dei mozzi. E’ lo stesso discorso “dell’impacchettamento” dei cuscinetti fatto prima.
«Avevamo due tipologie di ruote, una più rigida e una più morbida. Parliamo di differenze impercettibili, che solo un atleta di vertice è in grado di cogliere: parliamo, di differenze di tensionamento (numeri a caso) di 15 Nm contro 15,2. Campagnolo ha sviluppato un tensionamento segreto. Alla fine i ragazzi si sono trovati meglio con la ruota più rigida. Il set dell’intera bici è rimasto lo stesso per tutte le sessioni».
Per la bici di Lamon niente cera nei punti in cui viene agganciata al blocco (lo strumento rosso)Per la bici di Lamon niente cera nei punti in cui viene agganciata al blocco (lo strumento rosso)
Dettagli e millesimi
Passione, dettagli, millimetri, sfumature… tutto conta e niente è marginale quando c’è da spaccare il decimo di secondo. Persino la pulizia della bici.
«Noi laviamo le bici con del normale sgrassatore, ma poi ci passiamo una cera di Muc-Off il cui risultato è stupefacente. La bici oltre che essere bellissima e luccicante, è molto scorrevole. Lo senti proprio quando ci passi il dito. La passiamo dappertutto tranne che su sella, manubrio e pedali. Chiaramente lì del grip deve esserci. E neanche nella parte del telaio che va a contatto con il blocco di partenza (la bici di Lamon): perché è così scorrevole che in fase di lancio la bici potrebbe muoversi quel mezzo centimetro e dare un contraccolpo inaspettato. Si passa un diluente diverso anche sulle ruote».
«Il grosso del nostro lavoro – conclude Buttarelli – è avvenuto ben prima di Tokyo. Laggiù sapevamo cosa serviva. Si trattava solo di scegliere cosa montare e fare piccoli ritocchi. Per esempio con la dima potevamo vedere se l’inclinazione di un pad cambiava di mezzo grado perché magari la spugnetta di appoggio si era un po’ consumata con l’uso».
In un ciclismo sempre più affollato di campioni, in cui si lotta su ogni tipo di traguardo, i dettagli possono fare la differenza e portare alla vittoria. CeramicSpeed è un’azienda danese che da sempre si concentra sul miglioramento delle prestazioni, cercando di ridurre gli attriti dei vari ingranaggi per guadagnare più watt possibili. I componenti del marchio danese sono usati dal Team Qhubeka Assos e dal Team Astana Premier Tech di cui fa parte Emanuele Boaro al quale abbiamo chiesto la sua impressione sui componenti CeramicSpeed.
Maggiore fluidità
La gamma di prodotti realizzati da CeramicSpeed comprende i cuscinetti ceramici per i mozzi delle ruote, le pulegge, il movimento centrale e la catena. L’Astana utilizza solo alcuni di questi componenti. «In Astana usiamo la gabbia del cambio posteriore con le pulegge grandi e il movimento centrale – ci dice Emanuele Boaro – a casa per allenarci abbiamo la bicicletta senza i componenti CeramicSpeed, che sono montati solo sulle bici che usiamo in gara e devo dire che io la differenza la sento. Con i componenti CeramicSpeed si ha una sensazione di maggiore fluidità anche nella cambiata».
In effetti secondo i test effettuati dalla stessa CeramicSpeed, ci sarebbe un risparmio tra i 6 e i 9 Watt con l’utilizzo dei cuscinetti nei mozzi delle ruote, le pulegge e il movimento centrale. Questo guadagno aumenterebbe di altri 2-5 watt con l’utilizzo della catena UFO. Il totale guadagno si aggirerebbe così, fino a un massimo 14 watt.
E con il sistema OSPW…
Un occhio particolare la rivolgiamo al sistema OSPW (Puleggia oversize CeramicSpeed), quello che utilizza anche l’Astana, che grazie al suo design particolare e ai materiali utilizzati permette di ridurre l’attrito del 40-60% rispetto alle pulegge tradizionali. In questo modo il vantaggio in termini di watt salirebbe ad un range fra i 10 e i 16 watt.
La gabbia con le pulegge oversize tipiche del sistema OSPWLa gabbia con le pulegge oversize tipiche del sistema OSPW di CeramicSpeed
Durevoli nel tempo
Un altro obiettivo di CeramicSpeed è di realizzare prodotti che durino nel tempo, grazie all’elevata qualità della ceramica che viene utilizzata. «I cuscinetti di CeramicSpeed – ci dice Boaro – possono essere smontati e rimontati più volte, a differenza di altri che invece li devi sostituire ciclicamente. L’unico svantaggio è che richiedono un po’ di manutenzione in più, è per questo che non li montiamo sulle bici da allenamento. E’ normale che essendo prodotti molto racing richiedano un’attenzione maggiore».
Boaro nella cronometro di Lido di Camaiore con il sistema OSPWBoaro nella cronometro di Lido di Camaiore alla Tirreno Adriatico con il sistema OSPW
Un’arma in più a crono
In effetti i prodotti del marchio danese sono pensati proprio per massimizzare le prestazioni e raggiungere quei famosi “Marginal Gains” di cui tanto si parla e che possono fare guadagnare dei secondi preziosi, soprattutto a cronometro. «Penso che nelle prove contro il tempo diano il guadagno maggiore. Nelle prove in linea ci sono tanti fattori che entrano in gioco, mentre nella cronometro dove si è da soli e tutto è finalizzato alla velocità, il contributo dei componenti CeramicSpeed si fa sentire di più, anche perché con i rapporti lunghi si hanno i vantaggi maggiori».
Anche la Qhubeka Assos di Nizzolo usa CeramicSpeedAnche la Qhubeka Assos di Giacomo Nizzolo utilizza i componenti CeramicSpeed
Sviluppo con i pro’
Un altro punto forte di CeramicSpeed è nella continua collaborazione e fase di sviluppo fatta con gli atleti professionisti. «Nel ritiro di inizio stagione vengono i ragazzi di CeramicSpeed e ci fanno vedere i vari tipi di cuscinetti e ci mostrano la differenza con gli altri prodotti standard – ci racconta Boaro – in quel momento si fanno varie prove. Devo dire che anche quando li prendi in mano e li fai girare senti la differenza anche al tatto rispetto ad altri prodotti».
Israel Start Up Nation equipaggiata con bici Factor, Astana PremierTech con bici Wilier Triestina e Qhubeka Assos in sella a BMC: sono queste alcune delle specialissime WorldTour equipaggiate quest’anno con i componenti forniti dalla CeramicSpeed, azienda danese con una enorme esperienza nel settore della produzione di cuscinetti ceramici per la riduzione degli attriti.
Un lungo elenco di campioni
Atleti del calibro di Chris Froome, Fabio Aru, Giacomo Nizzolo, Domenico Pozzovivo, Jakob Fuglsang e Aleksandr Vlasov utilizzano sulla propria bicicletta CeramicSpeed. I prodotti del marchio danese sono dotati del sistema OSPW con pulegge sovradimensionate che migliora l’efficienza della trasmissione e rimuove gli attriti. Questo dispositivo è stato sviluppato in stretta collaborazione con gli stessi team WorldTour, oltre al prezioso ausilio di diversi triatleti professionisti. Un rigoroso programma di test su strada, supportato da dati analitici, ha dimostrato che i sistemi OSPW generano il 30-60% di attrito in meno rispetto alla puleggia tradizionale.
La BMC del Team Qhubeka Assos equipaggiata con elementi CeramicSpeedLa BMC del Team Qhubeka Assos equipaggiata con elementi CeramicSpeed
Cuscinetti a basso attrito
Le pulegge di grandi dimensioni in lega leggera CeramicSpeed sono equipaggiate con cuscinetti a basso attrito prodotti dalla stessa azienda. Inoltre, sono montate su una gabbia leggera realizzata in poliammide e fibra di carbonio insieme a viteria in titanio.
Dettagli fondamentali
La selezione dei componenti è una parte fondamentale della prestazione nello sport. Limare pochi secondi, può davvero fare la differenza tra vincere e perdere. Spesso anche un piccolo vantaggio può contribuire ad una vittoria. E quando si tratta di componenti per la bicicletta, sia quelli visibili quanto quelli non visibili, tutto gioca un ruolo fondamentale.
Il bilanciere con la puleggia CeramicSpeedIl bilanciere con la puleggia CeramicSpeed
Si risparmiano watt
CeramicSpeed produce fra i migliori cuscinetti al mondo, con l’attrito più basso e la maggiore durata, contribuendo alla possibilità di risparmiare diversi watt. La missione di questa realtà Made in Denmark è far sì che i team e gli atleti supportati, così come i produttori di biciclette, possano ottenere il massimo della performance.
Graziano Beltrami, Titolare della Beltrami TSAGraziano Beltrami, Titolare della Beltrami TSA
Prestazioni nel tempo
«Tutti i cuscinetti CeramicSpeed sono fatti a mano in Danimarca – ci racconta Graziano Beltrami, titolare di Beltrami TSA la commerciale che in esclusiva rappresenta CeramicSpeed in Italia – e per farlo vengono utilizzati i migliori materiali disponibili. Questi passano tutti attraverso un’ispezione a più fasi durante l’intero processo di produzione. Perché sviluppare cuscinetti con basso attrito è una cosa, ma produrre cuscinetti che un anno dopo sono ancora in grado di garantire la medesima performance è tutta un’altra storia».
Innovazione continua
Ma l’innovazione e lo sviluppo del brand danese non si fermano qui.
«Combinando le proprietà dei cuscinetti CeramicSpeed standard con un rivestimento brevettato – continua Beltrami – l’azienda è riuscita a realizzare un cuscinetto che è addirittura in grado di superare ulteriormente il livello precedente \di prestazione. Grazie ad uno speciale trattamento applicato sulle piste in acciaio si ottiene difatti una superficie più dura del 75% rispetto alle piste in acciaio temprato standard: questa è la risposta a quelli che cercano il meglio in termini di prestazioni e longevità».