Il Tour de France è la vetrina migliore per proporre nuovi prodotti, sia per il richiamo di pubblico sia per l’elevato livello tecnico presente in corsa. Per affrontare al meglio la Grande Boucle serve avere il materiale giusto, Vision lo sa e ha portato il meglio per i corridori della Visma Lease a Bike, dell’Astana Qazaqstan Team e anche della EF Procycling. Sulle strade del Tour, per la prima volta partito eccezionalmente dall’Italia, il terreno per “testare” i prodotti c’è tutto. 21 tappe, con arrivi in salita in posti che richiamano la storia di questo sport, come Plateau de Beille. Ma anche volate veloci e cronometro all’ultimo respiro. Vingegaard e compagni sono chiamati a dare sempre il meglio, così come Vision con i suoi prodotti.
Il manubrio Metron 5D ACR EVO è il più leggero ed ergonomico della gamma di VisionIl manubrio Metron 5D ACR EVO è il più leggero ed ergonomico della gamma di Vision
Si parte dall’impugnatura
Il primo prodotto che vi presentiamo è il Metron 5D ACR EVO, manubrio di altissima qualità tecnica in dotazione anche ai team Bahrain Victorious ed EF Education Easy Post. Si tratta del top di gamma della collezione di Vision, totalmente integrato e con finitura in carbonio 3k. Un mix di elementi che rende questo manubrio leggero, aerodinamico ed estremamente ergonomico. La sua forma unica si nota nella zona centrale, con la presenza della sezione Aero-Ergo.
Un’altra caratteristica rilevante è l’inclinazione in avanti di 10 gradi, questa favorisce una posizione naturale e comoda in sella, senza affaticare le braccia. L’atleta si trova a respirare meglio, anche in tratti di salita più impegnativi. Come si evince dal nome, il manubrio 5D è compatibile con il sistema di passaggio interno dei cavi integrato ACR (Aerodynamic Cable Routing). Disponibile in quattro diverse misure: L100×W400mm, L110×L420 mm, L120×L420 mm, L130×L440 mm.
Il profilo da 60 mm delle ruote Metron è pensato per i velocistiIl canale interno da 21 mm ospita alla perfezione copertoni da 28 mmLa grande novità tecnica è il mozzo PRS che migliora notevolmente le prestazioniIl profilo da 60 mm delle ruote Metron è pensato per i velocistiIl canale interno da 21 mm ospita alla perfezione copertoni da 28 mmLa grande novità tecnica è il mozzo PRS che migliora notevolmente le prestazioni
Polivalenti
Entriamo nella gamma delle ruote con le ultime nate in casa Vision, sono le Metron 45/60 sl. Disponibili in due profili: 45 mm e 60 mm – le potete osservare nella scelta dei corridori della Astana Qazaqstan Team – si adattano alle esigenze di ogni ciclista, velocista o scalatore che sia. Il canale interno è da 21 mm, una scelta che permette di avere il miglior rendimento tecnico grazie alla combinazione con copertoni tubeless da 28 mm.
La grande novità in termini di sviluppo e miglioramento delle prestazioni la si ha con il nuovo mozzo PRS (Power Ratchet System) con un innesto da 72 denti. Questo fornisce una maggiore scelta per gli angoli di innesti e una scorrevolezza superiore del 24 per cento rispetto ai mozzi di precedente generazione.
Il peso per la coppia di Metron con profilo da 45 mm è di 1.390 grammi. Mentre per il profilo da 60 mm il peso è di 1.490 grammi.
Per le cronometro i corridori dei vari team che utilizzano i prodotti Vision possono contare sulle Metron 91 slAl posteriore la scelta è affermata: ecco le Metron TFWPer le cronometro i corridori dei vari team che utilizzano i prodotti Vision possono contare sulle Metron 91 slAl posteriore la scelta è affermata: ecco le Metron TFW
Contro il tempo
Il Tour de France è una corsa che si gioca sul filo dei secondi in cui tutto può fare la differenza. Nelle prove contro il tempo, quindi, Vision ha portato le ruote Metron 91/TFW. All’anteriore il modello Metron 91 con profilo, appunto da 91 mm e canale interno da 21. Due caratteristiche che le rendono le ruote più aerodinamiche sul mercato, in più il peso è di soli 950 grammi. Al posteriore la scelta è ormai collaudata e affermata sulla ruota Metron TFW, aggiornata alla sua ultima versione. Una ruota lenticolare totalmente realizzata in carbonio. Il peso in questo caso è una sorpresa estremamente piacevole, visto che risulta di soli 930 grammi.
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Nel ciclismo professionistico, dove ogni dettaglio conta, è fondamentale offrire ai corridori le migliori soluzioni. In particolare per quanto riguarda le ruote, si sa che ogni miglioramento tecnico porta numerosi vantaggi. Infatti le ruote sono l’unico punto di appoggio che la bici ha con l’asfalto, da loro la potenza dell’atleta si trasforma in velocità. Vision ha deciso di sposare un motto: “Per fornire ad ogni ciclista il prodotto perfetto”.
Un obiettivo che si tramuta in realtà se si guarda alla serie di ruote presentate da Vision: la gamma SC. Prodotti di qualità elevata, realizzati con materiali all’avanguardia e studiati fin nei minimi dettagli. La serie di ruote SC si allarga e arrivano due nuovi prodotti: SC45 e SC60.
Il canale interno per le due nuove ruote della gamma SC è largo 21 millimetriIl canale interno per le due nuove ruote della gamma SC è largo 21 millimetri
Carbonio e tubeless
Le nuove ruote SC45 e SC60 sono realizzate per performare al meglio con pneumatici tubeless, specialmente nelle dimensioni che vanno da 28 a 32 millimetri. Una specializzazione, visto il maggior utilizzo di questa dimensione dei copertoni. I 24 raggi aerodinamici hanno incrocio 2:1 e sono inseriti su mozzi a trazione diretta. La ruota libera posteriore è dotata di un sistema migliorato, senza regolazione del precarico dei cuscinetti, ma con tappi terminali a pressione, per migliorare l’affidabilità e consentire maggiore facilità di manutenzione..
Quello che conta, anche se non è l’unico dettaglio, è il peso. Nelle ruote risparmiare pochi grammi può portare ad avere prodotti completamente diversi gli uni dagli altri. Le Vision SC45 e SC60 hanno un peso minore rispetto alle versioni precedenti, grazie all’aggiornamento della struttura in carbonio. La SC45 passa a 590 grammi di peso (per singola ruota). Mentre la SC60 arriva a 690 grammi (sempre per singola ruota).
Il profilo da 45 millimetri si può usare efficacemente anche in percorsi con tante saliteIl profilo da 45 millimetri si può usare efficacemente anche in percorsi con tante salite
SC45
Un profilo maggiore di 5 millimetri rispetto alla precedente versione rende la SC45 meno resistente al vento. La resistenza aerodinamica di questo modello è dell’8 per cento inferiore rispetto a quella della SC40. A fronte di tale dato il ciclista può scegliere di montare un copertone di dimensioni maggiori senza avere penalizzazioni di prestazioni. Ad esempio: una ruota SC45 con uno pneumatico da 28 millimetri è altrettanto veloce o più veloce della ruota SC40 con un pneumatico da 25 millimetri.
I vari test effettuati da Vision hanno messo in evidenza che in caso di forte vento il profilo più largo della ruota SC45 porta ad una maggiore stabilità. Ciò è dovuto allo spostamento della pressione laterale dietro e sotto il mozzo, che in quella posizione agisce come un timone per stabilizzare la ruota.
Con il profilo da 60 millimetri si ha una maggiore aerodinamicitàAumenta così la velocità di percorrenza anche nei percorsi mossiCon il profilo da 60 millimetri si ha una maggiore aerodinamicitàAumenta così la velocità di percorrenza anche nei percorsi mossi
SC60
Nel caso della ruota SC60 il vantaggio in resistenza aerodinamica c’è ma si attesta intorno al 4 per cento rispetto al modello SC55. A livello numerico il miglioramento sembra minore, ma va considerato che con un profilo così alto diventa comunque efficace utilizzare un copertone da 28 millimetri rispetto ad una da 25.
Per quanto riguarda la stabilità in caso di vento laterale va detto che il guadagno è sempre elevato, grazie al canale più largo. Alzare il profilo della ruota di 5 millimetri rispetto al modello precedente porta un profitto, a livello aerodinamico, molto elevato. Ora anche nei percorsi mossi sarà possibile avere un vantaggio non indifferente in percorrenza e velocità.
Merida Scultura Team 2022, quella utilizzata anche da Damiano Caruso. L'abbiamo provata e messa sotto torchio e abbiamo chiesto al campione siciliano il suo parere per validare il nostro test
Il team Astana Qazaqstan ha ufficialmente annunciato la definizione di una rilevante collaborazione e partnership tecnica con Vision, per quanto riguarda la fornitura di ruote, valida per il prossimo biennio agonistico 2024 e 2025.
L’Astana dal 2024 correrà con ruote VisionL’Astana dal 2024 correrà con ruote Vision
La squadra WorldTour kazaka utilizzerà dunque in gara, come in allenamento, le ruote Vision Metron. La linea di modelli più veloce e aerodinamica del brand espressamente dedicata a tutti quei ciclisti che non accettano compromessi tecnici. E che richiedonosempre il massimo in termini prestazionali per poter avere una bicicletta veloce ed al tempo stesso leggera. Una freccia a disposizione di Cavendish che per il 2024 parte con un obiettivo ben chiaro.
Le ruote alto di gamma Vision della linea Metron sono assemblate a mano in Italia, e sono caratterizzate da un’esclusiva tecnologia di polimerizzazione del carbonio e da un nuovo processo di stampaggio del cerchio in composito. In modo particolare, le prime foto disponibili delle Wilier Triestina Filante in dotazione al team, montate con le ruote Vision, hanno messo in evidenza il modello Metron 60 SL Disc: un set di ruote aero con cerchio in fibra di carbonio già impiegato con successo da altre squadre World Tour sponsorizzate di cui Vision è partner. Grazie alla propria leggerezza, e alla specifica attitudine aerodinamica (l’altezza del cerchio è appunto di 60mm), le Metron 60 SL Disc sono spesso state… “protagoniste” sulle pietre delle Classiche del Nord così come nelle tappe “miste” e pianeggianti dei grandi giri.
Cavendish e compagni useranno le ruote della linea MetronCavendish e compagni useranno le ruote della linea Metron
Leggerezza e aerodinamicità
«Vorrei dare il nostro più caloroso benvenuto a Vision – ha dichiarato Alexandr Vinokurov, il Direttore Generale dell’Astana Qazaqstan Team – in veste di nostro nuovo partner per quanto riguarda la fornitura delle ruote ufficiali. Siamo estremamente orgogliosi di aver firmato e di aver ufficializzato questo accordo. Vision rappresenta una vera e propria garanzia: una realtà leader mondiale per quanto riguarda la produzione di ruote e componenti per biciclette. Questa partnership è un’ottima notizia per il team, e sono davvero felice che tutti i corridori in organico possano affrontare la prossima stagione con le ruote Vision montate sulle loro biciclette Wilier.
«Vision ha una grande storia, ed i progressi dimostrati dallo stesso brand nell’ultimo decennio hanno impressionato tutti. La qualità e gli standard, l’attenzione ad ogni più piccolo dettaglio, unitamente al successo in termini di vittorie ottenuto nel mondo professionismo, ci hanno facilmente convinto di quanto Vision fosse realmente un importante pezzo mancante del nostro puzzle: un tassello che ci potrà aiutare a tornare sulla strada delle grandi vittorie».
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ALTEA (Spagna) – Il lavorìo dei meccanici Astana al piano terra dell’hotel Villa Gadea è incessante. I corridori rientrano alla spicciolata dall’allenamento e tutti, chi più e chi meno, hanno qualche indicazione da dare o domanda da fare. In un lato della grande stanza, c’è il monte delle ruote Vision appena arrivate, di fronte quelle Corima attendono di essere dismesse. Una schiera di telai, Filante e Zero, in attesa di essere montati e in fondo anche Vinokourov, seduto e fermo, in attesa che si formi bene il calco della soletta.
In questo formicaio di tecnica e colori, Gabriele Tosello si muove come il padrone di casa. Con lui partiamo da Cavendish, perché la Wilier Triestina preparata per lui ha l’eleganza di un abito importante.
Tosello parla con il gigante Syritsa del manubrio da crono,Cavendish si è unito all’Astana a fine 2022, ha rinnovato il contratto per una stagioneTosello parla con il gigante Syritsa del manubrio da crono,Cavendish si è unito all’Astana a fine 2022, ha rinnovato il contratto per una stagione
Parliamo di Mark, che idea ti sei fatto di lui?
Quando è arrivato lo scorso anno ed è venuto al camion, l’ho sentito parlare e l’impatto è stato subito buono. C’è da stargli dietro un attimino, perché è arrivato e passando da una bici all’altra, ha avuto bisogno di aggiustamenti. Un millimetro più alto, un millimetro più basso. E’ molto attento alla posizione, però una volta che l’ha trovata, non fa più cambiamenti. Magari il giorno che punta la corsa, lo vedi un po’ più teso. Però alla fine non è difficile lavorare con lui, come con tutti i campioni.
Su cosa si è concentrato in particolare?
Soprattutto sulla piega manubrio, come tutti i velocisti. Quando impugnano il manubrio, vogliono sentirlo bene, perché scaricano tanta potenza. Insomma, c’è voluto un po’ di tempo per trovare la giusta misura della piega, abbiamo curato bene la scelta della sella, però adesso è a posto. Per il resto, vediamo che fa piccoli cambiamenti giorno per giorno, ma anche quello in questo periodo è abbastanza normale.
E’ altrettanto attento anche per la componentistica?
Diciamo che è abbastanza attento a tutto. La ruota, il tipo di pedale, la scarpa, la sella. Infatti monta una sella diversa da quella dei compagni. Tutti usano il carbonio, lui la vuole con il telaio in acciaio.
Manubrio integrato su misura per Cavendish, con attacco da 130Questa è la nuoa sella Prologo Nago R4 usata dal teamQuesto invece è il modello utilizzato da Cavendish, senza scritte e con telaio in acciaioManubrio integrato su misura per Cavendish, con attacco da 130Questa è la nuoa sella Prologo Nago R4 usata dal teamQuesto invece è il modello utilizzato da Cavendish, senza scritte e con telaio in acciaio
E’ cambiato qualcosa rispetto alla bici del 2023?
Le misure di partenza sono le stesse, nel frattempo abbiamo cambiato i pedali e siamo passati a Shimano. Mark ha voluto provare appunto una sella nuova, la Nago R4 di Prologo, con cui al momento si trova bene.
Sono anche arrivate le nuove ruote Vision, cosa dicono i corridori?
Sono contenti, le stanno usando da tutto il ritiro, ma alcuni le avevano provate anche prima. Abbiamo iniziato a usarle con copertoncino e tubeless, le abbiamo nelle due versioni. L’anno scorso avevamo Corima e in qualche caso siamo passati alle HED perché Corima non era pronta per il discorso tubeless. Quest’anno abbiamo deciso di passare totalmente al tubeless, come la maggior parte delle squadre, e abbiamo scelto Vision. Ci hanno fornito le ruote che volevamo.
Ruote Vision da 60: questa la scelta di Cavendish per la Filante da garaQueste sono invece le ruote Vision da 40 che i corridori usano in allenamentoRuote Vision da 60: questa la scelta di Cavendish per la Filante da garaQueste sono invece le ruote Vision da 40 che i corridori usano in allenamento
Che profili?
Per la gara usiamo il 60 e il 45, mentre come ruota da allenamento usiamo solo il 40. Tutte con canale da 21. Mark per esempio in corsa userà sempre lo stesso tipo di ruota che è il 60.
Quanto è attento al peso della bici?
Gli interessa, ma relativamente. Più che preoccuparsi di avere 100-200 grammi in meno, ci tiene ad avere un bel feeling con la bicicletta, quindi magari privilegia il discorso della rigidità e della velocità.
Sempre ruota da 60 e telaio Filante, allora?
All’inizio ha avuto in mano una Zero e si era trovato benissimo, tanto che pensava di usare quella. E’ passato alla Filante perché è un po’ più rigida e adatta ai velocisti. Alla fine si è adattato e si trova bene. Userà la bicicletta personalizzata, ma per il resto è molto tradizionalista. Lui le leve dei freni, ad esempio, le tiene dritte. Ha preso una piega un po’ particolare, di forma rotonda, con l’attacco da 130. In più è allo studio un altro manubrio personalizzato su sua richiesta. Ed è molto probabile che per il Tour avrà una bici fatta ad hoc.
Sulla forcella della WIlier Filante, la scritta richiama il nome di CavendishNonostante copertoni da 28, il passaggio ruota della Filante è molto ampio, a vantaggio dell’aerodinamicaLa Filante è appena rientrata dall’allenamento e porta inconfondibili i segni degli zuccheriIl gruppo sulla Filante è Shimano. Cavendish usa pedivelle da 170 e guarnitura 40-54Sulla forcella della WIlier Filante, la scritta richiama il nome di CavendishNonostante copertoni da 28, il passaggio ruota della Filante è molto ampio, a vantaggio dell’aerodinamicaLa Filante è appena rientrata dall’allenamento e porta inconfondibili i segni degli zuccheriIl gruppo sulla Filante è Shimano. Cavendish usa pedivelle da 170 e guarnitura 40-54
Per cosa i corridori hanno apprezzato le ruote nuove?
Come rigidità e scorrevolezza. Quelle che usiamo quest’anno sono già pronte da gara, con cuscinetti ceramici montati per noi, non quelli di serie. Per le squadre, Vision fa sempre qualcosa di particolare. Magari c’è più manutenzione. Per il funzionamento perfetto bisogna stargli un po’ dietro. Quindi bisogna pulire i cuscinetti più frequentemente, magari usando un olio particolare invece del grasso. Se fai così, durano di più e restano veloci.
Pedivelle e rapporti?
Pedivelle da 170 e corona davanti da 54. E questo per essere un velocista è strano. Ormai chiedono tutti il 56 quando non addirittura il 58. Ma si vede che Mark viene dalla pista.
I bike brand Fsa e Vision rivestono ufficialmente il ruolo di partner della prossima ed attesa prima edizione di GeoGravel Tuscany, la manifestazione gravel ideata dall’ex due volte campione del mondo Paolo Bettini in programma nelle meravigliose campagne attorno a Pomarance (Pisa) nel weekend del 22/24 settembre.
La GeoGravel Tuscany si caratterizza per essere la prima “gravel experience” dedicata alla geotermia. Una manifestazione che nelle intenzioni primarie intende accompagnare i partecipanti a scoprire… pedalando tutti gli sterrati più affascinanti delle colline metallifere, meglio conosciute anche come “Strade Grigie”.
C’è lo zampino di Paolo Bettini nella nascita della GeoGravel TuscanyC’è lo zampino di Paolo Bettini nella nascita della GeoGravel Tuscany
Un’idea del “Betto”
Nato da un’idea del campione olimpico di Atene 2004, e due volte iridato Paolo Bettini, questo evento si caratterizza per essere un vero e proprio viaggio fra ulivi e macchia mediterranea, antichi borghi e incantate fortezze, con la vista sempre rivolta al suggestivo borgo medievale di Pomarance, autentico cuore pulsante dell’evento. Sullo sfondo, un territorio unico lungo il quale letteralmente ribolle il cuore caldo della Val di Cecina, tra geyser e lagoni che ispirarono persino Dante per il suo Inferno, e che ancora oggi affascinano i rider desiderosi di vivere grandi avventure.
Specchi d’acqua sperduti tra i boschi incontaminati, sentieri lontani dalla civiltà, un calice di rosso al tramonto e tutti i sapori autentici dell’entroterra. La GeoGravel intende proporre a tutti coloro che decideranno di parteciparvi una Toscana mai vista… o meglio, mai esplorata!
Vision sarà uno dei partner, insieme a Fsa, della GeoGravel TuscanyVision sarà uno dei partner, insieme a Fsa, della GeoGravel Tuscany
Due brand: una garanzia!
Ed è proprio in questo contesto che si inserisce l’accordo di partnership definito da Fsa e Vision con il comitato organizzatore della GeoGravel Tuscany. Full Speed Ahead (FSA), ventennale produttore di componenti per biciclette di livello mondiale, ha già da alcuni anni rivolto particolare attenzione al lancio di prodotti dedicati al mondo “off-road”. Ovvero XC e Gravel, oltre al downhill e all’intero mondo Trail, Enduro (sia tradizionale sia elettrico).
Title sponsor dell’evento expo Mtb più importante in Italia – il Bike Festival di Riva del Garda – Fsa supporta molte delle realtà protagoniste del mondo Mtb, oltre a diverse formazioni WorldTour su strada. Non a caso, Fsa ha introdotto una specifica linea dedicata al mondo gravel che si chiama AGX. Una linea composta da ruote, piega manubrio, attacco manubrio, reggisella e pedivella.
L’evento gravel, voluto da Paolo Bettini, si svolgerà tra il 22 e il 24 settembreL’evento gravel, voluto da Paolo Bettini, si svolgerà tra il 22 e il 24 settembre
Dai pro’ al gravel
Con un impegno costante verso la qualità, l’eccellenza tecnica ma soprattutto molto attenta al punto prezzo, il brand Vision si è guadagnato nel tempo la fiducia sia di ciclisti professionisti quanto di moltissimi appassionati praticanti. Vision si dedica ad elevare l’esperienza del ciclismo attraverso la propria gamma di prodotti. Un catalogo che comprende ruote aerodinamiche in fibra di carbonio, trasmissioni avanzate, manubri e numerosi altri componenti progettati per ottimizzare le prestazioni su qualsiasi terreno.
Anche Vision, come Fsa, ha avuto modo di sviluppare nel tempo ruote di tutti i livelli espressamente dedicate al mondo Gravel. Tra queste occorre ricordare le Metron 30 SL Disc Clincher o tubolare, le Metron 45 SL, le Trimax i25 Disc e le Trimax AeroGravel i23 Disc.
COMBLOUX – Quelli che sulle crono puntano davvero hanno spesso componenti speciali. Succede in tutte le squadre e certo non poteva fare eccezione la Jumbo-Visma. Sulla bici di Vingegaard per la crono facevano bella mostra di sé delle appendici Vision in composito: le stesse che avevamo visto al Giro con Roglic. In realtà le hanno quasi identiche anche Bahrain Victorious, EF Education-EasyPost e Arkea-Samsic, ma tutte hanno un diverso innesto sul telaio.
Nel grande caldo della crono di ieri, ci siamo soffermati a osservare la Cervélo di Vingegaard e il suo manubrio. Il risultato finale è stato a dir poco esaltante, per cui ci siamo concessi un approfondimento con Francesco Ragazzini, l’ingegnere che ha sviluppato il progetto.
Il manubrio Vision è venduto in tre misure, con cui si coprono le maggiori taglie possibili (foto VisionTech USA)La progettazione del manubrio da crono è iniziata dopo i test in galleria con manubri normaliComfort ed efficienza: così al centro delle protesi si alloggia il computerinoIl manubrio Vision è venduto in tre misure, con cui si coprono le maggiori taglie possibili (foto VisionTech USA)La progettazione del manubrio da crono è iniziata dopo i test in galleria con manubri normaliComfort ed efficienza: così al centro delle protesi si alloggia il computerino
Al fianco di Cervélo
Le appendici Metron TFE Pro P5 sono nate in collaborazione con la squadra olandese e con Cervélo che dà loro le bici: P5 è infatti la sigla che contraddistingue il modello da crono della casa canadese. Sono acquistabili al prezzo di 3.459 euro.
Le appendici sono prodotte in tre misure (small, medium e large) e sono nate da un primo passaggio del team in galleria del vento, utilizzando delle estensioni standard. La Jumbo Visma infatti ha portato gli atleti nel tunnel alla presenza dei suoi specialisti biomeccanici e dell’ingegnere aerodinamico. Una volta che è stata individuata la posizione più redditizia, è stata fatta una scansione in 3D e a quel punto Vision ha ricevuto l’immagine del sistema corridore+bici.
«Quello è stato il punto di partenza – spiega Ragazzini – per sagomare l’appendice sul corpo del corridore, una cosa che con le appendici tradizionali non si può fare, visto che sono tubi orizzontali oppure obliqui. Visto il risultato, la squadra ci ha dato via libera e abbiamo prodotto un primo esemplare in RP (rapid prototype) in nylon, con cui i corridori hanno potuto pedalare su strada e in condizioni di sicurezza».
E’ ben visibile il solo cannotto con cui il manubrio si fissa al tubo di sterzoSalta agli occhi la differenza fra questo tipo di manubrio e quelli più tradizionaliUn manubrio identico alla Bahrain Victorious, ma con doppio appoggio sul manubrioE’ ben visibile il solo cannotto con cui il manubrio si fissa al tubo di sterzoSalta agli occhi la differenza fra questo tièo di manubrio e quelli più tradizionaliUn manubrio identico alla Bahrain Victorious, ma con doppio appoggio sul manubrio
Composito made in Italy
Si trattava dell’ultimo passaggio prima della realizzazione definitiva in composito: quella che non avrebbe permesso correzioni di alcun tipo.
«La versione definitiva – spiega Ragazzini – viene realizzata con carbonio e resine, per questo è corretto dire che siano realizzate in composito. Ci siamo rivolti ad una carbon factory di Imola, un’azienda con cui abbiamo l’esclusiva sulla produzione di componenti speciali in composito e dove produciamo anche la nostra ruota lenticolare posteriore TT: un pezzo monoscocca da 883 grammi DB CH-TL.
«Non conta tanto il tipo di carbonio che si usa, quanto il mix con la resina. Non si può neanche dire che siamo partiti per realizzare le appendici più leggere o più aerodinamiche: cambia l’approccio. In Formula Uno si punta a realizzare i componenti migliori, per cui anche in questo caso la leggerezza non è mai stata un obiettivo, ma è diventata la conseguenza del lavoro ben fatto».
Non solo Vingegaard, al Giro d’Italia queste appendici erano sulle biciclette di Roglic e pochi altriNon solo Vingegaard, al Giro d’Italia queste appendici erano sulle biciclette di Roglic e pochi altri
Piantone unico
Una volta che sono stati realizzate e messe in catalogo le tre protesi, l’intervento sugli atleti riguarda l’altezza, il posizionamento dei comandi della trasmissione (perché Sram ad esempio è diverso da Shimano) e i poggioli in schiuma.
«La differenza fra il manubrio Jumbo e gli altri – spiega ancora Ragazzini – sta nel fatto che gli altri hanno tutti due punti di fissaggio sul manubrio, mentre alla Jumbo-Visma hanno un solo braccio che si inserisce nello sterzo. E’ un perno unico, molto più grande, che a livello di resistenza alla torsione deve superare dei test parecchio esigenti. Un’ultima cosa riguarda le misure. Andiamo a prenderci tutti i millimetri che l’UCI ci consente, per questo l’individuazione delle misure giuste resta un passaggio fondamentale. Altrimenti i giudici ti fermano e non ti fanno correre».
Ieri Vingegaard non l’hanno fermato i giudici e tantomeno la salita e neppure Pogacar. La crono di Combloux ha messo una forte ipoteca sul Tour de France. Se Pogacar ha ancora birra in corpo già da oggi sarà chiamato ad attaccare.
Abbiamo preso delle foto di Roglic sulla sua Cervélo R5 e le abbiamo commentate con Riccardo Magrini, opinionista Eurosport. Come è messo Primoz sulla bici?
OME – Da qualche parte qui intorno c’è la clinica dove accompagnammo Pantani per togliere i ferri dalla gamba e iniziare la parte più gloriosa e insieme drammatica della carriera. L’hotel che la EF Education-Easy Post divide con la Eolo-Kometa è inondato da un bel sole caldo. E’ il secondo riposo del Giro (ieri per chi legge), i corridori scendono alla spicciolata. Bettiol è passato per qualche istante, si è avvicinato ai meccanici e poi è tornato in stanza. Poi arriva Cepeda e con lui si ride forte ricordandogli gli sguardi torvi di Pinot sulla salita di Crans Montana. Nell’attesa degli altri, si sta coi meccanici davanti alla Cannondale di Ben Healy, che a Bergamo è andato a un soffio dalla doppietta.
La sua Cannondale SuperSix Evo in tenuta da Giro d’ItaliaLa Cannondale dell’irlandese monta ruote Vision e gomme tubeless di VittoriaCome ogni bici preposta a correre, anche quella di Healey riporta la verfica dell’UCILa sua Cannondale SuperSix Evo in tenuta da Giro d’ItaliaLa Cannondale dell’irlandese monta ruote Vision e gomme tubeless di VittoriaCome ogni bici preposta a correre, anche quella di Healey riporta la verfica dell’UCI
Lo sguardo di Moser
L’irlandese è il solo della squadra a usare un manubrio classico di FSA, con l’attacco e la piega Vision Metron Aero 4D. Le leve dei freni sono così chiuse verso l’interno che quasi si guardano in faccia. Le ruote sulla bici sono quelle da allenamento, mentre ieri ha usato le Vision SL45 con tubeless Vittoria da 28. Il gruppo è lo Shimano Dura Ace, ma completato dalla guarnitura FSA con misuratore di potenzaPowerBox. La sella è la Prologo Dimension 143 Nack.
Ben arriva trascinando le ciabatte, i capelli sciolti, la barbetta ispida e lo sguardo semi assonnato che tanto ricorda il Moreno Moser dei primi tempi. Due parole con Giorgio Marra di FSA-Vision che è venuto con un operatore per filmarlo con le nuove appendici da crono e poi si avvicina. I ritmi sono lenti e anche l’allenamento oggi sarà più una passeggiata che una cosa seria. Il primo sole dopo tanto tempo, la temperatura di quasi 26 gradi e la fatica da smaltire esigono un giorno a ritmo blando.
Sulla sua Cannondale, Ben Healy non usa il manubrio integratoIl motivo del manubrio tradizionale è presto detto: Ben ha bisogno di attacco negativo per stare più bassoSulla sua Cannondale, Ben Healy non usa il manubrio integratoIl motivo del manubrio tradizionale è presto detto: Ben ha bisogno di attacco negativo per stare più basso
Cosa ti aspetti dalla terza settimana? E’ un punto interrogativo per te che sei così giovane?
Penso che avremo alcuni giorni difficili, forse qualche fuga. E se ne avrò la possibilità, proverò a fare qualche punto per il gran premio della montagna. Quanto al punto interrogativo, amico mio… Penso che ogni esperienza nuova porti qualche punto di domanda. Di solito tendo ad andare bene e a non avere alti e bassi, non vedo l’ora di scoprirlo, ma penso che per me sarà una settimana positiva.
Cosa ti resta del secondo posto di Bergamo?
E’ stata sicuramente una bella giornata e spero anche una gara emozionante per il pubblico che l’ha seguita. Ho sicuramente commesso alcuni errori, ho sciupato troppe forze, ma sono tutti aspetti da cui posso imparare e che porterò con me per il futuro. Almeno so che le gambe ci sono.
Con le leve girate, per Ben Healy la presa è comoda e l’appoggio aumentaCon le leve girate, per Ben Healy la presa è comoda e l’appoggio aumenta
Guardando la tua bici, si nota che sei l’unico a usare un manubrio tradizionale, come mai?
Perché mi piace stare piuttosto basso nella parte anteriore e le nuove Cannondale hanno un tubo di sterzo piuttosto alto. Quindi dobbiamo usare un attacco negativo.
Invece i freni così girati?
Li ho sempre avuti così, da prima che diventasse una moda. Quando mi sono messo a cercare la posizione più comoda, ho cominciato a girarle e le trovo comode. E adesso sta venendo fuori che può essere una posizione sbagliata per il discorso dell’aerodinamica.
Oggi ruote da 55 per l’allenamento, ieri più basse. Domani (oggi, ndr) sul Bondone tornerai alle più basse?
Esatto, in montagna si va con le Vision 45.
Nelle prossime tappe, cone nei giorni scorsi, per Healy ruote Vision da 45Il mozzo anteriore ha il nuovo sistema PRSL’innesto del mozzo è a 72 denti, per una migliore scorrevolezzaNelle prossime tappe, cone nei giorni scorsi, per Healy ruote Vision da 45Il mozzo anteriore ha il nuovo sistema PRSL’innesto del mozzo è a 72 denti, per una migliore scorrevolezza
Come deve essere la tua bici?
L’aspetto più importante prima ancora di pensare a rigidità e leggerezza, è che sia comoda e aerodinamica, visto che devo starci sopra a lungo.
Quando attacchi in salita, spingi dei bei rapporti…
Quando attacco sì, altrimenti mi piace avere anche ingranaggi che permettano una buona frequenza di pedalata. Non perché sia uno scalatore, ma perché quando salgo in bici, mi viene naturale tenere un’alta cadenza. Non credo che esista una frequenza di pedalata ottimale, è molto soggettiva. Si vedono alcuni corridori macinare ad alta velocità e altri girare più lentamente, ma è un fatto legato alla fisiologia di ciascuno.
Guarnitura FSA Power2Max con ingranaggi 54-40 sulla Cannondale di Ben HealyGuarnitura FSA Power2Max con ingranaggi 54-40 sulla Cannondale di Ben Healy
Quanto ti è pesato finora correre con pioggia e freddo?
Per me non è un problema insormontabile, vediamo come va giorno dopo giorno. Certo sarebbe bello avere un po’ di sole, ma non ho troppa paura del freddo.
Si va giorno per giorno, ma c’è un’altra tappa che hai scelto di puntare?
Non si può prevedere quando ci riuscirò. Finora penso di aver colto le opportunità giuste, quando mi rendo conto che sono fuori dalla mia portata cerco di spendere il meno possibile.
VIGNOLA – Il primoriposo di questo Giro d’Italia è stato in maniera anomala un giorno soleggiato con temperature decisamente primaverili. Non siamo distanti da Maranello, dove i cavalli nascosti da carbonio e uno strato di vernice rossa ogni giorno ringhiano e urlano sulle strade modenesi. Arrivati all’albergo di Vignola dove alloggia laBahrain Victorious, all’ombra dei bus, abbiamo incontrato la giovane maglia ciclamino Jonathan Milan.
Nonostante i suoi 22 anni e un’indole degna dei motori ruggenti di queste parti, il friulano a questo Giro ci ha fatto già saltare sulla sedia con le sue volate rigogliose di watt e strattoni alla bici. Ed è proprio della sua Merida Reacto che ci siamo fatti raccontare, tra aneddoti, posizioni e accorgimenti.
La Reacto di Milan è in taglia LLe bici vengono lavate e revisionate dai meccanici a fondo nel giorno di riposoLa Reacto di Milan è in taglia LLe bici vengono lavate e revisionate dai meccanici a fondo nel giorno di riposo
La più grande
A vedere le sue volate, la potenza è uno degli elementi che più si notano in ogni pedalata. Per questo approfondimento abbiamo chiesto a Jonathan ogni dettaglio. A partire dalla taglia: quale utilizza?
«La più grande – dice Milan – una L, non ho mai provato telai più piccoli. Anche se qualche velocista preferisce usare una misura più piccola per essere più aerodinamico, per avere il telaio più reattivo e disperdere meno energia. Però io questa necessità con questa bici non l’ho mai avuta. Sono tre anni che ho le stesse misure, magari c’è stata qualche piccola variazione su manubrio, posizione, levette alzate o abbassate, sella avanti e indietro, però il telaio è sempre rimasto lo stesso.
«Ho sempre avuto unmanubrio da 40 centimetri – spiega – alla fine per fare le volate, penso che sia l’ideale. Se è troppo stretto, i gomiti si allargano e si vanno a sbilanciare le cose. Poi vabbè l’aerodinamica mia personale è un’altra cosa che bisogna rivedere sicuramente (ride, ndr). Non ne userò uno più stretto. Avevo pensato addirittura di allargarloper aprire la gabbia toracica quando sono giù, però alla fine ho deciso di restare così, perché mi trovo bene. A inizio anno volevo fare un paio di modifiche, almeno provarci, però mi sono detto: perché farlo? Se mi trovo bene, meglio mantenere questo assetto».
Il manubrio da 400 mm è il Vision Metron 5D ACR integratedLa sella è la Prologo Scratch M5Il manubrio da 400 mm è il Vision Metron 5D ACR integratedLa sella è la Prologo Scratch M5
Posizione e aerodinamica
Un altro aspetto che in queste volate fatte con la maglia ciclamino indosso non è passato inosservato è la sua posizione “anomala“. Quando tutti i velocisti tendono a portare il naso più vicino alla ruota anteriore, per Jonny l’unica priorità è sembrata quella di erogare più potenza possibile.
«Il primo anno – ricorda Milan – ero di mezzo centimetro più alto e poi piano piano sono andato un po’ più in giù per cercare di essere più aerodinamico. Le modifiche non sono state tante. L’anno scorso sono stato un sacco fermo. Ho finito l’annata che mi sentivo veramente bene e ho detto: “Bene adesso possiamo fare qualche prova, è il momento giusto“. Perché se si aspettava magari l’inizio di quest’anno con un qualche chiletto in più e magari un po’ più di rigidità, non mi sarei sentito tanto bene e avrei messo mano alla bicicletta non essendo al top. Quindi l’anno scorso ho alzato di pochissimo la sella, è stata tirata un po’ più avanti per far sì che la pedalata traesse più spinta dal pedale.
«Avevo fatto – dice – delle piccole modifiche, millimetriche, sui pedali e sulle tacchette, con cui mi sono veramente trovato bene. Ho cambiato anche scarpe. Sono uno molto precisino. Sono bello delicato, queste cose qua riesco a sentirle subito: sella avanti, indietro, alta, bassa, manubrio, leve…».
Una linea aero per questa Merida Reacto Una linea aero per questa Merida Reacto
Comfort, rigidità e peso
La Merida Reacto ha un telaio aero che però riesce ad accomunare varie caratteristiche. Così siamo partiti da una domanda base per farci raccontare questo telaio. In che ordine metteresti, comfort, rigidità e peso?
«Essendo un sprinter – spiega – ed essendo fisicamente grande, larigidità deve essere al top. Poi ci metto il comfort perché noi stiamo molte ore in sella. Infine il peso perché magari è una caratteristica su cui si può chiudere un occhio. Avendo una bici grande, sono sempre stato abituato a non farci troppo caso. In questa Reacto trovo assolutamente queste tre caratteristiche. Però dico che, nonostante le dimensioni e la sua grandezza, il peso è anche molto basso.
«Sono io che che devo costruirmimegliofisicamente, perché più dritta è la bici, meno disperdi e più scarichi potenza sui pedali. Di solito punto sempre a cercare di tenerla più ferma possibile, perché tagli meglio l’aria».
La scelta dei rapporti viene fatta a tavolino prima di ogni tappaLe coperture utilizzate nelle prime tappe sono state le Continetal da 28 mmLa scelta dei rapporti viene fatta a tavolino prima di ogni tappaLe coperture utilizzate nelle prime tappe sono state le Continetal da 28 mm
Ruote e rapporti
La qualità costruttiva di Merida è fuori discussione, perciò con Milan abbiamo approfondito anche gli allestimenti, a partire dalle ruote Vision 60 SL, i copertoncini Continental Gran Prix 5000s Tr e i rapporti del suo Shimano Dura Ace Di2 disc.
«Le ruote da 45 millimetri che vedete – dice Jonathan – le abbiamo montate nelle ultime tappe per alleggerirla. Di solito uso le 60, mentre le pressioni andiamo a concordarle di volta in volta. A me piace tenerle un po’ più altine. Non mi piace più di tanto guidare col bagnato, ma siamo fortunati perché con Continental siamo molto ben attrezzati.Abbiamo i 28, però al Giro di Croazia lo scorso anno ho provato anche i 30 e i 32 e devo dire che non si hanno problemi a guidare in condizioni anche stressanti. Nella prima tappa che ho vinto c’era una discesa molto tecnica e insidiosa, bagnata e con le foglie per terra. Ero dietro a Matej (Mohoric, ndr) ed era la prima volta che provavo a seguirlo. Mi sono detto: “O mi fido e vado con lui, oppure tiro i freni e vado giù alla Jonny”. Alla fine ci ho provato, mi sono fidato e sono rimasto stupito per la tenuta.
«Per quanto riguarda i rapporti– conclude – nelle prime tappe in volata ho sempre usato il 55. Nella prima penso di essere riuscito a tirare il 12 e montavo una cassetta con il 30. Invece, per le ultime tappe con più salita ho montato il 34, con il 54 davanti. Preferisco andare su un po’ più agilino che impallarmi la gamba, ma di solito lascio che a comandare siano le sensazioni. Se per caso non mi sento molto bene fisicamente, faccio le volate con un rapporto più agile. Quando a Napoli ha vinto Pedersen credo di aver sprintato con il 54×13, sicuramente troppo agile».
Dopo la beffa di ieri, Milan non sbaglia la distanza e vince la volata. Si chiude il periodo opaco. Dal 2024 va alla Lidl, ma un po' dispiace andar via
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Scultura, Reacto e Time Warp per le crono, queste sono le Merida in dotazione al TeamBahrain-Victorious. Sono le stesse versioni utilizzate nella scorsa stagione, ma con delle novità.
Grazie al contributo di Ronny Baron, meccanico del team, andiamo alla scoperta dei cambiamenti che riguardano le biciclette e di alcune curiosità tecniche che toccano anche le nuove ruote Vision.
Le nuove Vision SL45 (foto Team Bahrain-Vicotorious)Le nuove Vision SL60 (foto Team Bahrain-Vicotorious)Le nuove Vision SL45 (foto Team Bahrain-Vicotorious)Le nuove Vision SL60 (foto Team Bahrain-Vicotorious)
Rispetto alla stagione scorsa ci sono delle novità tecniche?
Merida ci ha confermato la fornitura dei modelli usati nella scorsa stagione, Scultura, Reacto e la Time Warp per le crono. Inoltre noi abbiamo avuto la fortuna di correre tutta la stagione scorsa con la trasmissione a 12 velocità e sotto il profilo della conoscenza del sistema, ad oggi è un bel vantaggio.
Altri componenti?
Abbiamo ancora Prologo per quanto concerne le selle e Vision, per una parte dei cockpit e per le ruote, qui c’è la novità. Ci sono i due nuovi modelli delle ruote SL45 e SL60.
Il modello da crono Merida Time Warp (Sprintcycling/Team Bahrain Victorious)Il modello Reacto (foto Team Bahrain Victorious)La Merida Scultura (foto Team Bahrain Victorious)Il modello da crono Merida Time Warp (Sprintcycling/Team Bahrain Victorious)Il modello Reacto (foto Team Bahrain Victorious)La Merida Scultura (foto Team Bahrain Victorious)
Quali sono le caratteristiche principali?
Le SL45 hanno un profilo da 45 millimetri, la versione precedente era da 40, mentre le 60 hanno un’altezza da 60. La vecchia versione era da 55. A prescindere dall’altezza il cerchio è cambiato completamente e nasce per il tubeless. Ha il canale interno con una larghezza da 21 millimetri e una larghezza complessiva del cerchio che permette di montare coperture fino a 35 millimetri.
Per le gomme?
Si usano le ruote al massimo delle potenzialità con i tubeless e anche nei contesti più complicati, come ad esempio la Roubaix. Le ruote si interfacciano alla perfezione con i tubeless da 28. Inoltre è cambiato anche il meccanismo interno ai mozzi.
Phil Bauhaus con la Reacto subito vittorioso in Australia(foto Team Bahrain Victorious)Anche Pello Bilbao, ma con la Scultura, ha centrato la vittoria in questa primissima parte di stagione (foto Team Bahrain Victorious)Phil Bauhaus con la Reacto subito vittorioso in Australia(foto Team Bahrain Victorious)Anche Pello Bilbao, ma con la Scultura, ha centrato la vittoria in questa primissima parte di stagione (foto Team Bahrain Victorious)
Le gomme sono sempre più larghe?
E’ così e possiamo considerare il 28 come standard. Il sistema ruota/tubolare è praticamente sparito, così come le gomme con la sezione da 25.
Per quanto concerne l’aumento dei denti delle corone, è parallelo ad un aumento di quelli dei pignoni?
Dipende dal corridore. In realtà non c’è stato un aumento dei denti dei pignoni, nel senso che è rimasta la cassetta 11-30 quella più utilizzata, anche con la guarnitura 54-40 anteriore. Piuttosto, ci sono atleti che chiedono il 55 davanti, combinato con una scala pignoni 11-34 posteriore.
Nuove soluzioni e lavoro incessante per il setting dei materiali (Sprintcycling-Team Bahrain Victorious)Le Metron della generazione precedente (Sprintcycling-Team Bahrain Victorious)La Scultura in fase di montaggio (Sprintcycling-Team Bahrain Victorious)Nuove soluzioni e lavoro incessante per il setting dei materiali (Sprintcycling-Team Bahrain Victorious)Le Metron della generazione precedente (Sprintcycling-Team Bahrain Victorious)La Scultura in fase di montaggio (Sprintcycling-Team Bahrain Victorious)
Dopo una stagione piena con i 12 rapporti, avete notato un consumo diverso dei componenti, rispetto alle vecchie trasmissioni?
E’ una domanda che inizialmente, come staff dei meccanici, ci eravamo posti, ma alla fine non abbiamo notato delle differenze. E’ pur vero che noi cambiamo spesso alcuni componenti sensibili, ad esempio la catena, o comunque non portiamo mai un pezzo alla fine della sua vita utile. Utilizzando questo metodo di lavoro è difficile quantificare le reali differenze, se esistono.
Ad esempio?
Abbiamo notato che la batteria interna della trasmissione a 12 velocità ha un’autonomia inferiore, rispetto a quella del sistema ad 11. Comprensibile, visto il diverso funzionamento che tiene conto anche del wireless degli shifters. In una stagione non abbiamo mai cambiato le batteria a moneta dei manettini.
Una parte di atleti in ritiro in Spagna (foto Team Bahrain-Vicotorious Charly Lopez)Una parte di atleti in ritiro in Spagna (foto Team Bahrain-Vicotorious Charly Lopez)
I corridori già presenti nel roster 2022, hanno chiesto delle variazioni importanti?
Restiamo nella normalità delle richieste che avvengono nel corso dei primi ritiri, comunque contestualizzate nel provare qualche materiale nuovo, oppure una diversa posizione in bici. Si tratta di dettagli. Il lavoro più grande viene fatto sulle bici da crono, dove in alcuni casi il corridore cambia in modo profondo la posizione, grazie anche al progredire del corridore stesso in questa disciplina e nell’utilizzo della bici specifica.