Niewiadoma-Vollering e le altre. Borgato fa le carte al Tour Femmes

26.07.2025
8 min
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Un cavalcata di quasi 80 chilometri da bere tutta d’un fiato per conoscere stasera la prima maglia gialla del Tour Femmes all’ora dell’aperitivo. Si apre in Bretagna la quarta edizione della Grande Boucle femminile in un weekend in cui si incastrerà cronologicamente con la corsa maschile seppur a distanza, prima che il menù delle donne da lunedì proceda con una conformazione più tradizionale ed autonoma.

Frizzanti saranno pure le giornate fino alla quinta tappa, anticipando le ultime quattro frazioni alpine nelle quali le montagne potrebbero diventare dure da digerire. Il conto alla rovescia per l’assalto al trono della vincitrice uscente Niewiadoma è finito (in apertura foto Tour de Suisse/UCI WWT). Nove tappe (nessuna cronometro) da oggi a domenica 3 agosto per un totale di 1165 chilometri e 17240 metri di dislivello con 154 atlete al via in rappresentanza di 22 formazioni.

Questi numeri li abbiamo sottoposti a Giada Borgato sovrapponendoli ai nomi delle possibili protagoniste del Tour Femmes, tenendo conto di ciò che hanno espresso il Giro Women due settimane fa e la stagione finora. La commentatrice tecnica di RaiSport apre il ventaglio di soluzioni mantenendo le idee chiare come sempre, senza sottovalutare eventuali evoluzioni tattiche che potrebbero riguardare chi parte a fari spenti.

Qual è la tua impressione sul percorso?

Hanno disegnato un Tour Femmes come il 2024. Prima parte dedicata alle ruote veloci e per chi vuole andare in fuga. La quinta tappa di media montagna fa da spartiacque perché poi ci sarà salita fino alla fine. Insomma, c’è spazio un po’ per tutti, dalle velociste alle attaccanti fino, naturalmente, alle donne di classifica.

C’è una tappa in più rispetto agli altri anni, così come sarà il Giro Women 2026. Pensi che possa incidere questo aspetto nell’economia della gara?

Direi proprio di no, anzi è giusto che siano nove tappe. Per il livello attuale del ciclismo femminile, queste atlete non avrebbero problemi ad una gara a tappe di dieci giorni, come il Giro di qualche anno fa. Detto questo, ce ne sarà abbastanza per le ragazze che dovranno affrontare tre tappe da 160 chilometri, un paio con dislivelli alti, di cui una con l’arrivo al Col de la Madeleine dopo 20 chilometri di salita.

Balsamo (qui vincente al Tour de Suisse) a Plumelec può conquistare la prima maglia gialla
Balsamo (qui vincente al Tour de Suisse) a Plumelec può conquistare la prima maglia gialla
Invece quanto influirà la componente stress, che si preannuncia immancabile?

Quello purtroppo ci sarà fin dalla prima tappa e, anche se spero di sbagliarmi, temo che ci saranno anche cadute dovute alla tanta tensione in gruppo. Vollering l’anno scorso ha perso il Tour per una caduta, non perché le mancassero le gambe. Tutte vorranno e dovranno stare attente e davanti, specialmente le leader per la generale. In questo senso, le prime tappe saranno difficili perché potrebbero non esserci volate scontate.

Buttiamo uno sguardo alle atlete partendo dalle velociste. Wiebes-Balsamo per la maglia verde?

Certo, ma non solo. Innanzitutto loro due potrebbero sfidarsi per la prima maglia gialla. La nostra Balsamo può regalarci questa gioia, tenendoci accese le speranze come è stato con Milan al Tour uomini, magari con un altro esito. Elisa ha fatto una preparazione mirata per il Tour Femmes ed il finale di stagione. In ogni caso oltre a lei e Wiebes, che ha vinto la classifica a punti al Giro, non dobbiamo escludere Kool che ha vinto le prime due frazioni dell’anno scorso o Vos che ha vinto l’ultima maglia verde. Nella lotta inserisco pure Paternoster che potrebbe essere una sorpresa. Tra le velociste sarà una bella sfida.

Apriamo il capitolo invece per la vittoria finale con tanta concorrenza. Vollering parte con i favori del pronostico?

L’anno scorso Niewiadoma si è guadagnata e meritata il successo del Tour Femmes proprio sull’olandese. Kasia sarà molto motivata per confermarsi, visto che ha impostato buona parte della sua stagione su questo appuntamento. La vedo però mezzo gradino sotto Vollering. Entrambe hanno squadre forti, ma dico che Demi è favorita per ciò che ha detto l’annata. Finora ha vinto quasi tutte le gare a tappe a cui ha partecipato: Valenciana, Vuelta, Itzulia e Catalunya, finendo seconda al Tour de Suisse alle spalle di Reusser.

Giada Borgato ha commentato Giro NextGen e Giro Women assieme ad Umberto Martini
Giada Borgato ha commentato Giro NextGen e Giro Women assieme ad Umberto Martini
A proposito, cosa potrebbe fare la svizzera della Movistar?

Reusser ha fatto due mesi favolosi rischiando di vincere anche il Giro. Ha chiuso in calando perché, come ha detto lei, negli ultimi tre giorni era malata. Per come l’abbiamo vista ad Imola, credo che possa avere perso quello smalto e quella adrenalina, però se ha recuperato bene le energie nervose, penso che possa tenere molto bene su tante tappe di montagna.

La SD Worx-Protime come la vedi?

E’ una squadra che può puntare sempre in alto con Kopecky e Van der Breggen. Lotte ha corso il Giro in funzione delle compagne poi si è ritirata per un problema alla schiena per non compromettere il Tour. Vanta già due secondi posti a Giro e Tour e ha mostrato doti indubbie in salita. Sulla carta il percorso sembra un po’ duro per Kopecky, però lei ha un grande carattere e può fare qualsiasi cosa. Per Anna invece bisogna capire come è uscita dal Giro. Potrebbe avere qualcosa in più da spendere. Parliamo comunque di due fenomeni. Attenzione però ad altre atlete…

Gigante ha vinto due tappe al Giro Women. Per Borgato l’australiana della AG Insurance in salita può impensierire tutte le favorite
Gigante ha vinto due tappe al Giro Women. Per Borgato l’australiana della AG Insurance in salita può impensierire tutte le favorite
A chi ti riferisci?

La prima che mi viene in mente è Pauline Ferrand-Prevot. In pratica è tornata a correre su strada perché puntava forte sul Tour Femmes. Per la generale c’è anche lei, nonostante si sia un po’ nascosta. Ad aprile, dopo la vittoria della Roubaix, aveva detto che avrebbe dovuto e voluto perdere un po’ di peso per essere competitiva ad agosto.

Al Giro Women eri stata buona profeta per Gigante nelle tappe che ha vinto. L’altro nome a cui pensi è lei?

Sì, esatto. Vedendola tra le partenti al Tour non posso non inserirla tra le favorite. Al netto del recupero e della preparazione, Gigante in salita ha dimostrato di essere nettamente la più forte e per me è l’unica che può impensierire Vollering. Ha una bella formazione, molto adatta alle tappe mosse, con compagne forti come Ghekiere e Le Court. Spero che impari a correre, tenendo le giuste posizioni in gruppo. Se non perderà tempo nelle tappe iniziali, sarà una cliente scomoda per tutte.

Uscendo dalla zona podio, chi può rientrare nella top 5 o top 10?

Ce ne sono diverse da tenere in considerazione. Malcotti della Human, Rooijakkers e Pieterse della Fenix-Deceuninck, Vallieres e Kerbaol della EF Education-Oatly, Mavi Garcia nonostante l’età (con i suoi 41 anni è la più “grande” al via, ndr). Fisher-Black della Lidl-Trek punta a fare molto bene e infine sono curiosa di vedere Bunel (vincitrice dell’Avenir Femmes 2024, ndr) della Visma | Lease a Bike in coppia con Ferrand-Prevot.

Longo Borghini ha annunciato che al Tour Femmes non curerà la generale, ma giorno dopo giorno può inserirsi nella lotta
Longo Borghini ha annunciato che al Tour Femmes non curerà la generale, ma giorno dopo giorno può inserirsi nella lotta
Cacciatrici di tappa, su chi puntiamo?

E’ una lista di partenti molto ricca, ce n’è per tutte, ma bisognerà capire gli ordini di squadra. Ad esempio la Canyon//Sram zondacrypto ha Bradbury che può fare classifica, quindi c’è da vedere se lasciano spazio a Paladin o Dygert per le fughe. Mentre Ludwig dovrà aiutare in salita, quindi sarà meglio che si risparmi. La EF ha una formazione forte che sa andare all’attacco e penso a Faulkner. La Lidl-Trek potrebbe liberare Brand, Norsgaard o Van Anrooij per azioni da lontano, così come Lippert della Movistar o ancora De Jong e Edwards della Human.

Teniamo apposta per ultima Longo Borghini. A fine Giro ha specificato che in Francia non curerà la generale. Secondo Giada Borgato sarà così?

Per me Elisa ha fatto bene a tenere i piedi per terra, proprio come aveva dichiarato prima del Giro Women. Sa correre, ha una squadra attrezzata e vedrà giorno dopo giorno. Ho visto comunque che ha fatto una bella preparazione, con allenamenti duri e lunghi, quindi penso che sarà pronta. Arriva col morale alto e poi ha un conto aperto col Tour Femmes che vuole saldare.

Dopo il Giro, Sarah Gigante è la scalatrice più forte del gruppo?

22.07.2025
4 min
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Sarah Gigante, la scalatrice più forte del gruppo? E’ una domanda legittima dopo il suo super Giro d’Italia Women. L’atleta della AG Insurance-Soudal Team si è portata a casa le due tappe più dure, Pianezze e il Monte Nerone, salendo anche sul terzo gradino del podio finale. E se non fosse rimasta coinvolta nell’imboscata della tappa pianeggiante di Monselice, chissà dove sarebbe arrivata.

Come mai dunque questo exploit? Ne abbiamo parlato con Stijn Steels, il direttore sportivo che le è stato più vicino in questo periodo e che guidava l’ammiraglia nella corsa rosa. Di certo non è una sorpresa per l’australiana, visto il fisico da scalatrice: 165 centimetri di altezza per 53 chili.

Sarah Gigante (classe 2000) conquista la tappa di Pianezze
Sarah Gigante (classe 2000) conquista la tappa di Pianezze
Congratulazioni Stijn per questo podio al Giro Women: vi aspettavate una prestazione del genere?

In realtà non siamo sorpresi. Quando è stato annunciato il percorso, abbiamo subito pensato che fosse perfetto per la nostra squadra di scalatrici, con Sarah, visto il numero di arrivi in salita. L’anno scorso al Tour de France Femmes Sarah ha dimostrato quanto valeva in salita, restando sempre con le migliori al mondo. Sapevamo che, con il livello che aveva, sarebbe stato davvero difficile batterla in salita, se fosse arrivata ben posizionata ai piedi dell’ultima ascesa.

Sarah Gigante è sempre andata forte in salita, ma stavolta ha fatto un vero salto di qualità. Vincere sulle salite in Australia al Tour Down Under è una cosa, vincere su quelle del Giro è un’altra. Da cosa dipende questo passo in avanti?

Il cambiamento più importante è stato ovviamente l’intervento chirurgico che ha affrontato quest’inverno, risolvendo il problema dell’arteria iliaca ostruita. Prima dell’operazione, aveva test davvero pessimi sul flusso sanguigno nella gamba: sapendo già quanto andasse forte prima, era chiaro che dopo l’intervento avremmo visto una ciclista in grado di lottare con le migliori scalatrici.

E non è poco…

Inoltre, Sarah sta imparando sempre più ad ascoltare il proprio corpo. Fa qualche giorno di recupero in più, e questo rende il suo fisico ancora più forte.

Sarah Gigante ha vinto la maglia blu di miglior scalatrice al Giro Women
Sarah Gigante ha vinto la maglia blu di miglior scalatrice al Giro Women
Quali sono le sue caratteristiche fisiche?

La sua forza principale è probabilmente la capacità di recupero. Sarah riesce a sostenere volumi di allenamento enormi prima di avvertire la fatica. Nelle corse a tappe spesso riesce a produrre gli stessi numeri sia nella prima che nell’ultima tappa: è davvero tagliata per le classifiche generali.

Come si è preparata Sarah per questo Giro Women?

Dopo l’operazione, le abbiamo detto subito che il Giro d’Italia Women sarebbe stato il primo grande obiettivo. E si era messa sotto bene. Era motivata. Poco prima del rientro previsto a fine aprile, però, è caduta e si è lussata una spalla: un colpo durissimo per il suo percorso di recupero. Durante il rientro abbiamo lavorato soprattutto sulla guida in gruppo e sul posizionamento, i suoi punti deboli.

Tipici difetti degli scalatori puri…

Dopo la caduta ha potuto allenarsi solo sui rulli e questo ovviamente ha rallentato i progressi nella guida. Senza quella caduta, avrebbe probabilmente iniziato la stagione nel blocco spagnolo a maggio, invece abbiamo dovuto posticipare al Tour of Norway. Lì ha quasi vinto la prima tappa, è stata ripresa a 50 metri dal traguardo, ma il recupero non era ancora ottimale. Due settimane dopo, al Tour de Suisse Women, abbiamo già visto un grande passo avanti: in quell’occasione andò via insieme a Urska Zigart tra le migliori scalatrici, ma in discesa ha perso tempo. Ha dunque lavorato tantissimo su questo aspetto tra il Suisse e il Giro, e i risultati si sono visti.

Gigante al Tour Femmes 2024: lì un primo salto di qualità
Gigante al Tour Femmes 2024: lì un primo salto di qualità
C’è l’idea di portarla anche al Tour de France Femmes?

In questo momento abbiamo ancora qualche dubbio. Sarah ha lavorato tantissimo per essere al top al Giro e dobbiamo essere sicuri che abbia recuperato del tutto, prima di mandarla in Francia. E’ ancora un’atleta giovane e affrontare due grandi corse a tappe nello stesso mese, dopo un lungo periodo senza gare, può essere rischioso. Prima del Tour faremo dei test per verificare il recupero dal Giro e capire se potrà correre al 100 per cento.

A 24 anni, qual è il suo potenziale?

Questo Giro le ha dato molta fiducia e ha dimostrato che può competere con le migliori scalatrici. Il nostro obiettivo principale resta migliorare in discesa e nel posizionamento in gruppo, dove possiamo ancora crescere. Anche se devo ammettere che stiamo già facendo dei passi avanti. Sarah lavora duramente su questi aspetti, ed è bellissimo vedere che il suo impegno ha dato frutti al Giro.

Secondo te, vedremo una nuova personalità in Sarah dopo questo Giro Women?

Credo di sì. Finalmente ha ricevuto una grande ricompensa per tutti gli sforzi fatti negli ultimi anni. Questo le darà una spinta enorme in termini di fiducia.

Nome e carattere italiano ma corre per l’Australia. E’ Sarah Gigante

30.01.2024
6 min
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La prima gara del WorldTour femminile ha incoronato un’atleta di casa, anche se il suo cognome tradisce le origini italiane. Sarah Gigante ha colto la sua vittoria più importante nella sua finora giovane carriera sulle strade di casa, al Santos Women’s Tour Down Under, ma guardando indietro nel tempo ci si accorge che siamo di fronte a una ragazza che ha molto da dire: uno di quei nomi da segnare in rosso sul taccuino di atlete da seguire.

Melbourne, nei giorni dell’intervista è il centro del mondo sportivo. Almeno per noi italiani: Sinner è pronto a entrare in campo per fare la storia del tennis tricolore quando Sarah risponde alla chiamata per la programmata intervista che prende il via proprio dalle sue origini italiane.

«Mio nonno era italiano – ammette – non ne so così tanto della sua provenienza, in famiglia mi dicono che veniva da un paese chiamato Circello, vicino Benevento. Sfortunatamente però non l’ho potuto frequentare abbastanza per imparare almeno un po’ di italiano».

Il trionfo all’Emakumeen Nafarrokao Elite Classic in Spagna nel 2022, unica sua vittoria in Europa
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Che rapporto hai con l’Italia, hai mai corso qui?

Sì, ho corso il Trofeo Binda due volte. La prima con il mio vecchio team, Tipco, una banca sponsor della Silicon Valley. Siamo arrivati in Italia dal Belgio. Eravamo quasi gli unici sull’aereo perché l’Italia era un punto caldo per il Covid e tutti dicevano: non ci andare. Ma siamo arrivati lì e poi neanche abbiamo corso perché la gara era stata cancellata. Quella è stata la mia prima esperienza in Italia, un po’ traumatica. Nel 2021 sono arrivata a Cittiglio una settimana prima direttamente dall’Australia, ho potuto allenarmi nella zona e l’ho adorata assolutamente.

Qual è la tua storia ciclistica?

Sono cresciuta in una famiglia sempre molto attiva. Insieme facevamo un viaggio di nove giorni attraverso lo stato di Victoria chiamato “il grande giro in bicicletta vittoriano”. E avevo solo cinque anni. Erano circa 700 chilometri in nove giorni. Ci accampavamo nelle diverse città dello Stato e poi i camion prendevano i nostri bagagli. Io andavo su una bici da rimorchio con mia mamma davanti, poi l’ho fatto su un tandem quando avevo sette anni, quindi doppia bici. Poi ho detto che volevo farlo con la mia bici, ma era così difficile per una bambina piccola che mamma pensò che sarebbe stato meglio iscrivermi ad un club di ciclismo per prepararmi. Quindi abbiamo cercato su Google i club ciclistici per bambini ed è apparso il club ciclistico Brunswick. Da allora in poi non ho più smesso.

Sarah dietro la mamma, a 5 anni, nel corso dell’annuale escursione attraverso lo Stato di Vittoria
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Il Tour Down Under è stata la tua prima vittoria nel WorldTour: che effetto ti ha fatto?

E’ stato incredibile ottenere la mia prima grande vittoria in casa perché lì avevo la famiglia, gli amici, ma anche solo i tifosi in generale, anche se non li conoscevo. Molti di loro scandivano il mio nome, il che era davvero speciale. E’ stato davvero bello vincere dalla mia parte del mondo.

Lo scorso anno hai gareggiato pochissimo, perché?

Mi sono infortunata due volte di seguito e non ero davvero in forma per la prima metà dell’anno. Una volta andata in Europa, sono stata selezionata per una gara solo ad agosto. Ho fatto il Giro di Scandinavia, ma poi ho perso la selezione per il resto.

Che differenze trovi tra Movistar e AG Insurance?

Sono entrambe squadre davvero fantastiche e penso che entrambe abbiano i propri punti di forza. Ma per ora sono davvero contenta di AG Insurance Soudal perché ovviamente posso correre di più. In Australia hanno mostrato una grande coesione, la mia vittoria ha avuto un forte significato per tutte e devo dire loro grazie. Quindi è stata una sensazione davvero speciale vederle correre per me, anche se mi avevano appena incontrato.

Gli esordi della Gigante nel ciclismo che conta, nelle file dell’Holden Team Gusto, squadra di casa
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Ti senti più adatta alle classiche d’un giorno o alle corse a tappe?

Mi piacciono le gare di un giorno, ma penso sicuramente che preferirò le gare a tappe. E’ solo che non ho ancora avuto l’opportunità di provarne una davvero lunga, mettermi alla prova al Giro o al Tour. Quindi spero che quest’anno saprò di più se sono adatte a me. Ma ho la sensazione di essere un vero motore diesel e non mi sento così stanca solo allenandomi giorno dopo giorno. Quindi spero che questo mi renderà adatta per le corse a tappe.

Nelle cronometro hai dimostrato il tuo valore con due titoli nazionali, com’è il tuo rapporto con le salite?

Adoro arrampicare. Quando la strada va in salita e tutti iniziano a soffrire. Amo il dolore. E sì, adoro le gare più dure.

Il podio della gara mondiale junior 2018. Nell’individuale la Zanardi beffò l’australiana all’ultimo sprint
Il podio della gara mondiale junior 2018. Nell’individuale la Zanardi beffò l’australiana all’ultimo sprint
Nel 2018 sei stata argento ai mondiali juniores su pista nell’individuale a punti, perdendo solo all’ultimo giro da Silvia Zanardi. Perché non hai continuato nelle gare su pista?

Ricordo bene quella gara, Silvia mi ha battuto nell’ultimo sprint e ha conquistato il meritato oro. Ma ero davvero contenta dell’argento perché venivo da un brutto infortunio, mi ero rotta entrambe le braccia un paio di mesi prima. Quindi quello era un argento davvero speciale. Non ho continuato a fare pista perché appena sono entrata nella categoria under 23 a inizio gennaio ho vinto i campionati nazionali élite di corse su strada.

E come ha influito ciò sulle tue scelte?

E’ stata una sorpresa completa. Allora ero così distratta da tutte le opportunità che improvvisamente ho avuto sulla strada. Gareggiare con la squadra nazionale alla Cadel Evans Great Ocean. Andare all’estero con la mia squadra dell’epoca, la Holden Team Gusto. Poi grazie alla vittoria del titolo, mi è stata assegnata la borsa di studio della Fondazione Amy Gillett, quindi ho potuto andare in Belgio con la nazionale. Non avevo tempo per la pista.

La Gigante ha partecipato a Tokyo 2020, sfiorando la Top 10 a cronometro
La Gigante ha partecipato a Tokyo 2020, sfiorando la Top 10 a cronometro
Che calendario ti aspetta adesso e che obiettivi hai?

Sono davvero contenta di come è andato il Down Under per me e per la squadra e possiamo trarre molta fiducia da questo. Ma è anche bello non avere pressioni per le altre gare di questa fase stagionale, possiamo conoscerci meglio e poi anche fare un buon allenamento. Avrò un paio di settimane a casa prima di andare in Europa per la presentazione della squadra, poi inizierò a correre al Trofeo Binda che adoro.

Nei tuoi sogni ci sono le Olimpiadi a Parigi?

Mi piacerebbe andare di nuovo alle Olimpiadi. Mi piacerebbe davvero correre a Parigi e voglio tornare più forte ora che sono un po’ più esperta e con più esperienza. Penso che sarebbe difficile essere scelta per Parigi, però. L’Australia ha corridori davvero bravi e ovviamente l’anno scorso non ho quasi corso, quindi sì, penso che sia difficile, ma mai dire mai.