CESENATICO – Alla scoperta del prossimo Tour de France pedalando con la leggenda Bernard Hinault (in apertura con Davide Cassani e Gianmaria Manghi, Capo della Segreteria Politica della Presidenza della Regione Emilia Romagna). Le strade italiane si tingono di giallo e l’Emilia Romagna si è tirata a lucido per presentare la Grand Départ 2024 in un contesto frequentatissimo come l’Italian Bike Festival di Misano Adriatico.
Alcuni media privilegiati poi, hanno potuto persino cominciare a scoprire in prima persona alcuni degli scorci che nel luglio dell’anno venturo si riempiranno di tifosi per una prima volta storica.
Base a Cesenatico
Mai avrei pensato un giorno di trovare come compagno di pedalate il Tasso. Così tenace e scaltro quando macinava vittorie su vittorie (5 Tour, 2 Vuelta e 3 Giri per limitarsi alle grandi corse a tappe), tanto disponibile e cordiale nel weekend in cui è stato l’ospite illustre dell’European Media Cycling Contest, la gara per gli operatori della comunicazione di tutto il Vecchio Continente pazzi per le due ruote.
Ci siamo ritrovati nell’accogliente Lungomare Bike Hotel di Cesenatico e nella città del mio mito d’infanzia: Marco Pantani. Anche il primo cittadino Matteo Gozzoli è venuto a farci un rapido saluto e a condividere qualche chilometro con noi, prima di rientrare alla base per non perdersi il Memorial Pantani che si sarebbe concluso a pochi metri da lì proprio quel pomeriggio.
Subito spettacolo
Tra un aneddoto e l’altro di Davide Cassani, animatore del folto plotone e giocherellone con qualche scatto simulato, ci siamo avviati verso la prima asperità di giornata, Montemaggio, una delle salite che i corridori affronteranno il 29 giugno 2024, nel corso della prima tappa da Firenze a Rimini.
«Sono convinto che sarà subito spettacolo», commenta Bernard prima di arrampicarsi sornione sulle rampe inziali. Ancor più affascinante però è la salita successiva verso San Marino, con l’arrivo regale tra le mura: una passerella che Vingegaard e compagni non potranno godersi ma che noi, invece, assaporiamo rifacendoci gli occhi.
Nonostante i suoi 68 anni, Bernard non molla un colpo e ha la stessa voglia di pedalare di quando si è avvicinato sulle due ruote a 17 anni.
«Ho fatto le prime gare e le ho vinte, così ho proseguito», ci ha raccontato con naturalezza. Dodici vittorie su 20 al primo anno, roba da predestinati, e non a caso oltre ai successi a raffica nei grandi giri già citati, sono poi arrivati anche la consacrazione mondiale, una Roubaix, due Lombardia e due Liegi.
Fra Evenepoel e Pogacar
Sulla grande partenza del Tour 2024 proclama: «L’Italia è un Paese di ciclisti e sono sicuro che sarà una festa fantastica per i tifosi. Siete fortunati perché il vostro territorio offre di tutto, dalla pianura alle grandi montagne, ce n’è per tutti i gusti. Questa Grand Départ sarà molto insidiosa e, come l’ultima Vuelta, obbligherà i big a fare la corsa sin dalle prime tappe. Stiamo vivendo in una generazione di giovani fenomeni, mai vista, e sono sicuro che daranno vita a uno show favoloso».
Chi di loro si avvicina di più a Hinault? Il diretto interessato risponde così: «Ce ne sono due. Remco Evenepoel perché è un combattente, capace di vincere classiche e grandi Giri. Ma quello che si avvicina più ai campioni del passato, che mi fa pensare anche a gente come Merckx e Moser, è Pogacar. Vince le classiche a inizio stagione, è protagonista al Tour e poi ancora nelle corse di fine stagione. E’ il più completo».
Il vascone di Pantani
Tutti quelli che ci incontrano, lo riconoscono e subito chiedono una foto ricordo. Una delle più belle però è quella che facciamo sulla strada del ritorno, durante la sosta a Sant’Arcangelo di Romagna, dove viene a trovarci Stefano Serra, storico meccanico di Pantani alla Giacobazzi dal 1988 al 1991.
«Non lontano da qui – comincia a raccontare – c’è il vascone dove Marco si lavava tutto dopo le pedalate più calde. Poi lui non portava mai dietro la borraccia. Mi ricordo quando a 15 anni mi ha incontrato e mi ha detto: “Te sei Serra della Giacobazzi? Lo sai che da grande voglio fare il corridore?”. Quando gli ho detto che per farlo doveva andare forte, lui mi ha subito rassicurato. Aveva ragione. Lo sapete che, quando si fermava per una sosta, nascondeva le valvole delle ruote tra le forcelle, per paura che qualcuno gli sgonfiasse le gomme?».
L’abbraccio con Tonina
La pedalata si conclude a Cesenatico, ma le emozioni proseguono il giorno successivo. Gli instancabili organizzatori dell’Emcc si inventano una cronometro di una dozzina di chilometri all’interno nel nuovo velodromo intitolato a Fausto Coppi, che verrà inaugurato ufficialmente sabato 23 settembre in occasione del weekend della Nove Colli. Un altro regalo poter essere i primi a calcarlo e trovarsi nello stesso ordine di partenza di Monsieur Hinault.
Si diverte eccome Bernard a coprire 10 giri in questo piccolo gioiello d’asfalto che nei prossimi anni consacrerà i nuovi campioni della terra del Pirata. A proposito di Marco, non si poteva proprio non passare allo Spazio Pantani e lì all’ingresso, ad aspettarci, ci sono mamma Tonina e papà Ferdinando.
«Posso abbracciarti?» chiede Tonina a Bernard dopo le strette di mano istituzionali. Il campione francese sorride e annuisce. «Marco è un campione indimenticabile, che ha marcato la sua epoca»: il suo pensiero.
Due fuoriclasse così diversi e così vicini, entrambi nel libro di storia di quel Tour che l’anno prossimo avrà tinte italiane. Stiamo già contando i giorni che ci separano alla festa tutta gialla tra Toscana, Emilia Romagna e Piemonte.