Alla partenza della tappa di ieri, a Tavernes de la Valldigna, Elisa Balsamo si è avvicinata all’ammiraglia della Valcar-Travel&Service. Per la campionessa del mondo era la prima corsa di stagione, la prima con la maglia della Trek-Segafredo. L’ultima volta con un numero sulla schiena, al Women’s Tour, la piemontese aveva ugualmente l’iride ma sul petto le insegne di sempre. E aveva vinto.
«E’ stato l’incontro fra vecchi amici – commenta Davide Arzeni – ieri hanno vinto due miei amici. Elisa e Covi. Sono contento per lei, vincerà dalle 10 alle 20 corse quest’anno. E’ venuta a salutare tutta la squadra, poi è andata in corsa e ha vinto. Sapevo che sarebbe venuta fuori una tappa così, è la quarta volta che la ripropongono. Sulla salita hanno scollinato Cavalli, Van Vleuten e Mavi Garcia, poi il gruppo è tornato sotto. Noi siamo stati un po’ distratti, ma ci stiamo preparando per il Belgio».
Da Elisa a Elisa
Elisa Balsamo ha vinto con la maglia iridata e il marchio della Trek-Segafredo dopo tutta la vita vestita di Valcar. A lanciarla verso il successo è stata l’altra Elisa, Longo Borghini, la stessa che a Leuven la prese per mano e la lanciò nella volata che valse il titolo mondiale.
«Firmare con Trek-Segafredo – racconta la campionessa del mondo – non è stata una decisione a scatola chiusa. Quando Luca Guercilena mi ha contattato in primavera, ho chiesto a Elisa Longo Borghini, con la quale ho una profonda amicizia e un rapporto di stima, di raccontarmi le sue sensazioni sulla squadra. Le sue parole hanno rispecchiato le mie aspettative e lo stesso è successo parlando con Giorgia Bronzini, allora tecnico del Team. E’ stata una scelta ponderata, perché avevo altre proposte, ma anche la migliore che potessi fare.
«Iniziare così bene è una spinta di fiducia, il modo migliore per fare il mio debutto, ma le mie prospettive sono ancora invariate. Devo tenere i piedi ben saldi per terra, siamo solo all’inizio e devo guardare avanti. Quello che va sottolineato e forse la cosa più importante, è il feeling che ho già con la squadra. L’immediatezza con cui sono stati creati determinati meccanismi e chimica è più che positiva».
La Valcar al Nord
Quando gli chiediamo che effetto gli abbia fatto vederla vincere a quel modo, Arzeni chiede la domanda di riserva. Abbiamo già parlato tanto con lui della Valcar-Travel&Service dopo la partenza di tante ragazze e a questo si aggrappa per lanciare la sfida alla pupilla di ieri.
«Proveremo a darle fastidio – dice – su percorsi più veloci o su quelli del Nord. Siamo tutti qua in Spagna. In un appartamento ci sono le ragazze che stanno correndo, nell’altro il gruppo Nord. Sono qua con Consonni, Sanguineti, Carbonari, Gasparrini. Oggi non potevamo competere con le scalatrici, ma in qualche gara si accorgeranno di noi. Partiremo per le prime corse fiamminghe la prossima settimana».
Classiche iridate
L’aria del Nord risveglia anche l’interesse di Elisa Balsamo e viene da sorridere pensando a quando lo scorso anno piombammo nel loro ritiro e trovammo tutto il team in quella villa sperduta tra i campi, con la futura iridata che studiava per l’esame successivo.
«Andrò a Nord – dice – ed è il calendario dei miei sogni. Tra me e quelle pietre c’è una specie di amore e odio. Non vedo l’ora di correre in Belgio, ma appena sento la durezza del selciato, nel mio cuore mi chiedo chi me lo abbia fatto fare. Quello che mi fanno provare queste Classiche è comunque impareggiabile. L’adrenalina che provo davanti a un settore di pavé, la tensione che sento nel gruppo nei momenti chiave. La Roubaix è un’altra cosa. Ho ancora difficoltà a capire se fa per me. Di sicuro è una classica epica e affascinante. L’arrivo al velodromo, per una pistard come me, è un finale da sogno».
Giro, Tour e laurea
Elisa punta in alto. La laurea è ad un passo e ci aggiungerebbe volentieri un master, una tappa al Giro e una al Tour.
«Mi piace pianificare le mie giornate e i miei impegni – dice – mi fa sentire più serena nell’affrontare eventuali imprevisti. In questa squadra siamo circondati da così tanti esperti che non dobbiamo pensare ad altro che a correre per vincere. Sento di essere nelle condizioni ideali per raggiungere i miei obiettivi.
«Mi mancano due esami alla laurea. Se tutto va bene, entro l’inizio dell’estate potrei laurearmi e poi potrei pensare di iscrivermi a un master. E’ una passione cui non voglio rinunciare. E poi studiare è un buon modo per distogliere la mente dal ciclismo, una forma di decompressione. In questa fase della mia vita, il ciclismo è la priorità, il mio più grande impegno, ma penso che sia importante anche avere una prospettiva a lungo termine».
La stessa fiducia
Arzeni resta zitto. Conosce esattamente il valore della ragazza e standole ancora vicino con i suoi consigli, non si è stupito certo delle sue prestazioni.
Quando una collaborazione ha radici così profonde e quando insieme si sono superati anche momenti drammatici come il post Tokyo, non sarà certo un cambio di maglia a modificare la fiducia.