A Montalcino la chiave dei dispiaceri di Covi

10.12.2021
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C’è stato un momento nella stagione 2021 di Alessandro Covi che l’ha bloccato. Forse sul momento lui non se ne è reso neanche conto, ma adesso parlandoci capisci che quel giorno al Giro, quando Schmid lo beffò sul traguardo di Montalcino, qualcosa s’è inceppato e magari se l’è portato dietro sino alla fine dell’anno con tutti quei piazzamenti.

«La sfiga non esiste – dice con un sorriso mezzo amaro – qualche errore l’avrò fatto. Le dinamiche di gara in cui sono arrivati i piazzamenti sono state tutte diverse, però ricordo bene che quel giorno a Montalcino mi venne il panico. Era bello essere lì a giocarsi la tappa, ma non ero convinto di me stesso e non conoscevo lui. Occasioni di giocarmi corse importanti con una volata a due non ne avevo avute tante, quindi di sicuro l’abitudine e la freddezza l’avevo persa. Sul momento mi è scocciato, ora se ci penso mi dico che poteva cambiarmi la carriera. Il secondo non se lo fila nessuno…».

La beffa di Montalcino ha bloccato la sua stagione: ma il 2022 sarà diverso
La beffa di Montalcino ha bloccato la sua stagione: ma il 2022 sarà diverso
Felline ieri ha parlato proprio di questo, dell’occasione che ti cambia la vita…

Non è un ragionamento sballato. Magari mi sbloccavo e avrei gestito diversamente lo Zoncolan, non arrivando terzo. Anche da under 23 capitava che ne vincessi una e poi le altre arrivassero in fila. Nel 2018 non mi riusciva di sbloccarmi, poi feci centro in Spagna e in Italia ne vinsi tre di fila, fra cui la Coppa Cicogna. Vincere a Montalcino mi sarebbe servito per avere più consapevolezza.

Si trova una lettura positiva ai tanti piazzamenti?

Il fatto di aver capito che se tutto va bene, posso giocarmi le corse. Ci metto sempre il massimo impegno, poi con l’esperienza e la maturazione fisica le cose verranno meglio da sé. Ricordo che quando passai professionista, riuscivo a spingere certi rapporti. Dopo il Giro d’Italia, la mia pedalata è diventata più facile. E a margine di tutto questo, è bello che la squadra mi dia il tempo per crescere. Ognuno ha il suo fisico e la sua testa.

I piazzamenti hanno spento il tuo buon umore?

No, perché sono sempre il solito Alessandro Covi, cui piace prendere le cose alla leggera.

Chissà se anche il risultato dello Zoncolan sarebbe cambiato se avesse vinto a Montalcino
Il risultato dello Zoncolan sarebbe cambiato se avesse vinto a Montalcino?
Con chi hai il miglior rapporto in squadra?

Con Ulissi, magari perché abbiamo condiviso la stanza al Giro d’Italia e anche perché è un grande maestro.

Quali sono gli obiettivi per il 2022?

La vittoria, mi piacerebbe tornare ad alzare le braccia al cielo e spero di farlo trovando la giusta condizione.

Come è fatto il tuo calendario dei sogni?

Mi piace l’Italia, inizierei da Laigueglia e farei tutto il calendario italiano. Intendiamoci, mi piace anche il Belgio, ma potendo scegliere starei volentieri qua.

Ulissi, qui in due sono insieme alla Veneto Classic, è il riferimento di Covi
Ulissi, qui in due sono insieme alla Veneto Classic, è il riferimento di Covi
Com’è essere compagno di squadra di Tadej Pogacar, che alla tua stessa età ha già vinto il mondo?

Lo guardo, ma c’è poco da fare se non riesco a spingere come lui. Ammiro il suo potenziale e la facilità. E poi mi piace perché vive tutto tranquillamente, non sente tanto la pressione. Non si fa troppe paturnie: se va bene okay, sennò va bene lo stesso.

La squadra farà il primo e unico ritiro a gennaio…

E io fino a quel momento starò a casa. Me ne resto tranquillo ad allenarmi, anche se fa un freddo cane. Magari un anno di questi si va fuori a cercare un sole più caldo.