Mohoric da favola. Iridato gravel con gambe e (la solita) intelligenza

08.10.2023
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PIEVE DI SOLIGO – A pochi minuti dal via della prova iridata, tutti sono d’accordo su una cosa: la corsa sarà davvero dura. Si parte dal Lago Le Bandie e si arriva a Pieve di Soligo, dopo 169 chilometri di fatiche. Il tracciato è lungo, forse troppo lungo, come sottolinea anche Francesco Moser, che lo avrebbe accorciato di qualche chilometro. In palio c’è un titolo mondiale ambitissimo. Quello gravel.

I pretendenti sono agguerriti: al via infatti ci sono Wout Van Aert, che arriva sorridente ma anche molto concentrato, non concedendo foto o autografi, Alejandro Valverde, che si prende l’applauso del pubblico a braccia alzate, e Matej Mohoric.

Pellizotti profeta

Franco Pellizotti, direttore sportivo della Bahrain-Victorious, ci aiuta ad capire cosa potrebbe succedere durante la corsa: «È un percorso bellissimo ma anche molto tecnico. Sarà importante non perdere di vista nessuno, perché ogni punto del tracciato potrebbe essere quello buono per l’attacco vincente. Inutile dire che l’attenzione sarà su Van Aert anche se, sinceramente, ultimamente non l’ho visto poi così brillante sulle salite. Rimane sicuramente molto quotato, ma anche altri, come Mohoric, potrebbero dire la loro».

Lo sloveno è molto conciso nel dire come affronterà la sua gara: semplicemente «a tutta», esclama. E indovinate com’è andata? La corsa parte, il ritmo è altissimo e in testa si forma un gruppetto di tre elementi: Matej Mohoric, Florian Vermeesch e Connor Swift. Terzetto che poi andrà a ricoprire i gradini del podio nello stesso nell’ordine. 

Non pervenuto, a sorpresa, Wout Van Aert. Sul muro di Ca’ del Poggio aveva già un distacco di oltre dieci minuti, complici anche diversi problemi meccanici e una scivolata. 

La corsa la fanno quei tre davanti: scatenati e sicuri in ogni passaggio. Il ritmo aumenta, le tattiche diventano sempre meno efficaci e la fatica quasi insostenibile. Dal terzetto si sfila prima Swift e poi Vermeesch, sotto le “trenate” dello sloveno.

Matej rimane solo al comando, senza alcun punto di riferimento e correndo qualunque rischio possibile pur di aggiudicarsi l’iridata. «Ogni tanto ci davano qualche riferimento circa il nostro vantaggio, ma non c’era da credergli», ha spiegato Mohoric.

Rischi che si concretizzano quando all’arrivo mancano appena tre chilometri: la piazza di Pieve di Soligo per un attimo sussulta. Matej è scivolato. Però riparte e si gode ugualmente il chilometro finale, che si trasforma in una lunga passerella.

Mohoric iridato

Lo sloveno non vince, trionfa. Alla sua prima corsa gravel, mette subito le cose in chiaro: «Mi sono divertito moltissimo. Il percorso era bellissimo e conoscevo molte di queste strade, in quanto ci gareggiavo da bambino. Tra i partenti c’erano molti nomi interessanti e questo rendeva la corsa ancora più elettrizzante». 

All’arrivo Matej è visibilmente divertito, abbraccia subito il suo diesse, Pellizotti, che gioisce quasi più di lui. Si ferma ogni qual volta una mano gli porge una penna per un autografo o un telefono per una foto. Dire che Mohoric si aspettasse questa vittoria non è esatto, però la desiderava tanto. Dopo il ritiro al Croazia, voleva dare il meglio di sé. 

Ma lo sloveno è così. Gentile, forte, educato, intelligente e meticoloso. Uno come lui, anche se a questo mondiale gravel non ha potuto dedicare troppo tempo, si è certamente informato bene su percorso, scelte tecniche, meteo… Ricordiamoci di come ha vinto la Sanremo lo scorso anno, con “l’invenzione” del reggisella telescopico. 

Matej chiude così il suo 2023 con un’altra vittoria, sei in tutto. E continua il suo feeling con la maglia iridata: era stato campione del mondo juniores nel 2012 e under 23 l’anno successivo, su strada ovviamente.

Iridato in locanda

E il suo meglio lo dà vivendo la corsa, più che preparandola. Lo sloveno ha infatti gareggiato senza potenziometro. Ha saputo della potenza media da Swift e Vermeesch e ammette che anche se l’avesse avuto, avrebbe creduto fosse rotto, tanto andavano forte. 

«Sapevo che tutti eravamo a tutta – aggiunge Mohoric – ma non dovevo finirmi del tutto. Ho dovuto gestire le mie energie molto bene, grazie anche al supporto della squadra. Ogni ora mi assicuravo di mangiare almeno 120 grammi di carboidrati e ai rifornimenti prendevo gel e borracce che la squadra mi passava». 

Scivolone a parte la corsa di Mohoric è stata “tranquilla”. Certo, litigata con elicottero esclusa: «In cima ad una salita ho cercato di mandare via l’elicottero perché stava alzando troppa polvere. No, non era una mosca quel gesto». 

La corsa gli è piaciuta così tanto che Mohoric ci tornerebbe: «Il mio programma su strada è molto fitto, sarebbe difficile partecipare spesso anche alle gare gravel, ma sicuramente non abbandonerò la disciplina. Poi con i panorami che abbiamo visto oggi ci tornerei anche in vacanza. Magari fermandomi a bere del buon vino e a mangiare il prosciutto di questa parte di Veneto!».

Se dunque vedrete un ragazzo in maglia iridata fermo in qualche locanda della zona, probabilmente sarà lui. 

Lubiana e le sue montagne, le Alpi di Kamnik e della Savinja

26.07.2023
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La Slovenia è una destinazione da sogno per i ciclisti. Grazie alla varietà, sia dei terreni che dei paesaggi, i praticanti di ogni età possono trovare qualcosa per se stessi. Dalle piste ciclabili, agli alloggi per ciclisti, alle esperienze su misura, alla gastronomia e per finire alle strade dei campioni. Lubiana è la capitale verde di un paese verde. La città dei mille eventi è circondata da parchi e aree naturali protette. 

Tadej Pogacar, due volte vincitore del Tour de France e ambasciatore del turismo sloveno, sfrutta ogni momento a casa per fare giri in bicicletta attraverso i diversi paesaggi della sua terra. Sebbene sia difficile trovare una strada su cui non abbia pedalato, scopriamo alcuni dei suoi itinerari preferiti. Come le Alpi di Kamnik e della Savinja. Scopriamo sulla scia di Tadej questi luoghi incantevoli. 

Nel Paese verde è facile immergersi nella natura incontaminata
Nel Paese verde è facile immergersi nella natura incontaminata

Un paradiso montano

Le Alpi di Kamnik e della Savinja, illuminate dai primi raggi del sole, già la mattina presto, invitano ogni visitatore a Lubiana a godersi la vista sulle montagne che si trovano a soli 30 minuti di auto dalla capitale. Velika Planina è una delle destinazioni più popolari per quei ciclisti che hanno bisogno di vere sfide in montagna. 

Il pittoresco altipiano con molte capanne di pastori che ancora oggi conservano la tradizionale agricoltura di montagna, ha lasciato un segno rilevante nel Giro di Slovenia 2022 in cui Tadej Pogacar e il suo compagno di club Rafal Majka hanno giocato il famoso gioco “sasso, carta, forbici” prima della linea del traguardo. Circondati dalle Alpi di Kamnik e della Savinja si potranno trovare piste ciclabili adatte anche ai più piccoli. La valle di Kamniska Bistrica è un eccellente percorso ciclabile per avventure ciclistiche meno impegnative.

Itinerari adatti a tutte le tipologie di bici
Itinerari adatti a tutte le tipologie di bici

Kamnik e le sue bellezze

Il percorso variegato con tracciati ciclistici semplici ma anche impegnativi dimostra quanto il ciclismo sia di casa a Kamnik. Si può usare una bici da città lungo i sentieri dell’Arboretum Volcji Potok, oppure la bici da strada verso la sorgente della Kamniska Bistrica, oppure ancora in sella alla mountain bike verso Velika Planina. Un paradiso per gli amanti delle bici.

I ciclisti di montagna hanno molta scelta nella valle. Uno dei percorsi più apprezzati, considerato tra i più complessi ma anche tra i più belli, attraversa Brsniki. Salire sulla Velika Planina è una vera sfida. Si può partire dalle Terme Snovik, verso il passo Crnivec situato a 902 metri di altezza sul livello del mare, proseguendo verso Velika planina. Sulla montagna è possibile riposarsi e rifocillarsi in numerosi snack-bar e baite. Si può inoltre arrivare al Crnivec partendo da Kamnik e regalarsi a fine percorso un bel bagno alle Terme Snovik.

Tratti di piste ciclabili per vivere le due ruote in sicurezza
Tratti di piste ciclabili per vivere le due ruote in sicurezza

Fino alla sorgente

La sorgente della Kamniska Bistrica è molto apprezzata dai ciclisti che giungono a Kamnik. Per i più attivi il tracciato funge da riscaldamento, mentre per chi è alle prime armi, è una sfida. Entrambi sono felici di giungere al laghetto alla fine del percorso, dov’è possibile rinfrescarsi.

Lungo il fiume Kamniska Bistrica corre anche il percorso podistico-ciclistico che collega Kamnik a Domzale. È adatto a tutte le generazioni, per cui vi ci si può recare anche coi bambini. In più punti si possono trovare giochi e panchine, dove potrete riposarvi all’ombra. Il tracciato passa anche attraverso l’Arboretum Volcji Potok, dove ci si può fermare a visitare il parco botanico più esteso del Paese. Per chi invece vuole fare “riposare” la bici e provare qualcosa di nuovo, può avventurarsi sul percorso a piedi. Sul tragitto ogni anno si svolge la famosa marcia che va da Kamnik a Domzale.

Cicloturismo extra e anche urbano per poter toccare con mano la cultura slovena
Cicloturismo extra e anche urbano per poter toccare con mano la cultura slovena

Escursioni ad hoc

Gli itinerari che si immergono in queste maestose vallate da scoprire in sella sono innumerevoli. Presso le strutture a misura di bici è possibile trovare una rete di guide turistiche pronte ad accompagnare il ciclista in ogni angolo verde da esplorare a ritmo lento e rispettoso. Tra questi a chiudere il nostro viaggio nei dintorni della capitale Lubiana, troviamo un appuntamento fisso che va dal 15 marzo al 31 ottobre. Dalla trattoria Vegov hram a Dolsko si pedala lungo la valle che nel passato, legato al maniero di Dol, veniva chiamata Lusttal (la valle della gioia e della delizia). Dopodiché si passa da Lubiana e Kamnik, per raggiungere poi i piedi delle Alpi di Kamnik e della Savinja, dove visitare il famoso maniero di caccia, opera dell’architetto J. Plecnik, e la gola Predoselj. 

Dopo l’escursione ciclistica da Dolsko fino alla sorgente della Kamniska Bistrica, volendo si possono fare i bagni nelle Terme Snovik oppure visitare il villaggio dei pastori sull’altipiano Velika planina.

L’itinerario organizzato comprende il transfer da Lubiana fino al punto di partenza e viceversa nonché il pranzo. Tutti giorni alle 8.30, 8,5 ore; in bici: 3,5 ore 

IFeelSlovenia

Slovenia, nel verde di Goriska Brda e le delizie del palato

17.07.2023
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Non c’è niente di più bello che conoscere le specialità enogastronomiche locali e le perle culinarie nascoste. Dai vini al cibo, unito al dormire in alloggi boutique per famiglie, ammirare il verde della campagna e il vento tra i capelli sui sentieri dei boschi.

Le colline di Goriska Brda sono un vero paradiso per i ciclisti costellato di cultura e paesaggi mozzafiato. Il paesaggio ondulato offre 280 km di piste ciclabili curate e praticabili in tutte le stagioni. Gli itinerari che che si intrecciano nella Slovenia verde all’insegna dei sapori sono infiniti. Scopriamo i percorsi più belli e alla portata di tutti…

Paesaggi come quadri naturali che si susseguono in ogni itinerario
Paesaggi come quadri naturali che si susseguono in ogni itinerario

Green Gourmet Route

Per tutti i viaggiatori e gli appassionati di ciclismo, il percorso di 11 giorni, progettato secondo i principi del turismo responsabile e sostenibile, è la scelta giusta per provare una vacanza attiva. Comprende tratti ciclabili più leggeri e più impegnativi e la maggior parte si snoda lungo sentieri secondari su splendidi panorami. Il percorso conduce da Lubiana a Goriska Brda, la Valle del Vipava e il Carso e ritorna attraverso la capitale dirigendosi verso Sevnica, Podcetrtek, Ptuj e Maribor. 473 km da percorre in sella con 12.870 metri di dislivello accompagnati da tratte di collegamento in treno, soste gourmet, ristoranti stellati e specialità da scoprire. 

La Slovenia Green Gourmet Route è il filo conduttore di un turismo sostenibile che abbraccia una cultura gastronomica altrettanto amica dell’ambiente. Da queste parti i principi di base della gastronomia sostenibile si basano su filiere corte, locali, stagionali, e quindi su un cibo più fresco che il più delle volte arriva nel piatto proprio dall’orto di casa, accompagnato dall’eccezionale tradizione dell’apicoltura e dei prodotti del miele, da vini naturali e marchi comprovati di qualità locali che combinano cibo e bevande, prodotti ed esperienze.

Percorsi da affrontare con qualsiasi mezzo, dalle e-bike alle bici da corsa, alle city bike
Percorsi da affrontare con qualsiasi mezzo, dalle e-bike alle bici da corsa, alle city bike

I sapori di Brda

Il 23 maggio del 2021, la 15ª tappa del Giro d’Italia è passata proprio per Brda e per il Collio, sconfinando da Gorizia. Luoghi di grande ciclismo ma che durante l’anno sono un esempio di turismo sostenibile e culinario. Brda è un simbolo sotto questo punto di vista. Basterà arrivare qui e scoprire i costumi caratteristici e assaporare il vino quasi dimenticato dei rituali, ispirato alla tradizione dei fedeli nativi (staroverci).

Il vino è il protagonista di questi luoghi. E’ infatti possibile sperimentare Brda attraverso una pratica guidata di mindfulness e scoprire in modo diverso l’intero ciclo annuale delle viti di Motnik. Intraprendere un viaggio intimo guidati da un’esperta di immersiva e dalle conoscenze psicoterapeutiche per sentire le radici primordiali. Fra i vigneti terrazzati si può scoprire l’incredibile ricchezza delle varietà di vino autoctone, caratteristiche solo di questo micro spazio. Assaggiando il Motnik, il vino quasi dimenticato dei fedeli nativi, si spalancheranno le porte ai segreti custoditi dell’area che abbraccia il fiume Isonzo.

Borghi storici da visitare in sella
Borghi storici da visitare in sella

Le colline verdi

Tra natura, arte e cultura, avventuriamoci nel percorso che inizia a Dobrovo, e prosegue in direzione Medana (dove si trova la casa natale del poeta sloveno Alojz Gradnik) e Vipolze. Un itinerario che abbraccia le colline e fa vivere il verde sloveno. Dopo essere partiti si fa una sosta nel parco dei cipressi vicino al Manoro, che d’estate ospita spettacoli di danza. A Dolnje Cerovo si gira sulla strada sterrata e si va verso Kojsko. Raggiunto il paese di Gonjace, si salgono i 144 gradini che portano sulla cima della torre, luogo di commemorazione delle vittime della seconda guerra mondiale. Qui vi attende una vista favolosa sulle Dolomiti, le Alpi Giulie e l’Adriatico. 

Si prosegue fino a Smartno, un suggestivo borgo medievale, dove è possibile fare una passeggiata tra le strette vie del paese e visitare le gallerie d’arte locali. Per chiudere si torna al castello di Dobrovo, per visitare la raccolta di opere grafiche del noto pittore Zoran Music e concedersi un piatto casereccio e un bicchiere di vino presso una taverna locale.

I noleggi sono sparsi sui 280 km di piste ciclabili
I noleggi sono sparsi sui 280 km di piste ciclabili

Da Goriska Brda al Collio

Scopriamo il penultimo percorso rivolto ai ciclisti pronti ad assaporare il territorio a colpi di pedale. L’itinerario parte dalla fortezza di Dobrovo che, tra le mura del castello del XVII secolo, ospita la Vinoteka Brda. Si prosegue in direzione Smartno, fino a raggiungere i 291 metri di Gonjace, sul cui colle Mejnik si erge la torre panoramica, alta 23 metri. Da lassú, si gode di una meravigliosa vista panoramica: il Collio, la Alpi Giulie e le Alpi Carniche, le Dolomiti, la Pianura friulana, il Golfo di Trieste, il Carso, la valle del Vipacco e la Selva di Tarnova. 

Attraversando splendidi paesaggi tra vigne, campi da golf, castelli, fortezze, enoteche ed agriturismi (tra cui il premiato ristorante La Subida), si raggiungono infine le mura di Cormons. E’ inoltre possibile noleggiare bici presso il BWP Dobrovo e riconsegnare i mezzi presso il BWP Cormons, richiedendo un transfert fino a Dobrovo per tornare comodamente senza spostare bagagli e proseguire la propria vacanza in tranquillità.

Tra i vigneti più iconici

Chiude il viaggio tra le meraviglie slovene all’insegna dell’enogastronomia il percorso che porta dalle colline di Goriska Brda al Carso sloveno, attraversando la città di Nova Gorica. Dalla fortezza di Dobrovo si prosegue fino San Floriano del Collio. Qui si può riprendere fiato e godersi il meraviglioso panorama. Dopodiché si scende in direzione Solkan dove si rimarrà ammaliati nel vedere lo splendido fiume Isonzo e il ponte ferroviario in pietra di Solkan, alle pendici del monte Sabotin costruito durante l’Impero Austroungarico per consentire il passaggio sul fiume della linea ferroviaria Jesenice-Trieste.

L’ultima tappa sarà in direzione Nova Gorica, moderno centro universitario ampiamente provvisto di piste ciclabili, circondato da valli, boschi ed altipiani. Da qui basterà proseguire fino ad arrivare in terra carsica con i suoi vigneti, boschi e paesini in pietra. Il viaggio si chiude con un’altra lunga ascesa che porterà sulla cima Gracji hrib (206 m) e nei pressi della cima Brikula (350 m) per poi buttarsi in picchiata verso Gorjansko e concludere il percorso a Pliskovica. Da soli, in famiglia o con le guide, la Slovenia è pronta per essere visitata e assaggiata a ritmo di bici.

IFeelSlovenia

Juliana Bike e Triglav: esperienze indimenticabili in Slovenia

07.07.2023
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I sontuosi panorami dalle alte vette, le verdi valli alpine, i ruscelli mormoranti e i laghi nei quali si riflette il cielo azzurro, il ricco mondo delle piante e degli animali. No, questo non è un sogno, tutto questo si può vivere nel Parco Nazionale del Triglav, l’area protetta più estesa della Slovenia e l’unico parco nazionale sloveno. Il mondo delle Alpi Giulie, conosciuto anche come il Regno del Camoscio dalle corna d’oro, è il teatro di meravigliose bellezze da esplorare. Tutto da scoprire in bicicletta, alle pendici della più alta catena montuosa slovena. Si chiama Juliana Bike ed è il percorso cicloturistico circolare tra i più belli del “paese verde”.

Itinerari mozzafiato da affrontare in sella, apprezzando la bellezza e la calma del turismo lento. La Slovenia, patria di grandi campioni come Pogacar e Roglic, ha in serbo un’infinita rete di panorami, cultura e tradizioni da scovare. 

Tappe da affrontare insieme alla propria famiglia (foto Slovenia.info)
Tappe da affrontare insieme alla propria famiglia (foto Slovenia.info)

Il paradiso sotto il Triglav

Il parco ha preso il nome dalla montagna più alta della Slovenia, il Triglav (Tricorno) di 2.864 metri, riconosciuta dagli sloveni come una “montagna sacra” e per questo riportata sulla bandiera nazionale. Questo luogo comprende la maggior parte delle Alpi Giulie orientali. Oltre alle bellezze naturali, è possibile sentire il legame dell’uomo con la natura che si riflette anche nel patrimonio culturale del parco. 

Le opportunità per esplorare e trascorrere attivamente il tempo libero sono davvero tante, per questo motivo rappresenta una meta da aggiungere alla propria vacanza. Tra le curiosità, una delle famose leggende slovene narra del camoscio alpino con le corna d’oro che regnava nella zona delle Alpi Giulie. Lo scopo è entrare nel suo regno e trovare i suoi tesori più grandi, nascosti nel territorio del Parco Nazionale del Triglav e nelle zone circostanti.

Un turismo lento per apprezzare ogni panorama (foto Slovenia.info)
Un turismo lento per apprezzare ogni panorama (foto Slovenia.info)

Natura da rispettare 

La Slovenia è una destinazione ciclistica alla portata di tutti poiché offre molti percorsi, indipendentemente dalla bicicletta che si vuole utilizzare. In sella si possono scoprire le bellezze create dalla natura e luoghi pittoreschi ricchi di patrimonio culturale ed eccezionali monumenti naturali. Per la sua diversità naturale e culturale e per la buona convivenza tra l’uomo e la natura, l’area delle Alpi Giulie è classificata nella rete UNESCO delle riserve della biosfera MAB.

Quasi tutta l’area rientra nel Parco Nazionale del Triglav, la più grande area protetta e l’unico parco nazionale sloveno. E’ necessario accedervi con molto rispetto nei confronti della natura intatta e del patrimonio naturale e culturale, che riflette la connessione e l’armonia tra gli abitanti e la natura. Il premio che si ottiene nel visitare questi luoghi è rappresentato da panorami indimenticabili, dalla pace delle montagne e dalla piacevole freschezza dei fiumi cristallini, boschi verdi e prati alpini.  

Bici da corsa, gravel, MTB, l’importante è pedalare nel rispetto dell’ambiente
Bici da corsa, gravel, MTB, l’importante è pedalare nel rispetto dell’ambiente

Le Alpi Giulie dalla bici

Il Regno del Camoscio dalle corna d’oro collega paesi, località, valli, passi e altipiani. Si snoda su strade, piste ciclabili, sentieri forestali e agricoli e strade sterrate. Il viaggio intorno e attraverso le Alpi Giulie di Juliana Bike, parte a Bohinj, più precisamente a Bohinjska Bistrica, e per iniziare attraverso Goreljek, successivamente alla verde Pokljuka, ricoperta da vaste foreste di abeti. Da qui si scende a Gorje e poi lungo la pittoresca valle del fiume Radovna fino a Mojstrana. 

Un percorso accessibile che si alterna da strade normali fino alla pista ciclabile a lunga percorrenza che porta alla famosa località di montagna, Kranjska Gora. Attraverso il passo di montagna di Vršič, che tra l’altro rappresenta una vera e propria sfida per i ciclisti, si arriva dall’altra parte, nella valle dell’Isonzo. Prima a Bovec e poi a Tolmin. Attraverso Zakojca  si arriva sul lato di Cerklje. Da qui il sentiero conduce a Podbrdo e attraverso Soriška planina torna a Bohinjska Bistrica.

Fiumi e laghi di cui innamorarsi (foto Slovenia.info)
Fiumi e laghi di cui innamorarsi (foto Slovenia.info)

Juliana Bike in numeri

Itinerari rodati, pianificati, solo da iniziare con la prima pedalata. Prima di decidere di pedalare lungo il pittoresco percorso cicloturistico denominato Juliana Bike è importante essere a conoscenza dei numeri che lo caratterizzano. Lunghezza 290 chilometri, sette tappe (più tre opzionali), dislivello 8.500 metri, lunghezza media tappa 40 chilometri. 

Lungo gli svariati chilometri dei percorsi, si attraverseranno destinazioni che sono tra loro collegate da molte opportunità, sebbene ognuna abbia il suo carattere unico. Sarà fondamentale prendersi del tempo per fermarsi presso le attrazioni naturali e culturali presenti lungo il percorso. Durante le singole tappe, concedetevi una pausa negli alloggi specializzati per ciclisti lungo il percorso e assaggiate le specialità enogastronomiche della Slovenia. 

IFeelSlovenia

Novak: un altro slovacco ambizioso che cresce in fretta

17.06.2023
4 min
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Samuel Novak si trova a casa sua, in Slovacchia, dove si allena in vista dei campionati nazionali di settimana prossima. In questi giorni sta uscendo con la bici da cronometro e un problema meccanico fa slittare la nostra telefonata di un quarto d’ora. Parla inglese fluentemente, ha una voce simpatica, ed è sempre pronto alla battuta. Uno spirito che rispecchia perfettamente la sua giovane età

La particolarità di Novak è che corre in Italia, nella Borgo Molino Vigna Fiorita, sta andando molto bene nell’ultimo periodo. Arriva dalla vittoria della Coppa Montes (photors.it in apertura), il giorno della Liberazione, alla quale ha aggiunto il quarto posto al GP dell’Arno. 

Novak ha indossato la maglia dei GPM al Giro delle Lunigiana alla fine della prime due tappe (foto Instagram)
Novak ha indossato la maglia dei GPM al Giro delle Lunigiana alla fine della prime due tappe (foto Instagram)

La prima vittoria del 2023

«Quella della Coppa Montes – racconta Novak – è stata la prima vittoria della stagione. Non me l’aspettavo, anche perché arrivavo da un periodo un po’ complicato. Tre giorni prima avevo corso l’Eroica Juniores e non era andata bene, sono stato malato per gran parte della settimana. L’obiettivo alla Coppa Montes era quello di sopravvivere, fare del mio meglio ed invece è arrivata la vittoria».

Ve la siete giocata bene, davanti c’eravate tu e Cettolin.

Sì, abbiamo giocato la classica situazione di superiorità numerica e siamo riusciti a vincere. Per primo ha attaccato Cettolin, poi una volta ripreso sono partito io, ero un po’ lungo ma sono riuscito a resistere al rientro degli altri corridori. 

Un bel modo per riprendersi da un periodo così così, no?

Assolutamente, da quel momento in poi mi sono sentito sempre meglio. Anche al GP dell’Arno sono andato molto bene, direi che ho iniziato a credere sempre più in me stesso.

Nel 2022 ha vinto il titolo nazionale a cronometro, riuscirà a fare la doppietta quest’anno?
Nel 2022 ha vinto il titolo nazionale a cronometro, riuscirà a fare la doppietta quest’anno?
La Coppa Montes era una gara internazionale, con tanti ragazzi forti al via…

Vero, c’era un livello davvero alto, ma avendo corso anche tante gare con la nazionale sono abituato. Nel 2022 ho disputato cinque tappe di Nations Cup e due gare internazionali con la maglia del mio Paese: Giro della Lunigiana e una corsa in Austria. 

Ora prepari i campionati nazionali, cercherai la doppietta per il titolo a cronometro?

Ci proverò – dice con una grande risata – non sarà semplice, non sono riuscito a curare al meglio la mia preparazione in questa disciplina. Vedremo cosa riuscirò a fare in questi giorni che mi separano dalla prova. 

Che tipo di corridore pensi di essere?

Difficile dirlo, posso diventare un buon scalatore, ma vado bene a cronometro e vinco anche delle volate ristrette. E’ presto per dirlo, non saprei bene dove specializzarmi, per esempio, le prove contro il tempo le corro da poco. 

Vai forte anche lì, che tipo di percorsi ti piacciono?

Duri – dice con una risatina – mi piacciono i percorsi dove bisogna produrre il massimo sforzo in periodi abbastanza lunghi. 

La cronometro è una disciplina scoperta da poco da Novak, ma molto apprezzata
La cronometro è una disciplina scoperta da poco da Novak, ma molto apprezzata
Dopo i campionati nazionali che obiettivi hai?

Farò qualche gara con la squadra in Italia e poi ci sono un paio di tappe di Coppa delle Nazioni che mi piacerebbe vincere. Una in particolare nel mese di luglio.

Questo è il tuo secondo anno con la Borgo Molino, come ti trovi?

Bene, i ragazzi sono molto gentili e simpatici. E’ una squadra davvero forte, a volte anche troppo – dice con una battuta – mi aiutano tanto e ci mettiamo a disposizione l’uno dell’altro. 

Hai già fatto molte esperienze internazionali, tra cui il mondiale in Australia, che esperienza è stata?

Correre dall’altra parte del mondo è stato pazzesco. L’ho amato molto, prima della gara non stavo benissimo ma sono comunque riuscito ad arrivare nel secondo gruppo. Un 40° posto che non mi ha fatto sfigurare, ma quest’anno punto a migliorarmi. 

Come ogni slovacco Novak riserva un posto nel suo cuore per Sagan, ma i suoi idoli sono i corridori moderni
Come ogni slovacco Novak riserva un posto nel suo cuore per Sagan, ma i suoi idoli sono i corridori moderni
L’anno prossimo passerai under 23, hai già dei contatti?

Sì, ho un manager che si sta occupando di trovare la migliore opzione. L’unica cosa che posso dire è che probabilmente si tratterà di un team development di una WorldTour. 

Ultima domanda: sei slovacco, come Sagan, è lui il tuo corridore preferito?

Come ogni slovacco che si rispetti posso dire che Peter occupa un posto nel mio cuore. Però se devo essere sincero il mio prototipo di corridore è Ethan Hayter: moderno, completo, è un corridore a tutto tondo. Mi rivedo in lui in un certo senso.

Tratnik e una fonte d’ispirazione chiamata Roglic

11.06.2023
4 min
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Jan Tratnik è già un uomo squadra della Jumbo-Visma. Lo sloveno è arrivato questo inverno alla corte del team giallonero e subito si è integrato alla grande. Nelle ultime stagioni, Jan si è mostrato atleta di grande sostanza. Ha vinto una tappa al Giro d’Italia, un titolo nazionale contro il tempo e si è sempre messo a disposizione dei capitani nelle corse di primissimo piano.

E non a caso era stato inserito nel super team per il Giro d’Italia. Poi un incidente a poche ore dal via della corsa rosa ha mandato tutto in frantumi: tibia rotta e via a casa. Pensate che era salito sul palco della presentazione dei team a Pescara, come si nota nella foto di apertura.

Tratnik poteva essere il gregario numero uno di Primoz Roglic, il confidente. Se non altro perché sono entrambi sloveni. Qualche giorno fa, dopo il successo di Primoz, aveva parlato sui social di quanto Roglic fosse una fonte d’ispirazione per lui, per il ciclismo sloveno, per i ragazzini che decidevano d’inforcare la bici. Ora che ha ripreso a pedalare, sentiamo dunque cosa ci dice il simpatico sloveno.

Un selfie con Roglic, i due sono anche compagni di nazionale
Un selfie con Roglic, i due sono anche compagni di nazionale
Jan, prima di tutto come stai dopo la caduta? E qual è il tuo piano di recupero della tibia?

Sto migliorando giorno dopo giorno. Le prime tre settimane sono state piuttosto lunghe, perché non potevo fare molto. Semplicemente sdraiato sul divano o sul letto. Giornate così diventano molto lunghe, specie per un ciclista. Comunque stavo facendo degli esercizi per il ginocchio, ma non c’era molto altro.

Quando ti rivedremo in gara?

E’ difficile parlare di gare in questo momento. La prima cosa è recuperare dopo la caduta, la seconda è iniziare seriamente con gli allenamenti e poi possiamo fare un piano per le corse. Quindi mi prenderò del tempo per recuperare, ma lavorerò sodo per i prossimi obiettivi.

Cosa ti è passato per la testa in quell’incidente in Abruzzo?

Di sicuro è stata una grande delusione tornare a casa subito e in quel modo. Ma poi mi rendo anche conto di quanto sono stato fortunato. Quell’auto mi ha fatto schiantare, sono volato in aria e mi sono rotto “solo” la tibia. Nessun altro osso, nessun danno muscolare e la mia testa non ha avuto ferite e traumi. La vita non è solo ciclismo, quindi sono grato che sia andata così e che posso continuare a correre. Se penso a quanta fatica fatta, alla preparazione e a tutto l’impegno che ho investito sul Giro… Meglio non pensarci, altrimenti mi deprimo! Ora tutto questo è passato e non vedo l’ora di tornare ancora più forte.

Hai detto che Primoz Roglic è stato una fonte di ispirazione. Cosa significa per te avere un compagno come Primoz? E quanto ha influito la sua presenza sul tuo arrivo alla Jumbo-Visma?

Con Primoz siamo amici dentro e fuori dalla bici. Sono felice di essere nel team Jumbo-Visma e di avere la possibilità di correre con lui. Sicuramente la sua presenza mi ha aiutato un po’, ma alla fine sappiamo quanto sia forte tutta la squadra e per entrare a fare parte di questo team devi avere qualità.

Sempre parlando di ispirazione: cos’è Roglic per la Slovenia? Pogacar è un super campione, ma Primoz è stato il corridore che ha alzato il livello del ciclismo sloveno.

Sì, sono entrambi grandi corridori, i migliori a mio avviso. E tutti li conoscono, sappiamo quanto siano forti. E’ vero, Primoz è stato il primo ciclista che ha davvero fatto crescere il ciclismo in Slovenia con tutti i suoi risultati sorprendenti. Quindi è una grande figura dello sport in Slovenia e piace a tutti.

Hai seguito il Giro? E come?

Sì, anche perché non ero in grado di uscire, quindi ho guardato ogni tappa alla televisione.

Il Monte Lussari, bolgia slovena tutta per Roglic. Quanto sarebbe stato bello esserci per Tratnik…
Il Monte Lussari, bolgia slovena tutta per Roglic. Quanto sarebbe stato bello esserci per Tratnik…
Hai parlato o scritto ai tuoi compagni durante il Giro?

Non molto a dire il vero. A volte mi scrivevo con Primoz, ma non volevo deconcentrarli. Stavano facendo un lavoro straordinario.

Ci racconti le emozioni di Monte Lussari? Come hai seguito quella fase?

E’ stato un grande spettacolo. Anche dalla televisione sembrava incredibile. Beh, alla fine ho ceduto un po’ anche io alle mie emozioni, perché quando ho visto che Primoz ha vinto e tutta la squadra era contenta…

E tu?

Una parte di me era abbastanza delusa di non far parte di quel gruppo in quel momento. Alla fine però tutto ciò motiva anche me, perché so che presto sarò di nuovo lì a festeggiare con la squadra. Ma per esserci, devo lavorare sodo ora e tornare il prima possibile.

In Slovenia si coccolano Glivar. E’ il nuovo Pogacar?

06.06.2023
5 min
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Gal Glivar, il campioncino sloveno che ha messo in fila i successi nella Carpathian Race e nell’Orlen Nations Cup Grand Prix, è uno di quei classici casi di corridore col destino segnato. Lo si capisce ascoltando la sua storia: «Mio padre Srecko era stato corridore di buon livello (arrivò secondo al Giro di Slovenia nel ’93, ndr), poi si è dedicato alla carriera di direttore sportivo in molte squadre e io ero tante volte con lui in auto a seguire le corse. Quando avevo 9 anni ho cominciato a correre sempre nella squadra di mio padre, l’Adria Mobil e sono ancora lì…».

Ora di anni Gal ne ha 21 e la passione per il ciclismo non l’ha più lasciato. Nell’ambiente il suo nome è fra i più sussurrati come uno dei campioni del futuro, d’altronde quel che ha fatto vedere quest’anno ha davvero stupito, per la maturità dimostrata nella conduzione delle corse a tappe. Per il ciclismo ha sacrificato tutto.

Un giovanissimo Gal già sul podio. Il ciclismo è da sempre la sua grande passione
Un giovanissimo Gal già sul podio. Il ciclismo è da sempre la sua grande passione

«Ho preso il diploma e ho finito di studiare, non faccio altri sport – racconta lo sloveno – mi dedico solo al ciclismo e d’inverno faccio palestra proprio per preparare la stagione successiva. L’unico mio diletto è la chitarra, che suono piuttosto bene a quanto mi dicono».

Quest’anno hai fatto un grande miglioramento come risultati, a che cosa pensi sia dovuto?

A dir la verità non lo so. Ho fatto la stessa preparazione dell’anno scorso, ma quest’anno sono cresciuto abbastanza per vincere, mi riesce tutto facile. I risultati vengono per questo, sento che in corsa sono un corridore diverso rispetto a prima.

Il podio della terza tappa della Carpathian Race, con lo sloveno primo su Pellizzari e Putz
Il podio della terza tappa della Carpathian Race, con lo sloveno primo su Pellizzari e Putz
Come corridore pensi di essere più forte in salita o nelle cronometro?

Non credo di essere il migliore in nessuna delle due cose, ma me la cavo bene in entrambe. Le salite lunghe e ripide le soffro, soprattutto quelle delle Alpi italiane, ma riesco comunque a disimpegnarmi bene, a gestire le energie e a sfruttare le occasioni. A cronometro ho vinto titoli nazionali di categoria, mi sono sempre disimpegnato bene.

All’Orlen Nations Cup hai battuto Piganzoli che parlando di te ha detto che la tua caratteristica è che non ti stacchi mai quando provano ad attaccarti. Quanto incide la caparbietà nelle tue prestazioni?

In Polonia l’Italia aveva una squadra di talenti davvero forti. Hanno provato a farmi cedere, mi hanno attaccato ma io ho solo seguito il migliore ed ero lì, sapevo che dovevo rimanere attaccato se volevo vincere. C’era una grande pressione da parte di italiani e spagnoli perché puntavano al successo, è stata una bella battaglia.

Il ventunenne sloveno ha una buona predisposizione per le crono, al suo attivo due titoli nazionali junior
Il ventunenne sloveno ha una buona predisposizione per le crono, al suo attivo due titoli nazionali junior
Dopo i tuoi successi, molti ti paragonano a Roglic e Pogacar. Quale dei due preferisci e a chi pensi di somigliare di più?

Non ho una preferenza, sono molto tifoso quando ci sono sloveni in gara e mi piace molto guardare tutti e tre i grandi tour perché ci sono loro. In ogni grande giro abbiamo uno sloveno lì, a lottare per la vittoria e questo è esaltante, anche se il Tour de France è qualcosa di speciale a prescindere. Al Giro mi sono esaltato per Roglic, al Tour sono impazzito quando nel 2020 erano entrambi sul podio.

Quanto contano per voi giovani sloveni i loro successi, ci sono ora più ragazzi che fanno ciclismo?

Sì, da quando hanno vinto le grandi corse a tappe, ci sono molti bambini che si sono dedicati al ciclismo, molti più di prima. Basti dire che nella nostra squadra ci sono 50 o 60 giovani corridori, seguiti proprio da mio padre. Quindi il futuro dopo di loro è assicurato, si è creato un grande movimento in questo sport.

Lo sloveno con Piganzoli. Rivali in gara che fuori si stimano molto
Gal con suo padre Srecko, corridore sul finire del secolo scorso e poi diesse all’Adria Mobil
Ora correrai la Corsa della Pace, con quali ambizioni parti?

So di essere in buona forma, quindi farò tutto il possibile per vincere di nuovo una gara a tappe che so avere un grandissimo prestigio ed essere il migliore. Per me è uno degli obiettivi della stagione.

Tra Tour de l’Avenir e Mondiali dove pensi di essere più competitivo?

Dappertutto, ma ci sono anche gli altri. Ho visto ad esempio quanto sono forti gli italiani, Piganzoli e Pellizzari in particolare, anche voi italiani avere una generazione molto qualificata, io penso che attualmente siano i migliori, i miei “peggiori” avversari.

Glivar, nato a Novo Mesto il 1° maggio 2002, con i suoi compagni dell’Adria Mobil, suo team da sempre
Glivar, nato a Novo Mesto il 1° maggio 2002, con i suoi compagni dell’Adria Mobil, suo team da sempre
A proposito, tu hai già corso in Italia, come ti sei trovato?

Mi piace molto l’Italia. Ci sono stato molte volte. L’Italia è un Paese di ciclismo, dove tutti amano questo bellissimo sport e tutte le persone che fanno il tifo per le strade, è qualcosa di speciale. Ho anche fatto per metà anno lezioni di italiano, ma ho ancora bisogno di visitare di più l’Italia per imparare la lingua ed esercitarmi.

C’è già qualche squadra del World Tour con cui sei in contatto?

Sì, ho molte opzioni in ballo soprattutto da quando ho vinto l’Orlen. Ma ora devo concentrarmi sulla Corsa della Pace e sul Giro di Slovenia, devo far bene lì e poi penserò al prossimo anno e alla scelta giusta da fare.

Lungomare Bike Hotel, la culla del cicloturismo

13.04.2023
5 min
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La Romagna e le sue infinite sfaccettature. Mare, collina e ciclovie. Ma anche Marche, Dolomiti, Germania e Slovenia. Cosa accomuna tutto ciò con il Lungomare Bike Hotel? Lo scopriamo attraverso le parole di Silvia Pasolini che gestisce la struttura insieme alla sua famiglia. Il quattro stelle situato a pochi passi dal mare di Cesenatico infatti ha già aperto le porte alla stagione 2023 con iniziative, gite fuori regione, all’estero e più di 100 giri guidati. 

Il tutto rigorosamente a misura di bici per esperti e principianti, ma anche per accompagnatori. Ad arricchire l’esperienza offerta dall’hotel ci sono le competizioni. Dalle gran fondo alla partenza di tappa del Giro d’Italia e la grande novità del 2024 con il passaggio del Tour de France

Le colline sono il teatro delle uscite in sella nella Romagna da pedalare
Le colline sono il teatro delle uscite in sella nella Romagna da pedalare

Turismo per tutti

Scoprire un territorio attraverso le due ruote è qualcosa di affascinante e coinvolgente. Il Lungomare Bike Hotel però non ha lasciato nulla al caso, mettendo al servizio degli accompagnatori che non salgono in sella una vasta rete di attività. Tant’è vero che quando abbiamo chiamato la titolare, Silvia Pasolini, ci ha risposto «Ci risentiamo tra 10 minuti che stiamo finendo un corso di cucina. Stiamo insegnando ai nostri ospiti tedeschi a fare gli strozzapreti (pasta fatta in casa, tipica romagnola, ndr)».

«Facciamo sempre – spiega Pasolini – qualcosa di nuovo. Anche solo per rinnovare l’offerta degli accompagnatori non sportivi. Noi siamo un bike hotel, ma teniamo molto a cuore chi accompagna. Per esempio oggi abbiamo fatto un’attività culinaria dove erano più le persone in cucina che quelle in bici». Complice il tempo e le infinite possibilità, al Lungomare le giornate sembrano passare in modo diverso.

Tra le escursioni c’è la scalata del Carpegna rinominato Passo Marco Pantani
Tra le escursioni c’è la scalata del Carpegna rinominato Passo Marco Pantani

Verso il Lungomare e oltre

Abbiamo detto: Marche, Dolomiti, Germania e Slovenia. Cosa accomunano queste mete con il Bike Hotel romagnolo. «Le guide testano sempre d’inverno i percorsi e poi ci propongono nuovi giri per tutta la stagione. Nuovi tour saranno supportati da viaggi in treno. Quindi ci si può spingere anche più verso l’Emilia. Oppure la parte dell’estremo nord in bicicletta, che sia gravel o strada, si va su e poi si torna in treno. Facciamo attività sparse per l’Europa partendo sempre dalla nostra Romagna».

Tra queste ci sono quattro attività uniche. A partire dal “Il richiamo delle Dolomiti a Giugno”, cinque notti a Cesenatico, nella patria di Marco Pantani per poi passarne due sulle Dolomiti sulle meravigliose montagne patrimonio UNESCO. Per chi vuole rimanere nei dintorni c’è “Le Marche sconosciute. Vicine, ma sottovalutate“. Stesso format però con l’intento di andare alla scoperta dell’Italia centrale, in continuo susseguirsi di salite e discese tra paesaggi mozzafiato. 

Seguono le esperienze all’estero con “A tutta birra: da Cesenatico a Rosenheim in Baviera”, dove si potrà fare un tuffo nei fiumi di birra che rendono famosa questa regione tedesca. Oppure per chi cerca un po’ di avventura c’è “Alla scoperta di una perla nascosta: la Slovenia”, un viaggio nella natura della selvaggia Solvenia, tra montagne e laghi. Al termine di queste gite, accompagnati dalle guida Ole, ci sarà ovviamente la possibilità di riposarsi in riva al mare prolungando il pernottamento al Lungomare. 

Per i veri amanti della bici

Le ciclovie che si districano come radici nella Romagna sono sempre di più e si dividono tra asfalto per la bici da strada e strade bianche per gravel e Mtb. Per gli amanti delle due ruote non sarà infatti difficile trovare un mezzo che si sposi alle proprie caratteristiche. Lungomare è infatti partner di Pinarello e mette al servizio qualsiasi opzione di noleggio. 

Questa struttura è il luogo ideale anche per gli amatori. La vicinanza con le Gran Fondo della zona è un vantaggio non da poco. «Collaboriamo – spiega la Pasolini – con la GF Nove Colli, con quella degli Squali di cui siamo anche partner. Ma iscriviamo i nostri clienti a tante gran fondo della zona. Ma anche tante altre attività come l’Ironman, la Spartan Race e molto altro».

Le guide sono pronte ad accompagnare i cicloturisti sul territorio
Le guide sono pronte ad accompagnare i cicloturisti sul territorio

Giro e Tour

Da queste parti, Marco Pantani ha fatto la storia portando sul lungomare romagnolo la maglia rosa e quella gialla a distanza di pochi mesi. Non è una novità che il Giro passi di qui, ma il Tour de France lo farà l’anno prossimo ed ecco che di nuovo il rosa e il giallo si incontreranno colorando la Romagna. 

«Il Giro – conclude la Pasolini – siamo sempre pronti ad ospitarlo. Quest’anno passerà da noi il 14 maggio in occasione della 9ª tappa, Savignano sul Rubicone-Cesena (Technogym Village). Il Tour invece, sarà la prima e ultima volta che passerà e noi saremo presenti e pronti ad accogliere questa corsa. E’ un evento da cavalcare perché è un’occasione per far conoscere benissimo il territorio e trasmettere la fortuna che abbiamo qui nello stare in questo posto. La Romagna gode di tutto, collina, mare e montagna. Sfrutteremo i percorsi e le strade che affronteranno per portare i cicloturisti a viverli in anteprima e poi anche dopo».

LungomareBikeHotel

FVG Bike Emotion, le quattro stagioni friulane con Vanotti

03.10.2022
7 min
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Le quattro stagioni scandiscono l’anno solare e sono da sempre fonte d’ispirazione per gli artisti che hanno regalato all’umanità scritti, dipinti e musiche come l’omonima e famosa opera di Antonio Vivaldi. Il compositore per ordinare le note della sinfonia dedicata all’autunno ha utilizzato i movimenti: allegro, adagio molto e ancora allegro. Parole che non stridono alle orecchie del ciclista e che spesso scandiscono anche l’andatura in sella. L’autunno sarà la stagione che farà da cornice alla pedalata organizzata da FVG Bike Emotion, con i suoi colori che dipingono il territorio del Friuli Venezia Giulia. Con una tavolozza naturale pennellata su alberi, colline e panorami unici. 

A dirigere l’orchestra ci sarà Alessandro Vanotti, ex professionista che accompagnerà i ciclisti il 22 e il 23 ottobre in occasione delle due pedalate autunnali. Insieme a lui nella direzione ci sarà Anna Andriani di FVG, amante delle due ruote e fulcro dell’organizzazione. Dopo aver affrontato le pedalate di primavera ed estate ora tocca alla stagione dai colori caldi e i profumi della vendemmia e del sottobosco. Il tutto avvolto da panorami mozzafiato, dalla Carnia, al Collio, al mare triestino. Un’occasione imperdibile di danzare in sella accompagnati dalla musica della natura friulana. 

FVG e le quattro stagioni

Pedalare sulle strade friulane è un’esperienza che tutti possono provare prendendo la bici e il casco e andando incontro alle bellezze e alle salite più iconiche. Farlo accompagnati e coccolati sotto tutti i punti di vista è però un altro modo per godersi e vivere un’esperienza unica.

«Questo è il terzo evento dell’anno – dice Anna Andriani – siamo partiti a marzo e dopodiché abbiamo deciso di fare le quattro stagioni. Primavera, estate, autunno e poi ci sarà l’appuntamento invernale a fine anno. FVG Bike Emotion è fondamentalmente un profilo instagram, una vetrina per mettere in risalto il cicloturismo nella nostra regione. Far scoprire i territori, i percorsi collegandoli ad aspetti extraciclistici, quindi enogastronomici, culturali con l’obbiettivo di fare conoscere il nostro territorio a tutti. 

«Ho incontrato Alessandro Vanotti casualmente – racconta – e abbiamo trovato fin da subito un’intesa rivolta a quello che è il nostro messaggio. Ha apprezzato fin da subito il nostro territorio per quello che può offrire dal punto di vista ciclistico. C’è la montagna, c’è il mare, c’è la collina, ci sono un’infinità di posti differenti. Poi si è accorto che di traffico ce n’è veramente poco e che le strade sono ben tenute e si è innamorato da subito di questi luoghi.

«Ad aiutarci invece – spiega – dal punto di vista organizzativo c’è Banca Ter, che ha sposato a pieno il progetto e ci sostiene dal primo giorno. Il Gatto e la Volpe, bar di riferimento nel centro di Tolmezzo, che rappresenta un po’ il nostro braccio destro dal punto di vista di alcuni aspetti organizzativi. Infine il Pedale Manzanese, la mia società ciclistica che è stata la scintilla del gruppo che ha dato il via ad organizzare questi eventi».

La sinfonia d’autunno

Le pedalate in programma il 22 e il 23 ottobre sono state studiate minuziosamente rivolgendo un’attenzione mirata a far godere la vista e il gusto a tutti i partecipanti.

«Il punto di partenza sarà Cormons. Da lì partiremo per i giri che ci porteranno a scoprire il Collio goriziano e il Collio sloveno e infine il mare perché andremo a Trieste pedalando sulla Costiera che è una bellissima strada che si affaccia sul bellissimo golfo della città marittima. In più faremo un tour che ho definito “piccolo fiandre friulano” perché sarà animato da un susseguirsi di muri tra Italia e Slovenia tra cui quello protagonista della 15ª tappa del Giro d’Italia 2021

«Il weekend partirà il sabato da Cormons con un giro di 120 chilometri attraversando il Carso per arrivare poi a Trieste. In particolare andremo sul Monte Grisa che vanta una vista mozzafiato su tutto il golfo triestino. Per poi rientrare sulla Costiera. Il sabato pomeriggio ci ritroveremo a Grado con la possibilità di fare la doccia, mentre per chi arriva da più lontano c’è la possibilità di un punto d’appoggio in albergo. La sera si andrà ad assaporare le specialità di pesce a Grado. La domenica da Cormons si farà appunto il “Piccolo Fiandre Friulano” con tutti muri che lo caratterizzano attraversando il Collio friulano e il Collio sloveno».

Lo spirito di gruppo e le nuove amicizie sono il motore dell’evento
Lo spirito di gruppo e le nuove amicizie sono il motore dell’evento

Alla scoperta con Vanotti

Oltre ad un contesto naturale da scoprire e vivere metro per metro tra le eccellenze paesaggistiche e culinarie, Alessandro Vanotti rappresenta il valore aggiunto a questa esperienza in sella. L’ex pro’ infatti da qualche anno accompagna i ciclisti in lungo e in largo per l’Italia fianco a fianco una pedalata dopo l’altra.

«Fin dal primo evento – racconta Vanotti – ho visto entusiasmo, voglia di fare gruppo e di unire le persone. Facendo questo tipo di pedalate si cerca di portare leggerezza e non competizione. Quando si attraversano i paesi, i bambini ti salutano, le persone ti guardano e vedono che stai facendo qualcosa diverso. Non è il classico gruppo che esce a tirarsi il collo. E’ un po’ il messaggio che stiamo cercando di trasmettere. 

«Il mio compito – spiega – è quello di dirigere il gruppo. Alcuni li conosco già perché hanno già riconfermato la presenza e altri invece saranno nuovi. Prima della partenza si fa sempre un briefing per avere chiaro che si viaggia sulle strade e che quindi bisogna comportarsi nel rispetto nostro ma anche degli automobilisti. Un aspetto che apprezzo molto del Friuli è quello che si incontra davvero poco traffico, è il contesto migliore per apprezzare il territorio e goderne al meglio».

FVG Bike Emotion è protagonista nel promuovere il cicloturismo in Friuli Venezia Giulia
FVG Bike Emotion è protagonista nel promuovere il cicloturismo in Friuli Venezia Giulia

Un autunno da vivere insieme

La lunga carriera di Alessandro è un biglietto da visita unico che avvicina i ciclisti e li incuriosisce a domandare com’era il ciclismo visto da dentro il gruppo.

«Quando passava il Giro d’Italia sulle strade del Friuli – dice – ero sempre davanti al gruppo a tirare. Mi ha sempre incuriosito e mi capitava di captare un territorio tenuto bene, la natura rigogliosa e contaminata a misura di ciclista, le strade tenute bene, sembrava di essere Svizzera. Tant’è che dissi “Mamma mia che regione che ho scoperto”

«Nell’analisi ciclistica che faccio – spiega – le regioni più cliccate dagli stranieri, sono Sicilia e Toscana mentre il Friuli è sempre visto come una regione un po’ più lontana, poco conosciuta. Invece è un mondo da scoprire. Le Dolomiti sono bellissime, però il traffico e l’affluenza rendono tutto più difficile per esperienze cicloturistiche di gruppo. Il Friuli non è assolutamente un ripiego, ma una regione da scoprire. E’ un territorio pazzesco, ti senti sicuro e pedali in totale libertà. Non a caso abbiamo voluto fare le quattro stagioni perché è un territorio da vivere tutto l’anno».

I paesaggi sono unici così come l’esperienza da vivere insieme
I paesaggi sono unici così come l’esperienza da vivere insieme

Coach al fianco

Pedalando su e giù per le pendenze del territorio friulano, avvolti dal clima gentile dell’autunno, Vanotti è pronto ad essere oltre che cicerone anche coach in sella.

«Il focus del camp – dice Alessandro – è rivolto a valorizzare il territorio e a colorare le strade del Friuli apprezzandone tutte le sue particolarità. Non è un evento improntato sul coaching,  ma io metto al servizio di tutti la mia esperienza. Mi capita infatti di dare consigli in gruppo. Io mi occupo infatti anche di questo, dando feedback e consigli su respirazione, postura, tecnica di guida direttamente con il mio supporto in bici. Questo lo faccio sia nelle strade di casa oppure come in questi casi in pedalate di questo tipo. Credo sia un momento di crescita anche sotto questo punto di vista. 

«Dietro c’è l’assistenza – conclude – si ha quindi la possibilità di viaggiare con le tasche vuote. Questo è un valore aggiunto che ti permette di pedalare in sicurezza con i comfort di avere un cambio, indumenti pesanti, impermeabili e perché no liberarsi anche del cellulare per godersi a pieno la bici in tutta la sua convivialità pedalando leggeri in tutti i sensi. Un momento magico che unisce, lontani dallo stress, instaurando amicizie, unendo culture regionali e creando sinergie che solo il ciclismo ti sa regalare».

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