Nel giorno in cui “Paperino” Maestri ha visto crollare il sogno di vittoria al Giro d’Italia sulle strade del Piemonte, a una piemontese in Spagna è riuscito il colpo mancato dal corridore della Eolo-Kometa. Fuga da lontano, ufficialmente per prendere i punti della montagna. Vantaggio che sale, poi precipita. Infine il guizzo che è valso la vittoria di Matilde Vitillo nella seconda tappa della Vuelta Burgos. Gara WorldTour con tutte le migliori al via.
«Non me l’aspettavo – dice l’atleta della BePink – per niente, ma proprio zero! La condizione per far bene c’è, ma io ero in fuga per i gran premi della montagna, poi è andata ancora meglio di quanto sperassi. Siamo arrivati ad avere addirittura 7 minuti, poi piano piano sempre meno, sempre meno, sempre meno…
«All’ultimo chilometro avevamo 19″. Giuro che ero convinta che ci venissero a prendere. Poi abbiamo imboccato il rettilineo d’arrivo e la strada stringeva un po’, poi si allargava. E nel momento in cui si è allargata, ho visto che si stavano tutte guardando e mi sono detta: “Adesso o mai più”. Io non sono proprio una sprinter e se aspettavo che lanciassero la volata sarebbe stato tardi. Così sono partita io ed è andata decisamente meglio di quanto sperassi».
La piemontese (classe 2001) è alla prima stagione da pro’. Era in fuga a caccia dei punti dei Gpm e invece…La piemontese (classe 2001) è alla prima stagione da pro’. Era in fuga a caccia dei punti dei Gpm e invece…
Un mese in Spagna
Non è andata altrettanto bene a Marta Cavalli, caduta e costretta al ritiro. Ma per fortuna gli esami hanno escluso fratture.
Torniamo però a Matilde. All’inizio della stagione, parlando della sua squadra, Sigrid Corneo ci aveva detto di aspettarsi molto dalla ragazza di Torino. E soprattutto che andasse a segno prima rispetto allo scorso anno, in cui la vittoria è arrivata al Giro di Campania di fine stagione.
«Stiamo lavorando tanto – dice – ed è parecchio tempo che siamo in Spagna (Matilde è partita ai primi di maggio per il GP Ciudad de Eibar, ndr). Stiamo correndo parecchio, quindi siamo un po’ stanche. Diciamo che questa vittoria ha tirato su il morale a tutta la squadra, quindi sono veramente contenta per me, per Sigrid, per tutte le mie compagne e quelli che ci stanno seguendo.
«Non abbiamo potuto festeggiare perché mancano ancora due tappe, ma un brindisi fra noi non è mancato».
Marta Cavalli, costretta al ritiro per una caduta, ha poi tranquillizzato tutti sui social: «Sto bene, nulla di rotto»Marta Cavalli, costretta al ritiro per una caduta, ha poi tranquillizzato tutti sui social: «Sto bene, nulla di rotto»
Vittoria WorldTour
Sigrid Corneo, tecnico del team, da parte sua è parsa davvero non stare nella pelle. Ha investito tanto su Vitillo, che al pari di Silvia Zanardi dovrà tenere alta la bandiera in questa stagione.
«Siamo veramente felicissimi – dice – Matilde è stata eccezionale e quella che ha conquistato è davvero una vittoria di peso. Riuscire a vincere una corsa è sempre importante ed emozionante, ma farlo in una gara World Tour è ancora più bello e prestigioso. Questo risultato ci voleva proprio, ora affronteremo le ultime due tappe con ancora più entusiasmo e determinazione. E, naturalmente, proveremo a toglierci qualche altra bella soddisfazione!».
La volata di Vitillo (a sinistra) ad Aguilar de Campoo. Al contrario di ieri al Giro, qui il gruppo non ha chiuso sulle fuggitive nell’ultimo kmLa volata di Vitillo (a sinistra) ad Aguilar de Campoo. Al contrario di ieri al Giro, qui il gruppo non ha chiuso sulle fuggitive nell’ultimo km
Giugno fra azzurro e Giro
Il futuro prevede probabilmente per lei un passaggio in Germania all’Internationale Lotto Thuringen Ladies Tour,poi un ritiro con la nazionale, durante il quale saprà se sarà impegnata con la maglia azzurra o potrà partecipare al Giro d’Italia.
«Tornerò a casa a fine maggio – spiega Vitillo – e penso che a quel punto ne saprò di più. Se fosse il Giro, non so ancora con quale obiettivo correrei. Diciamo che per il momento sto puntando tappa per tappa, voglio vivere alla giornata.
«Non so se al Giro potrei pensare alla classifica dei giovani o a qualche tappa. Non lo so, sarebbe da vedere come si evolve la corsa. Una cosa però voglio dirla, per confermare un luogo comune. Vincere aiuta a vincere. E io da ieri sera sento addosso davvero una fiducia nuova».
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Il 2022 della BePink è ricco di 23 vittorie. Per il prossimo anno l'obiettivo è ripetersi grazie al suo tridente e ad una squadra giovane ed equilibrata
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«Adesso sono un po’ in calo, ma tranquilli che ritorno presto». Nel mezzo della nostra chiacchierata – appena finito il prologo del Ceratizit Festival Elsy Jacobs in Lussemburgo – Silvia Zanardi lo dice convinta, ma con un sorriso un po’ più tirato del solito.
Già, perchéla 22enne della BePink, dopo un buonissimo inizio di stagione alla Volta Valenciana in cui è stata sondata dalla Movistar per il 2023 e la vittoria nella prima tappa del Trofeo Ponente in Rosa, sta attraversando un periodo psicofisico opaco. Qualcosa di puramente fisiologico come capita a qualsiasi persona. Nonostante tutto ha cercato di mettersi in mostra, come alla Freccia Vallone dove è stata in fuga per tantissimi chilometri. Però quando sei campionessa europea U23 in carica hai sia tante responsabilità in più, sia tanti occhi addosso che vogliono vederti sempre là davanti. E quando non ci sei e sparisci un po’ dai radar, ecco che possono iniziare a rincorrersi voci e difficoltà.
Al Trofeo Ponente in Rosa Zanardi ha conquistato una tappa e il secondo posto nella generale (foto Ossola) Al Trofeo Ponente in Rosa Zanardi ha conquistato una tappa e il secondo posto nella generale (foto Ossola)
Per Zanardi, considerato il suo potenziale e i suoi successi internazionali anche su pista,probabilmente questo è il primo vero momento critico della carriera. Quello che, anche se non ce lo direbbe mai (o forse lo ha fatto?), sta patendo più del previsto. Abbiamo provato con lei ad approfondire questa situazione.
Silvia, come va innanzitutto?
Bene, ma non benissimo (risponde subito sorridendo, ndr). Sto uscendo da questo periodo di crisi. Testa e fisico devono sempre andare d’accordo, però ultimamente non mi sentivo bene soprattutto fisicamente. Avevo influenza e mal di gola, sintomi simili al Covid ma non lo era. Stiamo facendo accertamenti.
Un motivo c’era quindi?
Sì, però a me non piace parlare di queste cose, ormai lo sapete anche voi. Non mi piace perché poi viene interpretata come una giustificazione e io non voglio che si pensi che io attinga a delle scuse se non faccio bene. Sono cose che capitano e che devo saper gestire. Mi sento di dire che nessuna di noi può essere sempre al 100 per cento, che si può anche non stare bene per un motivo o l’altro. Anch’io so che non è un buon momento, ma che può succedere.
Come hai vissuto questo momento?
Quando vedi che non fai risultato, vai giù di morale e iniziano i pensieri. Sono due cose collegate fra loro. Vi confesso che non volevo fare nemmeno le interviste, ma come ho detto prima, non voglio giustificazioni o sottrarmi a certi impegni. Sono ancora giovane e sto imparando che questa situazione mi servirà per il futuro, fa parte del processo di crescita. Ora ci do troppo peso, domani gliene darò il giusto o di meno. L’importante è lavorare per superare questi periodi e state tranquilli che tornerò.
Zanardi è stata in fuga per tanti chilometri alla Freccia Vallone 2022Due giorni prima della Freccia Vallone aveva ottenuto il 5° posto a MouscronZanardi è stata in fuga per tanti chilometri alla Freccia Vallone 2022Due giorni prima della Freccia Vallone aveva ottenuto il 5° posto a Mouscron
In tutto questo potrebbe aver inciso il fatto che la Movistar a febbraio ti abbia contattata?
Prima di tutto mi ha fatto molto piacere che mi abbiano cercato. Non credo però che mi abbia distratta questa cosa, anzi mi avrebbe stimolata ad andare ancora meglio.
E se dovessero rifarsi vivi a fine stagione?
Ne parlerò con Walter (Zini, il team manager della BePink, ndr), se ne occupa lui, anche perché nel frattempo si sono fatte avanti anche altre formazioni WorldTour. In ogni caso ci penserò quando sarà il momento, ora sono concentrata sulle prossime gare.
Parliamone, quale sarà il tuo calendario?
Ora sto correndo in Lussemburgo, finirò domani. Poi faremo il Bretagne Ladies Tour Ceratizit dal 4 al 7 maggio. Dovrei correre ancora in Francia e poi in Germania il Lotto Thuringen Ladies Tour (dal 24 al 29 maggio, ndr), ma vedremo perché in mezzo potrei correre su pista la Nations Cup in Canada dal 12 al 15 maggio. Mi piacerebbe farla, però solo se gli impegni saranno compatibili fra loro.
E il Giro d’Italia Donne?
Sarò al via, ma abbiamo in programma di fare solo le prime cinque tappe. Poi andrò in Portogallo per gli europei U23. Al Giro l’intenzione è quella di cercare il colpo di pedale giusto e magari fare risultato.
Zanardi al Liberazione ha corso la settima gara italiana del 2022 (Bit&Led Fotografica)Al Gran Premio Liberazione, Silvia ha chiuso in decima posizione (Bit&Led Fotografica)Zanardi al Liberazione ha corso la settima gara italiana del 2022 (Bit&Led Fotografica)Al Gran Premio Liberazione, Silvia ha chiuso in decima posizione (Bit&Led Fotografica)
Quali obiettivi ti sei prefissata per il resto della stagione?
Ne ho diversi. In gara vorrei fare bene con la mia squadra. Poi agli europei su strada e su pista, magari guadagnandomi una chiamata per i mondiali su pista. A livello personale vorrei crescere fisicamente e mentalmente. Vorrei essere più costante e trovare un miglior equilibrio. Certe cose non le devo prendere troppo sul personale. So che devo tenere duro nei momenti di crisi e vorrei avere più convinzione nei miei mezzi.
Dove e quando ritroveremo la migliore Zanardi?
Spero molto presto, ma se devo dire un appuntamento, allora dico ad Anadia in Portogallo per gli europei U23 (la gara femminile è in programma il 10 luglio, ndr). Sono certa che là sarò in forma.
Quattro piazzamenti nelle dieci correndo fra le elite e la maglia di miglior giovane alla Valenciana. Il 2022 di Silvia Zanardi era già iniziato in modo convincente, ma era chiaro che il meglio dovesse ancora venire. E infatti, poco dopo la vittoria nella prima giornata del Trofeo Ponente in Rosa, la campionessa d’Europa U23 (in apertura nella foto Ossola) parla di sé tra il serio e il divertito.
«Abbiamo corso bene – ha detto dopo la vittoria – e siamo riuscite a centrare un ottimo risultato di squadra. Nella volata, Valentina Basilico è stata bravissima: mi ha fatto da guida negli ultimi 500 metri e poi io ce l’ho fatta a concretizzare con la vittoria. Domani (oggi, ndr) si difendono le maglie e, naturalmente, si prova a fare ancora bene».
Alla partenza della corsa di ieri a Pietra Ligure c’era anche Samuele Manfredi, che vive a Loano (foto Ossola)Alla partenza di ieri a Pietra Ligure c’era anche Samuele Manfredi, che vive a Loano (foto Ossola)
Tutto molto bello, la prima vittoria merita il brindisi, ma per iniziare questa conversazione, decidiamo di partire da una punzecchiatura che certamente le farà storcere il naso…
Sei velocissima, si è appena visto. E allora come hai fatto a perdere la volata di Montignoso contro Sofia Bertizzolo?
Sulla carta sono più veloce (sorride, ndr), ma non ho creduto molto in me stessa e nel dubbio di trovare il punto in cui partire, non sono partita per niente. Non ho neanche fatto la volata. Walter (Zini, il suo diesse, ndr) ha cercato di parlarmene per andare a fondo e capire come mai. Anche questo serve per crescere.
Come stai?
Bene, un po’ meglio dell’anno scorso, ci stiamo preparando bene. Queste prime gare servono per trovare la condizione. Per questo adesso faccio questi giorni in Liguria, poi Cittiglio e poi si va al Nord.
Condizione da trovare, ma stai andando piuttosto bene, no?
All’inizio non pensavo di sostenere il ritmo delle altre. Alla Valenciana ho finito prima delle giovani, sono soddisfatta. Sono arrivata fra le prime 10 della classifica, non pensavo di essere al livello delle altre. Alla Strade Bianche ho fatto più fatica.
Alla Valenciana tre piazzamenti nelle prime 10 e la maglia biancaAlla Valenciana tre piazzamenti nelle prime 10 e la maglia bianca
Perché?
Mi sono resa conto che il livello è molto alto, ma rispetto allo scorso anno mi sono sentita più sicura mentalmente. Ho preso meglio le posizioni, nonostante ci fosse tanto vento. Sono corse che bisogna conoscere e richiedono mille attenzioni. Se ci penso a mente fredda, mi sembra impossibile che io sia in grado di districarmi là in mezzo. Poi però in corsa succede tutto automaticamente.
Il fatto di aver vinto un europeo fa di te un’osservata speciale?
In realtà penso di passare inosservata. Walter mi dice sempre di buttarmi in tutte le volate per farmi vedere e farmi portare rispetto. Essere meno educata e più cattiva perché le altre si accorgano di me. Sicuramente ci proverò, questa stagione deve essere un trampolino di lancio, anche perché è l’ultima da under 23.
Si dice in gruppo che sia già pronta per te la maglia della Movistar.
E’ presto per parlarne, Walter mi aiuterà quando verrà il momento giusto.
A Diano Marina, Zanardi ha battuto Zanetti e Collinelli (foto Ossola)A Diano Marina, Zanardi ha battuto Zanetti e Collinelli (foto Ossola)
E’ vero che hai rinunciato a un posto nelle Fiamme Azzurre?
L’ho fatto di recente. Quando mi cercarono la prima volta, rimasi in contatto e la cosa mi interessava. Sarei dovuta entrare con la Chiara Consonni, ma alla fine ho deciso di no. Il mio obiettivo è entrare in una squadra WorldTour e se davvero c’è nell’aria la modifica del regolamento, essere nelle Fiamme Azzurre potrebbe essere un problema. Entrarci sarebbe stato un obiettivo quando avevo 17 anni, forse allora avrei accettato. Ora voglio giocarmi le mie carte nel professionismo.
Come ti sembra che vadano le cose in nazionale con Paolo Sangalli?
Lo vediamo a tutte le gare, non si possono fare le convocazioni semplicemente guardando gli ordini di arrivo. Bisogna valutare se una lavora, se fa la furba. Lui lo troviamo sempre sulle salite, si rende conto di persona guardandoci in faccia. Ci sentiamo spesso, mi pare che stia lavorando bene.
Nella batteria delle velociste della BePink ci sono due giovanissime frecce che promettono di centrare gli obiettivi prefissati. Lara Crestanello e Valentina Basilico – rispettivamente classe 2002 e 2003 – si sono ritrovate compagne di squadra ma in realtà si conoscono bene già da junior. Oltre ad essere state avversarie in tanti sprint, nel 2020 agli europei junior/U23 su pista hanno conquistato il bronzo nella madison. Insieme vogliono essere al servizio sia della squadra sia l’una dell’altra. E a turno ritagliarsi il proprio spazio nelle gare più adatte a loro.
Attualmente sono in ritiro con la BePink a Calpe in programma fino al 21 febbraio. Tra le due ha già debuttato la Basilico correndo la Vuelta CV Feminas. Una scelta dettata da motivi scolastici. La comasca di Cabiate infatti – che frequenta la quinta presso l’istituto scientifico-sportivo di Cantù – rientrerà prima dalla Spagna per non perdere troppe lezioni in vista della maturità. Intanto però ha rotto il ghiaccio nella nuova categoria.
Basilico, carattere esuberante. E scatta il soprannome “Prezzemolo” (foto Saccani)Basilico, carattere esuberante. E scatta il soprannome “Prezzemolo” (foto Saccani)
Basilico ribattezzata… prezzemolo
«Ero preoccupata per questa corsa – racconta raggiante la ragazza che arriva dal Racconigi Cycling Team – ma è andata bene. Pensavo ci fosse più salita, o quanto meno di patire quella che c’era ed invece mi sono trovata a mio agio col percorso. Essendo la mia prima gara non ho avuto compiti particolari. Ho agito sempre in accordo con le compagne».
Quello della Basilico – che Walter Zini ha ribattezzato… prezzemolo perché lei si intrufola dappertutto – è uno dei nomi più interessanti delle rookie. L’anno scorso su strada ha raccolto solo piazzamenti mentre in pista ha fatto incetta di risultati prestigiosi. Ha vinto il tricolore nell’omnium, l’oro agli europei nello scratch e conquistato quattro medaglie ai mondiali de Il Cairo. Un argento (corsa a punti) e tre bronzi (team sprint, scratch e omnium).
«Il 2021 è andato meglio del previsto – prosegue la Basilico – riuscendo pure a partecipare al mondiale su strada in Belgio. Sono state soddisfazioni personali, per la mia squadra e credo anche per la nazionale. Ora però sono concentrata su questa avventura. In passato non ho mai sentito troppo il passaggio tra una categoria e l’altra mentre quest’anno credo proprio che lo avvertirò. Tuttavia con questi ritiri sento di avere preso più ritmo rispetto al solito».
Si è già integrata con la BePink e le osservazioni che le arrivano da Zini non la spaventano. «Ho un carattere esuberante, mi piace sdrammatizzare e tirare su di morale le compagne tristi o deluse. So che poi loro lo farebbero con me. Questa mia personalità mi porta talvolta a non essere sempre impeccabile in ciò che vuole Walter in allenamento. Così mi rimprovera e mi mazzuola un po’ (ride, ndr). Mi piace però perché mi dà la sveglia».
Le sue doti da velocista pura cercherà di metterle in mostra non prima di essere stata utile alla squadra. «Grazie alla pista – conclude la Basilico – sono una gran limatrice. La mia volata è corta ed esplosiva. Spero di sfoderarla in qualche gara open. Per il resto so di avere davanti a me tanti anni, quindi il mio obiettivo sarà fare esperienza. Imparare dalle mie compagne più esperte e forti, lavorare per loro. Sperando un domani di poter essere ricambiata».
Walter Zini con Lara Crestanello (foto Saccani)Walter Zini con Lara Crestanello (foto Saccani)
Crestanello: asticella su
Lara Crestanello con la Basilico non solo condivide le stesse caratteristiche tecniche ma anche il medesimo percorso scolastico essendosi diplomata l’anno scorso al liceo scientifico-sportivo di Vicenza con 82/100.
La vicentina di Velo d’Astico potrebbe esordire alla Volta Comunitat Valenciana (dal 17 al 20 febbraio) incrementando così il suo background internazionale. Nel 2021, proprio dopo la maturità, era riuscita a correre con regolarità, soprattutto all’estero disputando il Baloise Ladies in Belgio, varie corse in Francia, tra cui la Parigi-Roubaix, ed anche la Challenge by La Vuelta.
Statisticamente lo scorso 22 agosto a Noventa di Piave ha pure vinto la categoria elite nella gara open intitolata alla compianta Chiara Pierobon ma… «Non ero soddisfatta perché ero arrivata quarta assoluta. Certo, mi prendo e mi tengo quel successo però so che quel giorno non eravamo state ben organizzate col treno ed io ero partita troppo presto. Peccato perché ero in un buon momento. Quel giorno mi ha insegnato che bisogna sempre stare attenti. Quest’anno però farò in modo che non capiterà più. Voglio una vittoria assoluta».
L’obiettivo del 2022 sarà anche alzare l’asticella dei suoi punti deboli. «Innanzitutto – spiega Lara – devo crescere. Sapevo che l’anno scorso sarebbe stata dura ma ho fatto tesoro di tante cose. Ad esempio, non ho un bel rapporto con la salita. Ora va meglio ma so che devo continuare a lavorarci. Walter me lo ricorda spesso. Devo migliorare anche la resistenza se voglio finire bene le gare più toste. Devo cercare di tenere duro di più».
Anche lei con la maglia azzurra ha buoni trascorsi. A parte la medaglia ottenuta in coppia con la Basilico in quella rassegna continentale del 2020 svoltasi nel velodromo di Fiorenzuola, la Crestanello aveva conquistato anche l’argento nell’inseguimento a squadre ed il bronzo nello scratch, vinto dalla slovacca Nora Jencusova sua coetanea e compagna alla BePink. «La mia intenzione – conclude – è quella di tornare nel giro della nazionale sia su pista che in strada. Indossare la maglia azzurra è sempre e comunque un onore. Non mi do scadenze ma lavorerò per farmi notare dal cittì Sangalli e dal suo staff».
Il confine naturale delle Alpi tra Italia e Francia è quello che separa geograficamente due compagne di squadra della BePink. Ed anche quello che idealmente le unisce per le loro propensioni da scalatrici. Da un versante Matilde Vitillo, classe 2001 astigiana di Frinco. Dall’altro Jade Teolis, vent’anni compiuti lo scorso 12 gennaio di Lione. La piemontese è alla seconda stagione nel team di Walter Zini, la francese è arrivata quest’anno dall’A.R. Monex Women’s Pro Cycling. Entrambe vogliono farsi notare quando la strada sale. Prima però sanno che avranno compiti da svolgere per completare il loro processo di crescita. E intanto in Spagna si è cominciato a correre.
La BePink ha debuttato il 6 febbraio nella Vuelta CV Feminas a Valencia. Vitillo a destra accanto a ZanardiLa BePink ha debuttato alla Vuelta CV Feminas. Vitillo a destra accanto a Zanardi
Vitillo cambia marcia
«La gara è andata abbastanza bene – spiega Vitillo che ha aperto la stagione alla Vuelta CV Feminas – e abbiamo corso sempre vicine ed organizzate. Abbiamo provato a tenere davanti Silvia (Zanardi, ndr) per l’arrivo, ma è caduta purtroppo ai 100 metri. Vedremo chi correrà la gara a tappe (la Volta Comunitat Valenciana Femines dal 17 al 20 febbraio, ndr) però nel frattempo continuiamo ad allenarci qui a Calpe».
Le aspettative della ragazza nata a Torino sono piuttosto chiare. «Il 2022 sarà comunque un punto di partenza dopo che ho chiuso bene l’anno scorso vincendo il Giro di Campania. La preparazione è migliore rispetto a dodici mesi fa. Quest’inverno ho corso in pista a Ginevra e Grenchen. L’ho un po’ trascurata ultimamente (da junior ha vinto un oro mondiale nell’inseguimento a squadre ed uno europeo nella corsa a punti, ndr) perché l’intenzione è quella di migliorare su strada».
Tra i limiti da abbattere per Vitillo, c’è la capacità di restare concentrata in allenamento (foto Saccani)Tra i limiti da abbattere per Vitillo, c’è la capacità di restare concentrata in allenamento (foto Saccani)
L’occhio di Zini
Per lei, come per tutte le sue compagne, sarà importante prestare attenzione alle direttive di Zini (i due sono insieme nella foto di apertura). «Walter mi sta aiutando tanto – dice – dandomi tante dritte. Mi sollecita parecchio per restare sempre concentrata in allenamento perché talvolta mi faccio influenzare. Quando sono sola non sempre ho la stessa motivazione che ho con la squadra. Devo lavorare tanto su questo lato di me però noto che sto già andando meglio».
Anche la sua maturazione fisica sarà un passaggio fondamentale. «Sono una passista-scalatrice. Devo lavorare di più sulla potenza – dice – per migliorare in salita. Nel 2021 ho sentito il passaggio. Nelle prime gare, in cui soffrivo tanto il freddo, prendevo mazzate demotivanti. Infatti per questo Walter mi ha dato da fare più palestra in questi mesi. Cerco di diventare il più completa possibile, senza obiettivi particolari. Voglio fare ancora più esperienza dell’anno scorso ed iniziare meglio anziché inseguire. Anche quest’anno lavorerò per Silvia, che è il nostro riferimento sia in allenamento che in gara. Poi spero di avere qualche possibilità in più di avere carta bianca».
L’estro del fotografo per mettere in mostra la nuova maglia by Re Artù (foto Saccani)L’estro del fotografo per mettere in mostra la nuova maglia by Re Artù (foto Saccani)
Teolis, francese dal sangue italiano
Se la piemontese ha già fatto vedere i suoi spunti nel finale del 2021, una pedina tutta da scoprire sarà Jade Teolis, che ha un sangue italiano.
«Mio padre è originario di Cassino, nel Lazio – racconta la transalpina che studia economia nell’università di Lione in una apposita sezione frequentata solo da sportivi – ma il cognome dicono sia greco. Dai miei 6 agli 11 anni abbiamo abitato nel paese di mio padre, dove ho fatto anche le scuole. Laggiù i miei genitori avevano delle attività all’epoca prima di fare ritorno in Francia».
Jade Teolis, Giada per le compagne, ha origini italianissime (foto Saccani)Jade Teolis, Giada per le compagne, ha origini italianissime (foto Saccani)
Dalla danza alla bici
Una ragazza che è arrivata un po’ tardi alla bici, ma che ha subito trovato un grande feeling con le montagne attorno a casa sua.
«Fino a 14 anni facevo danza classica – sorride – poi ho scoperto il ciclismo grazie a mio padre che pedalava per piacere. Ho iniziato con la Mtb, poi ho scelto quella da strada correndo già a 15 anni. Sono andata sempre meglio col passare del tempo, me ne accorgevo da junior con la squadra della mia regione (l’Auvergne-Rhone-Alpes, ndr). Mi piace la salita, ho fatto il Col du Galibier dalla parte del Telegraphe ed anche il Col de la Madeleine. Ma sono consapevole che devo lavorare ancora tanto per sentirmi bene nelle gare più difficili o al pari di quelle che vanno più forte di me».
Contatto all’Ardeche
Giada, così come la chiamano le proprie compagne, sarà alla sua seconda annata da elite. «Nel 2021 – racconta – ho imparato tanto da Sierra, Sperotto e Ragusa. Erano mie compagne e grandi atlete. Ho fatto tanta esperienza in tante gare internazionali come Strade Bianche, Gand-Wevelgem, altre classiche del Nord e il Giro di Toscana. Ho corso anche il Tour de l’Ardèche in cui sono andata piuttosto bene. E’ stato lì che è nato il contatto con la BePink. Ho accettato la loro proposta perché Walter è un grande maestro nel farti crescere. Devo imparare molto nelle strategie di gara».
La francese arriva dalla A.R. Monex, va bene in salita e sa di dover crescere (foto Saccani)La francese arriva dalla A.R. Monex, va bene in salita e sa di dover crescere (foto Saccani)
Per la Teolis il 2022 sarà anche l’occasione di conquistare ancora una convocazione con la sua nazionale.
«Con la Francia ho disputato l’europeo junior nel 2020 – spiega – ma non è il mio assillo. Sono comunque in contatto con il cittì. Tutto passerà da quello che farò con la BePink. Se andrò forte con il mio club, la maglia della nazionale potrebbe essere una conseguenza. Adesso io sono qui per imparare, crescere e essere utile a Silvia (Zanardi, ndr). Mentre la aiuterò, cercherò di prendere spunto da lei e magari rubare qualche trucchetto del mestiere alle avversarie».
E’ andata in fuga dal ciclismo Silvia Valsecchi. O quasi. La 39enne di Costa Masnaga si è ritirata a fine dello scorso ottobre dopo ventuno stagioni da elite. In carriera ha vinto otto gare, tra cui due titoli italiani a cronometro. Una dozzina di tricolori in pista in varie specialità. Ha conquistato due ori europei su pista (ed altre quattro medaglie) e due bronzi mondiali tra inseguimento a squadre in pista e cronosquadre. Già ad inizio dello scorso novembre lavorava come commessa nel negozio Bicimania di Lissone.
Da allora si è allontanata da quello che era stato il suo mondo per una vita. La Valsecchi avvertiva quasi un bisogno di… disintossicazione. Forse perché voleva godersi un po’ di meritata tranquillità. Forse perché era rimasta delusa e scottata da qualcosa o qualcuno. La mancata partecipazione alle Olimpiadi di Tokyo potrebbe avere inciso sul suo morale.
Abbiamo incontrato Silvia Valsecchi al ritiro BePink: qui con Zini e Sigrid CorneoAbbiamo incontrato Silvia Valsecchi al ritiro BePink: qui con Zini e Sigrid Corneo
Avevamo provato a contattarla un paio di volte qualche giorno dopo la sua ultima gara (il Giro di Campania il 23-24 ottobre) ma ci aveva fatto capire che non le andava di parlare con nessuno. Non abbiamo forzato la mano, era giusto rispettare i suoi tempi e le sue emozioni. L’abbiamo incontrata però durante il nostro blitz sul Lago d’Iseo nel ritiro della BePink, la sua formazione negli ultimi dieci anni. Era andata a trovare, complice una settimana di ferie, le sue ex compagne ed i suoi amici, prima che ex tecnici, Walter Zini e Sigrid Corneo.
Silvia come va con la tua nuova vita?
Non mi pesa andare a lavorare. Avevo intenzione di smettere di correre. Mi ero portata un po’ avanti e avevo fatto un colloquio ad agosto. L’avevo già comunicato a Walter, chiedendogli di comprendere la mia decisione. Ad ottobre mi hanno confermato il posto a Lissone, vicino a casa. L’unica cosa che non mi piace è avere delle ore vuote durante la giornata, come in pausa pranzo. In realtà sto già pensando di sfruttarla per pedalare o per correre a piedi.
Quindi non hai più usato la bici?
No, ho fatto solo un paio di uscite con la Mtb. Ho alternato grandi camminate in montagna, corsa a piedi e anche pattini a rotelle. Voglio fare un po’ di cose che non riuscivo a fare prima. E’ un modo fisiologico per svagare. Poi so che con le prime giornate primaverili di bel tempo riprenderò in mano la bici da strada.
Valsecchi è stata campionessa europea del quartetto nel 2017 a Berlino con Guderzo, Balsamo e PaternosterValsecchi è stata campionessa europea del quartetto nel 2017 a Berlino con Guderzo, Balsamo e Paternoster
Da quanto ci pensavi al ritiro?
Volevo smettere nel 2016 dopo le Olimpiadi di Rio. Poi mi hanno chiesto di continuare per fare crescere il gruppo della pista. A marzo 2020 però, durante il primo lockdown, ero proprio convinta di fermarmi.
Poi cosa è successo?
A quel punto ho pensato che avrei sprecato quattro anni di lavoro. Così ho proseguito anche nel 2021, anche perché mi avevano detto che potevo andare a Tokyo. Sfortunatamente non mi hanno portata. Peccato, stavo bene. Ero in forma, non volevo buttare via altri sei mesi di lavoro. Ho fatto il Giro d’Italia Donne dove mi sono rotta il polso all’ultima tappa. Sono rientrata ed ho onorato gli ultimi mesi di gare.
Sappiamo che avevi staccato molto. Per fortuna ti abbiamo trovata qui a Sulzano per farti qualche domanda…
L’ambiente mi aveva un po’ nauseato ultimamente. Alcune persone ti dicono una cosa e il giorno dopo ritrattano tutto o addirittura non ti considerano minimamente. A vent’anni certe situazioni le tolleri, a quaranta no. Anche le interviste non ne volevo più fare. Tante volte è capitato che i giornalisti mi abbiano chiamato, fatto tante domande poi leggevo un articolo diverso. Il mio difetto è che non rispondo subito. Lascio passare poi però quando sono colma, esplodo come una pentola a pressione.
Verso Cascate del Toce al Giro 2021: proprio al Giro si è fratturata un polso, ma è rientrata e ha finito la stagioneAl Giro d’Italia Donne si è fratturata un polso, ma è rientrata e ha chiuso la stagione
Che mondo è stato quello che hai vissuto fino a poco tempo fa?
E’ stata una bellissima esperienza. Col senno di poi penso che se fosse stato un lavoro a tutti gli effetti, come i pro’ che passano poco più che ventenni, sarebbe stato meglio. Adesso mi ritrovo alla mia età che, pur essendo stata una ciclista, in pratica non sono nulla. Il ciclismo femminile è cambiato tanto, ma a livello statale non sei riconosciuto come un professionista. Tutto quel che riguardano i contributi non vengono calcolati. Si potrebbe fare qualcosa di più concreto in merito.
Il ciclismo femminile sta cambiando…
Sì, c’è un po’ più parità rispetto a prima o in proporzione ai maschi per quanto riguarda montepremi e stipendi. Ma solo perché lo decidono gli organizzatori delle gare o le squadre di club. Questa riforma WorldTour va bene, ma credo che tenda a tralasciare tutto ciò che è considerato vivaio. Le squadre piccole, quelle che ti fanno crescere, non possono disputare le grandi corse perché non hanno punti e vengono tagliate fuori. Una come me, ad esempio, non avrebbe potuto mai far parte del WorldTour perché ho iniziato a fare risultati dopo 7/8 anni di carriera.
La Tre Valli Varesine è stata una delle sue ultime gare. Ha chiuso al Giro di CampaniaLa Tre Valli Varesine è stata una delle sue ultime gare. Ha chiuso al Giro di Campania
Avevi avuto proposte per restare nel ciclismo femminile dopo il tuo ritiro?
Walter mi aveva chiesto di restare nel team come dirigente, visto che ho il patentino da diesse. Mi sarebbe piaciuto, ma adesso alla domenica spesso e volentieri lavoro. Non volevo prendermi un impegno con la squadra e poi non esserci quasi mai. Al momento affianco il diesse della squadra degli esordienti del mio paese. Darò un po’ di consigli ai ragazzini.
Silvia, hai avuto una lunga carriera. Hai dei rimpianti?
Forse non avere osato un po’ di più con certe persone, sia in corsa che fuori. Sono però consapevole delle caratteristiche che avevo. Quello che potevo fare come gregaria l’ho sempre fatto. Il problema del ciclismo femminile, anche se sta cambiando, è che se sei un gregario non vai avanti tanto. Non succede come nei maschi dove un capitano si porta dietro i suoi uomini più fidati. Adesso nel femminile guardano solo i risultati. Magari ci si arriverà più avanti. Ma quando?
Mentre viaggiava verso la 4 Giorni di Ginevra, abbiamo parlato con Donegà, che gira le piste per guadagnarsi un posto nelle Fiamme Oro e punti per l'Italia
La maturazione di Silvia Zanardi è ben visibile. Non tanto per i risultati internazionali ottenuti che conosciamo tutti. E nemmeno tanto perché in ritiro lava in modo chirurgico la propria bici. Ma da quello che ci dice mentre lo fa e mentre si rivolge alle sue compagne della BePink.
La piacentina (in apertura nella foto Saccani), benché debba compiere ancora ventidue anni (il prossimo 3 marzo), parla sempre più da grande. Da riferimento per la squadra, ora che non ci sarà più una guida come è stata Silvia Valsecchi. D’altronde qualche giorno fa ce lo aveva detto Walter Zini quando ci aveva ospitato in ammiraglia che la Zanardi aveva acquisito maggior leadership e si sentiva più responsabilizzata su tanti aspetti. La crescita di una atleta passa, anzi parte, dai dettagli che vengono sempre più curati.
Alla scuola di Walter Zini, ogni atleta in ritiro tiene a posto da sé la sua bici: una grande scuolaAlla scuola di Walter Zini, ogni atleta in ritiro tiene a posto da sé la sua bici: una grande scuola
Bici senza ruote sul cavalletto, spray detergente, pennello in mano per sgrassare la catena e canna dell’acqua pronta all’uso. Facciamo compagnia alla campionessa d’Europa U23 e la ascoltiamo durante la pulizia del suo mezzo nel cortile della casa-ritiro.
Silvia abbiamo notato che dai già delle dritte da veterana. Come ti senti nel ruolo di capitana?
Non sono la più grande in squadra, però mi sento di essere quella più esperta in alcune cose. Quindi cerco di dare consigli. Anche se alcune delle mie compagne sono piccole e… monelle, non ho paura di rappresaglie da parte loro (lo dice ridendo mentre loro la osservano, ndr). Sanno che devono rigare dritto.
Silvia Zanardi, qui proprio con Zini, ha scelto di rimanere alla BePink per crescere nei giusti tempiSilvia Zanardi, qui proprio con Zini, ha scelto di rimanere alla BePink per crescere nei giusti tempi
Che consigli dai alle tue compagne?
Questo ritiro ci serve per imparare ed insegnare alcuni aspetti che a me possono sembrare banali che invece non lo sono. Come ad esempio cambiarsi subito quando si torna dall’allenamento e non tenere troppo addosso i vestiti bagnati perché ci si può ammalare. Oppure in allenamento tirare poco ma ad un ritmo un po’ alto per evitare che quelle dietro si raffreddino visto che ancora non fa caldo. Non usare la catena storta oppure fare attenzione a quando si cambia rapporto. Proprio oggi una delle piccoline ha messo il 36 su uno strappetto e le è caduta la catena (sorride mentre lo dice alla diretta interessata, ndr).
E’ vero che sei diventata maniaca dello stretching?
No, non esageriamo, però ci tengo che le mie compagne facciano le cose per bene. E’ molto importante, va fatto ogni giorno. Le sollecito a metterci impegno e costanza, come per tante altre cose.
In ritiro è Silvia a dare spesso il ritmo alle compagna (foto Saccani)In ritiro è Silvia a dare spesso il ritmo alle compagna (foto Saccani)
E col cibo dai gli stessi consigli?
Sì, perché nessuna di noi è ancora seguita da una nutrizionista. E probabilmente dovremmo farlo per sapere cosa dobbiamo consumare. Stare attenti a cosa si mangia è fondamentale per fare un buon lavoro e avere un buon recupero. Ad esempio, se a colazione non mangi bene, ti viene fame subito durante l’allenamento e non è una buona cosa. Non è così che bisogna fare. Anch’io sono più brava…
Perché?
Ultimamente sto più attenta a tavola. Ho questo obiettivo. Al momento mi viene abbastanza facile, senza forzare. Mi sono data solo un giorno ogni sette/dieci per sgarrare. Magari con pizza o sushi e naturalmente col dolce (ride, ndr).
Tempo fa ci avevi detto che di solito ad inizio stagione fai un po’ fatica ad ingranare. Ti senti più avanti con la preparazione rispetto all’anno scorso nello stesso periodo?
Così così, abbiamo iniziato i lavori un po’ più tardi. Dopo la Champions League della pista ho fatto un breve periodo di riposo. Però mi sento comunque bene perché sono un filo più magra del solito in questo periodo dell’anno. Sento che vado meglio in salita e faccio meno fatica. In questa stagione voglio fare meglio dell’anno scorso.
Ecco la vittoria agli europei U23 di Trento, una delle perle del 2021 di Silvia ZanardiEcco la vittoria agli europei U23 di Trento, una delle perle del 2021 di Silvia Zanardi
Finora non hai fatto alcun ritiro con la nazionale.
Avevo parlato con Paolo (Sangalli, il nuovo cittì, ndr) e gli avevo detto che preferivo restare con la mia squadra per fare gruppo. Non si è offeso, anzi non mi ha dato l’obbligo di andare con loro e ha capito la mia scelta. Comunque ho sentito dire che ha cambiato il metodo di lavoro. E poi così anche Walter (Zini, ndr) poteva, giustamente, tenermi meglio sotto controllo qui in ritiro visto che sono ancora giovane.
La consapevolezza di poter osare di più ce l’hai avuta dopo l’europeo di Trento?
Direi di no. Quella come ho già detto è stata una vittoria importante, ma colta tra noi U23. Un po’ di convinzione ce l’ho avuta cinque giorni prima dell’europeo alla quarta ed ultima tappa della Challenge by La Vuelta dove ho fatto quinta in volata. Nelle gare elite mi sottovalutavo. Ero sempre lì ad aspettare e poi… ciao. Ecco, ripensando bene adesso a quel giorno in Spagna, ho visto che fino agli ultimi 200 metri ero col primo gruppetto e non ho avuto la giusta cattiveria per azzardare di più.
A Grenchen, l’ultima madison del 2021 con la compagna di squadra Matilde Vitillo (foto BePink)A Grenchen, l’ultima madison del 2021 con la compagna di squadra Matilde Vitillo (foto BePink)
Silvia quest’anno cosa ti aspetti?
Ci tengo a fare bella figura a tanti appuntamenti. Di certo non all’inizio, perché sono ancora un po’ indietro. Un obiettivo sarà cercare di guadagnarmi la convocazione in nazionale, poi nel caso fare bene agli europei su pista, su strada o Giochi del Mediterraneo. Voglio fare ancora più esperienza con il mio team, disputando più gare su strada. E magari, memore degli insegnamenti dell’anno scorso, provare a rischiare ancora di più in corsa per non avere rimpianti. Da metà stagione in avanti sarò molto più competitiva e ci proverò tutte le volte che potrò.
Il sole splende su Sulzano. Il cielo terso ti consente di apprezzare le cime di Punta Val Mora e Corna Trentapassi. E’ una giornata ideale per fare trekking ma anche per pedalare. Sul selciato di Piazza 28 Maggio ci sono le ragazze della BePink che stanno facendo alcune foto. Sullo sfondo c’è il porticciolo dei traghetti che portano a Montisola, il caratteristico e piccolo comune in mezzo al Lago d’Iseo.
Proprio dal molo di Sulzano, tra giugno e luglio del 2016, partiva la Floating Piers, la audace passerella gialla galleggiante che si estendeva per qualche chilometro e che portò qui un milione e mezzo di visitatori.
In riva al lago, anche Mr Bike Cafe’ Imbarcadero Bar, da una parte bar e dall’altra negozioIn riva al lago, anche Mr Bike Cafe’ Imbarcadero Bar, da una parte bar e dall’altra negozio
Ritiro sul lago
Le dieci atlete hanno fatto qualche decina di metri fuori dalla Wake Surf House, la struttura ricettiva di tre piani affittata dalla squadra continental per il loro ritiro. Qua ci erano già state qualche settimana fa. Qua fanno vita di gruppo imparando a responsabilizzarsi ed autogestirsi nel miglior modo possibile.
Ad insegnare a loro tutto ciò ci sono Walter Zini e Sigrid Corneo, rispettivamente team manager e direttore sportivo, marito e moglie. I due tecnici nel frattempo sono intenti a parlare con una loro amica. E’ Silvia Valsecchi, ritirata a fine 2021, che ha approfittato di una settimana di ferie dal suo nuovo impiego in un negozio di bici di Lissone per fare una gradita visita alla sua ex squadra.
Prima di partire, due passi sul pontile, in attesa che l’aria si scaldiPrima di partire, due passi sul pontile, in attesa che l’aria si scaldi
Interviste e chilometri
Il programma del giorno della BePink prevede in mattinata un servizio con una tv locale, due ore di scarico in bici, pranzo, lavaggio delle bici, massaggi e briefing serale.
Nelle quarantotto ore successive dovranno fare molti più chilometri col nuovo abbigliamento. Le ragazze sono partite. Zini attende qualche minuto per alcune telefonate poi saliamo in ammiraglia con lui, mentre la Corneo va a fare la spesa per le ragazze insieme alla Valsecchi.
Anche nel 2022 la BePink correrà su bici De Rosa: una collaborazione ormai collaudataAnche nel 2022 la BePink correrà su bici De Rosa: una collaborazione ormai collaudata
Aspettando il treno
La chiacchierata parte appena le bici lasciano il lago (in apertura foto BePink). «La nostra preparazione sta andando bene – racconta Zini mentre siamo in coda ad un passaggio a livello – ma potremmo fare meglio. Questo è l’ultimo dei tre mini-ritiri da cinque giorni l’uno che abbiamo fatto qui in Italia. Il 5 febbraio partiremo per la Spagna per correre e fare un ritiro anche laggiù. Staremo a Calpe all’AR Diamante Beach Hotel fino al 21. In mezzo disputeremo il 6 la Vuelta CV Feminas e poi dal 17 al 20 febbraio la Volta Comunitat Valenciana. Verranno giù tutte le ragazze, anche le tre straniere che qui non ci sono (la neozelandese Michaela Drummond, la ceca Marketa Hajkova e la slovacca Nora Jencusova, ndr). In base alla condizione delle ragazze, deciderò chi far correre».
La nuova maglia rimane (ovviamente) con base Pink, ma piuttosto diversa dal 2021La nuova maglia rimane (ovviamente) con base Pink, ma piuttosto diversa dal 2021
Zanardi leader
Poco prima del ponte che collega Paratico a Sarnico riprendiamo le ragazze e le seguiamo. Davanti a fare l’andatura ci sono Zanardi e Vitillo, ma a turno le altre quattro coppie si succedono nei cambi a tirare.
Vanno via regolari, composte ed attente sia al traffico che alla segnaletica, anche se talvolta alle rotonde occorrerebbe maggiore cautela.
«Vedi – ci spiega Zini – in questa ampia rotatoria le prime sono passate un po’ troppo forte e quelle dietro si sono un po’ staccate. Per fortuna che in questo momento c’eravamo solo noi, però vedrai come si incavolerà la Zanna (Silvia Zanardi, ndr) perché il gruppo si è rotto…».
Partenza da Sulzano, Zini stabilisce la rotta: le ragazze ascoltanoPartenza da Sulzano, Zini stabilisce la rotta: le ragazze ascoltano
«Lei – prosegue Zini – ha acquisito molta leadership con le sue compagne su queste cose. Come per lo stretching. Il ciclista notoriamente è un po’ allergico a questi esercizi, ma ora che lei lo ha imparato in nazionale non ne può più fare a meno. Pure le altre ragazze stanno migliorando con il core stability. Anche se io non le lascio mai troppo tranquille perché poi si abituano male (ride, ndr). Stamattina appena sveglie e prima di fare colazione, ho chiesto loro di farmi qualche minuto di plank per vedere come reagiscono a certi imput».
Bene in sella
Sul lungolago verso Tavernola Bergamasca, dove è previsto il punto di ritorno, salutiamo Claudia Cretti che sta pedalando forte. Il gruppo della BePink gira attorno ad un incrocio ed inverte la rotta per tornare a Sulzano. Zini osserva le sue ragazze per vedere come pedalano.
«Cresta (Lara Crestanello, ndr) come va la nuova sella? Dimmi poi se dobbiamo cambiarla ancora o spostarla un po’. Zanna, tu invece non sei un po’ bassa con la sella?».
Si pedala costeggiando il lago di Iseo, con alcune puntate nell’entroterra per cercare la salitaSi pedala costeggiando il lago di Iseo, con alcune puntate nell’entroterra per cercare la salita
Il team manager si riavvicina a loro. «Mi raccomando ragazze, prima di rientrare vorrei che faceste uno strappo di un chilometro per tenere un po’ viva la gamba».
Occhi aperti
Lo faranno salendo verso Passo dei Tre Termini, posto circa 7,5 chilometri sopra Iseo. Un’ascesa di quasi 500 metri di dislivello molto allenante.
«Alle mie atlete – aggiunge Zini mentre ci descrive la strada che poi porta a Polaveno – ho sempre detto di prendere dei riferimenti geografici. Sia quando sono a casa loro sia quando sono in un posto nuovo per un ritiro o una corsa. E’ importante sia sapersi allenare al meglio, evitando magari zone troppo trafficate o pericolose. Sia in gara perché così te lo ricordi per la volta successiva che ci tornerai. Non bisogna andare in bici col paraocchi, altrimenti poi ti serve il gps anche per andare a prendere il giornale sotto casa. Anche su questo aspetto batto forte».
E dopo pranzo, preparativi per lo shooting fotografico con Vitillo e Zanardi (foto BePink)E dopo pranzo, preparativi per lo shooting fotografico con Vitillo e Zanardi (foto BePink)
La bici a posto
Incrociamo una ciclista in maglia Canyon-Sram mentre mancano pochi minuti a Sulzano. «L’hai riconosciuta quella che ci ha appena salutato a tutto braccio? Era Alena Amialiusik, è stata una mia atleta nel 2013 al suo primo anno elite. E’ bielorussa ma ormai abita in questa zona da tanto tempo. Brava ragazza e forte».
Arriviamo sul selciato di Piazza 28 Maggio. Guardiamo il computerino della francese Jade Teolis che segna 56 chilometri in circa due ore di pedalata piuttosto tranquilla. Zini deve scappare per sbrigare una commissione di lavoro, ma prima di riaccendere il motore dell’ammiraglia dà le ultime disposizioni.
«Quando finite di mangiare – dice – ognuna di voi si laverà la propria bici. E’ giusto che impariate a prendervene cura anche quando siete in ritiro, poi perché domani abbiamo le foto ufficiali».
Il tempo di sentire alcune delle ragazze e siamo liberi anche noi.
Nel 2020 l’avvento del WorldTour nel ciclismo femminile ha alzato progressivamente il livello qualitativo delle gare, delle formazioni ed ha garantito pure entrate economiche sicure alle atlete.
A differenza degli uomini, nelle donne esistono solo due tipi di status e ciò che si sta verificando è molto simile a quello capitato al movimento maschile. Bisogna dire che anche tra le squadre continental ce ne sono alcune… mascherate da WorldTour, però questo cambiamento ha accentuato la distanza tra i team delle due categorie? O tra gli stessi team continental? Ora che la UAE Team ADQ ha rilevato la licenza WT della Alè BTC Ljubljana portandola negli Emirati Arabi (pur mantenendo la stessa ossatura tra staff e roster), il ciclismo italiano femminile non ha più alcuna formazione nella massima serie.
Silvia Zanardi, qui proprio con Zini, ha scelto di rimanere per crescere nei giusti tempiSilvia Zanardi, qui proprio con Zini, ha scelto di rimanere per crescere nei giusti tempi
E quindi come stanno le nostre formazioni? Le prime risposte le abbiamo cercate tra le parole della chiacchierata che abbiamo fatto all’ora dell’aperitivo con Walter Zini, team manager della BePink. La sua squadra quest’anno si presenterà ai nastri di partenza con un organico di 13 atlete, tra cui la campionessa europea U23 Silvia Zanardi, rimasta nonostante le sirene del WorldTour.
Partiamo da qui. E’ stato difficile tenerla?
Abbastanza, per una serie di cose. Dopo la vittoria di Trento tante squadre si sono fatte avanti per averla subito, altre invece per prenderla nel 2023. Inoltre le hanno proposto di entrare nelle Fiamme Azzurre, ma Silvia ha rinunciato. Per me lei è pronta per andare nel WorldTour, ma deve ancora finire la sua maturazione e da noi può farlo senza pressioni. Anche lei lo ha capito. Per noi è importante averla, perché ci siamo già assicurati una serie di inviti in gare all’estero.
Il 2021 è stato l’ultimo anno di Silvia Valsecchi, che si è fermata proprio all’inizio del nuovo corso del ciclismoIl 2021 è stato l’ultimo anno di Silvia Valsecchi
Tante giovani italiane hanno lasciato l’Italia, alcune direttamente da junior. Pensi che sarà sempre più così?
Faccio un esempio legato alla nostra realtà. Finché squadre come le nostre hanno un talento, come Zanardi o Balsamo, riesci a trovare le giovani migliori, ad attirare sponsor e magari resistere per qualche anno. Dopo di che, quando non hai più loro come riferimenti, perché non puoi più trattenerle, si inizia a fare fatica perché ormai tutte vogliono andare nel WorldTour o negli squadroni. Tante però non hanno le potenzialità per correrci o essere ingaggiate. In più c’è stato lo sguinzagliamento dei procuratori che fanno firmare le junior senza conoscere veramente le ragazze o il ciclismo femminile. E vi dirò di più…
Spiega…
Attualmente ci sono quattordici squadre WorldTour. Però calcolando la quantità nei roster, non ci sono abbastanza corridori di qualità per queste squadre o per rimanere nelle prima 30 posizioni del gruppo. Negli ultimi anni in Italia i nostri talenti tra le junior hanno sì ottenuto risultati importanti, ma perché rispetto a quelle della loro età facevano già le professioniste. Quando passano elite o vanno poi nel WT che margini di miglioramento possono avere? Noi ci diamo da fare per fare crescere le ragazze e sperare che poi possano approdare nel WT. Tuttavia devono capire che sono loro a “morirci” sulla bici, non tutte quelle figure che hanno attorno, che saranno pure importanti, ma non pedalano al posto delle ragazze.
Matilde Vitillo ha trovato la forma a fine stagione vincendo il Giro di CampaniaMatilde Vitillo ha trovato la forma a fine stagione vincendo il Giro di Campania
Insomma, ci sembra di capire che la riforma del WorldTour non ti piaccia molto.
Questa situazione l’avevo già preventivata tre anni fa durante una riunione dell’UCI in Svizzera. Se si guarda solo la punta della piramide anziché la base e se si va avanti così, nel giro di cinque anni non ci sarà più un ricambio di corridori e formazioni, soprattutto da noi in Italia come succede nel maschile.
Tornando al calendario. Gli inviti alle corse straniere sono un aspetto fondamentale della stagione per squadre come la vostra.
Sì assolutamente, ma rischia di non bastare. Mi spiego meglio. Stando al regolamento UCI, la partecipazione delle squadre WorldTour al loro calendario è ancora facoltativa e contemporaneamente nelle gare di classe uno e due (.1 e .2) c’è la partecipazione libera per loro fino ad un massimo di cinque squadre e per un massimo di tre corse. Quindi se le squadre WorldTour non corrono le prime, vengono a fare le seconde. Così facendo è ovvio che per gli organizzatori è meglio, ma per i team continental, specie quelli con budget non alto, può diventare un grosso problema.
Si guarda fuori dall’Italia perché qui da noi ci sono poche corse, a parte quelle open?
L’estero diventa difficoltoso per una questione di costi, ma bisogna saper investire e rischiare, perché altrimenti mai ti vedranno e ti inviteranno. Il calendario di casa nostra ultimamente è sempre stato un po’ scarno rispetto ad altre nazioni ma qualcosa sta cambiando. Quest’anno ci sarà qualche gara in più, come il Gran Premio Liberazione e il Città di Meldola (in programma rispettivamente 25 aprile e 5 giugno, ndr), ma serve che continuino ad organizzarne, anche se stiamo vivendo un periodo storico difficile.
Valentina Basilico ha vinto il titolo europeo dello scratch: ora è attesa su stradaValentina Basilico ha vinto il titolo europeo dello scratch: ora è attesa su strada
Quanto è difficile reperire gli sponsor?
Noi siamo sempre andati dalle aziende proponendo loro progetti interessanti, compresa visibilità e comunicazione per i vari appuntamenti italiani e internazionali. Non è semplice però, perché qui da noi non ci sono incentivi ad investire. All’estero invece lo fanno senza problemi in qualsiasi sport, anzi nel ciclismo femminile lo fanno già da tanto tempo. Su queste cose noi italiani dobbiamo sempre inseguire. Poi mi permetto di dire che nel ciclismo in generale c’è un problema di avidità che condiziona la nostra attività.
Dai Walter, chiudiamo cercando di farti tornare un po’ più sereno parlando delle tue ragazze. Da chi ti attendi qualcosa quest’anno?
Dalla Zanardi mi aspetto una conferma nelle gare in cui è sempre andata bene ed un’ulteriore crescita nelle gare WT. Anche dalla Vitillo vorrei una conferma, magari nelle corse internazionali, però deve trovare la condizione giusta nel pieno della stagione e non alla fine come nel 2021. E’ arrivata la Brufani che l’anno scorso da primo anno elite nella GB Junior mi ha fatto vedere bei numeri. Abbiamo preso anche la francese Jade Teolis dall’A.R. Monex, è una scalatrice molto interessante. Infine Valentina Basilico, azzurra classe 2003, dovrà fare esperienza.