Ineos Grenadiers: mai visti così tanti capitani…

20.04.2021
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Pochi acquisti ma di spicco per il Team Ineos Grenadiers, fortemente determinata a reimpossessarsi di quel ruolo di riferimento assoluto per le corse a tappe dopo lo straordinario Giro d’Italia 2020, culminato con il trionfo di Tao Geoghegan Hart. La partenza di Chris Froome, invece che lasciare più spazio ai capitani già presenti, ha allargato il numero di frecce disponibili, con l’arrivo di Adam Yates, britannico anche lui alla ricerca del rilancio dopo qualche occasione fallita.

Tirreno Adriatico 2021, Egan Bernal alle prime prove del 2021
Tirreno Adriatico 2021, Egan Bernal alle prime prove del 2021

Bernal al Giro

Toccherà a lui, insieme a Thomas, all’ex maglia rosa Carapaz e al già citato Geoghegan Hart costituire alternative a Bernal, il trionfatore del Tour 2019 che dopo le difficoltà della scorsa stagione è ripartito dal Giro d’Italia nella sua caccia ai grandi successi nelle corse a tappe. Come si vede, un tale affollamento di punte permetterà di schierare sempre alternative, addirittura triple sperando che non ci si pesti i piedi, ma il motto della squadra è sempre stato “la corsa decide il capitano, non il contrario”.

Ganna Sanremo 2021
Ganna è in prospettiva il talento più eclettico per Ineos
Ganna Sanremo 2021
Ganna è in prospettiva il talento più eclettico per Ineos

Prospettiva Ganna

La Ineos però è anche altro, anzi si è portati a pensare che il grande acquisto della squadra sia… Filippo Ganna. Il campione del mondo a cronometro è atteso da un anno incentrato sull’esperienza olimpica, poi si penserà ad allargare i suoi orizzonti non più solo come passista per le gare contro il tempo, ma anche come cacciatore di un certo tipo di classiche.

Il nuovo Moscon

Certamente con gente come lui, Dennis, il neoarrivato Porte (terzo all’ultimo Tour ma pronto ora al ruolo di luogotenente) ogni cronosquadre avrà nell’Ineos la netta favorita, ma in questo panorama ci sono altri corridori che reclamano spazio, da Sivakov, considerato ottimo specialista per le corse a tappe medio-brevi, a Moscon, che vuole ritrovare l’antico smalto, facendo intanto crescere con calma quel Pidcock pronto a diventare un’altra delle tante punte del team.

L’ORGANICO

Nome CognomeNato aNaz.Nato ilPro’
Andrey AmadorSan JoséCol29.08.19862009
Leonardo BassoCastelfranco V.Ita25.12.19932018
Egan A.Bernal GomezBogotàCol13.01.19972016
Richard CarapazEl CarmeloEcu29.05.19932017
Jonathan CastroviejoGetxoEsp27.04.19872008
Laurens De PlusAalstBel04.09.19952016
Rohan DennisAdelaideAus28.05.19902013
Owain DoullCardiffGbr02.05.19932017
Edward DunbarBanteerIrl01.09.19962018
Filippo GannaVerbaniaIta25.07.19962017
Tao Geoghegan HartLondraGbr30.03.19952017
Michal GolasTorunPol29.04.19842008
Ethan HayterLondraGbr18.09.19982020
Sebastian Henao GomezRionegroCol05.08.19932014
Michal KwiatkowskiChelmzaPol02.06.19902010
D.F.Martinez PovedaBogotàCol25.04.19962015
Gianni MosconTrentoIta20.04.19942016
J.M.Narvaez PradoPlayon S.FranciscoEcu04.03.19972017
Thomas PidcockLeedsGbr30.07.19992021
Richie PorteLauncestonAus30.01.19952010
Salvatore PuccioMenfiIta31.08.19892012
Brandon S.Rivera VargasZipaquiraCol21.03.19962019
Carlos Rodriguez CanoAlmunecarEsp02.02.20012020
Luke RoweCardiffGbr10.03.19902012
Pavel Alekseevic SivakovS.Donà Piave (ITA)Rus11.07.19972018
Ivan R.Sosa CuervoPascaCol31.10.19972017
Ben SwiftRotherhamGbr05.11.19872009
Geraint ThomasCardiffGbr25.05.19862007
Dylan Van BaarleVoorburgNed21.05.19922014
Cameron WurfHobartAus03.08.19832007
Adam YatesBuryBury07.08.19922014

DIRIGENTI

Dave BrailsfordGbrGeneral Manager
Oliver CocksonGbrDirettore Sportivo
Xavier Artetxe GesuragaEspDirettore Sportivo
Kurt BogaertsBelDirettore Sportivo
Dario David CioniItaDirettore Sportivo
Stephen CummingsGbrDirettore Sportivo
Carsten JeppesenDenDirettore Sportivo
Servais KnavenNedDirettore Sportivo
Christian KneesGerDirettore Sportivo
Brett LancasterAusDirettore Sportivo
Ole Gabriel RaschNorDirettore Sportivo
Matteo TosattoItaDirettore Sportivo
Xavier Zandio EchaideEspDirettore Sportivo

DOTAZIONI TECNICHE

La collaborazione fra il Team Ineos e Pinarello ha scritto alcune delle più belle pagine di ciclismo, a partire dal 2012, quando Bradley Wiggins vinse il primo Tour in maglia Sky, seguito poi dalle 4 vittorie di Froome, quella di Thomas e quella di Bernal, cui si sono aggiunte le due Vuelta di froome e il suo Giro. La Pinarello F12 del team, unica bici del WorldTour per scelta senza freni a disco, viaggia appaiata alla Bolide per le crono.

CONTATTI

INEOS GRENADIERS (UK)

Hawkslease, Chapel Lane, SO43 7FG Lyndhurst (GBR)

info@ineosgrenadiers.com – www.ineosgrenadiers.com

Facebook: @ineosgrenadiers

Twitter: @ineosgrenadiers

Instagram: ineosgrenadiers

Pinarello per Ineos: tutto confermato

20.04.2021
4 min
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Squadra che vince non si cambia. Potremmo definire con questa frase la collaborazione fra Pinarello e il Team Ineos Grenadiers. Per farci raccontare come i corridori della squadra britannica stanno affrontando la stagione 2021 abbiamo parlato con Fausto Pinarello e con uno dei meccanici del team Matteo Cornacchione.

Nel solco della continuità

Ci siamo chiesti se per il 2021 i granatieri del Team Ineos potrebbero avere qualche novità tecnica, tipo l’adozione del freno a disco o qualche altra evoluzione del telaio.
«Per il 2021 rimarrà tutto uguale – esordisce Fausto Pinarello – i nostri corridori continueranno con freni tradizionali e stesso materiale. Siccome la produzione è partita in ritardo finiremo di integrare le bici che mancavano ad alcuni corridori e riforniremo i nuovi arrivati».

Tutto invariato anche a livello estetico: «Continueremo con la colorazione blu notte con la lambda rossa».

Oltre alla Dogma F12 standard i ragazzi della Ineos vengono dotati anche di una versione più leggera.

«A quasi tutti forniamo anche la XLight che useranno nei grandi Giri, così hanno la versione più leggera che può fare la differenza». Ricordiamo che la Dogma F12 XLight ha un peso di 60 grammi in meno rispetto alla Dogma F12. Un valore che può sembrare irrisorio, ma che nel ciclismo di oggi dove si vince un Giro d’Italia per pochi secondi può diventare fondamentale. Basta vedere il distacco minimo che Tao Geoghegan Hart ha inflitto a Jai Hindley: soli 39 secondi.

Pinarello F12
La Pinarello Dogma F12 del Team Ineos Grenadiers
Pinarello F12
La Pinarello Dogma F12 con la colorazione del Team Ineos Grenadiers

Pinarello K10 per le classiche

Ma non ci sono solo i grandi Giri nei programmi della Ineos e così a chi affronterà le classiche del nord verrà fornita un’ulteriore bicicletta.
«I corridori che si giocano la Roubaix e il Giro delle Fiandre usano la Dogma K10, più adatta per quel tipo di terreno – continua Fausto Pinarello – qualcuno usa la Dogma F12 anche in quelle gare, ma pochi. Mi sembra che all’ultima Roubaix avessero optato tutti per il K10».

Le geometrie e la forma dei tubi della Dogma K10 sono studiati per fornire un comfort leggermente maggiore su sfondi sconnessi. Un valore che ci dà un’indicazione in questo senso è il carro posteriore, che è leggermente più lungo per dare più stabilità alla bici.
E a cronometro? «Beh li visti i risultati di Ganna nel 2020, rimane la Bolide».

Kwiatkowski in azione al Giro delle Fiandre sulla  K10
Kwiatkowski in azione al Giro delle Fiandre sulla K10
Kwiatkowski in azione al Giro delle Fiandre sulla  K10
Kwiatkowski in azione al Giro delle Fiandre sulla Dogma K10

Materiali identici al 2020

Abbiamo parlato anche con Matteo Cornacchione, uno dei meccanici storici della squadra.
«Rispetto al 2020 non ci sono novità – ci conferma Cornacchione – i ragazzi corrono con le Pinarello montate con il manubrio e il reggisella Most, porta borraccia Elite, pneumatici Continental, selle Fizik, gruppo Shimano Dura Ace Di2, ruote Shimano C40 e C60 più le Lightweight da usare nelle tappe più dure dei Giri. Shimano ci fornisce anche i pedali, sono molto affidabili e con una bella base di spinta, e Shimano anche per i misuratori di potenza».

Geoghegan Hart Pinarello Bolide Giro
Geoghegan Hart sulla Bolide a Milano 2020
Geoghegan Hart Pinarello Bolide Giro
Geoghegan Hart sulla Bolide a Milano 2020

La scheda tecnica

GruppoShimano Dura Ace Di2
RuoteShimano/Lightweight
PneumaticiContinental
ManubrioMost
SellaFizik
Reggisella Most
PedaliShimano

Bici in gran quantità

Quello che ci ha impressionato è il numero di biciclette che i meccanici della Ineos si trovano a curare: «Quest’anno abbiamo 32 corridori, se pensi che in media ogni corridore ha 7 biciclette ci troviamo ad assemblarne più di 220. Ti faccio l’esempio di Ganna, che se non ricordo male ha 2 bici da cronometro e 3 da strada in magazzino che usa nelle gare, poi a casa ha un’altra bici da cronometro e una da strada per allenarsi. Poi chi corre le classiche arriva a 9 bici con le Dogma K10. I capitani che si giocano i grandi Giri hanno una o due bici in più e poi i sudamericani hanno una bici in più da tenere a casa loro. Sai farle viaggiare in aereo non è il massimo».

Kask Wasabi

Wasabi, il nuovo casco del Team Ineos Grenadiers

15.03.2021
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Ha debuttato alle Strade Bianche e si è fatto subito apprezzare dai ragazzi della Ineos Grenadiers. Stiamo parlando del nuovo casco Wasabi prodotto dall’italiana Kask, un’azienda che si pone ai vertici di questo settore.

Versatile

Wasabi è un casco di alta gamma progettato per essere indossato in tutte le stagioni e in tutte le discipline, dalla strada fino al ciclocross passando per il gravel. Allo sviluppo di Wasabi hanno contribuito anche gli atleti della Ineos Grenadiers, che lo avranno a disposizione insieme agli altri di caschi sempre firmati Kask.

Ineos Grenadiers Casco Wasabi
Wasabi ha esordito alle Strade Bianche con la Ineos Grenadiers
Ineos Grenadiers Casco Wasabi
Il casco Wasabi ha esordito alle Strade Bianche con i ragazzi del Team Ineos Grenadiers

Aperto o chiuso con un dito

Dicevamo che Wasabi è un casco adatto a tutte le stagioni, infatti grazie alla soluzione Active Ventilation System, permette con la semplice spinta di un dito, di alzare o abbassare le prese d’aria presenti nella parte posteriore e anteriore. Grazie a questo sistema molto semplice e immediato, il ciclista può aprire le prese d’aria quando è caldo, mentre le può chiudere quando le temperature sono basse e si desidera stare più riparati. In quest’ultimo caso la temperatura interna aumenta di 1,5 gradi, a parità di velocità mantenuta dal ciclista.

casco Wasabi prese d'aria chiuse e aperte
A sinistra il Wasabi con le prese d’aria chiuse e a destra aperte
casco Wasabi prese d'aria chiuse e aperte
A sinistra il Wasabi con le prese d’aria chiuse e a destra aperte

Aerodinamico sempre

Wasabi è un casco dalle spiccate doti aerodinamiche e anche quando le prese d’aria sono aperte la sua efficienza aerodinamica rimane intatta. I tecnici di Kask hanno misurato che a una velocità di 50 chilometri orari, la potenza impiegata per mantenere la velocità con il sistema di ventilazione aperto aumenta solo di 1 watt. Inoltre, i test in galleria del vento hanno confermato che Wasabi è fra i caschi più veloci in dotazione fra quelli dati ai professionisti, tanto che nella gamma di Kask è secondo solo al modello Utopia, dalle linee spiccatamente aerodinamiche.

L'imbottitura interna è in lana Merino
L’imbottitura interna è in lana Merino
Casco Wasabi interno
L’imbottitura interna è in lana Merino

Con la lana Merino

Ma le qualità di Wasabi non finiscono qui, infatti l’imbottitura interna è realizzata in lana Merino prodotta dal lanificio italiano Reda. Questa scelta contribuisce a una elevata traspirabilità e un controllo ideale della temperatura corporea.

Il peso del casco Wasabi è di 290 grammi nella taglia M. Il sistema di regolazione è l’Octo Fit di Kask, un meccanismo posto sopra la nuca che permette una regolazione micrometrica sia verticale che orizzontale.

Casco Wasabi posteriore
Linee aerodinamiche e design ricercato
Kask Wasabi posteriore
Linee aerodinamiche e design ricercato

Sicurezza oltre gli standard

Kask è molto sensibile al tema della sicurezza, infatti anche Wasabi è stato testato in un laboratorio indipendente e sottoposto a prove con impatti lineari e rotazionali, colpendo superfici piatte e angolate. In questo modo Kask garantisce un livello di sicurezza che va oltre gli standard di legge.

kask.com

Malori studia Ganna: prendiamo appunti…

11.02.2021
5 min
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Da un fuoriclasse della crono all’altro, immaginiamo di sfogliare le foto di Ganna con Adriano Malori, che di cronometro e posizionamento in sella ne sa ormai parecchio (il suo 58×11.it è ormai un riferimento). E qualche giorno fa ha mandato al campione del mondo un messaggio, dopo la vittoria nella cronometro all’Etoile de Besseges, il cui contenuto sveleremo poi…

La testa incassata nelle spalle chiude il buco fra le mani e la faccia
La testa incassata nelle spalle chiude il buco fra le mani e la faccia
Cosa si può dire dell’assetto di Ganna sulla Bolide?

E’ una posizione che conosco a memoria. E’ lampante il fatto che la bici sia costruita sul suo fisico e non viceversa. Ha un bel fuorisella, il telaio è compatto e confortevole, si vede che il manubrio è su misura. La distanza tra i gomiti non è troppo larga e i tubi delle protesi corrono lungo gli avambracci. Da applausi.

La bici costruita su di lui?

Il tronco è parallelo alla strada e fra il tricipite e il busto c’è un angolo retto, perfetto per comfort e aerodinamica. Si vede che le misure della bici sono state riportate sulle sue. Io avevo materiale diverso, con attacco e manubrio standard cui dovevo adattarmi. Il manubrio di Pippo guarda in su e quasi chiude lo spazio frontale. Fu un’intuizione di Rohan Dennis.

Quale?

Tenere le protesi verso l’alto, per chiudere il buco tra le mani e la faccia. La posizione di Ullrich, che aveva gli avambracci orizzontali e gli appoggi in basso, non rende più. L’aerodinamica cambia come le metodiche di allenamento. Migliorano le gallerie del vento, migliorano i sensori e migliorano quelli che ci lavorano.

Cos’è quella polvere bianche che ha sulle mani?

Una sostanza tipo gesso, che impedisce alle mani di scivolare quando sono sudate. Come vedete, Ganna non usa i guanti e nemmeno il nastro manubrio.

La posizione del collo è perfetta ed è certamente frutto di lavoro specifico
La posizione del collo è certamente frutto di lavoro specifico
Sulla bici da crono si deve essere comodi?

Nel 2014 andai a Silverstone, nella galleria del vento di Mercedes Amg, quella in cui testano i modellini. Lì lavora Simon Smart, l’ingegnere che ha progettato le ruote Enve. In quel posto erano passati tutti i più forti di allora, per cui avevano un bel quadro d’insieme. E lui mi ha alzato le protesi e sistemato gli appoggi in modo che riuscissi a tenere la testa più incassata. Poi mi disse la famosa frase per cui «in aerodinamica conta essere stretti, non bassi». E aggiunse che il miglioramento in galleria sarebbe stato minimo, ma che messo così ero in una posizione più confortevole e sarei riuscito a spingere meglio.

Ebbe ragione lui?

Dopo una settimana vinsi la crono della Tirreno a San Benedetto del Tronto, battendo Cancellara, Wiggins, Martin, Dumoulin e Dowsett.

Bici costruita su di lui, ma lo stesso per starci comodi serve una bella elasticità, giusto?

Soprattutto della schiena. Io ad esempio iniziai a fare stretching, che fu una parte importante della mia crescita. Sempre per i consigli di Smart, dovevo allenarmi a stare in posizione ogni volta che salivo sulla bici da crono, anche se andavo piano. In questo modo in gara ti viene automatico incassare la testa nelle spalle e non sprechi energie pensando alla posizione. In una crono ci sono milioni di fattori da tenere in considerazione. Le curve. Le buche. Il vento. Quanto spingi. Non devi avere anche il pensiero di mantenere l’assetto. Ma Filippo su queste cose lavora da sempre, lo vedi che si è costruito per tenere quella posizione sin da ragazzino, sin dalla pista.

Senza guanti e senza nastro sul manubrio realizzato su misura
Senza guanti e senza nastro sul manubrio su misura
Esatto, diciamo che non è un lavoro di pochi mesi…

Faccio l’esempio di Hamilton in Formula Uno. E’ il migliore in mano ai migliori. Si deve riconoscere gran parte del merito al gruppo di lavoro di Sky, oggi Ineos. Da quando è andato lì c’è stato un cambio di motore. Anche per il mio secondo posto di Richmond nel 2015 una grossa componente la si deve alla squadra, la Movistar.

Tornando alle foto, è davvero bello vedere come un atleta così grande abbia una simile efficienza aerodinamica…

In pianura o comunque ad alta velocità, il peso non è influente come in salita. Un cronoman piccolo, come ad esempio Castroviejo, può essere il più aerodinamico al mondo, ma non avrà mai la potenza di Ganna. Non esiste posizione che possa colmare una differenza di 80 watt. Però a questo punto mi piacerebbe fare una precisazione…

Secondo Malori, va bene che ci sia qualche salita nella crono, ma non che si debba cambiare bici
Va bene qualche salita, ma non da cambiare bici
Si accomodi…

Va bene che in una crono ci sia qualche salita. Ma vedere il ciclista che cambia la bici perché c’è l’arrivo in salita, per me è una boiata. Detto questo, il vero specialista deve abituarsi a usare la bici da crono anche in salita, perché è comunque dimostrabile che se non scendi sotto i 36 di media, hai ancora vantaggi a usarla. Se il percorso è veloce, la bici aerodinamica ti garantisce un aumento della velocità esponenziale rispetto ai vantaggi di una bici leggera in salita.

La foto laterale di Pippo fa sembrare sciolta anche la posizione del collo.

Riesce a tenere il busto parallelo alla strada e il collo è incassato a guardare in avanti. Ovvio che si tratti di una posizione innaturale, ma anche quello si allena, con i giusti esercizi di stretching. Al riguardo credo che anche il casco sia fatto su misura, come già Kask fece per Wiggins. C’è solo un difetto nel Ganna a crono di quest’anno, lo so che sembra brutto dirlo, ma nessuno è perfetto e ho dovuto proprio scrivergli quel messaggio…

Che cosa gli hai scritto?

Che la bici dorata del Giro era bellissima, mentre quella nera non gli si addice. A me piacciono i colori… ignoranti e quell’oro era splendido. Pippo si merita una fuoriserie. E’ grandissimo, ma è sempre rimasto umile. E spero davvero che rimanga così.

Una risata di cuore, l’appuntamento alla prossima volta. E la sensazione di un’esperienza vastissima che meriterebbe ben altra valorizzazione.

La svolta Tosatto e Moscon rialza la testa

06.02.2021
5 min
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Il Moscon che non ti aspetti. Oppure meglio: il Moscon che aspettavi da tanto. E’ questo lo stato d’animo con cui cominciamo a scrivere questo pezzo, con le parole di Gianni che risuonano nelle orecchie e un senso di ritrovata leggerezza. Da quando Tosatto ci raccontò che del trentino si sarebbe occupato lui, la speranza di aprire un giorno la porta e trovarci davanti il Gianni dei bei tempi si era fatta largo, ma questa volta ci siamo e appare chiaro che il Toso stia davvero cambiando abitudini e concezioni al Team Ineos.

Anche lo scorso anno, Moscon corse il Tour de la Provence. Qui ad Avignone davanti al Palazzo dei Papi
Anche lo scorso anno corse il Tour de la Provence

In Provenza

Gianni è in Trentino. Di ritorno dal ritiro di Gran Canaria avrebbe dovuto iniziare alla Vuelta Valenciana, ma come tutti è stato costretto a metter via la valigia: corsa annullata. Così è rientrato in Italia e si sta preparando al nuovo debutto al Tour de la Provence, che scatterà giovedì prossimo, l’11 febbraio.

«Sto bene – sorride – stanno tutti bene finché non si comincia. Ma devo dire che lavorare con Toso, Cioni e il gruppo italiano mi fa bene. A dicembre siamo andati da soli a Gran Canaria (foto Instagram di apertura), con Pippo Ganna e Leonardo Basso. A gennaio siamo stati con tutta la squadra e abbiamo lavorato proprio bene. Sarà una stagione da vivere alla giornata, data l’incertezza del calendario. Andremo agguerriti ad ogni corsa, con l’obiettivo minimo di tornare a vincere. Sono in scadenza di contratto, qui sono sempre stato bene, ma adesso ci sto anche meglio. Insomma, resterei volentieri…».

Cambiato preparazione?

Cambiato un po’ tutto. Nell’allenamento, ho fatto più qualità e meno volume, perché prima c’era soprattutto la tendenza di fare tante ore. E poi è cambiato molto sul piano dell’alimentazione, dove si era arrivati a livelli un po’ ossessivi.

La bici e il trattore, le due grandi passioni di Moscon (foto Instagram)
Bici e trattore, le due passioni di Moscon (foto Instagram)
Parole sante! Racconta…

Tra corridori ci si spinge spesso al limite e si arriva al punto quasi di patire la fame. Quest’anno ci abbiamo messo un punto, provando a tornare alla freschezza giovanile, a viverla in modo più spensierato. Avere la gamba bella piena ti fa stare meglio, anche se poi saranno le gare a dire se funziona oppure no. Ma se in allenamento ti spingi al limite, in corsa non hai limiti da superare e tanto faticare e soffrire a casa diventa controproducente. Se fai meno, da una parte hai più margini e dall’altra hai meno possibilità di combinar danni. E a quel punto la differenza la fai con il talento.

Tutto questo grazie a Tosatto e Cioni?

Lavorare con loro significa tornare alla mentalità italiana. Mi seguono, standomi vicino fisicamente. Ma anche a livello di squadra, il Giro d’Italia vinto a quel modo forse ha cambiato qualcosa. Si è ritrovata una mentalità arrembante, in una squadra che era abituata a vivere diversamente. Certo, molto dipenderà dagli scenari di corsa. Se avremo di nuovo un super leader, ci saranno giorni in cui correremo di nuovo in stile Sky.

Accanto a Froome, Moscon ha corso due Tour de France
Accanto a Froome, Moscon ha corso due Tour de France
Quello che al Giro non si è mai visto…

Siamo sempre stati abituati a controllare la corsa con un leader come Froome, che di fatto era il numero uno al mondo. Controllare o inseguire tutti insieme. Ora l’idea è di sfruttare le occasioni, facendo leva sulla qualità media di tutti noi, che indubbiamente è piuttosto alta. Costringere gli altri a inseguire. Toso ha questa visione della corsa e il Giro d’Italia gli ha dato ragione.

Ti rendi conto che si tratta di una vera rivoluzione?

Matteo ha addosso anni e anni di esperienza. E soprattutto è l’unico che stia riuscendo a influenzare il management inglese, perché ha il coraggio di dire chiaramente le cose che non lo convincono. Prima erano tutti abituati ad assecondare quella mentalità, invece Toso è riuscito a dare la svolta. Uno come lui fa gruppo e porta uno stile italiano che funziona. Lui non ha paura di dire le cose.

Con Lola, Moscon davanti a uno scenario del suo Trentino (foto Instagram)
Con Lola, davanti a uno scenario del suo Trentino (foto Instagram)
Quindi non si è sentita troppo l’assenza di Froome in ritiro?

Non più di tanto, ma è stato comunque un ritiro strano. Eravamo divisi in tre gruppi e abbiamo vissuto praticamente sempre con le stesse persone. Però è chiaro che, complice l’incidente, non lo vedevamo già da un pezzo. Il suo allontanamento dalla nostra scena è stato graduale e dopo un po’ si è smesso di parlarne. Detto questo, la sua presenza in questa squadra è stata fondamentale, perché ha portato lui il gruppo ai livelli che tutti conoscono. Ma ora è difficile dire se dopo quell’infortunio potrà tornare ad essere il numero uno.

Tu cosa pensi?

Che sia fortunato ad essere vivo. Poi che sia fortunato ad essere tornato in piena efficienza fisica. Quello che sta facendo dimostra il suo carisma, ma è difficile dire se potrà tornare quello di prima, perché l’infortunio è stato davvero importante.

Facciamo un passo indietro. Se sei nel gruppo italiano, vuol dire che finalmente potresti fare il Giro d’Italia?

Finalmente, ben detto. Il Giro è la corsa che ogni bambino italiano sogna. Io stesso mi sono avvicinato al ciclismo guardando le classiche del Nord e poi il “Gibo” (Gilberto Simoni, trentino come lui, ndr) che lottava per vincere la maglia rosa nel 2001 e nel 2003 e nelle altre occasioni in cui era davanti. Per me, come italiano, il Giro vale più del Tour de France, anche se finora ho fatto solo due Tour e una Vuelta.

Matteo Tosatto, Valla di Riese Pio X, dicembre 2020
Proprio in occasione della visita a casa sua di dicembre, Tosatto ci anticipò che avrebbe seguito lui Moscon
Matteo Tosatto, Valla di Riese Pio X, dicembre 2020
Tosatto sta portando un bel cambiamento alla Ineos
Quindi a partire dal Provence, che cosa prevede il programma di Moscon?

Dopo il Provence, Het Nieuwsblad e Kuurne. Poi Laigueglia, Strade Bianche, Tirreno e Sanremo. Ardenne e Giro. Giusto, fra i cambiamenti di quest’anno c’è anche che proveremo a fare le Ardenne, che si legano meglio col Giro. Ho proprio voglia di rimescolare le carte.

Ma senti che bel tono di voce?

Sto bene, è vero. Questa svolta mi ci voleva, mi sto proprio divertendo. Come vi dicevo, con la freschezza di quando ero un ragazzo,

Filippo Ganna con Kask

Kask e Ineos Grenadiers, insieme per vincere ancora

17.12.2020
3 min
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Il pluripremiato produttore di caschi da ciclismo Kask ha esteso la sua partnership di lunga data con la squadra di ciclismo più vittoriosa della storia, Ineos Grenadiers. E’ stato firmato un rinnovo del contratto quadriennale fino al 2024. Dall’inizio della loro collaborazione nel 2010, i corridori dell’Ineos Grenadiers (ex Team Sky e Team INEOS) hanno portato i caschi Kask a numerose vittorie. L’annuncio di oggi consolida la continuazione di una relazione di grande successo.

Kask e Ineos Grenadiers rinnovano la loro storia di successi fino al 2024

Una storia fatta di vittorie

La storia vincitrice tra Kask e la squadra britannica è iniziata con l’iconico Mojito; il casco che ha accompagnato Sir Bradley Wiggins alla prima vittoria del team al Tour de France nel 2012. L’amatissimo Protone è arrivato nel 2014 ed è stato indossato durante la quarta conquista di un grande giro a tappe appena un anno dopo. Nel 2016, Kask ha rinnovato il contratto con la squadra britannica, lanciando successivamente il leggero Valegro e il rivoluzionario casco aerodinamico Utopia. Entrambi i caschi hanno tagliato per primi il traguardo diverse volte, hanno occupato il gradino più alto di tutti e tre i podi dei grandi giri.

I caschi Kask forniti al Team Ineos Grenadiers: Protone, Utopia e Valegro
I caschi Kask forniti al Team Ineos Grenadiers: Protone, Utopia e Valegro

Rinnovo di quattro anni

La stagione delle corse 2020 si è rivelata un altro grande successo sia per Ineos Grenadiers che per Kask. Tao Geoghegan Hart ha conquistato il Giro d’Italia, Filippo Ganna è diventato campione del mondo a cronometro e Richard Carapaz ha conquistato il secondo posto alla Vuelta a España. Tutti con i caschi Kask. La prossima stagione sembra ancora più promettente, con l’aggiunta di corridori di livello mondiale tra cui Adam Yates, Richie Porte, Daniel Martinez, Laurens de Plus e Tom Pidcock. Oggi, Kask è orgogliosa di annunciare il suo ultimo rinnovo e attende con impazienza altri quattro anni di successi.

Le vittorie dal 2010 ad oggi sono molte
Le principali vittorie conseguite da Kask con il team britannico

Kask e Ineos connubio perfetto

Diego Zambon, General Manager di Kask, ha dichiarato: «Mentre ci avviciniamo alla dodicesima stagione con la squadra di ciclismo di maggior successo al mondo, siamo ora molto felici di dire che questa partnership continuerà fino al 2024. Ineos Grenadiers ci affida la sicurezza dei loro corridori, come fornitore di caschi, è un vero onore e motivo di orgoglio, ma anche una grande responsabilità. Il loro contributo nella progettazione e nello sviluppo dei nostri caschi è stato inestimabile e la loro spinta al successo ci ha a sua volta spinto a innovare e migliorare costantemente i nostri prodotti. Mancano altri quattro anni!»

Il casco Protone in testa a Kwiatkowski
Il casco Protone in testa a Kwiatkowski

Carsten Jeppesen, Responsabile delle operazioni tecniche e commerciali di Ineos Grenadiers, ha dichiarato: «Lavoriamo con Kask sin dall’inizio del team nel 2010 e in quel periodo abbiamo ottenuto molto insieme. Accanto alle nostre undici vittorie nei grandi giri si trovano una serie di primati mondiali nello sviluppo del casco, non solo per rendere i nostri corridori più veloci ma anche per tenerli al sicuro. Non vediamo l’ora di costruire nuovi successi e continuare a raggiungere i massimi livelli di questo sport»

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