Torna il Val d’Aosta. Tre giorni di spettacolo e salite

15.07.2021
4 min
Salva

Ci eravamo lasciati con Andrea Bagioli che esultava sul traguardo di Cervinia e Mauri Vansevenant che si godeva i baci delle miss, re della generale. Da allora sono passati due anni. Ma finalmente il Giro della Valle d’Aosta, super appuntamento per gli under 23, sta tornando.

L’edizione numero 57 scatterà infatti domani e lo farà da Pollein. Una corsa che ha ricordi in bianco e nero non poteva essere cancellata con un colpo di spugna dal Covid. 

La prima edizione del Val d’Aosta risale al 1962 e fu vinta da Vendemmiati, l’anno dopo toccò a Motta
La prima edizione del Val d’Aosta risale al 1962 e fu vinta da Vendemmiati, l’anno dopo toccò a Motta

Lo zampino del Covid

Lo scorso anno la pandemia costrinse la Società Ciclistica Valdostana ad alzare bandiera bianca. Quest’anno però si è voluto riprendere a tutti i costi, seppur con una formula ridotta e “solo” tre tappe.

«Le ripartenze non sono mai facili – ha detto il patron Riccardo Moret – ma nonostante il periodo di grande incertezza, siamo riusciti a proporre una corsa tutta disegnata sul territorio valdostano. Ci abbiamo messo braccia, testa e cuore perché siamo dei grandi appassionati e perché volevamo far ritornare il ciclismo che conta sulle nostre strade. Una starting list di caratura mondiale e un percorso, come tradizione vuole ricco di salite, renderanno memorabile anche questa edizione del Giro della Valle d’Aosta».

E ha ragione Moret, non a caso lo slogan della manifestazione è : Giro della Valle d’Aosta, dove nascono i campioni. Chi vince qui non è mai un corridore che da professionista resta “anonimo”.

«Viste le incognite legate all’emergenza sanitaria – ha continuato Moret – si è scelto di limitare il numero delle tappe a tre e di evitare sconfinamenti. I protocolli dell’Uci sono stringenti, ma guardiamo al futuro con ottimismo. Un ringraziamento va alla Regione Autonoma Valle d’Aosta per il suo essenziale sostegno e alle Amministrazioni locali».

Breve ma duro

Dicevamo tre tappe. Si inizia domani con la Pollein-Pollein, la frazione più facile. Si prosegue con la tappa regina la Valtournenche-Cervinia e si conclude con la Fenis-Cogne. Nessuno sconfinamento quest’anno, come era da tradizione.

In tutto i chilometri da percorrere saranno 418 chilometri per un dislivello che si attesta sugli 11.000 metri. La prima tappa, come detto è la più facile: 110 chilometri molto nervosi che potranno vedere protagonisti i passisti che però sono in forma e tengono benone in salita. Non crediamo sia terreno per velocisti, anche perché dando uno sguardo alle formazioni, di ruote veloci pure ce ne sono ben poche, ovviamente. La seconda frazione prevede ben cinque scalate: Perloz, Col d’Arlaz, Col Tsecore, Saint Pantaléon e l’arrivo di Cervinia. E’ qui, che con ogni probabilità, si deciderà la classifica. Salvo però non spendere troppo in vista della frazione finale. La terza tappa infatti prevede ancora un arrivo in quota, a Cogne, e prima non mancheranno altri Gpm. Tuttavia la scalata finale non è impossibile: è pedalabile, a ruota si sta bene. Pertanto sarà importante gestirsi bene nell’arco dei tre giorni e magari poter contare sui compagni di squadra.

Vansevenant è il campione uscente. Oggi corre nella Deceuninck-Quick Step
Vansevenant è il campione uscente. Oggi corre nella Deceuninck-Quick Step

Parterre internazionale

Come da tradizione l’elenco dei partenti è di tutto rispetto. Le 28 squadre al via hanno portato le loro frecce migliori, considerando la tanta salita in programma. Molti di questi ragazzi li abbiamo visti protagonisti poco più di un mese fa sulle strade del Giro U23.

Tra loro ci sono i fratelli Johannessen (Tobias fu secondo) e Vandenabeele (terzo), in pratica due terzi del podio della corsa rosa. E questo solo per citare gli stranieri più forti.

Ci sono poi i nostri. La Eolo-Kometa schiera Piganzoli. La Seg propone Frigo. Per questo ragazzo, viste le altimetrie c’è tanta speranza che possa far bene e che abbia superato i suoi problemi con le discese. E poi vedremo finalmente Lorenzo Germani, passato alla Groupama-Fdj Continental, senza dimenticare El Gouzi della Iseo Rime Carnovali ed Alessandro Verre della Colpack-Ballan, che forse è tra i favoriti assoluti per la vittoria finale.

Menegotto: l’obiettivo al Giro U23? Tappe e contratto

26.05.2021
4 min
Salva

Jacopo Menegotto corre nella General Store e quest’anno, anche se non ha ancora vinto si è fatto vedere in gare importanti come il Belvedere e il Piva. Figlio d’arte, suo papà Roberto, è stato pro’ nella seconda metà degli anni ’90: lui il ciclismo lo ha fortemente voluto. 

Jacopo Menegotto è un classe 2000, compirà 21 anni a fine luglio
Jacopo Menegotto è un classe 2000, compirà 21 anni a fine luglio

«Ho provato anche tanti altri sport – dice Menegotto – calcio, rugby, atletica leggera, pattinaggio, ma io volevo la bici e appena ho potuto, da G1, ho iniziato a correre. Fino agli juniores ho vestito maglie di squadre non troppo lontane da casa, San Donà di Piave, e poi da under 23 sono andato a Bergamo alla Biesse Arvedi, prima di arrivare alla General Store.

Che corridore è Menegotto?

Sono un passista scalatore, potente, ma anche esplosivo per quel che riguarda gli sprint ristretti.

Come mai hai cambiato team?

Mi ha cercato Giorgio Furlan (diesse della General Store, ndr) che in questo modo mi ha dato la possibilità di avvicinarmi a casa.

Se ti dovessi paragonare a qualche pro’ per le tue caratteristiche chi scegli?

Oddio… di strada da fare ce n’è tanta, proprio tanta ma direi Alaphilippe! Mi piace il modo in cui corre, non ha paura di prendere vento in faccia, attacca da lontano ed è cattivo quando prende gli strappi. Senza contare che spesso va a fare anche le volate di gruppo. Ha una grande cattiveria agonistica.

Menegotto terzo sull’arrivo di San Vendemiano
Menegotto terzo sull’arrivo di San Vendemiano
Sei di San Donà di Piave tutta pianura: con le salite come fai?

Giorgio organizza dei ritiri infrasettimanali a Verona con la squadra e andiamo in Valpolicella soprattutto. Lì hai tutte le salite che vuoi. Altrimenti mi organizzo con la macchina e con altri corridori andiamo verso Vittorio Veneto. Altre volte mi aiuta un mio amico, Gino De Vecchi ex corridore e confidente, che mi fa fare dietro motore.

Jacopo, tra poco inizia il Giro U23: ci sarai?

Sì ci sarò. Lo vivrò tappa per tappa cercando di fare il meglio in base a quello che verrà. Non punterò alla classifica. L’anno scorso con Conca e Colleoni ho visto da vicino cosa significhi ed è molto difficile. Sarà il mio terzo Giro e in questi anni ho imparato molto. Ragionare sui 10 giorni è diverso. Cambia tutto.

Spiegaci meglio…

Rispetto ad una corsa di un giorno in cui dai tutto qui ti devi gestire, devi risparmiare, devi essere sempre molto attento in gruppo, appena arrivi devi mangiare subito, la sera spegni il telefono presto perché devi riposare e rilassarti. L’aspetto mentale è la prima cosa.

Quest’anno Menegotto è stato quinto al Trofeo Piva, gara internazionale
Quest’anno Menegotto è stato quinto al Trofeo Piva, gara internazionale
C’è qualche tappa che ti piace?

Quelle iniziali in Romagna sono adatte alle mie caratteristiche e anche le ultime due, che tra l’altro non sono lontane da casa. Io preferisco le salite pedalabili se sono lunghe, o i muri ripidi per quelle più corte. Sono comunque potente (Menegotto è alto 171 centimetri per 63 chili, ndr).

Hai già un contratto da pro’?

No, non ancora. Infatti voglio andare forte al Giro anche per questo motivo. Passare professionista è l’obiettivo principale.

Tuo papà Roberto correva, ti dà consigli? 

Ho un bellissimo rapporto con lui. Mi ha aiutato tanto. Nei momenti buoni mi lascia tranquillo, in quelli no invece c’è sempre. Magari ho un mese difficile in cui non ci sono con la testa e lui, che lo capisce, cerca di farmi rigare dritto. Sapete papà ci è passato, ha abbandonato avendo il contratto in mano, e sa bene cosa significhi poi… smettere di correre. “La giostra c’è adesso ed è adesso che devi ballare”, mi dice.