Microfono a Tadej. «Ho una squadra forte, non solo in salita»

01.07.2022
4 min
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La conferenza stampa indetta della UAE Emirates è affollata anche via internet. Sono tantissimi i giornalisti di tutto il mondo venuti ad ascoltare Tadej Pogacar a poche ore dall’inizio del Tour de France.

Un debutto quello della Grande Boucle che, seppur privo di salite, ha caratterizzato gran parte delle domande. Come la metteranno con vento e pavé i ragazzi di Mauro Gianetti (il team manager) contro squadre che sembrano più attrezzate? Quasi ci si dimentica del resto.

Tour 2020. Verso Lavaur, ventagli e qualche caduta. Il gruppo esplode. Vince Van Aert, Pogacar incassa 1’21”
Tour 2020. Verso Lavaur, ventagli e qualche caduta. Il gruppo esplode. Vince Van Aert, Pogacar incassa 1’21”

Insidie ed entusiasmo

E proprio da qui si parte. Tutto sommato il rischio più grosso nel 2020, Pogacar lo corse proprio nei ventagli. Fu l’unico momento di difficoltà. Verso Lavaur perse 1’21”. Magari gli è rimasto un brutto ricordo, qualcosa da “vivere con tensione”.

Di contro, dalla sua c’è che ha maturato esperienze preziose proprio nelle classiche del Nord. Ma nel 2020 erano un altro Tadej e un’altra UAE Emirates.

«Come faremo?», si chiede Pogacar. «Sappiamo che è difficile, che basta un giorno storto e tutto può svanire, ma noi cercheremo di stare attenti, di correre davanti e di dare il massimo. Credo che abbiamo una squadra molto forte anche per queste tappe iniziali, tra vento, pietre, ponti sul mare…».

In molti già prima del via hanno puntato il dito sulla forza della UAE Emirates nelle prime tappe. Che poi il supporto della squadra a Pogacar è una sorta di ritornello degli anni scorsi.

E l’assenza di Trentin (positivo al covid, ndr) non fa altro che aumentare questi dubbi. Ma in squadra ci hanno lavorato e certamente su carta in salita sono più forti.

Lo sloveno, parla con tranquillità. Come sempre, sembra che tutto gli scivoli addosso. Sembra che due Tour non li abbia vinti lui.

«Non vedo l’ora di iniziare a correre. L’accoglienza di Copenhagen ieri alla presentazione delle squadre è stata unica.

«Mi sono preparato bene. Il Tour è la gara più importante dell’anno ed io sono felice di essere al via a lottare per la vittoria. Ci aspetta una bella sfida. Qualche volta sarà divertente, altre brutale. Ma noi siamo pronti e – ripete – la squadra è forte».

Sul palco gli UAE erano in 7 anziché 8. Mancava Trentin, mentre il suo sostituto Hirschi era in viaggio
Sul palco gli UAE erano in 7 anziché 8. Mancava Trentin. Il suo sostituto Hirschi era in viaggio

Tadej l’esperto

La cosa che colpisce è come sempre la naturalezza di questo ragazzo. Non tanto ciò che dice, semmai come… lo dice.

«Credo – riprende Tadej – di essere in una forma simile rispetto allo scorso anno, almeno i dati dicono questo. E credo che sia per questo motivo che mi sento in fiducia. La preparazione è stata buona, sono stato in quota, poi al Giro di Slovenia, poi di nuovo in quota. Presto scoprirò se questo lavoro darà i suoi frutti».

«Mi sento più sicuro perché di anno in anno acquisisco esperienza. Poi una giornata no ci può stare. Io spero di non averla mai, ma con la consapevolezza di aver svolto una buona preparazione e sapendo di avere una squadra forte attorno (concetto ribadito ancora una volta, ndr), la fiducia aumenta da sola».

La squadra fa blocco attorno al suo leader giustamente. Tuttavia il fatto che non si parli di salite, di tappe come Alpe d’Huez o Hautacam rivela che anche nel clan UAE un po’ di tensione per queste prime frazioni c’è eccome.

Giro di Slovenia dominato da Pogacar e Majka. Qui la 4ª tappa che i due si sono giocati a “cartasassoforbice”
Giro di Slovenia dominato da Pogacar e Majka. Qui la 4ª tappa che i due si sono giocati a “cartasassoforbice”

E Majka?

La UAE Emirates in conferenza stampa ha portato anche Rafal Majka. Il polacco è reduce dalla doppia, anzi, “tripla” vittoria al Giro di Slovenia, guarda caso vinto dal suo capitano. Bisogna considerare anche quella a “morra”!

«Lavoro vicino a Tadej ogni giorno – ha detto Majka – sono qui per aiutarlo soprattutto nelle tappe in salita, ma questo non significa che non lotterò al suo fianco anche in altre frazioni. Sappiamo fare un certo di lavoro anche in pianura».

Allo Slovenia Majka è stato molto vicino a Pogacar anche in salita, dimostrando una gran condizione. E quando glielo fanno notare l’esperto polacco mette le mani avanti.

«Sì, allo Slovenia sono andato forte, ma il Tour è un’altra cosa. E noi siamo tutti qui per Tadej».

Insomma, Rafal non ci pensa proprio ai suoi spazi e a fare lo sgambetto al leader sloveno, per le ambizioni personali».