DT Swiss cambia le carte in tavola e rinnova la famiglia ARC

26.06.2025
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La notizia era nell’aria e qualcosa si è visto al Giro del Delfinato, sulle Ridley che equipaggiavano il Team Uno-X Mobility. DT Swiss aggiorna in modo importante il segmento delle ruote ARC, con implementazioni importanti a tutti i livelli, anche per quello che concerne la lenticolare da crono.

Sempre due le categorie di riferimento, 1100 e 1400, entrambe con i mozzi della famiglia Dicut. Ancora una volta viene sottolineate una partnership strettissima con Swiss Side e con Continental. Entriamo nel dettaglio delle nuove DT Swiss ARC di terza generazione.

Forme riviste e tre profili, maggiorati rispetto al passato
Forme riviste e tre profili, maggiorati rispetto al passato

Famiglia DT Swiss al completo (o quasi)

In totale il processo di rinnovamento/aggiornamento riguarda 7 ruote del segmento ARC, quattro che rientrano nella categoria 1100 Dicut DB e tre per la 1400 Dicut DB. 55 e 65, 85 millimetri e lenticolare (la Disc DB), 55, 65 e 85 per le 1400. E qui il primo grande cambiamento, perché aumentano i profili dei cerchi. I numeri sono una sorta di acronimo che identifica anche l’altezza del cerchio.

La sigla 1100 con la bandella rossa sul cerchio, sancisce l’impiego dei cuscinetti con trattamento ceramico, mentre la categoria 1400 monta quelli in acciaio. Tra le due cambiano anche i raggi, DT Swiss Aerolite per le 1100, Aero Comp per le 1400. Nel nuovo lotto mancano le DT Swiss ARC 38, lanciate nel corso del 2024, ma sembra evidente l’obiettivo principale di aggiornare i prodotti aero concept più specifici.

Cosa cambia?

Rispetto alla versione precedente il cerchio fa una cura di muscoli, diventando più panciuto e grande. Viene aumentato il canale interno (a 22 millimetri), in modo da sfruttare meglio le potenzialità del binomio con le gomme dalla sezione allargata. Da notare che, la collaborazione con Swiss Side e Continental ha portato ad una ottimizzazione con l’interfaccia/pneumatico da 29 millimetri di larghezza.

Cambia ovviamente la forma del cerchio, con una sorta di disegno V maggiormente evidente nella sezione mediana e superiore. La forma così concepita, considerando i moderni canoni e l’utilizzo di gomme più grandi rispetto al passato, permette di portare a livelli bassissimi il cosiddetto “steering moment”, ovvero l’influenza negativa che la ruota alta può avere sull’avantreno della bici, quasi come una forzatura. Aumentano i profili dei cerchi, aumentano l’agilità e la facilità di guida del mezzo meccanico. Non in ultimo è stato migliorato il risparmio di watt a pari velocità (facendo un confronto con le ARC 50 della generazione precedente), considerando ogni singolo profilo dei cerchi. In termini di gestione del drag, ogni profilo diventa il riferimento sul mercato.

I valori alla bilancia dichiarati. 1.471, 1.511 e 1.669 grammi, rispettivamente per le 55, 65 e 85 ARC 1100 (senza pneumatici). 1.549, 1.619 e 1.772 grammi, rispettivamente per le ARC 1400 55, 65 e 85 millimetri.

Il disegno dei raggi per la versione 1100
Il disegno dei raggi per la versione 1100

ARC 1100 Dicut DB

Fanno parte della classe ASTM 1, quella sviluppata per ottenere le prestazioni più elevate. Volendo fare un ulteriore accostamento, le ERC sono di classe 2. Il cerchio è full carbon con predisposizione tubeless e tape interno (non è hookless). Portano in dote i mozzi Dicut 180 con il meccanismo interno Rachet EXP. I raggi sono in acciaio con incrocio in seconda per entrambe le ruote ed a prescindere dal profilo. Il numero dei profilati è differenziato, 20 per la ruota davanti, 24 per la posteriore.

La ruota libera è per Shimano oppure Sram XDR (non è prevista Campagnolo). I prezzi di listino sono: 2.699,80 euro senza coperture, 2.799,80 con le gomme Continental, Aero111 anteriore, GP5000 tubeless la posteriore (montate con camere in TPU).

DT Swiss 1400 Dicut DB

Sotto il profilo dell’impatto estetico non cambia nulla, se non la forma dei raggi. Stesse altezze e medesimi cerchi, uguale la tecnica di raggiatura con nipples interni e mozzi Dicut 240 che hanno lo stesso disegno dei 180. Stessa classe 1 di appartenenza, ma scendono i prezzi. 2.149,80 per le sole ruote, 2.249,80 per il sistema ruota/pneumatico.

Casper Von Folsach (a destra della foto) agli europei 2018
Casper Von Folsach (a destra della foto) agli europei 2018

Parola di Performance Manager

Per meglio contestualizzare le nuove DT Swiss, ecco alcune considerazioni di Casper Von Folsach, fortissimo ex pistard della nazionale danese e ora responsabile dei materiali al Team Uno-X Mobility.

«Non è stato facile migliorare un prodotto già performante -dice Von Folsach- perché la generazione precedente delle DT Swiss ARC ha fatto segnare un livello molto elevato di tecnologia applicata e di prestazioni. Eppure siamo riusciti a migliorare ulteriormente. C’è un cerchio diverso con un canale interno più largo che permette di sfruttare meglio le gomme più larghe. Le nuove ruote sono più leggere: fattore che conta. E poi c’è la qualità della guida, aumentata con una facilità di gestione che diventa un esempio. Il corridore – conclude Von Folsach – non deve pensare a come si comportano le ruote e come gestire le diverse fasi di guida, può concentrarsi sulla resa atletica».

Uno sguardo alla lenticolare

E’ una ruota con le due pannellature in carbonio, è tubeless ready (non hookless) e prevede una sorta di foam interno con densità e spessori ottimizzati. Il canale tubeless interno è largo 20 millimetri. La Disc si basa sul mozzo Dicut 180 con Rachet EXP 36. Anche in questo caso è possibile la doppia scelta, con o senza pneumatico (Continental GP5000s TR), rispettivamente a 2.399,90 e 2.449,90 euro.

DT Swiss

Daniele Cerafogli (Swiss Side): al Tour arriva una grande novità

17.06.2025
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A 34 anni, Daniele Cerafogli è oggi uno dei profili più interessanti della bike industry. Originario di Rieti, ricopre il ruolo di Sales & Marketing Manager di Swiss Side, il marchio svizzero specializzato nel design e nella produzione di ruote ad alte prestazioni e partner tecnico del team WorldTour Decathlon AG2R La Mondiale. Cerafogli rappresenta una nuova generazione di manager: competenti, internazionali, concreti. La sua voce è quella di chi ama il ciclismo, ma sa che oggi non è più il tempo dell’improvvisazione.

Con una solida formazione alle spalle – Bocconi a Milano, un master in Management a Lugano al quale ha fatto seguito uno presso l’Università Ca’ Foscari e un’altro presso l’Eurolega di basket – il manager italiano racconta a bici.PRO la sua visione sullo stato attuale del settore ciclistico e sulle sfide da affrontare, soprattutto in Italia.

Daniele Cerafogli, Head of Sales and Marketing Swiss Side
Daniele Cerafogli, Head of Sales and Marketing Swiss Side
Daniele, partiamo dall’inizio. Com’è nata la tua passione per il ciclismo?

E’ una passione che nasce da bambino, trasmessa da mio padre. A casa si respirava ciclismo e da piccolo avevo un idolo: Claudio Chiappucci. Mi affascinava il suo modo di correre, sempre all’attacco. Poi crescendo ho capito che il ciclismo non era solo uno sport, ma un ecosistema complesso, affascinante anche dal punto di vista del business.

Dalla Bocconi a Swiss Side: come si è sviluppato il tuo percorso professionale?

Dopo la laurea in Economia alla Bocconi ho scelto di approfondire il lato sportivo con un master in Management a Lugano. La mia prima esperienza è stata in Assos, brand svizzero storico nel settore dell’abbigliamento tecnico per il ciclismo. Un contesto dove ho imparato molto. Poi è arrivata l’opportunità di entrare in Swiss Side: un marchio giovane, ma con una visione fortemente ingegneristica e globale. Oggi sono responsabile vendite e marketing.

Swiss Side è partner del team WorldTour Decathlon AG2R La Mondiale
Swiss Side è partner del team WorldTour Decathlon AG2R La Mondiale
Cosa distingue Swiss Side dagli altri produttori di ruote?

Swiss Side nasce da competenze sviluppate in Formula 1: l’aerodinamica è nel nostro DNA. Questo approccio tecnico ci permette di progettare ruote estremamente performanti, come quelle usate dal team Decathlon AG2R La Mondiale. Inoltre, stiamo crescendo molto anche a livello commerciale. Da poche settimane abbiamo lanciato il sito ufficiale anche in italiano, segno del nostro interesse per questo mercato.

L’Italia è sempre stata una Nazione guida nel ciclismo. Lo è ancora oggi?

Purtroppo no. L’Italia ha perso centralità, sia a livello sportivo che industriale. Mancano team di vertice, ma soprattutto manca un management preparato che sappia gestire progetti con budget importanti. Servirebbe un cambio di paradigma, come è accaduto in Francia. Quando Decathlon è entrata nel WorldTour, ha imposto un cambio radicale di visione, pretendendo una struttura manageriale nuova, solida ed efficiente. In completa discontinuità con il passato.

Cosa manca oggi al ciclismo italiano per tornare competitivo a livello globale?

Manca una visione d’insieme, un approccio professionale. La passione da sola non basta più. Servono preparazione, capacità di pianificazione: in una parola business development. Bisogna imparare a estrarre valore dalle corse, dai team, dai contenuti. Pensiamo a Flanders Classics: lì hanno creato un ecosistema sostenibile. Oppure al progetto Unibet Tietema Rockets, che ha costruito un’identità forte partendo dai contenuti digitali e da una community.

Nell’ultimo Giro d’Italia per il team Decathlon AG2R è arrivata una vittoria di tappa con Nicolas Prodhomme
Nell’ultimo Giro d’Italia per il team Decathlon AG2R è arrivata una vittoria di tappa con Nicolas Prodhomme
Serve una riforma strutturale del modello WorldTour?

Non è semplice, ma sì, qualcosa va rivisto. Il ciclismo è troppo dipendente dagli sponsor, i team hanno poca stabilità. Dovremmo guardare a modelli come l’NBA, dove ogni franchigia è un brand forte, con basi solide e un legame con il territorio. Non tutto è replicabile, ma alcune logiche sì: serve continuità, serve sostenibilità economica, e serve una narrazione che valorizzi il ciclismo come prodotto.

Swiss Side sarà protagonista al prossimo Tour de France. Cosa possiamo aspettarci?

Siamo pronti per il grande appuntamento. La partenza da Lille sarà anche il momento in cui presenteremo una grande novità tecnica, frutto del nostro lavoro in galleria del vento e dei test con i corridori del team. Non posso ancora svelare tutto, ma sarà un passo importante per il posizionamento di Swiss Side tra i top brand a livello mondiale.

E per quanto riguarda il mercato italiano?

E’ un mercato storico, culturalmente profondo, ma anche molto competitivo e frammentato. Vogliamo crescere in Italia, ma lo faremo con un approccio serio: supporto tecnico, contenuti in lingua, presenza commerciale strutturata. Il nostro obiettivo è entrare nella testa e nel cuore dei ciclisti italiani. Non con slogan, ma con prodotto, servizio e visione…

Swiss Side

Van Rysel RCR-F, tutta velocità e zero compromessi

28.03.2025
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Van Rysel ufficializza la sua bicicletta nata per la velocità. RCR-F non è un compromesso, non è una bici buona per fare tutto e si basa su caratteristiche numeriche ben precise, dati che hanno l’obiettivo di categorizzare la nuova piattaforma. Un approccio innovativo.

Sotto i 1.500 metri di dislivello in 100 chilometri, con salite dalla pendenza media che non supera il 5%. Una bici studiata per rendere al meglio ed esprimere le sue potenzialità quando l’andatura media è superiore ai 36 chilometri orari. Adatta anche per le gare con il pavé dove le medie orarie sono diventate elevate. RCR-F è adatta agli sprinter. Come è stato possibile sviluppare una bicicletta basandosi su queste caratteristiche? Grazie al contributo di Swiss Side.

La nuova RCR-F, bici super aero
La nuova RCR-F, bici super aero

Van Rysel e Swiss Side, aero all’ennesima potenza

Pur mutuando solo in parte una sorta di impatto estetico dalla RCR (quella usata dal Team Decathlon-Ag2r), il riferimento è al carro posteriore, la nuova RCR-F si spinge verso un’importante estremizzazione dei concetti aerodinamici. La traduzione pratica e tangibile si riflette sulle forme della bicicletta e dalle varie integrazioni.

Rispetto alla RCR “standard”, la F risparmia 1,2 watt dalla forcella e 4,4 dal tubo sterzo. 1,7 watt dal tubo obliquo, 2,7 dal cockpit integrato. Significa risparmiare 1 minuto e mezzo in una gara come il Giro della Fiandre (rispetto all’utilizzo della RCR).

Nel wind tunnel con Swiss Side
Nel wind tunnel con Swiss Side

Carbonio unico e layup specifico

La tecnica utilizzata per la nuova Van Rysel RCR-F è monoscocca, senza un blend di fibre, ma con l’impiego di una sola tipologia di carbonio: altissimo modulo 60T. La posa delle pelli (ben 517 per un singolo telaio in taglia media) è dedicata a questo modello, per via delle forme così funzionali delle tubazioni.

Inoltre, il design complessivo della RCR-F (insieme alla fibra ad altissimo modulo) ha permesso di limitare l’impiego delle resine epossidiche, senza sacrificare la rigidità e limitando il valore alla bilancia.

Manubrio integrato, Van Rysel chiama Deda

Come per la RCR, anche la F adotta un cockpit integrato disegnato da Van Rysel e prodotto da Deda su richiesta specifica. «Eccellenza Italiana» dicono dalla Francia e da Swiss Side. Il disegno è diverso, se messo a confronto con quello in dotazione alla RCR. Tutta la sezione centrale/superiore è creata per limitare al massimo il contrasto con lo spazio e nel complesso è sviluppato per agevolare la presa bassa/aerodinamica per lunghi periodi, naturalmente in ottica sprint.

L’integrato prende il nome di Ergodrops e porta in dote anche una sorta di svasatura da ambo i lati per il posizionamento dal nastro manubrio, in modo da limitare qualsiasi spessore non necessario.

Taglie ed alcuni dettagli delle geometrie

Le misure disponibili sono 6, dalla XXS alla XL. Ci sono due valori comuni a tutte le taglie, la lunghezza del carro posteriore di 41 centimetri ed il rake della forcella di 45 millimetri. Inoltre, analizzando taglia per taglia la bici, emerge un prodotto decisamente compatto, con un interasse contenuto e piuttosto ribassato nella sezione frontale. Bici aggressiva.

Marchio di fabbrica Van Rysel con orientamento race
Marchio di fabbrica Van Rysel con orientamento race

Allestimenti e prezzi

Importante sottolineare che la Van Rysel RCR-F lascia un passaggio utile al passaggio degli pneumatici fino a 32 millimetri di sezione /sempre bene considerare il binomio gomme/ruote). Tre allestimenti: Signature Team, Shimano Ultegra e Shimano 105 Di2.

Il primo si basa sulla trasmissione Dura Ace con power meter annesso e ruote Swiss Side Hadron 625 ULT (9.499 euro di listino).

Il secondo ovviamente porta in dote la trasmissione Ultegra con power meter InPeak alla pedivella e ruote Hadron CLA 625 (6.499 euro di listino).

Il terzo allestimento prevede la trasmissione 105 Di2, sempre con il misuratore InPeak alla pedivella e ruote Hadron CLA 625 (5.499 euro di listino).

I pesi dichiarati sono rispettivamente di: 7,7, 8 e 8,2 chilogrammi (pedali esclusi).

Van Rysel

L’estate rovente della bicicletta riserva delle sorprese (tecniche)

04.09.2024
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La tecnica della bicicletta non si ferma neppure in un momento dell’anno dove molte delle novità sono state presentate e viste. Non c’è più stagione e il mondo dei professionisti è un costante banco di test, anche e soprattutto di prodotti che vedremo tra qualche tempo.

Tour de France e Olimpiadi, ma anche Vuelta, Deutschland Tour e curiosità interessanti arrivano anche dal Tour de France Femmes.

Una Lapierre tutta nuova?

L’abbiamo intravista durante il Tour de France Femmes, prima in dotazione ad Evita Muzic, che ha ben figurato all’Alpe d’Huez con il quarto posto, ma utilizzata anche da Grace Brown e compagne. Lapierre non è più nel WorldTour maschile, ma prosegue la sponsorizzazione delle ragazze del Team FDJ-Suez.

La bicicletta mantiene le caratteristiche classiche che hanno reso celebre l’azienda francese, ovvero i foderi obliqui staccati dal piantone e una forma “sottile”. Il nuovo modello mutua la zona dello sterzo dalla versione aero Aircode, quindi più abbondante rispetto alla Xelius tradizionale. Si nota un importante fazzoletto di rinforzo nella zona del nodo sella ed il reggisella non è rotondo. Vedremo nei prossimi mesi se questa novità verrà confermata.

Evenepoel e le sue scarpe

Quelle che hanno attirato maggiormente la nostra attenzione sono state le scarpe utilizzate durante la Grande Boucle, un modello non ancora presente nel listino ufficiale Specialized. Profilo laterale sottile e ribassato, pianta e sezione frontale larga. Un solo rotore Boa laterale che agisce su una fibbia superiore e un velcro nella sezione mediana/frontale che tira su una sorta di bandella sdoppiata.

Alle Olimpiadi invece non sono state utilizzate, perché il corridore belga ha utilizzato le S-Works con le stringhe.

Finalmente si vedono le Vision 37

Sono state utilizzate durante le corse estive più impegnative in fatto di dislivello positivo, viste sulle bici del Team Bahrain-Victorious. Sono le ruote più basse e leggere del lotto SL grazie ai 1.290 grammi dichiarati e sono con cerchio tubeless.

Le ruote Vision usate dagli Astana, se pur simili per estetica, a nostro parere non sono lo stesso modello, sembrerebbe con cerchio predisposto per tubolare e la versione da 40.

Qualcosa dal passato

Di tanto in tanto ci sono ancora atleti che utilizzano la guarnitura 53-39, una combinazione quasi scomparsa dai radar. E’ il caso di Rudiger Seling dell’Astana che usa questi rapporti sulla sua bicicletta.

Abbiamo scovato anche un Jonathan Milan che durante le sue vittorie al Lidl Deutchland Tour ha utilizzato i vecchi shifters Sram e non l’ultima versione del pacchetto Red.

Gomme TT usate da Yates e non solo lui
Gomme TT usate da Yates e non solo lui

Gomme TT per tutti i giorni

Adam Yates è solo un esempio di corridori che utilizzano gli pneumatici in versione time trial anche per le gare in linea, naturalmente sulla bicicletta tradizionale. La realtà dei fatti dice che molti atleti di team differenti adottano questa soluzione, soprattutto quelli con gomme Continental tubeless.

Le motivazioni principali potrebbero essere legate ad una maggiore scorrevolezza e peso leggermente inferiore a parità di sezione. Di sicuro i professionisti non si pongono il problema dei costi e dell’eventuale sostituzione di una gomma che sfiora i 100 euro (o poco meno) al pezzo.

Un paio di Swiss Side con cerchio dal profilo ridotto
Un paio di Swiss Side con cerchio dal profilo ridotto

Swiss Side, nuova ruota per scalatori?

Qualcosa avevamo visto al Tour de France, ma una sorta di conferma arriva dalla Vuelta anche grazie al primato di Ben O’Connor. L’azienda svizzera ha messo a punto una ruota con cerchio dal profilo ridotto (38 millimetri), che non sacrifica i concetti aerodinamici sui quali si basa Swiss Side.

La ruota menzionata farebbe parte della famiglia Hadron2 e volendo fare un accostamento, anche in termini di resa tecnica, non si discosterebbe dalla DT Swiss ARC38. Le due aziende rosso-crociate collaborano attivamente insieme, condividendo tecnologie e fasi di produzione.

La monocorona di Roglic alla Vuelta

E’ stata una delle scelte tecniche che ha permesso a Roglic di vincere il Giro d’Italia 2023. Lo sloveno è amante della monocorona anteriore e di un pacchetto di pignoni ampio (in fatto di dentature e sviluppi metrici) per il posteriore. La scelta per la sua bicicletta viene replicata alla Vuelta, nella tappa con il durissimo arrivo a Caitu Negru. 46 denti per la corona anteriore e la scala 10-44 per i pignoni, scelte che non avremmo mai immaginato qualche stagione addietro. Per le tappe “normali” Roglic è solito utilizzare la doppia corona 52-39 e una scala pignoni 10-33 (Sram).

Dotazione tutta nuova (o quasi) per Bettiol

Dopo le Olimpiadi di Parigi il campione Italiano ha ufficializzato il passaggio dalla EF Education-Easy Post al Team Astana. Il cambio è stato di quelli importanti anche sotto il profilo tecnico. Oltre la metà della stagione, Bettiol è passato da una bicicletta Cannondale ad una Wilier Filante SLR. Le due bici hanno in comune le selle Prologo, le trasmissioni Shimano Dura Ace e le ruote Vision gommate Vittoria.

Sono cambiati anche il casco (da Poc a Limar) e l’abbigliamento (da Rapha a Biemme). Curioso e sicuramente non immediato il passaggio tra i pedali SpeedPlay e gli Shimano.

DT Swiss ARC38 1100 Dicut, la rigidità che non ti aspetti

24.07.2024
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FELTRE – Rigide e leggere, scorrevoli e guidabili, le DT Swiss ARC38 sono anche questo. Potrebbero essere il compromesso ottimale per molti, perché non sacrificano la velocità (rispetto ad un profilo da 50 millimetri). Al tempo stesso diventano più gestibili nel lungo periodo, quando il dislivello positivo raggiunge cifre importanti e quando è necessario rilanciare in fretta.

Cerchio da 38 millimetri di altezza e canale interno da 20. Raggiatura differenziata tra anteriore e posteriore, un mix che richiama l’aerodinamica e tanta rigidità laterale. E poi il valore aggiunto dei mozzi Dicut 180 con il meccanismo Rachet EXP (posteriore). 1.300 grammi (la coppia) di puro godimento e fanno parte del segmento Aero Optimizing.

Il test anche durante la Sportful Dolomiti Race
Il test anche durante la Sportful Dolomiti Race

DT Swiss stravolge la ruota bassa

Tempo addietro la ruota bassa era quella più comoda, certamente più leggera, ma utilizzata anche per avere maggiore morbidezza e una guidabilità facilitata della bici. La nuova ARC38 stravolge questo concetto, o meglio, lo evolve e adatta alle richieste e tecnologie attuali. Si tratta di un prodotto da competizione, che sorprende per la rigidità laterale e dotato di quella proverbiale scorrevolezza che è diventato uno dei marchi di fabbrica di DT Swiss.

Nell’era delle bici con i freni a disco e delle ruote ad alto profilo, DT Swiss fa saltare il banco con un profilo che oggi consideriamo ridotto, nato dalla collaborazione con Swiss Side. Le ARC38 sono ruote veloci, che permettono di mantenere facilmente un’andatura elevata e di conseguenza invitano a sfruttare un posizione efficiente in termini di penetrazione dello spazio. Inoltre, se messe a confronto con cerchi più alti, hanno influenze marginali sul controllo dell’avantreno e sulle forze che inevitabilmente si generano sullo sterzo e proprio in fase di sterzata e cornering. Sono facili da guidare.

Jean-Paul Ballard di Swiss Side (foto DT Swiss)
Jean-Paul Ballard di Swiss Side (foto DT Swiss)

Lo zampino di Swiss Side

Perché interpellare e coinvolgere i maghi dell’aerodinamica di Swiss Side, quando si argomenta una ruota medio/bassa? Lo abbiamo chiesto direttamente a Jean-Paul Ballard, fondatore e CEO dell’azienda svizzera.

«Un mito da sfatare è che l’aerodinamica sia solo per i ciclisti veloci. Non è vero. Ci sono notevoli risparmi nella resistenza aerodinamica anche a velocità inferiori, in particolare quando si sale in montagna. Pertanto, il nuovo cerchio aerodinamico da 38 millimetri è progettato per ridurre al minimo la resistenza aerodinamica e massimizzare l’effetto vela, in una ruota da montagna dal peso minimo e dal profilo basso».

Il cappuccio della Presta è anche la chiave per smontare la testa della valvola
Il cappuccio della Presta è anche la chiave per smontare la testa della valvola

Il segno rosso dei cuscinetti SINC Ceramic

Il modello in test è posizionato al top del listino ed è il medesimo utilizzato anche in ambito professionistico. Nessuna differenza, stesse soluzioni tecniche. Cerchio full carbon (hooked, non hookless) da 38 millimetri di altezza, 26 di larghezza totale e con un canale interno da 20 che prevede l’applicazione del nastro tubeless. Tutti i raggi sono in acciaio ed incrociati in seconda. Sono di matrice DT Aero Comp con nipples interno al cerchio, mentre quello della ruota posteriore (lato pignoni) sono Aerolite.

L’ingranaggio del mozzo posteriore è l’ultima versione Rachet EXP con 36 punti di ingaggio. Facile in caso di pulizia e manutenzione, affidabile e non prevede alcun bullone di blocco. I cuscinetti sono i SINC con trattamento ceramico. Ogni sfera ha una tolleranza di gioco di pochissimi millesimi di millimetro, fattore che permette un adattamento del cuscinetto una volta inserito nel mozzo.

Non solo da salita

A prescindere dal contesto di utilizzo, le DT Swiss da 38 sono ruote in grado di cambiare il carattere di una bicicletta, facilmente sfruttabili anche su una aero-bike. Sono rigide e si sente, ma non sono invasive quando la guida diventa tecnica. La rigidità emerge quando si cambia passo, quando ci si alza in piedi sui pedali per rilanciare la bici e quando la velocità si alza in modo esponenziale (ad esempio percorrendo una discesa alpina). Non parliamo di una rigidità scomoda, dura e prepotente, quella che obbliga a cambiare lo stile di guida e a far si che sia il ciclista ad adattarsi al componente. Nulla di tutto questo.

Davanti si percepisce la ruota “tosta”, che è un binario quando i tornanti o le curve affrontate in velocità obbligano a spostare anche il corpo. Dietro c’è una ruota che spinge, che non si siede quando si indurisce il rapporto, si sposta il corpo per fare forza e inevitabilmente ci si scompone. Certo, contano anche le gomme (le abbiamo usate nella configurazione tubeless) e le pressioni di esercizio, ma il sostegno che arriva dalla raggiatura e dal mozzo si sente.

Zero manutenzione

Anche dopo aver percorso poco meno di 1.000 chilometri, anche in condizioni di pioggia, il mozzo posteriore è esattamente come era in origine. Significa preservare il sistema e la funzionalità, le performance e la longevità. E poi è sufficiente togliere il corpetto della ruota libera con una sola mano. Non ci sono brugole e/o bulloni di tenuta, non ci sono brugole di contrasto per il pre-carico dei cuscinetti.

Facile da rilanciare, di più, rispetto ad una ruota da 50
Facile da rilanciare, di più, rispetto ad una ruota da 50

In conclusione

Se è vero che le velocità di punta hanno visto un importante incremento nelle ultime stagioni, così come le medie orarie a tutti i livelli (anche in ambito amatoriale), è pur vero che l’utilizzatore medio fa fatica a sfruttare a pieno le potenzialità di un cerchio da 50 millimetri e oltre. Tenere una media oraria superiore ai 40 chilometri orari, spingersi verso i 45/50 all’ora non è cosa da tutti. Ma è pur vero che i vantaggi che arrivano dal mezzo meccanico moderno, dai suoi componenti e dell’aerodinamica sono sotto gli occhi di tutti e più o meno alla portata di (quasi) tutti.

Quando si esce in bicicletta per allenarsi con metodo e per puro piacere difficilmente si affronta una sola tipologia di strada. C’è la pianura, il vento, i mangia e bevi, ovviamente la salita lunga o corta che sia. Se un profilo da 38 diventasse la soluzione ottimale? Non scriviamo di un compromesso, ma di un pacchetto di ruote che è realmente sfruttabile ovunque, a tutti i livelli e in tutte le zone di potenza. 2500 euro sono molti (versione Dicut 1100 in test), ma è bene considerare che una ARC38 potrebbe essere la ruota totale.

DT Swiss

Aero111 lo pneumatico che nasce da una collaborazione a tre

03.07.2024
5 min
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Aero111 è uno pneumatico ma anche il primo sistema ruota/pneumatico che vede l’aerodinamica come soggetto principale. Nasce dalla collaborazione di tre colossi nell’ambito dello sviluppo ciclistico. DT Swiss, Swiss Side e Continental.

Di cosa si tratta? Di una copertura disegnata, sviluppata (dalla collaborazione e tre) e prodotta (da Continental) in modo specifico per la ruota anteriore, soluzione creata per offrire dei vantaggi nei termini di efficacia aerodinamica, senza sacrifici in fatto di tenuta, sicurezza e performances in generale. Il progetto prende il nome di Aero111.

Le cavità che caratterizzano il battistrada di Aero111
Le cavità che caratterizzano il battistrada di Aero111

Una collaborazione a tre

Non è la prima volta che viene introdotto nel mercato un sistema ruota/pneumatico. Ma è la prima volta che tre punti di riferimento del settore ciclistico, per produzione, sviluppo delle tecnologie, soluzioni dell’aerodinamica applicata al ciclismo e ricerca strenua dei marginal gains collaborano per il raggiungimento di un risultato destinanto a cambiare la categoria.

E’ la prima volta in assoluta per uno pneumatico aero concept. DT Swiss per le ruote, Swiss Side per le soluzioni aerodinamiche (in più di un’occasione abbiamo sottolineato i frutti delle collaborazioni tra le due aziende svizzere). Continental, leader per la produzioni di pneumatici.

Diverse le configurazioni provate nella galleria del vento (foto Swiss Side)
Diverse le configurazioni provate nella galleria del vento (foto Swiss Side)

Aero111 è un tubeless

Prodotto utilizzando la base di sviluppo dello storico GP5000 TR (tubeless ready), Aero111 è una sorta di pneumatico tubeless semi-slick che presenta un disegno decisamente particolare ai lati, unico nel suo genere. Non si tratta di intagli, ma di cavità vere e proprie (48 in totale e equamente distribuite) che attivano dei micro-vortici, un’azione che agisce in modo positivo sull’aderenza e massimiza l’effetto vela che si genera inevitabilmente con la rotazione della ruota anteriore (non protetta dal verticale). Come un effetto turbo. Questo pneumatico debutta ufficialmente al Tour de France con il Team Decathlon-AG2r che utilizza le ruote Swiss Side.

Due larghezze disponibili

26 e 29 millimetri, con due indirizzi ben precisi. Tenendo ben presente che ognuna delle due sezioni è stata sviluppata sfruttando la combinazione con le ruote DT Swiss Aero+ e le valutazioni Swiss Side, la misura più piccola trova il binomio ottimale con la categoria Aero Performance, la maggiore con le ruote della categoria Endurance (ad esempio le ERC). A prescindere dalla configurazione ottimale votata al massimo rendimento, non ci sono limiti di compatibilità.

I valori alla bilancia dichiarati sono di 250 grammi per la 26×622 e 280 grammi per la 29×622 (ben al di sotto della media della categoria, con pesi davvero leggeri). Entrambe le sezioni sono compatibili hookless. Il prezzo di listino del singolo pneumatico è di 119,95 euro, utilizzabile anche con camere d’aria. Il nuovo Aero111 sarà montato sulle ruote DT Swiss (combinato con il Continental GP5000 TR) delle famiglie ARC e AR, ERC e ER (carbonio e alluminio) con un aumento di prezzo (rispetto al listino delle sole ruote) compreso tra i 150 e 50 euro.

Aero111 per l’anteriore e GP5000 TR per il posteriore
Aero111 per l’anteriore e GP5000 TR per il posteriore

Democratizzazione dell’aerodinamica

Rispetto a qualche anno addietro le ruote sono cambiate (tantissimo). I freni a disco, l’evoluzione progressiva e costante della ricerca nell’ambito dell’aerodinamica applicata allo sport, sono fattori che non hanno fatto altro che accelerare un processo già in atto. E’ pur vero che, una volta disponibile per pochi, oggi l’aerodinamica è alla portata di molti, un concetto che troviamo ovunque, influisce sull’efficienza e permette di risparmiare energie. In bicicletta si parla di efficienza aerodinamica quando si superano i 15 chilometri orari, perché oltre questa soglia la maggior parte delle energie che si spendono sono dedicate a contrastare lo spazio.

Quale è il contributo di uno pneumatico come Continental Aero111? Agisce sulla resa tecnica dell’intera ruota, che diventa più equilibrata alla basse e alte velocità (considerando un delta tra i 30 e 45 chilometri orari e con ruote da 38 e 62 millimetri). Inoltre tende a smorzare (in alcuni casi azzerare) l’effetto “steering”, ovvero quella forza impressa dal vento laterale sulla ruota, che si riflette in modo negativo sullo sterzo e sul controllo dell’avantreno.

Non solo velocità da professionista

Per contestualizzare ancora meglio lo sviluppo che c’è dietro al tubeless Continental Aero111, vediamo cosa ha aggiunto Jean-Paul Ballard (CEO Swiss Side).«Fino ad oggi chi ha investito nello sviluppo dei prodotti utilizzando concetti aerodinamici, ha sempre tenuto il riferimento dei 45 chilometri orari. Non tutti – ci dice Ballard – vanno a quella velocità e riescono a mantenerla in modo costante. Ecco perchè i numerosi test, combinazioni e fasi di sviluppo di Aero 111 hanno considerato ruote alte e più basse e velocità che scendono fino a 30 chilometri all’ora. Considero-prosegue Ballard-la vera democratizzazione dell’aerodinamica, che vuole abbracciare cotegorie di ciclisti molto differenti tra loro.

«Per finire – conclude Ballard – lo pneumatico è fondamentale per migliorare le prestazioni aerodinamiche della ruota anteriore. È la prima parte del sistema della bici a colpire l’aria in arrivo e condiziona il flusso d’aria sulla ruota. Se condizionato correttamente, il flusso d’aria può aderire al cerchio molto meglio e ad angoli elevati di vento trasversale. Ciò porta a significative riduzioni della resistenza aerodinamica e a un massiccio aumento dell’effetto vela. Lo pneumatico AERO 111 è sviluppato per massimizzare questo effetto, soprattutto a basse velocità, dove i normali pneumatici, aerodinamicamente, semplicemente non funzionano».

Nuove DT Swiss ARC38, le ruote per lo scalatore moderno

13.06.2024
5 min
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BIEL (Svizzera) – ARC38 di DT Swiss completano la famiglia Aero e di fatto ampliano la scelta della categoria ARC. Sono state sviluppate e studiate per le necessità degli scalatori di oggi, che amano i pesi ridotti, ma si devono confrontare con velocità sempre più sostenute prima di “attaccare” la salita.

Le nuove ARC38 sono ruote da competizione, leggere e capaci di integrare quel concetto di “Aero Optimizing” dal quale oggi non si può prescindere. Le abbiamo gia viste al Girop d’Italia, utilizzate soprattutto da Storer del Team Tudor. Certamente ruote da scalatore e grimpeur, ma anche in questo caso c’è lo zampino dell’aerodinamica Swiss Side. Entriamo nel dettaglio.

Ruote sviluppate per ridurre il peso senza sacrificare l’aerodinamica
Ruote sviluppate per ridurre il peso senza sacrificare l’aerodinamica

Le ruote per la salita sono cambiate

Si punta sempre più ad avere ruote con un profilo medio/alto anche quando la strada si impenna. Le velocità e le medie orarie sono più alte rispetto ad un’epoca precedente ed i chilometri che anticipano la salita vengono percorsi a velocità folli. Talvolta si spendono molte più energie nelle fasi che precedono la salita, per tenere alta l’andatura, rispetto allo sforzo che viene poi condotto durante l’erta vera e propria. Una frase molto utilizzata tra i corridori. Anche per questo motivi è fondamentale trovare il giusto compromesso quando si scelgono i materiali, le ruote in particolare.

Uno strumento come le ARC38 di DT Swiss diventa un’arma a favore della prestazione, perché al pari di un valore alla bilancia contenuto, hanno un’efficienza aerodinamica superiore, rispetto alle “vecchie” ruote con il cerchio basso. In futuro sarà sempre più difficile trovare dei corridori che utilizzeranno ruote al di sotto dei 30 millimetri, se non durante le cronoscalate.

DT Swiss ARC38, come sono fatte

Dal punto di vista dell’immagine c’è un forte richiamo alle storiche Mon Chasseral, le ruote con il cerchio basso e specifiche per gli scalatori. In termini progettuali, di sviluppo e di utilizzo, le nuove ARC38 sono completamente differenti. Prima di tutto perché sono ruote aero, sono da competizione e da agonista, ma al pari di una ricerca della riduzione del peso c’è la ricerca di un’efficienza aerodinamica non secondaria.

Hanno un cerchio full carbon con altezza da 38 millimetri, con canale interno da 20 e tubeless. Utilizzano dei mozzi Dicut, delle famiglie 180 e 240 con meccanismo interno Rachet EXP a 36 denti. Le ARC38 sono disponibili nelle categorie 1100 (con mozzo 180) e 1400 (con il mozzo 240). Anteriore e posteriore adottano 24 raggi per ruota, profilati in acciaio delle serie Aerolite e Aero Comp. Le ruote hanno degli incroci in seconda e con i nipples interni al cerchio. I valori alla bilancia dichiarati sono di 1.292 grammi e 1.361, rispettivamente per le 1100 Dicut e 1400 Dicut. Facendo un confronto, le DT Swiss ARC50 1100 Dicut hanno un peso dichiarato di 1.472 grammi.

I prezzi di listino sono di: 2.499,80 euro per le 1100 e di 2.049,80 euro per la serie 1400. La versione 1100 porta in dote le sfere dei cuscinetti con trattamento ceramico e una differenziazione della raggiatura. Quest’ultima prevede i profilati in acciaio Aerolite e Aero Comp, mentre la 1400 la soluzione singola Aero Comp.

Più basse per il peso, ma aerodinamiche

Durante la presentazione ufficiale, nella sede svizzera di DT Swiss, è intervenuto Hannes Wilksch. Il giovane atleta del Team Tudor è stato coinvolto anche nei test delle nuove ARC38.

«Oggi usiamo le ruote alte, nel nostro caso le 50 millimetri anche in salita perché le velocità sono molto più elevate rispetto al passato. I vantaggi legati all’aerodinamica – ci spiega in modo molto chiaro Wilksch – sono tangibili e l’effetto volano che si genera è un vantaggio non da poco, anche su pendenze intorno al 5/6%. Oltre quella soglia, specialmente quando si oltrepassa l’8% di pendenza, la riduzione del peso diventa protagonista, ma non dobbiamo dimenticare tutto quello che succede prima e dopo la salita.

«Prima si attacca in continuazione e talvolta si raggiungono velocità al pari di uno sprint, dopo c’è la discesa. Qui conta avere un supporto aerodinamico non secondario, che permette di risparmiare qualche watt e di conseguenza energie, tenendo la velocità alta. Credo che un profilo da 38 millimetri sia il giusto compromesso, considerando anche l’aerodinamica delle bici attuali, che permette di far scendere l’ago della bilancia, senza sacrificare l’effcienza».

DT Swiss

Dietro le quinte di Swiss Side, per la prima volta nel World Tour

09.02.2024
4 min
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Cosa è Swiss Side e cosa rappresenta? Perché entrare nel WorldTour come partner tecnico del Team Decathlon-AG2R La Mondiale e al fianco delle bici Van Rysel? Quali sono le ruote e le tecnologie fornite all’equipe transalpina?

Abbiamo chiesto direttamente a Jean-Paul Ballard, CEO e fondatore dell’azienda svizzera che prima di tutto sviluppa e crea soluzioni aerodinamiche. Swiss Side lavora a stretto contatto con DT Swiss (compare sui cerchi del marchio di Biel, quasi a sancire una fratellanza) e per la prima volta entra nel WorldTour in modo diretto ed ufficiale.

Jean-Paul Ballard è CEO e fondatore dell’azienda svizzera (foto Swiss Side)
Jean-Paul Ballard è CEO e fondatore dell’azienda svizzera (foto Swiss Side)
E’ la prima volta che SwissSide si spinge verso una presenza diretta al fianco di un team?

Sì. Ci sono state precedenti collaborazioni dietro le quinte con altre squadre World Tour, ma questa è la prima volta come partner tecnico e sponsor di un team.

I motivi principali di questa scelta?

Abbiamo ottenuto un grande successo nel triathlon, vincendo campionati mondiali, medaglie olimpiche e stabilendo record mondiali. Tuttavia, quello della triplice disciplina è un mercato relativamente piccolo. Per noi è giunto il tempo di crescere e dobbiamo espanderci in un segmento di mercato più grande, che è quello del ciclismo su strada. Essere partner di una squadra World Tour è il modo migliore per mostrare l’eccellenza dei nostri prodotti, così come la nostra competenza tecnica, contribuendo a migliorare le prestazioni e i risultati della squadra. E’ la soluzione migliore per aumentare la nostra visibilità e presenza nel mercato del ciclismo su strada.

Quali prodotti sono stati forniti al team?

Forniamo a tutte le compagini del team – WorldTour, Continental Development e Under 19 – la nostra gamma completa di ruote, per le gare e per gli allenamenti, da quelle da strada, fino alle ruote specifiche per le cronometro. Anche ruote al team di ciclocross. Non ci fermiamo ai set di ruote, perché offriamo supporto tecnico, in particolare per quanto riguarda la selezione e la configurazione dell’attrezzatura e ottimizzazione aerodinamica. Abbiamo messo a completa disposizione i test in galleria del vento e la nostra esperienza nei test in velodromo.

La collaborazione tra DT Swiss e Swiss Side è nota. DT Swiss rappresenta un’eccellenza e un riferimento. Quanto c’è di DT Swiss nelle ruote Swiss Side?

C’è molto di DT Swiss nelle nostre ruote, ma anche molto di Swiss Side nelle ruote di DT Swiss. Abbiamo una partnership tecnica molto stretta. Siamo aziende indipendenti con interessi comuni molto chiari, ovvero realizzare le ruote con la più alta performance e qualità al mondo. Swiss Side è una società che ha la ricerca e sviluppo nel proprio DNA. In particolare l’esperienza portata dalla Formula 1 garantisce un’innovazione costante nello sviluppo dei prodotti.

Mentre DT Swiss?

DT Swiss è una società di produzione industriale su larga scala. In questo modo ci completiamo alla perfezione. DT Swiss è il produttore delle ruote di Swiss Side e fornisce anche servizi post-vendita e di garanzia a livello mondiale. Sviluppiamo prodotti insieme. A volte i prodotti sono poi condivisi, a volte un marchio utilizza un prodotto in modo esclusivo.

DT Swiss e SwissSide rimangono comunque due aziende distinte?

Si, come detto sopra sono due aziende distinte ed indipendenti.

Continuerete a fornire a loro la vostra tecnologia aerodinamica?

Assolutamente. La partnership tecnica è stretta ed esclusiva, ha ottenuto e continua ad ottenere molto successo. Non c’è motivo di cambiarla. Inoltre, c’è un enorme valore per Swiss Side e per i nostri clienti nell’avere DT Swiss come produttore delle ruote. Quindi la produzione e la collaborazione tecnica sono strettamente legate nella nostra partnership. E’ un vero esempio di un’alleanza aziendale vincente e approvata dal mercato.