Rivoluzione Cofidis, Vasseur dà a Michelusi le chiavi del team

30.12.2024
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Cedric Vasseur, deus ex machina del Team Cofidis era stato chiaro al termine della stagione: molto sarebbe cambiato, per ritrovare le sensazioni e soprattutto i risultati del 2023. Il dirigente transalpino non ha proceduto come fanno tanti suoi colleghi, rivoluzionando l’elenco dei corridori, o almeno non ha agito solo in tal senso, ma ha messo mano direttamente al “motore” del team, ai suoi principi di base. Il Team Cofidis 2025 sarà un’altra cosa e per realizzarla Vasseur si è affidato a un nome completamente nuovo: Mattia Michelusi.

Trentanovenne di Thiene (a sinistra nella foto di apertura), Michelusi è stato messo a capo del settore prestazioni, il che significa che, al di là di direttori sportivi e preparatori, tutto passerà sotto la sua lente d’ingrandimento. Un grande salto di qualità per il veneto, proveniente dalla Q36.5 dove ha lasciato molti buoni ricordi.

La nuova maglia del Team Cofidis. La banca francese ha rinnovato il contratto fino al 2028 (foto Facebook)
La nuova maglia del Team Cofidis. La banca francese ha rinnovato il contratto fino al 2028 (foto Facebook)

«Ho lavorato nel team di Douglas Ryder sin dagli inizi e ho imparato molto da lui e dal suo staff, accompagnando tutte le varie fasi, sin dall’era NTT. Poi durante il Tour de France, quando normalmente si gettano le basi per la nuova stagione, Vasseur mi ha prospettato questa eventualità, che era per me una grande opportunità per cambiare, per fare qualcosa di nuovo. Con Cedric ci conoscevamo da un paio d’anni, mi aveva già accennato alle sue idee, ora c’è la possibilità di concretizzarle».

Parlavi di fare qualcosa di nuovo…

E’ come se Cedric mi avesse messo in mano una grande tavolozza bianca, sulla quale io posso ridisegnare tutto il team dalle sue fondamenta. E’ una grande sfida, lui mi ha chiesto se me la sentivo e io ho detto subito di sì. Ho parlato in queste settimane con i suoi collaboratori, con i diesse, per permettere alla squadra di fare quel salto di qualità che è richiesto e che, senza la collaborazione di tutti, è impossibile.

Lo staff messo in piedi da Michelusi ha iniziato subito i lavori con i ragazzi attraverso test specifici
Lo staff messo in piedi da Michelusi ha iniziato subito i lavori con i ragazzi attraverso test specifici
Che situazione hai trovato? Vasseur non era stato certamente tenero in sede di consuntivo…

Non sono arrivato per stravolgere tutto, ma per prendere quel che è utile unendolo e adeguandolo a nuove usanze, a quella cultura che viene dal mio background. Perché una squadra funzioni bisogna trovare la giusta combinazione tra tutto quel che riguarda la prestazione di ogni corridore, sono come tante tessere di un mosaico che vanno posizionate nel modo giusto. Solo allora avremo il salto di qualità e io sono convinto che possiamo arrivarci anche in tempi brevi.

C’è da lavorare più sull’aspetto tecnico o su quello psicologico?

Questo entra sempre in gioco. Le due ultime annate della Cofidis sono state esemplari in tal senso: nel 2023 si è vinto subito e da allora è stato tutto un susseguirsi di soddisfazioni, l’anno dopo invece si è faticato, è sopravvenuto un po’ di scoramento e tutto è diventato difficile, macchinoso. Noi dobbiamo lavorare a 360° perché l’idea del team è quella di mutare profondamente le sue basi, ad esempio internazionalizzandolo di più.

Emanuel Buchmann approda al ruolo di leader, soprattutto nei Grandi Giri dove punterà alla classifica
Emanuel Buchmann approda al ruolo di leader, soprattutto nei Grandi Giri dove punterà alla classifica
Non è quello che avviene in tutti i team del WorldTour?

Sì, ma se guardate bene, i team francesi tengono ad avere una solida base nazionale. Anche la lingua ha un suo peso. Io con il francese sono quasi digiuno, sto imparando, ma il mio ingresso è la dimostrazione che si vuole cambiare. C’è voglia, anzi bisogno di aprirsi al mondo e la campagna acquisti effettuata sposa in toto questa nuova politica.

La squadra in effetti ha mutato forma…

Sono arrivati ben 12 nomi nuovi e sono tutti strutturali, ossia danno un’impronta diversa al team. E’ chiaro che l’obiettivo principale è raccogliere punti per la sopravvivenza nel WorldTour e quindi si è andati a pescare gente che sia in grado di portarli: Aranburu, Carr, Buchmann, lo stesso Teuns. Si sa che ci si gioca tutto su quello perché siamo nell’imminenza di promozioni e retrocessioni.

Il britannico Simon Carr sarà una delle punte nelle brevi corse a tappe
Il britannico Simon Carr sarà una delle punte nelle brevi corse a tappe
Proprio la caccia ai punti dà un’impronta chiara al team. Che idea ti sei fatto, quali potranno essere gli obiettivi della squadra?

Noi innanzitutto, essendo un team francese, abbiamo l’obbligo di partecipare a tutte le prove del calendario nazionale e quindi cercheremo di fare punti lì. L’impostazione del team la vedo più orientata verso le prove d’un giorno, ho molta fiducia in gente come Aranburu e Teuns, poi spero che da queste tante gare arrivino non solo punti ma anche vittorie. Per le corse a tappe non abbiamo il grande campione, ma un corridore come Buchmann è uomo da classifica in ogni contesto ma attenzione anche a Moniquet e Carr che per le prove brevi possono dire la loro.

Non ti mancano gli italiani?

Che devo dire, un po’ sì. Quando ho iniziato alla NTT c’era solo Sbaragli, ma con gli anni i corridori italiani sono aumentati sempre di più perché sanno leggere le gare, sono importanti in un team. Qui per ora c’è solo Oldani, ma sottolineo per ora, perché sono sicuro che anche alla Cofidis potrà avvenire lo stesso, potranno aumentare, soprattutto corridori giovani e ambiziosi. Attenzione però, perché nel team c’è comunque tanta Italia.

Stefano Oldani resta l’unico corridore italiano del team, ma in futuro potrebbero arrivare giovani
Stefano Oldani resta l’unico corridore italiano del team, ma in futuro potrebbero arrivare giovani
A chi ti riferisci?

Innanzitutto Damiani che è un riferimento per tutti i direttori sportivi, poi ho portato nel mio staff altri due tecnici di valore come Luca Quinti e Luca Festa, insieme al francese Matthieu Desfontaine e al belga Bart Nonneman, allo specialista del bike checking Niklas Quetri e al nutrizionista Scott Gillham. E’ un gruppo ambizioso e con tanta voglia di lavorare, poi il responso come sempre lo darà la strada.