Tra Ganna e Van Aert s’infila Pogacar, ma vince Lampaert

01.07.2022
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Quando non è Filippo Ganna è qualcun altro a battere Wout Van Aert! La faccia del campione della Jumbo-Visma che deve lasciare la “hot seat”, la sedia del leader, parla da sola. Il suo connazionale Yves Lampaert lo ha battuto. E lo ha battuto anche bene. 

In Formula 1 le qualifiche ormai avvengono nello stesso momento tra i contendenti. Se piove, piove per tutti. Se è asciutto lo è per tutti. Nel ciclismo, nelle cronometro, non è così. Sport di situazione, si dice.

E la situazione è stata sfavorevole ai due super campioni attesi a Copenhagen. Lampaert e gli altri a seguire hanno corso con un asfalto un po’ meno bagnato. E quel po’ ha fatto una gran differenza. Ma non sminuiamo questo atleta.

Filippo Ganna, ha chiuso al quarto posto a 10″ da Lampaert
Filippo Ganna, ha chiuso al quarto posto a 10″ da Lampaert

Ganna battuto

Partiamo dal duello stellare: Ganna e Van Aert.

Pippo e Wout sono separati da soli 60” sulla rampa di partenza. Si marcano stretti sin dalla vigilia. Cercano il meteo buono. Così almeno dicevano le previsioni. L’acquazzone invece ha anticipato.

Una grande agilità per l’iridato, il quale non potendo scaricare a terra i suoi cavalli all’uscita delle curve, punta molto sull’alta cadenza per poi far scendere la catena sui pignoni più piccoli e duri. Non è male, anzi… quando taglia il traguardo è anche primo. Ma la gioia dura solo 55”, visto che Van Aert gli partiva dietro. 

Sì, la gomma posteriore di Ganna ha perso pressione. A fine gara si vedeva il liquido che fuoriusciva dalla gomma, ma bisogna capire quando ha forato. Di certo questo non ha aiutato il campione del mondo contro il tempo. Il quale, tra l’altro, con grande onestà ha ammesso che questo foro non ha inciso.

Wout Van Aert è stato beffato dal connazionale
Wout Van Aert è stato beffato dal connazionale, un vera furia nel finale

Spunta il crossista

Wout è stato bravissimo, va detto. La differenza fra lui e Ganna l’ha fatta la sua attitudine con il ciclocross, esattamente come aveva detto Adriano Malori, sia per i rilanci, sia per la capacità di guida… in questo caso amplificata dall’asfalto bagnato.

Van Aert crossista ma anche cronoman. Spianato, potente e stavolta in crescendo regolare dalla rampa di partenza fino alla linea d’arrivo. Nessun problema di gestione.

Giusto a ridosso del via era stato presentato il manubrio, Vision. Si tratta di un’estensione aerodinamica (e leggerissima, 120 grammi) in carbonio completamente personalizzata. Una protesi che gli ha consentito di guidare meglio la sua Cervélo da crono. E a quanto pare ci è riuscito.

Pogacar c’è

La giornata è un continuo susseguirsi di sorprese. Il vento che c’è, poi cala e infine torna a rinforzarsi. Il duello Van Aert-Ganna nel quale s’infila quel folletto spaziale che è Tadej Pogacar. E lui sì che ha guidato con margine. Il numero uno del Tour avrà fatto solo quattro o cinque curve delle 25 previste con le mani sulle protesi, altrimenti le aveva sempre sui freni.

Dall’ammiraglia Hauptman lo ha domato per bene. Imperativo: nessun rischio, anche perché di fatto non avevano mai provato col bagnato. 

E poi Bisseger che scivola due volte. Laporte che batte tutti all’intermedio (è suo il miglior tempo a fine corsa) per poi finire a terra anche lui.

Quella che doveva essere una sfida al “computer” si trasforma in una roulette.

Lampaert, passistone fiammingo di 1,80 in azione a Copenhagen
Lampaert, passistone fiammingo di 1,80 in azione a Copenhagen

Bravo Lampaert

E dalla roulette esce Yves Lampaert. Uno bravo, uno forte, uno che ha vinto il titolo nazionale contro il tempo due volte. Ma anche uno che non era affatto nei pronostici.

Però il ciclismo è anche questo e di certo il ragazzo della Quick Step-Alpha Vinyl non ha rubato nulla. Ha sfruttato al meglio la minor presenza di acqua sull’asfalto e, forse, del vento nel finale. All’intermedio era 2” dietro rispetto a Van Aert. All’arrivo 5” avanti. Un gap di 7”.

Tuttavia Bettiol ha smentito questa tesi. Per lui, il vento per coloro che sono partiti dopo la pioggia era anche più forte nel finale. Insomma, il dubbio resta.

L’asfalto però era bagnato. Quantomeno Lampaert ha massimizzato il fatto di non avere le goccioline sugli occhiali.

«Altroché – dice Lampaert piangendo di gioia – l’asfalto era bagnato. C’erano delle grandi pozzanghere, spesso anche in curva. E così mi dicevo: spingi Yves, spingi…».

Il belga sapeva di avere una grande occasione a portata di mano. Ma andava colta. E non era facile.

Yves, incredulo sul podio prima di vestirsi di giallo
Yves, incredulo sul podio prima di vestirsi di giallo

Gioia per il Belgio

Andava colta con tanta forza e qualche rischio. Cose che Lampaert ha messo entrambe nella sua prestazione.

«Se penso chi ho battuto: Van Aert, Pogacar, Van der Poel… non ci credo. E non credo ci riuscirò fino almeno a lunedì, quando ci sarà il giorno di riposo.

«E’ bellissimo – riprende il fiammingo – per me, per la squadra, per il mio amico Declercq che è dovuto tornare a casa per il covid, per il Belgio… Io pensavo di poter arrivare tra i primi dieci e invece sono qui in maglia gialla».

Ma già si guarda a domani. Lampaert non è una sorpresa totale. Aveva vinto anche la crono all’ultimo Giro di Svizzera. E’ un ragazzo costante e se Lefevere s’impunta per portarlo al Tour un motivo ci sarà. 

E potrebbe non essere finita. Domani si annunciano i ventagli e Yves corre nella Quick Step-Alpha Vinyl che di ventagli ne sa qualcosa.

Vi raccontiamo il “giallo” di Lampaert e Wellens

23.06.2022
4 min
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In ogni “crime story” che si rispetti (rigorosamente con le virgolette perché i crimini veri sono ben altri…) si parte sempre dall’accaduto e allora bisogna spostarsi a Beringen, teatro dell’arrivo dell’ultima tappa del Giro del Belgio. Wellens contro Schmid e nel mezzo spunta Lampaert (in apertura).

Alla vigilia della sua partenza, la classifica dice che l’elvetico Mauro Schmid (Quick Step-Alpha Vinyl) e il padrone di casa Tim Wellens (Lotto Soudal) sono appaiati. L’ultima tappa è però particolare perché non assegna solamente secondi di abbuono al traguardo, ma nel suo svolgimento sono previsti tre traguardi volanti, chiamati “Chilometro d’Oro” che alla resa dei conti saranno decisivi. E’ come se nel gruppo ci sia un patto non detto: i velocisti si daranno battaglia per il traguardo finale, ma la corsa si deciderà in questi tre singolari frangenti.

Lampaert crono 2022
Al Giro del Belgio Lampaert aveva vinto la crono del terzo giorno
Lampaert crono 2022
Al Giro del Belgio Lampaert aveva vinto la crono del terzo giorno

Battaglia in tre sprint

Al primo traguardo i contendenti indossano subito le armature. Immagine un po’ forte, ma che in fin dei conti un po’ si attaglia a quel che avviene. Wellens si prepara per la volata, con un “pilota” d’eccezione come il giovane Arnaud De Lie. La Lotto Soudal ha infatti chiesto al suo talentuoso sprinter di mettere da parte per un giorno le ambizioni personali e mettersi al servizio del capitano e il ragazzino lo fa, perfetto ultimo uomo. Il belga conquista 3” e si mette in posizione di vantaggio per il secondo traguardo.

Al fianco di Wellens si pone però Yves Lampaert, il belga compagno di colori di Schmid e vincitore due giorni prima. Le toccate diventano spallate, che diventano spintoni, che diventano cambi di direzione. Wellens perde l’attimo buono mentre Schmid si avvantaggia nel conto dei secondi.

Potrebbe recuperare nell’ultimo sprint, ma anche lì Lampaert lo marca “a uomo” e gli fa sentire la sua presenza. Wellens ha un diavolo per capello, ma non è tipo da arrivare al traguardo e inveire contro qualcuno e davanti ai giornalisti cerca con le parole di addolcire la sua espressione accigliata.

«Abbiamo controllato la corsa tutto il giorno – racconta – De Lie ha fatto un lavoro meraviglioso. Quando ho conquistato il primo sprint ho pensato: “Dai che vinco io”. Poi però mi si è avvicinato Yves, siamo entrati in rotta di collisione e tutto è andato perduto. Io so di non aver fatto nulla di sbagliato, ora squalificano Lampaert ma a me che cosa cambia? ».

Lampaert spallata
Le immagini incriminate con Lampaert che si sposta bloccando Wellens
Lampaert spallata
Le immagini incriminate con Lampaert che si sposta bloccando Wellens

Stop in arrivo?

La Giuria infatti squalifica il corridore belga della Quick Step-Alpha Vinyl escludendolo dalla classifica, ma intanto Schmid è sul podio che festeggia la sua prima ccorsa a tappe. Lampaert prova a giustificarsi davanti ai giornalisti presenti.

«Ci sono state spinte da ambo le parti e non solo Wellens – dice – ma anche altri della sua squadra. Ma tutto era nella norma».

Dichiarazioni che in qualche modo vengono ribadite da Jakobsen, vincitore della tappa: «In quei frangenti ero lontano, fuori dal gruppo e fuori dal vento per preservarmi per la volata, ma si vedeva che c’erano due squadre a competere per quei traguardi, la nostra e la Lotto».

La prova televisiva

Parlavamo di “crime story”, che si sviluppano sempre seguendo il filo delle prove. In questo caso le prove consistono in immagini dall’alto di una delle volate, nelle quali si vede Lampaert che alza il gomito verso Wellens, lo spinge a bordo strada e lo chiude impedendogli di fare la volata in maniera palesemente ostruzionistica. La Giuria vede quelle immagini e squalifica Lampaert, ma la cosa non finisce qui: l’Uci infatti decide di aprire un procedimento a suo carico, per comportamento antisportivo.

Wellens Belgium Tour 2022
Sul podio Wellens prova a mascherare la delusione e la rabbia, ma il sorriso amaro lo tradisce
Wellens Belgium Tour 2022
Sul podio Wellens prova a mascherare la delusione e la rabbia, ma il sorriso amaro lo tradisce

L’ultima volta che era accaduto era stato nell’ambito della famigerata volata al Giro di Polonia 2020, con Groenewegen che fece cadere lo stesso Jakobsen contro le transenne con esiti terribili: giorni di coma fra la vita e la morte e una ripresa lenta per il belga che solo da quest’anno è tornato a primeggiare.

Il precedente di Groenewegen

In quel caso, il procedimento durò a lungo. Servirono oltre tre mesi al massimo ente ciclistico per deliberare e alla fine Groenewegen fu estromesso dalle corse per 9 mesi, ricalcando quasi parallelamente l’assenza dalle corse del suo sfortunato collega. Ci vorrà lo stesso tempo per sapere qualcosa a proposito di Lampaert?