Nomad 3D

Nomad 3D, da Repente una sella a nido d’ape “rivestita”

05.12.2025
3 min
Salva

L’azienda vicentina Repente, specializzata in selle di alto livello, ha appena presentato Nomad 3D, una nuova sella che coniuga i benefici della stampa in 3D con quelli delle imbottiture tradizionali.

Il cuore dell’innovazione è infatti una struttura interna a nido d’ape, rivestita però da una superficie esterna omogenea. Il tutto unito ad uno scafo e a dei binari in carbonio indipendenti e sostituibili.

Nomad 3D
Nomad 3D è la nuova sella di Repente, con imbottitura alveolare rivestita da una superficie liscia
Nomad 3D
Nomad 3D è la nuova sella di Repente, con imbottitura alveolare rivestita da una superficie liscia

Imbottitura a densità differenziata, ma rivestita

L’imbottitura della Nomad 3D è realizzata in TPU (poliuretano termoplastico), a densità differenziata in base a tre diverse zone anatomiche a cui corrispondono altrettante morfologie della struttura interna in 3D. Sotto le ossa ischiatiche la densità del materiale è massimizzata, per assicurare la stabilità e un supporto strutturale più rigido. Nelle aree dei tessuti molli, invece, è ridotta per incrementare la flessibilità e ottimizzare la distribuzione del carico. Questo permette di prevenire dolori e fastidi, garantendo un comfort ottimale anche dopo ore in sella.

La terza zona è il canale centrale, in cui la forma del reticolo 3D a nido d’ape è stata studiata per minimizzare la compressione in quella porzione delicata del soprassella. Come accennato all’inizio però, a differenza delle selle alveolari di prima generazione, la Nomad 3D è rivestita da una superficie liscia. Questo accorgimento la rende più resistente perché riduce il rischio di danneggiare l’imbottitura con urti accidentali, o anche solo con i normali sfregamenti dati dall’uso quotidiano.

Nomad 3D scafo
Lo scafo e i binari sono in carbonio, con l’innovativa struttura modulare RLS
Nomad 3D scafo
Lo scafo e i binari sono in carbonio, con l’innovativa struttura modulare RLS

Profilo ergonomico e struttura (in carbonio) sostituibile

Per quanto riguarda il design invece la Nomad 3D riprende la sagomatura della versione normale Nomad, cioè lo shape Close Fit. Questa forma mantiene l’appoggio delle ossa ischiatiche ad una quota leggermente più elevata rispetto alla parte centrale, che in questo modo viene scaricata dalla pressione.

Inoltre, sui lati, si avvale del profilo Ergo Shape, modellato verso il basso per accompagnare il movimento della gamba, riducendo quindi il rischio di sfregamento all’interno coscia.

Un’altra caratteristica che la accomuna al precedente modello è la costruzione della struttura in modo indipendente, una tecnologia chiamata RLS. In pratica lo scafo e il rail (in carbonio UD, cioè unidirezionale) sono come moduli indipendenti, fissati tra loro tramite due viti. Questa costruzione modulare può rivelarsi molto utile nel caso di danneggiamento di una delle due parti, che possono così essere sostituite senza dover sacrificare tutta la sella. 

Nomad 3D
La Nomad 3D è presentata in un elegante bianco perlato che lascia intravedere la struttura in 3D
Nomad 3D
La Nomad 3D è presentata in un elegante bianco perlato che lascia intravedere la struttura in 3D

Dimensioni, peso e prezzo

La nuova sella Nomad 3D è presentata in un’unica taglia di 260 mm di lunghezza e 142 mm di larghezza.

Il peso, come caratteristica dell’azienda, è molto contenuto: solo 180 grammi. Il prezzo consigliato al pubblico nel sito di Repente è da top di gamma, 349 euro.

Selle Repente

Cadex AMP 3D, quando la sella diventa un plus

Cadex AMP 3D, quando la sella diventa un plus

25.10.2025
6 min
Salva

AMP 3D è la sella top di gamma di Cadex. E’ un prodotto hors categorie in senso assoluto, sicuramente per la tecnologia 3D a supporto differenziato che porta in dote, ma anche per tutto quello che concerne la qualità della seduta e del sostegno.

Uno dei grandi vantaggi di questa sella è proprio il sostegno che arriva dallo spoiler posteriore. E’ un punto di appoggio estremamente sfruttabile in diverse situazioni, quando si spinge a testa bassa e quando si è più rilassati: un design che permette di sfruttare a pieno il foro centrale. L’abbiamo provata ed ecco le nostre considerazioni.

Cadex AMP 3D, quando la sella diventa un plus
Dietro c’è tanto appoggio per i glutei
Cadex AMP 3D, quando la sella diventa un plus
Dietro c’è tanto appoggio per i glutei

La tecnologia 3D secondo Cadex

Il supporto, il sostegno e la compattezza della copertura 3D della sella Cadex AMP si posiziona nel mezzo, tra chi propone selle 3D morbide e quei brand che utilizzano la tecnologia 3D sviluppando coperture piuttosto dure. AMP e la sua cover 3D sono una sorta di compromesso: un risultato che arriva da un blend di fattori. La copertura 3D è un blocco unico, ma le zone offrono un supporto differenziato. La scocca è in carbonio, è rigidissima e non mostra nessuna flessione verso il basso ed ai lati. Anche quest’ultimo aspetto è tutt’altro che banale, assecondato dal carro (in carbonio) che “quasi” avvolge tutta la sezione posteriore e la punta.

I due rail non sono innestati nella scocca, ma utilizzano una sorta di base più ampia che incrementa notevolmente la rigidità e la stabilità della sella. Non ultima, la forma della AMP 3D, con l’abbondante rialzo nella zona posteriore, aiuta tantissimo nelle fasi di appoggio e di ricerca di un punto sul quale fare forza. Ad esempio in salita quando si spinge a tutta da seduti.

I dettagli da considerare

Cadex AMP 3D è una sella corta con i suoi 245 millimetri di lunghezza ed è larga 145. Come accennato in precedenza, la scocca e i due binari sono completamente in carbonio, mentre la copertura 3D è ottenuta tramite la tecnologia G3D con materiale EPU. E’ un elastomero a base poliuretanica e combinato al lattice, offre enormi vantaggi in fatto di resistenza e distribuzione delle vibrazioni, è parecchio flessibile ed è eco-friendly. Per la sua lavorazione non sono impiegati solventi, ugualmente le sue proprietà tecniche hanno notevole durata nel tempo.

L’utilizzo della tecnologia 3D per la sella Cadex (combinata alla forma della scocca) ha permesso inoltre di sfruttare al massimo il disegno di una sella corta che lascia tanta libertà al gesto della pedalata e non interferisce con la sezione interna della coscia. Questo concetto di design trova ulteriori conferme nella forma della sella stessa, con una sorta di stacco netto tra la sezione posteriore più larga ed accentuata, rispetto alle sezioni mediana e anteriore più stretta. Da sottolineare anche lo stack ridotto (41 millimetri) della sella, sicuramente tra i più bassi della categoria: dettaglio tecnico che porta anche ad un abbassamento (rispetto ad una sella con spessore standard) del reggisella. Il prezzo della Cadex AMP 3D è di quelli importanti, 369,99 euro, comunque in linea con la categoria.

Cadex AMP 3D, quando la sella diventa un plus
Come d’abitudine, punto anatomico in bolla o scaricato in basso di un paio di gradi
Cadex AMP 3D, quando la sella diventa un plus
Come d’abitudine, punto anatomico in bolla o scaricato in basso di un paio di gradi

Le nostre considerazioni

L’abbiamo provata (anche) sulla nuova Giant TCR SL. A nostro parere la Cadex AMP 3D è una sella che offre dei vantaggi non secondari. E’ un prodotto molto tecnico e si rivolge ad un pubblico agonista attento a far collimare i diversi fattori per una performance di qualità elevata che arriva anche dal massimo sfruttamento dei componenti.

AMP 3D può essere una sella molto comoda e sfruttabile se posizionata nel modo corretto e quando si è capaci di sfruttare il prodotto nella sua totalità, dal fronte verso il retro e viceversa. Non è una sella piatta che non pone limiti a spostamenti continui durante la pedalata, ma predilige una seduta piuttosto composta.

Dottor Jekyll e mister Hyde

Quando si ricerca la massima aerodinamica e un setting molto ribassato sul manubrio, la sezione mediana sostiene e non ingombra e l’ampio canale di scarico è un vantaggio. I contorni dello stesso canale sono imbottiti il giusto, la copertura 3D supporta a dovere, ma il vantaggio più grande arriva dalla scocca super rigida. Non flette verso il basso, non crea depressioni svantaggiose alla posizione e non fa quell’effetto rebound, talvolta fastidioso e controproducente.

Quando si ricerca un setting più alto, meno compresso verso l’avantreno e si tende a spostare il peso del corpo verso il retro, il disegno a spoiler della sella è un valore aggiunto di grande caratura. Anche in questo caso la rigidità e la compattezza della sella sono un vantaggio. Altro fattore relativo alla tecnica e compostezza della AMP 3D è lo stack, per una sella con un profilo assai ridotto che obbliga ad abbassare il reggisella, rispetto al montaggio/utilizzo di una sella tradizionale, per restare con il medesimo valore tra punto anatomico della sella e movimento centrale. Tendenzialmente siamo intorno ai 5 millimetri. I più sensibili ed attenti potrebbero percepire una maggiore stabilità e una facilità di appoggio di polsi e mani sul manubrio, a parità di valori biomeccanici.

Cadex

Rule Components, sinonimo di componenti di alta gamma

18.03.2025
4 min
Salva

Un’altra bella realtà italiana, le sede di Rule è a Frabosa Sottana in Provincia di Cuneo, che punta e spinge forte con prodotti di nuova concezione. Rule components è un marchio legato a filo diretto con Regolabikes.

Rule si concentra maggiormente sulla componentistica, cavalcando la filosofia dell’innovazione che è entrata a fare parte del DNA della bicicletta. Due i prodotti principali (ad oggi) della gamma Rule, la sella 3D ed il nastro manubrio, anche se è da sottolineare che il marchio ha un catalogo completo di componentistica.

Rule 3D Carbon

Si tratta di una sella corta di alta gamma, con la scocca ed i due tubolari in carbonio, con una cover 3D in un blocco unico (tre zone differenziate di supporto). In termini di numeri è lunga 246 millimetri e larga 145, mentre il valore dichiarato alla bilancia è di 156 grammi. Leggera, ma non estrema, indice di una robustezza della sella che si spinge verso un utilizzo piuttosto trasversale, tra road, triathlon e anche per le bici da cronometro. Si potrebbe inoltre azzardare un impiego gravel race, o comunque dove il fatto peso gioca un ruolo importante.

La copertura 3D è il cuore della sella. Oltre alla lavorazione del polimero, entrano in gioco anche i disegni e le asole aperte di quest’ultimo, fattori che nell’insieme permettono di adeguare la densità ed il supporto. Sulla punta ed al centro si ha una trama fitta, mentre ai lati e dietro gli intrecci di materiali lasciano zone di respiro più ampie. A questo si aggiunge l’ampio canale centrale di scarico. Il prezzo è molto competitivo, 299 euro di listino.

Nastro Rule Pro arricchito con EVA

Il nastro manubrio si ottiene con una combinazione tra poliuretano (PU) ed EVA, è molto resistente, facile da pulire ed una sorta di waterproof, dotato di un grip elevato. Il suo spessore di 3 millimetri lo fa rientrare in quella categoria di nastri manubrio dedicati a chi non vuole perdere il feeling con il manubrio, ma al tempo stesso richiede un minimo di comfort.

Ha un peso dichiarato di 29 grammi, è molto morbido ed è facile da montare sulla curva manubrio. E’ perfettamente adattabile alle varie forme. Molto belli i due tappi di chiusura, sono in materiale super resistente e hanno una piccola vite a brugola centrale per la chiusura. Il prezzo di listino è di 40 euro.

Rule supporta alcuni team, anche con compagine femminile (foto Rule)
Rule supporta alcuni team, anche con compagine femminile (foto Rule)

Tutto parte dalla passione

«Siamo i primi utilizzatori dei nostri prodotti – Racconta Nicola Percivaldi, socio fondatore di Rule Components-NDR – cercando di considerare le tendenze del mercato e osservando anche i competitors. Soprattutto per quanto concerne la sella, il processo per arrivare alla produzione effettiva è stato lungo, e ha visto una serie di prove a banco e sul campo.

«La 3D Carbon – conclude Percivaldi – ha un indirizzo marcatamente racing, che sotto molti aspetti è parte integrante del DNA di Rule Components. Non in ultimo il concetto che vuole contraddistinguere ogni prodotto di Rule, ovvero alta qualità e tecnologia, prezzi al di sotto della media della categoria».

Rulecomponents

Fizik Antares Adaptive: eleganza classica, comfort stampato in 3D

14.05.2024
4 min
Salva

Come forse molti di voi sapranno “fi’zi:k” è la trascrizione fonetica della parola “fisico”, riferito alla forma o allo stato del corpo umano. Non deve stupire quindi che l’azienda italiana (Fizik, appunto) fin dalla sua fondazione continui a focalizzare i propri sforzi sullo studio della fisiologia e dell’anatomia dei ciclisti, per realizzare prodotti all’avanguardia in termini di comodità, tecnologia e performance.

In quest’ottica è stata creata la collezione di selle stampate in 3D, l’Adaptive, che si è allargata ora con la nascita della nuova Antares Adaptive.

Questa scelta è probabilmente dovuta al fatto che il modello Antares è stato nel tempo tra i più apprezzati ed usati dai professionisti, usato in quasi tutti i Grandi Giri degli ultimi due decenni e tuttora scelto da corridori del Team Visma I Lease a Bike e Movistar Team.

La R1 ha scafo è in nylon rinforzato in carbonio con binari in carbonio
La R1 ha scafo è in nylon rinforzato in carbonio con binari in carbonio

La linea Adaptive

La linea Adaptive – riconoscibile dalla particolarissima costruzione a nido d’ape – ha segnato una rivoluzione nel comfort e nel supporto degli atleti. Si distingue appunto in prima istanza da una cosa: l’imbottitura stampata in 3D. Un’evoluzione che ha permesso a Fizik di sviluppare una nuova sella senza i vincoli o le limitazioni imposte dai metodi di produzione e dai materiali tradizionali.

Quest’imbottitura viene realizzata dagli esperti di Carbon® attraverso un processo noto come “Digital Light Synthesis” o “DLS”. Esso utilizza la proiezione digitale della luce ultravioletta, un’ottica permeabile all’ossigeno e resine liquide programmabili per stampare l’imbottitura della sella. Il risultato è un prodotto più resistente sia all’esposizione ai raggi UV e all’uso prolungato rispetto ad una sella di vecchia concezione.

Inoltre, attraverso questo processo di stampa, gli ingegneri Fizik sono in grado di ottimizzare il supporto della sella, incorporando diverse zone funzionali a seconda della necessità. Più solido dove è richiesta reattività, più morbido dove la riduzione della pressione è la priorità. Tutto questo ha portato ad una riduzione del 60% del picco della pressione attraverso una migliore distribuzione del peso.

Sia la R1 che la R3 (foto di apertura) hanno la copertura a nido d’ape stampata in RD
Sia la R1 che la R3 (foto di apertura) hanno la copertura a nido d’ape stampata in RD

Nuova tecnologia, stesso stile

Fizik è però famosa anche per lo stile minimal del suo design che l’ha resa anche un punto di riferimento per quanto riguarda lo stile. La nuova Antares Adaptive non fa eccezione, con il profilo “alare” basso progettato per consentire una sensazione di maggiore connessione e il massimo di efficienza nella pedalata e nel trasferimento della potenza.

Nella versione R1 lo scafo è in nylon rinforzato in carbonio con binari in carbonio, mentre nell’R3 i binari sono in Kium.

Peso e prezzo

Entrambe le versioni sono disponibili in due differenti larghezze, da 140 o da 150 mm, e il loro peso è davvero interessante. Prendendo in considerazione il modello da 140 mm, Antares Adaptive R1 pesa 180 grammi, mentre R2 220 grammi. Il prezzo è in linea con la qualità proposta da Fizik: rispettivamente 299 e 259 euro.

Fizik

Watt 3D, la prima sella da triathlon stampata in 3D

04.11.2023
3 min
Salva

Prosegue la ricerca di Selle Italia nell’ambito dei prodotti con cover stampata: ecco la nuova Watt 3D, la prima sella per il triathlon in 3D. Questo nuovo modello presenta la stessa forma della Watt già in collezione caratterizzate dal design aerodinamico che consente di mantenere una posizione di pedalata precisa ed efficiente anche per i 180 chilometri della frazione ciclistica di un triathlon. Scopriamo le innovazioni e i benefici di questa tecnologia, ormai asso nella manica del brand trevigiano. 

La tecnologia Superflow riduce i disturbi fisici causati da una prolungata pressione sulla zona perineale
La tecnologia Superflow riduce i disturbi fisici causati da una prolungata pressione sulla zona perineale

Il terzo successo

Dopo i successi di SLR Boost 3D presentata lo scorso anno e il lancio di Novus Boost Evo 3D, la nuova Watt 3D conserva la stessa forma di successo della versione precedente, ma con la copertina in 3D sviluppata con tecnologia Carbon DLS. Questa tecnologia ha permesso la realizzazione di zone di cushioning differenziato, create in base alla zona di contatto delle ossa ischiatiche sulla sella.

Questo perché la posizione che si tiene su una bici da triathlon impone l’utilizzo di un’attrezzatura specifica che consenta da una parte la massima espressione di performance, ma dall’altra anche il miglior comfort, visto che la frazione ciclistica può durare anche molte ore. Il pattern proprietario, quello utilizzato per Watt 3D è diverso da quello utilizzato per SLR Boost 3D e da quello per Novus Boost Evo 3D, perché differente è l’applicazione d’uso.

Due versioni

Prestazioni elevate in sinergia con un design unico declinato in due versioni. Dotata di inserto anti-slittamento per garantire il posizionamento fisso sulla sella, Watt 3D è disponibile con telaio in carbonio per la ricerca della massima performance. Oppure c’è anche con telaio in TI316, di resistenza e durata aumentate fino al 25% e peso ridotto del 15% rispetto ai telai tradizionali, con diametro 7 millimetri. 

Entrambe le selle hanno un foro centrale Superflow, che riduce la pressione nella zona perineale. Entrambe sono disponibili in un’unica taglia U3 idmatch. Le misure sono di 255 millimetri in lunghezza e 133 in larghezza. Il peso si attesta in 222 grammi per la versione in carbonio e di 256 grammi per quella in TI316. Il prezzo consigliato al pubblico per la Watt 3D con rail in carbonio è di 399,90 euro mentre per quella con rail in TI316 è di 319,90 euro. 

SelleItalia

La tecnologia 3D di Selle Italia: parola a tecnico e corridore

26.07.2023
6 min
Salva

La frontiera delle selle 3D sta avanzando velocemente e Selle Italia non poteva essere da meno. L’azienda veneta giusto qualche settimana fa in quel di Eurobike ci aveva mostrato i suoi gioielli con le caratteristiche 3D, stavolta andiamo più a fondo e lo facciamo con Enrico Andreola, product manager di Selle Italia, e Valerio Conti, il quale utilizza questa tipologia di sella.

Viaggio 3D

Enrico, come nasce dunque una sella Selle Italia 3D? Qual è il suo processo costruttivo?

La parte che richiede più tempo è quella della creazione della seduta, appunto la parte morbida, l’imbottitura. La capacità produttiva è ancora bassa, parliamo di tre imbottiture l’ora. Ma il mercato ci sta premiando e quindi stiamo implementando tale produzione. Poi ci sono altre fasi.

Quali?

Segue una sorta di post-processo dell’imbottitura che mira ad eliminare gli eccessi di resine. Successivamente si va avanti con la cottura in forno per stabilizzarne il materiale. E’ una cottura particolare, ai raggi UV, che fa sì che l’imbottitura diventi come la vediamo, altrimenti resterebbe “pastosa”. Per dare un’idea: se la si toccasse prima della cottura vi resterebbero le impronte digitali.

C’è poi l’assemblaggio…

E qui c’è il grande knowhow di Selle Italia, il nostro vero merito, ciò che ci differenzia per le selle 3D da tutti gli altri brand. Realizzare una sella 3D può essere molto facile se questa ha uno scafo piatto e la sua imbottitura è piatta, ma nel caso della Slr, il nostro cavallo di battaglia, ai lati ci sono parecchie incurvature. Ebbene, seguiamo anche quelle con l’imbottitura 3D. Ma noi, ed era un nostro dogma dettato dal Dna agonistico di Selle Italia, volevamo riprodurre la Slr: la sella da gara per eccellenza. Fatto questo il resto dell’assemblaggio di scafo e carrello è molto più tradizionale, ma sempre rispettando elevati standard di qualità produttiva.

Cosa vi chiedono i pro’? Voi supportate molte squadre…

Va fatta una premessa. Noi abbiamo presentato queste selle un anno fa ad Eurobike. Ne è seguita una pausa fisiologica prima di entrare in produzione. Nel frattempo alcuni atleti le provavano, specie nei training camp a Livigno. Abbiamo consegnato qualche decina di selle a dicembre, nei ritiri. Ma in quel momento molte “messe in sella” erano già fatte. Per farla breve, avevano queste selle 3D circa due atleti per team. Però i loro feedback sono stati subito positivi. Abbiamo relazioni molto strette con la Cofidis, la Tudor, la Alpecin e anche con la Corratec. Ora la stanno utilizzando Konyshev e Conti. Per il prossimo anno però saremo in grado di dare forniture molto più ampie a tutti i team.

La Watt 3D (non ancora in vendita) è la nuova sella per il triathlon e per la crono
La Watt 3D (non ancora in vendita) è la nuova sella per il triathlon e per la crono
Al Tour, proprio in Cofidis, ci hanno detto che questa sella è particolarmente apprezzata dalle donne: è così?

E’ vero e non è qualcosa che abbiamo fatto appositamente per le ragazze, ma tant’è. In particolare il gruppo delle donne di Cofidis lavora bene, con loro scambiamo dei feedback importanti. Sia con Slr che Novus siamo andati oltre le nostre aspettative per risolvere i tipici fastidi al soprassella, sia per lui che per lei.

Cosa vi chiedono gli atleti? Magari più leggerezza, più rigidità in punta (o meno)…

I loro feedback sono molto importanti per realizzare i tuning di rigidità delle imbottiture: il morbido-rigido dove serve, per capirci… Tendenzialmente loro vogliono selle rigide. Okay il comfort, ma alla fine visti i watt che scaricano e i chilometri che percorrono vogliono una sella che sia stabile e racing. Giusto ieri un corridore della Tudor, che già utilizzava una sella 3D ma di un altro marchio, mi ha detto: «Finalmente un sella 3D con un target da corsa». Spesso infatti queste selle sono morbide. Ma torno al discorso di prima, del riuscire a replicare la Slr. Va detto però che i tuning di rigidità dei pro’ sono un po’ diversi da quelli del mercato. Questi ultimi sono un po’ morbidi.

State anche lanciando la sella da crono…

Sì, la Watt. L’abbiamo presentata ad Eurobike. Sarà in consegna ad ottobre. Per lo sviluppo di questa sella ci siamo rivolti parecchio al grande triatleta Patrick Lange, ma anche ai ragazzi della Corratec, soprattutto da quando siamo subentrati come sponsor. E’ una sella diversa, molto più lavorata e sostenuta in punta, viste le grandi rotazioni del bacino che comportano certe posizioni. Con Novus abbiamo introdotto un nuovo reticolo dell’imbottitura, che ricordo noi disegniamo in casa: questo doppio reticolo morbido-duro ci consente di differenziare parecchio il tuning di rigidità nei vari punti della sella stessa.

La sella SLR 3D sulla bici di Valerio Conti (foto Instagram)
La sella SLR 3D sulla bici di Valerio Conti (foto Instagram)

Parola al corridore

E a seguire le parole di Andreola ecco quelle di uno dei corridori che lo stesso Andreola ha citato: Valerio Conti, in forza alla Corratec-Selle Italia, che non ha pensato troppo a montarla sulla sua bici. Ai ragazzi del team italiano hanno proposto queste selle e il laziale dopo averla testata non l’ha più tolta.

«Ho scelto questa sella – spiega Conti – un po’ prima del mio infortunio a maggio. A dire il vero non l’ho ancora utilizzata tantissimo in corsa, perché poi è lì che davvero la si mette sotto torchio, ma le sensazioni sono state subito ottimali.

«Io venivo da una classica Selle Italia Slr con la quale, ci tengo a dire, già mi trovavo bene e quella 3D che sto utilizzando adesso ha praticamente la stessa forma (riprendendo quanto detto da Andreola, ndr). Sostanzialmente è più morbida, si adatta perfettamente alle ossa ischiatiche e questo tende a dipanare la pressione in modo migliore. Non si hanno dei punti in cui preme di più».

Conti ha esaltato le qualità della tecnologia 3D quando si è a tutta in pianura
Conti ha esaltato le qualità della tecnologia 3D quando si è a tutta in pianura

Più stabili

Conti poi insiste molto su un aspetto che non ci aspettavamo, vale a dire sul movimento antero-posteriore.

«Questo “tessuto” superficiale, ammesso si possa chiamare così, fa sì che si sia più stabili sulla sella, che si scivoli di meno. C’è più grip. Si spinge un po’ di più in salita, ma soprattutto in pianura, quando si deve spingere forte, non si finisce in avanti e si mantiene pertanto un assetto più stabile».

Sempre in merito ai feedback, sia uomini che donne, esaltano la comodità e il non affaticamento del soprassella dopo tante ore, anche col caldo estremo di questi giorni. Un aspetto che è emerso anche in casa Selle Italia nella realizzazione della Watt. Se i pro’ infatti ci passano giusto il tempo di una gara contro il cronometro (al netto degli allenamenti), per i triatleti il discorso è ben diverso.