Julian Alaphilippe mondiali Imola Shimano

UCI e WorldTour: Shimano c’è!

05.03.2021
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Nell’anno e nel mese del proprio centenario dalla nascita, e dopo aver rinnovato la forte partnership quale World Cycling Partner dell’UCI (una collaborazione che va avanti continuativamente dal 1999), Shimano ha già messo a segno in questo inizio di stagione tre importanti e strategici rinnovi con altrettante squadre WorldTour.

Con il Wolf Pack…

La Deceuninck-Quickstep continuerà ad equipaggiare le proprie biciclette con i manubri e gli attacchi PRO Vibe. PRO ha difatti annunciato l’estensione della sponsorizzazione del team del campione del mondo Alaphilippe. Una squadra capace di cogliere nel corso della stagione 2020 ben 39 vittorie. I corridori della compagine belga sono famosi per la propria filosofia di squadra. Il loro soprannome, Wolf Pack, è diventato oramai un simbolo del loro approccio aggressivo e spettacolare in corsa, ma anche e soprattutto del loro impegno nel lavoro di squadra.

Sviluppo con i pro’

Impegno e lavoro di squadra sono gli stessi valori di PRO. Il team di sviluppo prodotto dell’azienda è entusiasta di rinnovare questa sfida e di migliorare i propri prodotti grazie ai feedback di atleti di questo calibro. Il poter collaborare con i migliori ciclisti del mondo, che sottopongono ciascun prodotto ai test più rigorosi possibili, ha difatti contribuito enormemente alla progettazione e allo sviluppo della gamma di manubri e attacchi PRO Vibe.

Shimano e Madiot

Il colosso giapponese ha poi esteso la propria sponsorizzazione anche con il Team francese Groupama-FDJ. Questa è la partnership sportiva più lunga nella storia di Shimano forte di ben 25 anni di collaborazione!
Dalla propria fondazione nel 1997, Groupama-FDJ ha accolto moltissimi giovani ciclisti e li ha aiutati a raggiungere successi eccezionali: e questo anche grazie ai componenti Shimano. Guidato da Marc Madiot, il team transalpino ha messo a segno in questo lungo arco temporale oltre 530 vittorie (di cui 3 “monumenti” e 35 vittorie di tappa neri grandi Giri) pedalando sempre con Shimano Dura-Ace.
Tutti gli atleti in squadra, che includono l’attuale campione nazionale francese Arnaud Démare, Thibaut Pinot e il campione europeo a cronometro Stefan Kung, possono contare oggi sulla affidabilità della trasmissione Shimano Dura Ace Di2 e sulla tecnologia dei freni a disco.

DSM, offerta completa

“Last but not least”, anche il Team DSM ha siglato la propria importante collaborazione con Shimano in questo storico ed importantissimo anno del centenario. Condividendo una visione di miglioramento e sviluppo continuo, il team olandese ha lavorato con Shimano sin dai suoi inizi. I componenti dell’azienda giapponese hanno sempre rappresentato un segno distintivo e costante nelle numerose vittorie colte dalla squadra. Dalle Classiche Monumento come la Milano-Sanremo o la Parigi-Roubaix, per arrivare alle vittorie di tappa in tutti i Grandi Giri, fino alla vittoria assoluta al Giro d’Italia. In tutte queste occasioni Shimano c’é sempre stata!

Eduardo Roldan, direttore Shimano Italia e Iberia
Eduardo Roldan, Direttore Shimano Italia e Iberia
Eduardo Roldan, direttore Shimano Italia e Iberia
Eduardo Roldan, direttore Shimano Italia e Iberia

Anche le scarpe Shimano

Questa stagione vede le squadre elite maschile, femminile e Continental del Team DSM continuare a utilizzare i componenti e gli accessori di alta gamma Shimano, inclusi i gruppi Dura-Ace, le ruote, i misuratori di potenza e le selle PRO. Inoltre, cosa importante da aggiungere, i ciclisti del team DSM possono contare anche sulle scarpe Shimano RC902.

shimano.com

Van der Poel Van Aert

VdP-Van Aert, in comune solo le scarpe Shimano

12.01.2021
4 min
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Si avvicinano i campionati del mondo di ciclocross, che si terranno a Ostenda in Belgio il 30 e 31 gennaio, e dopo aver visto la bicicletta di Wout Van Aert, continuiamo a scoprire che materiali utilizzano i due fenomeni della disciplina. Mathieu Van der Poel e Wout Van Aert hanno molti materiali diversi, ma c’è un componente uguale ed è la scarpa. I due utilizzano le Shimano S-Phyre XC9. Per saperne qualcosa di più abbiamo parlato con Marco Cittadini, PR & Communication Officer di Shimano Italia.

Stesso modello

Non capita spesso che due atleti del calibro di Van der Poel e Van Aert utilizzino le stesse scarpe, soprattutto perché stiamo parlando di un componente che va molto in base alle caratteristiche fisiche e ai gusti dell’atleta.
«Van der Poel e Van Aert usano entrambi le scarpe S-Phyre XC9 – inizia così Marco Cittadini – solo che Van der Poel sfoggia una colorazione custom, bianca con i colori dell’iride, che non c’è sul mercato. Per quanto riguarda Van Aert utilizza lo stesso modello nella colorazione standard – e poi precisa – ultimamente lo vedo spesso con quelle di colore argento».

Van der Poel con Shimano S-Phyre XC9
Van der Poel con le Shimano XC9 questa volta in colore blu con l’iride
Van der Poel con Shimano S-Phyre XC9
Mathieu Van der Poel con le Shimano XC9, in questa gara in colorazione blu con l’iride

Tutto standard Shimano

Un aspetto che abbiamo visto in alcuni casi è che l’azienda produttrice in presenza di grandi campioni tende a realizzare il prodotto “su misura”. Abbiamo chiesto a Cittadini se Shimano abbia apportato qualche modifica particolare alle scarpe dei due campioni.
«Per politica aziendale gli atleti usano solo prodotti standard, sia per quanto riguarda i materiali che le taglie. Si tratta di modelli che possono essere regolarmente acquistati da chiunque in negozio».

Wout Van Aert con le sue Shimano XC9 in colorazione argento
Wout Van Aert con le sue Shimano XC9 in colorazione argento
Wout Van Aert con le sue Shimano XC9 in colorazione argento
Wout Van Aert con le sue Shimano XC9 in colorazione argento

La qualità si misura così

Siccome siamo molto curiosi e abbiamo visto in un altro articolo, che altri atleti, come Jakob Dorigoni, usano una scarpa standard ma con una soletta interna personalizzata, abbiamo chiesto se almeno la soletta fosse stata personalizzata.

«Loro usano quello che qualsiasi amatore può comprare. So che siamo una rarità sotto questo aspetto, ma questo dato la dice lunga sulla qualità del nostro prodotto standard – e poi Marco Cittadini ci scherza su – siamo mica giapponesi per niente». E in effetti la qualità dei prodotti Shimano non è mai stata messa in discussione da nessuno.

Le Shimano S-Phyre XC9 nella colorazione argento
Le Shimano S-Phyre XC9 nella colorazione argento
Le Shimano S-Phyre XC9 nella colorazione argento
Le Shimano S-Phyre XC9 nella colorazione argento

A tutta potenza

Entrando più specificamente negli aspetti tecnici delle S-Phyre XC9, diciamo che sono scarpe sviluppate da Shimano per essere utilizzate sia in mountain bike nel cross country e sia nel ciclocross.

L’obiettivo che ha sempre contraddistinto le calzature Shimano è la massima ricerca della trasmissione della potenza ai pedali e la protezione dei piedi anche in condizioni estreme come fango e acqua.
Le XC9 hanno un sistema di chiusura con il doppio sistema Boa IP1 per le micro regolazioni. La tomaia da gara è realizzata per dare una sensazione di calzata simile a un guanto. L’intersuola è in fibra di carbonio accoppiata ad una suola Michelin con un disegno antiscivolo per favorire la trazione e ottimizzare il trasferimento di potenza. L’altezza delle XC9 è ridotta e la presenza del tallone esterno aiuta a stabilizzare nel modo corretto il piede. In questo modo si evitano possibili traumi alla muscolatura.

La suola delle S-Phyre XC9
La suola delle S-Phyre XC9
La suola delle S-Phyre XC9
La suola delle S-Phyre XC9

La soletta ad alta densità ammortizzante concorre a migliorare la stabilità. Inoltre, i cuscinetti per arco plantare adattabili aiutano a trovare la regolazione della scarpa in base alle proprie sensazioni. Evidentemente questi aspetti permettono di non ricorrere a delle solette particolari.
Le Shimano S-Phyre XC9 sono disponibili in versione standard o a pianta larga e hanno un peso di 265 grammi in taglia 42.

Team DSM Scott

Doppio cambio per Sunweb: nome e Scott

20.12.2020
4 min
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Il Team Sunweb è uno dei più conosciuti e vittoriosi del panorama WorldTour. Per il 2021 cambia nome e biciclette, infatti si chiamerà Team DSM e Hindley e compagni pedaleranno su bici Scott.

Nuovo sponsor, nuovi colori e nuove biciclette per la Sunweb

Da Cervélo a Scott

DSM è una società che si occupa di scienza della salute globale, della nutrizione e della sostenibilità ambientale. Oltre a questo primo grande cambiamento, il team passerà dalle bici Cervélo alle Scott. I modelli che verranno usati saranno l’Addict RC, la nuova Foil e per le cronometro la Plasma, ovviamente tutte con freni a disco.
I bolidi Scott saranno equipaggiati con ruote Shimano e componenti Syncros. Anche il gruppo sarà del marchio nipponico con il Dura Ace Di2.

La Scott Addict Rc nella nuova colorazione del Team DSM
La Scott Addict Rc nella nuova colorazione del Team DSM

Addict RC per tutti i terreni

Iniziamo con la Scott Addict RC, una bicicletta adatta a tutti i terreni ma che dà il meglio sulle salite. Il telaio è realizzato in carbonio HMX SL e ha un design dei tubi con profilo aerodinamico. L’obiettivo dei tecnici Scott è stato quello di ottimizzare il flusso d’aria e ridurre la resistenza aerodinamica. L’intero kit telaio è cavo e ha l’interno totalmente pulito per ridurre al massimo il peso. La zona del movimento centrale è stata irrigidita rispetto alla versione precedente grazie a una sofisticata stratificazione delle fibre di carbonio ad alto modulo. I foderi obliqui sono ribassati, in modo da evitare il ristagno dell’aria e migliorare in questo modo l’aerodinamica.

Un punto molto importante è il manubrio Creston iC SL Carbon di Syncros. Il passaggio dei cavi è completamente interno, in modo da avere una totale pulizia frontale. La forma del manubrio è stata ottimizzata per fornire un’ergonomia ottimale. Inoltre, la particolare lavorazione del carbonio ha portato ad avere un manubrio rigido e al tempo stesso con un migliore assorbimento degli urti.

Quante vittorie per la Foil

La Scott Foil è la bicicletta aerodinamica per eccellenza del marchio svizzero e che sarà l’arma in più per i velocisti del Team DSM. Anche la Foil monta il manubrio Creston iC SL Carbon che permette l’integrazione completa dei cavi. L’aerodinamicità della Foil è data dal suo design brevettato: la Tecnologia F1. Questa tecnologia è stata usata nelle bici Scott che hanno vinto tappe in tutti i grandi Giri, svariate classiche fra cui spicca anche la Parigi-Roubaix e molte altre corse nel mondo.

Un punto importate della Foil 2021 è la forcella che è stata completamente ridisegnata per permettere il passaggio dei cavi interno e favorire il corretto flusso d’aria. La nuova forcella permette di montare pneumatici di larghezza fino a 30 millimetri. Un altro punto che sarà molto apprezzato dai corridori del Team DSM è il movimento centrale PF86, che permette un’ampia giunzione fra i tubi obliquo e quello conico in prossimità del movimento centrale. Grazie al processo di produzione brevettato da Scott della fibra di carbonio si è ottenuto un movimento centrale molto rigido.

La nuova Scott Foil sarà la bici aerodinamica del Team DSM
La nuova Scott Foil sarà la bici aerodinamica del Team DSM

Scott Plasma 6

Per le cronometro i corridori del Team DSM utilizzeranno la nuova Plasma 6, che ha visto ben quattro anni di lavoro da parte dei tecnici Scott. Un punto che è stato migliorato rispetto alla versione precedente è la posizione del tubo obliquo. Dai numerosi test fatti da Scott è risultato che la migliore posizione aerodinamica del tubo obliquo sarebbe esattamente dietro il pneumatico anteriore, ma il minimo movimento della ruota crea una forte turbolenza. Per ovviare a questo è stato constatato che la seconda posizione più veloce è quella con un divario ampio fra la gomma e il tubo obliquo, e in questa direzione è andato lo sviluppo di questa bicicletta.

Qui vediamo la nuova Plasma in una versione adatta al triathlon
Qui vediamo la nuova Plasma in una versione adatta al triathlon

Un tocco italiano

Per finire segnaliamo che Scott fornirà anche il casco Centric Plus e che per quanto riguarda le gomme troviamo un marchio italiano, vale a dire Vittoria con i pneumatici in graphene.

Ancora qualcosa da sapere sulla Bolide dorata

27.10.2020
3 min
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Ma torniamo ancora sulla Pinarello Bolide di Filippo Ganna. In Ineos-Grenadiers più che in altre squadre tutto è studiato al “decimo di millimetro”. Per questo oltre al discorso delle ruote ci sono altri aspetti che meritano di essere approfonditi.

Affidabilità Shimano

Vediamo dunque il resto di questa Bolide. La componentistica è Shimano. La catena è quella normale Dura Ace, ma trattata da Muc-Off (il loro fornitore di lubrificanti). La trasmissione Shimano Dura Ace Di2 è una garanzia. Qualche tempo fa avevano provato altre catene, ma poi c’è chi ne utilizzava un tipo e chi altre. Avevano persino rivisto i perni delle maglie, ma alla fine quelli Shimano restavano i più affidabili.

«I tecnici Shimano non erano contenti della scelta di montare il 58 (o il 60 come a Palermo) con il 39 – dice Matteo Cornacchione, meccanico Ineos – c’era uno sbalzo di denti troppo elevato. Loro non garantivano. Così ci siamo presi i nostri rischi. Sullo strappo di Monreale con i sampietrini e quegli sbalzi sudavamo freddo. Se fosse successo qualcosa eravamo fregati. Ma per vincere bisogna rischiare. Inoltre Pippo sa come cambiare, ha una certa sensibilità».

Ganna sullo strappo di sampietrini di Monreale
Ganna sullo strappo di sampietrini di Monreale
Ganna sullo strappo di sampietrini di Monreale
Ganna sullo strappo di sampietrini di Monreale

Manubrio o fantascienza?

Il manubrio è l’ormi famoso Most 3D in titanio. Ma Cornacchione ci dice qualcosa ancora. Per questo sembra più fantascientifico. Merito soprattutto del lavoro e della passione del costruttore trevigiano.

Un pool guidato da un ingegnere Pinarello scansiona il corridore sulla bici con le mani sulle protesi. La base di partenza è quella della posizione in pista, ma un po’ più larga. Sul parquet lo sforzo dura meno, su strada il corridore deve essere “comodo”. Inoltre deve anche attutire qualche buca o imperfezione dell’asfalto. Una base d’appoggio più ampia pertanto è necessaria.

«Quando questo manubrio – riprende il meccanico – è arrivato per la prima volta ci siamo messi le mani nei capelli. In realtà ogni vite entrava alla perfezione, non è stata data una limata e anche la verniciatura era okay. Tanto che all’italiano ho fatto i complimenti a Fausto (Pinarello, ndr), che scherzando mi ha risposto: e certo che è perfetto, l’ho verniciato io! Lui è davvero iper appassionato e ha un feeling particolare con il team e con Pippo. Campione italiano su bici italiana è un bel vedere. 

«E’ stato fatto molto lavoro sui comandi. Per mettere quei bottoncini in carbonio abbiamo smontato il classico comando Shimano per bici da crono e lo abbiamo inserito all’interno delle protesi. Sembrava impossibile, ma siamo riusciti poi ad inserire i pezzettini di carbonio e ad azionare il comando normalmente».

Il manubrio Most 3D
Il manubrio Most 3D
Il manubrio Most 3D
Il manubrio Most 3D

La dorata va in pensione

Matteo Cornacchione interviene anche sui freni: «Molte bici da cronometro che non hanno i dischi, credetemi, frenano davvero male. Ne ho viste di storie. Sulla Bolide il freno, anch’esso fatto da Pinarello, è molto efficiente. Risulta potente quasi come fosse a disco. Merito di un perno rigido e di una bacchetta che tende il filo. La forza così arriva bene sulla pista frenante».

Infine il peso. «Ci credete – conclude Cornacchione – se vi dico che non abbiamo mai pesato la bici di Pippo? Perché non è quello il suo scopo. Deve essere veloce. L’unica bici da crono che avevamo pesato era la Bolide di Egan Bernal. Era stata preparata per la crono finale del Tour che arrivava in salita. Su quella siamo arrivati a 7,2 chili. Ma per le crono del Giro che erano veloci, non era importante il peso. Poi quella dorata che avete visto avrà su almeno due etti di vernice, come minimo. Quella livrea è stata un’idea di Fausto, in collaborazione con Ganna. A Valdobbiadene avrà perso almeno 1,5” in salita! Pensate che quella Bolide d’oro dopo Milano va in pensione…».

Fuglsang: Corima speciali per le salite

21.10.2020
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La Wilier Zero Slr dell’Astana è una delle bici dal più forte impatto estetico del gruppo. Stamattina a Bassano del Grappa prima del tappone dolomitico che attende i corridori, ci siamo concentrati sulla bici di Jakob Fuglsang e in particolare sulle sue ruote Corima.

La Wilier Zero Slr di Jakob Fuglsang

Ruote Corima specifiche

Il danese in vista delle grandi salite ha optato per le nuove ruote Corima 47 Mcc Ws+. Questo set è stato sviluppato durante l’inverno e gli Astana le hanno utilizzate per la prima volta al Tour de France. Si tratta di una ruota estremamente leggera e reattiva, merito dei raggi integrati in carbonio, che tra l’altro hanno un profilo aero.

E proprio l’aerodinamica non passa in secondo piano visto il profilo da 47 millimetri del cerchio (chiaramente full carbon). Jakob poteva scegliere anche quelle da 32 millimetri, ma forse ha pensato al veloce arrivo di Madonna di Campiglio. Il set da lui montato pesa 1300 grammi.

Il sistema di Corima dei raggi in carbonio integrati nel mozzo
Il sistema di Corima dei raggi in carbonio

Memorie da biker

Fuglsang è stato un campione della Mtb. Abilità di guida e sensibilità sui materiali se li porta dietro pertanto.

Nel suo staff esaltano questa sua sensibilità, utile anche per lo sviluppo dei materiali. Jakob è molto attento ai nuovi componenti. Vuole testarli, provarli, s’informa. 

E non è banale la sua scelta della sella. Si tratta della Prologo Scrath M5. Una sella corta con ampia apertura al centro e una seduta leggermente più larga, cosa un po’ insolita per un ragazzo che seppur alto ha un bacino stretto. Evidentemente da ex biker vuol sentire un appoggio “robusto” quando spinge, soprattutto in salita. Così come l’arretramento: tutto spostato in avanti.

Secondo Morris Possoni (ex professionista), uno dei meccanici dell’Astana, Fuglsang ama la stabilità di questa bici. L’ingresso in curva è molto preciso. Forse è merito anche della sua scelta di utilizzare dischi dal diametro differenziato: 160 millimetri all’anteriore e 140 al posteriore.

Il tubolare Wolfpack da 26 millimetri
Il tubolare Wolfpack da 26 millimetri

Obiettivo scorrevolezza

Per il resto, gruppo Shimano Dura Ace Di2, con guarnitura 53-39 e scala posteriore 11-30. In casa Astana il bilanciere però è Ceramic Speed con pulegge oversize a vantaggio di una maggiore scorrevolezza sia della catena che della trasmissione della forza. Lo stesso vale per i cuscinetti della guarnitura.

Un po’ azzardata invece ci sembra la scelta delle coperture slick. Siamo in autunno e sulle strade di montagna con i boschi ci sono molti tratti umidi (e non manca qualche nuvola). Si tratta dei tubolari Wolfpack da 26 millimetri. Jakob non usa le pressioni molto basse del ciclismo moderno: 8 bar all’anteriore e 8,5 al posteriore.

Il peso? Chiaramente al limite dei 6,8 imposti dal regolamento Uci.

Rapporti: scelta complicata a Valdobbiadene

18.10.2020
3 min
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I mille volti di una cronometro, non solo gambe ma anche rapporti. Per la stragrande maggioranza dei “girini”, la tappa contro il tempo rappresenta quasi un giorno di “riposo” (le virgolette sono d’obbligo). Per specialisti e uomini di classifica è un giorno cruciale, tra i più faticosi e stressanti. 

Per questo si notano differenze enormi anche nelle scelte tecniche. Ieri Filippo Ganna (e non solo lui) ha vinto spingendo una corona da 58 denti. Mentre gli uomini della Vinzi Zabù-Ktm avevano una corona da 50 denti. 

Alla Vini Zabù- Brado Ktm hanno utilizzato guarniture Sram 50-37
Guarniture (Sram) 50-37 per la Vini Zabù-Ktm

Corone da 50 a 60 denti

I ragazzi di Luca Scinto non erano interessati alla tappa. O almeno sapevano di non poter competere per la vittoria e non avevano grosse necessità di modificare i loro assetti tradizionali. Dovevano portare la bici all’arrivo e risparmiare energie preziose magari per la tappa di oggi, adattissima alle fughe.

E lo stesso hanno fatto molti loro colleghi, che non hanno toccato l’usuale 52 o 53 che forniscono loro i costruttori. Sram infatti mette a disposizione il 50 o il 52. Volendo anche il 54, ma sono in pochi ad utilizzarlo nella tappe normali, tra questi c’è Jacopo Mosca della Trek-Segafredo.

Più ampia invece è stata la scelta per coloro che si appoggiavano al colosso giapponese, Shimano. Per questi atleti si poteva optare per una gamma di corone che andava dalla 50 alla 60. Come Campagnolo più o meno. Il brand italiano forniva dentature fino alla 58. E anche gli EF Procycling potevano far leva con FSA su corone dalle dentature più importanti.

In casa EF Procyling si è optato per corone FSA
Corone FSA per la EF Procycling

Ricognizione delicata

Il percorso di ieri però, con il muro di Ca’ del Poggio, i tratti vallonati ed altri molto molto scorrevoli non era facile da interpretare. Tanto che persino uno specialista come Alex Dowsett è rimasto “spiazzato”. L’inglese della Israel StartUp Nation infatti ha scelto una corna da 56, ma per sua stessa ammissione ha detto che gli avrebbe fatto parecchio comodo un 58 se non addirittura un 60. Avrebbe spinto in modo più composto e magari avrebbe guadagnato qualcosa in velocità. In poche parole non sarebbe andato oltre cadenza (110 rpm e più).

Poi molto dipende anche dalla scala posteriore. Chi ha Sram dispone anche dal 10. E il 56×10 sviluppa qualche centimetro in più del 58×11, pertanto alla fine la scelta spetta alla sensibilità dell’atleta. E in tal senso la ricognizione del mattino è cruciale. Lì il corridore avverte, intuisce, le sensazioni delle sue gambe. Sensazioni a poche ore dal via. Ma proprio per stress e percorso complicato anche in quel frangente non è facile azzeccare tutto al millimetro. 

Giacomo Nizzolo

Per Nizzolo una Timemachine rigidissima

16.10.2020
4 min
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La bicicletta del Campione Italiano ed Europeo Giacomo Nizzolo è una BMC Timemachine Road dalle spiccate qualità aerodinamiche e molto rigida. Abbiamo approfondito gli aspetti tecnici di questa specialissima sia con il Responsabile di BMC che segue i team professionistici Simone Toccafondi che con lo stesso Giacomo Nizzolo.

Proprio Toccafondi ci ha subito svelato una qualità importante delle bici BMC.
«Il Timemachine Road – ha detto a bici.PRO – deriva direttamente dalla Timemachine da cronometro e presenta molti concetti aerodinamici a partire dai due portaboraccia integrati nel tubo obliquo e tubo verticale. Le forme dei tubi sono pensate per ottenere e mantenere le alte velocità».

Sterzo Bmc Nizzolo
Ben visibili le forme squadrate dei tubi del Timemachine
Sterzo Nizzolo
Ben visibili le forme squadrate del Timemachine, che favoriscono l’aerodinamica

Sintesi fra rigidità e comfort

Questa caratteristica rende in apparenza il Timemachine Road molto rigido, però Toccafondi aggiunge un aspetto importante: «Il Timemachine, così come tutti i modelli stradali di BMC compresa la gravel, gode della tecnologia TCC, Tuned Compliance Concept, che permette di trovare il giusto compromesso fra rigidità e comfort. Questa tecnologia si concretizza con un’applicazione specifica dei fogli di carbonio, che permette di assorbire meglio le vibrazioni verticali conferendo maggiore comfort al corridore, e al tempo stesso di ottimizzare il trasferimento della potenza e mantenere la bicicletta più aderente al terreno e quindi più scorrevole».

Nome Giaco
Il nome del campione lombardo ben in evidenza
Nome Giaco
Posto nella parte superiore del tubo orizzontale il nome del campione lombardo

Ruote Enve a profilo differenziato

Un altro punto forte della bici di Nizzolo sono le ruote Enve 5.6 con profilo differenziato fra anteriore e posteriore, il primo è più basso mentre dietro è maggiore. Lo stesso Nizzolo ci ha svelato il perchè di questa scelta.
«La ruota davanti più bassa – ha spiegato il milanese a bici.PRO – che impatta per prima con l’aria, assorbe meglio le turbolenze e fa arrivare un flusso d’aria più pulito alla ruota posteriore, inoltre le trovo un ottimo compromesso fra velocità e leggerezza utile in salita».
Anche in questo caso il risultato è una maggiore velocità e scorrevolezza.

La scelta dei tubeless Vittoria

Un altro punto molto interessante è nei pneumatici, infatti Nizzolo ci ha svelato che: «Sto usando i pneumatici tubeless di Vittoria, con i quali sento di avere un grip molto elevato e una scorrevolezza ottima».

Ampia Scelta di rapporti

Passando alla zona della trasmissione, il Team NTT equipaggia le sue biciclette con lo Shimano Dura Ace Di2, con la guarnitura Rotor e catena KMC. Nizzolo ci ha dichiarato: «Solitamente uso come rapporti un 52-42 all’anteriore e una cassetta posteriore 11-30, però quando devo affrontare una tappa alpina o una gara con delle salite lunghe e impegnative cambio il 42 con un 39 o 36, in modo da salvare meglio la gamba favorendo l’agilità e a volte cambio anche la bicicletta, utilizzando il Teammachine SLR che è un po’ più leggero e ha geometrie più adatte alle salite lunghe».

Volata Nizzolo
Il manubrio è più stretto nella parte alta
Volata Nizzolo
Dalla visuale frontale si vede bene il manubrio con gli appoggi chiusi verso l’interno

Un manubrio insolito

Infine il manubrio, un componente che ci ha incuriosito molto e di cui abbiamo chiesto informazioni sia allo stesso Nizzolo che a Simone Toccafondi. Se lo si guarda frontalmente salta subito all’occhio che le leve dei freni sono chiuse verso l’interno, un pò come usa fare anche il giovane Remco Evenepoel.
«Il manubrio che sto usando – ha confermato il campione europeo – ha una forma particolare, infatti è più stretto nella parte alta e più largo nella zona della presa bassa. Questa forma mi permette di essere più aerodinamico e di avere più leva quando sono in presa bassa durante una volata».
Se vogliamo estremizzare un po’ il discorso per capire meglio, riprende il concetto dei manubri gravel. Simone Toccafondi ha aggiunto che «pur non essendoci uno studio su larga scala che dica che il manubrio più stretto sia meglio, in realtà la tendenza va in questa direzione in quanto i corridori che l’hanno applicata hanno ottenuto ottimi risultati con numerose vittorie». Ovviamente con un manubrio di questo tipo gli appoggi superiori, dove ci sono le leve freni, sono montati seguendo la linea della curva manubrio e quindi assumono una forma a chiudersi verso l’interno. Che sia l’inizio, dopo i freni a disco, di una nuova evoluzione tecnica?

Assistenza Shimano

Assistenza Shimano: sempre pronti ad intervenire

12.10.2020
4 min
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Durante il Giro d’Italia, ma non solo, l’Assistenza Neutrale Shimano è uno dei punti di riferimento per i corridori nel caso abbiano degli inconvenienti meccanici. Noi di bici.PRO abbiamo parlato durante il primo giorno di riposo al Giro d’Italia con Massimo Rava, team leader dell’Assistenza meccanica Shimano e anche titolare del negozio Mania Bike ad Alessandria. A Massimo l’esperienza non manca, infatti ha iniziato a fare assistenza neutrale in corsa nel 2006, prima con Mavic, poi con Vittoria e dal 2018 con Shimano.

Massimo come è andata fino ad oggi al Giro d’italia?

Finora tutto bene, abbiamo fatto diversi interventi ma direi tutto nella norma. Sai è sempre complicato muoversi in gruppo e fare gli interventi giusti, pensa che in macchina abbiamo nove ruote tutte diverse.

A cosa è dovuto il fatto di avere così tante ruote?

Pensa che anche se noi siamo Shimano, dobbiamo assistere tutti anche chi ha Campagnolo e Sram. Questo vuol dire che dobbiamo avere ruote Campagnolo sia per disco che per i rim brake, lo stesso vale per Shimano, mentre Sram abbiamo solo le ruote disco. Poi ci sono squadre che hanno i freni tradizionali ma con rim stretto e altre con rim largo.

A proposito di freni a disco, ci sono diametri diversi?

Si perché alcuni corridori al posteriore usano dischi da 140 millimetri, quindi dobbiamo avere le ruote posteriori con i dischi sia da 140 che da 160 millimetri. Ti faccio un esempio, alla Tirreno-Adriatico Van der Poel montava dischi da 140 millimetri sia all’anteriore che al posteriore, quindi dovevamo avere anche quella misura all’anteriore. La capacità di un cambio ruota sta anche nel capire in un secondo chi è e cosa monta.

Massimo Rava controlla che sia tutto in ordine
Massimo Rava durante il Giro d’Italia, controlla che tutte le bici siano in ordine
Quali sono gli interventi che fate più spesso?

La sostituzione delle ruote è certamente quello più frequente. Poi capita una giornata come al mondiale di Imola dove si inchiodavano i cambi. In quel caso abbiamo fatto molti interventi appesi al finestrino della macchina mentre i corridori andavano. Però abbiamo anche le borracce e le barrette nel caso che qualche corridore ce li chieda. Spesso ci passano le mantelline, come è successo a Roccaraso con la pioggia e il freddo. A fine tappa andiamo dalle squadre a riportare tutto quello che ci hanno dato. Oltre alle ruote abbiamo anche le bici complete. Per esempio all’ultima Tirreno abbiamo dato la bici a Froome e ci ha finito la tappa.

Come fate con le misure delle biciclette?

Abbiamo un database con tutte le misure dei corridori e sulla base di questi facciamo delle medie. Prendiamo tutta una serie di parametri e regoliamo le bici di conseguenza. Capita che i corridori arrivino al traguardo con le nostre bici, come appunto Froome quest’anno o Antonio Nibali. Devo dire che abbiamo delle bici ottime, infatti i telai sono dei Bianchi Xr3 montate con il Dura Ace Di2, ruote Shimano C40 e manubri PRO.

Il database utilizzato per le misure delle bici
Gli uomini Shimano usano un ricco database per assettare le loro biciclette
Fate più cambi di ruote con freni a disco o con i caliper?

Ormai la maggior parte sono disco. Al Giro quest’anno con i freni tradizionali sono rimaste la Ineos-Grenadier, la Jumbo-Visma e la UAE Team Emirates.

Usate i tubeless o i tubolari?

Le ruote che abbiamo in macchina sono con i tubolari, mentre le C40 montate sulle bici sono con i tubeless. Con le ruote singole cerchiamo di dare il massimo di leggerezza e per ora il tubolare pesa un po’ meno del tubeless.

Avete solo ruote in carbonio o anche in alluminio?

Le ruote montate Shimano sono le C40 in carbonio, mentre quelle montate Sram e Campagnolo sono in alluminio.

Le Oltre XR3 utilizzate da Shimano
Le Bianchi Oltre XR3 utilizzate da Shimano per dare l’assistenza ai corridori
A proposito di coperture, le forature sono aumentate o diminuite rispetto al passato?

Sono nettamente diminuite. Pensa che prima facevo assistenza con Vittoria e contavamo una media di 15/16 forature al giorno. A questo Giro d’Italia siamo a una media di 2 forature. C’è stato solo il giorno dei ventagli, la tappa con arrivo a Brindisi, che ci sono state molte forature. Evidentemente i corridori erano a tutta e non guardavano troppo dove passavano e magari transitavano sullo sporco.

Durante le cronometro fate qualche tipo di assistenza?

Se c’è bisogno e qualche squadra ce lo chiede, facciamo assistenza a qualche corridore. A Palermo abbiamo seguito quattro atleti. Però devo dire che sono i giorni più noiosi.

Per finire ci dici se il traffico in gruppo è migliorato o peggiorato rispetto ad alcuni anni fa?

Calcolando che il numero dei mezzi è sempre lo stesso, anzi alla Sanremo adesso fanno partire anche le seconde ammiraglie quindi ci sono più mezzi in corsa, devo dire che la situazione è migliorata. Ho notato che c’è più disciplina. Una volta era una guerra, c’erano delle tappe in cui si faceva a sportellate. Per il momento le cose stanno andando così, magari però ci aggiorniamo al prossimo giorno di riposo…..