Van Aert è un gigante. E mentre tutti lo osservano con deferenza e quel passo indietro che si mantiene rispetto ai giganti, c’è un bambino biondo che reclama la sua attenzione. La pretende. Si infuria. Strilla come un’aquila. «Pa-pà! Pa-pà! Pa-pà!». Alla fine dalla cima del palco Wout lo sente, lo saluta e il bambino si cheta. Intanto Wout dal palco dice di sentirsi finalmente bene e di sperare di avere le gambe della Roubaix, che la Liegi è più dura e ci sono corridori più adatti. Ma che tutto sommato dalla fine dell’ultima salita al traguardo c’è tempo per ragionare e rincorrere…
Quai des Ardennes
Dall’ora di pranzo alle cinque del pomeriggio, il ciclismo di Liegi si è dato appuntamento a Quai des Ardennes, un brutto quartiere alla periferia della città da cui la Doyenne degli uomini prenderà il via domattina alle 10,15. La solita presentazione in Place Saint Lambert non s’è fatta per la costruzione di un tram che collegherà tutte le periferie della città vallone. Così le squadre arrivano lungo l’argine de L’Ourthe, scendono dai pullman, sfilano sul palco e se ne vanno. Dieci minuti per squadra, qualche intervista e la formalità s’è conclusa. Ma la gente si assiepa, applaude e questo basta. Mentre il Cafè des Ardennes, lungo la strada che entra in città proprio dalle celebri alture, fa affari d’oro e ne farà domattina.
Le due Trek sullo stesso palco. In fondo, Elisa Longo Borghini Marta Cavalli, regina di Amstel e Freccia, con il team manager Delecourt Il Team DSM è ottimamente integrato, tutti usano gli stessi materiali A Liegi c’è anche Francesca Barale, al primo anno: «L’obiettivo è finirla!»
Signore azzurre
Le WorldTour che hanno gli uomini e le donne salgono sul palco insieme. Le donne domattina partiranno alle 8,30 da Bastogne e saranno a Liegi quando gli uomini non avranno neanche messo i denti sulla prima Cote de Saint Roch. E la doppia formazione ce l’ha la EF, in cui Bettiol con la barba e i capelli lunghi dice di star meglio. La Israel in cui De Marchi dice che invece non va un granché. Alpecin. Cofidis. Trek-Segafredo. Lotto Soudal. Uae Emirates. DSM. Bike Exchange. Uno X. FDJ. E la Movistar.
Elisa Longo Borghini dice di aver recuperato dalla vittoria alla Roubaix, ma che non è stato semplice, soprattutto per la scarica di emozioni che la vittoria le ha dato: «Sono umana per fortuna – dice – e sto bene. Non è stato tanto un recupero delle forze, ma diciamo che mercoledì alla Freccia non ero decisamente al meglio».
Marta Cavalli, che la Freccia l’ha vinta, dice che è stato bello festeggiare con le compagne e che è stato meglio essere rimasta in Belgio. Se tanto era stato faticoso il dopo Amstel, figurarsi dopo quello che ha fatto sul Muro d’Huy: «Quegli ultimi 500 metri sono stati lunghissimi – dice – ma mai come il finale dell’Amstel, dove ero sola. Mercoledì sapevo di avere forze per vincere».
Un saluto alla sua Marion e poi Alaphilippe va verso il palco Ancora una volta la Ineos sarà temibile, con Kwiatkowski e Martinez Matthews ha saltato la Freccia per un principio di influenza: ora dice di star meglio Nella Alpecin-Fenix un solo italiano: Kristian Sbaragli Bettiol non è al top, ma si sta riprendendo. Qui con Rigo Uran
Un saluto alla sua Marion e poi Alaphilippe va verso il palco Matthews ha saltato la Freccia per un principio di influenza: ora dice di star meglio Nella Alpecin-Fenix un solo italiano: Kristian Sbaragli Bettiol non è al top, ma si sta riprendendo. Qui con Rigo Uran Ancora una volta la Ineos sarà temibile, con Kwiatkowski e Martinez
Il campione del mondo
Alaphilippe è magrissimo, più di quanto è capitato di vederlo altre volte. Anche se Bramati, sornione in un lato, dice che è sempre così. Il campione del mondo ha baciato la sua Marion, direttrice di corsa del Tour Femmes che intanto confabulava con il collega Prudhomme, poi si è avviato assieme a Evenepoel e il resto della banda alla presentazione. La Freccia al quarto posto non è stata il miglior segnale, ma se manca l’esplosività, magari ci sarà il fondo perché domani sia diverso.
Evenepoel, che invece è al debutto, tiene un profilo insolitamente basso. La gente gli tributa lo stesso un grande applauso. Non come quello riservato a Van Aert e a Gilbert, ma comunque corposo da farlo sorridere. Il ragazzino in un modo o nell’altro dovrà riempire il loro futuro.
Caruso era in Belgio e si è chiesto: perché non dovrei correre? Il team l’ha esaudito Per Aleotti un debutto importante, sotto lo sguardo di Cesare Benedetti Jungels ha vinto la Liegi del 2018 con un attacco dalla Roche aux Faucouns Questo francese dallo sguardo mite e un po’ assonnato è Cosnefroy, secondo all’Amstel Prudhomme e Marion Rousse, rispettivamente direttori del Tour uomini e del Tour donne
Caruso era in Belgio e si è chiesto: perché non dovrei correre? Il team l’ha esaudito Per Aleotti un debutto importante, sotto lo sguardo di Cesare Benedetti Questo francese dallo sguardo mite e un po’ assonnato è Cosnefroy, secondo all’Amstel Jungels ha vinto la Liegi del 2018 con un attacco dalla Roche Aux Faucouns Prudhomme e Marion Rousse, rispettivamente direttori del Tour uomini e del Tour donne
C’è Caruso
Nel Team Bahrain Victorious che arriva da lontano, c’è una sagoma mascherata che gesticola in modo strano. Strano, pensiamo, Caruso aveva detto che non lo avrebbero fatto correre. Invece è lui.
«Ero qua – dice – ho chiesto io di poter correre. Sto bene, perché sarei dovuto restare a guardarla in albergo? Al Romandia ci pensiamo dopo».
Ben fatto, amico Damiano, sarà una bella notizia per gli sportivi che vedono di malocchio gli impegni col bilancino e per Mohoric, Landa e Teuns che avranno un grandissimo appoggio in corsa.
Si conclude domani il percorso di Valverde nelle Ardenne: 5 le sue vittorie alla Freccia, 4 le Liegi Velasco se la ride: non è così semplice stare accanto a un gigante come Nibali durante l’annuncio
Si conclude domani il percorso di Valverde nelle Ardenne: 5 le sue vittorie alla Freccia, 4 le Liegi Velasco se la ride: non è così semplice stare accanto a un gigante come Nibali durante l’annuncio
L’ultima del “Bala”
Tra le varie ed eventuali, fra i coriandoli di questo pomeriggio al sole di Liegi, il sorriso di Anastasia Carbonari della Valcar-Travel&Service, in fuga alla Freccia e forse anche domani. La calma placida di Vincenzo Nibali, giusto dieci anni dopo il secondo posto dietro Iglinskij che lo fece piangere. La curiosità di Aleotti, al debutto. Lo sguardo intrigante di Demi Vollering che l’ha vinta l’anno scorso. E poi il volto scavato e rinsecchito di Valverde, anche lui come Gilbert all’ultima Liegi, che ha già vinto per 4 volte. Come Argentin, ma una meno di Merckx che ne detiene il record.
Il “Bala” ha lo sguardo vispo e certamente il secondo posto della Freccia gli ha detto qualcosa. Ieri sera s’è pappato una torta di riso, gentile omaggio di Florio Santin, un italo-belga tifoso di Visconti, che era solito portarla quando Giovanni era alla Movistar. Ieri mattina, per salutare Valverde, l’ha passata al suo massaggiatore Escamez sulla cima della Redoute.
Gli ultimi a sfilare sono i corridori e le ragazze del UAE Team Emirates, poi la tribù si disperde verso gli ultimi hotel di questa trasferta ardennese. Domani sera, vada come vada, saranno tutti sulla via di casa.