Ai campionati europei di ciclismo correrà anche la categoria juniores, il 10 settembre. I ragazzi del cittì Rino de Candido saranno pronti a dare battaglia sulle strade di casa. Il percorso è lo stesso della prova degli under 23, il circuito cittadino di Trento verrà percorso otto volte, per un totale di 107 chilometri. Non una prova lunga, ma molto impegnativa. Ce la facciamo raccontare dal tecnico azzurro che guiderà i ragazzi in questa loro prima esperienza internazionale. Alcuni stanno correndo il Giro della Lunigiana che terminerà domani, domenica 5 settembre, a Casano di Luni.
Come vi siete approcciati a questo europeo casalingo?
Siamo andati a vedere il percorso a metà agosto, con un gruppo di 12 ragazzi. I quali sono poi venuti in ritiro con me a preparare gli ultimi appuntamenti prima della selezione finale. Li ho divisi in due gruppi: un primo gruppo ha corso il Gp della Pace (Belletta Dario, Igor Bonetto, Samuele Pellizzari, Giulio Romele, Alessandro Ursella e Raffaele Mosca), mentre un secondo sta disputando ora il Giro della Lunigiana (Piergiorgio Cozzani, Lorenzo Giordani, Sebastiano Minoia, Simone Roganti, Luca Tornaboni e Stefano Cavalli).
Cosa ne pensa del percorso ora che lo avete visto da vicino?
Si continua a mettere l’accento sulla lunghezza, dicendo che è corto, ma non si dice che il dislivello ammonta a 2.000 metri totali. Non è semplice, la salita farà sicuramente la differenza, è dura ed impegnativa. Ripeterla otto volte porterà ad una selezione naturale.
Ha notato qualche particolarità?
A parte la costante difficoltà tecnica, per cui dovrò scegliere ragazzi con dimestichezza nel guidare il mezzo, l’arrivo è complicato. Si arriva da un sottopasso, poi ci sono delle continue curve, ed il rettilineo finale, oltre ad essere in pavé, è anche in leggera pendenza. Serviranno dei ragazzi bravi in salita, ma che si sappiano difendere in una volata ristretta. Il tempismo la farà da padrone, un attimo prima e rimani piantato, un secondo dopo rimani imbottigliato dietro.
Vorremmo sapere che emozioni provano questi giovani atleti a correre in un palcoscenico così importante.
Questi ragazzi hanno già corso in gare internazionali, come il Lunigiana o il GP della Pace. Certo è molto differente gareggiare in una corsa a tappe o in una gara singola. Loro sanno quel che devono fare, se corrono come sono in grado di fare saranno protagonisti, andiamo per portare a casa un buon risultato. L’emozione non si può nascondere, poi correre in Italia è ancora più eccitante, avranno gli occhi puntati addosso. E’ esperienza anche questa, sarà un mio compito tranquillizzarli e farli dormire sereni.
La concorrenza è elevata, i francesi al Lunigiana non scherzano.
Vanno molto forte, ma siamo ad un europeo, tutti vanno forte, non bisogna sottovalutare nessuno. In primis bisognerà curare, oltre ai transalpini anche gli olandesi ed i norvegesi. Non dobbiamo farci intimidire e dobbiamo correre da squadra, l’organizzazione è alla base di tutto.
Come si interpreta una corsa del genere? in questa categoria siamo abituati a vedere gare sempre molto attive.
Dovremo essere pronti a seguire qualsiasi evoluzione, stare davanti ed entrare in ogni tentativo di fuga, sarebbe un rischio troppo elevato far uscire un gruppetto e non farne parte. Anche se si dovesse trattare di una fuga da lontano, farne parte ci permetterà di controllare meglio la corsa. E’ una gara che stanca molto anche la mente, essere sempre pronti non è facile. Ho parlato molto con i miei ragazzi e sanno cosa devono fare.
L’appuntamento successivo sarà il mondiale, i ragazzi saranno quelli di questo gruppo?
Non necessariamente, sono due gare simili solo sulla carta, il nostro percorso al mondiale è cittadino come quelle di Trento. E’ però, anche molto più tecnico e complicato, lì (nelle Fiandre ndr) ci saranno 4 o 5 strappi da 200 o 300 metri molto duri, serve esplosività, quindi i corridori saranno differenti.