Francesca Selva, allenamento sui rulli

Pista e rulli, quale integrazione? Francesca Selva risponde

01.12.2025
5 min
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Non integrare nel modo corretto quando si pedala al chiuso è un grande errore. Lo è quando ci si allena sui rulli e quando per le gare in pista si resta in ballo per ore. Chi si allena tutti i giorni, con la bici in esterno oppure con le diverse possibilità del ciclismo indoor, deve avere energie (buone) sempre a disposizione.

Abbiamo affrontato l’argomento con Francesca Selva, sempre sul pezzo quando si trattano approfondimenti tecnici. La vita delle gare in velodromo, ma anche tante sedute di rulli per i training specifici e di qualità, soprattutto quando si trasferisce in Danimarca dal compagno Oskar Winkler, senza mai dimenticare le sessioni in palestra.

Come si integra quando si fanno i rulli? Francesca Selva risponde
Il carburante non deve mai mancare. Francesca utilizza integratori Nduranz (foto Selva)
Come si integra quando si fanno i rulli? Francesca Selva risponde
Il carburante non deve mai mancare. Francesca utilizza integratori Nduranz (foto Selva)
Sui rulli, quando e quanto?

Li faccio molto spesso ed ormai ricoprono quasi il 90% dell’attività di training. Sono un alleato perfetto per combattere il freddo, il brutto tempo, ma soprattutto per gli allenamenti specifici dove è fondamentale limitare il più possibile le variabili dell’ambiente esterno. L’allenamento sui rulli inoltre, è ottimale con la bici classica e anche quella da pista. Tendenzialmente con la bici tradizionale uso dei rulli smart, in pista e con la bici dedicata quelli liberi, senza elettronica.

Ti è mai capitato di fare una seduta indoor endurance?

, anche oltre le 3 ore e mezza, in Z2, simulando una distanza con andatura tranquilla. Configurazione virtual, una serie televisiva e tanta dedizione, il gioco è fatto.

Quando si spinge anche sui rulli, l'acqua da sola non basta (foto Selva)
Quando si spinge anche sui rulli, l’acqua da sola non basta (foto Selva)
Quando si spinge anche sui rulli, l'acqua da sola non basta (foto Selva)
Quando si spinge anche sui rulli, l’acqua da sola non basta (foto Selva)
Integrazione anche per l’attività indoor e pista, sì oppure no?

Assolutamente sì, sempre. L’integrazione di qualità è un sostegno, soprattutto quando l’attività indoor prevede sedute specifiche, magari con intensità elevate, quando è combinato alla palestra e quando è un allenamento continuativo. Quando ci si allena tutti i giorni non bisogna mai andare in deficit di energia. Avere del carburante a disposizione da assumere nelle giornate di velodromo, magari tra una gara e la successiva, tra una seduta e l’altra, permette di non restare a secco di energie.

Nella borraccia solo acqua oppure anche un integratore?

Partiamo dal presupposto che nella borraccia metto sempre qualcosa, non fosse altro per una questione di gusto. Poi calibro il quantitativo in base alle esigenze, all’allenamento e se faccio un lungo in esterno porto una seconda borraccia con acqua.

Come si integra quando si fanno i rulli? Francesca Selva risponde
Ai bordi della pista integratori di energia sempre a portata di mano
Come si integra quando si fanno i rulli? Francesca Selva risponde
Ai bordi della pista integratori di energia sempre a portata di mano
Ci puoi dare qualche riferimento?

Per me il prodotto di riferimento è l’Nduranz NRGY Drink in polvere solubile, quello al gusto pesca è anche ghiotto. Tengo con me sempre la borraccia da litro, che indicativamente copre le mie esigenze per due ore. Per un allenamento tranquillo tengo come riferimento 45 grammi di carboidrati diluiti nella borraccia, man mano a salire, 60, 100 grammi e poco oltre. Come detto in precedenza, dipende dall’intensità e dalla durata. Quando ti alleni tutti i giorni, Acqua e sali non bastano, i carboidrati sono il carburante che non deve mancare, anche quando si parla di rulli.

Anche durante le sessioni di palestra?

Quasi mai, ma a volte capita, dipende da quello che c’è da fare dopo la palestra. Generalmente è uno strumento di riattivazione muscolare, di ripresa della forza e non di rado mi piace farla anche a digiuno, prima di fare colazione.

Come si integra quando si fanno i rulli? Francesca Selva risponde
Il “borraccione” capiente da litro, indoor e anche outdoor
Come si integra quando si fanno i rulli? Francesca Selva risponde
Il “borraccione” capiente da litro, indoor e anche outdoor
Problemi intestinali legati all’eccesso di carboidrati?

Per fortuna mai avuti. Oltre a quella che può essere una predisposizione, credo che gli integratori che utilizzo sono di ottima qualità e ben equilibrati nelle proporzioni, non sbilanciati. Aggiungo inoltre, io non bevo caffè nella vita quotidiana e questo ai fini di una corretta assimilazione può dare dei vantaggi.

Integrazione con gel, liquidi o solidi?

Vedo il supplemento in gel o con la soluzione liquida maggiormente pratica e pronta, adeguata a chi ha sempre necessità nell’avere calorie da bruciare subito disponibili. L’integrazione solida quando si fanno tante ore consecutive in bici e si ha bisogno anche di gratificazione, oltre alle energie. In questo ambito credo sia da rispettare anche una certa soggettività di interpretazione. Aggiungo però, durante le giornate intere passate in velodromo, ovviamente l’integrazione solida gioca un ruolo importante.

Prima e dopo l’allenamento?

Se ho la possibilità preferisco un pasto classico e un recupero con i cibi tradizionali, ma ci sono delle eccezioni. Ad esempio quando siamo a gareggiare in pista e siamo in ballo per 5/6 ore e oltre ed è complicato accedere alla mensa. In quei casi è importante avere sempre carboidrati al proprio fianco e magari utilizzare degli integratori specifici per il recupero nell’immediato post gara. Mi viene in mente Nduranz Regen, che oltre ai carboidrati ha anche una giusta quantità di proteine.

Rulli Elite 2025

Quali rulli per l’autunno-inverno 2025? Ne parliamo con Elite

25.10.2025
5 min
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Con l’autunno è iniziata la stagione più complicata per chi va in bicicletta. I capi d’abbigliamento moderni permettono di pedalare in relativa tranquillità anche con le basse temperature, è vero. Ma quando il meteo è davvero avverso, e le giornate sono davvero corte, per molti praticanti è il momento di tirare fuori (o comprare) i rulli.

Come va il mercato di questo strumento, croce e delizia dei ciclisti? Come è cambiato da prima a dopo il boom del periodo del Covid? Quali sono i modelli più richiesti? Per parlarne abbiamo contattato Marta Segato, dell’ufficio marketing di Elite, una delle aziende leader al mondo nel settore.

L’inverno è per definizione la stagione dei rulli, anche gli agonisti li utilizzano anche durante l’anno
L’inverno è per definizione la stagione dei rulli, anche gli agonisti li utilizzano anche durante l’anno
Marta, la stagione dei rulli è già iniziata?

Diciamo che è ancora agli inizi, anche se il rullo ormai non è più solo uno strumento da usare in inverno. Però il clima comunque influisce molto, perché finché è bel tempo la gente preferisce uscire. Anche col freddo ormai molti pedalano all’aperto, cambia tutto invece con la pioggia. Oppure per chi abita in città, in zone dove è difficile trovare in pochi chilometri dei percorsi su cui allenarsi. Comunque diciamo che tra novembre e inizio dicembre abbiamo il picco di vendite, perché per Natale tutti gli interessati li vogliono avere. E solitamente poi li usano fino a febbraio-marzo, a seconda della zona ovviamente.

Quali sono i rulli più richiesti?

Sicuramente quelli smart e a trasmissione diretta, cioè quelli che si usano senza la ruota posteriore. Sono più pratici, più stabili, più precisi, non c’è il problema dell’usura dello pneumatico. Da quando lavoro in Elite, cioè da 25 anni, il mondo dei rulli è cambiato moltissimo, e questa della trasmissione diretta è stata la prima pietra miliare. La seconda è stata l’interattività, che rende l’esperienza molto più godibile.

Rulli Elite 2025
Il nuovo modello Rivo è venduto anche con il “Cog”, una particolare cassetta da 8 a 12 velocità pensata per essere utilizzata con Zwift
Rulli Elite 2025
Il nuovo modello Rivo è venduto anche con il “Cog”, una particolare cassetta da 8 a 12 velocità pensata per essere utilizzata con Zwift
Quindi i rulli non smart sono in via di estinzione?

Quel mercato è praticamente sparito. Noi in gamma abbiamo ancora qualcosa, ma molto poco. Tutto quello che non è smart non si vende più. Il modello roller, quello aperto su cui stare in equilibrio, resiste ancora ma è appannaggio degli agonisti che lo usano per riscaldarsi prima delle gare.  

Andiamo più nello specifico. Avete nuovi modelli per questa stagione?

Abbiamo presentato un nuovo rullo alla fiera di Eurobike a giugno, il modello Rivo. Quindi inizieremo a vendere in questo periodo. E’ un rullo smart, naturalmente, che si aggiunge ai nostri modelli Justo 2 e Avanti, ma più semplice. Lo vendiamo in due possibilità. La versione base oppure con un setup “Zwift ready”, cioè con l’allestimento chiamato “Cog and Clic”. Si tratta di una cassetta universale da 8-12 a velocità che sostituisce quella tradizionale e rende tutto più semplice, soprattutto nel caso si usi il rullo con diverse bici

Elite è al fianco di diverse squadre WorldTour, tra cui la UAE e la Groupama-FDJ
Elite è al fianco di diverse squadre WorldTour, tra cui la UAE e la Groupama-FDJ
Possiamo dire che Rivo è quello che con il miglior rapporto qualità-prezzo?

Rivo ha certamente un prezzo interessante, vorremmo che diventasse una porta d’accesso, più snella nel prezzo e nelle caratteristiche rispetto a Justo 2 e Avanti. E’ comunque un prodotto di qualità, con un simulatore di pendenza che arriva al 18% e molto preciso, ma meno estremo dei modelli top di gamma.

Per top di gamma intendi Justo 2, corretto? Cosa cambia rispetto a Rivo?

Sì Justo 2 è il nostro prodotto di punta. Viene usato dai professionisti, come per esempio dalla UAE di Pogacar, una collaborazione che per noi è molto importante. Ed è anche il rullo scelto per i campionati mondiali UCI di esport che si terranno il 15 novembre ad Abu Dhabi. In quell’occasione tutti i finalisti pedaleranno su quel modello. Il prezzo è sui 1000 euro, cioè circa il doppio di Rivo, arriva a simulare una pendenza del 24% e ha il misuratore di potenza integrato, con un grado di errore di meno del 1%. 

Il modello Justo 2 è il top di gamma dell’azienda veneta
Il modello Justo 2 è il top di gamma dell’azienda veneta
Facciamo qualche passo indietro. Come è andato il mercato dopo il grande picco del periodo del Covid? 

Quel periodo era una bolla, e sapevamo che non potesse durare. Le persone erano disposte a pagare qualsiasi cifra per un rullo. Siamo stati lungimiranti e siamo riusciti a gestire bene il contraccolpo, inevitabile, che c’è stato nel 2022, riuscendo a sostenere comunque il marketing. Diciamo che quei due anni “magici” per noi hanno compensato quelli più difficili venuti dopo. I segni di un miglioramento si sono visti l’anno scorso e quest’anno

Rispetto al pre-Covid ora le vendite sono comunque aumentate? 

Sì, c’è stato un incremento, perché quel periodo ha avvicinato molte persone che poi ne hanno fatto uno strumento di allenamento. Anche persone che magari prima non ci avevano mai pensato. Il Covid ha spinto molto in questo senso.

Rulli Elite 2025
Il mercato dei rulli si sta aprendo anche alle donne, grazie al ciclismo femminile sempre più in crescita
Rulli Elite 2025
Il mercato dei rulli si sta aprendo anche alle donne, grazie al ciclismo femminile sempre più in crescita
Ad usare i rulli sono solo gli agonisti o c’è un mercato anche tra altri tipi di persone?

Sicuramente lo zoccolo duro rimane quello degli stradisti classici, che usano i rulli per allenarsi d’inverno ma non solo. Per il mondo della mtb invece è ancora difficile, loro escono sempre e comunque, mentre col gravel già qualcosa in più. Ma la forbice si sta accorciando. Adesso ci sono anche molte più donne e utenti un po’ più giovani. Una volta il target era sui 35-40 anni, ora si sta abbassando perché è diventato sempre più divertente. E la comunicazione delle piattaforme come Zwift, che per esempio è sponsor del Tour femminile, in questo ha certamente aiutato

Elite sempre in gruppo con i migliori team

18.02.2025
4 min
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La stagione ciclistica è già entrata nel vivo con le prime corse in Europa che hanno seguito la tradizionale apertura in Australia. Se è ancora troppo presto per fare delle previsioni su ciò che ci aspetta da questa nuova stagione, possiamo comunque partire da una certezza che vede come protagonista Elite. Anche per il 2025 l’azienda veneta sarà accanto ai team migliori al mondo, a partire dal WorldTour. Nella massima categoria saranno ben undici le squadre che utilizzeranno in corsa e allenamento i prodotti Elite.

Questo numero, già di per sé importante, è limitato al solo mondo maschile. Se includiamo anche i team femminili, si arriva a diciotto. Allargando il discorso alle formazioni professional e continental si sale a trentotto. Contando poi mountain bike, triathlon, ciclocross, e-sport, gravel e nazionali si arriva a una cifra monstre di cinquantaquattro squadre

Elite fornisce anche una serie di prodotti di supporto
Elite fornisce anche una serie di prodotti di supporto

Orgoglio Elite

Numeri così importanti non possono che essere un motivo di orgoglio per Elite. A confermarlo è Marco Cavallin, Sponsorship e Product Innovation Manager dell’azienda veneta.

«Lavorare con i team – racconta Cavallin – significa essere parte della loro crescita, condividere sogni, vittorie e anche le difficoltà. Vedere i campioni di domani affermarsi con i nostri prodotti è un’emozione unica, perché Elite non è solo un fornitore, ma un compagno di viaggio. E come ogni appassionato, anche noi viviamo ogni gara con il cuore in gola. I team non si limitano a usare i nostri prodotti, li plasmano con noi. I loro feedback sono essenziali per innovare, spingerci oltre e migliorare costantemente. Ci ispirano a creare soluzioni sempre più performanti, perché il loro successo è anche il nostro».

Come abbiamo anticipato saranno ben undici i team WolrdTour maschili che nel 2025 utilizzeranno prodotti Elite. Ecco i loro nomi: UAE Team Emirates, Ineos Grenadiers, Alpecin-Deceunick, Groupama-FDJ, Decathlon-AG2R La Mondiale, Bahrain Victorious, Jayco-AlUla, Arkea – B&B Hotels, Cofidis, Picnic PostNL, Intermarché-Wanty.

Elite mette a disposizione i suoi migliori prodotti, come il rullo Just 2
Elite mette a disposizione i suoi migliori prodotti, come il rullo Just 2

Il meglio di Elite

Anche per la stagione 2025 Elite metterà a disposizione dei team con i quali collabora il meglio della propria produzione, a partire dal rullo Just 2 che con i due modelli di Flex Feet, si adatta perfettamente alla biomeccanica di pedalata di ogni ciclista. Sempre restando in tema di rulli, va segnalata la novità Avanti che ha tutto ciò che serve per un allenamento al top. Ma è la praticità a fare la differenza: la pratica maniglia integrata lo rende comodo da trasportare, dettaglio apprezzatissimo dai meccanici, e il vano porta adattatori aiuta a tenere tutto sempre in ordine.

A proposito di meccanici, ma anche degli stessi atleti, per tutti loro ecco Borson, la borsa da trasporto progettata per proteggere la bici durante le trasferte aeree. Con ruote integrate e un sistema di montaggio che riduce al minimo lo smontaggio della bici, assicura protezione totale per telaio, ruote e deragliatore, rendendo ogni viaggio più semplice e sicuro. Non va poi dimenticato Workstand Race FC, il cavalletto da manutenzione scelto dai team WorldTour per la sua stabilità e praticità in ogni situazione.

Elite per i propri team anche le borracce, con il modello Fly Team
Elite per i propri team anche le borracce, con il modello Fly Team

Anche le borracce

E’ il gadget più desiderato dai tifosi. Stiamo parlando naturalmente della borraccia. Anche nel 2025 i campioni del WorldTour si affideranno all’iconica Fly Team, la borraccia che ha conquistato le squadre grazie al suo peso ultraleggero e al design pensato per la massima praticità in gara. Parlando di borraccia non possiamo non accennare ai portaborracce Elite Leggero Carbon e Custom Race X, entrambi in grado di assicurare il massimo della stabilità e dell’accessibilità. Il primo, rinforzato in fibra di carbonio, offre resistenza e leggerezza anche alle alte velocità. Il secondo rappresenta l’evoluzione del popolarissimo Custom Race Plus, con una struttura più leggera, un’apertura flessibile e ampia e una base ancora più stabile, perfetta anche per telai compatti, gravel e mtb.

Elite

Il rullo ufficiale Zwift è firmato Van Rysel

02.11.2024
3 min
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Van Rysel lancia la versione Zwift Edition del rullo D100. L’home trainer è fornito di abbonamento Zwift di due mesi e con il Zwift Cog già installato, una sorta di omologazione a pignone unico e pensato anche nell’ottica delle gare virtuali.

Pedalare indoor non è mai stato così facile e anche con un costo accessibile a molti. Van Rysel D100 in questa versione ha un prezzo di listino di 299,99 euro.

Il Cog Zwift, un pignone singolo utile anche alla fluidità durante la pedalata virtuale
Il Cog Zwift, un pignone singolo utile anche alla fluidità durante la pedalata virtuale

Sulla base del D100

Le caratteristiche principali non cambiano e tutto quello che riguarda il cuore del rullo Van Rysel è uguale al modello D100. Può sostenere un picco di 600 watt, simula una pendenza al massimo del 6% in salita, del 5% in discesa. Ha un design minimale ed essenziale, robusto al tempo stesso. Ha un telaio in acciaio.

La ruota libera è compatibile Shimano, Sram e ovviamente con il Cog Zwift, ideale per sostituire i pignoni tradizionali. E’ una soluzione pensata anche per offrire una maggiore fluidità in ambito indoor. E’ adattabile anche al perno passante fino alla misura boost da 148 millimetri di larghezza. Quindi è sfruttabile anche dalle mtb.

Inoltre è dotato dell’ultimo protocollo Bluetooth disponibile (FTMS), facilmente collegabile anche a piattaforme esterne come Bkool, Onelap, Zwift ovviamente. Del tutto compatibile con sistemi Windows, Android e iOs.

Leggero e compatto

Ha un peso dichiarato di 10,5 chilogrammi, con ingombri una volta aperto di 600x490x450 millimetri. E’ facilmente richiudibile ed occupa spazi molto ridotti.

D100 Zwift Edition ha una resistenza elettromagnetica e adotta la tecnologia turbo trainer direct drive. Significa anche risposta sempre ottimale ed equilibrata nelle fasi di spinta e cambio repentino delle intensità di esercizio, soprattutto per quello che concerne la simulazione della salita.

Van Rysel

Justo 2, il rullo smart più completo e versatile di Elite

31.07.2024
4 min
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Siamo ancora nel pieno dell’estate, è vero, ma è già ora di pensare a come arrivare pronti alla brutta stagione. Un ottimo modo per farlo è certamente il nuovo rullo interattivo o “smart trainer” Justo 2, l’ultimo nato di casa Elite. E’ il fiore all’occhiello del brand veneto, utilizzato da UAE Team Emirates e Groupama-FDJ, e si propone come il più completo e versatile rullo smart mai realizzato dall’azienda.

Rispetto al suo predecessore Justo, offre diversi significativi miglioramenti, primo fra tutti la presenza di una cassetta Shimano a 12 velocità pre-installata dalla dentatura 11-34, che semplifica di molto la configurazione (se si è in possesso di una bici con gruppo Shimano a 12 velocità). Andiamo a vedere nel dettaglio alcune delle sue caratteristiche.

Justo 2 è un home trainer compatto, ma pesante. L’asola aiuta a trasportarlo meglio
Justo 2 è un home trainer compatto, ma pesante. L’asola aiuta a trasportarlo meglio

Shimano-friendly, ma non solo

Abbiamo appena detto che Justo 2 viene fornito di cassetta Shimano a 12, ma è stato pensato per essere utilizzato – ovviamente – con ogni tipo di gruppo e bici. Supporta infatti le cassette road Shimano da 9/10/11 velocità, Shimano 12 velocità MTB, Campagnolo da 9/10/11/12 velocità, SRAM NX 12 velocità con corpetto Shimano e SRAM da 12 velocità. I corpetti ruota libera specifici per tutti questi allestimenti non sono inclusi nella confezione, ma sono disponibili sul sito dell’azienda.

Inoltre è compatibile con tutte le bici – che siano da strada, gravel e mountain bike – con sgancio rapido e mozzi da 130-135 x 5 mm e con perno passante e mozzi da 142 x 12 mm. In questo caso gli adattatori sono inclusi nella confezione.

Connessione e simulazione

Una delle caratteristiche distintive di questo trainer rispetto al precedente è la nuova funzionalità Wi-Fi, che si aggiunge ai protocolli wireless tradizionali (ANT+TM FE-C e Bluetooth) per garantire massima stabilità durante le sessioni indoor. La precisione nella traduzione dello sforzo è garantita dal misuratore di potenza integrato, l’OTS (Optical Torque Sensor), che assicura una misurazione estremamente accurata, con uno scarto massimo di meno dell’1%.

Justo 2 offre poi quattro opzioni di visualizzazione dei dati di potenza per le sessioni di allenamento in modalità ERG, che sono attivabili tramite l’app My E-Training con la funzione “Power Smoothing”. La regolazione automatica della resistenza è anch’essa di altissimo livello e permette di simulare pendenze fino al 24%, cioè più di quanto molti di noi vorrebbero mai provare.

Naturalmente è compatibile con il Rizer, il simulatore di pendenza che alza e abbassa la bici in sincronia con le pendenze del terreno virtuale, per un’esperienza immersiva e realistica.

Efficienza biomeccanica “analogica”

Un’altra chicca di Justo 2 sono i piedini Flex Feet, studiati per replicare la sensazione di pedalata all’aperto ed ottimizzare l’efficacia e la memoria muscolare durante gli allenamenti. Vengono forniti in due varianti, il set rosso che permette una micro-oscillazione laterale di 7°, e il set nero che garantisce un’oscillazione di 4,5°.

Per finire, Elite ha deciso di offrire ai fortunati che acquisteranno Justo 2 la possibilità di iniziare a divertirsi immediatamente, grazie ad un abbonamento gratuito di 36 mesi all’app di allenamento My E-Training incluso nel prezzo. A proposito di prezzi, Justo 2 sarà disponibile in Unione Europea da fine agosto al costo consigliato al pubblico di 1.099 euro.

Elite

Verso l’Australia: rulli al caldo per abituarsi prima

04.01.2024
4 min
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Otto giorni per le donne, dodici per gli uomini e dall’Australia scatterà la nuova stagione del WorldTour. E il tema caldo… è proprio il caldo. Si passa dall’inverno europeo all’estate australe. E’ vero che sin qui, da noi, non sono mai state affrontate temperature super rigide, ma è anche vero che il solleone aussie è feroce.

La parola adattamento è quindi fondamentale. Nel ciclismo che cura ogni “millimetro” ecco che si viene a sapere persino di gente che fa i rulli in sauna. E non sarebbe la prima volta. Tempo fa adottarono questo protocollo i corridori della Dsm. Ma anche della Alpecin-Deceuninck in vista del Tour e della Vuelta. Di recente ce ne ha parlato Manlio Moro.

Per l’heat adaptation i rulli sono fondamentali in questa fase dell’anno
Per l’heat adaptation i rulli sono fondamentali in questa fase dell’anno

Rulli al caldo

Giacomo Notari, che da qualche giorno è ufficialmente uno dei preparatori del gruppo giovani della UAE Emirates Gen Z e che prima era stato in casa Astana-Qazaqstan, ci aiuta a comprendere meglio certi aspetti di tale adattamento, comunque necessario.

«Solitamente – dice Notari – in Australia c’è un caldo incredibile. Forse questa volta paradossalmente la sua morsa dovrebbe essere leggermente meno dura, ma resta il fatto che le squadre vanno giù 8-10 giorni prima proprio per una questione di adattamento climatico. E chiaramente anche per questioni di fuso orario».

In effetti nella zona del Santos Tour Down Under si stanno accarezzando i 30 gradi centigradi, per di più con qualche piovasco. Ma proprio questi acquazzoni estivi fanno aumentare vertiginosamente l’umidità. E le temperature sono comunque previste in aumento per i giorni successivi.

Alberto Dainese, Felix Gall che si fasciava persino con dei sacchi di plastica e, come ricorda il dottore stesso, Tony Martin, sono o erano soliti eseguire la pratica dei rulli in condizioni di caldo.

«Oltre alla sauna – prosegue Notari – per eseguire una sessione di adattamento al grande sbalzo termico, e non solo al caldo estremo, è sufficiente già una stanza chiusa a 20-21 gradi. Se infatti non c’è ricircolo di aria la temperatura corporea sale molto di più rispetto ad una pedalata all’esterno o ventilata. Quindi bastano un termosifone acceso, una giacca invernale addosso e puoi iniziare la tua “heat adaptation”».

Una sauna finlandese come quelle utilizzate dalla Dsm tempo fa. Ma molti altri atleti, specie quando sono nei ritiri e ci sono le saune negli hotel, cercano di sfruttarle
Una sauna finlandese come quelle utilizzate dalla Dsm tempo fa.

Heat adaptation

S’inizia quindi questa sessione particolare. Secondo Notari, senza dover andare per forza in sauna, cosa che poi non è così facile da avere a portata di mano, si possono ricreare certe situazioni ambientali. Appunto con la stanza calda, l’abbigliamento invernale e la totale assenza di ricircolo d’aria. Muoversi in queste condizioni “crea” il caldo australiano.

«Solitamente – spiega Notari – il protocollo di heat adaptation si fa a fine allenamento. L’atleta rientra a casa e passa direttamente ai rulli. Trova la sua stanza già pronta e ci pedala per un tempo che va dai 30′ ai 50′.

«Sostanzialmente non si eseguono lavori. Basta pedalare in modo non troppo blando, ma si possono inserire delle sessioni di 3′-4′ al medio intervallate da brevi recuperi. Questo per aggiungere stress all’organismo e creare le condizioni di surriscaldamento».

Il sensore Core è uno dei sistemi per monitorare la temperatura corporea. E’ molto utile per l’heat adaptation (foto da web)
Il sensore Core è uno dei sistemi per monitorare la temperatura corporea. E’ molto utile per l’heat adaptation (foto da web)

Maneggiare con cura

Chiaramente sono pratiche particolari e da eseguire con criterio. Bisogna seguire le indicazioni sia del coach che del medico. I rischi sono dietro l’angolo.

«Questo protocollo – dice Notari – si fa per adattarsi al grande sbalzo termico. E per adattarsi ad un clima estremo bisogna mettere il corpo sotto stress, ricreargli situazioni simili. Con l’aumento della temperatura e la disidratazione si perde performance: riprodurre queste situazioni fa sì che una volta in Australia il gap di questa perdita di efficienza sia ridotto. Il corpo infatti ci è abituato o comunque riconosce meglio certe situazioni».

«Però bisogna stare attenti. Già quando si sale sui rulli in condizione di normalità i battiti aumentano, in super over heating questi aumentano ancora di più. E più si va avanti con la seduta e più aumentano, al pari della temperatura corporea. Anche per questo si utilizzano quei sensori grazie ai quali i corridori possono monitorare la temperatura sul computerino al pari di watt e frequenze cardiache».

«E’ poi chiaramente importante idratarsi, anzi è fondamentale. Si beve sia durante la sessione sui rulli che dopo. C’è un piano di reintegro che prevede anche l’assunzione di sali minerali. E questo aspetto è affidato al nutrizionista».

Insomma “maneggiare con cura”: rulli al caldo sì, ma con una grande attenzione ad ogni aspetto perché quella lama tra beneficio e danno è davvero sottile.

Crono e lavori specifici: non solo Roglic li fa sui rulli

06.12.2023
7 min
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«Se fossi ancora corridore – riflette Marco Pinotti alla fine della chiacchierata – forse anche io farei sui rulli i lavori specifici per la crono. Sempre che la pista su cui li ho sempre fatti fosse chiusa. Altrimenti non avrei dubbi e tornerei a Dalmine…».

Un passaggio dell’incontro con Giampaolo Mondini, parlando dell’arrivo di Roglic alla Bora-Hansgrohe e di conseguenza su bici Specialized, continuava a risuonarci nelle orecchie. Per mandare via il ronzio, serviva un esperto di crono e preparazione, per cui ci siamo rivolti a Marco Pinotti.

«Una cosa molto interessante che mi ha detto Primoz – aveva raccontato Mondini – è che lui usa la bici da crono anche tre volte a settimana, però sui rulli, come fanno i triatleti (in apertura, lo sloveno sui rulli in un’immagine da Instagram, ndr). Magari prima fa l’uscita su strada, poi se deve fare un’ora di variazioni di ritmo, le fa sui rulli. Mi ha spiegato che è soprattutto un fatto di sicurezza, perché i lavori con la bici da crono si fanno ad alta velocità e le strade di Monaco non sono le più adatte».

La pista di Dalmine è stata a lungo il teatro degli allenamenti specifici di Pinotti (foto L’Eco di Bergamo)
La pista di Dalmine è stata a lungo il teatro degli allenamenti specifici di Pinotti (foto L’Eco di Bergamo)

Un’abitudine diffusa

In realtà, quella che poteva sembrare un’originalità dello sloveno ha preso la forma di un’abitudine ormai radicata: «Anche qua (riferendosi alla Jayco-AlUla di cui Marco è preparatore, ndr) tanti australiani fanno lavori sui rulli – è stata la prima risposta di Pinotti su whatsapp – per una questione di sicurezza delle strade e per mantenere la posizione. Io li facevo in pista».

E allora andiamo a capire quali siano i lavori che vengono meglio sui rulli e se ci siano delle criticità, legate ad esempio alla dimestichezza con la bici, ai valori fisiologici espressi e alle temperature che si raggiungono sui rulli. Pinotti prende il filo del discorso e si incammina.

«Il primo con cui ho avuto questo tipo di esperienza – dice – è stato Patrick Bevin, il neozelandese che avevo quando eravamo al CCC Team. L’ho seguito per un anno e mi diceva che i lavori specifici li faceva sui rulli. Io ne prendevo atto, anche se viveva a Girona, che non dà l’idea di un posto così trafficato. Non è che fossi troppo favorevole, perché va bene lavorare in posizione, però dopo quando vanno in bici sanno fare le curve? Fra gli australiani è una cosa abbastanza comune. Magari fanno sui rulli il lavoro più impegnativo, poi escono con la bici strada e allungano».

Luke Durbridge, in una foto di tre anni fa, lavorando sui rulli con la bici da crono (foto Instagram)
Luke Durbridge, in una foto di tre anni fa, lavorando sui rulli con la bici da crono (foto Instagram)

Sicurezza e valori certi

Quali siano i lavori che vengono meglio sui rulli è facile da intuire. Si tratta di quelli che richiedono strada libera perché si svolgono ad alta velocità, con la visibilità limitata dal fatto che con la bici da crono si tende spesso a guardare verso il basso.

«Magari si tratta di lavori di alta intensità – dice Pinotti – e non continui. I classici over-under, cioè un minuto in soglia e due minuti sotto. Oppure 40 secondi sotto e 20 secondi sopra. Lavori un po’ strutturati che su strada sono difficili da programmare. Difficilmente si ha la strada libera e senza traffico o rotonde. Per cui c’è sicuramente la componente della sicurezza e un po’ l’esigenza di fare bene il lavoro. Fare per quattro volte 10 minuti consecutivi su strada non è semplice. Magari puoi aggiustarti un po’ andando a cercare qualche pendenza. Ma se qualcuno è un po’ più fissato sui valori, quindi preferisce avere dati privi di variazioni, allora sul rullo li ha proprio esatti. Potrei obiettare che le curve e l’esigenza di frenare le hai anche in gara, ma se è una necessità legata alla sicurezza, allora alzo le mani.

«Sono lavori che si fanno in pianura, mentre con la bicicletta da strada si fanno per la maggior parte in salita, quindi la velocità è più bassa e c’è meno traffico. Se anche vuoi trovare la strada secondaria in pianura, l’imprevisto può sempre saltar fuori. Perché con la bici da crono vai a 50 all’ora e ti trovi quello allo stop che sottovaluta la velocità del ciclista e si immette lo stesso. Basta un attimo e ci scappa l’incidente…».

E’ rischioso circolare a testa bassa su strada, a 50 all’ora, simulando le condizioni di gara
E’ rischioso circolare a testa bassa su strada, a 50 all’ora, simulando le condizioni di gara

Meglio in pista

Servono rulli di nuova generazione, chiaramente. Fare certi lavori con quelli di una volta, che frenavano la gomma posteriore e davano una pedalata a scatti, sarebbe impensabile e poco produttivo.

«I nuovi rulli hanno la pedalata molto simile a quella su strada – spiega Pinotti – ma certo non ti danno l’abitudine a guidare la bici fra gli imprevisti della strada. Non perché uno improvvisamente diventi incapace di fare le curve, ma perché comunque stare in posizione e assorbire le folate di vento, che è l’ostacolo principale, è soprattutto un fatto di esperienza. E poi ci sono l’asfalto irregolare, le buche, gli ostacoli improvvisi. Per questo io preferivo andare a fare i miei lavori in salita oppure nella pista di Dalmine

«E’ una pista abbastanza lunga – fa notare Pinotti – alla fine il vento c’è e c’è anche la sicurezza. E poi comunque piuttosto che stare fermo come sul rullo, ti muovi e hai ventilazione naturale. Poi possono esserci tante variabili. Magari Roglic sta sui rulli anche per stimolare l’adattamento al caldo: ci sono tanti studi in questo senso. Ma se lo scopo è solo fare lavori specifici, allora è bene che ci siano ventilazione e temperatura sufficientemente bassa».

Le brevi progressioni che si fanno nel riscaldamento prima di una crono somigliano ai lavori che si fanno anche a casa
Le brevi progressioni che si fanno nel riscaldamento prima di una crono somigliano ai lavori che si fanno anche a casa

Watt e sudore

L’adagio è ben noto: un’ora sui rulli, vale come un’ora e mezza su strada. E se questo è vero per il semplice girare le gambe, quando si passa sul fronte dei lavori specifici, che sono brevi e di durata controllata, le cose cambiano?

«A livello generale – sorride Pinotti – una differenza c’è. Se io faccio un’ora e mezza di rulli, in termini di consumo in kilojoule è come farne due su strada. In pratica pedalo sempre e la potenza media che ne deriva viene più alta. Invece su strada c’è il momento in cui non pedalo, per cui la potenza media si abbassa. Invece se parliamo di lavoro specifico, non c’è grossa differenza. Parliamo di piccoli intervalli, quindi se sei a casa e pedali in un ambiente adeguatamente ventilato, dovresti riuscire a non sentire tanta differenza».

Il tema della sicurezza per gli alleamenti su strada si amplifica in caso di cronosquadre
Il tema della sicurezza per gli alleamenti su strada si amplifica in caso di cronosquadre

Ottimizzare il tempo

Però ci piace tornare alla frase da cui questo articolo ha avuto inizio, al fatto che se fosse ancora corridore e fosse impossibilitato a usare la pista, anche Pinotti sceglierebbe di fare i suoi lavori sui rulli.

«Ovviamente – sorride – continuerei a preferire la pista. Però la stagione fredda crea delle situazioni che vanno calcolate. Qui dove abito, d’inverno le strade sono ancora meno percorribili, perché nelle vallate fa troppo freddo. Quindi se l’alternativa fosse vestirmi come un palombaro e fare l’impossibile per trovare una strada su cui fare dei lavori, magari finirei col farli sui rulli. Sarebbe il modo migliore per ottimizzare il tempo e risolvere il problema sicurezza.

«In effetti, se non vuoi fare i lavori in salita, perché non sei comodissimo e stando basso non respiri bene, per avvicinarti al modello della gara dovresti fare i lavori in pianura, dato che la maggior parte delle crono ormai sono in pianura. E non è tanto raccomandabile farli su strade con il limite a 50 e doverlo superare con la bici. Ed è peggio quando dobbiamo preparare la cronosquadre. A volte si affittano gli autodromi, ma non sempre si può. Quest’anno ne avevamo una alla Parigi-Nizza. Ho guardato di trovare una strada adatta intorno Parigi, ma invano. Alla fine abbiamo scelto di non far niente e siamo stati bravi lo stesso (la Jayco-AlUla concluse al 3° posto, a 4″ dalla Jumbo-Visma, ndr).

Giovanni Visconti ci porta nel (suo) mondo dei rulli

01.12.2023
4 min
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Giovanni Visconti e il suo modo di vedere ed interpretare il mondo dell’allenamento con i rulli. Il siciliano, professionista dal 2005 al 2022, utilizza un sistema Magneticdays.

A cosa serve uno strumento così fatto e cosa è cambiato nel “mondo dei rulli” fino ad oggi? Un prodotto del genere è da considerare esclusivamente uno strumento per l’allenamento al chiuso, oppure è molto di più? Il training sempre più specifico obbliga a completare l’uscita esterna con una seduta di indoor training?

Visconti con Marco Sbragi di Magneticdays (foto MD)
Visconti con Marco Sbragi di Magneticdays (foto MD)
Cosa significa per te pedalare sui rulli e usare una piattaforma come Magneticdays?

Un sistema come Magneticdays è talmente completo che è quasi riduttivo categorizzarlo come rullo. In generale ti permette di ottimizzare il tempo quando questo è poco, ottenendo il massimo da un lasso di tempo che appunto è ridotto. La qualità dall’allenamento che si ottiene è elevatissima, a tratti anche difficile da replicare all’esterno, se andiamo nello specifico. Tanta, tanta qualità.

Una seduta di specifico eseguita al chiuso può sostituire uno specifico fatto in esterno?

La variabile da considerare non è solo una. Prima di tutto è necessario adeguare il proprio FTP, perché quello che si utilizza outdoor non è lo stesso che si usa al chiuso. Andiamo a stimolare anche una capacità di concentrazione che all’esterno è influenzata da più fattori. A mio parere una seduta specifica che rimane al di sotto dell’ora offre tanta sostanza in fatto di qualità, ma deve essere completata con altre fasi dell’allenamento che si ottengono con l’uscita su strada.

La postazione di allenamento di Visconti (foto Visconti)
La postazione di allenamento di Visconti (foto Visconti)
Al massimo un’ora?

Lo ritengo un lasso di tempo produttivo, oltre i 60 minuti entrano in gioco altri fattori, come ad esempio l’idratazione.

Ci sono dei segreti che permettono di sfruttare il lavoro specifico indoor?

E’ fondamentale capire come sfruttare il prodotto e la situazione. Quando si pedala sui rulli bisogna mettersi in testa che non si può fare fondo come lo si fa in esterno, ma si può stimolare la forza. Si possono fare degli ottimi lavori con i cambi di ritmo ed esplosivi, solo per fare tre esempi.

Visconti e Valverde hanno corso insieme dal 2012 al 2016
Visconti e Valverde hanno corso insieme dal 2012 al 2016
Da pro’ usavi i rulli?

Li usavo quando non c’era altra soluzione, ma è pur vero che la mia carriera di corridore ha attraversato tre generazioni. Agli inizi i rulli si usavano per fare girare le gambe e sistemi come Magneticdays non esistevano. Negli ultimi anni preferivo fare alcuni lavori specifici al chiuso, perché mi rendevo conto che la qualità era più elevata e limitavo anche il rischio di malanni.

Hai mai pensato che avendo da subito uno strumento più completo avresti avuto risultati migliori?

Si ci ho pensato, ma sarebbe stato necessario avere anche la mentalità di oggi con l’approccio moderno. La tecnologia aiuta e se usata nel modo corretto è complice del miglioramento.

Il “rullo” Jarvis, una sorta di cuore del sistema MD (foto MD)
Il “rullo” Jarvis, una sorta di cuore del sistema MD (foto MD)
I sistemi di rulli più evoluti sono utili anche per la autovalutazione?

Certo, assolutamente sì e ti permette di farlo con qualità. Lo anche grazie alle diverse possibilità di lettura dei dati, un sistema come Magneticdays ti fa vedere anche i Newton.

Il ciclismo di oggi può fare a meno dei rulli con i suoi numeri?

Ogni epoca ha le sue. A mio modo di vedere saper sfruttare le piattaforme di indoor training di oggi fa parte dei marginal gains di cui tanto si parla. Oggi il ciclismo è fatto di professionisti che curano il minimo dettaglio, anni addietro si andava molto più a braccio.

I rulli Van Rysel, destinati a cambiare lo smart training

30.11.2023
4 min
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Van Rysel lancia ufficialmente la serie D degli smart trainer interattivi. D100, D500 e D900, ognuno con delle caratteristiche ben precise e prezzi al di sotto della media della categoria.

Cento per cento connessi e interattivi, compatibili con i sistemi iOS e Android, associabili alle piattaforme virtuali più utilizzate, come ad esempio Zwift. Entriamo nel dettaglio.

Un design “comodo”

Mentre il modello D100 ha un design compatto, con l’obiettivo principale di combinare un rapporto ottimale tra qualità e prezzo (restando in una fascia entry level), D500 e D900 puntano ad offrire un pacchetto completo con caratteristiche di altissimo livello. Si parte dal design pensato per ridurre gli ingombri e facile da movimentare in caso di trasporto.

Tutti i rulli hanno il telaio di sostegno in acciaio, stabile e robusto, con i piedini regolabili. Il supporto per la ruota anteriore è incluso. Ovviamente la serie D è predisposta per i perni passanti delle bici con i freni a disco.

I tre modelli Van Rysel D

D100 è da considerare al pari di un rullo entry level, che mutua alcune caratteristiche dagli alto di gamma. Arriva a sostenere una potenza massima di 600 watt, a simulare una inclinazione del 6%, con un margine di errore del 5% in fase di rilevazione. D100 ha le due piantane ripiegabili, in modo da ridurre gli ingombri. Il prezzo di listino è di 250 euro.

D500 adotta il medesimo design e forme dell’alto di gamma D900 e si basa sullo stesso concetto di sviluppo. Arriva a sostenere dei picchi di potenza di 1.500 watt, con un’accuratezza prossima al 2% in fase di rilevazione. Inoltre è in grado di sostenere una simulazione della pendenza fino al 12%. Il prezzo di listino di 450 euro, lo rende davvero interessante ed appetibile.

D900 è uno strumento di lavoro in tutto e per tutto, sviluppato e dedicato a chi usa i rulli per integrare i normali allenamenti eseguiti all’aperto. Arriva a sostenere una potenza di 2.000 watt, un’inclinazione del 20% e ha un’accuratezza prossima al 2%. Il prezzo di listino è una valore aggiunto non da poco: 600 euro. Proprio il prezzo, accessibile a molti, permette a diverse tipologie di utenza di entrare in una categoria di strumenti che fino a poco tempo a dietro era riservata ad una nicchia di utilizzatori.

Prezzo contenuto e caratteristiche tecniche di altissimo livello, con un prezzo accessibile a tutti

OneLap e Zwift, prova gratuita

Acquistando uno smart trainer Van Rysel, è incluso un mese di utilizzo di Zwift e tre mesi della piattaforma OneLap, che fa parte del portfolio Van Rysel. L’azienda che è parte integrante di Decathlon, ma ha un’identità ben precisa, cambia le carte in tavola in modo radicale, puntando sulla qualità, su caratteristiche tecniche di caratura elevata, ma con prezzi contenuti. Proprio quest’ultimo fattore, non secondario e per nulla banale, apre la categoria degli smart trainer di alto livello ad un’ampia schiera di utilizzatori.

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