Laboral: niente WorldTour, ma gli obiettivi non mancano

16.12.2023
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Ce lo aveva anticipato Cristina Tonetti quasi un mese fa che la sua Laboral Kutxa Fundacion Euskadi era uno dei tre team in lizza per diventare WorldTour. In base all’esito, gli spagnoli avevano previsto due calendari differenti, ma purtroppo per loro la risposta arrivata dall’UCI è stata negativa.

La licenza nella massima categoria per il biennio 2024-2025 l’hanno ottenuta l’AG Insurance Soudal-Quick Step e la Ceratizit WNT, per cui i tempi ormai erano maturi per salire. La formazione belga e quella tedesca rilevano di fatto la Liv Racing TeqFind, confluita nella Jayco Alula, e la EF Education, che ha chiuso la società per i grossi problemi finanziari di Tibco e Silicon Valley Bank, rinascendo poi dalle proprie ceneri grazie a Cannondale (secondo nome) e ripartendo dalle continental. Ma in casa Laboral come avranno preso la notizia? Ne abbiamo parlato con Debora Silvestri (in apertura in primo piano, foto Laboral), approdata nella squadra basca lo scorso maggio, dopo aver vissuto la pessima e temporanea apparizione della Zaaf Cycling. Con la venticinquenne veronese di Castel d’Azzano è stata anche l’occasione per approfondire altri temi.

Silvestri ha doti da scalatrice. Nel 2024 vuole essere la spalla fidata della leader Santesteban, ma anche ritagliarsi spazio personale
Silvestri ha doti da scalatrice. Nel 2024 vuole essere la spalla di Santesteban, ma anche ritagliarsi spazio personale
Debora, quanto ci speravate nella licenza WorldTour?

Ovviamente noi atlete avremmo voluto fare il grande salto, così come i nostri dirigenti. Però loro non sono rimasti sorpresi del tutto. Da una parte si aspettavano questo verdetto perché sono consapevoli della crescita che bisogna fare. Dall’altra avevano fatto la richiesta per far sapere all’UCI che c’è anche la Laboral come squadra all’altezza. Penso che la dirigenza farà un tentativo nel 2025 per chiedere la licenza ProTeam qualora dovesse esserci la nuova riforma di cui si parla.

Cambia qualcosa per voi adesso?

Sicuramente il calendario. I nostri tecnici avevano preparato questi due diversi programmi di gare. Fossimo diventati WT saremmo andati in Australia per il DownUnder e poi tutta la campagna del Nord. Invece partiremo con un più calma a fine gennaio da Maiorca. La prima parte di stagione andrà in base al grado di condizione di noi ragazze e agli inviti che riceveremo per correre. Ciò che non cambierà saranno gli obiettivi. Ora siamo in ritiro ad Altea (fino al 19 dicembre, ndr) e quando abbiamo saputo la notizia, ci hanno detto subito che la voglia di fare e migliorarsi sarebbe stata la stessa. Sapevamo comunque che avremmo dovuto farci trovare pronte.

Che differenze hai notato a correre in una continental italiana ed una straniera?

Non troppe per la verità, ma piuttosto importanti. Principalmente è una questione di mentalità e budget. Per ciò che ho visto, all’estero c’è un investimento economico superiore all’Italia. Si ragiona in prospettiva WorldTour. La squadra viene vista come una azienda, tant’è che un budget più alto ti permette di avere anche uno staff più ampio e un numero maggiore di mezzi. In Italia la squadra è vissuta di più come una famiglia, che tuttavia è una cosa positiva. L’atleta si sente come a casa e può crescere con più calma. A livello di professionalità invece non ho notato grandi differenze. Bravi tecnici, meccanici o altre figure le ho trovate sia in Italia che fuori. Per quello che mi riguarda devo dire che in Laboral comunque si respira un’aria famigliare nonostante siano coinvolti sponsor molto grossi.

Ad inizio 2023 però sei rimasta vittima della cattiva gestione della Zaaf Cycling. Com’è andata tutta quella vicenda?

E’ vero, è stato un brutto periodo. Arrivavo da un 2022 difficile, in cui a giugno ero stata investita da una moto mentre scendevo dallo Stelvio. Avevo trovato questa squadra spagnola tramite il mio procuratore e inizialmente sembravano avere un gran bel progetto (c’era anche Emanuela Zanetti, ndr). Abbiamo iniziato a correre dall’Australia, poi dopo il UAE Tour a metà febbraio sono iniziati i problemi. Il primo stipendio tardava sempre di più ad arrivare, mentre i dirigenti ci dicevano che erano solo intoppi burocratici per il trasferimento di fondi da una banca estera all’altra. Col passare dei giorni a noi atlete la storia puzzava sempre di più.

Cosa avete fatto?

Abbiamo continuato ad allenarci perché sapevamo di avere le iscrizioni garantite fino a fine aprile, ma a metà marzo ci eravamo attivate col CPA (l’associazione ciclisti professionisti internazionale, ndr). Chiedevamo di mediare questa situazione assurda. Fra noi compagne di squadra c’è stata molta solidarietà, poi Audrey (Cordon-Ragot, ndr) ha deciso di denunciare pubblicamente ciò che stavamo vivendo. E’ stato un bene per tutte noi. La Laboral mi ha chiamata a maggio e mi ha messo subito a mio agio. Sembrava che corressi con loro da sempre e gliene sono molto grata.

Prima della Roubaix, Silvestri abbraccia Cordon-Ragot, appena passata alla Human. A inizio 2023 hanno vissuto assieme l’esperienza della Zaaf Cycling
Prima della Roubaix, Silvestri abbraccia Cordon-Ragot, appena passata alla Human, dopo la brutta esperienza della Zaaf Cycling
Siete riuscite a prendere quegli stipendi arretrati?

Ad oggi ancora no. Con l’UCI avevamo avviato la procedura per ricevere quei quattro mesi di stipendi tramite la fidejussione che era stata versata. L’iter però pare sia piuttosto lungo. Solo dal prossimo marzo potremo prendere i soldi, quando verrà accertato da tutti gli organi interessati che noi ragazze non abbiamo mai ricevuto alcun pagamento in precedenza.

A livello morale ti è pesata questa situazione?

Inizialmente sì, ma non ad un certo non ci ho più voluto pensare. Anzi, chiusa una porta, mi si è aperto un portone (dice sorridendo, ndr). Con la Laboral sono riuscita a fare una bella seconda parte di stagione, togliendomi qualche soddisfazione. Alla Kreiz Breizh ero nella fuga giusta con altre tre ragazze, ma sono caduta negli ultimissimi metri sbagliando una curva sul bagnato. Peccato perché mi stavo giocando la vittoria (chiuderà quarta e successo di Vettorello, ndr).

Silvestri è approdata nel team basco a maggio 2023. Si è sentita subito a suo agio (foto Laboral)
Silvestri è approdata nel team basco a maggio 2023. Si è sentita subito a suo agio (foto Laboral)
Anche se la Laboral e Debora Silvestri non sono passate nel WT, che obiettivi avete per il 2024?

La squadra ha fatto una campagna acquisti importante. Fra le tante, sono arrivate due corridori forti come Lourdes Oyarbide dalla Movistar e Ane Santesteban dalla Liv Alula Jayco, che possono essere protagoniste in tante gare dure. Personalmente io voglio continuare a crescere e vorrei entrare in sintonia proprio con Ane. Lei sarà la nostra leader sulle Ardenne o nelle gare a tappe e a me piacerebbe ritagliarmi un ruolo di appoggio per lei. Poi se ci sarà spazio anche per me, non avrò paura a prendermi le mie responsabilità.

La vicenda di Cordon-Ragot, finalmente nel team giusto

11.04.2023
6 min
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Ci sono storie che forse devono andare così, verso la giusta direzione percorrendo prima sentieri tortuosi. Quella di Audrey Cordon-Ragot si può definire una favola a lieto fine con l’appendice di una missione per tante persone. Per una ragazza che lo scorso settembre ha visto da vicino il baratro a causa di un serio problema di salute, le peripezie professionali e paradossali vissute nell’ultimo periodo non sono nulla al confronto.

Dopo aver dato le dimissioni dalla Zaaf Cycling Team per i mancati pagamenti degli stipendi da inizio 2023, tre giorni fa la 33enne campionessa francese ha corso la Parigi-Roubaix Femmes con la Human Powered Health (in apertura). La sua nuova formazione che, come vedremo, più precisa di così per lei non potrebbe essere. E guardando bene, Cordon-Ragot di fatto si è ritrovata a vestire (virtualmente e non) le maglie di quattro squadre in pochissimo tempo. Occorre però fare un breve riepilogo delle puntate precedenti.

Cordon-Ragot si è fatta trovare pronta dalla sua nuova squadra per il pavè della Roubaix
Cordon-Ragot si è fatta trovare pronta dalla sua nuova squadra per il pavè della Roubaix

Primo cambio e ictus

Dal 2014 per nove stagioni Cordon-Ragot è stata compagna di squadra di Longo Borghini. Una delle più fidate, se non la migliore gregaria per l’italiana. Dopo le ultime quattro annate alla Trek-Segafredo, a fine 2022 Audrey decide di valutare nuove proposte.

«La mia nuova squadra sarà annunciata a breve – disse verso fine della scorsa estate – ma non è una sorpresa che io voglia tornare alle mie radici, al luogo in cui il mio ciclismo è iniziato, ovvero la Bretagna. Voglio tornare in una squadra dove posso avere un alto livello e concentrarmi sulle mie prestazioni al 200 per cento».

Vincent Ragot ed Audrey Cordon si sono sposati nel 2014 (foto DV/Zoe Soullard)
Vincent Ragot ed Audrey Cordon si sono sposati nel 2014 (foto DV/Zoe Soullard)

Il passaggio è alla B&B Hotels-Ktm, dove suo marito Vincent Ragot, ex corridore fino al 2012, fa il meccanico da qualche anno. Jerome Pineau, team manager della formazione, ad inizio settembre anticipa l’arrivo di Audrey, mentre dichiara di avere investitori importanti come Amazon e la città di Parigi e confermando l’ingaggio di Mark Cavendish per il team maschile. Purtroppo da quel momento in poi, Cordon-Ragot sarà risucchiata in un vortice di eventi sfortunati. Il 17 settembre, cinque giorni prima di compiere 33 anni, rivela con un toccante post sui suoi canali social di avere avuto un ictus quasi una settimana prima.

«Ecco perché ho dovuto rinunciare al mondiale in Australia – scrive la bretone di Pontivy – la vita è sempre piena di sorprese. E in questi giorni più che mai ho imparato che è molto più importante di qualsiasi altra cosa. Mi sottoporrò a un periodo di riposo e ad un’operazione per risolvere il problema cardiaco che ha causato il mio incidente. Ho una carriera da finire».

Cordon-Ragot con la Zaaf ha ottenuto tre podi. Qui quello alla Hageland dietro Wiebes e Bastianelli
Cordon-Ragot con la Zaaf ha ottenuto tre podi. Qui quello alla Hageland dietro Wiebes e Bastianelli

Nuovi problemi e altro team

A metà novembre lo stesso Pineau avverte che la situazione della sua B&B Hotels-Ktm (maschile e femminile) è più complicata del previsto. Quello del team francese è un grosso guaio che coinvolge atleti e staff. Ad inzio dicembre il team manager libera tutti. In quel periodo dell’anno è difficile, forse impossibile, salire su un altro treno in corsa.

Tempo una dozzina di giorni e Cordon-Ragot trova sistemazione alla Zaaf Cycling Team, squadra spagnola che nel frattempo ha ottenuto la licenza continental per il 2023. Sembra un affare per entrambe le parti. Audrey su dodici giorni di gara conquista sei top ten, di cui tre podi. Il più importante è quello ottenuto in Belgio alla Het Hageland dietro Wiebes e Bastianelli. La bretone è già leader di una formazione giovane e moderatamente ambiziosa. Ha recuperato bene dal suo problema di salute, sta dando il 200 per cento, come aveva dichiarato mesi prima, e le manca solo la vittoria per completare l’opera di questo inizio di stagione.

Cordon-Ragot il 22 settembre ha festeggiato il compleanno dopo aver avuto un ictus undici giorni prima (foto facebook)
Cordon-Ragot il 22 settembre ha festeggiato il compleanno dopo aver avuto un ictus undici giorni prima (foto facebook)

Stipendi a zero

L’ennesima difficoltà è dietro l’angolo ed arriva ad apparente ciel sereno. Al Normandia si materializzano nuovi problemi. Cordon-Ragot rompe il silenzio e rescinde il contratto con la Zaaf. Svela situazioni critiche interne al team spagnolo che un’atleta del suo rango non può accettare.

«Non voglio incolpare nessuno dei miei ex colleghi – racconta con fermezza la otto volte campionessa di Francia – ma dal punto di vista finanziario non era più possibile andare avanti per me. Non ci pagano gli stipendi da tre mesi, così come le spese di viaggio per le gare non sono state rimborsate. Ma c’è anche dell’altro. C’era mancanza di personale. Il meccanico era totalmente inesperto ed io non mi sentivo più sicura. La mia vita è uscita da una situazione di pericolo a causa di un ictus, non voglio metterla nuovamente in pericolo facendo il mio sport».

Cordon-Ragot prima della Roubaix ha abbracciato le sue ex compagne della Zaaf Cycling che non vivono un bel momento
Cordon-Ragot prima della Roubaix ha abbracciato le sue ex compagne della Zaaf Cycling che non vivono un bel momento

«Mi sono chiesta se fosse giusto renderlo pubblico – prosegue – e ne ho parlato a lungo con mio marito Vincent. Alla fine ho pensato che, per rispetto della maglia tricolore che indosso e per la mia salute mentale, non potevo più stare in silenzio. Peccato, perché la Zaaf aveva un buon progetto ma i vertici societari si sono un po’ persi per strada. Sono dispiaciuta per questa situazione, perché mi rendo conto che nel ciclismo femminile, specie nei team continental, c’è ancora un ambiente precario.

«Certo – ha aggiunto – mi fa strano vedere che Zaaf partecipi ancora alle gare grazie agli inviti che aveva ricevuto grazie a me, anche se non vorrei mai che non corressero le mie ex compagne. E mi fa strano che l’UCI ancora non sia intervenuta benché mi dicano che stia tenendo la situazione sotto controllo».

Cordon-Ragot ha vinto sei titoli francesi a crono e due in linea (foto facebook/Getty Sport)
Cordon-Ragot ha vinto sei titoli francesi a crono e due in linea (foto facebook/Getty Sport)

La squadra giusta

Il 6 aprile Cordon-Ragot è tornata nel WorldTour ed è una nuova atleta della Human Powered Health. Ha continuato ad allenarsi molto seriamente. Pur di tenersi in forma, ha corso addirittura una gara tra gli open della federazione francese con il Velo Club Pays de Loudeac, formazione giovanile e master, curiosamente sponsorizzata da Vital Concept e Ktm, due ex marchi della vecchia B&B Hotels.

«Audrey ha un talento immenso – ha dichiarato la general manager belga Ro De Jonckere – ed è un onore averla fatta debuttare alla Parigi-Roubaix. Siamo lieti di averla a bordo. Il suo percorso di salute è incredibilmente stimolante. E’ un altro esempio di Human Powered Health e non vediamo l’ora di aiutarla a condividere la sua storia».

Cordon-Ragot attraverso la sua nuova squadra vuole sensibilizzare la prevenzione sull’ictus femminile (foto facebook)
Cordon-Ragot attraverso la sua nuova squadra vuole sensibilizzare la prevenzione sull’ictus femminile (foto facebook)

«Una delle mie qualità – ha affermato Cordon-Ragot dopo l’ingaggio – è quella di sapermi adattare in fretta ad ogni ambiente. Sono emozionata e motivata a fare bene con il mio attuale team. Ho preso sul personale ciò che mi è accaduto a settembre. Ho scoperto che l’ictus è una delle principali cause di morte per le donne sotto i 40 anni e non se ne parla. Credo che forse se avessi saputo prima del rischio di ictus, avrei potuto cercare dei segnali. E’ una cosa che mi tocca profondamente, quindi far parte di questa formazione mi aiuterà a parlare di questa malattia».

Zanetti, la nuova vita inizia in Catalogna alla Zaaf

24.12.2022
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Un mese a Begur, a pochi chilometri da Girona, sul mare della Catalogna. Un mese per iniziare ad ambientarsi in quella che sarà la sede della sua nuova squadra. Emanuela Zanetti ha scelto di correre all’estero accettando la proposta della Zaaf Cycling Team, che per il 2023 ha preso la licenza UCI continental.

Le tre stagioni trascorse nella Isolmant-Premac-Vittoria per la ventiduenne velocista di Nuvolento sono stati gli step indispensabili per affacciarsi nel mondo delle grandi. In particolare nell’ultima annata Zanetti ha saputo alzare il proprio livello, acquisendo quella maggiore consapevolezza per poter provare a confrontarsi fuori dall’Italia. Ci siamo fatti raccontare come si sta preparando alla nuova esperienza nella formazione intitolata a Abdel-Kader Zaaf, un corridore franco-algerino che corse il Tour de France 1950, diventandone una leggenda per un curioso episodio mentre era in fuga con un connazionale.

Emanuela come sono stati i tuoi ultimi trenta giorni?

E’ stata la mia prima vera volta lontana da casa per così tanto tempo. Quel mese l’ho sfruttato per allenarmi in compagnia, godere di un buon clima, vedere belle zone e conoscere la mia nuova squadra. Sono stata in uno dei loro alloggi e l’ho condiviso per quasi tutto il periodo con le mie compagne Debora Silvestri e Nikola Noskova. Non ho incontrato particolari difficoltà. Siamo state brave a trovare subito sintonia per fare anche i cosiddetti mestieri per tenere in ordine la casa. Non avevamo l’auto ma c’era sempre una persona dello staff che ci aiutava per fare la spesa o che ci portava dal meccanico o nel nostro magazzino.

Quando è nato il contatto con la Zaaf e perché hai deciso di correre con loro?

A fine agosto ho saputo del loro interessamento e che mi avevano seguito durante tutto il 2022. Quando me lo hanno detto ero chiaramente lusingata. Ho colto l’occasione perché volevo mettermi alla prova al di fuori del calendario italiano. Volevo fare un passo in avanti non solo dal punto di vista agonistico ma anche umano. Sarà un cambio di vita importante, ma mi sento pronta per affrontarlo.

Audrey Cordon Ragot ha vinto 2 titoli francesi in linea e 6 a crono
Audrey Cordon Ragot ha vinto 2 titoli francesi in linea e 6 a crono
Cosa sai della tua nuova squadra?

Il responsabile è Manel Lacambra, che ci farà anche da diesse. Lui è nell’ambiente femminile da tanto tempo (nel 2018 ha guidato Giorgia Bronzini alla Cylance Pro Cycling, ndr) ed è stato anche in Italia con qualche squadra. So che avremo le bici Enve, la stessa azienda che produce le ruote per la Eolo-Kometa mentre l’abbigliamento ce lo farà Alè. Saremo quindici atlete con nomi importanti. Cordon-Ragot è senza dubbio la più importante (venti vittorie in carriera e per 9 anni compagna fidata di Longo Borghini, ndr). Considerando che è un team nuovo e più piccolo rispetto ad altri, potremmo essere come la Isolmant, con la stessa filosofia.

Proprio con la Isolmant hai fatto un buon 2022…

Direi che è stata la mia miglior annata in assoluto. Ho conquistato tre vittorie e tanti altri piazzamenti. Già a marzo ho visto che a marzo arrivavano i primi risultati. Significa che il lavoro invernale aveva dato i suoi frutti. Mi è spiaciuto aver interrotto la stagione a fine agosto per una caduta in allenamento. Mi sono lussata la clavicola e ho dovuto saltare i campionati italiani in pista, dove puntavo a fare buoni piazzamenti visto l’alto livello. Però il momento top della stagione, che vale come un successo, è stato un altro…

Emanuela ha sorriso al Giro Donne. Il nono posto in volata a Reggio Emilia vale come un successo (foto Ossola)
Emanuela ha sorriso al Giro Donne. Il nono posto in volata a Reggio Emilia vale come un successo (foto Ossola)
Quale?

Il nono posto in volata nella tappa di Reggio Emilia al Giro Donne. Se ricordate il finale convulso con una maxi caduta al triangolo rosso, la curva secca a sinistra a 200 metri dal traguardo in leggera salita e l’ordine d’arrivo potete capire la mia soddisfazione. Ricordo che mentre sprintavo a tutta stavo pensando “cosa ci faccio qui in mezzo che fino al 2021 sognavo di lottare per un piazzamento”? Avevo una buona condizione ma non pensavo di fare un risultato simile, per me è stato un punto di partenza.

Cosa ti lasciano gli anni con la Isolmant?

Tanta crescita. Ho imparato dagli errori. E per questo sono grata a Giovanni (Fidanza, il team manager, ndr) per avermi insegnato tanto, direi quasi tutto. Lui prende sempre ragazze promettenti e mattone dopo mattone costruisce le fondamenta delle sue atlete. Queste tre stagioni però mi lasciano anche tanti ricordi con le mie compagne. Quest’anno mi hanno aiutata tanto nelle mie vittorie. Sono stata proprio bene con loro e chiaramente siamo ancora in contatto.

Scapola lussata. Zanetti ha finito in anticipo il 2022 per una caduta in allenamento a fine agosto (foto Ossola)
Scapola lussata. Zanetti ha finito in anticipo il 2022 per una caduta in allenamento a fine agosto (foto Ossola)
E’ uscito una bozza di calendario della Zaaf. Che obiettivi si è prefissata Emanuela Zanetti?

Ancora non abbiamo parlato di quale ruolo avrò ma mi basta correre e accumulare esperienza internazionale. Voglio conoscere meglio me stessa. Magari scopro di essere passista anziché solo velocista. Inizierò il 2023 con le gare in Spagna poi mi piacerebbe correre in Belgio e vedere come sono le gare lassù. Ma la gara dei miei sogni, anche perché l’ha vinta il mio conterraneo e idolo Sonny Colbrelli, è la Parigi-Roubaix. La sento adatta alle mie caratteristiche, spero che ci arrivi l’invito per partecipare.