Juniores, il vero gap è nell’attività limitata?

16.07.2022
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Dietro macchina a Livigno. Di Fresco e il Team Casano sono in Valtellina all’Alpen Resort, lo stesso super residence scelto dalla Quick Step-Alpha Vinyl e per i ragazzi è ogni volta una scossa veder passare Alaphilippe e gli altri pro’ dello squadrone belga. E mentre, finite le scuole, ci si allena per la seconda parte di stagione (quella più… vera per gli juniores), con il diesse siciliano parliamo del tema dei rapporti liberi nella categoria. Le parole pronunciate da Andrea Morelli la settimana scorsa hanno sollevato qualche curiosità. Giuseppe è stato junior ai primi anni Novanta, dilettante fino al 1998 e poi è passato professionista.

La modifica dei rapporti favorirà gli atleti più maturi a scapito dei più leggeri?
La modifice dei rapporti favorirà gli atleti più maturi a scapito dei più leggeri?
Secondo te sarà un grosso problema oppure alla fine è solo un fatto mentale cui bisogna abituarsi?

E’ un fatto mentale. Se vogliamo adeguarci, dobbiamo stare a passo coi tempi. Questa è una regola messa dall’UCI, secondo me per un discorso di aziende, perché è sempre più difficile reperire materiale, specialmente il 52×14. E poi c’è il lato sportivo. Quando ero junior, i rapporti erano liberi. Mi ricordo che al Lunigiana, Antonino Dama vinse la volata a Genova con il 53×11. Non lo vedo come un grosso problema. Qualcuno dice che si rischia di bruciare i ragazzi, ma sta all’intelligenza e alla bravura del direttore sportivo gestire questa situazione.

Li hai mai allenati usando i rapporti liberi?

No, non ancora e non avrei problemi a dirlo. Di recente, ho fatto una bella chiacchierata con Salvoldi (tecnico azzurro degli juniores, ndr) e lui sarebbe quasi per consigliarlo. Ha detto che l’ha sempre fatto anche con le donne, il fatto di allenarle con rapporti più duri. Però alla fine tutti facciamo potenziamento, tutti facciamo palestra d’inverno e la maggior parte continua ad andarci anche durante la stagione. Quindi non vedo quale sia il problema di utilizzare un rapporto più duro.

Oggi il menù prevedeva lo Stelvio: lavori diversi per gruppi diversi
Oggi il menù prevedeva lo Stelvio: lavori diversi per gruppi diversi
Perché allora non allenarli usandoli?

Mi sono adeguato alla categoria, poi per sentito dire pare che qualcuno li utilizzi in allenamento. Secondo me però si riesce a fare determinati tipi di lavoro anche con il 14. E quando per esempio sono andati in pista – perché l’anno scorso Villa li convocava e li portavo a Montichiari – hanno usato dei rapporti molto più lunghi e non hanno avuto problemi. E questo è segno che li hai allenati bene.

In cosa deve essere bravo dunque il direttore sportivo?

Non è che monti l’11 e il corridore va fisso con l’11. C’è quello che lo spingerebbe sempre, ma deve capire che è un errore. D’altronde sono andato in Svizzera a vedere Sciortino con la nazionale al Tour du Pays de Vaud e ho visto la netta differenza tra gli stranieri e noi.

Sciortino ha partecipato con la nazionale al Tour du Pays de Vaud per juniores
Sciortino ha partecipato al Tour du Pays de Vaud con la nazionale
Quale differenza?

Emil Herzog che ha vinto la Corsa della Pace, ha già fatto tre gare a tappe. Per Sciortino, quella in Svizzera era la prima. Abbiamo delle limitazioni. I nostri possono correre due volte a settimana soltanto da luglio. Possono fare una gara a tappe con la società e una con la rappresentativa regionale o in alternativa ancora una con la società. Da quest’anno è escluso il Lunigiana. In più può fare due giri con la nazionale. Quindi cinque gare a tappe in tutto, però tra un giro e l’altro devono passare 20 giorni, quindi non puoi farne due in un mese.

Il fatto che al Lunigiana del 2021 i francesi ci abbiano fatto a fettine dipende dai rapporti liberi ma anche dall’attività che fanno?

Prendiamo Crescioli, il mio corridore che è arrivato secondo dietro Lenny Martinez. Il Lunigiana era il primo giro che faceva e si è trovato a correre con Martinez che a luglio aveva fatto il Tour de Valromey (il francese è arrivato terzo, dietro il compagno Gregoire e il belga Uijtdebroeks, ndr).

Francesco Caruso, crossista svizzero, ha già corso tre gare a tappe fra gli juniores e si allena con l’11
Francesco Caruso, svizzero, ha già corso tre gare a tappe e si allena con l’11
Perché non lo hai portato in altre gare a tappe?

Ne avremmo fatte di più, ma in Italia sono saltati il Friuli e il Basilicata e non c’era più tempo per chiedere l’invito all’estero, perché vanno programmati a inizio stagione. Altro esempio. Attualmente c’è uno svizzero che ho preso da poco. Fra l’altro, non mettetevi a ridere, si chiama Caruso: Francesco Caruso.

Damiano come l’ha presa?

Prima di farlo venire gli ho mandato un messaggio per chiedergli il permesso (il ragusano ha svolto la carriera da U23 con Di Fresco, ndr) e ha detto: «Prendilo, prendilo, sai mai che dovesse nascere un altro Caruso?!». Comunque, questo Caruso viene dal ciclocross, è un primo anno e ha fatto gare su strada esclusivamente con la nazionale svizzera. E’ arrivato che ne ha già fatte tre a tappe e si è presentato in ritiro con due ruote. Una col 14 e una con l’11.

Foto di gruppo sullo Stelvio per gli juniores guidati da Di Fresco
Foto di gruppo sullo Stelvio per gli juniores guidati da Di Fresco
Torniamo ai rapporti, si parla degli scalatori leggeri che saranno penalizzati.

Condivido questa preoccupazione, però stiamo parlando di una categoria internazionale e di lì a poco potrebbero correre fra i pro’ e dovranno usare l’11. Devi essere bravo a farli abituare, ma è ovvio che lo scalatore di 50 chili avrà difficoltà all’inizio e poi troverà il modo di starci dentro. Sicuramente almeno inizialmente saranno agevolati i corridori che pesano 70 chili e hanno un rapporto potenza/peso più alto.

Pensi che a livello di preparazione invernale il prossimo inverno cambierete qualcosa?

No, continuerò con i miei programmi e semmai modificherò poi qualcosa nei lavori in bici. Bisognerà andare avanti osservando e semmai correggendo. Il mio scopo non è vincere un monte di corse, come chi spende magari 5-600 mila euro all’anno fra gli juniores. Io propongo un programma per poter tirare fuori corridori professionisti.

Il discorso resta aperto e bisognerà aspettare il 2023 per capire di cosa si stia effettivamente parlando e se ci saranno conseguenze da gestire. Per il momento si lavora in altura. E tutto sommato, rileggendo l’esperienza di Piganzoli e le spiegazioni di Basso, anche questo potrebbe essere considerato un passo lungo.

Sciortino e Florio: due palermitani per il team Casano

03.05.2022
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L’UC Casano Matec da quest’anno ha allargato la sua influenza anche alla Sicilia, aggiungendo, oltre all’affiliazione toscana, quella della regione della Trinacria. Sono cinque i corridori siciliani che si sono aggregati al team guidato da Giuseppe Di Fresco, ma su due di loro si concentrano attese particolari: Carlo Sciortino e Salvatore Florio. Con Alessandro Mansueto, tecnico regionale della Sicilia e dell’affiliazione del team sull’isola, andiamo alla scoperta di questi due ragazzi molto promettenti.

Team Casano Matec al completo con la nascita dell’affiliazione siciliana si sono aggiunti 5 nuovi ragazzi
Team Casano Matec al completo con la nascita dell’affiliazione siciliana si sono aggiunti 5 nuovi ragazzi
Innanzitutto come va questa doppia affiliazione?

Molto bene, il rapporto di collaborazione ed il confronto sono costanti. Il lavoro è organizzato tramite i 4 diesse del team, io mi relaziono con Daniele Della Tommasina, storico preparatore del team. Ci siamo incontrati quest’inverno e abbiamo stilato un programma di lavoro per i ragazzi del team che sono qui in Sicilia, in totale sono 5: Carlo Sciortino, Salvatore Florio, Gabriele Barone, Vincenzo Pardo ed Enrico Lombardo.

Quanto è importante questa opportunità per i ragazzi?

E’ fondamentale. E’ un’ottima occasione per mettersi in mostra e per crescere dal punto di vista atletico e umano. Hanno la possibilità di fare un bel calendario nazionale e di giocarsi delle buone chance di essere convocati dal cittì Salvoldi. Anche perché qui in Sicilia gli juniores tesserati sono pochi, solamente una cinquantina. Quindi alle volte capita che debbano correre con gli under 23, che a loro volta sono solamente 15. E’ un buon banco di prova ma serve anche fare delle gare nazionali per crescere al meglio. 

Le gare come si suddividono?

Per il momento abbiamo corso un po’ in Toscana e un po’ in Sicilia. L’esordio è stato alla “Ballero Nel Cuore” poi abbiamo corso ancora in Toscana e ci sono state anche due gare in Sicilia.

Carlo Sciortino (classe 2004) da quest’anno veste i colori dell’UC Casano Matec
Carlo Sciortino (classe 2004) da quest’anno veste i colori dell’UC Casano Matec

Parliamo di Sciortino…

«Già l’anno scorso aveva fatto vedere delle belle prestazioni, andava molto forte anche in salita. Quest’anno abbiamo rivoluzionato un po’ tutto: dall’alimentazione al posizionamento in sella, aveva delle piccole imperfezioni». 

Del tipo?

Basculava un po’ con il bacino ed in più era un pelo alto. Con i ragazzi così giovani è difficile lavorare perché il corpo si adatta anche se non è perfettamente posizionato, ma il rischio è di creare poi dei problemi futuri.

Sta lavorando anche con Erica Lombardi sull’aspetto nutrizionale?

Sì, lei lavora a stretto contatto con il team, pensate che è passato da 65 chili a 61 grazie a un’alimentazione più corretta. E’ alto 166 centimetri. Il posizionamento in bici l’ho curato io insieme ad Alessandro Colò, un biomeccanico che lavora con il Casano

La squadra corre sia in Toscana che in Sicilia, qui sono al Gran Premio Liberazione di Massa
La squadra corre sia in Toscana che in Sicilia, qui sono al Gran Premio Liberazione di Massa
Il programma di allenamento è cambiato?

E’ stato rivoluzionato. Abbiamo ridotto notevolmente il numero di ore aumentando la qualità. Considerate che Carlo esce da scuola alle 14 e alle 14,30 è già in bici. Riesce a fare 3 ore, massimo 3 ore e mezza. Si è lavorato molto anche sulla frequenza di pedalata. Prima aveva una media intorno alle 85 rpm, ora è a 105 e questo gli permette di conservare meglio la gamba per il finale della corsa.

Che tipo di corridore è?

Leggero ed esplosivo, ha un ottimo rapporto peso/potenza. Nelle gare di un giorno ha fatto vedere grandi cose. Per le corse a tappe, invece, al Lunigiana, la scorsa stagione è andato in crescendo tappa dopo tappa arrivando all’ultima con una buona gamba. Tant’è che proprio quel giorno abbiamo tentato anche di attaccare più volte.

Alessandro Mansueto con Salvatore Florio dopo la vittoria del campionato regionale a cronometro
Alessandro Mansueto con Salvatore Florio dopo la vittoria del campionato regionale a cronometro

E poi c’è Florio

«Ci eravamo concentrati molto su Sciortino – dice Mansueto – invece Salvatore ci ha sorpreso molto. In realtà ci aspettavamo potesse crescere, ma non così tanto. Mi verrebbe da dire che è riuscito a raggiungere i livelli di Carlo (Sciortino, ndr)». 

Programma di allenamento stravolto anche per lui?

Sì, meno ore e più qualità, come tutti i nostri ragazzi. Abbiamo la fortuna che abitano tutti nella provincia di Palermo, ad eccezione di Lombardo che invece è a Noto, quindi è più semplice seguirli. 

Lui che tipo di corridore è?

E’ il classico passista-scalatore, è alto 177 centimetri e pesa 63 chili. Ha una buona dote anche a cronometro, infatti sabato ha vinto il campionato regionale, con una bella prova sui 15 chilometri.

Giuseppe Di Fresco in primo piano: alla sua sinistra c’è Alessandro Mansueto
Giuseppe Di Fresco in primo piano: alla sua sinistra c’è Alessandro Mansueto
Le caratteristiche per un profilo da grandi Giri…

Sì, ha queste doti che lo rendono adatto alle corse a tappe. In più ha un grande spunto sul chilometro iniziale in salita, riesce a farlo a potenze notevoli. Finora ha lavorato molto per Sciortino, ma ha saputo anche ritagliarsi i suoi spazi ottenendo molti piazzamenti e anche una vittoria a Palermo in circuito. In più ha anche un’ottima visione di corsa, una dote innata che per il momento ha sfruttato per aiutare i suoi compagni ma che in futuro potrà usare anche per vincere.

I due vanno ancora a scuola, come se la cavano?

Bene! Florio è un ottimo studente, ha fatto la primina e quest’anno ha la maturità. Ci tiene molto al percorso scolastico, è capitato che saltasse qualche allenamento per preparare verifiche o interrogazioni, ha detto che vorrebbe anche continuare dopo la maturità. Vedremo.

I ragazzi del Team Casano corrono con bici Orbea
I ragazzi del Team Casano corrono con bici Orbea
Sciortino invece?

Lui fa lo Scientifico, è al quarto anno. E’ uno studente normale, si impegna e va bene.

La scuola è fondamentale, così quest’estate potranno divertirsi in bici senza pensieri…

Assolutamente, alla fine dell’anno scolastico con tutti i ragazzi siciliani andremo in Toscana. Vivranno nella “casetta” del team Casano dove avranno tutto il necessario per allenarsi e vivere comodamente (lo stesso Mansueto da corridore trascorse parecchio tempo nel ritiro toscano dei team di Daniele Tortoli, ndr).

Che carattere hanno?

Sciortino è un po’ più espansivo, ma entrambi sono molto gentili ed amichevoli. Qui li definiamo “amiciari” ovvero due persone che tendono a fare subito amicizia.

Failli 2021

Failli, raccontaci chi è tuo nipote Alessandro…

29.01.2022
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Tra i vari ragazzi che Giuseppe Di Fresco ha presentato alla Casano Matec ce n’è uno che ha al suo interno geni ciclistici di qualità: Alessandro Failli è infatti nipote di quel Francesco che dopo essere stato per oltre 10 anni pro’ è ancora apprezzato protagonista nelle granfondo di mtb, alla Cicli Taddei. Un amore, quello del 16enne toscano, nato seguendo proprio le gesta di Francesco, ancora su strada quando nacque Alessandro: «Spesso il papà lo portava a vedere le mie corse e così pian piano si è appassionato, iniziando a gareggiare fra i G5. Io ero stato più precoce, già G1…».

Come sono stati i suoi primi anni?

E’ una forza della natura. Mi ha stupito soprattutto nel periodo del lockdown: veniva in bici con me 3-4 ore e non si staccava mai, ha fatto un cambiamento fisico enorme. Mi dicevo «Ma è lui che va forte o io che sto invecchiando?…». Ha fatto la prima gara da Allievo 1° anno e l’ha vinta e da lì ha iniziato una bella stagione, con oltre 5 successi.

Che tipo è?

Disincantato, prende tutto senza stress. Si diverte in bici e per la sua età è importante. Nel definirlo, io dico che sempre che se casca il mondo, lui si sposta… Quando si allena, neanche guarda le strade, poi mi chiama per andarlo a prendere e neanche sa dov’è… Vive tutto senza grande pressione, almeno finora, perché gli continuo a dire che ora c’è un team che ha investito su di lui e giustamente pretende risultati, si comincia a fare sul serio. Ma è giovanissimo, ci vuole tempo.

Failli nipote 2022
Alessandro e Francesco Failli: quando il nipote è nato, lo zio già correva da pro’
Failli nipote 2022
Alessandro e Francesco Failli: quando il nipote è nato, lo zio già correva da pro’
Si sente dalle tue parole che gli sei molto legato…

E‘ cresciuto con me. I genitori lavorano, io mi allenavo di mattina e poi andavo a prenderlo a scuola da piccolo e stavamo insieme. Siamo cresciuti insieme.

Parlate mai di ciclismo, delle tue gare, del suo futuro?

Poco. Per ora non ha l’assillo della carriera ciclistica, se non sfonda vorrà dire che si troverà un lavoro (studia all’Alberghiero, ndr). Non sente pressione e questo può essere anche un vantaggio, ma deve capire che i tempi non sono come i miei, il ciclismo ora consuma tutto molto presto. Ora è junior e questi sono due anni fondamentali, nei quali deve farsi vedere.

Come corridore è simile a te?

Non direi, intanto perché ha un fisico via via più imponente, poi perché rispetto a me è un corridore forse anche più completo, molto veloce ma che tiene in salita. Io veloce non lo sono mai stato, forse sugli strappi avevo ancora qualcosa in più.

Failli Tirreno 2013
Francesco, qui sul podio alla Tirreno-Adriatico 2013 come leader della classifica combinata
Failli Tirreno 2013
Francesco, qui sul podio alla Tirreno-Adriatico 2013 come leader della classifica combinata
In allenamento segue particolari tabelle? 

Finora non lo ha mai fatto, i suoi allenamenti erano un po’ naif, pensa che quando doveva fare le ripetute di 30” e gli chiedevo come faceva senza alcuno strumento mi diceva che contava a mente… Ora chiaramente è in una squadra, ha un preparatore e gli dico sempre che deve seguire quello che gli dice, anch’io faccio un passo indietro. Ora comincia a usare misuratore di potenza e garmin, deve cambiare ottica e pian piano lo sta facendo.

Dicevi prima che vive in un ciclismo dove non si ha la pazienza di aspettare. Con te la ebbero?

Sicuramente, anche se passai pro’ molto presto. Ma sia da dilettante che agli inizi da pro’ mi diedero tempo per crescere, per imparare. Oggi tutto questo tempo non c’è più.

Failli Stabbia 2020
Centro alla Festa Giovanile del Pedale a Stabbia nel 2020, Alessandro era Allievo 1° anno (foto Roberto Fruzzetti)
Failli Stabbia 2020
Centro alla Festa Giovanile del Pedale a Stabbia nel 2020, Alessandro era Allievo 1° anno (foto Roberto Fruzzetti)
Tu sei stato sempre molto attento al gioco di squadra, un concetto che hai trasbordato anche nella mountain bike dove si è sempre detto che è uno sport più individualista…

E’ un concetto al quale sono molto legato. Ho fatto da gregario a campioni come Garzelli e Di Luca, ho sempre avuto forte l’idea che bisogna applicarsi nel fare il proprio lavoro, se lo fai bene quella è una vittoria. Nessuno si è mai lamentato, in quei 10 anni mi sono fatto molti amici.

E Alessandro come si trova a fare gioco di squadra?

Glielo stanno insegnando. Lui rispetto a me ha però una mentalità più vincente. Le sue gare le ho viste quasi tutte e ha la gran capacità di non sprecare quasi niente, di gestirsi davvero in maniera esemplare per vincere e questa è una grande dote che mi dà molta speranza.

Veniamo a te. Guardandoti indietro, non pensi di aver chiuso abbastanza presto?

Avevo 31 anni, forse avrei potuto tirare ancora, ma gli ultimi due anni con Citracca alla Vini Farnese ero rimasto deluso dal fatto che preparavo il Giro d’Italia ma rimanevo sempre escluso. Forse a ben guardare quel mondo mi aveva dato abbastanza, avevo bisogno di cambiare. Francesco Casagrande mi propose di passare alla mtb e dissi subito di sì. A gennaio stavo ancora preparando la stagione della strada, a marzo avevo già esordito in mountain bike…

Failli Mtb 2019
Vittoria alla GF di Poppi, una delle tante per Francesco Failli (foto Luca Guarneri)
Failli Mtb 2019
Vittoria alla GF di Poppi, una delle tante per Francesco Failli (foto Luca Guarneri)
Ti manca quel mondo?

Non tanto le gare mi manca un po’ l’atmosfera di gruppo, l’adrenalina che si sente. Nella mountain bike è tutto molto più tranquillo. Alla Cicli Taddei viviamo le gare pensando proprio all’obiettivo generale, con Francesco ci siamo trovati tante volte davanti e non abbiamo mai discusso su chi doveva vincere, è indifferente. Ora è arrivato anche un altro ex pro’, Riccardo Chiarini, siamo un bel gruppo.

Tu sei alla soglia dei 40 anni, Casagrande ha già superato i 50, sei un ragazzino al confronto…

Facciamo una bella coppia. Lui ha paura che smetto io, io che lascia lui… Ora abbiamo in programma la partecipazione alla Vuelta Andalucia, gara a coppie dell’Uci Marathon Series, ma non correremo insieme. Lui dice che vado troppo forte e vuole prendersela con più calma, correrà con un giovane. Eppure vi assicuro che dà ancora la paga a tutti…

Juniores, tre squadre che brinderanno al 2021

15.10.2021
6 min
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Abbiamo analizzato a fondo la categoria juniores, dove il livello si è alzato notevolmente negli ultimi anni. Ma per capire ancora meglio in che modo si lavora e come si organizza l’attività in una squadra di ragazzi, ancora molto giovani, abbiamo deciso di interpellare tre diesse di altrettante squadre. Abbiamo selezionato i team che si sono distinti per i risultati ottenuti nella stagione appena conclusa e nel nostro dietro le quinte si sono scoperte delle cose davvero interessanti. Le squadre sono: Borgo Molino Rinascita Ormelle, Team Giorgi e Casano Matec.

Borgo Molino, c’è la plurima

«In questa stagione abbiamo lanciato verso la vittoria 10 ragazzi su 14 – inizia così Cristian Pavanello, diesse della Borgo Molino -. Per chi ci guarda da fuori viene facile pensare che una squadra come la nostra possa concentrarsi solamente su pochi corridori ma non è così.»

In che modo gestite l’attività?

La prima cosa da dire è che noi abbiamo un’affiliazione plurima, vuol dire che sotto lo stesso nome, Borgo Molino, abbiamo due selezioni: una in Veneto ed una in Friuli. Un motivo è legato agli sponsor, visto che arrivano dalle due regione è giusto dare visibilità. Un secondo motivo è che a livello regionale ci sono dei blocchi perché alcune regioni non rilasciano il nulla osta ai corridori per correre in regioni diverse. Quando si corrono le gare regionali le squadre come la nostra hanno un tetto massimo di corridori da portare, cioè 12.

Come fate a farli correre tutti?

Nel pieno della stagione, in estate, visto che i ragazzi d’inverno vanno ancora a scuola, partecipiamo a due corse nel weekend così da impegnarli tutti. È un bel dispendio di energie e risorse ma è giusto che tutti i ragazzi abbiano le stesse possibilità.

Come gestite gli allenamenti nel periodo scolastico?

Siamo tre diesse e ci dividiamo le zone: due sono in Veneto ed uno in Friuli, durante la scuola non facciamo muovere i ragazzi, si allenano divisi per microregioni. Studiare è la cosa più importante per loro, il ciclismo deve essere un divertimento, poi, come in tutti gli sport, è bello quando vinci – dice Cristian con una lieve risata.

Le bici e l’abbigliamento da dove li prendete?

Le bici ce le dà Pinarello, con Fausto c’è un rapporto di amicizia incredibile e lui ha piacere nel darci i mezzi. L’abbigliamento ce lo fornisce Mem, le scarpe Gaerne ed occhiali e caschi Ekoi.

Team Giorgi, affiliazione unica

«Siamo da 25 anni nel mondo degli juniores – ci dice Leone Malaga diesse del Team Giorgi-. Fino a poco tempo fa avevamo anche la categoria allievi ma abbiamo dovuto abbandonare il progetto perché da noi (Provincia di Bergamo, ndr) ci sono troppe squadre. Noi abbiamo l’affiliazione unica quindi possiamo schierare tutti i nostri corridori nelle gare regionali».

Qual è la parte più difficile del non avere un vivaio?

Sicuramente trovare dei ragazzi stagione per stagione, la nostra squadra ha la fortuna ed il merito di essere molto conosciuta ma è comunque complicato. Lo è perché i ragazzi, tra le categorie esordienti ed allievi, hanno un vincolo con le società di appartenenza, che si scioglie quando passano Juniores.

Anche voi avete un bel numero di corridori.

Siamo sempre tra i 13 ed i 14 ragazzi. Abbiamo la fortuna di averli tutti vicini e riusciamo a gestire bene l’attività. Ci affidiamo al nostro medico sociale per le visite e ad un dietista per consigliare un’alimentazione corretta. Non facciamo diete ferree, a questa età non serve, il dietista fornisce delle linee guida ma poi i ragazzi sono liberi.

Per gli allenamenti?

Le tabelle le preparo io e tramite una piattaforma i ragazzi caricano l’allenamento e io posso seguire i loro progressi. Ovviamente questa cosa è possibile perché tutti i ragazzi sono forniti di potenziometro.

Insomma, dei piccoli professionisti

Il livello si è alzato molto, la nostra squadra partecipa per il 50 per cento delle corse a gare nazionali ed internazionali. Si è visto anche dalle gare più recenti come il livello sia ormai davvero elevato, non si può nascondere, anche i mezzi sono al top e l’abbigliamento è di ultima generazione

Casano Matec, fra Toscana e Liguria

«La nostra fortuna,durante il lockdown è stata la pista. Ho chiesto a Marco Villa se si potessero fare delle prove e mi ha detto di sì. Da lì è iniziata una collaborazione continua», parte con entusiasmo Giuseppe Di Fresco diesse della Casano Matec. Del loro impegno con la pista ve ne avevamo già parlato.

«Anche noi abbiamo la doppia affiliazione, una toscana con 10 corridori ed una ligure con gli altri 4. Da quest’anno organizziamo anche il Giro della Lunigiana, insomma gli impegni non ci mancano. Noi abbiamo tutto il vivaio completo, dagli esordienti fino agli juniores, ci coltiviamo i talenti in casa. E’ logico che qualche ragazzo lo prendiamo anche da fuori soprattutto per gli Junior ma direi che abbiamo un’ottima percentuale di passaggi di categoria».

Anche voi avete il problema di allenarvi tutti insieme vista la distanza?

Sì, però io ho una casa, soprannominata ormai “casina” dove facciamo molti ritiri, anche prima delle gare. È un modo per stare tutti insieme, si fa gruppo e ci si diverte, il sabato dopo scuola si prendono i ragazzi e si va lì e facciamo il ritiro pre-gara.

Un vero punto di riferimento questa “casina”

Ci troviamo molto spesso, ad inizio stagione per i test ed i controlli, ai quali partecipa anche Erica Lombardi, dietista che lavora con Astana. Abbiamo anche un osteopata, un massaggiatore, un medico sociale ed un biomeccanico, preferisco avere tutto sotto controllo.