Attacco a 600 watt e tanti saluti. Van der Poel e la sua Roubaix

12.04.2024
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Un po’ quello che ha raccontato Filippo Lorenzon di ritorno da Roubaix e prima ancora dal Fiandre. Un po’ quello che hanno detto gli altri corridori. Aggiungi la resa di un indomabile come Mads Pedersen e poi le parole sbalorditive di Pasqualon sulla differenza palpabile fra il campione del mondo e i corridori normali. Metti tutto insieme e poi fatti la domanda: quanto è forte questo Van der Poel? 

Abbiamo deciso di aggiungere una voce al coro: quella di un preparatore, con cui lo scambio di messaggi in merito alla vittoria nella Parigi-Roubaix non lasciava spazio a dubbi: «La perfezione! Ieri gli guardavo le mani su quel pavè. Sembrano delle “pinze”, non molla mail la presa. Poteva partire a -80 e non cambiava niente».

Le mani stringono il manubrio e appena un dito sui freni: sembra pedali su asfalto
Le mani stringono il manubrio e appena un dito sui freni: sembra pedali su asfalto

Lui è Pino Toni, toscano, allenatore di lungo corso. Uno che lo sponsor Alpecin l’ha visto andar via in cerca di nuovi lidi alla fine del 2017 quando lavorava alla Katusha. Era lampante che il marchio tedesco cercasse qualcuno più qualificato di Zakarin e Kristoff, anche se quando nel 2020 nacque la Alpecin-Fenix (poi Alpecin-Deceuninck) con i fratelli Van der Poel, Merlier, Modolo e Sbaragli, pochi avrebbero immaginato il resto della storia.

Cosa vogliamo dire di questo Van der Poel?

Che è bello da morire in bicicletta. Poi con quella maglia lì, tutto bianco…

Guardando le foto, colpisce per la sua fisicità.

Questo va nella direzione del momento: sono molto più atleti di una volta. Il modello di ciclista è completamente cambiato. E’ importante avere generalmente un VO2 Max altissimo, però l’attenzione si è indirizzata verso le massime potenze sostenibili, quindi ai volumi lattacidi prodotti. Con la nuova alimentazione io mi posso caricare di muscoli e farli lavorare anche se apparentemente non servono per la pedalata. I corridori di prima avevano il tronco definito e ridotto al minimo. Ora questo problema viene meno, perché puoi ingerire 120 grammi di carburanti ogni ora, mentre prima eri legato ai gel e alle barrette. Atleti come Van der Poel, Van Aert, ma anche lo stesso Pogacar, hanno una struttura fisica più importante. Pogacar che vince il Tour non è finito come il Nibali del 2014.

Era magrissimo…

Una volta diventavano brutti. Un preparatore diceva ai suoi corridori che erano pronti ad andare forte perché erano diventati brutti. Diventavano scheletrici per fare la differenza, perché alla fine consumavano meno degli altri e in finale ne avevano di più. Ora questo problema non c’è, ora apri il gas dall’inizio alla fine e poi arrivi in fondo, anche con motori che consumano molto.

Quello che colpisce di Van der Poel è il senso di potenza della parte superiore del corpo
Quello che colpisce di Van der Poel è il senso di potenza della parte superiore del corpo
Non servono più i diesel potenti?

Proprio lì volevo arrivare. Una volta vincevi col diesel, col tuo Volvo 740. Il serbatoio era per tutti di 50 litri e chiaramente quelli col Porsche a un certo punto finivano alla benzina. Ora partono forte e vanno sempre più forte per tutta la corsa. Succede ormai per la totalità dei corridori, mentre sopra la media ce ne sono pochi con delle potenzialità completamente diverse che fanno la differenza anche come tattica di corsa. Non li freghi, perché possono andare forte dall’inizio alla fine.

Come dire che la volta che Van der Poel ha vinto a Casteldifardo alla Tirreno, arrivando completamente svuotato, gli ha insegnato a collegare i puntini nel modo giusto e adesso non lo fermi più?

Esatto, non lo fermi più. Ha aggiustato veramente tutti i tiri. Ha capito che se sbaglia qualcosa, rischia di non arrivare. Le più grandi scoperte del ciclismo degli ultimi vent’anni sono il misuratore di potenza, i test di valutazione per vedere quanto consumi e la possibilità di integrare fino a 120 grammi l’ora. Basta: finito! Queste sono le più grandi scoperte del ciclismo. In più, a suo favore, aggiungete che sa guidare la bici in modo pazzesco…

Un altro tassello per il mosaico perfetto?

Oh, Dio bono: viene dalla mountain bike e dal ciclocross! Questo significa anche ottimizzare l’utilizzo delle energie, perché uno che sta così bene in bicicletta, che non sbaglia una traiettoria, non ha stress neppure se il percorso è insidioso. Ha il colpo d’occhio di quando scendi a 40-50 all’ora fra le radici e in un attimo devi scegliere la linea. Come il primo Sagan: ve lo ricordate Peter che montava sulle biciclette degli altri?

Ormai una borraccia contiene fino a 90 grammi di carboidrati: l’importante è avere il serbatoio pieno
Ormai una borraccia contiene fino a 90 grammi di carboidrati: l’importante è avere il serbatoio pieno
Quindi non è solo avere grande motore, ma averlo inserito nel giusto contesto?

Un grande motore che deve funzionare per 4 ore e mezzo, perché ora vanno a tutta per quel tempo lì. Per questo ho detto che poteva partire a 80 chilometri dall’arrivo e non cambiava niente. Uno così non finisce la benzina. Sa che da solo a 400 watt consuma 110-120 grammi di carboidrati e riesce a buttarli dentro. Secondo me ha anche più watt medi, perché quando è partito ha sicuramente dato di più e magari avrà pure intaccato la riserva. Ma uno che è alto 1,85 e pesa 75 chilli avrà addosso 500-600 grammi di glicogeno. Quindi prima di avere il senso della crisi può intaccare la riserva fino alla metà.

Stiamo parlando del moto perpetuo oppure esiste una fine?

Ha di certo la soglia sopra i 450 watt. E quando parte può fare 5 minuti a 600 watt. I suoi 5 minuti fanno impressione, la sua capacità di spinta ti mette in difficoltà. Però bisogna pensare che se vai a soglia, consumi 250 grammi di glicogeno ogni ora, quindi sai che in tutta la corsa ci puoi andare per un’ora, non di più.

Insomma, se è solo e lo lasci andare del suo passo, non lo vedi più…

Esatto, quando è da solo e gli altri non si avvicinano, come si dice da noi in Toscana: è cotto il riso! Nel senso che sai già come va a finire, perché questo si mette al suo regime e sa che arriva in fondo anche se ha da fare 60 chilometri. Purtroppo in certi casi, speriamo che nessuno si arrabbi, diventa anche un pochino noioso. E’ come Verstappen che è davanti nel Gran Premio di Formula Uno e si gestisce e non deve fare nemmeno una curva rischiando di mettersi di traverso. E con Van der Poel è uguale. Fa il suo scatto, poi gestisce il vantaggio. Basta: finito!

Nella fase di attacco, la potenza scaricata sui pedali secondo Toni potrebbe essere arrivata a 600 watt
Nella fase di attacco, la potenza scaricata sui pedali secondo Toni potrebbe essere arrivata a 600 watt
Secondo te in questo quadro perché il ciclocross gli è così prezioso?

Gli è servito tantissimo per abituarsi a lavorare e a sfruttare l’acido lattico come energia, quello che ora viene chiamato il volume lattacido massimo. Queste grandi esplosioni di lavoro massimale le ha allenate nel ciclocross e nella mountain bike ed è difficile farlo diversamente. Come glielo dici a uno di fare un’ora fuori soglia? Devi trovare anche le motivazioni.

A inizio anno ha dichiarato che d’ora in avanti potrebbe non fare più inverni con tanto ciclocross.

Ma ormai quel background a livello fisiologico se l’è creato. Ora basta che lo alleni con le menate che fa e poi chiaramente il suo allenatore saprà come farglielo mantenere. Ormai quasi tutti i corridori fanno 45 minuti-un’ora a blocco, magari anche quando sono in altura. Oppure spezzano l’allenamento e fanno quello corto a tutto gas, perché questo è quello che ti richiede adesso il modello gara.

Dici che ha dovuto allenarsi per mangiare 120 grammi di carboidrati per ora?

La tecnologia è altissima. Ci sono delle borracce in cui puoi addirittura mischiare la parte dei sali con la parte dell’energia. Non cambia l’osmosi, quindi non ti dà noia all’intestino. Parliamo di borracce da 90 grammi l’ora: ne prendi una, aggiungi un gel e sei a posto. Chiaramente lo devi provare e soprattutto lo devi provare quando cambiano le temperature, perché devi fare attenzione. Se sei disidratato, infatti, e butti dentro tutti quei carboidrati, puoi avere problemi. Ma ci sono 4-5 aziende che anche con due gel riescono a buttare dentro da 80-90 grammi, però devi stare bene. 

In curva sul pavé con traiettorie perfette, il busto ruotato verso l’interno e la spalla verso il basso: atteggiamento da biker
In curva sul pavé con traiettorie perfette, il busto ruotato verso l’interno e la spalla verso il basso: atteggiamento da biker
Si è detto che nel finale del Fiandre potrebbe aver utilizzato dei chetoni.

Nelle corse a tappe, li utilizzano in tanti. I chetoni ti servono soprattutto nei momenti un po’ morti, quando durante una tappa di transizione allenti un pochino e stai nel gruppo. Quando vai ad andature sub massimali e non sei a tutta, può convenirti ridurre tutta quella quantità di carboidrati. Semmai torni a prenderli soltanto nel finale e allora magari cerchi qualcosa di pronto subito, ad esempio prodotti che contengono beta-alanina oppure caffeina. Il chetone ti aiuta se non vai sempre fortissimo, ma se vai a tutta non ha senso. Magari vanno bene per il recupero o quando sei sotto il medio, ma durante la corsa ti serve a poco.

Infine c’è l’aspetto mentale…

Sicuramente ha delle motivazioni molto forti e sa crearsele. Penso al ricordo di suo nonno e anche al fatto che su quello che fa lui ci campano 70 persone. E questo secondo me qualche stimolo glielo dà. Insomma, se ha attorno altra gente come lui, magari gli tocca far fatica. Ma quando è da solo, tanto vale mettersi comodi e prepararsi a battergli le mani.