EDITORIALE / Quanto ci costa la rincorsa al Tour?

15.11.2021
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Bernaudeau avrebbe parlato allo stesso modo se non fosse francese? Le parole del nuovo manager di Sagan sono piaciute e hanno un grande fondamento, ma hanno alle spalle la consapevolezza che, pur non essendo una squadra WorldTour, la TotalEnergies parteciperà al Tour de France. In questo ciclismo plutocratico, si tratta di un vantaggio impossibile da quantificare.

«Non chiederei mai ai miei sponsor di comprare una licenza – ha detto – va guadagnata. Non facciamo compravendite, diamo emozioni. Non mi indigno perché Pogacar guadagnerà 36 milioni di euro nei prossimi sei anni, ma mi chiedo se qualcuno pensi che il futuro del ciclismo sia negli Emirati e non piuttosto sulle strade d’Europa».

Bella forza, verrebbe da dire. Ma in piccolo è quanto accade in Italia con le squadre che a vario titolo sono sicure di partecipare al Giro e buona pace di chi deve sudarselo o investire per sperare di accedervi.

Il Tour per la Jumbo Visma è un’ossessione: correrà con Roglic, Dumoulin, Van Aert e Kruijswijk
Il Tour per la Jumbo Visma è un’ossessione: correrà con Roglic, Dumoulin, Van Aert e Kruijswijk

La profezia di Rozzi

E’ un rimescolarsi di pensieri, in cui si infilano anche le parole di Guardini sull’opportunità di inserire un tetto al budget delle squadre. Così a un certo punto vengono a galla gli scontri al Processo del Lunedì fra Costantino Rozzi, vulcanico presidente dell’Ascoli, e Adriano Galliani che a sua volta guidava il Milan delle meraviglie e dei miliardi.

«Se si continua così – disse un giorno Rozzi durante il programma di Aldo Biscardi – il calcio farà una brutta fine. Fra dieci o vent’anni, sarà impossibile mantenere le società in Serie A o B. Solo poche società potranno concedersi questo lusso, quelle più ricche. Gli stipendi di allenatori e calciatori sono troppo alti e i costi di gestione ancora di più. Dobbiamo darci tutti una regolata, a cominciare dai grandi club».

Costantino Rozzi, presidente dell’Ascoli Calcio (scomparso nel 1994), previde la crisi del sistema calcio
Costantino Rozzi, presidente dell’Ascoli Calcio (scomparso nel 1994), previde la crisi del sistema calcio

«Non è colpa nostra – gli rispose Galliani con tono quasi sprezzante – se l’Ascoli o altre società non hanno la possibilità di sostenere certe spese. Chi non ha la possibilità di giocare in Serie A, vada in B o in un’altra categoria inferiore».

«Hai ragione – reagì Rozzi con sarcasmo – così senza squadre come l’Ascoli, potrete finalmente disputare un campionato fra di voi, con sei o sette squadre».

L’Uci e il Far West

Mentre le grandi squadre di calcio affogano nei debiti e la Uefa ha imposto il Fairplay Finanziario, nel ciclismo si continua come nel Far West, senza che l’Uci pensi di metterci mano. Chi più ha, più spende. E gli altri in fondo è come se non ci fossero.

La Ineos punterà tutto sul Tour, con Thomas, Bernal e Carapaz
La Ineos punterà tutto sul Tour, con Thomas, Bernal e Carapaz

Mauro Vegni si diverte a provocare i big affinché raccolgano la sfida del Giro, ma è palese che il centro degli affari sia in Francia. Sul Tour convergeranno nuovamente i grandi campioni di Uae Team Emirates, Ineos Grenadiers e Jumbo Visma: i tre colossi dal budget esagerato che hanno fatto il pieno di grandi atleti da convertire in gregari. Gli altri faranno quello che possono.

Il Giro intanto prova a raccontare il campo dei suoi partenti in modo che il divario sembri meno netto. E noi siamo con loro, perché tante volte è stato meglio un Giro con tanti attori sullo stesso livello, rispetto a edizioni schiacciate da mattatori incontrastabili.

Il Tour non ha rinunciato alla solita sontuosa presentazione
Il Tour non ha rinunciato alla solita sontuosa presentazione

Presentazione a tappe

Solo facciamo fatica a capire perché da queste parti nel nome di innovazioni di marketing a misura di social, si sia deciso di miniaturizzare quel che avremmo dovuto raccontare come una storia epica e dai contorni monumentali. Perché quella presentazione frammentata in quattro comunicati? Dite che il Tour, che quanto a marketing e condivisioni social ha poco da imparare, avrebbe rinunciato al vernissage, ai campioni e all’enfasi della sua presentazione?

Il Tour sa che ci sono momenti da celebrare con la fanfara. Forse perché anche loro si rendono conto che quanto a spettacolo, passione e tensione agonistica, il Giro è molto più forte. Peccato che noi non l’abbiamo ancora capito…