Lucia Bramati è reduce dalla trasferta di Namur, tappa di Coppa del mondo, ultimo appuntamento prima di preparare gli impegni in Belgio di Natale. Una gara partita in maniera sfortunata e che poi non ha preso la piega sperata, ma per la giovane della FAS Airport-Guerciotti-Premac quello di Namur rimane l’appuntamento più atteso dell’anno (in apertura foto Instagram).
«Ho un’amore per la gara di Namur – racconta con trasporto la crossista – che è davvero viscerale, ho avuto modo di correre lì solamente due volte ma mi sono bastate per innamorarmi di questa tappa di Coppa del mondo. L’atmosfera che si respira intorno alla gara è incredibile, quasi magica. Così come magico è il posto nel quale si corre, con questo castello circondato da un parco sconfinato. Inoltre è uno dei percorsi più tecnici di tutto il calendario, dove non si trova mai un metro di pianura. Il terreno è sempre molto morbido, con un fango tipico del Belgio. Se ti piace il ciclocross è bello correre in queste condizioni, tutto diventa più divertente».


I rituali del ciclocross
Siamo andati dall’atleta della FAS Airport Service-Guerciotti-Premac incuriositi dal sapere come funziona la routine pre-gara nel ciclocross. Una gara nella quale ci si gioca tutto in appena un’ora, dove ogni dettaglio è importante e gioca un ruolo chiave nella prestazione finale. Non c’è solo il riscaldamento e la corsa, ma una serie di attività e una routine quasi sacra da rispettare.
«Siccome nel ciclocross – racconta Lucia Bramati – corriamo intorno alle 13 la sveglia suona sempre alle 8 del mattino. Mi alzo con calma e la prima cosa che faccio appena sveglia sono degli esercizi di respirazione che per me sono molto importanti. Li ho aggiunti quest’anno, da maggio infatti lavoro con una figura che mi sta dando una mano dal punto di vista della fiducia nei miei mezzi. Era un percorso di cui sentivo di aver bisogno e dal quale sto avendo dei riscontri positivi».


Sono esercizi particolari?
Semplice respirazione. Ho un video da seguire che mi aiuta a prendere un ritmo di respiro. Sono due esercizi da cinque minuti l’uno, per un totale di dieci minuti.
Finito vai a fare colazione?
La prima della giornata, che per me è fatta rigorosamente con pane tostato con burro d’arachidi e marmellata di pesca o albicocca. Molto semplice, ma è un abbinamento che mi piace molto e mi fa svegliare più felice. Anche perché poi andiamo a correre tra fango e freddo, una colazione che mi mette di buon umore me la merito (ride, ndr).
Manca ancora tanto alla gara…
Infatti risalgo in stanza e faccio degli esercizi di risveglio muscolare.


Quando si parte verso il campo di gara?
Tre ore prima più o meno siamo sul posto. Lì faccio la seconda colazione, che consiste in un piatto di riso bianco con dell’olio. Di solito la porzione è intorno ai 120 grammi. Anche in questo caso un pasto molto semplice, ma lo preferisco. Prima di correre mi si chiude lo stomaco e faccio fatica a digerire.
Mangi da sola o con i compagni?
Dipende dagli orari degli altri. In squadra abbiamo la fortuna di avere dei meccanici che non ci fanno mancare nulla e spesso capita che ce lo fanno trovare già pronto al camper. Altrimenti loro mettono il pentolone a bollire e noi cuciniamo il riso a seconda di quanti siamo.
Siamo a tre ore dalla partenza, giusto?
Esatto. Finito di mangiare vado a fare un giro a piedi del percorso per vedere i punti più importanti. Se le condizioni meteo sono cambiate molto rispetto al giorno prima faccio un giro in bici sul percorso, per capire quali copertoni e che pressioni usare. Una volta sistemato l’aspetto tecnico risalgo in camper e resto tranquilla fino a un paio d’ore dal via.


E poi?
Inizio a prepararmi, mi vesto con calma e faccio ancora i miei esercizi di respirazione. Gli stessi del mattino. Una volta pronta scendo e mi metto sui rulli per il riscaldamento in bici: un quarto d’ora per far girare le gambe. Niente variazioni di velocità o cose particolari, al massimo aumento leggermente per due o tre minuti. Il vero riscaldamento arriva su strada.
Spiegaci meglio…
I rulli non mi sono mai piaciuti molto, sento di non riuscire a scaldarmi bene. Così una volta finita la mia sessione sgancio la bici, aspetto cinque minuti, e faccio tre scatti da una trentina di secondi su asfalto. In quel momento capisco se sarà una bella giornata oppure no.


Perché?
Se sto bene allungo leggermente lo scatto e faccio anche più di trenta secondi, non troppo ma diciamo che è un buon feedback. Terminato il riscaldamento torno al gazebo del team e sistemo le ultime cose. Il giorno prima della gara mi scrivo tutto sulle note del telefono: orario di partenza, quando andare in griglia, quando gli scatti, ecc…
In griglia quanto prima del via si arriva?
Di solito una quindicina di minuti e trovo quasi sempre mia mamma. Parlo con lei, mi distraggo un pochino e faccio avanti e indietro sul rettilineo di partenza per tenere sempre le gambe calde e pronte. Anche perché nel ciclocross la partenza è fondamentale. Tengo ancora monitorato il respiro e aspetto che il semaforo diventi verde.













































































