Canyon Aeroad CFR, meno prepotente rispetto al passato, ma solo in alcuni frangenti e nel lungo periodo, ovvero dopo tante ore di sella e metri di dislivello positivo. E’ una bici aero che rimane tale, una di quelle che non ha paura della salita, contesto dove con le ruote dal profilo medio sorprende per efficienza.
L’avantreno è stato migliorato (il livello era già eccellente). E’ più facile da guidare, sempre con un feeling diretto, meno violento, ma qui entra in gioco anche la customizzazione del manubrio. La disponibilità doppia della curva, semplice da montare è un aspetto che abbiamo apprezzato molto.
Aero non è un dettaglio
Anche l’ultima versione della Aeroad ha lasciato i compromessi in un cantone. Aggiornata e ammodernata, resa più efficace ed agile, ma la Aeroad resta una bici aerodinamica. La bici più veloce del circus? Questo è difficile dirlo, le variabili da considerare sono tante (le gambe in primis), ma di sicuro può fare la differenza nei termini tecnici.
A parità di taglia è stata alleggerita (quanto basta e senza perdere di efficienza) sfinata in alcune sezioni e aumentata nei volumi in altre parti. La testa della forcella è più muscolosa e la scatola del movimento centrale ha linee più decise. Il punto di inserzione degli obliqui al piantone è più rigido ed entrambi i foderi sono uniti da un blocco importante di carbonio. E’ stato cambiato il reggisella che beneficia di un maggiore numero di regolazioni. E’ cambiato il manubrio. Oltre alle sue peculiarità tecniche è decisamente più rigido nella parte dell’attacco manubrio.
La possibilità di cambiare la tipologia di curva è un aspetto tecnico da non sottovalutare. Non influisce sulla performance della bici (non in maniera diretta), ma piuttosto sul feeling che si genera in fase di impugnatura e di distribuzione dei pesi, soprattutto quando si è in presa ribassata.
Strada che sale, nessun problema
Inizia a soffrire quando le pendenze passano l’8% (al netto di quello che sì ha nelle gambe) e quando inevitabilmente la velocità scende in modo esponenziale. Normale per una bici aero concept, con la grande differenza (rispetto alla media delle bici aero) che la Aeroad CFR non è “pesante” sul retrotreno. Un grande vantaggio arriva proprio dal fatto che la bici ha una distribuzione ottimale dei pesi e della rigidità, fattore che gli permette di “non soffrire” un cambio di setting.
Quando la pendenza è intorno al 6% è decisamente veloce e composta, la sua rigidità si sente, in modo particolare quando ci si alza in piedi a spingere, rilanciare e tirare sul manubrio. Non è una bici per gli scalatori veri e propri, ma anche un corridore leggero ha la possibilità di sfruttarla. Con le pendenze citate tiene meglio la velocità, ad esempio rispetto ad una Ultimate CFR, ma è meno rapida nei cambi di andatura, dalle basse alle alte velocità. Quando l’andatura è elevata e si ha la forza di aumentare, la Aeroad è una fucilata.
Percorsi vallonati e discese
Saliscendi continui, ci si alza continuamente sui pedali. Si scende ed è fondamentale raggiungere la velocità ottimale e mantenerla, risparmiando qualche watt. Sorprende l’immediatezza in discesa, quando l’andatura è allegra e si cambia traiettoria in continuazione.
Una lama nel burro per precisione e anche per quella sicurezza che trasmette anche con le ruote alte ed è bene ricordare che è una bici aero. Si gestisce molto bene anche quando l’asfalto non è perfetto ed i tubeless rimangono 28 (posteriore), 25 l’anteriore (nulla di oversize).
L’importanza del manubrio
A nostro parere la configurazione con il flare è perfetta per la nuova Aeroad. E’ ampiamente utilizzabile da molti (le pieghe sono molto facili da sostituire) e permette anche di allargare il range di sfruttabilità del mezzo. L’apertura è regolabile, come per il manubrio classico. Noi abbiamo utilizzato una larghezza superiore di 37 centimetri, inferiore di 45 (tantissimo, con 4 centimetri di differenza per lato tra i manettini ed il terminale della curva). Cambia di molto anche la profondità. La Classic ha 130 millimetri, mentre la configurazione Aero di 105, ovvero 2,5 centimetri che influiscono in maniera esponenziale sulla presa, sugli appoggi e sull’aerodinamica della posizione in bici, ma anche su come si distribuiscono i pesi del corpo quando si è in posizione bassa.
Con il setting Aero la sensazione è quella di aggredire maggiormente l’avantreno della bici in ogni situazione. Al pari di una maggiore prontezza nel cambio di traiettoria c’è anche la possibilità di scaricare maggiormente l’articolazione dei polsi. Una larghezza ridotta a 37 centimetri nella sezione dei manettini può non essere immediata, perché obbliga a tenere chiuse le spalle ed i gomiti, ma una volta preso il giusto feeling risulta comoda e anche naturale. La presa stretta anche nella parte superiore influisce in modo positivo in salita quando ci si alza in piedi sui pedali e si “tira” sui manettini del cambio.
In conclusione
La piattaforma Aeroad continua a progredire ed è difficile non innamorarsi di una bici del genere. Aeroad è una di quelle biciclette che invita a spingere, è esigente, ma lo è meno rispetto alla generazione più anziana. Bici da agonista senza virgole. Il DNA corsaiolo lo si vede e lo si percepisce ogni volta che si apre il gas. Ogni componente è giusto per quello che deve esprimere la bici, in termini di concetto ed in fatto di resa tecnica, ma è doveroso sottolineare che anche con le ruote più basse la resa è ottimale (decisamente migliore se messa a confronto con il passato). Una maggiore versatilità del progetto legata ad una migliore distribuzione della rigidità.
Veloce come una aero bike, leggera e sprintosa anche in salita. Compatta e corta, con il suo tubo orizzontale che “pretende” una posizione molto caricata sulla sezione centrale della bici. Parola d’ordine efficienza, ma anche energie consumate a profusione. Quando si ha la gamba è goduria allo stato dell’arte ed invita costantemente a tenere la manetta aperta. Quando l’andatura è elevata lei aiuta a mantenerla tale, quando cala chiama il rilancio in piedi sui pedali.
E poi il prezzo ed il valore alla bilancia della bici in test (Aeroad CFR Di2): 10.249 euro di listino, non sono bruscolini, ma vale la pena fare un confronto con i competitors, a parità di categoria e di montaggio. 6,9 chilogrammi rilevati (taglia S e senza pedali), un peso ridotto per una bici aerodinamica nell’animo.