Dopo il dominio di Tom Pidcock anche quest’anno è molto alto il “rischio” di un dominio straniero al Giro d’Italia U23. I corridori di fuori confine sembrano avere una marcia in più e coltelli ben affilati, almeno guardando le classifiche delle prove internazionali nelle quali l’Italia si è vista pochino.
Ci sarebbe da riaprire l’eterno discorso sulle continental, sulle numerose gare a circuito, sull’impegno a crono, ma per ora questo è.
Olandesi sul piede di guerra
Faranno rotta sul Giro U23 molte continental dei team più blasonati del WordlTour. Un esempio? La Development Team Dsm. Questo team porterà Henri Vandenabeele che ha preso parte al Tour of the Alps, tra l’altro corso in maniera egregia e cogliendo un buon piazzamento nell’ultima tappa. Aveva preso parte anche alla Coppi e Bartali. Magari non sarà il favorito per la classifica finale, ma di certo è un nome da tenere sott’occhio. Di questa squadra fa parte Gianmarco Garofoli che si spera non dovrà solo tirare.
Sempre olandese, ma dell’Equipe Continental Groupama-Fdj, è Marijn Van den Berg. Lui ha corso parecchio con i pro’ ed è il fresco vincitore delle due tappe polacche della Coppa delle Nazioni, corse però con la maglia della nazionale arancione. Le ha dominate.
I belgi non scherzano
Chi invece legittimamente può puntare in alto sono i ragazzi della Seg Academy Racing. Questa squadra sta dominando la scena internazionale della categoria. Sono già in Italia, pronti per il Giro, tanto che domenica scorsa hanno fatto doppietta a Sant’Ermete nella Coppa della Pace. Chi sono i più pericolosi? Daan Hoole e Stan Van Tricht. Soprattutto il secondo fa paura. Si tratta di un classe 2001: 175 centimetri per 64 chili, cresciuto a suon di strappi e Giri delle Fiandre. Lui è della stessa città di Stuyven, re della Sanremo, cioè Leuven che guarda caso quest’anno ospiterà i mondiali U23.
E poi in attesa della starting list ufficiale anche la scuola danese e quella svizzera possono vantare bei corridori: pensiamo ad Anthon Charmig, sesto al Giro di Turchia, o a Yannis Voisard. Quest’ultimo, svizzero, è uno dei più esperti. Lui infatti è un classe 1998 ed ha usufruito della regola introdotta quest’anno a causa del Covid che consente la partecipazione anche ha chi ha già compiuto i 23 anni. Avrà fame di riscatto.
I colombiani e la quota
Un altro acuto straniero potrebbe arrivare dal Sud America, dai colombiani. Anche il cittì Marino Amadori ci ha messo in guardia su di loro. Si sono visti poco, ma quest’anno memori dell’arrivo un po’ troppo nervoso del 2020, hanno avuto un approccio decisamente migliore. I cinque connazionali di Bernal sono già da noi e giusto ieri hanno fatto una seduta di dietro motore. Inoltre con le lunghe salite e il fatto che per un paio di volte si va oltre quota 2.000 potrebbero avere un piccolo aiuto.
Non sarà facile dunque e lo sapevamo. La “maxi” crono non aiuta i corridori di casa, ma serve se si vuol crescere. L’ultimo italiano a vincere il Giro U23 fu Mattia Cattaneo nel 2011, dieci anni fa. E’ vero che per qualche anno la corsa non è disputata, però… Dal 2017, anno della ripresa, hanno trionfato nell’ordine: Pavel Sivakov, Aleksandr Vlasov, Andrés Camilo Ardila e Thomas Pidcock. Non solo, ma l’unico a salire sul podio in tutte queste edizioni è stato Kevin Colleoni, terzo lo scorso anno.