Il 2020 di Andrea Garosio sarà senza dubbio indimenticabile, sia per aspetti non troppo divertenti, sia perché è andato a convivere con la sua fidanzata, Arianna. Il corridore lombardo era arrivato alla Vinzi Zabù Ktm dalla Bahrain Merida. Nonostante fosse passato da una WorldTour ad una Professional le motivazioni non gli mancavano. Anzi, per certi aspetti erano anche più grandi.
Covid e convivenza
Subito le prime corse in Argentina e poi in Europa al Laigueglia, ma poi…
«Poi però è arrivato il covid. Tutti dentro casa. Il giorno in cui è iniziato il lockdown era il mio primo giorno di convivenza. Incredibile». In poche parole Andrea ha fatto un “0-100” in 24 ore! Una storia al limite del tragicomico. E certamente non è stato facile. Però lo stesso Garosio ammette che l’essere andato via dalla casa dei suoi lo ha fatto maturare.
«Ci siamo ritrovati subito chiusi in casa. Inoltre Arianna essendo di Treviso non è mai uscita neanche per la spesa, in quanto se l’avessero fermata l’avrebbero rispedita in Veneto. Così uscivo io, oppure ci portava la spesa mio padre, perché poi anche io ho preso il covid. Sono stato male ma per fortuna non ho avuto problemi respiratori. Quando poi tutto è finito non ho potuto neanche raggiungere gli altri in ritiro in altura. La procedura era lunghissima per me. Ho fatto solo un miniraduno con la squadra in Toscana e poi sono iniziate le corse».
Il sogno rosa
Lo scalatore ha avuto più difficoltà di molti colleghi a ripartire. Il covid magari per chi è forte e giovane non è rischioso, ma certo non va d’accordo con lo sport ad alti livelli. Anche Ciccone come abbiamo visto ha avuto i suoi bei problemi.
«Non stavo bene alla ripresa delle corse, poi però da metà agosto in poi ho iniziato a stare sempre meglio. La svolta c’è stata al Giro dell’Emilia (foto in apertura, ndr). Stavo sempre meglio e mi andava bene questa crescita graduale, perché nella mia testa c’era il Giro. Scinto e Citracca mi avevano detto che probabilmente ci sarei stato. Poi però alla Coppi e Bartali sono caduto. Mi sono rotto una spalla. Però l’ho finita, nonostante il dolore, proprio perché avevo una buona gamba. Il fatto è che non ho saputo subito della frattura, ci è servita una risonanza, dalla lastra non si vedeva. Era un osso interno, che collega braccio, spalla e collo. Alla fine anche se sapevano che sarei andato via, credo mi avrebbero portato al Giro. Con Lorenzo Rota hanno fatto così.
«Quei giorni prima del Giro sono stati duri. Erano belle giornate e mi veniva voglia di uscire. Così un giorno insieme alla mia “morosa” ho preso l’ebike e siamo andati a fare un giro sul lago Iseo, a Montisola. Ho provato ad alzarmi sui pedali ma sentivo dolore. Alla fine quando il Giro è partito è andata meglio. A quel punto mi sono messo l’anima in pace. Ormai è andata, mi sono detto». Sotto sotto, nonostante la frattura Garosio non aveva perso del tutto la speranza.
Nuove sfide
Tramite i suoi procuratori, i Carera, Garosio ha trovato posto alla Bardiani Csf. Il suo contratto con la Vini Zabù era in scadenza e la stessa Bardiani aveva mostrato interesse nei suoi confronti.
«Ammetto che all’inizio ero un po’ titubante. In fin dei conti alla Vini Zabù mi trovavo bene e correvo sempre. Poi però ho firmato e va bene, sono contento.
«Sì, la Bardiani si è rinforzata parecchio e non me l’aspettavo. Ci faremo notare e immagino ci sarà una sana competizione per aggiudicarci un posto alle corse. Ci sono Visconti, Battaglin, Rivera. E molti che conosco: Carboni, Gaburro, Tonelli con cui mi alleno quasi sempre… La mia idea è che essendomi fermato prima degli altri, sono un po’ più avanti con la preparazione e quindi vorrei partire già forte. Poi mollare un po’ ed essere in forma per aprile-maggio quando ci sarà il Tour of the Alps e il Giro d’Italia. La mia idea è di dare caccia alle corse singole o alle tappe».
Occhio a Hirschi
Stando a casa, nel clou della stagione, Garosio si è potuto fare ancora meglio un’idea dei suoi colleghi. Un conto è stare in corsa, un conto è vederli da fuori… ma con l’occhio di chi solitamente fa parte di quel gruppo.
«Chi esce forte da questa stagione? Beh, Masnada e Ballerini sono due corridori che hanno fatto vedere belle cose: alte prestazioni e costanza di rendimento. E anche Ulissi, alla fine lui c’è sempre. E’ stato un anno particolare nel quale i vecchietti hanno patito un po’ e i Pogacar e gli Evenepoel ne hanno approfittato. Però adesso bisogna vedere come riprenderanno, anche mentalmente, se si confermeranno. Vale anche per Bernal. A sensazione Hirschi, che fa parte di coloro che escono forte da questa stagione, non avrà grossi problemi a riconfermarsi. Bernal ritornerà, ma non so se riuscirà a rivincere subito il Tour. Lui e Pogacar hanno altre pressioni adesso. Geoghegan Hart invece lo vedo meglio: in quella squadra ha tutto quel che gli serve, è gestito bene e poi è forte. Lo ricordo l’anno scorso al Giro. Era caduto. Era messo davvero male però è andato avanti parecchio».