Trittico Rosa, la nuova sfida dell’UC Giorgione

21.08.2025
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Nel fine settimana del 29-31 agosto in provincia di Treviso andrà in scena la prima edizione del Trittico Rosa della Marca Trevigiana. Si tratta di una tre giorni dedicata al ciclismo giovanile femminile, organizzata da una squadra, l’UC Giorgione, che ha come Presidente il campione del mondo Alessandro Ballan e come Team Manager Enrico Bonsembiante.

Una scelta che sembra controcorrente in un momento in cui le competizioni giovanili, specie tra le juniores, sono sempre meno. Ma anche perché, solitamente, c’è chi organizza le gare e chi le corre. In questo caso invece un team ha deciso di impegnarsi in prima persona per dare la possibilità a ragazze di tutta Italia (e non solo) di cimentarsi in una piccola corsa a tappe. Abbiamo raggiunto Bonsembiante (nella foto in apertura) al telefono per farci raccontare com’è nata quest’idea, come si svolgerà e quali sono state le difficoltà che hanno incontrato.

Alessandro Ballan all’ultimo Cycling Stars Criterium, assiema a Pellizzari e Del Toro (foto Poci’s Pix)
Alessandro Ballan all’ultimo Cycling Stars Criterium, assiema a Pellizzari e Del Toro (foto Poci’s Pix)
Enrico, com’è nata l’idea di passare da dirigente di una squadra ad organizzatore di una gara? 

L’idea era quella di metterci del nostro come UC Giorgione, perché per primi vediamo sempre meno corse in Italia, soprattutto per le Juniores. Da molti anni assieme ad Alessandro Ballan organizziamo il Cycling Stars Criterium, quindi abbiamo voluto mettere a disposizione la nostra esperienza per organizzare una gara per le ragazze.

Qualcosa di simile non c’è in Italia?

C’è qualcosa di simile a Comano Terme, realizzato da organizzatori molto capaci. Io e Alessandro abbiamo preso spunto da lì, portandolo però naturalmente nel nostro territorio, da sempre terra di grande ciclismo, in città come Castelfranco Veneto e Mosnigo. E scegliendo un fine settimana in cui non c’erano altre competizioni in Italia.

Le ragazze dell’UC Giorgione sono esordienti e allieve: il Trittico Rosa offrirà loro una possibilità in più di gareggiare (foto Poci’s Pix)
Le ragazze dell’UC Giorgione sono esordienti e allieve: il Trittico Rosa offrirà loro una possibilità in più di gareggiare (foto Poci’s Pix)
Quindi avere deciso di organizzare non una semplice gara, ma addirittura una tre giorni

E’ una cosa particolare perché è una tre giorni completamente dedicata al ciclismo giovanile femminile, le categorie esordienti, allieve e juniores, cioè ragazze dai 12 ai 17 anni. Inizieremo la sera di venerdì 29 agosto a Castelfranco Veneto, con un circuito cittadino, che varrà anche per la classifica finale dei tre giorni.

In che senso classifica finale?

L’abbiamo pensata come una piccola corsa a tappe, quindi qualcosa di ancora più raro per ragazze di quest’età, un’opportunità in più. Sabato 30 poi ci sposteremo a Mosnigo di Moriago della Battaglia, sopra il Montello, dove ci sarà una cronometro, pianeggiante ma tecnica, che sarà anche valida per il campionato provinciale di Treviso.

Le ragazze dell’UC Giorgione in parata. La storica squadra trevigiana è rinata tutta al femminile nel 2024 con la presidenza di Ballan (foto Poci’s Pix)
Le ragazze dell’UC Giorgione in parata. La storica squadra trevigiana è rinata tutta al femminile nel 2024 con la presidenza di Ballan (foto Poci’s Pix)
L’evento però sarà aperto a ragazze da tutta Italia, giusto?

Assolutamente. Anzi, abbiamo già ricevuto iscrizioni anche dall’estero. Per esempio avremo la nazionale ucraina juniores, e squadre da tutta Italia con diverse ragazze di altri Paesi. E’ ancora presto per dire quante atlete ci saranno in tutto, ma ci aspettiamo almeno un centinaio di iscritte per ogni categoria, forse di più.

Questa ottima risposta testimonia il gran bisogno che c’è di gare del genere 

Sì perché di eventi simili ce ne sono pochi non solo in Italia, ma in tutta Europa. Il clou del Trittico sarà infine domenica 31 con la gara in linea. Le esordienti ripeteranno 10 volte un circuito di 4 chilometri, mentre alle allieve si aggiungerà un circuito più impegnativo sulle colline del Prosecco. Le juniores disputeranno invece una gara più lunga e selettiva, ripetendo 5 volte il circuito collinare di 19 chilometri. La gara di domenica sarà anche il primo Memorial Angelo e Gino Presti, un omaggio a due persone molto importanti per il ciclismo giovanile trevigiano. 

Giorgia Timis, Esordiente 2° anno, quest’anno ha vinto il Gran Premio Primavera di Maser (foto UC Giorgione)
Giorgia Timis, Esordiente 2° anno, quest’anno ha vinto il Gran Premio Primavera di Maser (foto UC Giorgione)
Chi sono?

Angelo Presti è stato uno storico organizzatore delle corse che si svolgevano a Mosnigo, oltre che direttore di corsa. Il figlio Angelo jr ci ha dato una grossa mano nell’organizzazione del Trittico, quindi ci è sembrato giusto dedicare l’evento clou alla memoria del padre.

A proposito di organizzazione, voi siete ormai rodati con il Cycling Stars Criterium. Questa però è una cosa diversa, avete trovato difficoltà?  

Non è facile, né a livello economico né burocratico. Bisogna trovare molti volontari e non è semplice. Per esempio per la gara di domenica dobbiamo coprire 65 punti tra incroci e uscite di strade laterali. Poi c’è la logistica, per tre giorni devi montare e smontare la partenza e l’arrivo. Insomma ci sono molte più cose a cui pensare rispetto al Criterium.  Per questo ci tengo a ringraziare Giorgio Dal Bò, presidente della sezione trevigiana della Federciclismo. Assieme a sua figlia Virginia ci sta aiutando moltissimo soprattutto dal punto di vista burocratico. E’ giusto sottolineare quando qualcuno si spende per realizzare qualcosa di bello e difficile nel proprio territorio, anche perché eventi del genere sono possibili solo grazie alla collaborazione di molte persone.

L’UC Giorgione con Longo Borghini e Wiebes al Cycling Stars Criterium 2025 (foto Poci’s Pix)
L’UC Giorgione con Longo Borghini e Wiebes al Cycling Stars Criterium 2025 (foto Poci’s Pix)
Hai parlato del fatto che arriveranno più di 300 atlete. Assieme ai vari staff e, immaginiamo, ai genitori, si tratta di un gran bel numero. Dove alloggeranno tutte queste persone?

Abbiamo diversi hotel e agriturismi convenzionati nella zona e li indirizziamo lì. Infatti, oltre a dare la possibilità alle giovani ragazze di gareggiare in una piccola corsa a tappa, il Trittico vuole anche creare un importante indotto su tutto il territorio.

Astoria Wines: 15.000 bottiglie vendute per lo “start” in Albania

19.05.2025
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La passione per il ciclismo e l’eccellenza enologica italiana tornano a incontrarsi anche nell’edizione 2025 del Giro d’Italia, grazie al rinnovo della storica partnership tra Astoria Wines e la Corsa Rosa. Un legame nato nel 2012 e diventato negli anni un simbolo della festa sul podio, con lo spumante trevigiano a celebrare i vincitori di tappa e i detentori delle maglie più ambite.

Per il quattordicesimo anno consecutivo, Astoria si conferma “Official Sparkling Wine” del Giro d’Italia, con le sue inconfondibili bottiglie Jeroboam da tre litri pronte a essere stappate in ogni tappa: dalla Maglia Rosa alla Ciclamino, dall’Azzurra alla Bianca, ogni giorno il brindisi è rigorosamente made in Treviso. A rendere ancora più speciale l’edizione 2025 è stata la partenza dall’Albania, occasione che ha spinto l’azienda a realizzare una bottiglia ufficiale dedicata, con etichetta celebrativa “Shqipëria”, già diventata un must tra gli appassionati: oltre 15.000 pezzi venduti nei primi mesi.

Pedersen è stato il grande protagonista delle tappe albanesi con due vittorie su tre
Pedersen è stato il grande protagonista delle tappe albanesi con due vittorie su tre

Oltre i confini

Il ciclismo, sport popolare e seguito a livello internazionale, si è rivelato un veicolo strategico per la promozione del marchio Astoria Wines nel mondo. 

«In questi anni – ha dichiarato l’amministratore delegato di Astoria Wines Filippo Polegato – abbiamo portato il nostro spumante in tutta Italia e ben oltre i confini nazionali, grazie anche alle grandi partenze dall’estero. Israele, Ungheria, Danimarca e oggi i Balcani sono mercati nei quali la visibilità ottenuta con il Giro ha fatto la differenza. La tappa in Albania ha suscitato grande entusiasmo e ci sta aprendo nuove strade commerciali».

Nairo Quintana e Filippo Polegato, Amministratore Delegato di Astoria Wines
Nairo Quintana e Filippo Polegato, Amministratore Delegato di Astoria Wines

Innovazione sostenibile

Ma non è solo una questione di visibilità. Astoria è un’azienda che ha fatto dell’innovazione sostenibile uno dei suoi tratti distintivi: nel 2024 ha introdotto sul mercato il primo tappo green in bioplastica ricavata dalla canna da zucchero, utilizzato proprio nelle bottiglie ufficiali del Giro. Una scelta coerente con la crescente attenzione del brand verso l’ambiente e le nuove sensibilità dei consumatori.

E per chi ama il brindisi leggero, Astoria è stata pioniera anche sul fronte del “Low Alcol”, portando già nel 2012 sul podio il suo “9.5 Cold Wine”, uno spumante brut da soli 9.5 gradi, diventato un riferimento nel segmento.

Il momento simbolico dell’edizione 2025 sarà il 25 maggio, quando la carovana del Giro passerà davanti alla sede di Astoria a Refrontolo (Treviso), durante la tappa che da Fiume Veneto condurrà i ciclisti alla mitica salita del Monte Grappa, con arrivo ad Asiago. Un omaggio alla lunga collaborazione tra il Giro e un marchio che ha saputo coniugare qualità, stile e passione per il grande ciclismo.

Le bottiglie ufficiali del Giro d’Italia 2025 sono disponibili online cliccando www.astoriawineshop.it, pronte per essere stappate da tifosi, collezionisti e appassionati delle due ruote.

Astoria Wines

Pinarello torna bicicletta ufficiale della corsa rosa

15.05.2025
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Pinarello segna il suo ritorno al Giro d’Italia come bicicletta ufficiale della Corsa Rosa, riaffermando il proprio ruolo centrale nella storia e nell’evoluzione del ciclismo. L’edizione in corso del Giro, la numero 108, ha preso il via da Durazzo, in Albania, venerdì 9 maggio, per concludersi tra gli applausi di Roma domenica 1 giugno. Ma sarà la tappa 14, in programma sabato 24 maggio, a rappresentare un momento simbolico e profondamente emozionante. La partenza avverrà da Treviso, città natale del brand, con il Km 0 posizionato davanti alla sede storica di Pinarello.

Questo ritorno sulle strade del Giro non è soltanto un’operazione di visibilità, ma un autentico tributo alla storia e alla passione che animano il marchio fondato da Giovanni Pinarello. Un marchio che ha scritto pagine indelebili del ciclismo mondiale e che, nel 2025, celebra anche il 50° anniversario della prima vittoria in un Grande Giro. Era il 1975 quando Fausto Bertoglio conquistava la maglia rosa proprio in sella a una Pinarello, dando inizio a un’epopea costellata di trionfi.

Nel corso dei decenni, Pinarello ha collezionato 30 vittorie nei Grandi Giri, diventando il produttore di biciclette più vincente della storia. Tra i successi più iconici al Giro d’Italia figurano quelli di Chris Froome (2018), Tao Geoghegan Hart (2020) ed Egan Bernal (2021). Senza dimenticare le due affermazioni consecutive di Miguel Indurain, ambasciatore del brand, nel biennio 1992-1993, e Chioccioli l’anno precedente.

Design e ricerca

Il legame tra Pinarello e il Giro d’Italia va oltre il risultato sportivo: è un vero e proprio patto culturale e identitario con il territorio, con le squadre, con i tifosi. Ogni singola bicicletta firmata Pinarello nasce difatti da una fusione di design all’avanguardia, ingegneria di precisione e una ricerca costante della massima performance, elementi che si riflettono in ogni curva, ogni salita, ogni sprint affrontato lungo il percorso della Corsa Rosa.

«Siamo profondamente orgogliosi di essere di nuovo al fianco del Giro d’Italia come fornitore ufficiale – ha commentato Fausto Pinarello, Presidente dell’azienda – questa corsa è parte del nostro DNA. Abbiamo sempre creduto nell’innovazione al servizio della bellezza, e il Giro rappresenta il palcoscenico perfetto per esprimere questa filosofia. Tornare significa onorare il nostro passato, ma soprattutto guardare al futuro con ambizione».

Con la partecipazione ufficiale al Giro d’Italia 2025, Pinarello rinnova la propria vocazione: essere non solo un produttore di biciclette, ma un autentico simbolo vivente della cultura ciclistica italiana, capace di ispirare atleti, appassionati e nuove generazioni.

Pinarello

Elastic Interface lancia una campagna per la sicurezza in strada

10.02.2025
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“Non guidare d’istinto, ma distante”: con questo slogan Elastic Interface, azienda italiana specializzata nella produzione di imbottiture innovative e sostenibili per abbigliamento da ciclismo, ha avviato una nuova campagna di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale dei ciclisti. L’iniziativa prevede la circolazione di un furgone aziendale appositamente allestito, che porta il messaggio di attenzione e rispetto per i ciclisti sulle strade della provincia di Treviso.

Dallo scorso 8 gennaio, tutti gli automobilisti della provincia di Treviso possono imbattersi in un veicolo di Elastic Interface con impresso un messaggio chiaro ed essenziale: “Non guidare d’istinto… ma distante. Rispetta la distanza di sicurezza.” Sul retro del furgone, lo slogan è accompagnato da un’immagine illustrativa che evidenzia l’importanza di mantenere almeno 1,5 metri di distanza dai ciclisti, garantendo così di conseguenza la sicurezza di tutti gli utenti della strada. L’obiettivo della campagna è chiaro, ovvero quello di sensibilizzare sia automobilisti che ciclisti sull’importanza di una convivenza rispettosa e sicura, riducendo il numero di incidenti e promuovendo una maggiore consapevolezza sui rischi della strada.

Questo il furgone di Elastic Interface che girerà in provincia di Treviso
Questo il furgone di Elastic Interface che girerà in provincia di Treviso

Necessità di cambiamento

Le statistiche confermano l’urgenza di un intervento concreto: nel 2024 si sono registrati 195 decessi causati da incidenti che hanno coinvolto ciclisti. La mancanza di infrastrutture adeguate, e la condivisione delle strade con altri veicoli, rendono particolarmente vulnerabili coloro che si spostano in bicicletta, soprattutto durante gli allenamenti. Anche un semplice spostamento d’aria generato da un veicolo può destabilizzare un ciclista, con conseguenze potenzialmente gravi.

Elastic Interface, da sempre attenta al benessere degli atleti su strada, ha inserito la promozione della sicurezza ciclistica tra gli obiettivi di beneficio comune della propria attività. L’iniziativa rientra in un impegno più ampio per favorire una maggiore sicurezza e consapevolezza nella condivisione degli spazi stradali.

Un impegno condiviso

Tra i sostenitori della campagna c’è Paola Gianotti, ciclista e ambassador del brand, che nel 2014 ha subito un grave incidente stradale durante il suo giro del mondo in bicicletta. Da allora, la stessa Gianotti si è impegnata attivamente nella sensibilizzazione sulla sicurezza dei ciclisti, promuovendo cartelli stradali e sostenendo proposte di legge per rendere obbligatoria la distanza minima di 1,5 metri in fase di sorpasso.

«Questa campagna – ha dichiarato Irene Lucarelli, responsabile marketing e comunicazione di Elastic Interface – è solo un primo passo. Abbiamo grandi aspirazioni e siamo aperti a collaborazioni per far crescere questa iniziativa. Elastic Interface ribadisce che la sicurezza su strada è una responsabilità condivisa: il rispetto delle regole e la consapevolezza reciproca sono difatti fondamentali per una convivenza più sicura tra ciclisti e automobilisti».

Elastic Interface

A Treviso l’UCI Region Bike Label, un lavoro di squadra

01.02.2025
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La Provincia di Treviso si è fregiata dell’UCI Bike Region Label, un riconoscimento consegnato dal presidente UCI Lappartient al presidente provinciale della FCI di Treviso, Giorgio Dal Bò. La cerimonia si è svolta ad Abu Dhabi lo scorso dicembre ed ha riconosciuto alla Marca Trevigiana una sorta di qualifica “bike-friendly di eccellenza” in virtù degli sforzi che sono stati profusi in ambito cicloturistico, sportivo e di sicurezza stradale. Eccellenza, perché solo 28 località nel mondo possono vantare tale riconoscimento: 15 città (UCI Bike City Label) e 13 regioni (in Italia, prima di Treviso, solo la Val di Sole).

«E’ un traguardo frutto di un grande lavoro di squadra – spiega Giorgio Dal Bò, presidente provinciale della FCI di Treviso – raggiunto anche grazie all’organizzazione, nel 2023, del Campionato del mondo Gravel. Il nostro prossimo obiettivo sarà invitare il presidente David Lappartient per fargli vivere qualche giorno nei nostri luoghi incantevoli».

La delegazione veneta presente ad Abu Dhabi, guidata dal Presidente provinciale FCI, Giorgio Dal Bò (al centro)
La delegazione veneta presente ad Abu Dhabi, guidata dal Presidente provinciale FCI, Giorgio Dal Bò (al centro)

Il ruolo di Daniela Isetti

Un ruolo di primo piano l’ha avuto Daniela Isetti che, oltre a far parte del Consiglio dell’Unione Ciclistica Internazionale, è esponente della Commissione “Ciclismo per tutti e ciclismo sostenibile”, sempre in seno all’UCI.

«Questa Commissione di cui faccio parte – spiega – lavora su argomenti legati alla sostenibilità, alla mobilità alternativa, al turismo sportivo, all’educazione dei bambini. Insomma, a tutti quegli argomenti che oggi rappresentano per il mondo del ciclismo un valore aggiunto. Qualche anno fa è stata istituita questa etichetta che viene assegnata dopo la presentazione di un progetto».

Qual è la prassi che porta a riconoscere l’UCI Bike Region Label a chi presenta tale progetto? 

Il percorso di approvazione e quindi di assegnazione di questa etichetta nasce all’interno della Commissione. Essa analizza i progetti presentati, segnala al Consiglio Direttivo dell’UCI le città meritevoli ad essere premiate con essa e il Consiglio Direttivo dell’UCI poi approva o meno le varie proposte. 

Daniela Isetti
Daniela Isetti è un membro del Consiglio dell’Unione Ciclistica Internazionale
Daniela Isetti
Daniela Isetti è un membro del Consiglio dell’Unione Ciclistica Internazionale
Come si è arrivati a Treviso?

Conoscendo la realtà di Treviso, molto legata a dinamiche che fanno riferimento al turismo sportivo, era stato proposto loro di iniziare questo tipo di percorso. Al Comitato Provinciale di Treviso della Federazione. Quindi a Giorgio Dal Bò. Si è poi creato un gruppo di lavoro con Nicolò Valentini e Antonella Stellitano, assieme ad altri componenti.

Qual è stato il suo ruolo?

Ho supervisionato il loro operato, anche in virtù del mio collegamento con la Commissione  che poi ha valutato il progetto. Tra l’altro Treviso è stata insignita del riconoscimento assieme a Tokyo, per cui parliamo di un livello qualitativo estremamente importante. 

Quali sono i criteri che occorre rispettare per ottenere il Label?

La progettualità deve mettere in luce gli investimenti che vengono fatti per la mobilità alternativa. Piste ciclabili. Investimenti sul turismo sportivo. Su politiche che tendono a far aumentare l’uso della bicicletta tra i giovani, tra la popolazione… Quindi sono diverse progettualità che devono dimostrare come la bicicletta rappresenti per un territorio un elemento di sviluppo. Uno degli elementi che comunque l’UCI chiede è anche di avere organizzato degli eventi a carattere internazionale. Nel caso di Treviso, l’elemento che ha sancito la perfetta presentazione di tutto il dossier è stata l’organizzazione del Campionato Mondiale Gravel UCI nel 2023.

David Lappartient, a capo dell’UCI dal 2017, ha consegnato il Bike Region Label alla Provincia di Treviso
David Lappartient, a capo dell’UCI dal 2017, ha consegnato il Bike Region Label alla Provincia di Treviso
Ci sono altri elementi di merito che la Provincia di Treviso ha potuto giocarsi?

Uno dei punti di forza è stato il mettere in evidenza come la storia del ciclismo si ripercuote con un progresso che vede il ciclismo non più solo come elemento agonistico, ma anche come elemento territoriale. Inoltre è stato messo in evidenza come il ciclismo e la bicicletta rappresentano per il territorio un elemento economico importante, un volano per tutta l’economia, basti pensare all’esempio di Pinarello. 

Da qui in avanti cosa si può prospettare?

Per il futuro la Commissione “Ciclismo per tutti”, come sempre fa, organizzerà dei webinar riservati alle città che costituiscono questo network importantissimo, mettendole nelle condizioni di crescere e di fare scambio di esperienze. Quindi ci sarà prossimamente un webinar che interesserà sia Treviso che Tokyo, ma ovviamente aperto a tutte le realtà, per iniziare un percorso di condivisione. Con il Comitato Provinciale di Treviso si ragionava anche della possibilità di ospitare in futuro il forum delle città ciclabili che si è tenuto a fine 2024 ad Abu Dhabi e che quest’anno si svolgerà a Copenhagen.

L’occasione del premio è stata un’opportunità per far conoscere il territorio trevigiano negli Emirati Arabi
L’occasione del premio è stata un’opportunità per far conoscere il territorio trevigiano negli Emirati Arabi

Una Provincia su due ruote

La provincia di Treviso vanta ben 2.715 km di piste ciclabili, con l’obiettivo di aumentarle del 7% all’anno, puntando a 2.904 km entro il 2025. Oltre a potenziare la sua rete ciclabile urbana, Treviso sta promuovendo attivamente il ciclismo per il tempo libero con 11 percorsi dedicati al cicloturismo e 20 sentieri per fuoristradisti.

E poi non si può non ricordare la presenza sul territorio di marchi che hanno fatto la storia del ciclismo come Pinarello, Sidi e Selle Italia radicati nella forte tradizione manifatturiera della regione. Questa tradizione è un aspetto fondamentale della cultura locale che può vantare oltre 130 anni di storia ciclistica. L’industria stessa contribuisce in modo significativo all’economia, con quasi 130 aziende del settore, sparse nella provincia trevigiana.

E, per concludere, si attende da anni il completamento del velodromo di Spresiano, previsto nel 2026, capace di ospitare eventi su pista di primissimo livello…

Miche: estensione della garanzia per tutte le ruote in carbonio

02.08.2024
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Miche, brand italiano di vertice nel settore dei componenti per biciclette, introduce un nuovo servizio dedicato a tutti i possessori delle proprie ruote in fibra di carbonio. L’azienda con sede a San Vendemiano, in provincia di Treviso, ha deciso difatti di offrire un’estensione gratuita della garanzia, che porta la copertura totale a quattro anni. Questo servizio va ad aggiungersi ai due anni di garanzia standard previsti per legge, offrendo a tutti i clienti una maggiore protezione e serenità nell’uso dei prodotti Miche.

Miche, azienda veneta, produce ruote in fibra di carbonio tra le migliori del mercato
Miche, azienda veneta, produce ruote in fibra di carbonio tra le migliori del mercato

Registrazione entro 30 giorni

Per usufruire dell’estensione della garanzia, i clienti Miche che lo vorranno devono completare un semplice processo di registrazione. E’ fondamentale essere il primo proprietario delle ruote e disporre di una prova d’acquisto valida della bicicletta su cui le ruote sono state montate. La registrazione deve essere effettuata entro 30 giorni dall’acquisto delle ruote, che può avvenire sia presso un negozio fisico sia tramite un sito online autorizzato.

La procedura di registrazione è pensata per essere veloce e accessibile. L’estensione di garanzia è esclusivamente applicabile alla gamma di ruote Miche in fibra di carbonio. Questa iniziativa sottolinea l’impegno dell’azienda verso la qualità e la durabilità dei suoi prodotti, garantendo ai ciclisti una maggiore tranquillità ed una maggiore sicurezza durante l’uso delle ruote Miche. Nel caso si possieda un set di ruote, la registrazione deve essere effettuata separatamente per ciascuna ruota. Questo passaggio è necessario per beneficiare dell’estensione completa della garanzia su entrambe le ruote del set.

Da ora è possibile assicurare le ruote in carbonio sul sito ufficiale
Da ora è possibile assicurare le ruote in carbonio sul sito ufficiale

L’impegno di Miche

L’estensione gratuita della garanzia a quattro anni conferma il forte impegno di Miche nel garantire prodotti di alta qualità e durabilità. La scelta di offrire questo servizio senza costi aggiuntivi ai propri clienti evidenzia la fiducia dell’azienda nei propri prodotti e il desiderio di mantenere elevati standard di soddisfazione del cliente.

Questa iniziativa rappresenta un valore aggiunto significativo per chi sceglie le ruote Miche in fibra di carbonio, offrendo una protezione prolungata e un supporto continuo. Miche continua a posizionarsi come un marchio di riferimento nel settore. Con un’attenzione costante alle esigenze dei ciclisti e un impegno verso l’innovazione e la qualità.

Per maggiori informazioni e per procedere con la registrazione, è possibile visitare il sito ufficiale oppure rivolgersi ai rivenditori autorizzati.

Miche

Mondiale gravel, figuraccia scongiurata? Parla Panighel

14.09.2023
7 min
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Il 7-8 ottobre ancora in Veneto avrà luogo il secondo mondiale gravel della storia. Il primo lo organizzò e anche bene Filippo Pozzato nel 2022. Sembrava dovesse andare così anche quest’anno, dato che l’assegnazione era biennale, invece nel cuore dell’estate qualcosa non è andato come si pensava. Nessuno sa bene come e perché, ma la PP Events del vicentino ha ricevuto una lettera di disdetta da parte dell’UCI. La Federazione italiana si è affrettata a scrivere in un comunicato di non averne responsabilità, mentre il diretto interessato al momento ha scelto di non dire nulla, concentrato sulle sue corse di fine stagione.

Comunque sia, il mondiale gravel 2023 è passato nelle mani di Pedali di Marca, organizzazione trevigiana che fa capo a Massimo Panighel, organizzatore di mondiali Marathon e referente per le tappe dolomitiche dell’ultimo Giro d’Italia. E così dai sentieri di Asiago in cui par di capire che fosse tutto pronto, la sfida si svolgerà sulle colline del Prosecco, avendo però appena due mesi per mettere insieme tutto. Abbiamo intercettato Massimo Panighel, appena uscito dalla banca in cui lavora.

Alla presentazione di Gravel in the Land of Venice, Panighel con il presidente veneto Zaia
Alla presentazione di Gravel in the Land of Venice, Panighel con il presidente veneto Zaia
Quando hai saputo ufficialmente che c’era da mettere mano al mondiale gravel?

Il 4 agosto. E non è vero, come dice qualcuno, che Panighel lavorasse sotto traccia dall’inverno, perché davvero non ne sapevo nulla. Il 2-3 agosto, durante una riunione con il Comitato provinciale per parlare della riforma dello sport, ho chiesto al presidente provinciale se ci fossero notizie: se il mondiale gravel lo avrebbero fatto ad Asiago oppure a Cortina, perché girava anche questa voce. E lui ha fatto un sorriso strano, che ora posso interpretare diversamente. Avevo sentito qualche voce un mese prima, alla Dolomiti Superbike, ma nulla di più. Il primo passaggio ufficiale è stato due giorni dopo quando mi ha chiamato Peter Van den Abeele dell’UCI, mentre ero in vacanza ad Auronzo.

Che cosa significa mettere in piedi un mondiale in così poco tempo?

Prima c’è stato il percorso, che andava disegnato. Ci penso tutte le mattine e tutte le sere quando vado a letto, abbiamo 20-25 giorni di tempo. L’UCI ha visto il percorso l’ultima settimana di agosto. Lo abbiamo disegnato cercando di stare nei limiti che ci hanno imposto, cioè 60 per cento di sterrato e 40 di asfalto. Il tutto, dovendo anche assecondare le richieste dei sindaci, per passare dove hanno piacere o necessità che si passi. Però è un bel percorso.

Fatto come?

Si parte dal Lago delle Bandie, dove c’è stato il mondiale di ciclocross del 2008, poi si passerà una prima volta a Pieve di Soligo e faranno un primo anello nella zona di Revine Laghi, Tarzo e San Pietro di Feletto. Un altro passaggio sul traguardo di Piave di Soligo e si farà un secondo anello nella zona classica del Prosecco, fra Pieve di Soligo e Valdobbiadene. La lunghezza sarà sui 160-170 chilometri per gli uomini con circa 1.800-2.000 metri di dislivello. Quello delle donne lo stiamo ridisegnando adesso, perché abbiamo dovuto fare dei tagli, sarà sui 140 chilometri con 1.600 metri di dislivello. Ma il problema non è tanto per le categorie elite, il fatto è che bisogna disegnare tre percorsi per le categorie master e questo sarà davvero impegnativo. Come sarà un bel lavoro trovare e gestire i volontari, trovare le ambulanze… Non è così semplice.

Quali risposte avete avuto dai Comuni, dai territori, avendo così poco preavviso?

Ottime, perché fortuna vuole che Fabrizio Cazzola, che è Consigliere federale e fa parte del gruppo ristretto che sta lavorando al mondiale, è di quelle zone quindi conosce benissimo le persone che contano. Un’altra figura cardine è il presidente del Comitato provinciale, Giorgio Dal Bo’, che con la Prefettura e la provincia di Treviso sta portando avanti il discorso delle autorizzazioni. Gli stessi Comuni si sono impegnati a chiedere i permessi nei confronti dei privati, i cui terreni saranno attraversati dai percorsi.

L’organizzazione è in mano a Pedali di Marca?

Diciamo che Pedali di Marca è il referente presso l’UCI, ma abbiamo cercato di fare un comitato di lavoro esteso, coinvolgendo tutte le società della provincia di Treviso, fra cui quella di Lucio Paladin, papà della Soraya. C’è bisogno di tutti, non si può pensare che una sola persona faccia il mondiale, ci vuole la collaborazione di tutto un territorio.

Pensi che ci sarà anche una ricaduta in termini di promozione del territorio?

L’anno scorso, quando venne fuori che Pozzato avrebbe organizzato il mondiale per due anni, ci incontrammo. Io sto portando avanti da tre anni con la Regione Veneto un progetto che si chiama Gravel in the Land of Venice. Abbiamo fatto 80 percorsi nel Veneto dedicati al gravel, più o meno impegnativo, dagli argini alla pianura, la laguna, le colline, la montagna. Proposi di unire le forze, in modo che la gente venisse a vedere il campionato del mondo, ritrovandosi in un territorio dove c’è la possibilità di fare pedalare. Però non se ne fece nulla. La risposta a questa domanda è che se il territorio capisce di avere delle potenzialità, allora il ritorno c’è.

Se lo scorso anno il… pezzo forte era Peter Sagan, quest’anno ci sarà anche Van Aert
Se lo scorso anno il… pezzo forte era Peter Sagan, quest’anno ci sarà anche Van Aert
Di quali potenzialità parliamo?

In quegli 80 percorsi, abbiamo mappato 6.000 chilometri di gravel, ma probabilmente potrebbero essere molti di più. Bisogna capirlo. La Toscana ne ha fatto un business, perché ormai le Strade Bianche sono un’icona, che non ha neppure bisogno di presentazione. Qui avremmo un territorio che è altrettanto valido, ma per avere un ritorno bisogna cogliere l’occasione, non dipende da Panighel. Però facciamo un po’ fatica. Ho visto anche che le tappe del Giro d’Italia a livello personale sono state una bellissima esperienza, ma siamo certi che abbia avuto un ritorno adeguato?

Qual è la tabella di marcia per i giorni che restano?

E’ come quando arriva una fattura con scritto “pagamento a vista”. Spero di fare l’ultimo sopralluogo e chiudere i percorsi nel prossimo fine settimana, cercando anche di accontentare le richieste di Golazo Cycling, la società belga che lavora con l’UCI. Una tabella di marcia vera e propria non la so indicare, perché è tutto urgente. Ci dividiamo i compiti, ognuno porta avanti il suo. Il discorso dell’assistenza sanitaria non è una cosa di poco conto, perché l’evento va avanti per due giorni. Si dovranno gestire circa 500 volontari. Poi c’è la parte della logistica. Va preparata la guida tecnica internazionale per l’UCI. C’è il discorso hotel. C’è tutto il fronte della comunicazione, c’è da trovare lo speaker. Non so chi abbia avuto la bella idea di dare in giro il mio numero, per cui mi stanno arrivando richieste per le iscrizioni che invece gestisce Golazo. Spero che alla fine vada tutto bene e che qualcuno ci dica se non altro che abbiamo fatto un bel lavoro.

Per comunicazione intendi anche quella verso gli utenti?

E’ un problema, perché la gente potrebbe aver preso impegni diversi. Ci fosse stato almeno il secondo mese a disposizione, sarebbe stato diverso, ma il secondo mese a disposizione era agosto ed era tutto fermo. E’ chiaro che più vai avanti e più diventa difficile gestire ad esempio le prenotazioni. Magari c’è il belga che ha aveva prenotato una settimana a Peschiera del Garda, e ora deve disdire, magari perdendo la caparra. Per questo ci sono cose che non capisco.

Panighel ha spiegato che con Gravel in the Land of Venice sono stati mappati 6.000 chilometri di percorsi
Panighel ha spiegato che con Gravel in the Land of Venice sono stati mappati 6.000 chilometri di percorsi
Quali cose?

Ho firmato altri contratti con l’UCI. A fine settembre 2023 avremmo dovuto pagare la prima rata per il mondiale Marathon che organizzeremo nel 2026. L’abbiamo posticipata, dovendo pagare quella del mondiale Gravel, ma in ogni caso so benissimo che se ritardi un giorno, ti chiamano subito. In queste cose non si affonda da soli, ci sono anche altre componenti. Forse ci saranno sotto questioni politiche che a me sfuggono, io da uomo di sport sto dando una mano per venirne fuori.

Non resta che lavorare?

Quello che stiamo facendo. Noi abbiamo anche un mondiale nel 2026. C’è un velodromo a Spresiano che speriamo prima o dopo abbia conclusione, in cui si dovrebbe svolgere un mondiale su pista. Stiamo lavorando tanto col gravel, perché è una disciplina emergente che porta tanta soddisfazione, in fondo basterebbe che ognuno facesse bene il proprio compitino. Io provo a fare il mio e intanto lavoro anche in banca. La tipa di Golazo non voleva crederci, ho dovuto spiegarle che ho una moglie e dei figli da far mangiare e tutto il resto per me è volontariato. Ma non sono convintissimo che ci abbia creduto… 

Inaugurato a Treviso un nuovo Bottecchia Point

22.07.2023
2 min
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E’ stato ufficialmente inaugurato a Treviso un nuovo Bottecchia Point. Si trova all’interno del Fantic Store di Via Noalese 94, lungo un’arteria cicloturistica importantissima come la Treviso-Ostiglia. Non lontano dalle altre due primarie arterie ciclabili rappresentate dalla Monaco-Venezia e dalla Via Claudia-Augusta, . 

La struttura commerciale ed espositiva si sviluppa per uno spazio complessivo di circa 300 metri quadrati: una superficie interna che include un’amplissima esposizione di prodotti Bottecchia davvero ideale per soddisfare anche le più specifiche esigenze di mobilità. Dalle biciclette top di gamma da corsa fino alle Mtb muscolari, leggerissime ed assolutamente performanti, passando per le gravel ed arrivando alle trekking e ai modelli city adatti al tempo libero e agli spostamenti urbani. E nel rispetto della migliore tradizione Bottecchia, oltre alla gamma muscolare è disponibile in negozio anche un vastissimo assortimento di biciclette a pedalata assistita: quelle della linea BeGreen, come le Mtb “full suspension”, per un uso “all mountain”, e le trekking bike di ultima generazione… comodissime per affrontare le lunghe escursioni.

Il Bottecchia Point vedrà presenti al suo interno tutti i modelli del marchio veneto
Il Bottecchia Point vedrà presenti al suo interno tutti i modelli del marchio veneto

La proprietà è Autosile

Questo nuovo Bottecchia Point, di proprietà di Autosile, è specificamente progettato con lo scopo di fornire un’esperienza unica all’utente che deciderà di visitarlo, facendolo letteralmente entrare nel mondo delle bici muscolari ed elettriche Bottecchia. E questo anche grazie alla consulenza del personale qualificato presente in negozio, pronto a seguire e ad assistere il cliente per ciascuna sua specifica esigenza. 

Lo store sorge a Treviso, punto di passaggio di importanti rotte cicloturistiche
Lo store sorge a Treviso, punto di passaggio di importanti rotte cicloturistiche

All’esterno del punto vendita – un ulteriore suo “punto di forza” – è presente un ampio spazio di oltre 400 mq. sul quale è possibile provare le biciclette test in dotazione. Questo nuovo Bottecchia Point è inserito in una struttura bonificata e riconvertita appositamente per promuovere la ricerca e lo sviluppo delle tecnologie sostenibili e per valorizzare il territorio circostante grazie in modo particolare alla creazione di itinerari ciclabili personalizzati che partono e si concludono dallo “store”. Uno su tutti quello lungo la Treviso-Ostiglia, una ciclovia fantastica che lambisce il confine stesso di questo nuovo Bottecchia Point.

Bottecchia

Waterways Experience: a Treviso si chiude il cerchio

26.06.2023
5 min
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L’ultimo episodio della nostra esperienza alla scoperta delle vie d’acqua del Veneto ci fa ripartire da Mogliano Veneto. Cittadina di origine romana che trae il suo nome da quelli che erano i possedimenti di tale Molius. La nostra ultima pedalata parte da qui e si snoda lungo le sponde del Sile, direzione Treviso.

Hotel The Foscarini

La notte l’abbiamo trascorsa ospiti dell’Hotel The Foscarini, un bike hotel nato in questi ultimi anni e diventato un punto di riferimento per appassionati e non solo. Chiunque ami la bici, in tutte le sue forme, da queste parti trova i servizi giusti. In questa villa storica del 1600 è stata creata un’intera area dedicata ai ciclisti. The Foscarini è il punto di partenza ideale per raggiungere i principali percorsi ciclabili, tra cui quello che intraprendiamo noi. 

Il Sile

Le nostre ruote girano sulle strade della provincia di Treviso e ci portano fino a Casale sul Sile. Da qui prendiamo il percorso numero 7, con destinazione appunto: Treviso. Il lento scorrere del Sile e la sua ciclabile sono un teatro a cielo aperto, pronti ad accogliere sportivi di tutte le tipologie. Dalle bici, di qualsiasi genere, fino alle canoe, che sulle larghe sponde si lanciano in acqua per godere di questo panorama da un diverso punto di vista. 

Una delle aree più spettacolari che ci si apre davanti agli occhi è il “cimitero dei burci”, situato all’interno del Parco Naturale Regionale del Fiume Sile. Le imbarcazioni, delle quali vi abbiamo raccontato nel primo episodio di questa esperienza, furono abbandonate negli anni ‘70. 

Treviso

Nella città entriamo dalla Porta San Tommaso, situata a nord e raffigurante un leone, a richiamare il legame con la Repubblica di Venezia. Uno dei siti principali è Piazza dei Signori, situata al centro di Treviso, è il suo luogo di maggior importanza storica. Costruita nel XIII secolo ha ospitato nei secoli i palazzi dell’antica signoria trevigiana, da qui il nome Piazza dei Signori. 

Treviso è una città che lega parte della sua esistenza all’acqua, è infatti attraversata da diversi canali. I quali creano delle “vene” interne alla città, e regalano particolari scorci, che rendono così Treviso un posto suggestivo. 

Slow Flow

Buona parte dell’organizzazione di questa Waterways Experience è stata ideata e coordinata da Slow Flow. Un progetto che ha la volontà di riunire le diverse facce della Regione Veneto con quello che è un modo di viaggiare lento e sostenibile. Ritrovare i ritmi e capirne l’importanza, perché non si può apprezzare una città o un territorio, senza immergersi nella sua più intima natura

Il progetto è in sé legato alle via dell’acqua, tesoro azzurro che in Veneto ha sempre avuto un ruolo importante per lo sviluppo della società. Attraversare e riassaporare questi luoghi aiuta a farli tornare a vivere, riscoprendo valori che si sono via via sbiaditi nel tempo.

Gravel in the Land of Venice

NEGLI ARTICOLI PRECEDENTI

Gravel in the Land of Venice: la Waterway Experience
Waterway Experience, giorno due: tra Padova e Barene