SPORTLER, grande successo la social ride con Nibali

20.07.2023
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Negli ultimi anni SPORTLER è sempre più un riferimento per gli appassionati di ciclismo. Tutto ciò anche grazie all’apertura di ben due bike store rispettivamente a Bolzano e Peschiera del Garda. Proprio lo store di Bolzano lo scorso 30 giugno è stato al centro di una social ride organizzata in collaborazione con Q36.5, ma soprattutto con Vincenzo Nibali, che da quest’anno ricopre il ruolo di consulente tecnico del brand che proprio a Bolzano ha la sua sede.

A raccontarci qualcosa di più su una giornata che si è rivelata un vero successo è Luca Gransinigh, Project Manager HR e Marketing di SPORTLER, che insieme alla collega Arianna Calovi, Brand Manager dell’azienda, ha curato l’organizzazione dell’evento.

L’evento di SPORTLER è stato un momento per pedalare assieme a Vincenzo Nibali
L’evento di SPORTLER è stato un momento per pedalare assieme a Vincenzo Nibali
Come è nata l’idea di organizzare una social ride con Nibali e Q36.5?

L’iniziativa nasce dal nostro crescente desiderio di interagire con i marchi con i quali lavoriamo e nel contempo accrescere la community attiva attorno ai nostri bike store di Peschiera del Garda e Bolzano. Il fatto che Q36.5 abbia la propria sede a Bolzano ha reso tutto più facile e naturale.

Come era impostata la social ride?

Per prima cosa è importante sottolineare che si è trattato di un evento diverso dalle community ride che dallo scorso anno abbiamo iniziato ad organizzare presso i nostri store. Questa tipologia di evento non prevede normalmente il numero chiuso. La social ride con Nibali era invece… chiusa. Hanno potuto partecipare solo 20 persone che si sono “prenotate” attraverso l’app SPORTLER. L’aver previsto un numero chiuso ci ha permesso di garantire a tutti i partecipanti il massimo della sicurezza nel corso della pedalata con Nibali, ma soprattutto la possibilità di poter vivere momenti “unici” con lui.

Entrando nel dettaglio, come si è svolta la giornata?

Ci siamo ritrovati alle 9 al nostro bike store di Bolzano e da lì verso le 9,30 siamo partiti per una pedalata di circa 45 chilometri. Con noi ha pedalato anche Luigi Bergamo, CEO di Q36.5, e alcuni suoi collaboratori, a conferma di come l’azienda credeva molto all’iniziativa organizzata insieme a noi di SPORTLER.

Al ritorno in sede a Bolzano abbiamo previsto un rinfresco e un momento di incontro aperto a tutti per consentire ai fans di Nibali di incontrare il loro campione. E’ stata l’occasione per ripercorrere con lui la sua carriera, parlare del suo nuovo ruolo in Q36.5 e nel team legato al brand. Lo stesso Nibali ha poi presentato in anteprima la nuova collezione Nibali Shark che Q36.5 gli ha dedicato e che da fine giugno è disponibile nei nostri bike store.

La social ride è stata l’occasione per presentare la collezione Nibali Shark firmata Q36.5
La social ride è stata l’occasione per presentare la collezione Nibali Shark firmata Q36.5
Siete rimasti soddisfatti di come è andata nel suo complesso la social ride?

Direi molto soddisfatti. Anche in Q36.5 sono rimasti molto contenti tanto che ci vogliono coinvolgere in una loro nuova iniziativa legata alla loro sede di Bolzano. Per noi di SPORTLER è stata la conferma di quanto sia importante lavorare al rafforzamento della community che gravita attorno ai nostri store. Dallo scorso anno abbiamo anche rilanciato gli SPORTLER Team, molto attivi fino a qualche anno fa nel ciclismo e nel podismo.

Di cosa stiamo parlando esattamente?

Si tratta di team formati dai nostri clienti che vogliono partecipare alle gare sotto l’insegna di SPORTLER, indossando la nostra divisa. Fino ad oggi avevano due “anime”, una ciclistica e una podistica. Per ognuno dei due team era prevista rispettivamente l’affiliazione alla FCI e alla FIDAL. Stiamo già lavorando ad aprirci ad altre discipline sportive come sci nordico, alpinismo e arrampicata. Il nostro obiettivo è quello di promuovere fra le persone la voglia di fare sport e nello stesso tempo il senso di appartenenza che si può avere nel riconoscersi in un brand come SPORTLER.

SPORTLER

Q36.5 Nibali Shark, la collezione dello Squalo

20.06.2023
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Q36.5 introduce sul mercato la nuova collezione Nibali Shark, in edizione limitata e firmata da Vincenzo Nibali. Una celebrazione della collaborazione tra l’ex corridore professionista e il brand bolzanino. La capsule collection si avvale di tutti i progressi tecnologici del marchio italiano nello sviluppo dei materiali e del design per spingere gli atleti ad inseguire i propri obiettivi. L’outfit completo si compone di pantaloncini, maglia, guanti, calze e cappellino.

Luigi Bergamo, CEO di Q36.5 e presidente del Q36.5 Pro Cycling Team, sulla collaborazione con Nibali ha detto: «Quest’anno abbiamo rafforzato la nostra collaborazione con Vincenzo, che è stato un’importante aggiunta al nostro team di sviluppo e test. Gli abbiamo, quindi, chiesto di selezionare alcuni dei suoi pezzi preferiti dalla nostra collezione per sviluppare una capsule collection con un design grafico unico ispirato al suo soprannome, “lo Squalo”. Siamo molto orgogliosi del risultato e tutti i ciclisti potranno percepire la sua influenza in ogni pedalata».

Maglia R2

La maglia R2 utilizza materiali avanzati e un taglio ergonomico per garantire efficienza aerodinamica e un’eccezionale traspirabilità. Il tessuto a maglia tridimensionale crea una struttura quasi impercettibile che migliora la traspirazione e il trasferimento dell’umidità. Leggero e morbido sulla pelle, il materiale a nido d’ape utilizzato per i pannelli posteriori favorisce un effetto push-pull per evitare l’accumulo di umidità, spostando il sudore verso lo strato esterno del tessuto, dove può evaporare rapidamente.

Grazie alla tecnologia Q36.5 di mappatura del corpo, la maglia R2 Nibali Shark si adatta perfettamente alla forma del busto, risultando così più aerodinamica. Le parti sulle braccia e sulle spalle sono tagliate per garantire che il tessuto non si sollevi in presenza di vento. Anche la struttura a coste utilizzata per la parte delle maniche segue la curvatura del braccio per migliorare le proprietà aerodinamiche. Il prezzo della maglia consultabile sul sito è di 130 euro.

Pantaloncino Gregarius

Progettati specificamente per essere abbinati alla maglia Q36.5 Shark R2. I pantaloncini Gregarius Nibali Shark sono un prodotto di alto livello, che offre il massimo comfort e permette di mantenere alte le prestazioni in qualsiasi uscita in bicicletta, per spingersi oltre i propri limiti.

Utilizzando come base la salopette Gregarius di Q36.5, i pantaloncini Gregarius Nibali Shark presentano una costruzione che utilizza un taglio preformato con cuciture minime e pannelli strategicamente posizionati per sostenere i muscoli durante la pedalata. Realizzata con tessuti riciclati al 100%, la salopette è tagliata al laser per garantire una vestibilità slim ed ergonomica. 

Il fondello utilizza una nuova costruzione tridimensionale Super Moulded Anatomic, che segue meglio l’anatomia del corpo umano e offre ottima protezione del corpo del ciclista e un maggiore comfort durante la corsa. L’imbottitura in schiuma è stata calibrata secondo lo schema di densità e spessori variabili nelle zone perineale, ischiatica, genitale e dei glutei. La parte finale del pantaloncino sulla gamba è stata rifinita con un materiale proprietario e tagliata per eliminare i punti di pressione sulla coscia. Il prezzo consultabile sul sito è di 180 euro.

Gli accessori completano l’outfit del ciclista con dettagli e finiture premium
Gli accessori completano l’outfit del ciclista con dettagli e finiture premium

Accessori Nibali Shark

A unire e completare la capsule collection firmata da Vicenzo Nibali ci sono gli accessori irrinunciabili per ogni ciclista. Si parte con i guanti estivi Q36.5 Unique Nibali Shark che offrono un livello altissimo di comfort e di protezione grazie al palmo tridimensionale, senza cuciture ed elastico, powered by Elastic Interface. L’elasticità e la forma anatomica rendono il palmo altamente adattabile alla mano, mentre l’assenza di cuciture migliora sensibilmente la presa sul manubrio ed elimina i punti di eccessiva pressione. Il prezzo consultabile sul sito è di 65 euro.

SI continua con le calze da ciclismo Ultra Nibali Shark che utilizzano un materiale super sottile e moderatamente compressivo ideale per la stagione estiva. Progettate per migliorare la sensazione di pedalata, e trasferire tutta la potenza espressa.  Si tratta di una calza senza cuciture con un nuovo sistema di costruzione a pannelli strategici in rete per la traspirazione e tre zone di imbottitura a coste. Prezzo consultabile sul sito di 20 euro. 

Infine, il cappellino estivo Nibali Shark che riprende il tipico berretto da ciclismo in cotone utilizzando poliestere lavorato a maglia leggera e inserti in rete per rendere il prodotto tanto funzionale quanto tradizionale. Completato dalla grafica della capsule collection, può essere indossato da solo o abbinato agli altri articoli della collezione. Prezzo consultabile sul sito di 30 euro.

Q36.5

Anche quest’anno, Q36.5 vestirà il Tour de Suisse

06.06.2023
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Mancano davvero pochi giorni alla partenza del Tour de Suisse. La corsa a tappa elvetica, giunta alla sua edizione numero 86, scatterà domenica prossima 11 giugno da Einsiedeln per concludersi, sempre di domenica, il 18 giugno, nei pressi di San Gallo. Ad aprire e chiudere l’edizione 2023 del Tour de Suisse saranno due prove a cronometro e per il secondo anno consecutivo a vestire i leader delle varie classifiche individuali sarà Q36.5.

La presentazione delle divise del Tour de Suisse è avvenuta all’interno del flagship store di Zurigo
La presentazione delle divise del Tour de Suisse è avvenuta all’interno del flagship store di Zurigo

A casa di Q36.5

La presentazione delle maglie ufficiali della corsa a tappe elvetica si è tenuta lo scorso 25 maggio presso il flagship store Q36.5 di Zurigo, in quella che può essere considerata una seconda casa per il brand italiano dalla forte matrice svizzera.

Ricordiamo che anche quest’anno il Tour de Suisse mette in palio le seguenti maglie: gialla per il leader della classifica generale, nera per il migliore sprinter, rossa per il leader dei gran premi della montagna e bianca per il miglior giovane.  

Il top di Q36.5

La maglia realizzata per i leader delle varie classifiche si basa sul modello R2, un punto di forza della collezione Q36.5. Il capo è stato accuratamente progettato applicando i principi di mappatura corporea per garantire termoregolazione ed aerodinamicità al massimo livello. La maglia è realizzata con diversi tessuti proprietari posizionati in modo strategico per offrire le massime prestazioni. Altamente traspirante, questa maglia si contraddistingue per altri piccoli dettagli che garantiscono massimo comfort ed aerodinamicità: giromanica con taglio al vivo e sistema di tasche invisibili.

La maglia è stata realizzata con il 70% di materiali riciclati ed è stata disegnata per garantire un fitting confortevole ed efficace. Per evitare pieghe ed arricciature all’altezza del collo, sono stati utilizzati degli inserti collocati in posizione strategica.

Q36.5 ha affiancato Vincenzo Nibali durante la Cape Epic (foto Q36.5)
Q36.5 ha affiancato Vincenzo Nibali durante la Cape Epic (foto Q36.5)

Una grande opportunità

Come già anticipato, Q36.5 ha un forte legame con la Svizzera. Sabrina Emmasi, co-fondatrice con il marito Luigi Bergamo, è di nazionalità svizzera e in passato ha rappresentato il suo Paese in diversi appuntamenti ciclistici a livello internazionale. La rinnovata collaborazione con il Tour de Suisse rappresenta per il brand italiano una grande opportunità per farsi conoscere ancora di più.

«La partnership con il Tour de Suisse – dichiarano dall’azienda – è un’ottima piattaforma per Q36.5 per aumentare ulteriormente la consapevolezza del marchio e del suo valore tecnologico in Svizzera, ma non solo. Grazie a questa collaborazione, possiamo attirare nuovi potenziali clienti che prima non conoscevano il marchio, o la nostra squadra Q36.5 Pro Cycling Team e il flagship store di Zurigo. Vogliamo offrire ai nostri clienti un’esperienza eccezionale e un servizio eccellente nel nostro negozio svizzero, sito in Bärengasse 10, in modo che un numero ancora maggiore di persone possa beneficiare dei nostri prodotti innovativi e spingersi verso i propri limiti, e oltre, quando va in bicicletta». 

Dalla stagione 2023 è nato il Q36.5 Pro Cycling Team
Dalla stagione 2023 è nato il Q36.5 Pro Cycling Team

Al centro l’ambiente

Uno dei temi che accumunano fra loro Q36.5 e il Tour de Suisse è rappresentato dalla cura dell’ambiente. Q36.5 sviluppa tessuti il cui processo di produzione rispetta e protegge l’ambiente. Per questo motivo, tutti i capi sono privi di PFC. L’impegno nel produrre solo localmente fa parte dell’etica di lavoro dell’azienda. Infatti, la produzione avviene nel raggio di 350 km dalla sede centrale di Q36.5 a Bolzano e tutti i tessuti ed i componenti utilizzati sono italiani. 

Mario Klaus, responsabile della sostenibilità del Tour de Suisse, ha espresso con queste parole il suo pensiero su questo tema.

«Vogliamo dimezzare le nostre emissioni di CO2 entro il 2027 (ha affermato, ndr). Nei prossimi anni, verrà affrontata sempre più l’argomento della neutralità delle emissioni di carbonio. Il brand Q36.5, con i suoi processi produttivi sostenibili, ci supporta in questo sforzo». 

Ricordiamo che le maglie replica del Tour de Suisse sono disponibili in store selezionati ed online sul sito ufficiale dell’azienda. 

Q36.5 sarà protagonista sulle strade svizzere non solo come partner tecnico del Tour de Suisse ma anche con il proprio team. Stiamo parlando del Q36.5 Pro Cycling Team che quest’anno ha fatto il suo debutto nella categoria professional.

Q36.5

Q36.5 vestirà la svizzera Ryf nel triathlon

29.05.2023
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Q36.5 procede nel suo inarrestabile percorso di affermazione nel mondo del ciclismo. Da una parte abbiamo il team professional che sta ben figurando alla sua prima stagione nel mondo dei professionisti. Dall’altra prodotti sempre più innovativi destinati a soddisfare le richieste di sportivi sempre esigenti. Ora l’azienda bolzanina ha deciso affacciarsi anche nel mondo del triathlon affiancando la forte campionessa svizzera Daniela Ryf.

Q36.5 ha deciso di affacciarsi anche nel mondo del triathlon, affiancando la campionessa svizzera Daniela Ryf.
Q36.5 ha deciso di affacciarsi anche nel mondo del triathlon, affiancando la campionessa svizzera Daniela Ryf.

Un palmares eccezionale

Per quanti ancora non la conoscono, è bene ricordare che Ryf ha saputo conquistare per ben quattro volte il campionato mondiale Ironman alle Hawaii. In carriera ha vinto in totale dodici titoli mondiali ed è considerata un’icona di spirito combattivo, serietà, passione e determinazione. In ben due occasione è stata inoltre nominata “sportiva svizzera dell’anno”.

Nell’ambito della nuova collaborazione con Q36.5, Daniela Ryf parteciperà alle prossime gare indossando il nuovo Body Triathlon del marchio bolzanino. 

Uno dei prodotti che andrà ad utilizzare sono le Unique Road Shoes
Uno dei prodotti che andrà ad utilizzare sono le Unique Road Shoes

Più di una ambassador

Nelle intenzione di Q36.5, Ryf non dovrà rivestire solamente il ruolo di ambassador del brand. Dovrà infatti contribuire con i propri feedback allo sviluppo di nuovi prodotti. A confermarlo è lo stesso Luigi Bergamo, CEO di Q36.5.

«E’ molto stimolante lavorare con i triatleti – ha dichiarato – perché sono orientati alla performance e prestano attenzione a molti dettagli importanti e a ciò che può essere migliorato. Vediamo la collaborazione come un’eccellente opportunità per testare il nostro abbigliamento e renderlo ancora più innovativo. Il dialogo settimanale con Daniela Ryf è molto importante per noi. Insieme testiamo gli indumenti e i materiali funzionali direttamente in galleria del vento. In questo modo, possiamo rendere la nostra collezione triathlon ancora più performante».

La Ryf potrà contare sulla qualità e la tecnica dei prodotti triathlon di Q36.5
La Ryf potrà contare sulla qualità e la tecnica dei prodotti triathlon di Q36.5

Non solo body

Il Body Triathlon di Q36.5 si caratterizza per la sua vestibilità e la qualità del tessuto scelto per realizzarlo. Il duplice obiettivo che è stato ottenuto è quello di ottimizzare l’aerodinamica e favorire la regolazione del calore. Grazie alla funzionalità del nuovo body, la Ryf ha potuto continuare ad allenarsi anche a temperature inferiori allo zero. 

Queste le sue prime parole dopo aver indossato il nuovo body: «La funzionalità dell’abbigliamento è impressionante: regola la temperatura per non surriscaldarsi in salita e protegge perfettamente il corpo dal vento e dal freddo in discesa”». 

Oltre al body, Q36.5 ha pensato anche alle scarpe. Daniela Ryf si allena e gareggia con il modello Unique. «Le scarpe Unique – ha commentato – sono facili da indossare e garantiscono una tenuta comoda e sicura del piede senza causare punti di pressione o intorpidimenti».

Parlando più in generale della sua collaborazione con Q36.5, la forte triatleta svizzera si è espressa in questo modo: «Sono molto entusiasta di collaborare con Q36.5. La loro attenzione ai materiali e all’innovazione tecnologica applicata all’equipaggiamento da ciclismo e triathlon è straordinaria. Indossare Q36.5 farà davvero la differenza quando si tratterà di stabilire un nuovo record mondiale. Sono certa che i prodotti e il know-how scientifico di Q36.5 mi aiuteranno in modo ottimale a superare i miei limiti». 

L’obiettivo stagionale per la Ryf sarà la conquista del quinto titolo mondiale IronMan
L’obiettivo stagionale per la Ryf sarà la conquista del quinto titolo mondiale IronMan

Calendario definito

La stagione 2023 della Ryf prevede molti appuntamenti già messi in agenda. La svizzera ha però puntato la sua attenzione in particolare su due obiettivi. Dopo aver vinto l’edizione di Kona già quattro volte, gareggerà per inseguire la sua quinta vittoria IronMan ai campionati del mondo previsti a ottobre. Il secondo grande obiettivo sarà quello di battere il record mondiale sulla lunga distanza, attualmente fissato a 8h18’13”.

Il nuovo Body Triathlon e le scarpe Unique sono disponibili online sul sito www.q36-5.com e nei migliori negozi di ciclismo. 

Q36.5

Q36.5 Grid Skin, una rivoluzione tessile in termini di protezione

31.03.2023
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I millimetri di tessuto che separano il ciclista dall’asfalto sono l’unica barriera su cui può fare affidamento. Q36.5 ha colto questo aspetto, che è sotto gli occhi di tutti, e ha deciso di progettare una soluzione che si inserisse in questo prezioso spazio. Ecco la tecnologia Grid Skin, uno strato protettivo in grado di salvaguardare la pelle dalle abrasioni in caso di un contatto con il suolo.

Integrato nei pantaloncini Gregarius e nella maglia Pinstripe, tale inserto permette di escludere alcune variabili delle dinamiche che si possono generare a seguito di una caduta. L’intento alla base di ogni capo che dispone di Grid Skin è quello di mitigare le conseguenze di una scivolata ad alta velocità. L’abbiamo toccata con mano a ottobre quando questa tecnologia era ancora custodita dentro le mura dell’azienda bolzanina.

La tecnologia

Una trama che al tatto risulta leggera come una piuma, ma dalle proprietà ingegneristiche che possono cambiare le sorti di una caduta. Si parla di abrasioni, è chiaro, nulla di paragonabile ad una protezione anti-shock o salvavita come quella di un casco. Viene da pensare però: perché non rinunciare ad una fastidiosa escoriazione o ad una ferita superficiale che non ci fa dormire la notte? Assodato il concetto, scopriamo questa tecnologia. 

Una stampa 4D di nuova concezione che integra uno strato protettivo in grado di salvaguardare la pelle dalle abrasioni in caso di un incidente imprevisto. Le proprietà della matrice Grid Skin (GRDXKN®) sono state testate con successo in simulazioni di crash fino a 100 km/h ed hanno dimostrato una resistenza all’abrasione 5 volte superiore a quella di un tessuto non trattato. Tra i pregi sono state riscontrate anche proprietà ammortizzanti e dissipazione della forza d’urto. 

Più per meno

Il compromesso sono 10 grammi in più di peso. Un test di impatto ha dimostrato che le proprietà di ammortizzazione sono migliorate di oltre il 50% rispetto a un capo non trattato. Il tessuto rinforzato crea uno strato ammortizzante altamente resistente all’abrasione, che ritarda notevolmente la distruzione del tessuto superiore, distribuisce la forza esercitata dalla caduta e assorbe l’energia, proteggendo così in modo significativo la pelle dietro di esso. 

Senza rinunciare alle proprietà che riguardano la flessibilità e la traspirazione, tratto distintivo irrinunciabile di Q36.5. Infatti questo strato integrativo favorisce la ventilazione offrendo il massimo comfort, con un livello di protezione e sicurezza nettamente superiori. 

Pantaloncini Grid Skin

I Grid Skin Bib Short sono stati sviluppati per proteggere il ciclista e la pelle dai danni durante i momenti meno fortunati di un’uscita o corsa che sia. I tessuti pregiati utilizzati sono rinforzati e imbottiti pur rimanendo particolarmente leggeri e flessibili. Questo sistema integrativo favorisce la ventilazione posteriore delle aree stampate, offrendo il massimo comfort con un livello di protezione e sicurezza significativamente più elevato.

Il taglio vivo a fondo gamba aumenta il livello di comfort grazie alla rifinitura intelligente che evita l’uso del silicone. Il pannello di supporto lombare, realizzato in tessuto elasticizzato ad alta densità arricchito con filo d’argento, migliora attivamente la stabilità e l’allineamento del corpo durante la pedalata.Il fondello Elastic Interface utilizza una nuova costruzione tridimensionale SuperMoulded-Anatomic che segue al meglio l’anatomia del corpo umano e offre un maggiore comfort durante la corsa. 

Disponibile anche il Grid Skin Bib Short donna disegnato su misura per le esigenze femminili. Così come il fondello Fusion Lady Chamois. Il tutto rigorosamente protetto dagli inserti Grid Skin sui lati delle cosce per lui e per lei. I capi sono ecosostenibili poiché sono realizzati con materiali riciclati al 100%.

Maglia Grid Skin

La Grid Skin Jersey è sicura, leggera e traspirante. Il tessuto Pinstripe PRO allontana l’umidità dalla pelle il 50% più velocemente rispetto a qualsiasi altro poliestere, aiutando a rimanere freschi anche in condizioni di caldo e umidità. Anche la traspirabilità migliora fino al 10% grazie all’uso fili extra sottili nella tessitura, aiutando efficacemente a rimanere più freschi grazie alla rapida asciugatura. Il trattamento idrofilo HeiQ Smart Temp aiuta a proteggere il materiale quando si viene sorpresi da un improvviso temporale estivo.

Il Grid Skin in questo contesto offre anche un vantaggio aerodinamico grazie alla trama frontale del tessuto ruvido e alla parte anteriore senza cuciture. La posizione ergonomica preformata aumenta l’efficienza aerodinamica, così come il sistema di tasche invisibili firmato Q36.5. Le maniche tagliate al laser e la cerniera frontale scorrevole completano il pacchetto, rendendo la maglia a maniche corte Grid Skin un concentrato di performance e versatilità.

Disponibile anche in versione da donna il modello condivide tutte le proprietà della versione maschile. Per entrambe le versioni l’implementazione della trama protettiva è situata nella parte alta del capo a protezione di braccia e spalle. 

Q36.5

Pirazzoli analizza l’esperienza di Nibali alla Cape Epic

29.03.2023
6 min
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Ricordate? Dopo l’esperienza di Vincenzo Nibali alla Capoliveri Legend dello scorso autunno, avevamo chiesto a Mirko Pirazzoli, vera colonna portante della mtb italiana, come aveva visto lo Squalo in versione biker. Il “Piraz” aveva seguito la gara da dentro con una e-bike e aveva avuto modo di giudicare dal vivo il siciliano.

Non solo, ma sempre Pirazzoli disse che se Nibali si fosse cimentato nella Cape Epic sarebbe potuto entrare nei primi venti.

Adesso la Cape Epic lo Squalo l’ha fatta. E l’ha chiusa al 13° posto. L’ha fatta in compagnia di un altro asso della mtb italiana, Samuele Porro, pluritricolore marathon.

Mirko Pirazzoli (classe 1974) è stato un grande della Mtb italiana. Oggi dirige la sua Piraz Coaching Academy (foto Instagram)
Mirko Pirazzoli (classe 1974) è stato un grande della Mtb italiana. Oggi dirige la sua Piraz Coaching Academy (foto Instagram)
Mirko, avevi ragione. Nibali poteva fare bene alla Cape Epic…

Mi fa piacere che siamo ancora qui, perché vuol dire che le mie indicazioni erano corrette! Scherzi a parte, è stata una bella avventura da seguire anche se da lontano. Quando avevo pronosticato un piazzamento tra i 10 e i 20, avevo fatto i conti senza l’oste volutamente. Infatti non potevo basarmi sul compagno che avrebbe avuto Vincenzo in Sud Africa. Si pensava a Ivan Santaromita, che conosco come ex professionista su strada, ma non lo avevo mai visto in mtb e così mi sono un po’ buttato. Con Samuele Porro invece è stata tutt’altra cosa.

L’esperienza di Porro ha inciso molto?

Nibali si è ritrovato un compagno di percorso che probabilmente è stato determinante. E lui stesso l’ha detto. Samuele ha inciso eccome. Certe corse vanno oltre l’aspetto della condizione atletica, conta molto anche chi il percorso lo conosce ed ha esperienza. Il peso di un Samuele, uno staff (anch’esso esperto) che si sono messi a disposizione sono stati fondamentali

Eppure Nibali di corse a tappe se ne intende…

Io non non avevo grossi dubbi sulla sua condizione atletica e certe dinamiche che s’innescano in una stage race, ma in mtb è tutto diverso. Ci sono molte più variabili, più imprevisti rispetto alla strada. Senza contare che uno come lui essendo in un ambiente diverso ha consumato molta più energia. E infatti Vincenzo stesso ha detto: «Il mio problema è la fluidità di guida».

Spesso, nei tratti più tecnici era Porro a disegnare le traiettorie, com’era normale che fosse del resto (foto Q36.5)
Spesso, nei tratti più tecnici era Porro a disegnare le traiettorie, com’era normale che fosse del resto (foto Q36.5)
E’ chiaro, a certi ritmi, specialmente quando si è stanchi, lui spreca molte più energie nervose…

Un’analisi semplice, chiara, obiettiva. Ed è la chiave di lettura di un campione. «Sono più bravi a guidare, fanno meno fatica e quindi si… riposano di più». E non è poco. Una prova come la Cape Epic vuol dire qualcosa come 30 ore di gara in una settimana. E 30 ore di gara equivalgono a 15 gare di due ore ciascuna.

L’imprevisto è dietro l’angolo e anche piccoli dettagli alla lunga si pagano…

Esatto. Provate a pensare 15 gare senza avere un problema, una scivolata, una foratura, una crisi di fame, un errore, un imprevisto… E infatti gli atleti che vincono laggiù sono abituati a fare ore e ore di gara senza errori. Portando l’imprevisto quasi a zero. E questo Nibali l’ha capito. Nella tappa più dura Lakata (ex iridato, ma ben oltre i 40 anni, ndr) è arrivato terzo. In più c’è da considerare una cosa.

Quale?

Con il meteo sono stati sfortunatissimi. Si è trattato della Cape Epic più bagnata della storia credo. Senza pioggia, a mio parere, Nibali e Porro sarebbero arrivati nei primi cinque.

Reggisella telescopico, gomme Pirelli Scorpion Xc, doppia borraccia sulla Scott di Nibali (foto Q36.5)
Reggisella telescopico, gomme Pirelli Scorpion Xc, doppia borraccia sulla Scott di Nibali (foto Q36.5)
Non è un po’ troppo, Mirko?

Vincenzo è scivolato una volta, ma perché? Perché era stanco, a ruota, nel fango, con poca visibilità, perché c’erano condizioni estreme. In una gara asciutta avrebbe seguito Porro molto più tranquillamente. Anche perché la distanza non lo spaventava mica. Anzi, nei tratti aperti da pedalare Vincenzo tirava forte. Io poi immagino una cosa.

Che cosa?

Che molle gli scattino in testa. Aspettiamo un mesetto che gli venga il “mal d’Africa” e poi deciderà se tornare o meno. Per me, al netto dei suoi impegni con la Q36.5 e gli altri che può avere un personaggio come lui, Vincenzo può davvero puntare in alto, anche al podio.

E cosa dovrebbe fare?

Chiudere il gap tecnico: Vincenzo ha capito che la grossa differenza è nella guida. Lo ha detto anche al termine di una tappa, era quasi sconsolato, o forse solo molto stanco. Ma per questo già mi ha confidado che ha individuato una pump track vicino casa e mi ha detto: «Ci passerò qualche oretta». Capite che approccio! 

Lo Squalo sa che deve affinare la guida, ma la strada è quella giusta (foto Q36.5)
Lo Squalo sa che deve affinare la guida, ma la strada è quella giusta (foto Q36.5)
Invece, Mirko, a livello tecnico, di setup come ti è sembrato?

Buono. Partendo da quanto visto a Capoliveri, ha ottimizzato il tutto. Chiaramente ha cambiato sponsor tecnico e si è ritrovato in ambienti dove c’è grande competenza. Una struttura dove ti sanno mettere in bici. La sua bici sicuramente era sopra gli 11 chili. Per me il peso giusto per una competizione come la Cape Epic. Un po’ di peso in più lo devi portare: qualche attrezzo, coperture più robuste, il telescopico… E in tal senso, come dissi per la Capoliveri Legend, la sua forza è l’apertura mentale: «Fatemi capire cosa serve e quello che serve, io lo porto con me». E vi assicuro che molti biker pro’ non sono così ricettivi.

Alla fine se non sbagliamo gli Specialized e gli Scott sono stati gli unici team ufficiali che non hanno avuto nemmeno una foratura…

E infatti non usano gomme standard,.ma anche loro non hanno avuto neanche una noia tecnica. Nino Schurter addirittura le gomme se le è fatte fare apposta. E gli Specialized usano dei Renegade Grid la cui carcassa è dedicata alle e-bike. Nonostante ciò c’è chi, anche al vertice, ha fatto delle scelte tecniche, a mio avviso, sbagliate.

Quali?

Per esempio i due della Speed Company-Orbea sono incappati in due scivolate con l’anteriore che perde grip, una in sovrasterzo e una in sottosterzo. Due scivolate dovute alla scelta di utilizzare un telaio piccolo che porta ad avere un attacco più lungo, un reggisella più arretrato e di conseguenza ad avere un alleggerimento dello sterzo e quindi a perdere l’anteriore.

Nibali promosso?

Assolutamente, ha preso consapevolezza. Ha capito la necessità di migliorare nella guida e l’importanza dello staff tecnico al seguito. Ho trovato molto intelligente andare a fare l’Andalucia Bike Race prima della Cape Epic. E’ stato bravo, anche perché quest’inverno l’ho seguito e vedevo che faceva tante cose, aveva tanti impegni al di là della mountain bike. In generale me lo vedo sbucare in una qualche gara. Ci arriverà lui quasi “in penombra”…. E poi dovranno inseguirlo!

Q36.5 alla Cape Epic: 7 giorni di test e fatica con Nibali

28.03.2023
6 min
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Il lancio più efficace per la salopette Q36.5 Dottore Clima Bib Shorts l’ha fatto Vincenzo Nibali dal Sudafrica. Impegnato fino a domenica scorsa alla Absa Cape Epic in compagnia di Samuele Porro, lo Squalo dello Stretto ha scritto un post in cui ha raccontato l’abbigliamento utilizzato. E dato che Nibali è uomo immagine di Q36.5, la descrizione riguardava anche i pantaloncini Dottore Clima Bib Shorts.

«In questi giorni – scrive Nibali – molti di voi mi avete chiesto informazioni sul mio abbigliamento. Ho scelto @Q36_5 Dottore Clima Bib Shorts perché hanno il giusto livello di compressione di cui ho bisogno durante una gara dura come questa. Il Silver Yarn nelle pettorine mantiene stabile la mia temperatura corporea, anche durante le tappe lunghe e calde come è stata oggi. I guanti lunghi estivi sono performanti perché si asciugano molto velocemente, non pesano quasi nulla e la protezione extra sulla punta delle dita assicura che le mie mani siano protette, anche durante una caduta. Potenza Made in Italy».

Nibali avrebbe dovuto correre la Absa Cape Epic con Ivan Santaromita, poi un infortunio lo ha costretto a puntare su Porro, che ha messo sul piatto la sua grande esperienza.

Pannellatura differenziata

E Nibali ha detto il giusto, sperimentando sulle sue gambe le caratteristiche dei capi che ha impiegato sicuramente in condizioni estreme. I Dottore Clima sono confezionati infatti con un nuovo tessuto ad alta densità che grazie alla sua particolare composizione favorisce la compressione graduale, stimolando di riflesso il flusso sanguigno. Nella trama del tessuto, infatti, sono inseriti dei fili di argento, che vantano proprietà antibatteriche e antistatiche, riducono l’effetto all’elettrosmog (termine che accomuna i campi elettrici e magnetici generati da dispositivi tecnologici) e riducono come conseguenza l’affaticamento muscolare.

A queste proprietà si somma il disegno che l’azienda di Bolzano definisce ergogenico, ossia generatore di forze. Il tessuto infatti è tagliato in modo da ridurre al minimo il numero delle cuciture e collocare i pannelli, ciascuno con le sue proprietà, affinché offrano il massimo supporto a ogni distretto muscolare durante la pedalata.

Nella zona anteriore è stato inserito un tessuto ultraleggero, realizzato con uno speciale filato che favorisce la dispersione del calore affinché l’area addominale rimanga fresca e asciutta. Anche in questo caso, le cuciture sono state ridotte al minimo per eliminare ogni possibile punto di pressione e aumentare di conseguenza il comfort dell’atleta.

Per Nibali un impegno atletico fuori dalle solite abitudini, per gambe e tronco (foto Q36.5)
Per Nibali un impegno atletico fuori dalle solite abitudini, per gambe e tronco (foto Q36.5)

Soprasella e termoregolazione

Interessanti sono anche il disegno e la conseguente confezione del pannello soprassella, confezionato in tessuto Dyneema, che favorisce la termoregolazione. Eliminata la cucitura centrale, si riducono le pressioni e il conseguente disagio. Il questo modo il contatto fra sella e fondello risulta omogeneo e ottimale qualunque sia il modello della sella impiegata.

Il fondello ha forma tridimensionale SuperMoulded-Anatomic. Essa asseconda l’anatomia del corpo umano e punta decisamente al massimo comfort durante la pedalata. L’imbottitura è realizzata in schiuma, la cui densità varia a seconda della zona anatomica con cui è in contatto, che sia la zona perineale, ischiatica, genitale oppure i glutei.

Le bretelle hanno design tubolare e traspirante. Il giro gamba è realizzato con taglio al vivo, che grazie al tessuto grippante permette al pantaloncino di non scorrere sulla gamba, anche senza ricorrere all’uso del silicone. Per completare il quadro, il tessuto è sottoposto a un trattamento idrorepellente caratterizzato dalla sigla DWR (Durable Water Resistant) per impedire che gli schizzi d’acqua provenienti dalla strada o una pioggia leggera infastidisca l’atleta.

Dai 18 gradi a salire

La salopette Dottore Clima Bib Shorts è prodotta in 7 taglie: dalla XS alla XXXS, nelle due colorazione Navy e Black. Il peso del capo in taglia M è di 150 grammi e per la tecnologia con cui è prodotto, la sua temperatura di utilizzo è dai 18 gradi a salire. Andando più nello specifico, la composizione dei tessuti è al 59 per cento in Poliammide 6.6, al 36 per cento di Elastan, al 4 per cento di Polietilene Dyneema e per il 2 per centro di argento.

Il prezzo di vendita, come indicato sul sito, è di 290 euro. A Dottore Clima Bib Shorts sono abbinati altri capi, dai guanti all’intimo, le maglie e le scarpe, calze e gilet antivento.

Progetto di sviluppo

La Cape Epic si è conclusa domenica scorsa ed è stata vinta dalla coppia Beers-Blevins, che hanno percorso le sette tappe in 26 ore 17’04”. La coppia Nibali-Porro, dal nome di Italian Friends, ha concluso tredicesima a un’ora 48’24”. Nei prossimi giorni, le osservazioni del siciliano serviranno per lo sviluppo ulteriore dei capi utilizzati.

«Il progetto di correre la Cape Epic è nato con Q36.5 – ha detto Nibali – con l’obiettivo di testare i materiali, di metterli sotto stress, in condizioni estreme come alte temperature, ma anche in condizioni di polvere, fango, sporco, e di testare la durabilità dei materiali, la traspirabilità e tutti i fattori fondamentali che sono richiesti per produrre abbigliamento ad alte prestazioni. La MTB è stata la mia prima passione, le prime corse da bambino sono state proprio in mountainbike. Poi sono passato alla strada, perché offriva maggiori opportunità. La MTB è fatica, ma anche divertimento e libertà, ti permette di pedalare in posti geograficamente stupendi ed a contatto con la natura più pura».

Q36.5

Q36.5: i tre modelli iconici della nuova collezione primavera/estate

15.03.2023
5 min
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Tessuti proprietari, massima attenzione per il comfort, la sicurezza e le prestazioni: sono questi i punti saldi della nuova collezione primavera/estate 2023 di Q36.5, elementi il cui filo conduttore è uno solo: la termoregolazione. Alla base dei prodotti della nuova collezione Q36.5 per la primavera/estate 2023 troviamo quindi termoregolazione, comfort, protezione.

A tutto si aggiunge, come sempre, la consapevolezza ecologica. La nuova linea include capi dai tessuti innovativi, nuovi prodotti dedicati al triathlon, nuove grafiche e colorazioni, così come alcuni nuovi accessori. Scopriamo i tre capi faro più iconici di questa collezione: Pinstripe X L1 Pro Jersey, Salopette Dottor Clima e Salopette Gragarius Cargo Adventure. 

Pinstripe X L1 Pro Jersey

Per iniziare il viaggio nella nuova collezione primavera/estate, partiamo dalla maglia best-seller di Q36.5. La Pinstripe Jersey si presenta con un nuovo taglio innovativo con un uso minimo di cuciture. Il tessuto rivoluzionario e brevettato è altamente traspirante e offre un tempo di asciugatura più rapido del 50% rispetto a qualsiasi altro tessuto in poliestere. Utilizza nuovi fili extra-fini che creano una trama più traspirante del 10% rispetto al Pinstripe originale. Questo si traduce in una migliore termoregolazione per mantenere fresco l’atleta anche nelle giornate più calde e durante gli sforzi più intensi. 

Grazie alla trama ruvida del tessuto e alla parte anteriore priva di cuciture, la maglia taglia l’aria più efficacemente aiutando nell’aerodinamicità a velocità comprese tra 40 e 59 km/h. L’aggiunta di filo d’argento in tutta la fibra del tessuto conferisce inoltre proprietà antistatiche e anti-elettrosmog. Preformato per la posizione ergonomica in bici, questo capo presenta il sistema di tasche invisibili, maniche tagliate al laser e una cerniera anteriore scorrevole. La Pinstripe è disponibile nelle taglie dalla XS alla XXL, per donna e uomo, in dieci colorazioni diverse: dalla più classica nera, al cobalto, passando per il Curry, Siena e Australian Green. Il prezzo è di 170 euro.

Salopette Dottore Clima

I capi della collezione Clima di Q36.5 sono ideali per la stagione che si avvicina. La nuova Salopette Dottore Clima è un riferimento in termini di prestazioni, leggerezza, durata e sostegno muscolare, con cuciture ridotte al minimo. Presenta l’innovativo sistema brevettato di Q36.5 di compressione graduale ad alta densità con tessuto jacquard superleggero e resistente, unito al nuovo inserto anatomico multi densità e alle nuove bretelle in power mesh superleggero. La particolare costruzione del tessuto favorisce la compressione graduale per stimolare il flusso sanguigno. 

Vero filo d’argento, con proprietà antibatteriche, antistatiche e schermanti dall’elettrosmog, è integrato nella trama del tessuto e favorisce la riduzione dell’affaticamento muscolare. Inoltre, il pantaloncino presenta un posizionamento strategico dei pannelli, per il massimo supporto in pedalata e un aumento dell’equilibrio. Il tessuto Dyneema offre maggiore durabilità e favorisce la termoregolazione della delicata area soprasella grazie alle proprietà conduttive delle fibre di polietilene. 

Il fondello è realizzato con una nuova costruzione tridimensionale Super Moulded-Anatomic che segue l’anatomia del corpo umano e offre un comfort senza precedenti durante la pedalata. Per gli spruzzi d’acqua causati dalla strada bagnata o dalla leggera pioggia l’esterno dei pantaloncini da ciclismo è stato sottoposto a un trattamento idrorepellente DWR estremamente efficace. La Salopette Dottore Clima è disponibile nelle taglie dalla XS alla XXL e nelle colorazioni nero e blu Navy ad un prezzo di 290 euro.

Salopette Gregarius Cargo Adventure

La collezione Adventure Equipment presenta capi d’abbigliamento pensati per le attività ciclistiche più avventurose fuori dai percorsi e sentieri più battuti, in tutte le condizioni atmosferiche. La salopette Gregarius Cargo Adventure è il pantaloncino unico per ogni occasione di guida, indipendentemente dalla distanza o dall’intensità dell’allenamento, ed è progettato per le pedalate più avventurose su tutti i percorsi. 

Questo innovativo modello ha una costruzione basata sul principio dell’utilizzo di cuciture minime e di pannelli posizionati strategicamente per un maggiore supporto alla pedalata. Altra caratteristica importante dei pantaloncini è l’innovativo sistema che riguarda le tasche supplementari Power Mesh di Q36.5 che offrono non solo spazio ma anche protezione. C’è, inoltre, una tasca posteriore extra invisibile: si trova sopra il supporto lombare. 

Infine, il pantaloncino include il nuovo fondello Super Molded, più anatomico, con imbottitura extra e migliore gestione dell’umidità e che offre un supporto completo per l’allenamento, la competizione e le lunghe distanze. Gregarius Cargo Adventure è disponibile nelle taglie dalla XS alla 3XL, nelle colorazioni Nero, Verde Oliva e nel nuovissimo colore Sage ad un prezzo di  210 euro. 

Q36.5

Caro Michelusi, cos’è la firma del preparatore?

02.03.2023
5 min
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Cos’è la “firma” del preparatore? Nel calcio si riconosce il gioco di questo o quell’allenatore. E la sua firma è più identificabile. Nel tennista c’è quel colpo giocato con quello specifico modo. Anche il ciclista in molti casi ha la sua firma: Pantani che scattava con le mani basse. Cavendish che fa le volate col “mento sulla ruota anteriore”. Ma riconoscere la firma di un preparatore è cosa ben più complessa (in apertura foto @tizian.jasker).

Eppure qualche giorno fa, Matteo Moschetti ci disse queste parole parlando del suo arrivo nella nuova squadra, il Team Q36.5 e del suo nuovo preparatore, Mattia Michelusi: «Alla fine i lavori sono quelli, cambia però il modo di fare le cose, perché ogni preparatore mette la sua impronta e il suo modo di ragionare. Nei dettagli riconosci la firma. Il passaggio non è troppo faticoso da assorbire e anzi… alla fine diventa uno stimolo in più». 

Mattia Michelusi è da diversi anni nel gruppo che fa capo a Douglas Ryder (foto @1_in_the_gutter)
Mattia Michelusi è da diversi anni nel gruppo che fa capo a Douglas Ryder (foto @1_in_the_gutter)

Parola a Michelusi

E indovinate a chi siamo andati a chiedere lumi?! A Mattia Michelusi chiaramente, coach appunto della giovane squadra svizzera.

Partendo dagli stimoli, Michelusi afferma subito che già il solo fatto di cambiare allenatore è uno stimolo. E non solo mentale, ma proprio fisico. Basta fare un lavoro in certo modo, o un diverso numero di ore che l’organismo risponde in maniera diversa.

«Penso che la frase di Moschetti – dice Michelusi – possa avere più interpretazioni. Alla fine allenarsi è fare un totale di ore di attività e questo vale per tutti, ma poi la differenza la fanno i dettagli ed è lì che c’è la firma, come dice Matteo. Un preparatore preferisce un determinato metodo di lavoro, ed un altro ne predilige un altro ancora, ma soprattutto come questo interpreta i lavori specifici. La base è quella».

Matteo Moschetti, qui re della Clasica de Almeria, è allenato da Michelusi. E’ stato lui a parlare di “firma del preparatore”
Matteo Moschetti, qui re della Clasica de Almeria, è allenato da Michelusi. E’ stato lui a parlare di “firma del preparatore”

La firma negli specifici

E qui Michelusi entra nel dettaglio della firma. Quando si lavora sulla base, per esempio la Z2, c’è poco da intervenire. Sì, potranno esserci piccole differenze d’intensità ma di fatto si tratta di pedalare per un “X” ore ad un ritmo regolare non troppo impegnato. Il coach ha ben poco da modificare. Non è come quando si fa del fuorisoglia, delle SFR…

«In riferimento ad un velocista come Moschetti – dice Michelusi – la mia firma può essere su come s’interpretano i lavori specifici per gli sprint. Magari altri dicono di fare 10 volate ad una determinata intensità, io invece imposto ogni volata con una velocità e un rapporto di partenza. Ma alla fine entrambi i coach ed entrambi gli atleti hanno assegnato e svolto dieci sprint.

«Un altro aspetto molto importante su cui può essere posta la firma del coach è la forza, visto che prima avete parlato di SFR… Io credo che lì si concentri la maggior parte della differenza fra i preparatori. Come si allena questa componente? Sempre nel caso di Moschetti per lui che è un velocista magari le SFR non sono lo specifico più indicato e quindi gli faccio fare altro. Mentre le SFR vanno bene per uno scalatore. Insomma vario in base all’atleta, in base al modello di prestazione che ho di fronte».

 

Michelusi (al centro) fa parte del gruppo performance della FCI
Michelusi (al centro) fa parte del gruppo performance della FCI

Come un sarto

Modello prestativo: un concetto ben intuibile: ci si concentra sull’atleta e soprattutto su ciò che questo è chiamato a fare… E di conseguenza si regola il preparatore. 

«Certamente – va avanti Michelusi – non sarò l’unico a seguire questo approccio, ma io gli do molta importanza. E’ un po’ come un cliente che va da un sarto. Prima prende bene le misure del cliente e poi vi confeziona intorno l’abito su misura».

Per Michelusi è importante spiegare all’atleta il programma, esattamente ciò che sta facendo Maurizio Mazzoleni (Astana) nella foto
Per Michelusi è importante spiegare all’atleta il programma, esattamente ciò che sta facendo Maurizio Mazzoleni (Astana) nella foto

Questione di feeling

Ma se nella sua squadra di club Michelusi è più “libero” e può essere un sarto, quando è impegnato nel gruppo della nazionale e della pista, in cui ci si muove soprattutto secondo le direttive di Marco Villa, come fa a mettere la sua firma? E’  più complicato?

«Con la FCI siamo un gruppo e il bello è che ognuno porta la sua conoscenza, tanto più che si arriva da esperienze diverse. Non si tratta di avere “le mani legate”, quanto piuttosto di condividere le idee. C’è Bragato che gestisce il gruppo e non solo quello relativo alla pista ma anche di altri settori, come mtb o bmx per esempio.

«Molto poi dipende dal feeling con l’atleta. Io sono uno che parla molto con i ragazzi che seguo. Voglio che sappiano ciò che fanno e perché. Devono sapere perché fanno una SFR a 50 rpm anziché a 70, per dire… Devono apprendere certi concetti».

E questo è verissimo. Quando si ha cognizione di causa il lavoro è assimilato meglio, anche dalla mente. E se oltre a capirlo lo si condivide appieno è ancora meglio.

«Per questo motivo – conclude Michelusi – è importante dare non solo il programma settimanale, ma sapere e fare sapere all’atleta cosa si andrà a fare settimana per settimana da lì all’obiettivo. Quale sarà il cammino, poi chiaramente i piccoli aggiustamenti specifici (se fare per esempio 5 ripetute a 300 watt o 6 a 330 watt, ndr) si fanno col procedere della preparazione».