Ma quest’anno avvia a chiudersi anche con un altro importante record commerciale per il nostro Paese. Riprendendo i contenuti di un interessantissimo approfondimento a firma Claudia Vianino, e pubblicato recentemente sull’autorevole Bike Europe, il 2020 rappresenterà un traguardo top per l’industria della bicicletta italiana e per l’economia della bicicletta tricolore più in generale. La pandemia Covid-19 in prima battuta, ma senza ombra di dubbio anche il grande vantaggio rappresentato dall’introduzione del bonus mobilità da parte del Governo, hanno difatti conferito una forte spinta al mercato ed i risultati positivi iniziano ad essere più che una semplice stima.
Ancma fa parte di Confindustria e unisce i produttori di moto e bicicletteAncma unisce i produttori di moto e bici
Balzo del 20%
Stando a quanto riportato da Claudia Vianino su Bike Europe, il boom delle vendite di biciclette in Italia è stato così forte che Confindustria ANCMA stima una crescita di oltre il 20% rispetto ai dati del 2019. La stessa associazione di categoria prevede inoltre che entro la fine del 2020 il nostro paese supererà i 2 milioni di biciclette vendute (nel 2019 sono state vendute 1.713.000 unità). Un incremento importante principalmente tra giugno e novembre.
La maggior parte del merito di questo vero e proprio boom di biciclette vendute va senza dubbio attribuito, come accennato in precedenza, al “bonus mobilità” assegnato dal Ministero dell’Ambiente. Ma non solo. Da quando la pandemia ha incominciato ad influenzare la quotidianità degli italiani, questi hanno iniziato ad adottare un approccio più sostenibile ed una diversa consapevolezza dell’utilizzo della bicicletta, inducendo a pensare che probabilmente gli italiani stessi stanno cambiando le proprie abitudini ripensando alla bici sia come ottimale strumento di benessere sportivo quanto come mezzo di trasporto.
Piero Nigrelli, direttore del comparto bicicletta di AncmaNigrelli, direttore del comparto bici di Ancma
«C’è molto entusiasmo nell’industria italiana in questo momento, ma anche molta cautela – ha dichiarato a Bike Europe Piero Nigrelli, il direttore del comparto bicicletta di Confindustria ANCMA – e noi stiamo già lavorando ad altre tipologie di incentivi per il futuro finalizzati ad aumentare la mobilità in bicicletta nelle città. Il cambio di atteggiamento degli italiani nei confronti dell’uso della bici e il proliferare di piste ciclabili nelle principali città del nostro Paese fanno sperare che questa tendenza non si inverta».
A dicembre, la Pauwels Sauzen-Bingoal comunica a Ryan Kamp che non lo conferma. Lo aiutano i fratelli Roodhoft, che trovano una Colnago con cui ripartire
Nella Mitchelton-Scott è cambiato quasi tutto. E alla fine, oltre al nome e ai dirigenti, cambieranno anche le bici, che saranno Bianchi. L’annuncio è arrivato poco dopo metà ottobre in pieno Giro d’Italia. L’azienda di Treviglio ha ringraziato e salutato la Jumbo-Visma, che pochi giorni prima aveva abbandonato in massa il Giro d’Italia, prima di vincere la Vuelta. Mentre Scott ha impacchettato le sue cose per trasferirsi alla Sunweb, che a sua volta ha ceduto le Cervelo proprio alla Jumbo di Roglic. In questa girandola di nomi da Fiera dell’Est, qualcuno ha pensato a chi fisicamente ha spostato le bici da una casa all’altra?
In questo video del 2018, Alberto Chiesta descrive la Scott Addict Rc PRO di Simon Yates
Noi abbiamo parlato con Alberto Chiesa, meccanico della squadra australiana che da Scott è passata a Bianchi e che assieme ai suoi colleghi ed un furgone ha ritirato le Scott e consegnato le Bianchi.
Cambia tutto o non cambia niente, a parte il nome?
Normalmente non c’è molta differenza, se non individuare la taglia giusta. Ogni brand ha le sue misure, angoli e lunghezze, e il lavoro da fare è sistemare al meglio i corridori che rimangono, nel nostro caso quelli che avevano le Scott. Per i nuovi è diverso, perché cambiando squadra sanno anche di doversi adattare alla nuova bici. Mentalmente è differente.
Tante differenze di centimetri?
Scott, vado a memoria, fa 47-49-52-54-56-58-61. Bianchi fa 47-50-53-55-57-59-61-63. Sembra poca roba, ma quando ci sei sopra, un po’ si sente.
Partite dalle schede o partite da zero?
Partiamo da quello che abbiamo su carta e poi facciamo il meglio possibile con i vari componenti.
Simon Yates ha vinto la Tirreno-Adriatico 2020 conquistando la tappa di SassotettoSimon Yates su Scott, primo alla Tirreno
Quando avviene questa prima fase?
Di solito si fa un pre-ritiro a fine stagione. Quest’anno si è fatto poco dopo la Vuelta, anzi ne abbiamo fatti due. Una parte in Spagna, una a Varese. Si accontentano tutti, anche se non si può dire che tutti avranno la stessa posizione dell’anno precedente.
Cambia soltanto il telaio o i componenti seguono a ruota?
Telaio, selle e attacchi, perché Scott portava con se la sua parte accessori.
Di quali bici parliamo dunque?
I più correranno con la nuova Specialissima, presentata alla fine del Giro d’Italia. Altri avranno anche l’Oltre. Gruppi Shimano Dura Ace Di2 disco, attacchi Vision di Fsa e selle Fi’zi:k ma di questi si occupa direttamente Bianchi che ha il contatto con le aziende fornitrici.
La Jumbo-Visma non usava freni a disco, però…
Esatto, mentre noi con Scott sì. Non so se Bianchi spingesse per questa soluzione e loro non volessero, queste a volte sono scelte dei team. Anche Pinarello ha le bici pronte con i dischi, ma Ineos vuole i rim-brakes.
Le nuove Bianchi del team avranno manubrio Metron 5D di VisionVision Metron 5D per le nuove Bianchi
Dal tuo punto di vista?
Capisco che un’azienda voglia sviluppare quel che sul mercato sembra tirare di più. Dal punto di vista del meccanico, il disco va bene fra gli amatori, meno per il professionista.
Come mai?
Sicuramente funziona benissimo e ormai abbiamo anche imparato a cambiare le ruote velocemente con il perno passante. Ma quando arrivi in hotel la sera, è sempre tardi. Se non ci sono problemi, la bici è perfetta. Ma se qualcosa non funziona, non finisci più. Se c’è stata una caduta e qualcosa si è storto il lavoro si complica di molto.
Mitchelton aveva già usato selle Fi’zi:k in precedenza?
Sì e questo è positivo, anche se i modelli nel frattempo sono cambiati. Per cui i nostri hanno individuato dei modelli a catalogo e abbiamo fatto la nostra richiesta, mentre loro hanno proposto di provare anche un modello nuovo che si chiama Argo. Adesso siamo nella fase in cui i corridori provano e poi scelgono.
Attacchi e manubri?
Con la Vittoria della Vuelta, Roglic ha salutato il marchio BianchiCon la Vuelta, Roglic ha salutato Bianchi
Si userà l’integrato, il Metron 5D, ma anche una combinazione di attacco più manubrio, ugualmente aero. La scelta è soggettiva, ma tante volte dipende dalle misure. Ad esempio per le ragazze, che usano manubri più stretti da 38, l’integrato non viene fatto. Va da 40 a 44.
Ci sono differenze di montaggio fra Scott e Bianchi?
Non troppe. Il nostro responsabile è stato in Bianchi e gli sono state indicate le particolarità di cui tenere conto, per cui imparato il sistema Bianchi, si procede spediti. Detto questo, facciamo questo lavoro da così tanto tempo, per cui già alle corse ci siamo informati con i colleghi che usavano Bianchi. Abbiamo chiesto e osservato. Nessuno di noi è novellino e alla fine le bici nel montaggio sono abbastanza simili fra loro.
Da quanto tempo lavori nel professionismo?
Con le squadre dal 2007, ma faccio il meccanico da 40 anni.
Nel 2020 la Jumbo-Visma ha usato per le crono (qui Roglic alla Vuelta) la Bianchi Aquila CvPer le crono Roglic ha usato l’Aquila Cv
Avete già messo mano anche alle bici da crono?
Stiamo cominciando. Gli atleti hanno la prima bici da strada, che a norma non potrebbero ancora utilizzare, ma sappiamo come funziona. Quelle da crono vengono subito dopo. Ci sono anche qui geometrie un po’ diverse, ma ho visto che con le misure arriviamo vicini al passato. Sono io che faccio il primo montaggio e valuto queste cose. Le prime vanno agli atleti australiani, che fra poco tornano a casa e devono fare il campionato nazionale. Agli altri più o meno arrivano tutte insieme.
Chi ha portato le Bianchi ha anche ritirato le Scott?
Esatto, abbiamo fatto tutto nello stesso viaggio. Noi da Varese siamo andati dai due italiani, Konychev e Colleoni. Poi Matthews, Stannard e Mezgec in Slovenia. E da Zeits che sta a Montecarlo.
Ci sarà una bici a parte per la Roubaix?
No, la normale bici da strada. Del resto quando vincemmo con Hayman nel 2016, aveva una bici da strada. Di sicuro parecchi anni fa con i telai su misura era diverso. Potevi personalizzare in base ai singoli corridori e ai percorsi. Partivi dalla scheda e ognuno aveva la sua bici.
Per il secondo anno consecutivo Primoz Roglicha vinto la Vuelta a España pedalando su biciclette Bianchi. Il marchio italiano chiude nel migliore dei modi l’esperienza con il Team Jumbo-Visma. Un punto decisivo della vittoria di Roglic è stata la cronometro corsa in sella alla Bianchi Aquila CV.
Materiali decisivi
L’ultima Vuelta ha dimostrato ancora una volta, che il materiale con il quale competono i corridori è fondamentale per arrivare alla vittoria. Primoz Roglic in sella alla Oltre XR4 ha trovato alcuni colpi vincenti riuscendo a vincere tre tappe e a centrare numerosi piazzamenti, che gli hanno valso ben 48 secondi di abbuoni contro i 16 di Richard Carapaz. Secondi che hanno fatto la differenza ai fini della vittoria finale. Questi secondi sono stati presi da Roglic anche grazie alle caratteristiche della Oltre XR4, che garantisce ottime prestazioni in salita e allo stesso tempo grazie alle sue doti aerodinamiche permettono di sprintare anche negli arrivi veloci.
Altro momento chiave della corsa spagnola è stata la cronometro a Mirador de Ezaro, che Roglic ha vinto in sella alla sua Bianchi Aquila CV, anche se gli ultimi 1,8 chilometri li ha percorsi con la Oltre XR4 per via delle pendenze molto aspre. Lo stesso Roglic, che è molto pignolo nella messa a punto della bicicletta, descrive così la sua bici da cronometro. «L’Aquila CV è davvero molto veloce. Funziona. Io cerco la perfezione in tutte le bici che utilizzo ed è davvero bello guidare un mezzo veloce come questo».
In questi anni Roglic ha lavorato a stretto contatto con i tecnici di Treviglio per creare la bici più veloce possibile. A dimostrazione dell’impegno del marchio italiano nel ricercare le migliori prestazioni, Francesco Baroni, Marketing and Communication presso Bianchi, ci ha svelato che «in azienda abbiamo due macchinari, di cui uno misura l’integrità e la sicurezza di ogni telaio e l’altro misura la rigidità. Noi selezioniamo quelli che hanno un indice di rigidità migliore e li forniamo al team».
Primoz Roglic impegnato sulla sua Aquila CVPrimoz Roglic impegnato sulla sua Aquila CV nella cronometro di Mirador de Ezaro
Comfort ok con il Bianchi CV
La Oltre XR4 e l’Aquila CV vantano entrambe il sistema Bianchi CVin grado di cancellare fino all’80% delle vibrazioni che provengono dalla strada. Questo sistema è frutto dell’utilizzo di un materiale esclusivo composito integrato nei telai e nelle forcelle in carbonio. Il vantaggio per i corridori si concretizza in un migliore controllo della bicicletta, un minore affaticamento muscolare che porta a preservare maggiormente le energie, soprattutto nei momenti chiave.
Lotta sui grammi
La ricerca e sviluppo di Bianchi per alleggerire il più possibile il peso delle biciclette ha ideato un esclusivo sistema di verniciatura che riduce in maniera importante il peso molecolare del rivestimento. Il risultato è un risparmio di 80 grammi sul peso totale della bicicletta e miglioramento del rapporto peso/potenza.
L’arrivo della penultima tappa in sella alla Oltre XR4Roglic esulta sull’arrivo della penultima tappa in sella alla Oltre XR4
Nel ciclismo moderno in cui i grandi giri vengono vinti o persi per pochi secondi, la ricerca e sviluppo dei marchi che riforniscono i team, è diventata fondamentale. I famosi marginal gains sono diventati l’ago della bilancia che spostano gli equilibri a favore di uno o dell’altro corridore. Per questo motivo anche i componenti rivestono un ruolo fondamentale e anche in questo caso sono stati impiegati marchi leader di settore, come Shimano per il gruppo e le ruote, Vision per i manubri e Fizik per le selle.
Sulla strada della Sanremo, occhi fissi su Van Aert, uscito benissimo dalla Parigi-Nizza. Tanto che Roglic ha coniato per lui questa singolare definizione
Il cammino di Bianchi è appena iniziato ma l'obiettivo è dichiarato: diventare la migliore azienda di biciclette al mondo che produce le migliori biciclette al mondo
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Bagioli stavolta ci ha provato. Mancavano poche centinaia di metri al traguardo di Suances, quando il valtellinese della Deceuninck-Quick Stepha visto partire Guillaume Martin e si è fiondato nella sua scia. La tappa poteva concludersi con una volata, per questo la squadra belga si era messa in testa a tirare per riprendere la fuga, con il tacito accordo che se Bennett non se la fosse sentita di fare la volata in salita, il peso della corsa sarebbe passato sulle spalle di Bagioli.
Due capitani
«La tappa – racconta Andrea – era più dura di quanto si vedesse su carta. Siamo partiti per fare la volata con Sam, che voleva riscattarsi dopo la squalifica di ieri, ma se si fosse staccato sarebbe toccata a me. E lui ha detto che non si sentiva tanto bene già a 120 chilometri dall’arrivo…».
Partenza da Castro Urdiales, si va verso le AsturieLa partenza da Castro Urdiales
Dov’è Valverde?
Sarebbe l’arrivo di Valverde, ma se quest’anno senza i soliti schemi tanto è pesato a Nibali, immaginate voi che cosa può essere stato per il murciano che ad aprile ha compiuto 40 anni. Alejandro è lì davanti, ma quando Guillaume Martin allunga e dietro di lui esplode la tappa, ha già la riserva accesa e deve sedersi sotto il peso degli anni che si traducono in tre miseri secondi, ben più pesanti per il suo orgoglio. Nei commenti però Alejandro guarda avanti.
«Affrontiamo i prossimi due giorni nelle Asturie – dichiara – con entusiasmo e curiosità. Saranno due tappe molto dure, in cui il fattore strategico può essere importante. Attaccheremo, comunque vada ci avremo provato. Le due giornate, sia la Farrapona sia l’Angliru, possono essere decisive. La vittoria di Roglic? Per me sta dimostrando di essere il più forte della Vuelta».
Bagioli attacca
Ci vuole un po’ per raggiungerlo, il dopo corsa ha rituali e trasferimenti, ma alla fine Bagioli è dei nostri e il suo racconto riprende, mentre pensiamo che l’Italia forse ha trovato un altro nome da mandare a memoria.
Andrea parte e si accorge subito che sulla sua destra una freccia verde accelera brutalmente. Roglic ha letto lo stesso movimento di Martin e ha capito che quello è il punto. Il cambio di ritmo non è contrastabile, ma Bagioli non molla. Si siede e dà veramente tutto fino al traguardo, anche se Grosschartner lo affianca e lo passa di un soffio.
«E’ stato un onore avere compagni come Morkov e Stybar che lavoravano per me – racconta Andrea – quindi ho provato a dare un senso alla giornata. Roglic in questo momento è il più forte al mondo. Ho rivisto il video e guardandolo in faccia sembra che non abbia fatto fatica. Ma io sono soddisfatto delle mie sensazioni, meglio che nei giorni scorsi quando ho fatto gruppetto nella tappa di montagna».
Nella tappa di Laguna Negra, per Bagioli un passaggio a vuoto ormai dimenticatoDimenticato il passaggio a vuoto di Laguna Negra
«Anche io proverò ad andare in fuga nei prossimi giorni – prosegue il valtellinese – non terrò duro sulle prossime salite, perché non ha senso sfinirsi per portare a casa un ventesimo posto in classifica. Credo che la tappa di domani sia la più dura ma domenica c’è l’Angliru, che ho sempre visto solo in tivù. Ricordo l’ultima volta di Contador. E’ come il Mortirolo? Non lo faccio spesso quando sono a casa e quasi sempre dal versante di Monno che è meno duro. Non so cosa aspettarmi».
Roglic va dritto
Chi sa cosa vuole e cosa aspettarsi è il vincitore di tappa, che corre con il numero uno perché la Vuelta l’ha vinta l’anno scorso dopo la beffa del Giro. Quest’anno forse vorrà lavare labeffa ben peggiore del Tour?
«Vincere è sempre bello – dice Primoz, di nuovo in maglia rossa – ed è bello riprendere il primato. Ma cambia poco nell’approccio dei prossimi due giorni. So di avere una squadra forte in montagna, altro non posso prevedere. Se siete curiosi, basterà aspettare domani sera…».
Chi vinse il Giro d'Italia di cento anni fa? Cercando di ricostruire la storia di quell'edizione abbiamo scoperto la nascita della rivalità tra Bianchi e Legnano
Masnada è stato il solo capace di reggere il ritmo di Pogacar. Lo ha ripreso in discesa e ha provato a staccarlo a Città Alta. Un secondo che sa di vittoria
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E’ arrivata una delle biciclette più attese da tutti gli appassionati: stiamo parlando della nuova Specialissima di Bianchi. Lo storico marchio italiano non si è limitato ad un restyle, ma ha creato una fuoriserie completamente nuova e dotata di freni a disco.
La Specialissima nel colore Ultra Light Black con la vernice che pesa 80 grammi in menoLa nuova Specialissima nella versione Ultra Light Black
Una vera all-rounder
Il nuovo telaio Bianchi è stato completamente ridisegnato facendo della Specialissima una bicicletta che possiamo definire all-rounder, vale a dire forte su tutti i terreni. La versione precedente era famosa soprattutto per le sue doti di scalatrice, dato dal peso contenuto. La nuova Specialissima sfoggia una forma dei tubi più aerodinamica, infatti Bianchi ha sfruttato le sue conoscenze che gli derivano dalla piattaforma Oltre, il modello di Bianchi usato anche dagli atleti professionisti che quest’anno ha vinto gare come la Milano-Sanremo e la Liegi-Bastogne -Liegi. Dall’esperienza della Oltre derivano l’integrazione dei cavi e le linee più aggressive dovute alle sezioni aerodinamiche dei tubi. Queste qualità portano ad un miglioramento delle prestazioni anche in pianura e in discesa.
Sempre leggera
Per quel che riguarda la salita, la nuova Specialissima non ha perso la sua dote che l’ha resa tanto famosa: il peso. Anche in questo campo Bianchi ha tenuto uno standard altissimo, infatti il telaio pesa 750 grammi in taglia 55 verniciato, con la forcella che ferma l’ago della bilancia a 370 grammi. Questo valore di peso unito alle linee dei tubi più aerodinamiche portano ad un rapporto peso/rigidità di primo ordine e apprezzato anche dai professionisti. Non a caso la nuova Specialissima sarà in dotazione per la stagione 2021 agli atleti dei team maschili e femminili greenEDGE.
Anche per la nuova Specialissima c’è la piena integrazione dei cavi per una pulizia totale Il manubrio di FSA permette il passaggio interno dei cavi
Un occhio al comfort
Come da tradizione Bianchi anche la Specialissima gode della tecnologia Countervail CV, che elimina le vibrazioni derivanti dalle imperfezioni dell’asfalto. Con la tecnologia CV si ha un miglioramento della stabilità e di conseguenza della guida, che oltre ad incrementare il comfort, permette di guidare meglio la bicicletta anche in discesa.
La nuova Specialissima nel classico celeste Bianchi che non passa mai di modaLa nuova Specialissima nel classico celeste Bianchi
Geometrie racing
Per quanto riguarda le geometrie possiamo dire che sono tipiche di una bicicletta racing. Il carro, considerato che parliamo di una bici con freni a disco, è compatto. La lunghezza dei foderi bassi è di 41 centimetri per le taglie che vanno dalla 47 fino alla 57, per poi salire a 41,2 nella taglia 59 e a 41,3 nella taglia 61. Anche gli angoli sterzo e sella sono tipici di una bicicletta votata alle competizioni, basti pensare che nella taglia 55 l’angolo sterzo è 72,5 gradi e l’angolo sella è di 73,5 gradi. Anche la lunghezza del tubo sterzo denota una bici aggressiva, infatti nella taglia 55 siamo a 14 centimetri di lunghezza.
Una delle cinque colorazioni Signature Collection, questa è la Milky WayUna delle cinque Signature Collection, questa è la Milky Way
Un occhio al look
A denotare la grande innovazione che contraddistingue la nuova Specialissima troviamo anche una serie di colori molto esclusivi. Oltre al classico celeste Bianchi, è disponibile anche una versione Ultra Light Black, creata appositamente per i corridori del World Tour, che abbassa il peso di ulteriori 80 grammi. Bianchi ha introdotto anche un terzo colore molto elegante, il Greenish Blue, un verde -blu che risalta lo stile italiano. Bianchi da la possibilità di scegliere fra diverse combinazioni di colore grazie al Configuratore che permette di personalizzare al massimo la propria Specialissima. Infine Bianchi ha creato la Signature Collection: cinque varianti colore preparate e selezionate dai designer Bianchi per offrire un tocco di esclusività alla propria Specialissima. Tutti i telai sono verniciati a mano da artigiani italiani, utilizzando inserti cangianti e olografici.
Per terminare diamo un occhio ai montaggi e ai prezzi disponibili. Si parte dal kit telaio a 4.590 euro. Per quanto riguarda le versioni con gruppi Shimano sono disponibili: Ultegra meccanico a 5.490 euro, Ultegra Di2 a 7.390 euro e Dura Ace Di2 a 10.490 euro. Per chi vuole Campagnolo è disponibile la versione con il Super Record EPS a 11.990 euro. Ed infine per chi preferisce Sram c’è la possibilità di avere la Specialissima con il Red eTap AXS a 10.790 euro.
Due realtà, GarmineBianchi, operative nel mondo del ciclismo italiano che brillano anche per la condotta dei propri manager: Stefano Viganò e Fabrizio Scalzotto.
Il CEO di Bianchi Fabrizio Scalzotto assieme a Stefano Viganò, Amministratore Unico di Garmin Italia – coincidenza quest’ultimo dal 1999 al 2007 Direttore Marketing della stessa storica realtà di Treviglio, e poi entrambi brand partner del Giro d’Italia – sono stati quest’anno entrambi inclusi da parte dell’autorevole magazine Forbes nella prestigiosa lista dei Top-100 manager italiani.
Fabrizio Scalzotto, amministratore delegato di BianchiFabrizio Scalzotto, amministratore delegato di Bianchi
Questo esclusivo “ranking” viene definito dalla redazione italiana dello stesso business magazine internazionale. L’obiettivo è premiare manager e imprenditori del nostro Paese, che si sono distinti guidando le rispettive imprese con attenzione e lungimiranza. In modo particolare nel corso di un frangente così difficile quale quello che ancora oggi e tutti i giorni stiamo vivendo.
Garmin & Tacx
«Abbiamo attraversato mesi davvero molto complessi – ha dichiarato alla stessa autorevole testata Stefano Viganò – ma per fortuna siamo un’azienda solidissima, nessun debito, e abbiamo assorbito il colpo senza ricorrere alla cassa integrazione».
E proprio durante questa fase, una positiva sorpresa è giunta dal grandioso successo commerciale dei ciclosimulatori Tacx, società acquisita nel 2019, che ha portato in dote la moderna versione dei rulli su cui i ciclisti si allenano da casa. Dispositivi all’avanguardia che, grazie alla tecnologia della gamma di ciclo-computer Garmin Edge, sono divenuti veri e propri simulatori di uscite e corse su strada.
«Il 2020 non si concluderà in modo drammatico – assicura Viganò – certamente sarebbe stato meglio poter proseguire al ritmo di crescita del 2019, ma vorrà dire che i nostri ambiziosi obiettivi si proietteranno sul 2021 e sul prossimo triennio».
Stefano Viganò, Amministratore Unico di Garmin ItaliaStefano Viganò, Amministratore Unico di Garmin Italia
Garmin Italia “conta” oggi nella propria sede milanese ben sessanta dipendenti, mentre ben oltre 14.500 sono quelli dislocati in ulteriori 65 uffici distribuiti in tutto il mondo!
Non solo e-Bike
Dal suo insediamento nell’attuale ruolo nel settembre 2018, l’apporto di Fabrizio Scalzotto è stato decisivo in modo particolare per la creazione di una nuova collezione di e-bike di successo, parallelamente al lancio del progetto di electric intelligence Bianchi Lif-e. Lo scenario preventivato nel 2019 al momento della presentazione di questo ambizioso programma, si è rivelato in questi ultimi mesi molto più di un semplice obiettivo virtuoso, ma una prospettiva reale per una azienda che va ridefinendosi su nuovi presupposti.
La Oltre Xr4, fiore all’occhiello della casa di TreviglioLa Oltre Xr4, fiore all’occhiello di Bianchi
Unitamente agli sforzi indirizzati al settore delle biciclette elettrificate, Scalzotto ha poi confermato ed intensificato gli investimenti nel mondo delle grandi gare. Bianchi è la bici ufficiale del Giro, e come sappiamo sono Bianchi le specialissime che fino a quest’anno hanno equipaggiato i “gialli “ della Jumbo-Visma e dal prossimo anno la Mitchelton. Contribuendo così a consolidare il bike brand Bianchi ed il suo Reparto Corse ai vertici del ciclismo professionistico.
Va ricordato – per conferire ulteriore valore a quanto appena descritto – che la Top-100 Manager di Forbes viene redatta al termine di ogni anno ed è unanimemente riconosciuta quale una delle voci più autorevoli ed influenti nel selezionare i protagonisti della business community globale.
Durante il Giro d’Italia, ma non solo, l’Assistenza Neutrale Shimano è uno dei punti di riferimento per i corridori nel caso abbiano degli inconvenienti meccanici. Noi di bici.PRO abbiamo parlato durante il primo giorno di riposo al Giro d’Italia con Massimo Rava, team leader dell’Assistenza meccanica Shimano e anche titolare del negozio Mania Bike ad Alessandria. A Massimo l’esperienza non manca, infatti ha iniziato a fare assistenza neutrale in corsa nel 2006, prima con Mavic, poi con Vittoria e dal 2018 con Shimano.
Massimo come è andata fino ad oggi al Giro d’italia?
Finora tutto bene, abbiamo fatto diversi interventi ma direi tutto nella norma. Sai è sempre complicato muoversi in gruppo e fare gli interventi giusti, pensa che in macchina abbiamo nove ruote tutte diverse.
A cosa è dovuto il fatto di avere così tante ruote?
Pensa che anche se noi siamo Shimano,dobbiamo assistere tutti anche chi ha Campagnolo e Sram. Questo vuol dire che dobbiamo avere ruote Campagnolo sia per disco che per i rim brake, lo stesso vale per Shimano, mentre Sram abbiamo solo le ruote disco. Poi ci sono squadre che hanno i freni tradizionali ma con rim stretto e altre con rim largo.
A proposito di freni a disco, ci sono diametri diversi?
Si perché alcuni corridori al posteriore usano dischi da 140 millimetri, quindi dobbiamo avere le ruote posteriori con i dischi sia da 140 che da 160 millimetri. Ti faccio un esempio, alla Tirreno-Adriatico Van der Poel montava dischi da 140 millimetri sia all’anteriore che al posteriore, quindi dovevamo avere anche quella misura all’anteriore. La capacità di un cambio ruota sta anche nel capire in un secondo chi è e cosa monta.
Massimo Rava controlla che sia tutto in ordineMassimo Rava durante il Giro d’Italia, controlla che tutte le bici siano in ordine
Quali sono gli interventi che fate più spesso?
La sostituzione delle ruote è certamente quello più frequente. Poi capita una giornata come al mondiale di Imola dove si inchiodavano i cambi. In quel caso abbiamo fatto molti interventi appesi al finestrino della macchina mentre i corridori andavano. Però abbiamo anche le borracce e le barrette nel caso che qualche corridore ce li chieda. Spesso ci passano le mantelline, come è successo a Roccaraso con la pioggia e il freddo. A fine tappa andiamo dalle squadre a riportare tutto quello che ci hanno dato. Oltre alle ruote abbiamo anche le bici complete. Per esempio all’ultima Tirreno abbiamo dato la bici a Froome e ci ha finito la tappa.
Come fate con le misure delle biciclette?
Abbiamo un database con tutte le misure dei corridori e sulla base di questi facciamo delle medie. Prendiamo tutta una serie di parametri e regoliamo le bici di conseguenza. Capita che i corridori arrivino al traguardo con le nostre bici, come appunto Froome quest’anno o Antonio Nibali. Devo dire che abbiamo delle bici ottime, infatti i telai sono dei Bianchi Xr3 montate con il Dura Ace Di2, ruote Shimano C40 e manubri PRO.
Il database utilizzato per le misure delle biciGli uomini Shimano usano un ricco database per assettare le loro biciclette
Fate più cambi di ruote con freni a disco o con i caliper?
Ormai la maggior parte sono disco. Al Giro quest’anno con i freni tradizionali sono rimaste la Ineos-Grenadier, la Jumbo-Visma e la UAE Team Emirates.
Usate i tubeless o i tubolari?
Le ruote che abbiamo in macchina sono con i tubolari, mentre le C40 montate sulle bici sono con i tubeless. Con le ruote singole cerchiamo di dare il massimo di leggerezza e per ora il tubolare pesa un po’ meno del tubeless.
Avete solo ruote in carbonio o anche in alluminio?
Le ruote montate Shimano sono le C40 in carbonio, mentre quelle montate Sram e Campagnolo sono in alluminio.
Le Oltre XR3 utilizzate da ShimanoLe Bianchi Oltre XR3 utilizzate da Shimano per dare l’assistenza ai corridori
A proposito di coperture, le forature sono aumentate o diminuite rispetto al passato?
Sono nettamente diminuite. Pensa che prima facevo assistenza con Vittoria e contavamo una media di 15/16 forature al giorno. A questo Giro d’Italia siamo a una media di 2 forature. C’è stato solo il giorno dei ventagli, la tappa con arrivo a Brindisi, che ci sono state molte forature. Evidentemente i corridori erano a tutta e non guardavano troppo dove passavano e magari transitavano sullo sporco.
Durante le cronometro fate qualche tipo di assistenza?
Se c’è bisogno e qualche squadra ce lo chiede, facciamo assistenza a qualche corridore. A Palermo abbiamo seguito quattro atleti. Però devo dire che sono i giorni più noiosi.
Per finire ci dici se il traffico in gruppo è migliorato o peggiorato rispetto ad alcuni anni fa?
Calcolando che il numero dei mezzi è sempre lo stesso, anzi alla Sanremo adesso fanno partire anche le seconde ammiraglie quindi ci sono più mezzi in corsa, devo dire che la situazione è migliorata. Ho notato che c’è più disciplina. Una volta era una guerra, c’erano delle tappe in cui si faceva a sportellate. Per il momento le cose stanno andando così, magari però ci aggiorniamo al prossimo giorno di riposo…..
Non si può chiamarla maledizione, se proprio sul più bello Alaphilippe ha perso la testamentre Roglic ha continuato a usarla. E forse prima della testa, Julian aveva perso le gambe. La Liegi si è accesa sulla Cote de la Roche aux Faucons, quando gli uomini del campione del mondo hanno alzato l’andatura. E mentre davanti c’era ancora Dumoulin, a 13,8 chilometri dall’arrivo, Alaphilippe ha sferrato l’attacco.
Si fa la selezione, il francese attacca sulla Roche aux FauconsSulla Roche aux Faucons, Alaphilippe attacca. Con lui, Hirschi, Roglic e Pogacar
Alaphilippe, insolita vigilia
«Sono davvero entusiasta di unirmi alla squadra – aveva detto alla vigilia Alaphilippe, rientrato dal primo allenamento – per la prima volta dalla vittoria ai campionati del mondo e di rivedere i miei compagni di squadra. Quando sono arrivato in Belgio non vedevo l’ora di salire sulla mia nuova Specializedpersonalizzata e di uscire per il primo allenamento da iridato insieme al Wolfpack. E’ stata una bella pedalata, resa ancora più piacevole dai fan sulla Redoute, che mi hanno applaudito. Non vedo l’ora che arrivi domenica e alla mia prima gara da campione del mondo, quando sarò pronto a dare il massimo per un buon risultato».
Julian avrebbe dovuto correre la Freccia e staccare la spina dai festeggiamenti, lasciando chiusa quella porta fino a che la stagione non si fosse conclusa. Invece ha scelto di saltare la corsa che l’ha applaudito due volte e di schierarsi direttamente alla Liegi.
Gioia effimera per il francese dopo l’arrivo: non si è reso conto della scorrettezza?Gioia effimera per il francese dopo l’arrivo: davvero non si è reso conto della scorrettezza?
Hirschi, debuttante coi fiocchi
Dietro Alaphilippe si è mosso subito Hirschi, che con la Freccia nel taschino si è presentato alla Doyenne senza il minimo timore. Poi è arrivato facile Roglic. Quindi Pogacar e Kwiatkowski. Sono troppi, ha pensato Hirschi, che ai meno 11 dà un’altra botta, staccando il polacco e restando da solo fra il campione del mondo e i due sloveni.
Alla fine sul podio di Liegi salgono Hirschi (a sinistra), Roglic e PogacarAlla fine sul podio di Liegi salgono Hirschi (a sinistra), il vincitore Roglic e Pogacar
La Roche aux Faucons è l’ultima salita della Liegi, da quando lo scorso anno si è ritornati col traguardo nel centro della città. E così la corsa a quel punto è diventata uno stillicidio di sguardi di traverso e scatti di assaggio.
Alaphilippe a quel punto si è guardato intorno. Ha ritenuto di essere il più veloce e, come pure alla Sanremo, si è preparato per la recita da campione. Come Ganna a Palermo, ma senza la certezza numerica dei cronoman.
Si è lanciato per lo sprint, ma ha sentito che la bici non prendeva velocità. Oppure ha sentito che gli altri ne prendevano di più. E così ha scartato verso il centro, spostando Hirschi, che ha perso il pedale e ha dovuto smettere di pedalare.
Il fotofinish è impietoso: Roglic passa Alaphilippe e conquista la LiegiAlaphilippe_Roglic_Hirschi_Liegi2020
Roglic, la forza di crederci
Roglic ha fatto la sua volata. Senza nulla aggiungere. Senza nulla togliere. Non ha avuto ostacoli davanti. E ha fatto quel che gli hanno sempre insegnato: ha dato il colpo di reni, mentre al suo fianco l’airone iridato aveva già allargato le ali pregustando lo champagne.
«E’ incredibile – ha detto a caldo – era così vicino. Questo dimostra che non si può mai smettere di credere e non smettere mai di spingere fino all’ultimo centimetro. Era la prima volta che facevo la Doyenne. Era nella mia lista dei desideri vincerne una. E sono super felice di essere riuscito a vincerla dopo questa estate così particolare per me».
Pogacar in agrodolce
Picachu dalla maglia gialla, che aveva già attaccato al mondiale, ha visto sfumare la possibilità di vittoria proprio negli ultimi metri.
«Ho sensazioni contrastanti – ha detto – perché mi sono sentito bene tutto il giorno. La squadra ha lavorato duramente e alla fine ho iniziato lo sprint in buona posizione. Vedevo la riga e ho pesato che avrei vinto. Un secondo dopo, ho sentito che stavo per mollare. Ho tenuto duro. Ho tagliato il traguardo al quarto posto, poi hanno squalificato Alaphilippe e sono arrivato terzo».
Per avere un commento di Alaphilippe dovremo aspettare la serata. Non è facile digerire una botta come questa. Per sua fortuna c’è ancora il Fiandre. E per sua fortuna c’è quella maglia da guardare allo specchio ogni volta che la malinconia prenderà il sopravvento.
Ogni squadra ha in dotazione diversi modelli di bicicletta, infatti ci sono corridori che preferiscono puntare sulla leggerezza e altri che ricercano l’aerodinamicità. Oltre ai gusti dei singoli corridori, ad influenzare la scelta della bici c’è la tipologia di tracciato da affrontare. Una cosa è pedalare sul pavé della Roubaix e un’altra è scalare le montagne alpine. Il Team Jumbo-Visma pedala su biciclette Bianchi e i corridori possono scegliere fra la Oltre XR4 e la Infinito CV per le gare in linea, e l’Aquila CV per le cronometro.
La Oltre XR4 presenta un profilo dei tubi aerodinamicoLa Bianchi Oltre XR4 presenta un profilo dei tubi aerodinamico che la rende versatile
La Bianchi Oltre XR4
Delle bici a disposizione del Tema Jumbo-Visma la Oltre XR4 è certamente la più versatile. Dopo il terzo posto al Tour de France di Steven Kruijswijk nel 2019, è arrivato il secondo posto di Primoz Roglic quest’anno. In aggiunta sono arrivate le vittorie di tappa di Wout Van Aert, già trionfatore di Strade Bianche e Milano-Sanremo. La Oltre XR4 è una bicicletta con il profilo dei tubi aerodinamico e dotata della tecnologia Bianchi CV (Countervail). Questo sistema smorza le vibrazioni dell’asfalto fino all’80% in meno. Un risultato dovuto all’utilizzo di un materiale composito integrato nel telaio e nella forcella. Oltre a questo sistema Bianchi ha messo a punto un’esclusiva verniciatura che riduce il peso molecolare del rivestimento della Oltre XR4. In questo modo il telaio pesa fino a 80 grammi in meno. Questo nuovo sistema di verniciatura sarà introdotto in alcuni modelli top di gamma della collezione 2021.
La Infinito CV è usata per le Classiche del NordPer le classiche del Nord o per i percorsi con fondi irregolari la scelta cade sulla Infinito CV
E per le classiche la Infinito CV
All’interno della gamma Bianchi la Infinito CV è posizionata fra le biciclette endurance. Le sue caratteristiche la rendono perfetta per affrontare le classiche del Nord, soprattutto quelle con il terreno sconnesso. Anche questa bicicletta gode del sistema Bianchi CV per uno smorzamento maggiore delle vibrazioni. Le geometrie sono pensate per un comfort maggiore, con il tubo sterzo e i foderi posteriori più lunghi per una posizione meno aggressiva. A conferma del carattere più dolce della Infinito CV vi è anche la possibilità di montare pneumatici da 32 millimetri di larghezza. Garanzia di un migliore comfort, aderenza e controllo.
Per le prove contro il tempo c’è l’Aquila CVPer le prove contro il tempo i corridori della Jumbo-Visma usano l’Aquila CV
E per le crono c’è l’Aquila
Nel Team Jumbo-Visma sono presenti molti corridori che primeggiano nelle cronometro, basta pensare a Tom Dumoulin, Primoz Roglic e Wout Van Aert, quest’ultimo secondo agli ultimi mondiali. Per affrontare al meglio le prove contro il tempo c’è l’Aquila CV. Un mezzo che garantisce la massima efficacia aerodinamica e trasmissione di potenza ai pedali. Anche per questa bicicletta Bianchi ha utilizzato il sistema CV Countervail per ridurre le vibrazioni. Infine ricordiamo che tutte le biciclette della Jumbo-Visma sono equipaggiate con il gruppo Shimano Dura Ace Di2 e ruote sempre della casa giapponese. Per i manubri i corridori possono scegliere fra diverse soluzioni messe a disposizione da Vision.
Le Cervélo a disposizione di Wout Van Aert sono come i petali di una rosa, ognuna specifica e capace di rispondere alle esigenze di campione. Vediamo le sue scelte per le gare di questa primavera.