Meccanici Movistar al lavoro, Formolo ragiona su bici e velocità

04.06.2025
6 min
Salva

MORBEGNO – Il lavorìo dei meccanici attorno alle bici della Movistar ha richiamato l’attenzione di una troupe che sta girando immagini sulla vita quotidiana delle squadre al Giro d’Italia. Manca solo il controllo delle pressioni e poi le Canyon blu saranno pronte per la tappa.

Formolo scende dal pullman a rilento, con il passo di chi ne ha già viste tante ed è pronto e quasi rassegnato per vederne altre. Il Giro della squadra spagnola vive attorno alla classifica generale di Einer Rubio, che ha difeso con i denti il suo piazzamento nei primi dieci.

«Le prime due settimane sono volate – dice Formolo – ogni giorno c’è stato qualcosa di interessante da vedere. A casa deve essere piaciuto parecchio, perciò anche noi in gruppo ci siamo divertiti. Insomma – sorride – relativamente divertiti. Diciamo che non ci siamo mai annoiati. Io poi ho vissuto anche alcuni momenti emozionanti. Uno su tutti: la tappa di Brentonico. In quei posti ho i primi i primi ricordi di mio nonno. Andavamo sempre lassù a giocare e mi portava sempre al parco giochi a prendere un po’ un po’ di fresco. Un posto veramente speciale per me…».

La troupe al lavoro sulle bici del Movistar Team al via da Morbegno
La troupe al lavoro sulle bici del Movistar Team al via da Morbegno

Un Giro sempre a tutta

Il Giro senza un dominatore come Pogacar, che lo scorso anno all’inizio della terza settimana aveva già più di 6 minuti sul secondo, ha reso tutto meno ordinato. Ogni giorno una battaglia per conquistare le posizioni e le medie inesorabilmente sono cresciute di conseguenza.

«I numeri si sono visti già la prima settimana – annota seguendo il filo del discorso – quando eravamo in Albania. La salita del terzo giorno era lunga mezz’ora e l’abbiamo fatta praticamente 5,8-6 watt per chilo. Se non sbaglio siamo arrivati in 80 corridori, ma solo qualche anno fa con quei numeri si vinceva il Giro. E questo ha fatto capire già da allora quanto sia stato alto ogni santo giorno il livello in questo Giro d’Italia. Differenze minime che sono diventate enormi. Abbiamo visto un Van Aert molto sofferente in alcune tappe e poi vincere una delle frazioni più dure sulle strade bianche. Questo fa capire quanto siano tutti vicini e quanto sia sottile la differenza fra vincere e staccarsi dal gruppo dei migliori».

Movistar, pronti a partire

E’ un continuo limare, fatto di attenzioni a tutto. Non puoi mollare nulla, al punto che persino le interviste nel giorno di riposo vengono centellinate. La vita del corridore del Giro è monastica e chiusa. Nella bolla i tempi sono scanditi da tutto ciò che serve per ottenere il meglio da sé: rituali quasi ossessivi cui il ciclismo si è consegnato e ai quali difficilmente potrà sottrarsi. Intanto i meccanici della Movistar hanno finito di lavorare e le bici sono pronte.

«Le squadre studiano molto anche il mezzo meccanico – prosegue Formolo intercettando il nostro sguardo – anche tre soli corridori in fuga fanno 47 di media, se per sbaglio vanno in fuga in otto le medie sono veramente impressionanti e le bici fanno sicuramente una buona parte. Da quando sono arrivati i freni a disco e si è iniziato a lavorare sulla leggerezza, cercando di raggiungere ugualmente i 6,8 chili, si è livellato tutto verso l’alto. Anche una bici standard con i dischi pensa sui 7 chili. Forse una volta erano più leggere, ma a livello di prestazioni globali, adesso sono delle vere macchine da corsa».

Quanta bellezza in questa foto! Con Formolo, la moglie Mirna e i figli Chloe e Theo
Quanta bellezza in questa foto! Con Formolo, la moglie Mirna e i figli Chloe e Theo

Aero anche in salita

La tappa che li attende è veloce, diciamo, comprensibile che la Movistar abbia scelto di puntare su una Aeroad: aerodinamica e rigida. Ma l’orientamento delle squadre va ormai in una direzione ben precisa: l’efficienza prima di tutto. Anche in salita, dove le velocità sono ormai tali da giustificare l’uso di bici aerodinamiche.

«Anche se ad esempio Canyon offre la scelta fra Ultimate e Aeroad – dice – noi della Movistar usiamo soltanto la versione aerodinamica. Pesa leggermente di più, intorno ai 7,2 chili, però la resa anche in salita è migliore. Si sente la differenza anche in una salita al 7-8 per cento, che ormai scaliamo a 30 all’ora. Per questo nello scegliere la bici e le ruote, ma anche l’abbigliamento e la forma del casco, ci si concentra sull’aerodinamica. Una volta tutto questo non sarebbe stato possibile, oggi ci sono i dati a dire che è la scelta migliore».

Champoluc e Sestriere: viaggio con Garate nei piani di Carapaz

29.05.2025
5 min
Salva

MORBEGNO – Garate ricorda che al Giro del 2005 nella scia di Simoni, Di Luca e Rujano dopo il Colle delle Finestre e verso Sestriere c’era anche lui. Lo stesso finale di tappa che i corridori del Giro affronteranno sabato. Per Carapaz, unico attaccante abbastanza cattivo da far tremare Del Toro e già vincitore di una tappa, l’esperienza del suo direttore sportivo sarà molto importante. Sta per arrivare l’ora della partenza della tappa numero 18 e i pullman sono parcheggiati a quasi tre chilometri dal foglio firma. Per cui i corridori si vestono, vanno a firmare e poi tornano per finire di prepararsi.

Nel mattino in cui Carapaz compie 32 anni (in apertura la risposta agli auguri del pubblico), il Giro riparte dal basso e dall’estate. Temperatura oltre i trenta gradi che, pensando alle prossime due giornate di montagna, ricordano i proverbi degli anziani sulle tappe corse con il primo caldo. Richard si è affacciato per un secondo dal pullman, passando i pantaloncini a Stefano Del Cas, massaggiatore italiano della EF Education-EasyPost. Subito dopo dal grosso mezzo rosa è sceso Juan Manuel Garate, direttore sportivo, professionista dal 2000 al 2014 con tre sole squadre: la Lampre, la Quick Step e poi la Rabobank, diventata Belkin quando la banca olandese uscì dal ciclismo. Per questo il basco di Irun, 49 anni compiuti ad aprile, parla così bene l’italiano e può guidarci nel Giro di Carapaz che per molti è l’unica alternativa credibile per la maglia rosa di Del Toro.

Juan Manuel Garate è basco di Irun, ha 49 anni, è il diesse della EF Education-EasyPost al Giro
Juan Manuel Garate è basco di Irun, ha 49 anni, è il diesse della EF Education-EasyPost al Giro
Ti aspettavi di essere a questo punto del Giro con Richard sfidante più accreditato di Del Toro?

A dir la verità è veramente quello che mi aspettavo, quello per cui abbiamo lavorato da lontano. L’obiettivo Giro è cominciato a settembre. Non è una sorpresa che Richard sia lì, ma sappiamo anche che strada facendo può succedere di tutto. Ora siamo nella situazione ideale, alla fine del Giro, ancora con opzioni per vincerlo. E’ quello che volevamo, quello che abbiamo preparato. Abbiamo le gambe e siamo stati fortunati, nonostante un paio di cadute di troppo di cui avremmo fatto a meno.

Le due tappe che arrivano vanno pensate o vanno fatte a testa bassa ogni giorno?

Vanno pensate, ovviamente. Quando hai 5.000 metri di dislivello, non puoi non pensare. In più siamo alla fine di un Giro duro e i ragazzi sono tutti stanchi, non solo i miei. Ci aspettano salite che penso siano adatte a Richard: salite lunghe con pendenze non impossibili. Sono le tappe che volevamo per chiudere il Giro d’Italia. Lui sta bene, è molto motivato, molto brillante.

Però ieri sulle Motte, Del Toro lo ha messo alle corde.

Quell’ultima salita di 3 chilometri non era la più adatta a lui e per fortuna di strappi simili non ce ne sono più. Per cui siamo ottimisti.

Quarta tappa del Giro, quella con San Pellegrino in Alpe e arrivo a Castelnovo ne’ Monti: Carapaz vince e guadagna sicurezza
Quarta tappa del Giro, quella con San Pellegrino in Alpe e arrivo a Castelnovo ne’ Monti: Carapaz vince e guadagna sicurezza
L’altro giorno Bernal ha fatto corsa parallela con voi, pensi ci sia qualcuno che può darvi una mano oppure sarà uno scontro testa a testa?

Alla fine la situazione dalla corsa può cambiare tantissimo. C’è chi vuole fare la top 10, c’è chi ancora deve raggiungere una top 5. C’è chi pensa che magari salteremo noi, quindi ha interessa a fare il forcing. Pellizzari sta venendo su bene e lui sogna di vincere una tappa e di trovare una classifica migliore. Alla fine sono piccole cose che nei momenti importanti della corsa possono far andare le cose dalla tua parte o dalla parte opposta. La situazione è tale per cui alla fine se un corridore si trova al momento giusto nel posto giusto, può cambiare il destino della corsa.

La squadra è in forma per aiutare Richard?

Ne abbiamo sempre uno davanti, i ragazzi stanno correndo bene. Quando sappiamo che siamo un po’ in difficoltà, anticipiamo. Quando sappiamo che la corsa va a rompersi in un determinato punto, proviamo di anticiparlo per avere un corridore più avanti. Finora è stato sempre così e abbiamo mosso la corsa quando veramente contava per noi. Mentre per il resto del tempo, lo tengono protetto e non ci siamo fatti vedere più di tanto.

Quale delle prossime due tappe è più adatta a Carapaz?

Insomma, tutte e due! La strada che porta a Sestriere io l’ho fatta nel 2005, quando sono rimasto dietro Di Luca, Simoni e Rujano, che poi vinse: non finisce mai. Anche se le pendenze non sono alte, quella vallata e quella strada, che sembra che non tiri, in realtà sono come le sabbie mobili: non ne vieni fuori. La tappa di domani invece sono 5.000 metri dislivello e questo richiederà una fatica molto alta che penso sia più adatta a “Richie”. E poi ovviamente il Colle delle Finestre ne metterà uno per parte e ciascuno andrà su praticamente per conto suo.

Carapaz ha fatto delle ricognizioni sul percorso delle due tappe?

No, non abbiamo fatto delle recon. Io le ho fatte, le ricordo e so di cosa stiamo parlando. Bisognerà valutare il nostro momento e il momento degli altri. E soprattutto dovremo correre con intelligenza. Di certo nei prossimi due giorni ci si gioca il Giro d’Italia.

Il Giro torna in Valtellina, Gavazzi ci fa da Cicerone

09.03.2025
5 min
Salva

Il Giro d’Italia torna in Valtellina anche quest’anno con arrivo di tappa a Bormio e la partenza del giorno successivo da Morbegno. Due momenti chiave per la Corsa Rosa, che sarà da poco entrata nella sua terza e fatidica settimana di fatiche. Nella frazione numero diciassette il gruppo partirà da San Michele all’Alpe e arriverà appunto a Bormio dopo 154 chilometri e tre gran premi della montagna rispettivamente di seconda, prima e terza categoria. 

Dalla provincia di Trento a quella di Sondrio passando da Brescia. La prima difficoltà di giornata sarà il Passo del Tonale e dopo una lunga discesa le biciclette dei corridori torneranno a guardare il cielo per scalare il Passo del Mortirolo. L’ultima difficoltà di giornata sarà rappresentata dal GPM de Le Motte, poi un rapida discesa fino al traguardo. 

L’ultima volta che il Giro è arrivato a Bormio, Landa e Nibali si giocarono la vittoria di tappa in volata, la spuntò il siciliano
L’ultima volta che il Giro è arrivato a Bormio, Landa e Nibali si giocarono la vittoria di tappa in volata, la spuntò il siciliano

La Corsa Rosa torna a Bormio

La voce tecnica per guidarci all’interno delle tappe valtellinesi del Giro è un ex-corridore del calibro di Francesco Gavazzi. Sedici anni da atleta e poi due stagioni vissute accanto ai ragazzi della Polti VisitMalta (ex Eolo-Kometa con la quale ha chiuso la carriera). Valtellinese DOC, nato a Morbegno, che su queste strade ha corso e si è allenato per tanti anni

«Quella che porterà il gruppo a Bormio – racconta Gavazzi – non è una vera e propria tappa di montagna di quelle dure da far paura, ma raccoglie tante insidie. Il profilo è interessante ma l’ultimo GPM impegnativo, che è il Mortirolo, si trova a poco meno di 50 chilometri dal traguardo. Pensare di vedere l’azione decisiva su quelle rampe è difficile, però il fondo valle è complicato. Credo sia la classica tappa con due gare in una, la fuga che si gioca la vittoria e dietro gli uomini di classifica».

La squadra può giocare un ruolo fondamentale nel tratto di fondo valle che porterà il gruppo fino a Bormio
La squadra può giocare un ruolo fondamentale nel tratto di fondo valle che porterà il gruppo fino a Bormio
Pronti via e il gruppo sale verso il Tonale…

Penso sia difficile che una squadra provi a tenere chiusa la corsa gestendo il distacco sulla fuga. Servirebbero corridori molto forti e nonostante tutto si rischierebbe di arrivare corti in cima al Mortirolo, finita la discesa inizia un’altra corsa.

Mortirolo che il gruppo prenderà da Monno, che salita è?

Una signora salita, con gli ultimi tre chilometri davvero impegnativi. Però non nascondiamoci, non è il lato più duro. La prima parte, che misura 8 chilometri, è regolare. Poi spiana per un paio di chilometri e infine arriva il tratto duro. Comunque non penso scollineranno più di 15 corridori. Vedere azioni personali è difficile anche perché in quei 25 chilometri di fondo valle fino a Le Motte e poi i restanti 9 per arrivare Bormio non sono semplici. 

Il Giro affrontò il Mortirolo dal versante di Monno anche nel 2022, in rosa c’era Carapaz
Il Giro affrontò il Mortirolo dal versante di Monno anche nel 2022, in rosa c’era Carapaz
Quali scenari si aprono?

Innanzitutto la differenza vera la faranno le condizioni del vento appena si scende dal Mortirolo. Appena si torna sul fondo valle le situazioni sono due: il vento è favorevole oppure contrario. Di solito nelle mie zone, a Morbegno che si trova una cinquantina di chilometri indietro, il vento la mattina va verso sud mentre al pomeriggio gira e spinge a nord. 

I corridori però scenderanno a Grosio…

Trovandosi già in alta valle le condizioni del vento sono più imprevedibili, basta poco affinché il vento cambi direzione. L’ultimo dubbio le squadre se lo toglieranno alla partenza, da lì capiranno che tattiche potranno mettere in atto. 

Uno dei più attesi quest’anno è Piganzoli, corridore di casa qui scortato da Fabbro proprio sul Mortirolo
Uno dei più attesi quest’anno è Piganzoli, corridore di casa qui scortato da Fabbro proprio sul Mortirolo
Raccontaci di questi chilometri nel fondo valle, come sono?

Tosti. Prima di Bormio c’è uno strappo molto duro, anzi due. Fare velocità è difficile anche perché la strada sale costantemente. Se la fuga rimane numerosa può arrivare al traguardo. Dietro i capitani dovranno stare attenti, avere un uomo al loro fianco sarà importante per non stare al vento a tirare. Saremo solamente all’inizio della terza settimana, buttare via energie inutili non avrebbe senso. 

Sappiamo che stai facendo il corso per il patentino di terzo livello, facciamo un gioco: da tecnico cosa diresti?

Di non attaccare mai sul Mortirolo, ma di seguire le azioni e lo sviluppo della corsa. Il vero trampolino di lancio sarà lo strappo de Le Motte, che misura due chilometri ma è impegnativo. Penso che non essendoci corridori del calibro di Pogacar la classifica sarà corta, quindi ogni secondo conta. Una bella azione può portare a guadagnare parecchio. 

Da Morbegno il Giro partì anche nel 2020, era la diciannovesima tappa, Kelderman era in rosa
Da Morbegno il Giro partì anche nel 2020, era la diciannovesima tappa, Kelderman era in rosa
E’ una tappa dove se qualcuno non sta bene può pagare tanto?

Quei 25 chilometri di fondo valle non perdonano e rischiano di sembrare infiniti. C’è un tratto, nella zona de Le Prese, dove la strada si impenna per un chilometro con punte fino al 16 per cento. Ricordo che anche in allenamento sembrava infinito: la strada è larga, sale e ti sembra di essere fermo. Dopo sedici tappe a qualcuno potrebbe anche arrivare il conto da pagare

Il giorno dopo, per la tappa numero diciotto, si parte da casa tua: Morbegno. 

Quella è una frazione molto più semplice, ma allo stesso tempo impegnativa. Sulla carta potrebbe esserci un arrivo in volata. Però i velocisti dovranno reggere nella parte centrale che è molto mossa ed esigente. Il vero obiettivo sarà capire che ritmo potrà tenere il gruppo perché se la fuga prende margine poi si hanno pochi chilometri per ricucire. Dall’ultima salita al traguardo ci saranno solamente 50 chilometri. Arrivare in volata non sarà scontato. 

Piganzoli e la Valtellina: è vero amore

21.03.2023
5 min
Salva

Passeggiate, pedalate e panorami. Davide Piganzoli ama ogni metro della sua Valtellina e lo si percepisce dal modo in cui ce l’ha raccontata. Il classe 2002 di Morbegno, si è innamorato del ciclismo pedalando su una bici da corsa a 8 anni rivolgendo lo sguardo ai colossi da scalare che costellano la galassia della Valtellina.

La passione per la bici è di casa, infatti Davide è compaesano e compagno di squadra di Francesco Gavazzi di qualche anno meno giovane (38 anni). I due pro’ della Eolo Kometa Cycling Team viaggiano per il mondo a correre qua e là e per loro il ritorno a casa ha sempre qualcosa di magico e intimo. Saliamo in sella con Piganzoli per percepire questo attaccamento alla terra e il suo amore per le strade di casa. 

Piganzoli qualche giorno fa è andato alla scoperta della tappa di Santa Cristina al prossimo Giro U23
Piganzoli qualche giorno fa è andato alla scoperta della tappa di Santa Cristina al prossimo Giro U23

Valtellinese DOC

«Sono nato a Sondrio, ma vivo a Morbegno. Mio papà è della Val Gerola e mia mamma di Cosio. I nonni della Val Gerola». Piganzoli ha da sempre respirato l’aria pura della Valtellina, e come lui genitori e nonni. Il suo albero genealogico fonda le sue radici in questo territorio unico. 

«Ho iniziato a correre in bici a 10 anni – dice – ho iniziato da G5. Prima ho fatto un po’ di corsa a piedi e calcio. Da esordiente ho iniziato un po’ a scoprire quelle che erano le salite intorno a casa. Poi da allievo e così via. Tutt’ora ne scopro di nuove e oltre alle salite mitiche come Stelvio, Gavia, Mortirolo, mi piacciono anche quelle un po’ meno conosciute, ma altrettanto belle».

A renderlo però un valtellinese DOC, alla domanda quale sia il piatto tipico, non ha esitato un secondo, pronunciando con un sorriso: «I pizzoccheri! Su questo non ci si può di certo lamentare. Per quanto riguarda i vini invece mentre si pedala si è accompagnati dalle viti e dalle cantine che accarezzano le colline. Io non bevo e non sono un amante, ma so che il vino dalle mie parti lo sanno fare eccome».

Le salite preferite 

I passi da queste parti si “sprecano”: Passo Gavia, Passo del Mortirolo, Passo Forcola, Passo San Marco, Salita ai Laghi di Cancano, Passo dello Stelvio, Passo dello Spluga e infine Salita a Campo Moro. Salite protagoniste del ciclismo che accolgono ogni anno migliaia di ciclisti e appassionati. Luoghi che grazie all’iniziativa Enjoy Stelvio Valtellina sono pedalabili senza il traffico in totale tranquillità.

«A me piacciono molto – dice Piganzoli – le salite al nord. Quindi in direzione di Livigno, per esempio lo Stelvio. Ho la ragazza ad Aprica e quindi faccio spesso Mortirolo e Gavia. Amo fare un po’ quelle che sono le salite storiche del ciclismo. Poi ce ne sono altre un po’ meno conosciute ma belle da scoprire come quella di Teglio oppure la salita di Eita che sale da Grosio. Sono quasi tutte impegnative e pendenti come piacciono a me».

«Se dovessi consigliarne una ad un ciclista che viene da queste parti, gli proporrei sicurante Gavia e Stelvio in quanto rappresentano due colossi e che hanno scritto pagine di storia del ciclismo passato e moderno. Almeno una volta nella vita vanno fatte».

Un luogo tranquillo

Se grazie a Enjoy Stelvio Valtellina pedalare da queste parti lo si può fare con la totale assenza delle macchine, durante l’anno la Valtellina rimane un contesto poco contaminato dalle quattro ruote.

«Di traffico – spiega Piganzoli – in Valtellina ce n’è poco. In questi giorni mi sono allenato in Toscana e sulla riviera romagnola e devo dire, senza nulla togliere a questi posti che hanno tanti altri pregi, che c’è una bella differenza. Quando torno a casa posso pedalare in tranquillità e le strade sono bellissime e si possono percorrere in modo scorrevole. Mi piace molto arrivare in cima alla salita e apprezzare il panorama. Per me non è solo bici ma qualcosa in più, è una fortuna godere di queste viste dopo essersele guadagnate con fatica e sudore

Piganzoli per un breve periodo della sua vita e carriera è andato in Spagna alla Fundacion Contador dove ha conosciuto un’altra cultura per le due ruote. «I nostri paesaggi – spiega – specialmente quelli della Valtellina, ma ovviamente sono di parte, sono bellissimi e anzi possiamo essere orgogliosi nei confronti di tutti. Certo magari da paesi come la Spagna possiamo imparare come ci si comporta nei confronti dei ciclisti, qua a volte sembra quasi che facciamo un dispetto agli automobilisti, mentre là aspettano un tuo segnale per sorpassare».

La Valtellina un paradiso naturale tra Passi e sentieri trekking
La Valtellina un paradiso naturale tra Passi e sentieri trekking

I pro’ sotto casa

I professionisti sono approdati in Valtellina innumerevoli volte e lo hanno fatto passando sotto casa di Davide Piganzoli, facendolo incuriosire e innamorare di questo sport. «Vedere passare – racconta Piganzoli – il Giro d’Italia sotto casa ha sicuramente aiutato ad avvicinarmi al ciclismo. Quando andavo a vederlo sui passi mitici o alle partenze e arrivi, sapevo che quei momenti me li sarei portati dietro per tutta la vita. Sono andato sullo Stelvio, all’Aprica e ovviamente alla partenza da Morbegno».

“Hai voluto la bici, ora pedala”. Un proverbio vecchio e ridondante ma che da queste parti acquisisce un risvolto romantico che sembra quasi di barare nei confronti di altri luoghi. «L’estate è un vero e proprio paradiso. Le temperature fresche e il contesto la rendono un luogo magico. L’inverno quando è più freddo mi piace girare intorno a casa e fare passeggiate e trekking. Amo la montagna in ogni sua sfumatura».

Valtellina

Melavì Valtellina Ebike Festival, le due ruote per tutti immerse nella natura

15.02.2023
5 min
Salva

Il più grande evento italiano di eMtb si sposta in primavera e apre la stagione valtellinese del cicloturismo. Il Melavì Valtellina Ebike Festival conferma la sua formula vincente fatta di escursioni, enogastronomia e atmosfera di festa, insieme a tante novità. Una su tutte il periodo, il festival infatti avverrà tra i profumi della stagione dei fiori più precisamente sabato 27 e domenica 28 maggio. Il magnifico teatro naturale sarà sempre Morbegno, una bellissima cittadina medievale alle porte della Valtellina, a pochi passi dal Lago di Como. Un territorio dalle peculiarità culinarie e paesaggistiche uniche nel loro genere che conferma la sua evoluzione in campo promozionale e sportivo in vista delle prossime Olimpiadi

Un Festival per tutti

Arrivato alla sua quarta edizione, il Melavì Valtellina Ebike Festival vanta già un’esperienza e un  entusiasmo collettivo in grado di confermare anno dopo anno tante iniziative, accrescendo e migliorando le attività. 

«A partire dalla prima edizione nel 2020 – dice Camillo Bertolini di DaysOff – l’evento ha continuato a crescere sia in termini di partecipanti attivi alle iniziative, sia come numero di visitatori ed esposizione mediatica. L’edizione 2022 è stata bellissima per via del fatto che, essendo cadute tutte le restrizioni sanitarie, abbiamo potuto vivacizzare il villaggio con tante side activities e spettacoli.

«Quello che vogliamo – prosegue – è far crescere ancora la manifestazione, mantenendo però lo spirito di accoglienza e di festa che si è respirato in queste prime edizioni. Vogliamo che l’evento diventi sempre più una grande festa della bicicletta elettrica e del territorio valtellinese. Un altro punto di cui andiamo particolarmente orgogliosi è la presenza di pubblico femminile (le donne rappresentano il 25% dei partecipanti). E questo ci dice come il Melavì Valtellina Ebike Festival sia percepito come un evento che, grazie al format e alle iniziative, riesce ad attrarre una platea di pubblico molto aperta».

Escursioni nel gusto

Morbegno è il centro di una rete sentieristica spettacolare che si dirama sui versanti orobico e retico offrendo la possibilità di realizzare tour di ogni difficoltà. Da escursioni facilissime di fondovalle e tra i vigneti terrazzati, fino ai percorsi pastorali che raggiungono gli alpeggi oppure ancora su sentieri alpini raccomandati ai soli esperti della mountain-bike. Per questo ognuno può trovare iniziative adatte al proprio livello di abilità, con la certezza di visitare le grandi bellezze naturalistiche del territorio all’interno di valli incantate. A far da filo conduttore c’è l’enogastronomia, con tappe di gusto alla scoperta dei sapori più autentici della cucina valtellinese.

Il format della nuova edizione prevede la conferma della Festival Ride, il grande tour all-mountain di 40 chilometri su un percorso super panoramico (rivisitato per il 2023) che ha visto nella scorsa edizione la partecipazione di più di 250 appassionati. Confermato anche Gusto di Valtellina, un percorso enogastronomico con poco dislivello intervallato da stop degustativi in location di pregio. Infine l’escursione Val Masino e Foresta Incantata, che porta alla scoperta di uno dei luoghi naturalistici più belli d’Italia e che lo scorso anno ha visto il sold-out in soli pochi giorni.   

L’ebike Village presenterà attività aperte a tutti e momenti di intrattenimento
L’ebike Village presenterà attività aperte a tutti e momenti di intrattenimento

Esperienze adrenaliniche

Non mancano le iniziative più adrenaliniche come la Trail Experience. Un nuovo percorso accattivante che prevede anche un pranzo e momenti di goliardia in compagnia degli alpini locali.

«Tra le novità del 2023 – dice Bertolini – c’è l’integrazione di una tappa del circuito italiano E-Enduro che porterà all’interno del Festival quel target della mountain-bike più core al quale il territorio (specialmente il versante orobico) può offrire molto in termine di dislivello e tecnicità dei sentieri».

Le iscrizioni alle iniziative sono aperte sul sito www.valtellinaebikefestival.com con un prezzo promozionale per chi prenotata prima di fine febbraio. Per chi ne fosse sprovvisto, è inoltre possibile richiedere il noleggio di una delle più di 100 ebike messe a disposizione direttamente in loco. Fulcro del Melavì Valtellina Ebike Festival sarà l’eBike Village localizzato in una grande piazza a ridosso del centro storico. Questo sarà il punto di partenza e di arrivo di tutte le attività e delle competizioni, ma anche un’area espositiva dove poter vedere e testare le nuove e-bike, partecipare a test drive di auto elettriche, assistere agli show di bmx freestyle e molto altro.   

Sicurezza e valorizzazione

L’evento, in costante crescita negli ultimi anni, è sostenuto da Melavì, eccellenza di Valtellina che riunisce oltre 300 coltivatori di mele del territorio. Un altro partner a chilometro zero è Met Helmets, azienda riconosciuta a livello mondiale nella progettazione e produzione di caschi e dispositivi protettivi per il ciclismo che proprio a Morbegno ha il suo head quarter. Anche il territorio ha risposto positivamente con il supporto da tutte le principali istituzioni come Regione Lombardia, Provincia di Sondrio, BIM Adda e il Comune di Morbegno. Partner invece per la tracciatura dei tour è komoot, applicazione mobile che consente di percorrere in modo guidato i migliori percorsi cicloturistici. 

Tra gli organizzatori figurano Mondo Ebike, mega-store focalizzato nella vendita di biciclette elettriche. Days Off, agenzia di marketing specializzata in attività outdoor e 360 Valtellina Bike, associazione che si occupa del ripristino di antichi percorsi e della manutenzione della sentieristica della bassa Valtellina.

MelavìValtellinaEbikeFestival

Melavì Ebike Festival: alla scoperta della Valtellina

13.10.2022
4 min
Salva

In Valtellina, sulla strada che dal lago di Como porta fino alla cima del passo dello Stelvio, sorge Morbegno. Un paesino antico pieno di vicoli e di storia: camminando tra gli spazi angusti di queste mura medievali il tempo sembra non essere mai trascorso. In questa cornice pittoresca è andato in scena il Melavì Valtellina Ebike Festival. Un weekend di attività, tour ed escursioni alla scoperta dei luoghi più iconici della Bassa Valtellina.

Morbegno, per due giorni, è stata il dentro dell’attività sportiva in Valtellina
Morbegno, per due giorni, è stata il dentro dell’attività sportiva in Valtellina

Sport e gusto

Se ci si guarda intorno, Morbegno sembra immersa in un vigneto unico e continuo, terrazzamenti pieni di viti si affacciano dalle montagne circostanti a perdita d’occhio. si può condurre la bici sui sentieri e sulle mulattiere che, come un ascensore panoramico, salgono su entrambi i versanti: orobico e retico. A Morbegno si incontrano due delle ciclopedonali più famose d’Italia: il Sentiero del Viandante, che da Lecco termina proprio a Morbegno e la Via dei Terrazzamenti tra i vigneti della Costiera dei Cech. Senza dimenticare il famoso Sentiero Valtellina, che con i suoi 114 chilometri porta da Colico fino a Bormio.

Qui l’enogastronomia è un valore che affonda nella tradizione e ha come punta di diamante il formaggio Bitto, il cui metodo di lavorazione si perde nella notte dei tempi. Questo fa di Morbegno una destinazione incredibilmente adatta alla pratica di e-mtb e la capitale valtellinese del bel vivere.

L’organizzazione

L’evento Melavì Valtellina Ebike Festival è stato organizzato da un Comitato Promotore al quale aderiscono tante realtà del territorio valtellinese. Tra le principali spuntano la cooperativa Melavì, che dà il nome all’evento e Met Helmets, azienda valtellinese leader mondiale nella produzione di caschi e di dispositivi protettivi per il ciclismo. Alle quali si aggiungono anche: Mondo Ebike, uno dei più grandi negozi italiani dedicati alle biciclette elettriche, Days Off, agenzia di marketing specializzata in outdoor e 360 Valtellina Bike, un’associazione che si occupa del ripristino e della manutenzione della sentieristica locale.

Lo scopo dell’evento è quello di far conoscere le grandi bellezze di questo territorio, compresi anche i suoi prodotti tipici. La terza edizione è andata in scena il weekend del 17-18 settembre, una due giorni di fine estate che ha reso il tutto ancora più magico e gradevole. L’adesione è stata numerosa da tutte le regioni del Nord e Centro Italia e molti sono stati anche i partecipanti arrivati dalla vicina Svizzera.

Su due ruote

Il piacere di pedalare in questi territori è un sentimento profondo che i partecipanti del Melavì Valtellina Ebike Festival hanno potuto gustare per tutto il weekend. L’evento di apertura si è tenuto sabato con 200 bikers che tutti insieme hanno pedalato su un percorso di 35 chilometri che li ha portati a specchiarsi nel lago di Como. Un continuo serpeggiare tra borghi, vigneti, boschi e terrazze naturali. Nella giornata di domenica, invece, 150 persone sono andate alla scoperta delle valli laterali. Più precisamente sui percorsi del Parco delle Orobie e Via Priula e della Val Masino. Una giornata scandita da pause per godere del panorama e delle prelibatezze enogastronomiche di questa terra.

C’è stato anche spazio per un po’ di agonismo: infatti, un gruppo formato da 50 bikers si è messo alla prova su un percorso in stile enduro. Una trail experience che si è svolta sui sentieri della Val Gerola. Il tutto mentre a ridosso del centro storico di Morbegno, dove era allestito l’eBike Village, più di 4.000 persone, comprese tante famiglie, si sono alternate per visitare gli stand presenti, divertendosi nelle varie attività.

Gavazzi non molla, ma che fatica ripartire a quest’età…

11.11.2021
6 min
Salva

Mentre sono tutti tornati dalle ferie e trascinando le pedalate stanno riprendendo gli allenamenti, Francesco Gavazzi prepara la valigia per andare in vacanza. Domani. D’altra parte il valtellinese ha corso il Giro d’Italia Criterium a Dubai la settimana scorsa e un po’ di recupero prima di ripartire serve anche a lui.

«La cosa più importante a questo punto della storia – sorride – è staccare il meno possibile. Una volta facevo anche quattro settimane senza nemmeno guardarla, se lo facessi adesso mi riprenderei a luglio dell’anno prossimo. Ho corso l’ultima il 17 ottobre alla Veneto Classic, ho un po’ mollato, ma massimo due giorni di buco. Insomma, 3-4 uscite a settimana le ho sempre fatte. Poi dipende da quanta attività hai fatto durante la stagione. Ad esempio ripartire dopo il 2020 in cui abbiamo corso pochissimo è stato molto duro».

Ha corso fino alla Veneto Classic, poi ha partecipato al Giro d’Italia Criterium di Dubai. Qui con Sagan
Ha partecipato al Giro d’Italia Criterium di Dubai, qui a ruota di Sagan

Come Nibali

Gavazzi ha tre mesi più di Nibali e ha fatto sapere che la prossima potrebbe essere la sua ultima stagione. La curiosità a ben vedere è proprio quella di scoprire quanto sia difficile stare al passo coi più giovani.

«L’importante è correre, per me è più importante di allenarsi. E’ un fatto fisiologico – spiega – fino a 4-5 anni fa, le corse avevano uno schema preciso. Dopo un po’ di chilometri, magari anche 50 fatti a fiamma, andava via la fuga. A quel punto il gruppo si tranquillizzava e a fine corsa si andava di nuovo a tutta per giocarsi la gara. Oggi invece la fase di respiro dura sì e no mezz’ora. Si va più forte a metà corsa che alla fine, perché poi si vince con quello che ti è rimasto. E questo modo di fare è difficile allenarlo a casa. A meno che non fai come i belgi che in allenamento sono sempre in gara, ma ognuno ha le sue abitudini e deve farci i conti».

Brillantezza cercasi

Il tempo che passa non incide tanto sulla resistenza, quanto piuttosto sulla brillantezza e la facilità nel raggiungerla. Su questo c’è poco da fare se non rimboccarsi le maniche.

Le fasi centrali di corsa, dice Gavazzi, oggi sono molto più tirate dei finali
Le fasi centrali di corsa, dice Gavazzi, oggi sono molto più tirate dei finali

«Ricordo che una volta andavo in Australia a inizio stagione ed ero subito pronto, anche senza aver fatto chissà cosa. Magari adesso faccio le stesse ore, ma devo aumentare la qualità. Finché ero in Androni mi gestivo da solo, non avevo un preparatore. Invece alla Eolo-Kometa lavoro con Carlos Barredo, che ha corso fino a pochi anni fa, e ho fatto una quantità di lavori sulla brillantezza che non avevo mai visto in tutta la mia vita. Sono lavori che danno frutto, te ne accorgi subito».

Migliora il recupero

Sono temi di cui nelle squadre si parla, soprattutto se il tuo team manager si chiama Ivan Basso, è stato un… discreto corridore e ha ricordi piuttosto precisi di come si allenava.

Dopo tanti anni si scioglie la coppia Belletti-Gavazzi: «Manuel non aveva più testa per continuare» (foto Instagram)
Dopo tanti anni si scioglie la coppia Belletti-Gavazzi (foto Instagram)

«Parlavo di calendario con Ivan – dice infatti Gavazzi – e gli dicevo che quando correva lui, poteva permettersi di allenarsi a casa per un mese e di essere competitivo al rientro. Magari faceva tanto dietro moto o allenamenti a ritmo gara, che ora almeno nel mio caso non servono più. I watt sono quelli, ma il diverso modo di correre ha scardinato tante abitudini. Le corse sono diventate imprevedibili, non si capisce più molto. Una qualità che non scade invece è il recupero, se ci sono gare di resistenza vado anche meglio. All’ultimo Giro d’Italia, i giovani della squadra facevano più fatica di me a recuperare».

Tranquillo col peso

Non cambia per fortuna la predisposizione a restare magri, che poggia però su sane abitudini, come quella di andare comunque a farsi delle lunghe camminate, e la pratica di altri sport.

«Per mia fortuna – dice – il peso non è un grosso problema. Metto su 2-3 chili e li butto giù senza diventare matto. Mentre in corsa, nonostante le tante teorie nuove, cerco di rimanere legato alla tradizione. Si è provato a puntare su un’alimentazione solo liquida, ma non mi ha dato vantaggi e ho preferito rimanere fedele alla solita linea. Per cui in gara si comincia con rifornimenti solidi e solo alla fine si prendono zuccheri con gel o borracce».

Francesco Gavazzi
All’Androni aveva perso gli stimoli, soprattutto dopo il 2020 del Covid e qualche tensione di troppo
Francesco Gavazzi
All’Androni aveva perso gli stimoli, soprattutto dopo il 2020 del Covid e qualche tensione di troppo

Il ruolo della testa

C’è però un fronte… caldo, di cui si è parlato anche questa settimana ed è la testa. La capacità di starci con la grinta e l’entusiasmo di sempre.

«La testa fa tanto – ammette – e io l‘entusiasmo l’ho ritrovato quest’anno. Senza quello, addio! Ho fatto magari più fatica di altri anni, ma la testa ha tenuto duro. Se invece hai problemi, ti stacchi. Non ho problemi a dire che in Androni avevo perso un po’ di allegria, invece quest’anno aver corso senza pressione ha cambiato le cose. Dovevo dare una mano ai compagni, ho fatto bene il mio lavoro e intanto ho scoperto che non andavo piano. Mi è venuto il morale. Così dopo il Giro ho parlato con Basso e gli ho detto che un altro anno lo avrei fatto.

Il secondo posto di Guardia Sanframondi al Giro d’Italia è stato uno dei lampi più belli di Gavazzi nel 2021
Il secondo posto di Guardia Sanframondi al Giro d’Italia è stato uno dei lampi più belli di Gavazzi nel 2021

«Quello che ti dà l’indicazione che è tempo di smettere? Il fatto che di colpo fai fatica ad allenarti e fare la vita. Ho visto Belletti, di cui sono amico. E quando mi ha detto che avrebbe mollato, gli ho fatto i complimenti: era la scelta giusta. Io invece mi sento ancora addosso l’entusiasmo e ho scelto di continuare. Al 98 per cento però sarà l’ultimo anno. Sapete anche da cosa si capisce? Dal fatto che quelli che correvano con me sono tutti in ammiraglia e in gruppo arrivano ragazzini che non so come si chiamano. E poi ho due bimbi a casa e forse è arrivato il momento di passare più tempo con loro…».

Un sacco di patate

Perciò adesso si va in vacanza, una settimana a Lanzarote senza allontanarsi troppo, visti il Covid e il fatto che è meglio per i bambini. E poi si tratterà di ripartire.

«Magari non avrò acciacchi alla ripresa – sorride – ma per i primi giorni mi sentirò un sacco di patate. Andrò in giro sentendomi inadeguato. Poi, dopo questa prima fase, il corpo si ricorderà di quello che ha sempre fatto e potremo cominciare sul serio».

Valtellina Ebike Festival, pronto il programma

21.08.2021
3 min
Salva

Manca circa un mese alla seconda edizione del Valtellina Ebike Festival, importante evento dedicato alla mountain bike elettrica, in programma dal 18 al 19 settembre a Morbegno, in Valtellina. Gli organizzatori potranno contare sul supporto di MET Helmets che proprio a Morbegno ha la sua sede e che ricoprirà il ruolo di main sponsor della manifestazione.

https://www.youtube.com/watch?v=yuHsep3IDyo

Al sabato un tour all-mountain

L’iniziativa regina sarà il Festival Ride by Trek di sabato 19 settembre: un grande tour all-mountain che attraverserà vigneti, antichi borghi contadini, castelli e splendidi panorami che abbracciano la vallata fino al Lago di Como. Per rendere l’iniziativa fruibile dal maggior numero di persone sono stati pensati due percorsi che andranno fra loro a incrociarsi in più punti. Il primo, più facile, sarà principalmente su strade asfaltate o sterrate. Il secondo più impegnativo, prevederà il passaggio su sentieri di montagna, comunque mai estremi. Una soluzione volta a garantire un’esperienza divertente al professionista come all’appassionato di Mtb, oppure a chi vuole semplicemente vivere una bella giornata pedalando in compagnia dei propri amici. 

I sapori tipici… non potevano restare fuori dai giochi!
I sapori tipici… non potevano restare fuori dai giochi!

Anche un tour enogastronomico

La Valtellina è famosa, oltre che per le sue bellezze paesaggistiche, anche per il buon cibo. Proprio per questo motivo è stato previsto un self-guided tour su un percorso di 20 chilometri semplice e con poco dislivello. La bicicletta diventerà un semplice mezzo di trasporto tra quattro tappe enogastronomiche dove assaggiare i prodotti tipici del luogo. 

Per chi ama invece vivere emozioni forti sono invece in programma le attività E-Day Race, una gara all-mountain su un percorso di 40 chilometri, e la Trail Experience, un’escursione sui migliori sentieri enduro delle Alpi Orobie accompagnata delle guide locali di 360 Valtellina Bike.

Non solo alte quote, si potrà andare anche alla scoperta dei borghi
Non solo alte quote, si potrà andare anche alla scoperta dei borghi

Scoprire la Valtellina nascosta

Gli organizzatori del Valtellina Ebike Festival hanno previsto diverse opportunità per far scoprire angoli meno noti del loro territorio. Utilizzando le navette con partenza da Morbegno, si potranno visitare alcune valli laterali scegliendo le escursioni guidate by Schwalbe Val Gerola e Bitto, un tour che porta in alpeggio alla scoperta dei segreti della produzione di un formaggio dalla lavorazione antichissima, oppure Val Masino e Foresta Incantata, dove ci si inoltra in uno dei paradisi naturalistici più belli d’Italia e nel suo bosco secolare che ricorda i paesaggi delle fiabe.

Al Valtellina Ebike Festival, ogni tipologia di percorso… anche i più belli e panoramici
Al Valtellina Ebike Festival, ogni tipologia di percorso… anche i più belli e panoramici

L’eBike Village, cuore dell’evento

Punto di ritrovo per tutte le attività è l’eBike Village allestito nella grande piazza a ridosso del centro storico medievale di Morbegno. Qui si potranno noleggiare le e-mtb necessarie alle attività ma soprattutto visitare gli stand delle aziende espositrici, tra cui naturalmente MET Helmets, main sponsor dell’evento.

La manifestazione è sostenuta dalle più importanti istituzioni del territorio: Regione Lombardia, la Provincia di Sondrio, la Comunità Montana e il Comune di Morbegno, il BIM dell’Adda e da altri enti e fondazioni territoriali. Partner nella tracciatura dei percorsi è invece l’applicazione komoot.

Tutte le informazioni relative alle attività, al programma e alle modalità di iscrizione sono disponibili sul sito www.valtellinaebikefestival.com

Valtellina Ebike Festival MET

MET main sponsor del Valtellina Ebike Festival

24.03.2021
4 min
Salva

MET Helmets, azienda leader nella progettazione e produzione di caschi e dispositivi protettivi per il ciclismo, sarà main sponsor di Valtellina Ebike Festival. Un evento dedicato alla mountain bike elettrica in programma a Morbegno il 18 e 19 settembre. Proprio a Morbegno, nel cuore della Bassa Valtellina ha sede il quartier generale dell’azienda che ha voluto supportare gli organizzatori della manifestazione.

Programma ben definito

Tante le attività in programma, molte delle quali con limitazioni al numero dei partecipanti per garantire la sicurezza e la qualità dell’experience. L’evento principale della manifestazione sarà il Festival Ride: un grande giro all-mountain di 40 km su un percorso che attraversa antichi borghi, castelli medievali e vigneti terrazzati. Sullo sfondo, i panorami immensi che abbracciano la Valtellina e l’alto lago di Como. Dedicata agli spiriti liberi, la Trail Experience è un’escursione in stile enduro su single trail che prevede salite tecniche, passaggi rocciosi e tratti scorrevoli dove mollare i freni. Disponibili anche tour guidati nelle aree più iconiche della Bassa Valtellina. Fra questi ci sono la foresta di Val Masino oppure gli alpeggi di Val Gerola, dove si produce il formaggio Bitto, di fama internazionale.

MET Valtellina Ebike Festival panorama 1
Non mancheranno i tour guidati alla scoperta della Valtellina
MET Valtellina Ebike Festival panorama 1
Ci sarà anche la possibilità di effettuare dei tour guidati alla scoperta della Valtellina

C’è anche il giro da gustare

Tra le novità di questa seconda edizione possiamo segnalare il tour Gusto di Valtellina: un’escursione su un percorso semplicissimo (e con poco dislivello) capace di unire la spensieratezza di un tranquillo giro in bicicletta alla degustazione dei prodotti tipici valtellinesi, offerti in soste disposte lungo il tragitto. Il Valtellina Ebike Festival ospiterà inoltre una delle tappe principali dell’E-Day Race, una competizione cronometrata in stile all-mountain ideata da Pippo Marani, pioniere delle discipline bike-extreme e disegnatore di alcuni famosi percorsi downhill ed enduro.

Valtellina Ebike Festival Tour Gusto
Il tour Gusto permetterà di pedalare e mangiare allo stesso tempo
Valtellina Ebike Festival Tour Gusto
Il tour Gusto è dedicato a chi piace pedalare e scoprire i tesori enogastronomici locali

Massima attenzione alla sicurezza

Il fulcro della due giorni dedicata all’e-bike sarà il grande eBike Village dove sarà possibile poter vedere e testate i nuovi modelli di bici elettriche. L’area expo sarà posizionata a ridosso del centro storico medievale di Morbegno. Un modo in più per far vivere l’atmosfera di un luogo storico che ancora oggi mantiene una grande vitalità grazie a un dedalo di vicoli che ospitano ristoranti, vinerie e negozi d’artigianato. Dall’organizzazione assicurano che «Come lo scorso anno verrà posta grande attenzione alla sicurezza con la garanzia dei distanziamenti e l’introduzione di procedure specifiche per l’area del village».

Valtellina Ebike Festival Borghi
Non solo natura ma anche scoperta di borghi e cultura locale
Valtellina Ebike Festival Borghi
Valtellina Ebike Festival non è solo natura ma anche scoperta di borghi e cultura locale

Comitato no-profit

Il Valtellina Ebike Festival è un evento organizzato da un comitato promotore no-profit che vede la partecipazione di importanti attori locali: Mondo Ebike, uno dei più grandi store d’Italia dedicati alla bicicletta elettrica; Days Off, agenzia di outdoor marketing focalizzata su progetti turistici e sportivi; 360 Valtellina Bike, gruppo di ragazzi appassionati di montagna e di mountain-bike che si occupa del recupero e della manutenzione della sentieristica e punto di riferimento per la mountain-bike in Bassa Valtellina. La manifestazione è sostenuta da importanti istituzioni come Regione Lombardia, la Provincia di Sondrio, la Comunità Montana e il Comune di Morbegno e da altri enti territoriali.

Tadej Pogacar casco MET
Tadej Pogacar all’ultima Tirreno Adriatico con il casco MET
Tadej Pogacar casco MET
Tadej Pogacar all’ultima edizione della Tirreno Adriatico con il casco MET Trenta 3K Carbon

MET e il suo territorio

Come dicevamo all’inizio la manifestazione ha in MET Helmets il proprio main sponsor. L’azienda di Morbegno lo scorso anno ha conquistato il Tour grazie a Tadej Pogacar. Stiamo quindi parlando di un brand dal respiro e dalla visione internazionale. Nonostante questo non dimentica il proprio territorio e le proprie radici.

valtellinaebikefestival.com

met-helmets.com/it/