Podere San Giuseppe, un angolo di tranquillità da vivere in sella

05.04.2023
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In cima ad una collina, nel cuore della Toscana, sorge il Podere San Giuseppe. Un nido per ciclisti e amanti della natura che vogliono ricaricare le pile e godersi del tempo per sé, la propria famiglia o compagni di squadra. Situata nel Comune di Montalcino, la proprietà svetta dominando un panorama mozzafiato arricchito dalle strade bianche che ogni anno vengono animate dall’Eroica e dall’omonima corsa. Qui gastronomia, natura e sport si incontrano all’insegna di un’esperienza unica da vivere insieme alla propria bicicletta da corsa, Mtb o gravel che sia. Consociamo il Podere attraverso le parole del proprietario Gian Paolo Sandrinelli

Situato nel Comune di Montalcino il Podere si trova nel cuore della Toscana

Il Podere

«E’ un podere – spiega Sandrinelli – costruito nei primi anni del ‘900 in cima ad una collina nel Comune di Montalcino e intorno non c’è niente. Ci sono sette appartamenti. Ogni unità ha due camere matrimoniali e ognuna ha il bagno privato. Sono grandi e dotati di tuti i comfort. La struttura storica ha un parco privato dove ci sono due piscine che dominano il panorama. Un salone con una cucina comune dove si può mangiare tutti assieme e questo è comodo per le squadre che ci vengono a trovare

«La vista che ha questa struttura – afferma – è unica. E’ appunto in cima alla collina e non ha impedimenti a 360 gradi. Domina la Val d’Orcia, guarda verso Siena e Pienza che si vedono illuminate la notte».

Caratteristiche che rendono questi sette appartamenti una meta perfetta per chi vuole conoscere il cuore verace della Toscana. E’ possibile raggiungere le famose regioni vinicole e città pittoresche come Montalcino, Siena e Montepulciano. Le sorgenti termali sgorgano nell’ex piazza del paese di Bagno Vignoni. Il Parco Naturale della Maremma, con le più belle spiagge della Toscana meridionale, è raggiungibile in poco più di un’ora. E infine la vicina Firenze, culla del Rinascimento. 

Per la bici

Al Podere San Giuseppe la bici è di casa. Le strade sono libere dal traffico e immerse in terre uniche. E’ infatti possibile incontrare luoghi meravigliosi come Montalcino, Pienza, Bagno Vignoni raggiungendoli a colpi di pedale. 

Per gli amanti di questo sport, sono numerosi i percorsi adatti a tutte le esigenze e preparazioni. Chi sceglie questa meta si può rilassare facendo lunghe passeggiate in bicicletta nei percorsi immersi nel verde tra le colline senesi. Tratti misti di asfalto e sterrati tra oliveti, vigneti e morbide salite saranno gli scenari usuali delle escursioni in bicicletta. E’ inoltre possibile noleggiare presso punti convenzionati qualsiasi tipologia di bici. E se qualcuno ne avesse bisogno il Podere vanta collaborazioni con atleti ex professionisti del calibro di Alessandro Bertolini, Daniele Righi che accompagneranno i gruppi di ciclisti in esplorazione.

Le colline si perdono a vista d’occhio
Le colline si perdono a vista d’occhio

Arrivano i pro’

Il Podere San Giuseppe gode già di ospiti illustri che di ciclismo vivono e hanno “approvato” la struttura. «L’anno scorso – racconta Sandrinelli – è stato ospite qui da noi, Tiesj Benoot della Jumbo-Visma a fare un po’ di recupero dopo l’incidente di Livigno. Siamo stati meta anche di importanti aziende come Smith Optics, produttrice di occhiali da sole, maschere e caschi. In inverno abbiamo avuto il piacere di ospitare il team di Specialized e tutto l’entourage direttivo.

«Insomma, un posto meraviglioso dove si può fare attività fisica, fare riunioni in tranquillità, team building o ritiri per le squadre. Si adatta a tutte le tipologie di ospiti che si vogliono godere un periodo di tranquillità con la possibilità di pedalare e vivere queste colline.

«In occasione dell’Eroica – conclude – ospiteremo ad ottobre un team di professionisti, di cui al momento non si può fare il nome, che ha scelto Podere San Giuseppe per vivere questa esperienza sulle strade bianche. Un onore per noi».

Basta rilassarsi 

Sfogliando le pagine del sito online dove è possibile conoscere la struttura, si possono consultare anche i servizi che mette a disposizione la struttura. Tra questi ci sono attività di ogni genere.

A partire dalle degustazione enogastronomica con assaggi di ogni tipo, ad esempio una bruschetta con dell’ottimo olio biologico della Fattoria, dei formaggi pecorini tipici delle tradizioni locali ed un calice di buon vino come per esempio il Brunello, prodotto a pochi passi. 

Il Podere San Giuseppe offre ai suoi ospiti la possibilità di partecipare ad un corso di fotografia tenuto da un fotografo professionista, partner della struttura. Oppure un’esperienza yoga, per trascorrere l’intero periodo di soggiorno all’insegna della meditazione. E ancora, sono a disposizione 30 cavalli ben domati, ben allenati, ben curati, preparati con professionalità e passione per ogni livello di esperienza. Insomma, a chi sceglie Podere San Giuseppe come propria meta, una volta arrivati qui basta rilassarsi. 

PodereSanGiuseppe

A Montalcino la chiave dei dispiaceri di Covi

10.12.2021
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C’è stato un momento nella stagione 2021 di Alessandro Covi che l’ha bloccato. Forse sul momento lui non se ne è reso neanche conto, ma adesso parlandoci capisci che quel giorno al Giro, quando Schmid lo beffò sul traguardo di Montalcino, qualcosa s’è inceppato e magari se l’è portato dietro sino alla fine dell’anno con tutti quei piazzamenti.

«La sfiga non esiste – dice con un sorriso mezzo amaro – qualche errore l’avrò fatto. Le dinamiche di gara in cui sono arrivati i piazzamenti sono state tutte diverse, però ricordo bene che quel giorno a Montalcino mi venne il panico. Era bello essere lì a giocarsi la tappa, ma non ero convinto di me stesso e non conoscevo lui. Occasioni di giocarmi corse importanti con una volata a due non ne avevo avute tante, quindi di sicuro l’abitudine e la freddezza l’avevo persa. Sul momento mi è scocciato, ora se ci penso mi dico che poteva cambiarmi la carriera. Il secondo non se lo fila nessuno…».

La beffa di Montalcino ha bloccato la sua stagione: ma il 2022 sarà diverso
La beffa di Montalcino ha bloccato la sua stagione: ma il 2022 sarà diverso
Felline ieri ha parlato proprio di questo, dell’occasione che ti cambia la vita…

Non è un ragionamento sballato. Magari mi sbloccavo e avrei gestito diversamente lo Zoncolan, non arrivando terzo. Anche da under 23 capitava che ne vincessi una e poi le altre arrivassero in fila. Nel 2018 non mi riusciva di sbloccarmi, poi feci centro in Spagna e in Italia ne vinsi tre di fila, fra cui la Coppa Cicogna. Vincere a Montalcino mi sarebbe servito per avere più consapevolezza.

Si trova una lettura positiva ai tanti piazzamenti?

Il fatto di aver capito che se tutto va bene, posso giocarmi le corse. Ci metto sempre il massimo impegno, poi con l’esperienza e la maturazione fisica le cose verranno meglio da sé. Ricordo che quando passai professionista, riuscivo a spingere certi rapporti. Dopo il Giro d’Italia, la mia pedalata è diventata più facile. E a margine di tutto questo, è bello che la squadra mi dia il tempo per crescere. Ognuno ha il suo fisico e la sua testa.

I piazzamenti hanno spento il tuo buon umore?

No, perché sono sempre il solito Alessandro Covi, cui piace prendere le cose alla leggera.

Chissà se anche il risultato dello Zoncolan sarebbe cambiato se avesse vinto a Montalcino
Il risultato dello Zoncolan sarebbe cambiato se avesse vinto a Montalcino?
Con chi hai il miglior rapporto in squadra?

Con Ulissi, magari perché abbiamo condiviso la stanza al Giro d’Italia e anche perché è un grande maestro.

Quali sono gli obiettivi per il 2022?

La vittoria, mi piacerebbe tornare ad alzare le braccia al cielo e spero di farlo trovando la giusta condizione.

Come è fatto il tuo calendario dei sogni?

Mi piace l’Italia, inizierei da Laigueglia e farei tutto il calendario italiano. Intendiamoci, mi piace anche il Belgio, ma potendo scegliere starei volentieri qua.

Ulissi, qui in due sono insieme alla Veneto Classic, è il riferimento di Covi
Ulissi, qui in due sono insieme alla Veneto Classic, è il riferimento di Covi
Com’è essere compagno di squadra di Tadej Pogacar, che alla tua stessa età ha già vinto il mondo?

Lo guardo, ma c’è poco da fare se non riesco a spingere come lui. Ammiro il suo potenziale e la facilità. E poi mi piace perché vive tutto tranquillamente, non sente tanto la pressione. Non si fa troppe paturnie: se va bene okay, sennò va bene lo stesso.

La squadra farà il primo e unico ritiro a gennaio…

E io fino a quel momento starò a casa. Me ne resto tranquillo ad allenarmi, anche se fa un freddo cane. Magari un anno di questi si va fuori a cercare un sole più caldo.

Verso Montalcino, le ultime dagli sterrati e dai meccanici

19.05.2021
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E oggi si riparte. Dopo il giorno di riposo il Giro d’Italia affronta la super chiacchierata tappa Perugia-Montalcino, quella con gli sterrati. Incredibile come la Strade Bianche, che si tiene a marzo, abbia lanciato questo genere di percorso e di corsa. In tutto il mondo l’appeal è fortissimo.

E’ di ieri la notizia che in Belgio ci sia una sorta di rivolta popolare con la televisione di Stato perché abbia scelto di non trasmettere in chiaro il Giro d’Italia con un Evenepoel così in palla e tappe come quella in Toscana.

Quattro settori di sterrato

Ma davvero cosa ci possiamo attendere da questa tappa? Molto, sia dal punto di vista delle emozioni, che da quello paesaggistico, che ovviamente dal punto di vista strettamente agonistico.

Da Perugia a Montalcino i chilometri da affrontare sono 162 e di questi 35,1 sono su sterrato. Si concentrano dal chilometro 92, in località Torrenieri, al chilometro 153, quando il gruppo entrerà nell’abitato di Tavernelle. E anche il dislivello non manca, si superano i 3.000 metri e l’arrivo è in cima ad uno strappo. I 35 chilometri di sterrati si dividono in quattro settori. Il più lungo è il secondo (in apertura) e misura 13,5 chilometri.

Fondo perfetto

Dal Comitato di tappa giungono voci di un grande lavoro sulle strade. Alcuni settori, sono stati abbondantemente risistemati, come il primo. C’era un discesa un po’ dissestata e anche per non compromettere troppo il Giro (ricordiamo non è una classica di un giorno) si è “levigato” il fondo. Come? Prima con delle piccole ruspe a sistemare gli avvallamenti più importanti, poi con il riporto di molta “breccia” e infine con il rullo. Inoltre la pioggia della scorsa settimana è stata una vera manna in quanto ha compattato tutto. Si è pensato persino allo sfalcio dei rovi e dei cespugli ai lati per allargare la visuale. Insomma gli sterrati sono in ottime condizioni.

Montalcino poi si è vestita a festa. Come tutte le altre città del Giro, un suo monumento è stato illuminato di rosa, solo che qui si è andati oltre. Si sono addobbati persino i tipici cipressi. E poi i fiocchi per la città, gli eventi gravel e in e-bike di contorno che vanno avanti da settimane, la gara juniores di domenica scorsa vinta da Svrcek.

Gomme più robuste

Ma se questo è quello che succedeva a Montalcino, ieri nella zona di Perugia, dove soggiornavano le squadre, i meccanici lavoravano sodo, tuttavia meno del previsto. A quanto pare infatti, si è intervenuto quasi esclusivamente su ruote e gomme.

«Noi – ci ha detto Matteo Cornacchione meccanico della Ineos-Grenadiers di Bernal – utilizziamo le ruote Shimano Dura Ace da 40 o da 60 millimetri di profilo a seconda di ciò che vuole il corridore. L’unica cosa che abbiamo cambiato sono state le gomme: usiamo i tubolari Continental Rbx, cioè Roubaix, sempre da 25 millimetri. Semplicemente hanno una sponda e una carcassa più robuste. Li utilizziamo nelle classiche del Nord e abbiamo l’esperienza della Strade Bianche. Per il resto le bici sono totalmente identiche ad una tappa normale».

E dello stesso parere è anche Nazareno Berto, storico meccanico della carovana ed ora in forza alla Bardiani Csf Faizanè.

«Si è lavorato solo sulle ruote – dice Berto – I ragazzi useranno tubolari Pirelli da 28 millimetri, mentre di solito montiamo quelli da 25. L’unica differenza per gli sterrati è l’utilizzo delle ruote basse, che poi sono quelle da 30 millimetri le Deda Elementi SL30TDB, per tutti».

Eroica Juniores, indovinate un po’? Ha vinto Svrcek

16.05.2021
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Chissà se per un sentore o una premonizione, sta di fatto che di Martin Svrcek vi avevamo parlato ieri subito dopo aver presentato l’Eroica Juniores. Il ragazzo di Zilina, la stessa città di Peter Sagan, era rientrato da poco da un test sul percorso della nuova classica toscana e ci aveva raccontato che il percorso gli piaceva, perché era duro al punto giusto. E oggi, a distanza di 24 ore, come il miglior Sagan, lo slovacco si è preso la corsa in volata (in apertura premiato da Franceschelli, sindaco di Montalcino). 

Martin Svrcek in testa al gruppo sulla strada bianca
Martin Svrcek in testa al gruppo sulla strada bianca

Tempismo perfetto

Ha vinto battendo in volata Giulio Pellizzari dell’UC Foligno con il quale aveva preso il largo negli ultimi 30 chilometri di percorso.

«Sono molto felice – ha detto dopo l’arrivo – abbiamo messo nel mirino questa corsa da un mese ed è una vittoria da sogno. Appena è uscita la notizia, ho pensato di volerla vincere perché mi è subito sembrata una corsa importantissima. Ma non è stato facile vincere il duello con Pellizzari. Avevo notato la sua forza nelle corse precedenti e sapevo che mi avrebbe dato filo da torcere fino agli ultimi metri. A 3 chilometri dall’arrivo, ci siamo stretti la mano, perché ci siamo affrontati con grande lealtà. Sapevo di essere un po’ più veloce, dunque ho aspettato fin quasi al traguardo. Questa è la mia sesta vittoria stagionale, sto bene, avevo vinto anche ieri una cronometro di 18 chilometri a Cotignola. Dedico la vittoria a tutto il team e alla mia famiglia che è venuta qua a vedere la corsa».

Nicolò Severa della A.S. Roma-Coratti, sesto all’arrivo
Nicolò Severa della A.S. Roma-Coratti, sesto all’arrivo

L’onore delle armi

Pellizzari in effetti ci ha provato, ma alla fine c’è stato poco da reclamare, essendo stato battuto da uno dei corridori più in forma del gruppo.

«In effetti – ha detto – sono comunque soddisfatto per il secondo posto in una corsa che nasce già classica. Sapevo di essere battuto allo sprint, così ho provato a staccarlo lungo la salita finale, ma non sono riuscito».

La fuga a due si è sviluppata lungo il terzo settore di strada bianca, quello di Sesta, con i primi due che hanno respinto definitivamente gli inseguitori nel quarto ed ultimo settore di Argiano. Infine lo sprint lungo il basolato che porta all’arrivo di piazza del Popolo, il salotto più bello di Montalcino, ha premiato lo slovacco del Team Franco Ballerini.

Sul podio con il vincitore Martin Svrcek, il secondo Pellizzari e il terzo Romele
Sul podio con il vincitore Martin Svrcek, il secondo Pellizzari

In 73 al traguardo

I corridori al via sono stati 176, appena 73 quelli arrivati, come maschere di fango, nel cuore di Montalcino.

«Oggi abbiamo visto una gara di grande ciclismo – ha detto a caldo Giancarlo Brocci – interpretato da giovani bellissimi. Ma direi che tutti sono stati straordinari nell’impegno che hanno messo sin dalla partenza da Siena. Ecco la più bella gioventù».

Adesso a Montalcino è finalmente tutto pronto per accogliere il Giro d’Italia, ma la gara juniores è già entrata nel cuore e probabilmente diventerà una classica nel calendario degli juniores. Il primo assaggio non ha fatto che stuzzicare l’appetito di tutti. 

Eroica Juniores, domani nasce un’altra storia

15.05.2021
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Montalcino, per un mese capitale. Delle strade bianche, per le quali è un tempio naturale, ma anche e soprattutto della ripresa. Con gli amatori. Con i professionisti. E adesso anche con gli juniores. Domani si svolgerà la prima Eroica Juniores-Coppa Andrea Meneghelli, gara nazionale.

Accade che il sindaco vuole essere sicuro che funzioni tutto bene per l’arrivo del Giro d’Italia, mercoledì prossimo. E siccome la teoria non sempre riesce a suffragare la pratica, la cosa migliore magari è inventarsi un’altra corsa che dia continuità al maggio delle strade bianche. E perché allora non tirare dentro gli juniores, affinché scoprano un ciclismo da cui troppo spesso sono tenuti fuori?

«Il ciclismo – dice proprio Silvio Franceschelli, sindaco di Montalcino e presidente della Provincia di Siena – si sta dimostrando sempre più un asset di grande sviluppo che si aggiunge ad una eccellenza mondiale come il Brunello. La corsa juniores ci avvicina ad un mondo giovanile di grande interesse per il territorio soprattutto grazie al supporto di Eroica, che a Montalcino e in provincia di Siena offre delle opportunità straordinarie ed una visione del futuro che si basa su solidi radici culturali. Dopo soli tre giorni dal traguardo degli juniores, Montalcino ospiterà l’arrivo della tappa del Giro d’Italia che ritorna a regalare emozioni sulle strade bianche che anni fa fecero vivere agli appassionati una giornata di ciclismo indimenticabile».

Eroica Juniores 2021, ecco l’altimetria generale
Eroica Juniores 2021, ecco l’altimetria generale

Notizia bomba

Inutile dire che nell’ambiente la notizia sia deflagrata come una vera bomba. Il calendario nazionale scricchiola, le squadre sono costrette a trasformarsi in organizzatori, per cui avere in dono una nuova corsa e per di più di simile portata è stato accolto come una manna dal cielo. Nel giro di due settimane, sulle strade intorno Montalcino sono arrivate ammiraglie e giovani campioni, desiderosi di capire se quello che hanno letto a proposito delle sfide dei pro’ rispondesse a realtà. Hanno dovuto scegliere gomme e pressioni. E socchiudendo gli occhi avranno pensato di trovarsi al centro di un’arena infinitamente più grande rispetto a quelle cui sono abituati.

«Il percorso di gara – spiega Franco Rossi, presidente di Eroica Italia – insiste su un territorio che il mondo ci invidia. Si tratta infatti di 113 chilometri di bellezza assoluta. La gara è possibile grazie alla sensibilità dimostrata dall’intera provincia di Siena, attraverso l’impegno e il lavoro delle Istituzioni, a cominciare da Regione Toscana e dai comuni di Siena e Montalcino, dalle tante associazioni di volontariato. I ragazzi  gareggeranno su strade che dopo tre giorni ospiteranno la carovana rosa e che poi offriranno la scenografia a tanti cicloturisti e appassionati che verranno a pedalare in Terra Eroica. A cominciare da tutti quelli che già il 30 maggio saranno protagonisti di Eroica Montalcino».

Giro d’Italia 2010, a Montalcino, Cadel Evans porta la sua maglia iridata sul traguardo
Giro d’Italia 2010, a Montalcino, Evans porta la maglia iridata sul traguardo

Quattro settori

Il percorso, appunto. Come orografia impone, sarà molto ondulato, senza salite lunghe ma con numerosi strappi a volte anche ripidi. I tratti di strada bianca sono complessivamente quattro, per un totale di circa 25 chilometri. Si tratta di settori in perfette condizioni con fondo ben tenuto e battuto, ma la storia insegna che se dovesse piovere (le previsioni purtroppo dicono questo) il paradiso dei ciclisti potrebbe trasformarsi in breve nell’inferno, rendendo la conquista ancora più eroica.

Il ritrovo e la partenza avranno luogo alle 14 dalla Fortezza Medicea di Siena. La prima asperità arriva dopo 13 chilometri: una salita di poco meno di 3 chilometri con una pendenza media del 6 per cento e punte oltre il 10. Il primo tratto di strada bianca (La Piana) arriva al chilometro 27. Il secondo tratto è denominato Val di Cava e sono circa 6 chilometri impegnativi e nervoso. La corsa va avanti così, dentro e furi dai paesi, dentro e fuori dalle varie statali che attraversa. 

Eroica Juniores 2021, logo
Eroica Juniores 2021, logo

Lasciata Montalcino la strada scende verso Castelnuovo Dell’Abate dove i corridori troveranno il terzo tratto bianco: Sesta, per una lunghezza di 8 chilometri. La serie dei tratti di strada bianca si conclude al chilometro 94 con il settore di Argiano, lungo circa 6 chilometri. Finale impegnativo tornando verso Montalcino, quando da Tavernelle si inizia a salire per 5 chilometri con punte oltre il 10 per cento. Arrivo a Montalcino, in Piazza del Popolo intorno alle 17.

Trentasei le squadre iscritte da tutta Italia. Fra queste, ancora in pista la nazionale di ciclocross e la rappresentativa del Friuli Venezia Giulia.

Un brand che vola

Il nome Eroica è oggi un brand conosciuto in tutto il mondo. A seguire, ecco il calendario del 2021, suddiviso per le tre tipologie di manifestazione con cui l’evento si svolge.

Eroica Classic
24 aprileEroica South AfricaMontagu-Cape Winelands
23 maggioEroica JapanKita Karuizawa
30 maggioEroica MontalcinoMontalcino
4 settembreEroica LimburgValkenburg
12 settembreEroica CaliforniaCambria-California
3 ottobreL’EroicaGaiole in Chianti
17 ottobreEroica HispaniaHaro-La Rioja
Nova Eroica
24 aprileEroica South AfricaMontagu-Cape Winelands
17 luglioNova EroicaBuonconvento
11 settembreEroica CaliforniaCayucos-California
26 settembreNova Eroica SwitzerlandSion
Club Eroica
21 agostoEroica GermaniaRgeingau
4 settembreEroica DolomitiSan Candido

Passato e futuro

L’ultima battuta è per Giancarlo Brocci, colui che nella filosofia di Eroica ha sempre creduto, l’ha ideata ed ebbe la visione di estenderla ai professionisti. Fu dura convincerli, ma quando ci riuscì e i professionisti iniziarono a sfidarsi su quelle strade, lo scetticismo iniziale si trasformò in una sorta di scippo. Venne prima l’affiancamento dei due nomi, poi l’estromissione di Brocci dalla gara dei pro’.

«L’Eroica – spiega il medico senese – non ha mai voluto essere archeologia del ciclismo. E’ nata viva e proiettata al futuro perché subito si è legata alla salvaguardia delle ultime strade bianche, il meraviglioso terreno tecnico su cui oggi tutti sembrano collocare la linea di sviluppo. Eroica mirava a far riscoprire, oltre a strade polverose e marginali, il ciclismo grande, quello che aveva entusiasmato almeno due generazioni con racconti epici. Ma lo ha sempre fatto guardando al futuro, a cercare di trasmettere geni virtuosi di passione che stavano perdendosi».

Evans, ritorno a Montalcino: «Il mio ricordo più bello!»

06.05.2021
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Si capì subito che sarebbe stata una tappa fradicia d’acqua e fango, ma nessuno al via di quella tappa del 2010 era in grado di dare una dimensione alla lordura in cui i corridori si trovarono mettendo le ruote sul primo sterrato. Nibali era in maglia rosa, dopo la cronosquadre di Cuneo che aveva premiato la Liquigas, ma dopo i primi chilometri verso Montalcino i colori mutarono tutti in un grigio compatto. Il gruppo invece finì in brandelli. Anche la maglia iridata di Cadel Evans cambiò subito aspetto, mentre l’indole del guerriero australiano venne fuori di prepotenza.

Cadel Evans, sul podio della sua corsa in Australia, con Viviani che la vinse nel 2019
Cadel Evans, sul podio della sua corsa in Australia, con Viviani che la vinse nel 2019

Un intreccio di storie

Nella storia di quel giorno si intrecciarono le parabole di uomini destinati a entrare nei cuori. La scivolata di Scarponi, che tirò giù Nibali. Chi poteva immaginare che di lì a cinque anni, Michele avrebbe scortato il siciliano verso la maglia gialla e poi alla seconda rosa con quel gesto di impagabile fedeltà in Piemonte? La vittoria di Evans, campione del mondo destinato all’ennesima beffa al Giro e poi al Tour, alla vigilia del 2011 che gli avrebbe consegnato finalmente la maglia gialla. E la resurrezione di Basso, che di lì a poco avrebbe riconquistato la rosa dopo la squalifica e la faticosa rincorsa. Ma Evans quel giorno…

Nibali è in rosa ma cade. Arriverà a 2′ da Evans, Basso a 2’05”
Nibali è in rosa ma cade. Arriverà a 2′ da Evans, Basso a 2’05”

«Ho ancora le foto a casa – sorride – fu la mia vittoria più bella, più del mondiale e del Tour. Per vari motivi. Prima sul piano personale, perché quel giorno dovetti attingere a tutte le esperienze della mia carriera e concentrarle in una sola tappa. E poi fu indimenticabile per lo spettacolo che offrì. Sterrato. Brutto tempo. Cadute. Una corsa senza schemi. Una tappa che ha prodotto così tanti ricordi, che ancora adesso in certi giorni quando sono in bici, mi capita di pensarci».

Kappaò all’Aquila

Cadel vive ancora a Mendrisio e quando parte in bici, praticamente ogni giorno, la memoria va per forza al mondiale, dato che il circuito iridato del 2009 era già prima ed è ancora oggi il giardino dei suoi allenamenti. Il ciclismo c’è ancora, essendo un ambassador di Bmc. E difficilmente si perde le corse che contano. Il 19 maggio, quando il Giro tornerà proprio sugli sterrati di Montalcino, l’asutraliano sarà in Toscana con Bmc per un giro celebrativo. Partiranno da Saturnia, dove Andrea Gurayev ha allestito un hub per l’azienda svizzera in Toscana, e pedaleranno con l’amministratore delegato in persona fino al traguardo di tappa. Dove probabilmente Cadel sarà coinvolto nelle premiazioni.

Scarponi sarà quinto al traguardo a 1’01” da Evans
Scarponi sarà quinto al traguardo a 1’01” da Evans

«Quel giorno – sorride – pensai seriamente che finalmente avrei potuto vincere il Giro. Il giorno prima ero 16° in classifica, la sera mi ritrovai secondo dietro Vinokourov. Fu una bella botta per tanti corridori. Invece nella famosa tappa dell’Aquila mi svegliai con la febbre, partì la fuga e arrivai con 11 minuti. Giro addio. Anche se poi arrivai ancora secondo sullo Zoncolan e nella cronoscalata (Plan de Corones, ndr) e strappai il quinto posto finale».

La scuola del cross

Tra i suoi impegni c’è anche la corsa in Australia, la Cadel Evans Great Ocean Road, disputata per la prima volta nel 2015, che tornerà nel 2022 causa Covid. Fa un certo effetto parlare con lui e ricordare i suoi trascorsi da mountain biker, autentica mosca bianca in quegli anni, mentre oggi la regola vede campioni incrociare bici e strade diverse.

Cadel attacca e porta con sé Vinokourov. VIncerà con 2″ su Cunego e il kazako
Cadel attacca e porta con sé Vinokourov. VIncerà con 2″ su Cunego e il kazako

«Continuo ad andare in bici ogni giorno – dice – anche se non ho la forma per vincere una tappa al Giro. Se la vivi con passione da quando sei ragazzo, non c’è pericolo che ti stanchi di allenarti. Ho sempre creduto alla scuola della mountain bike, per quello che mi ha insegnato nei primi anni di carriera e che proprio quel giorno a Montalcino mi permise di fare la differenza. Io ero comodissimo in quella situazione e immagino che oggi lo sarebbero anche Sagan oppure, se ci fossero, Van de Poel e Pidcock. Forse non è per caso che già da un po’ di anni i talenti vengano fuori dal ciclocross e dalla mountain bike. Perché insegnano delle abilità diverse, quelle di cui c’è bisogno per saper fronteggiare ogni situazione».