La lettura dei newton migliora l'analisi della performance?

La lettura dei newton migliora l’analisi della performance?

09.12.2025
4 min
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Scriviamo di newton, l’unità di misura della forza, dopo il lancio del power meter Garmin (e del quale uscirà a breve un test dedicato). Si parla di un dato che ha prima di tutto l’obiettivo di aggiungere qualità ed analisi alla lettura della performance. Già in passato avevamo approfondito questo fattore, legandolo però al training indoor.

Torniamo dal Michele Dalla Piazza e puntiamo la lente su un fattore tecnico che assume i contorni di un gamechanger vero e proprio, in un ciclismo sempre più fatto di numeri, ma che a tratti torna a metodologie del passato. La grande differenza è che oggi come oggi ci sono competenze più ampie e un numero infinito di strumenti di analisi.

Cosa rappresentano i newton durante la pedalata?

Sono la forza tangenziale che si applica sul pedale e sono quella forza efficace e necessaria per far avanzare la bicicletta.

Quantificarli ed averli davanti su uno schermo è utile al ciclista?

Assolutamente. Non è un valore o meglio un campo fondamentale per chi si allena in modo sommario. Non è fondamentale per chi fa training considerando esclusivamente, o quasi, i watt. Può essere un valore che aumenta la qualità per l’atleta che non lascia nulla al caso. I newton dicono al ciclista quanto stress muscolare si sostiene ad ogni colpo di pedale. I newton aiutano l’allenatore a distinguere la fatica metabolica dalla fatica meccanica.

Fatica metabolica e fatica meccanica, cosa significa?

La fatica metabolica è quella del sistema cardiovascolare e respiratorio. Quella meccanica è maggiormente legata ai muscoli ed incide sul generare la forza efficace. Troppa fatica meccanica, significa un decadimento della qualità della forza efficace.

La lettura dei newton migliora l'analisi della performance?
Michele Dalla Piazza con il padre Alfiero, un vero punto di riferimento
La lettura dei newton migliora l'analisi della performance?
Michele Dalla Piazza con il padre Alfiero, un vero punto di riferimento
Per capire meglio, c’è una relazione tra newton e forza espressa dalle gambe?

La relazione c’è, ma va sempre capita. Quando si pedala si generano diverse componenti di forza. Quella tangenziale, quella menzionata in precedenza, quella davvero efficace e perpendicolare alla pedivella è quella misurata dal power meter. Le altre forze generate non rientrano nella misurazione. Una gamba può generare, ad esempio, 500 newton in totale, ma solo 300 sono tangenziali e quindi il power meter rileva e comunica 300.

Newton e grafici della pedalata sono connessi tra loro?

Sì. Anche in questo caso si parla di strumenti che, una volta appreso come funzionano e come devono essere letti, permettono di capire come viene generata la forza e quanta ne viene prodotta.

Puoi fare un esempio?

Mettiamo a confronto due ciclisti a 250 watt. La differenza è come vengono erogati questi 250 watt. Il primo atleta genera i 250 a 60 rpm medie, mentre il seconda a 100 rpm medie. Il primo ciclista produrrà una fatica meccanica più accentuata, il secondo è portato ad una fatica metabolica maggiore, ma con minore forza ad ogni giro di pedale.

I Newton applicati alla pedalata, un nuovo gamechanger?
Un primo approccio per capire come funzionano i newton allenandosi all’aperto
I Newton applicati alla pedalata, un nuovo gamechanger?
Un primo approccio per capire come funzionano i newton allenandosi all’aperto
Uno strumento per definire l’atleta?

Conoscere i newton, legando il dato al range di efficienza del corridore è uno strumento che permette ad un allenatore di profilare il ciclista.

Un dato utile per capire quale sia il range ottimale di pedalata?

Certamente. Nella letteratura scientifica esistono due concetti, la cadenza preferita e quella più efficiente. Non coincidono quasi mai.

Perché?

Per l’aspetto metabolico una cadenza più bassa che richiede maggiore forza per giro è di solito la più efficiente. Percependo una sorta di sovraccarico, non di rado il ciclista sceglie una cadenza più alta. Questa richiede meno forza e potremmo dire che è una specie di compromesso tra lo stress muscolare e quello metabolico.

I Newton applicati alla pedalata, un nuovo gamechanger?
Il grafico cartesiano menzionato da Dalla Piazza
I Newton applicati alla pedalata, un nuovo gamechanger?
Il grafico cartesiano menzionato da Dalla Piazza
E’ possibile capire realmente quali sono le rpm di un individuo/ciclista?

E’ possibile creando un modello prestativo, basato su gare ed allenamenti, un vero e proprio piano cartesiano. Da una parte i Newton medi, dall’altra le rpm. Incrociando i dati si capisce molto bene a quali range di forza pedala in modo ottimale, delta più efficiente di pedalata, combinazioni naturali di forza/velocità. Ovviamente da qui si parte per la costruzione di un training specifico, creato sul profilo del corridore.

Per concludere, quale è il ciclista più efficiente?

Quello che converte più forza totale in forza tangenziale, perché produce più watt a parità di sforzo.

Gianmarco Garofoli, watt, Specialize, spinta, piede, pedale

Watt. Come usa realmente il potenziometro lo scalatore?

25.10.2025
4 min
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Chiudiamo questa triade dell’utilizzo del potenziometro con il terzo profilo, lo scalatore. Il grimpeur chiamato in causa è Gianmarco Garofoli. Qui cambia ancora l’approccio e cambia sia per la caratteristica, ma forse anche per l’età, nettamente più bassa rispetto ai primi due. Il corridore della Soudal‑Quick Step ci dà degli spunti davvero interessanti.

Questo è il ciclismo dei numeri, come visto, e con Garofoli questo aspetto viene esaltato. Interessante sia l’approccio verso il fine stagione che con i numeri veri e propri e ancora l’utilizzo del potenziometro quando la strada sale.

Lo scalatore marchigiano si appoggia molto all’utilizzo del potenziometro
Lo scalatore marchigiano si appoggia molto all’utilizzo del potenziometro
Gianmarco, si parla sempre dell’uso del potenziometro e dei watt, ma poi realmente un professionista come lo usa?

Ormai da molti anni è diventata una parte integrante della bicicletta. Un professionista lo usa sempre, dall’allenamento alla gara, in qualsiasi momento. Soprattutto sull’allenamento è fondamentale.

Più della gara secondo te?

Secondo me sì, molto più della gara. Lì vince il primo. In allenamento l’obiettivo è allenarsi bene, non è semplicemente andare a tutta. Serve qualcosa che ti permette di migliorare. Certi giorni è importante anche riuscire ad andare a quel ritmo che appunto ti allena ma non ti finisce.

Come per Maestri tu devi sia tirare per un capitano, sia attaccare: che differenze ci sono in tal senso?

Quando devi tirare per un capitano hai già tipo un ritmo prestabilito, concordato prima del via o qualche momento prima in cui devi entrare in azione. Poi dipende anche in che momento della corsa devi tirare. Perché magari se devi controllare una fuga, ovviamente guardi il potenziometro per controllare i tuoi valori, ma ti gestisci parecchio anche in base a come la fuga va.

Gianmarco Garofoli, watt,
In un’azione corale di squadra lo scalatore guarda più il rapporto potenza/peso che non i watt assoluti
In un’azione corale di squadra lo scalatore guarda più il rapporto potenza/peso che non i watt assoluti
Cioè?

Più la fuga va forte e più tu devi andare forte. Più la fuga va piano e più devi calare. Mentre se l’obiettivo è mettere in difficoltà gli altri corridori facendo un ritmo molto forte, sai che magari devi fare la salita a 6 watt/chilo per un determinato tempo.

Quindi osservi il rapporto potenza/peso e non i watt assoluti?

Esatto, il rapporto wattaggio/peso secondo me è molto importante, soprattutto quando sei in gara e stai facendo un’azione corale di squadra. Ti devi confrontare e allineare ai tuoi compagni perché magari chi deve tirare con te pesa 10 chili di più. E il modo migliore per trovare un dato che vada bene per tutti è il rapporto potenza/peso. Ai Paesi Baschi ad esempio in salita dovevo lavorare con Maximilian Schachmann che pesa circa 10 chili più di me e lui mi dava il rapporto potenza/peso da rispettare.

Ti capita mai in allenamento ma anche in gara se ti stacchi, di perdere concentrazione e andare più piano di quanto pensi? Di guardare i watt e di essere basso?

Normalmente, quando uno si stacca, perlomeno io, non guarda più i wattaggi. Cerco di salvare più energie possibili e di non andare fuori tempo massimo. Quindi il potenziometro lo guardi magari per non andare troppo forte. Mentre se ti stacchi e stai ancora lottando per un piazzamento, è sempre importante mantenere la concentrazione alta. In questo caso il potenziometro è un’arma a doppio taglio.

«Non allenarsi a tutta ma allenarsi bene. In questo il potenziometro ti fa stare sempre sul pezzo», parole di Gianmarco Garofoli
«Non allenarsi a tutta ma allenarsi bene. In questo il potenziometro ti fa stare sempre sul pezzo», parole di Gianmarco Garofoli
Perché? Spiegaci meglio…

Perché magari sei in fuga da solo, inizi la salita, sei super motivato e l’attacchi troppo forte. Sai che quella scalata durerà 30’ e tu l’approcci con i tuoi wattaggi sui 5’. No, no, altroché: il potenziometro è importante anche ai fini della concentrazione, ti fa correre con la testa, ti fa stare sempre sul pezzo. Anche se scatta qualcuno capisci subito se puoi seguirlo o se invece è meglio rispondere in altro modo.

E tu Gianmarco hai notato delle differenze tra questa fase della stagione, ossia la fine, e l’inizio?

Dal mio punto di vista, io sono un po’ un atleta di fondo, che poi ancora devo scoprirmi nel lungo termine, quindi a fine stagione andavo quasi più forte che all’inizio. L’unica differenza tra l’inizio e la fine della stagione secondo me è dal punto di vista mentale: se sei un po’ più scarico, sei un po’ meno motivato o se invece sei ancora carico. Oggi secondo me un atleta è difficile che veramente sia finito, sia completamente stanco. Puoi essere completamente stanco ma più di testa, secondo me, che di gambe.

Mirco Maestri

Watt. Come usa realmente il potenziometro un passista?

24.10.2025
4 min
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Continuiamo il nostro viaggio sul reale utilizzo del potenziometro e quindi del monitoraggio dei watt da parte dei corridori. Stavolta andiamo da Mirco Maestri il passista. Passista che ha un doppio ruolo, quello di attaccante e quello di gregario. Nel caso dell’atleta della Polti-VisitMalta se vogliamo c’è anche il ruolo di cronoman.

Anche Maestri poi ci parla del suo rapporto col computerino a fine stagione, confermando che la cosa è del tutto soggettiva (in apertura foto Borserini).

Mirco Maestri, watt
Maestri, attaccante e gregario: per lui varia molto il riferimento ai watt
Maestri, attaccante e gregario: per lui varia molto il riferimento ai watt
Mirco, tu hai un doppio ruolo: cambiando il lavoro, come cosa osservi sul computerino… in merito ai watt chiaramente?

Sono due strade molto distinte: quando attacco come il Giro d’Italia o in una tappa i watt possono essere un punto di riferimento per me. In base a quello che sto spendendo, sapendo a monte i miei numeri, riesco a rendermi conto quanto la fuga è dispendiosa per me, per arrivare con la benzina nel finale.

Questione di gestione…

Mi aiuta nella gestione, anche se poi è naturalmente cercare di limare il più possibile. Perché alla fine quando si è in fuga siamo magari in 5, 6, 10 atleti e comunque non puoi stare lì a calcolare più di tanto. Questo tipo di gestione è più facile, secondo me, per uno scalatore quando si trova da solo in salita. Ripeto, io lo uso giusto per controllarmi e capire quanto sto spendendo.

E quando lavori magari per un capitano? Tipo lanciare le volate a Lonardi?

In quel caso i numeri non li guardi. Anche perché noi non abbiamo un vero e proprio “treno”. Al massimo siamo io e Pietrobon, quindi dobbiamo concentrarci nel finale e lì pensi a spingere e alle posizioni. Poi magari quei dati li rivedi col coach a fine tappa.

Maestri al Giro: ancora una volta secondo posto, qui a Cesano Maderno. Prima rabbia, poi scoramento
Maestri al Giro: ancora una volta secondo posto, qui a Cesano Maderno. Prima rabbia, poi scoramento
Ti capita in allenamento o in gara di essere “distratto”? Sei convinto di stare su un certo wattaggio e poi magari vedi che sei sotto?

Succede quando sei morto! Parti e sei convinto di spingere in un modo, guardi il computerino e magari sei 50 watt sotto. E lì bisogna stringere i denti per cercare di portare a casa il lavoro il meglio possibile. Quando non si sta bene, non si può forzare: non diventa neanche più allenante. Se stai male o comunque sei stanco, il lavoro non è lo stesso. I giorni che si stanno bene si riescono a spingere 10 watt in più e i giorni che si sta male si spinge qualcosa meno.

Prima hai detto una cosa interessante: valuti lo sforzo anche in base a quello che puoi risparmiare per il finale. Però se noti che sei un po’ alto coi watt ma al tempo stesso le sensazioni sono buone, cosa fai?

Cerco di gestirla, nel senso che cerco di spingere il meno possibile, consumare meno magari con un cambio anche un secondo, due più veloce. Cerco di stare più basso come posizione in modo da essere un po’ più aerodinamico per limare sempre quei 5-10 watt. Watt che magari dopo 4 ore e mezza di gara nel finale si sentono e sono un bel gruzzolo risparmiato.

In questo cosa aggiungi magari anche un gel o una barretta in più del previsto?

Sì, sì… Più si è alti e più si consuma. Pertanto si cerca anche di compensare con l’alimentazione: più vai forte e naturalmente più mangi. E? chiaro che non puoi superare un certo limite anche perché dopo vai incontro ad altri problemi, quelli intestinali. Però è chiaro che se fai una tappa piatta di 160 chilometri in cui tutti aspettano la volata e si va via in gruppo a 42 all’ora e si spingono 180 watt non mangi come quando sei in fuga spingendo a 320 o 360 watt.

Chiaramente durante una crono i wattaggi diventano fondamentali nella gestione delle energie
Chiaramente durante una crono i wattaggi diventano fondamentali nella gestione delle energie
Mirco, hai invece notato differenze tra i tuoi wattaggi e anche nel tuo approccio mentale al computerino tra fine stagione e inizio?

Direi di no, però va detto che quest’anno ho avuto la prostatite a fine agosto, quindi sono stato fermo una settimana e dopo un’altra settimana di ripresa, quindi in totale ho perso 10-12 giorni. Questa sosta ha fatto sì che comunque spingessi anche nel finale. Anzi, nella tappa finale al Giro d’Olanda è ho fatto i miei watt normalizzati più alti in assoluto dell’anno.

Basta poco per recuperare insomma?

Ho notato che tanti corridori hanno fatto i loro record sull’ora, sull’ora e mezza. Credo che senza quello stop per la prostatite non avrei raggiunto quei valori. L’anno scorso ho finito la stagione che ero vuotissimo.

watt, potenziometro, Garmin

Watt. Come usa realmente il potenziometro uno sprinter?

23.10.2025
5 min
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Sappiamo, e lo vediamo sempre con maggior frequenza, che questo è il ciclismo dei numeri. Al netto degli attacchi folli e suggestivi di Tadej Pogacar, tutto è misurato: dalle calorie spese all’energia impressa sui pedali, dalla durata degli attacchi ai lavori in allenamento. Soprattutto i famosi watt vengono monitorati dagli atleti e dai preparatori (in apertura foto Garmin).

Ma poi al fianco di tutto questo c’è il concreto. E questo concreto è: come, cosa, quanto e quando i corridori guardano i watt. Ne abbiamo parlato con tre atleti dalle caratteristiche differenti che vi proporremo in tre puntate. Ad aprire le danze è Andrea Pasqualon, il velocista. Seguiranno un passista e uno scalatore.

In più, cosa molto curiosa e interessante, abbiamo chiesto loro se a fine stagione ci sono differenze nell’uso dello strumento e soprattutto quel che esso rivela. E la cosa a quanto pare non segue una regola, ma è del tutto soggettiva. Iniziamo dunque con Pasqualon. Lo sprinter ha certamente esigenze diverse rispetto a uno scalatore e con l’atleta della Bahrain-Victorious si entra subito nel merito.

Andrea Pasqualon, watt
Pasqualon ormai difficilmente fa uno sprint, ma di certo è un ottimo apripista
Andrea Pasqualon, watt
Pasqualon ormai difficilmente fa uno sprint, ma di certo è un ottimo apripista
Andrea, quanto utilizzi realmente il potenziometro in corsa?

Alla fine non troppo. Dipende dal tipo di corridore. Ci sono squadre come UAE Team Emirates, Ineos Grenadiers che puntano alle classifiche generali, che lo utilizzano molto, soprattutto in salita, perché impostano il corridore a fare un determinato lavoro ad una determinata intensità di watt per sfiancare gli avversari. Siamo in un mondo dove conta tantissimo guardare i numeri. Anche Pogacar imposta la squadra dicendo ai compagni: «Il tuo lavoro è questo, mettiti ad una determinata cadenza e soprattutto una determinata potenza per un tot minuti».

Questo per fare la grossa selezione…

Certo, ma poi il corridore lo utilizza anche per stabilire il proprio passo: se e quanto lo può tenere. Esempio: ho di fronte una salita di 10 minuti, so che se la faccio a 430 watt ci posso stare per quel determinato tempo, altrimenti non ce la faccio e salto prima.

E voi sprinter?

Noi lo utilizziamo più che altro per guardare i file post-gara per capire anche un po’ le sensazioni. Per valutare com’è stato magari un picco in volata o una “trenata” fatta magari in un determinato punto della corsa.

Durante la preparazione dello sprint anche se lo sforo è massimale non si guarda il potenziometro
Durante la preparazione dello sprint anche se lo sforo è massimale non si guarda il potenziometro
Tappa piatta, o comunque veloce, dove si sa che si arriverà in volata e che dovrai fare la volata o “l’ultimo uomo”? Come ti gestisci durante quella frazione?

Di base potrei dire che non lo guardo assolutamente. Non c’è il tempo di stare là a osservare i numeri. Si è talmente concentrati nella volata o comunque nel prendere le traiettorie giuste, nel riuscire a trovare il momento giusto per partire, che il computerino non lo guardi. O almeno non in quel senso.

E come lo guardi?

Osservi solamente la mappa della strada per capire se c’è una curva a destra, una curva a sinistra, per capire il momento in cui rimontare il gruppo. Potenziometro e watt sono molto più utilizzati da altre tipologie di corridori.

Anche in una tappa in salita? Magari se fai gruppetto?

Qualche volta si dà un’occhiata, più che altro ai fini del risparmio energetico per salvare la gamba in vista dei giorni successivi. A volte sei in gruppetto, c’è l’ultima salita e devi arrivare entro il tempo massimo. Se sei stretto coi tempi, spingi forte e dai un’occhiata per salire al meglio senza saltare; altrimenti continui a risparmiare il più possibile.

Siamo nel finale di stagione: i wattaggi sono un po’ calati oppure al contrario sei arrivato fresco? E soprattutto cambia il tuo approccio verso lo strumento?

No, l’approccio è sempre quello. A me i watt quest’anno sono aumentati assolutamente: anzi ho fatto i miei migliori cinque minuti proprio domenica scorsa in Cina al Guangxi. Sono rimasto fuori per cinque mesi dalle corse quest’anno e questo implica anche una freschezza mentale, ma anche fisica.

Lo sprinter utilizza forse meno di tutti il potenziometro. E vi fa riferimento soprattutto per i lavori intensi
Lo sprinter utilizza forse meno di tutti il potenziometro. E vi fa riferimento soprattutto per i lavori intensi
Invece quando fai la distanza in allenamento, magari vai regolare e tranquillo: ti capita che ogni tanto gli butti l’occhio perché sennò finisci sotto wattaggio. Ti capita insomma di essere un po’ distratto?

No, ormai un corridore che ha 15 anni di professionismo sa qual è il suo limite. Sa quanto riesce a spingere, conosce più o meno quali sono i watt medi da portare a casa durante una giornata di allenamento e sa soprattutto a che intensità può fare determinati lavori. A noi sprinter monitorare i watt serve soprattutto per lavorare con precisione, soprattutto sui lavori intensi tipo 30”-30”, 40”-20”.

E in salita?

Certo, anche per le salite anche da 15-20 minuti o più. Insomma, si guarda più che altro la potenza media da utilizzare in modo da non far degli sforzi superiori a quanto impostato. Il lavoro oggi si fa con maggior precisione. Anche per questo negli ultimi anni si è vista questa grande evoluzione e questo grande cambiamento nel modo di correre e non solo.

Cos’altro?

Oggi molti corridori si allenano da soli e non più in compagnia. Non si va più fuori come magari si faceva dieci anni fa, quando si faceva la distanza tutti insieme. Vedevi 7-8 corridori andare via regolari. Ormai ognuno ha le sue abitudini, ha i suoi regimi di lavoro. Ognuno tiene i propri regimi di lavoro.

CoachPeaking, il software tutto italiano per analizzare il training

12.03.2025
5 min
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CoachPeaking è un portale, una app ed un software sviluppato completamente in Italia e gestito (ma anche utilizzato) da eccellenze nell’ambito dello sport service, dell’informatica e della nutrizione.

Con grande piacere chiudiamo la collana informativa con un soggetto italiano, approfondimenti che hanno argomentato alcuni dei portali di analisi dei dati più utilizzati. Intervals.icu e TrainingPeaks, Shimano Connect Lab e GoldenCheetah, usati da allenatori, ma anche da diverse tipologie di utenza. Per meglio contestualizzare CoachPeaking abbiamo chiesto a Fabrizio Tacchino, tecnico FCI, uno dei primissimi in Italia (se non il primo) ad avere utilizzato una piattaforma di analisi dei dati così come le conosciamo oggi (periodo 2007/2008 a ridosso delle Olimpiadi).

Un team di super esperti alla base di CoachPeaking
Un team di super esperti alla base di CoachPeaking

CoachPeaking, obiettivo gestione avanzata del training

L’obiettivo di CoachPeaking è fornire una gestione avanzata del training (non è specifico solo per il ciclismo), semplificare la lettura e le seguente interpretazione dell’allenamento, fornire analisi avanzate di semplice consultazione. CoachPeaking è uno strumento in evoluzione, flessibile ed intuitivo che si adatta alle diverse esigenze di atleti e allenatori di professione.

Un percorso lungo 30 anni

«Premetto che ho iniziato ad occuparmi di allenamenti e di come fare crescere gli atleti – racconta Tacchino – a partire dal 1995, anno in cui ho presentato la tesi di laurea. Con una lacrima, ma con tanta soddisfazione per quello che ho ottenuto sotto i profili umano e personale di professionista del settore, credo di essere uno dei preparatori in attività con un monte ore piuttosto importante. Ho visto crescere e cambiare il mondo del training, la categoria dei preparatori, in un periodo relativamente breve si è passati dall’era analogica a quella digitale.

«In quegli anni esisteva l’SRM – prosegue Tacchino – che nessuno sapeva usare e sfruttare, considerando inoltre che non c’erano strumenti per leggere quello che un SRM faceva. La tecnologia per captare l’allenamento era Polar e la piattaforma di atterraggio/esplosione dei dati era PrecisionPerformance. C’era il test Conconi, si faceva in pista e si basava su frequenza cardiaca e velocità rilevata. Cos’era un Garmin? I dati dei corridori si memorizzavano sul calendario di carta, che non di rado si rubava al parrucchiere, dal macellaio, dal negoziante di fiducia del paese. Tra il 1995 e il 2000 è iniziata un’evoluzione graduale».

Fabrizio Tacchino, piemontese, è da anni un tecnico formatore nell’orbita della Federazione
Fabrizio Tacchino, piemontese, è da anni un tecnico formatore nell’orbita della Federazione

«Si entra nell’era del ciclo-mulino e dei primi simulatori – prosegue Tacchino – dei primissimi rilevatori che non memorizzavano i dati, oltre a considerare i limiti dell’informatica di allora. C’erano a monte delle formule di calcolo pazzesche che davano comunque risultati corretti, se riportati ai contesti moderni. Compaiono i primi rulli con il power meter integrato, ma i calcoli dei watt erano indiretti e non consideravano i picchi potenza».

Quando si è iniziato realmente con i portali di analisi?

A ridosso delle Olimpiadi di Pechino, poco prima del 2008. In quel periodo entro in contatto con il sistema WKO. Aveva un costo importante e allora Training Peaks era semplicemente un piccolo aggregato di WKO. Cosa è diventato TrainingPeaks lo vediamo tutti. VKO ha migliorato sensibilmente la gestione degli atleti, ma c’erano delle limitazioni, c’era la necessità di essere più rapidi e precisi nell’accumulo dei dati e nelle analisi.

E’ facile pensare che all’epoca ci fossero dei limiti, è così?

Era possibile controllare in modo adeguato un numero massimo di 20 atleti. Si riportavano i dati a mano, non tutti avevano la casella di posta elettronica e gli strumenti di rilevazione erano per pochi. In pochi anni abbiamo visto cosa è successo ed i watt, con tutto quello che gli gira attorno, sono diventati alla base di tutto.

Il portale include anche una pagina blog informativa e di divulgazione, parecchio utile
Il portale include anche una pagina blog informativa e di divulgazione, parecchio utile
Diverse piattaforme a disposizione, perché usi CoachPeaking?

Dal 2021 uso CoachPeaking, un portale per atleti e coach, sviluppato per facilitare la traduzione degli allenamenti. Dal punto di vista del preparatore uno dei vantaggi di CoachPeaking è la gestione differenziata del training, che può essere individuale, molto usata nell’ambito del triathlon, oppure individuale e come team, più usata nel ciclismo.

Cosa significa?

Cercando di semplificare, significa che il portale isola gli allenamenti individuali e permette al tempo stesso di fare dei confronti tra più corridori, con una lettura facile e dall’interpretazione lampante. La facilità di avere tutti i dati sotto controllo per effettuare i confronti, è solo uno dei vantaggi e delle particolarità di CoachPeaking.

Sono diverse le occasioni in cui Tacchino tiene corsi di formazione
Sono diverse le occasioni in cui Tacchino tiene corsi di formazione
Altri vantaggi da sottolineare?

Uno dei passaggi più complicati, lunghi e laboriosi per un allenatore di mestiere è la creazione del database. Oggi impossibile fare senza. Ci vogliono anni quando si parte da zero ed anche quando si è esperti, mantenere adeguatamente aggiornato un archivio non è cosa semplice. CoachPeaking ha un database di semplice gestione, un dettaglio tutt’altro che secondario. Perdere i dati oggi è la cosa peggiore che può capitare ad un allenatore, ma anche ad un corridore.

E’ sviluppato da esperti italiani?

CoachPeaking si sviluppa sulla base di feedback di utenti esperti, ma si è evoluto ed è ancora in evoluzione perché utilizza i riscontri provenienti da più direzioni. E’ aggiornato con le tendenze di analisi e valutazioni più richieste. Al contrario di TrainingPeaks è adattato ad un contesto italiano, che ha richieste diverse rispetto agli anglosassoni, per lettura ed interpretazione. Mi piace definire CoachPeaking un’evoluzione di SelfLops, più moderno e meglio adattato.

Si crea una sorta di storico con i record prestazionali dell’atleta
Si crea una sorta di storico con i record prestazionali dell’atleta
I portali di analisi, una categoria che deve ancora raggiungere il suo picco evolutivo?

Direi di sì. Spero in un futuro dove l’analisi e la categorizzazione di ogni singolo allenamento sia ancora più facile e automatica. Non voglio dire che il programma deve sostituire le capacità del preparatore, ma alla possibilità di sfruttare una piattaforma come questa per costruire i programmi di training al pari di una struttura fatta con i Lego.

Cosa vuoi dire?

Ogni specificità si dovrà intersecarsi automaticamente con le altre, riducendo i margini di errore. Tradotto, un maggiore e migliore controllo per l’allenatore grazie a training classificati, ma anche una scaletta di allenamenti specifici adeguati alle caratteristiche e alla crescita degli atleti.

CoachPeaking

GoldenCheetah, uno dei primi portali open source gratis

28.02.2025
4 min
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GoldenCheetah è un progetto open source nato nel 2006. Da allora una comunità di appassionati si è dedicata allo sviluppo dell’omonimo programma, completamente gratuito, finalizzato alla gestione dell’allenamento. E’ stato molto utilizzato a ridosso degli anni compresi tra il 2010 e 2020, ma con la crescente richiesta di abbinare dati e numeri, grafici e soprattutto le analisi metaboliche, GoldenCheetah è stato “scavalcato” da Intervals.icu e naturalmente da TrainingPeaks (che resta sempre il riferimento per molti).

Ad oggi, GoldenCheetah è utilizzato principalmente da chi effettua le autoanalisi, da chi preferisce usare un programma gratuito e da chi considera le performance legate esclusivamente ai numeri degli strumenti (misuratore di potenza, fascia cardio, rpm e i dati delle uscite). Cerchiamo di capire grazie al contributo di un ingegnere elettronico ed appassionato di informatica, Davide Sanzogni, conoscitore dei programmi di allenamento e analisi dei dati.

L’ingegnere Davide Sanzogni
L’ingegnere Davide Sanzogni
A chi si rivolge GoldenCheetah?

Parto da un dato di fatto. I numeri che fornisce un power meter, senza una corretta comprensione, non fanno andare più veloci, così come le linee colorate di un portale di analisi. Per questa ragione esistono i preparatori che offrono il loro tempo e la loro conoscenza agli atleti decisi a sviluppare il proprio potenziale. Loro in primis, e/o chi vuole utilizzare un programma open source gratuito, possono avvalersi di GoldenCheetah. Il portale, pur non essendo evoluto come Intervals.icu, raggiunge un buon grado di personalizzazione. Inoltre, il programma è indicato a chi non si accontenta i numeri sul computerino, ma decide di approfondire i propri allenamenti, in autonomia o con l’aiuto di un allenatore.

La curva della potenza
La curva della potenza
Quali vantaggi offre GoldenCheetah?

Come accennato in precedenza è gratis. Il secondo, forse meno importante, ma comunque da considerare è il fatto che è ancora supportato dai sistemi operativi Linux, oltre ad Apple e Windows. Negli anni il programma si è arricchito di funzionalità, quali l’accesso al cloud per scaricare i dati di allenamento da archivi come Google Drive o Strava. E’ comunque figlio di un’epoca diversa, ovvero quella dove c’era la quasi totale dipendenza da internet.

Lavora anche offline?

Esatto. Conserva la caratteristica di poter funzionare in maniera indipendente dalla rete. Tutto viene archiviato sul proprio computer ed i dati, volendo, possono essere scaricati direttamente dal proprio ciclo-computer collegato con un cavetto. Questo fattore è da considerare soprattutto per chi proviene dall’era analogica.

Di facile interpretazione la relazione tra il profilo della potenza ed il cuore
Di facile interpretazione la relazione tra il profilo della potenza ed il cuore
Le peculiarità di GoldenCheetah?

Permette facilmente di definire il profilo della potenza. E’ semplice estrapolare i propri valori di critical power e riferimenti anche senza test estremamente specifici. Questo non significa che sostituisce un preparatore, anche se porta dei vantaggi direttamente all’utilizzatore. Quest’ultimo può avere dei valori di riferimento per iniziare una sessione di allenamento specifico.

Non sostituisce il preparatore?

La costruzione di un programma training cucito sulle proprie esigenze è ben altra cosa. Così facendo però, l’atleta può iniziare un percorso conoscitivo che diventa molto utile nelle diverse fasi di crescita.

Fino a che punto può essere personalizzato?

All’interno di Golden Cheetah è possibile costruire o importare da terze parti, come ErgDB (una app utile anche per la valutazione fitness, salute ed educazione alimentare), sedute di allenamento calibrate sul modello di atleta che si è venuto a creare. Con un rullo interattivo collegato al PC, questo può essere direttamente controllato dal software garantendo la corretta esecuzione dell’allenamento.

Volendo fare una valutazione complessiva?

Considerando che è un portale gratuito, ritengo che il grado di customizzazione di GoldenCheetah sia nel complesso buono, affermazione che vuole essere parallela e non può dimenticare il profilo dell’utilizzatore. Se quest’ultimo non ha nessuna conoscenza dei pc, allora diventa complicato. Per gli allenatori di mestiere oggi può avere dei limiti, limiti che non c’erano 8/10 anni fa. Se l’utilizzatore è un atleta fai da te, GoldenCheetah è uno strumento ottimo e facile da usare.

GoldenCheetah

NEGLI ARTICOLI PRECEDENTI

Alla scoperta dei portali di analisi. Scopriamo Intervals.icu

Perché TrainingPeaks è il sito di riferimento? Cerchiamo di capire

Shimano Connect Lab, analisi facilitate e gestione completa del Di2

Shimano Connect Lab, analisi facilitate e gestione completa del Di2

23.02.2025
4 min
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A nostro parere è una gran bella piattaforma di analisi dei dati, non troppo complicata nel disegno e nella struttura, facile da interpretare e parecchio ordinata. Come è facile immaginare immagazzina i dati che provengono esclusivamente dalla attività eseguite con gli strumenti Shimano. Le attività eseguite sono collegabili a soli due portali esterni, Strava e TrainingPeaks.

E’ un vero e proprio cruscotto e contenitore di numeri e le mappe si basano sulla cartografia OpenStreetMap. Shimano Connect Lab è un sito gratuito e non è supportato (per ora) da una app mobile specifica. Nell’ultimo periodo il sito ha previsto numerosi aggiornamenti ed implementazioni e molte funzioni sono diventate ancora più accessibili rispetto al passato.

All’accesso compaiono immediatamente gli highlight dell’attività
All’accesso compaiono immediatamente gli highlight dell’attività

Suddivisioni e gruppi di attività

Uno dei punti di forza di Shimano Connect Lab. Quello che si apre fin da subito, fin dalla prima registrazione è una sorta di cruscotto, di grande contenitore che permette di identificare e categorizzare le attività. Singole o periodiche, preferite (come ad esempio alcuni allenamenti alla distanza con tracciati interessanti), pedalate di gruppo e virtuali. Non è un aspetto da fare passare in secondo piano, perché la suddivisione attenta tra allenamenti indoor e outdoor, permette anche di quantificare in modo più oculato i diversi periodi di carico/scarico/mantenimento. E poi ogni singola attività quotidiana compare immediatamente davanti agli occhi con 5 finestre principali.

A queste si aggiunge la porta dedicata alla curva di potenza che considera i mesocicli di 4 settimane, perfettamente in linea con le tendenze più moderne di training specifico. Le finestre relative all’andamento della curva di potenza possono essere aggiunte ed eventualmente personalizzate in base alle necessità. E’ semplice e non è necessario essere un cervellone informatico. Nel caso vengano commessi errori in fase di costruzione, nessun dato viene cancellato e/o modificato. Inoltre i colori ed il contrasto dello schermo facilitano la lettura.

I grafici al colpo d’occhio

Ogni singola attività effettuata con la trasmissione Shimano Di2 (Dura Ace, Ultegra e anche 105), con l’utilizzo di un power meter Shimano, è completata di grafici della velocità, cadenza e frequenza cardiaca, potenza. Le linee di analisi si sovrappongono alla planimetria del percorso, considerando come base il tempo, oppure la distanza.

Immediatamente e non necessariamente entrando nel dettaglio, si può capire anche l’andamento della performance alla distanza, quantificando un eventuale calo. La flessione è parallela (non di rado) alle sensazioni percepite durante l’attività. Per chi approccia l’argomento del training specifico, controlla i dati ed i numeri in modo costante, senza mal di testa e senza scervellarsi, è un modo corretto e piuttosto preciso di sovrapporre le sensazioni fisiche (relative allo sforzo percepito) ai numeri.

In conclusione

Shimano Connect Lab è molto utile a chi approccia i portali di analisi dei dati ed inizia a farsi una cultura in merito. Non è specifico come Intervals.icu o come TrainingPeaks, non entra nel dettaglio del consumo calorico e dei macronutrienti (solo per fare un esempio), ma si limita all’analisi della potenza e dei numeri, semplificando l’interpretazione di questi grazie all’esposizione di grafici facili da leggere. Connect Lab non è un portale dedicato ai coach di mestiere. Non in ultimo dà la possibilità di tenere sotto controllo tutte le cambiate e la gestione del cambio elettronico Di2, aspetto interessante e divertente se sovrapposto ai dati dell’allenamento e per la manutenzione della bici (completando le funzioni di E-Tube).

Infine, Connect Lab ha l’obiettivo di completare la piattaforma di gestione dei dispositivi elettronici Shimano che comprende le app E-Tube Ride e Project, dove anche le e-bike sono protagoniste. Shimano Connect Lab è anche molto utilizzato da alcuni bikefitter che utilizzano il sistema Bikefitting per le valutazione di messa in sella, grazie alla estrema precisione nelle fasi di analisi della pedalata.

Shimano

Perché TrainingPeaks è il sito di riferimento? Cerchiamo di capire

21.02.2025
5 min
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TrainingPeaks ad oggi è il portale più utilizzato per l’analisi dei dati dell’allenamento, quello più usato e comune tra i preparatori atletici (di riflesso lo usano anche tantissimi atleti professionisti).

Dopo il precedente articolo in cui abbiamo snocciolato le peculiarità di Intervals.icu, cerchiamo di capire se TrainingPeaks è migliore oppure no. Perché è così comune tra gli allenatori? Questa volta abbiamo il ricco contributo di due preparatori di eccellenza. Michele Della Piazza che abbiamo già imparato a conoscere e Ian Jenner, preparatore in ambito professionistico di diversi atleti WorldTour, fondatore ed head coach di Rule 5 Cycling Coaching, collaboratore attivo di TrainingPeaks.

Alla base del successo c’è l’allenamento e gli stimoli che arrivano da quest’ultimo
Alla base del successo c’è l’allenamento e gli stimoli che arrivano da quest’ultimo

TrainingPeaks specifico per i coach

Come tutti i portali dedicati all’esplosione dei dati, anche TrainingPeaks ha l’obiettivo principale di tradurre la vita reale (l’allenamento) in numeri. Al contrario degli altri siti web fornisce delle soluzioni mobile app e per desktop, iOs e Android. TrainingPeaks nasce alla fine degli anni Novanta ed è il primo sito ufficiale specifico per le analisi degli allenamenti.

TrainingPeaks offre due livelli di account. Quello a pagamento (121 euro circa all’anno) per atleti (o per chi vuole avere un’interfaccia completa) e per allenatori. L’account gratuito mette invece a disposizione delle analisi basiche, sufficienti per chi non ha cognizione di causa, per chi non ama fare confronti o semplicemente per chi si affida al 101% al suo preparatore.

Il sito offre dei pacchetti già pronti, provenienti da diversi allenatori certificati
Il sito offre dei pacchetti già pronti, provenienti da diversi allenatori certificati

Il vantaggio dei programmi on-line già pronti

E’ una sorta di grande contenitore di allenatori, di diverse discipline (non solo ciclismo), che hanno diversi gradi di preparazione e che offrono differenti pacchetti di allenamento. Ognuno di questi è acquistabile dal portale. Le informazioni sono piuttosto dettagliate e permettono di capire quale tipologia di training si configuri meglio con le proprie esigenze. Un po’ per tutte le necessità e tasche. Si può avere un rapporto diretto con il proprio coach, oppure una sorta di relazione virtuale. In questo secondo caso entrano in gioco anche le conoscenze del preparatore e le abilità di quest’ultimo di tenere sotto controllo un utente con il quale non è mai entrato in contatto in modo effettivo, o in maniera parziale.

Un ulteriore vantaggio della disponibilità di programmi (pronti), è la disponibilità di una serie di allenamenti specifici per un periodo dell’anno. Ad esempio quello invernale dove le sedute indoor sono più numerose e avere una linea guida per usare le potenzialità dell’home training ha dei vantaggi non secondari.

Michele Della Piazza nel suo “bunker” dove studia e analizza
Michele Della Piazza nel suo “bunker” dove studia e analizza

La potenza normalizzata

«TrainingPeaks è un riferimento sotto quasi tutti gli aspetti – spiega Della Piazza – anche se non condivido al 100% il concentrarsi in modo eccessivo sul valore della potenza normalizzata. Talvolta chi lo utilizza tende ad avere come riferimento quasi esclusivamente la normalizzata. Non significa che non vada bene o non debba essere presa in considerazione, ma l’evoluzione dei sistemi permette di considerare molti altri dati. La NP sovrastima gli aspetti metabolici e non distingue il carico metabolico da quello neuromuscolare. Tuttavia grazie ad un pool esperto di sviluppatori e preparatori, TrainingPeaks sta migliorando tantissimo anche in questi termini e in breve arriverà ad essere super preciso nelle sue valutazioni».

TP è alla base di diversi concetti e pubblicazioni alla base della cultura del training moderno
TP è alla base di diversi concetti e pubblicazioni alla base della cultura del training moderno

Il portale dove tutto è iniziato

«TrainingPeaks fonda i suoi successi su un gruppo di esperti che sono stati, lo sono tutt’ora, in grado di tradurre in modo semplice il monitoraggio del training – prosegue Della Piazza – dalla pianificazione fino all’analisi approfondita. TP ha cambiato tutto ed è grazie a questo sito che oggi troviamo l’unità di misurazione per quantificare l’allenamento. Tutti i siti che sono arrivati dopo, i più ed i meno completi, hanno preso ispirazione da TrainingPeaks».

Il futuro è anche un ampliamento ufficiale verso il virtuale
Il futuro è anche un ampliamento ufficiale verso il virtuale

Uno sguardo al prossimo futuro

«Seppur limitato nella customizzazione approfondita, TrainingPeaks è un esempio di semplicità – prosegue Della Piazza – è una guida nelle analisi del training specifico, è dotato di grafici adeguati alla metodologia di lavoro. Tra i valori aggiunti da considerare, c’è anche il fatto che tutti i dispositivi si collegano a TP ed è un sito pronto, già confezionato da qualcuno che lo ha pensato, sviluppato e confezionato per l’allenatore. TrainingPeaks è stata una grande idea, risultato di una cultura che ha cambiato il modo di allenarsi. Penso che in futuro migliorerà ulteriormente, grazie a nuove funzioni, come ad esempio il far corrispondere in maniera precisa i dati del carico interno dell’atleta a quelli forniti dagli strumenti esterni (i power meter, ndr)».

Il super esperto di TP Ian Jenner (foto Ital Cycling Tours)
Il super esperto di TP Ian Jenner (foto Ital Cycling Tours)

TP è inimitabile

Hanno provato a copiare TrainingPeaks, ma con poco successo, racconta Ian Jenner, che della piattaforma è un collaboratore attivo.

«Tuttavia – spiega – rimane il sistema di riferimento per l’allenamento specifico. Quello che è in grado di fare questo portale è far arrivare ogni dettaglio al coach e all’atleta, training e fatica, livello di fitness e forma, tenere traccia del riposo/sonno HRV, relazione con il peso, macronutrienti, naturalmente i profili della potenza, eccetera. Il segreto è comunque capire nel profondo le potenzialità del sistema e riuscire a sfruttarle.

«Inoltre – prosegue Jenner – TrainingPeaks è uno strumento che nasce per gli allenatori, non è un giocattolo. Un altro aspetto da valutare quando si parla di TrainingPeaks è questa sorta di paura del cambiamento. Insieme ai power meter è uno dei principali protagonisti del cambiamento di rotta del ciclismo, dello sport in genere, ma spesso certi passaggi sono difficili da affrontare e non tutti sono disposti a cambiare le vecchie abitudini».

TrainingPeaks

Alla scoperta dei portali di analisi. Scopriamo Intervals.icu

13.02.2025
5 min
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Cos’è Intervals.icu? E’ un portale e un motore di analisi dei dati del ciclista, è uno dei più utilizzati ad oggi ed ha avuto una crescita esponenziale negli ultimi 3/5 anni, periodo dove gli stessi misuratori di potenza sono entrati a fare parte della dotazione di base del ciclista. Non obbliga a pagare una quota.

Cerchiamo di capire, grazie al contributo di Michele Dalla Piazza, laureato in Scienze Motorie e figlio del conosciutissimo Alfiero (biomeccanico di tanti pro’) i pro ed i contro di Intervals.icu, a chi si rivolge e perché è sempre più utilizzato, da utenti veri e propri, ma anche dai professionisti della preparazione atletica.

Michele Dalla Piazza (foto Iens’Art content&agency)
Michele Dalla Piazza (foto Iens’Art content&agency)
Perché si usano portali come Intervals.icu?

I portali, o siti, o motori di sviluppo dei dati sono in realtà degli strumenti mentali/numerici che permettono di classificare e quantificare la realtà. Sotto un certo punto di vista gli si dà una forma, un volto sotto forma di numeri. Questi strumenti quantificano la fisiologia dell’esercizio e la rendono leggibile, analizzabile nel dettaglio.

Insieme ai power meter hanno cambiato il ciclismo?

Direi proprio di sì. Citando una frase dello scrittore Alessandro Baricco, gli strumenti sono le cose che stanno cambiando il mondo. I numeri con i loro strumenti hanno cambiato molto il ciclismo.

Il power meter è simbolo del ciclismo attuale
Il power meter è simbolo del ciclismo attuale
Quali strumenti usi per l’analisi dei dati?

La mia preferenza è sicuramente per Intervals.icu, che ho iniziato ad usare nel 2017, poi TrainingPeaks. Quest’ultimo ormai raramente e solo per una questione di relazione diretta con alcuni atleti che lo utilizzano per via dei team, sponsor e altro.

I due portali sono paragonabili?

Entrambi forniscono le analisi dei dati ed il preparatore può raggiungere lo stesso obiettivo, ma in modi molto differenti. Intervals.icu è dedicato anche a quei preparatori che masticano d’informatica, oppure agli stessi atleti che sono appassionati di informatica. Intervals.icu è un open-source ben fatto e mantiene un elevato grado di personalizzazione, per chi è capace di smanettare. TrainingPeaks è a pagamento, se si vuole ottenere veramente qualcosa di utile, non è personalizzabile a nessun livello ed è dedicato a chi vuole un format di analisi prestabilito. La versione gratuita è davvero basica.

Schermata personalizzata per osservare l’andamento della curva della potenza
Schermata personalizzata per osservare l’andamento della curva della potenza
Ritieni migliore Intervals.icu?

Sempre difficile categorizzare migliore o peggiore, a mio parere è più corretto chiedersi se uno strumento corrisponda alle proprie esigenze oppure no. Io sono anche appassionato di informatica e di creazione, personalizzazione di programmi che mi permettono di analizzare ancor più nel profondo i dati. Intervals.icu risponde in modo migliore alle mie esigenze, è facile da leggere ed interpretare a diverse tipologie di utenza. Posso condividere i grafici che creo con altri preparatori che usano il mio stesso metodo e viceversa.

Portali, numeri e power meter, il ciclismo moderno anche questo (foto Cyclingmedia Agency-Team Intermarché Wanty)
Portali, numeri e power meter, il ciclismo moderno anche questo (foto Cyclingmedia Agency-Team Intermarché Wanty)
Significa facilitare anche l’interpretazione da parte dell’atleta?

Esatto. I meccanismi di attuazione di Intervals.icu sono abbastanza complessi, invece le grafiche molto chiare semplificano la lettura anche a chi si limita ad interpretare l’allenamento, da eseguire o eseguito. Un’altra peculiarità è quella di un forum molto attivo ed un potenziale dello stesso portale che cresce grazie alle informazioni di utenti, allenatori e anche sviluppatori. Intervals.icu è dotato di API e non è un dettaglio.

Cosa sono?

E’ l’acronimo di Application Programming Interface, ovvero un’interfaccia di programmazione delle applicazioni. Oltre alla possibilità di personalizzare in base alle proprie esigenze, le API rendono molto flessibile il portale, oltre che adattabile a nuovi strumenti e prodotti.

Significa che ogni account può essere diverso?

Potrebbe essere che quello che uso io, personalizzato nei grafici, negli istogrammi eccetera è differente da quello di un altro utilizzatore che non ha le mie stesse necessità.

Tutto parte dal test del lattato (foto Iens’Art content&agency)
Tutto parte dal test del lattato (foto Iens’Art content&agency)
Quali sono i vantaggi di Intervals.icu, tangibili da parte dell’utilizzatore?

Ragionando con un punto di vista moderno può essere anche uno strumento di condivisione social grazie ad una serie di tag. E’ gratis anche se chiede un contributo, comunque non obbligatorio, si collega con la maggior parte dei portali social di ciclismo e grazie alla personalizzazione delle risorse, creazione dei programmi, permette ad esempio anche di anticipare l’overtraining. Il primo vantaggio rimane la grande customizzazione.

Ha dei punti deboli o difetti?

Non ha una app vera e propria (anche se è possibile connettere alla app sorella Dailytss.com, ndr), al contrario di TP. Ha molti grafici, che può essere un grande pregio, ma anche un difetto perché si può creare confusione.

Si trasporta sul dispositivo e offre riscontri già su strada
Si trasporta sul dispositivo e offre riscontri già su strada
Esiste il pericolo che strumenti del genere possano sostituire i preparatori?

Direi che questo processo è già in atto, non tanto per i preparatori atletici di alto livello, ma piuttosto per chi si è improvvisato qualche anno fa. Non credo che sparirà la figura del preparatore atletico, sicuramente ci sarà una selezione ancora più importante di quella attuale. Arriverà anche l’intelligenza artificiale e alcune metodologie cambieranno ulteriormente, di conseguenza il modo di allenare i corridori.