TrainingPeaks ad oggi è il portale più utilizzato per l’analisi dei dati dell’allenamento, quello più usato e comune tra i preparatori atletici (di riflesso lo usano anche tantissimi atleti professionisti).
Dopo il precedente articolo in cui abbiamo snocciolato le peculiarità di Intervals.icu, cerchiamo di capire se TrainingPeaks è migliore oppure no. Perché è così comune tra gli allenatori? Questa volta abbiamo il ricco contributo di due preparatori di eccellenza. Michele Della Piazza che abbiamo già imparato a conoscere e Ian Jenner, preparatore in ambito professionistico di diversi atleti WorldTour, fondatore ed head coach di Rule 5 Cycling Coaching, collaboratore attivo di TrainingPeaks.
TrainingPeaks specifico per i coach
Come tutti i portali dedicati all’esplosione dei dati, anche TrainingPeaks ha l’obiettivo principale di tradurre la vita reale (l’allenamento) in numeri. Al contrario degli altri siti web fornisce delle soluzioni mobile app e per desktop, iOs e Android. TrainingPeaks nasce alla fine degli anni Novanta ed è il primo sito ufficiale specifico per le analisi degli allenamenti.
TrainingPeaks offre due livelli di account. Quello a pagamento (121 euro circa all’anno) per atleti (o per chi vuole avere un’interfaccia completa) e per allenatori. L’account gratuito mette invece a disposizione delle analisi basiche, sufficienti per chi non ha cognizione di causa, per chi non ama fare confronti o semplicemente per chi si affida al 101% al suo preparatore.
Il vantaggio dei programmi on-line già pronti
E’ una sorta di grande contenitore di allenatori, di diverse discipline (non solo ciclismo), che hanno diversi gradi di preparazione e che offrono differenti pacchetti di allenamento. Ognuno di questi è acquistabile dal portale. Le informazioni sono piuttosto dettagliate e permettono di capire quale tipologia di training si configuri meglio con le proprie esigenze. Un po’ per tutte le necessità e tasche. Si può avere un rapporto diretto con il proprio coach, oppure una sorta di relazione virtuale. In questo secondo caso entrano in gioco anche le conoscenze del preparatore e le abilità di quest’ultimo di tenere sotto controllo un utente con il quale non è mai entrato in contatto in modo effettivo, o in maniera parziale.
Un ulteriore vantaggio della disponibilità di programmi (pronti), è la disponibilità di una serie di allenamenti specifici per un periodo dell’anno. Ad esempio quello invernale dove le sedute indoor sono più numerose e avere una linea guida per usare le potenzialità dell’home training ha dei vantaggi non secondari.
La potenza normalizzata
«TrainingPeaks è un riferimento sotto quasi tutti gli aspetti – spiega Della Piazza – anche se non condivido al 100% il concentrarsi in modo eccessivo sul valore della potenza normalizzata. Talvolta chi lo utilizza tende ad avere come riferimento quasi esclusivamente la normalizzata. Non significa che non vada bene o non debba essere presa in considerazione, ma l’evoluzione dei sistemi permette di considerare molti altri dati. La NP sovrastima gli aspetti metabolici e non distingue il carico metabolico da quello neuromuscolare. Tuttavia grazie ad un pool esperto di sviluppatori e preparatori, TrainingPeaks sta migliorando tantissimo anche in questi termini e in breve arriverà ad essere super preciso nelle sue valutazioni».
Il portale dove tutto è iniziato
«TrainingPeaks fonda i suoi successi su un gruppo di esperti che sono stati, lo sono tutt’ora, in grado di tradurre in modo semplice il monitoraggio del training – prosegue Della Piazza – dalla pianificazione fino all’analisi approfondita. TP ha cambiato tutto ed è grazie a questo sito che oggi troviamo l’unità di misurazione per quantificare l’allenamento. Tutti i siti che sono arrivati dopo, i più ed i meno completi, hanno preso ispirazione da TrainingPeaks».
Uno sguardo al prossimo futuro
«Seppur limitato nella customizzazione approfondita, TrainingPeaks è un esempio di semplicità – prosegue Della Piazza – è una guida nelle analisi del training specifico, è dotato di grafici adeguati alla metodologia di lavoro. Tra i valori aggiunti da considerare, c’è anche il fatto che tutti i dispositivi si collegano a TP ed è un sito pronto, già confezionato da qualcuno che lo ha pensato, sviluppato e confezionato per l’allenatore. TrainingPeaks è stata una grande idea, risultato di una cultura che ha cambiato il modo di allenarsi. Penso che in futuro migliorerà ulteriormente, grazie a nuove funzioni, come ad esempio il far corrispondere in maniera precisa i dati del carico interno dell’atleta a quelli forniti dagli strumenti esterni (i power meter, ndr)».
TP è inimitabile
Hanno provato a copiare TrainingPeaks, ma con poco successo, racconta Ian Jenner, che della piattaforma è un collaboratore attivo.
«Tuttavia – spiega – rimane il sistema di riferimento per l’allenamento specifico. Quello che è in grado di fare questo portale è far arrivare ogni dettaglio al coach e all’atleta, training e fatica, livello di fitness e forma, tenere traccia del riposo/sonno HRV, relazione con il peso, macronutrienti, naturalmente i profili della potenza, eccetera. Il segreto è comunque capire nel profondo le potenzialità del sistema e riuscire a sfruttarle.
«Inoltre – prosegue Jenner – TrainingPeaks è uno strumento che nasce per gli allenatori, non è un giocattolo. Un altro aspetto da valutare quando si parla di TrainingPeaks è questa sorta di paura del cambiamento. Insieme ai power meter è uno dei principali protagonisti del cambiamento di rotta del ciclismo, dello sport in genere, ma spesso certi passaggi sono difficili da affrontare e non tutti sono disposti a cambiare le vecchie abitudini».