Selleri, quale futuro per il Giro d’Italia U23?

09.12.2021
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Ci sono manovre che dall’esterno non si vedono, ma seppure silenziose spostano equilibri e destini. Organizzare corse in Italia non è un lavoro facile, per la burocrazia, per i pochi soldi e perché gli attori principali fagocitano risorse reinvestendole in minima parte a favore dell’attività. Quale futuro c’è per il ciclismo giovanile?

Se il modello fosse la francese Aso, basterebbe andare sul loro sito per rendersi conto che la stagione è composta da 24 eventi professionistici e 10 amatoriali. Il notevole giro di soldi generato dal Tour de France serve certamente per arricchirne i gestori, ma anche ad allargare la base del movimento. In Italia la sensazione è opposta. Così se il Gs Emilia di Adriano Amici è arroccato sulle sue corse e ne rileva altre per salvarle dalla chiusura, Rcs Sport adotta politiche differenti e ha il potere di captare risorse a scapito dei più piccoli.

Davanti al fatto che Aso organizzerà anche il Tour Femmes, parrebbe ora che l’azienda di Cairo abbia pensato di far suo il Giro Donne a partire dal 2023. Il Tour Femmes avrà un montepremi di 250.000 euro, che ne fanno la corsa femminile più ricca al mondo: il Giro Donne farà lo stesso, reinvestendo parte del budget nei premi?

La Sd Worx di Anna Van der Breggen sul podio del Giro Donne 2021: per il futuro la corsa interessa a RCS?
La Sd Worx vince il Giro Donne 2021: nel futuro c’è RCS?

Avanti per inerzia

Tra coloro che rischiano di fare le spese di questo andazzo, se la Federazione di Cordiano Dagnoni non metterà sul tavolo le giuste strategie, c’è anche il Giro d’Italia U23 di Marco Selleri e Marco Pavarini. E’ palese che l’uscita di scena di Renato Di Rocco e la mancata conferma di Davide Cassani sull’ammiraglia azzurra siano stati un duro colpo per la corsa vinta quest’anno da Juan Ayuso (foto Giro d’Italia U23 in apertura).

«L’asse Di Rocco-Cassani – racconta Selleri – era un supporto che ora è venuto a mancare. Davide ora c’è in maniera marginale, mentre prima si serviva del Giro per le sue osservazioni da tecnico, con un’azione a medio e lungo termine. Se fosse stato qui per arricchirsi, ci sarebbe ancora, ma è chiaro che abbiamo fatto tutto con estremo volontariato e andiamo avanti con l’inerzia di questi ultimi 5 anni.

«Abbiamo già la richiesta di 35 team stranieri, sanno che in Italia facciamo le cose per bene. Tuttavia senza risorse, non si va avanti. Non vogliamo fare la fine dell’amico Giancarlo Brocci, che per salvare il GiroBio diede fondo al suo patrimonio. Per questo credo che la Federazione debba fare qualcosa. Con il Giro d’Italia U23 stiamo risollevando il ciclismo italiano, ma se diventa una corsa da organizzare senza un lavoro di promozione a monte, allora temo che non si andrà lontano. Se non viene fuori nel giro di due anni un italiano che possa lottare per la maglia rosa dei pro’, temo che una bella fetta di pubblico comincerà ad allontanarsi…».

L’apporto di Cassani rimane, ma più defilato, non essendoci più l’interesse tecnico
L’apporto di Cassani rimane, ma più defilato, non essendoci più l’interesse tecnico

La svolta della diretta

Il contratto della società con la Federazione scadrà dopo l’edizione del 2022, a capo di cinque anni in cui il Giro è tornato a brillare di luce propria, affiancato dalle prove di Extra Giro che hanno consentito la ripresa del ciclismo in Italia in piena pandemia. E a margine, si fa per dire, la piccola società di Mordano ha organizzato gli ultimi campionati italiani e prima i mondiali di Imola, motivo di vanto per UCI e CIO, che la nostra Federazione deve e può rivendicare con orgoglio.

«E’ chiaro – spiega Selleri – che se scende in campo un colosso come Rcs, ogni contributo futuro, anche il più piccolo, lo danno a loro.  Ma quanto può resistere il sistema giovanile a queste condizioni? Ormai tutti vogliono essere pagati, per cui credo che la sola via per cui una corsa come la nostra diventi appetibile per sponsor più grandi è la possibilità che vada in diretta. Pagare la produzione televisiva ha dei costi importanti, si fa se le immagini fanno il giro per il mondo, altrimenti non ha tanto senso. Questi sono i discorsi che stiamo facendo con la Federazione, ma è chiaro che affinché tutto vada a regime nella loro macchina, passerà del tempo».

Marco Selleri è arrivato al Giro U23 dopo gli anni con il Giro delle Pesche Nettarine. Quale futuro per la corsa?
Marco Selleri è arrivato al Giro U23 dopo gli anni con il Giro delle Pesche Nettarine

E poi la gravel

Intanto il Giro d’Italia U23 del 2022 prende forma. Attraverserà cinque regioni, con una sola tappa per questa volta in Emilia Romagna. Il profilo scelto è di una certa durezza, ma bisognerà aspettare tutte le conferme per poterne ufficializzare il tracciato.

«Sarebbe bello poter fare un’edizione che parta dalla Puglia – dice Selleri – e risalga fino alla Romagna e poi una che parta dalla Calabria, ma è bene stare con i piedi per terra. Intanto però l’anno prossimo organizziamo anche una gara di gravel per i professionisti. Ho idea che se il movimento prende piede, darà la possibilità a tanti ragazzi rimasti senza squadra di trovare un altro sbocco, piuttosto che andare sulla mountain bike. Stiamo studiando i regolamenti, si farà ad Argenta, in provincia di Ferrara, ma ne parleremo al momento opportuno. Disilluso? No, ma sto prendendo atto di tante cose…».

Percorso Imola 2020

La favola di Imola, dai Mondiali al percorso permanente

11.09.2021
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Extragiro non resta con le mani in mano, anzi. I Mondiali di Imola dello scorso anno, non sono stati un punto di arrivo, ma di partenza e i Tricolori della scorsa estate un passaggio verso nuovi traguardi, verso un progetto che fa del percorso della rassegna iridata qualcosa in divenire, un’idea che va formandosi nel tempo e che è destinata a diventare un centro di aggregazione per tutti gli appassionati. Come? Attraverso un percorso permanente, un circuito che ogni appassionato potrà affrontare quando vorrà. Il circuito avrà sussidi sia cartacei che online, senza dimenticare la necessaria segnaletica stradale in fase di ultimazione.

Marco Pavarini aveva ben compreso già dopo la rassegna iridata come quel circuito meritasse un ulteriore step. Organizzatori e territorio hanno mostrato grande sensibilità, vista l’attenzione che si era meritato da parte dei cicloturisti. A dispetto di giornate che diventavano via via più fredde, tantissimi si riversavano su quelle strade in tenuta ciclistica per percorrerle, apprezzarle, imprimerle nella memoria. Non si poteva restar fermi, farne un Circuito Permanente era un obbligo.

Marco Pavarini, direttore generale di ExtraGiro e ideatore del percorso permanente ricavato dai Mondiali 2020
Marco Pavarini, direttore generale di ExtraGiro e ideatore del percorso permanente ricavato dai Mondiali 2020

Una promozione che deve andare avanti

Il tracciato è identico in tutto e per tutto a quello dei Mondiali anche se «quando non sarà possibile entrare nell’Autodromo – spiega Pavarini – si potrà tranquillamente bypassare, ma è un dettaglio di un progetto ad ampio raggio, che ha un obiettivo chiaro nel campo della promozione turistica del territorio garantendo quel qualcosa in più che potrà arrivare solo attraverso un impegno costante».

Questo è un aspetto non secondario. In Italia i percorsi permanenti sono tanti, al Nord come al Sud. Nella maggior parte dei casi, però, appena costruiti e inaugurati, messi su carta e aggiunti ai depliant messi a disposizione dei turisti, restano lì, inerti. Nel caso del percorso imolese non è così: è un work in progress, del quale Regione Emilia Romagna e Apt sono attori primari. «Noi dobbiamo farlo vivere – riprende Pavarini – coinvolgere il più possibile gli operatori turistici perché se ne facciano portavoce in tutto il mondo, inserirlo nella più ampia gamma di piattaforme digitali, farne un’idea che sia motore per altre idee».

Nuove gare in progettazione

Quelle idee che Pavarini ha già chiare nella testa: «Il percorso permanente non sarà statico ma dovrà evolversi con altri tratti. Ad esempio stiamo pensando a fare la stessa cosa con il tracciato dei Mondiali del 1968, quelli vinti da Adorni. Un percorso parzialmente diverso da quello del 2020 con la salita dei Tre Monti e questo è solo un esempio, si può evolvere con altri tratti, anzi si deve. Tutti hanno potuto ammirare in Tv la bellezza dei luoghi attraversati, ora chi ha guardato può diventare attore protagonista in quegli stessi luoghi».

Il percorso ha avuto una clamorosa affermazione agonistica prima con i Mondiali e poi con gli Italiani. Il suo impiego in gara non si ferma lì: «Ci sono altri progetti in cantiere, senza dimenticare che vi è transitato l’ultimo Giro U23 come anche il Rally di Romagna Mtb. Deve essere chiaro che questo circuito deve diventare un riferimento per il territorio e “del” territorio, qualcosa di identificativo e qualificante, per il quale si può sviluppare anche un impegno lavorativo a flusso continuo».

Alaphilippe Imola 2020
L’attacco decisivo di Julian Alaphilippe sulla salita di Gallisterna, un momento indelebile nella memoria
Alaphilippe Imola 2020
L’attacco decisivo di Julian Alaphilippe sulla salita di Gallisterna, un momento indelebile nella memoria

La presentazione in autunno

Un lavoro che va avanti, per il quale Pavarini pensa anche a un marchio di riferimento e che avrà i suoi prossimi passi in autunno, quando verrà presentato ufficialmente alla stampa e verrà lanciato anche un sito di riferimento. E’ anche attraverso iniziative come queste che i valori di un territorio diventano patrimonio comune e attrattiva globale.

ExtraGiro, i numeri di un successo organizzativo

11.08.2021
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Sono davvero incoraggianti e positivi i numeri economici del primo semestre 2021 di ExtraGiro. Il gruppo organizzativo negli ultimi dodici mesi ha letteralmente “messo in piedi”, come usa definirsi in gergo, grandi eventi ciclistici quali il Campionato del Mondo, il Giro d’Italia Giovani Under 23 e i recenti Campionati italiani in Emilia-Romagna. Tra l’altro, tutte manifestazioni sostenute dal riscontro unanime di istituzioni, partner, pubblico, team ed atleti. 

Ballerini in testa al gruppo al campionato italiano
Ballerini in testa al gruppo al campionato italiano

Due società, una squadra

Nuova Ciclistica Placci 2013 e Communication Clinic: che squadra! La realtà emiliano-romagnola, guidata dai direttori Marco Selleri e Marco Pavarini, ha dunque comunicato i risultati ottenuti. Numeri che confermano il trend di crescita in corso fin da inizio 2020, quando è avvenuto il lancio di ExtraGiro: un affiatato gruppo di lavoro che fonde la proficua collaborazione tra Nuova Ciclistica Placci 2013 e l’agenzia Communication Clinic. 

Di assoluto impatto, i numeri che raccontano i due mesi di attività organizzativa dal 19 aprile al 20 giugno. Solo in questo lasso di tempo sono state fatte: 19 giornate di gara, 29 villaggi di tappa, con un notevole impatto mediatico evidenziato dalle differite su Rai Sport, dalla diretta dei Campionati italiani su Rai 2, per un’audience televisiva reale di oltre 1.400.000 spettatori. Per quanto riguarda la comunicazione digitale, l’intensa programmazione di attività organica e pubblicitaria ha portato al coinvolgimento di ben 1.558.000 utenti online fidelizzati, oltre a 10.821.000 visualizzazioni degli eventi. 

Selleri (a sinistra), Pavarini (al centro) e Colbrelli (a destra)
Selleri (a sinistra), Pavarini (al centro) e Colbrelli (a destra)

Marco Pavarini, direttore di ExtraGiro

«Quelli che abbiamo avuto il piacere di analizzare – ha dichiarato Marco Pavarini, direttore di ExtraGiro – sono numeri molto chiari. Sono dati che danno il senso di un percorso di crescita e di un preciso modo di accompagnare partner e istituzioni che ci appoggiano verso il proprio obiettivo. Obiettivo che è la promozione di nuove istanze e territori attraverso lo sport. A partire dal 2017, quando abbiamo rilanciato il Giro d’Italia Giovani U23 dopo cinque anni di stop, abbiamo lavorato intensamente sulla capillarità della nostra comunicazione. Volevamo attivare connessioni strette con i nostri partner che hanno accettato con noi questa sfida e che in gran parte sono ancora al nostro fianco, non solo sugli eventi sportivi ma anche condividendo con noi progettualità importanti che vanno oltre l’aspetto agonistico».

L’inaugurazione della Ciclovia Food Valley in occasione della 4ª tappa del Giro U23
L’inaugurazione della Ciclovia Food Valley in occasione della 4ª tappa del Giro U23

Il ciclismo per i territori

Il ciclismo è uno straordinario veicolo di promozione per aziende e territori. Genera importanti ricadute sui territori toccati dalle manifestazioni per alberghi, ristoranti, distributori di carburante e tanti altri operatori economici. 

ExtraGiro nel primo semestre del 2021 ha attivato oltre 500 collaboratori, coinvolgendo 155 strutture alberghiere, 3.000 pasti distribuiti “on the road”, 12.000 litri di acqua “versata” e oltre 220.000 chilometri percorsi dai mezzi della carovana. Si stima che i Mondiali di ciclismo in Emilia-Romagna abbiano generato un indotto economico immediato di 4 milioni di euro, oltre alle enormi potenzialità di sviluppo in ambito ciclo turistico di percorsi fino a quel momento sconosciuti. Warm Up Ciclismo, a luglio 2020, in un periodo davvero difficile per le strutture ricettive, ha generato più di 1.600 presenze in hotel. Il Giro d’Italia U23 movimenta 600 persone per dieci giorni. Complessivamente, ExtraGiro somma 10.000 prenotazioni di posti letto all’anno, senza contare i pernottamenti gestiti in autonomia dal pubblico o dall’entourage dei team. 

Grandi sponsor per Extra Giro, flotta Suzuki per i loro eventi
Grandi sponsor per Extra Giro, flotta Suzuki per i loro eventi

Dynamo Camp e AIDO

Non mancano poi i risvolti sociali dell’attività di ExtraGiro. Grazie al Giro d’Italia Under 23 sostiene il progetto 2 Milioni + di KM, ideato da Bikevo e dal suo fondatore Max Morocutti. Gli oltre 216.000 chilometri totalizzati dai 176 atleti in gara, infatti, finiranno nel contatore del progetto e da lì verso la solidarietà a Dynamo Camp e alle iniziative della Federciclismo per i giovanissimi. Il Giro d’Italia Giovani Under 23 è anche un capitolo importante del Bilancio sociale annuale di AIDO, l’associazione italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule, perché gli eventi sportivi sono anche occasione importante per allargare il bacino dei portatori d’interesse delle importanti campagne che i partner di ExtraGiro sostengono e portano avanti con vigore.

ExtraGiro

Pavarini: «Nel futuro di ExtraGiro non solo le gare»

30.07.2021
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Dici ExtraGiro e subito pensi al Campionato mondiale di Imola 2020. Oppure alla prima gara, Warm Up, che ha siglato il ritorno alle competizioni dopo il lockdown. O ancora al Giro U23… Ma non ci sono più solo le corse nei progetti di Marco Pavarini, bensì emerge anche una forte sensibilità nei confronti del territorio e un nuovo modo d’interpretare la bici (e le sue potenzialità) su cui la sua società, Clinic4, sta riversando grandi energie.

ExtraGiro è ormai un grande gruppo organizzativo, che trova in Marco Pavarini, appunto, e Marco Selleri i loro leader. Eppure questo team così dinamico, così forte, viaggia verso una decisa evoluzione.

Marco Pavarini, direttore generale di ExtraGiro
Marco Pavarini, direttore generale di ExtraGiro

Un lavoro mostruoso

Con Pavarini si parte da quanto fatto in questi ultimi anni. Recenti numeri hanno mostrato una mole pazzesca di lavoro solo nell’ultimo semestre: 19 giornate di gara, 29 villaggi di tappa, oltre 500 collaboratori, 3.000 pasti e 12.000 litri di acqua distribuiti “on the road” e oltre 220.000 chilometri percorsi dai mezzi della carovana.

«Quest’ultimo anno – racconta Pavarini – è stato un vero tour de force. Ma ci eravamo posti degli obiettivi, come far tornare a correre i ragazzi, e li abbiamo raggiunti. Farlo è stato come cavalcare un vero fiume in piena! In 11 mesi abbiamo organizzato 40 giorni di gara. Se pensate che ogni giorno di competizione richiede un arco lavoro di circa un mese…

«E’ nell’indole umana tendere a dimenticare le cose brutte e forse non ci ricordiamo bene come eravamo messi un anno fa: incertezze, Dpcm, chi doveva esserci e poi non c’era… Ciò nonostante abbiamo organizzato, tra le altre cose, due Giri U23, un mondiale, un campionato italiano. Adesso abbiamo bisogno di rifiatare un po’».

Pavarini parla della grande difficoltà che c’è ad organizzare in Italia. Delle complicate relazioni con le amministrazioni locali, dei tanti dubbi, della necessità di garantire la sicurezza totale, di quanto sia complicato ottenere la chiusura delle strade.

«Una gara dovrebbe essere una festa, sempre. Noi abbiamo dimostrato, credo, che si possono fare le cose fatte bene anche in emergenza».

Ganna alla partenza della crono tricolore dello scorso giugno
Ganna alla partenza della crono tricolore dello scorso giugno

«Nulla è scontato»

«Sul lato agonistico – riprende Pavarini – dobbiamo capire come il sistema vuol leggere le gare e vedere come la Federazione vuole impostare il lavoro. Noi, per quanto riguarda il Giro U23, abbiamo ancora un accordo di un anno. E’ un lavoro che ci piace ma dobbiamo capire dove e come muoverci. Dopo cinque anni, molti volontari non ci sono più. Sono ruoli che andrebbero “professionalizzati”. Tante figure o ce le hai o le devi formare e non è facile. Per 170 atleti che corrono al Giro U23 ci sono 400 persone che vi lavorano dietro. Noi vogliamo organizzare, ci piace farlo, ma vogliamo farlo nel modo giusto… e col nostro stile. Diciamo che per il futuro nulla è scontato».

I gruppi organizzativi in Italia non sono molti. Il maggiore è Rcs, una corazzata in confronto ad ExtraGiro o alle gare che fanno capo al Gs Emilia per intenderci. In ExtraGiro la formazione del personale è centrale. L’idea è di dare un lavoro certo a chi fa parte dell’organizzazione e di determinati progetti.  Non deve esserci il volontario di turno per capirci che non ha certezze sul proprio futuro o il pensionato. E quando si ha del personale qualificato, i risultati si vedono. E in tal senso, lo possiamo confermare anche in prima persona, il Giro U23 è stata la cartina tornasole: una macchina organizzativa pressoché perfetta, ma anche dinamica (curatissimo “l’ufficio”, in sella lato della parola, mediatico).

Obiettivo: migliorare l’uso quotidiano della bici (foto Bike Italy)
Obiettivo: migliorare l’uso quotidiano della bici (foto Bike Italy)

Verso il futuro

E allora come si potrà evolvere Extragiro?

«Stiamo guardando molto a progetti in cui la bici sia al centro di tutto. Con la mia agenzia per esempio, abbiamo fatto uno studio dal quale è emerso che il 60-70% dei lavoratori ha un tragitto casa-lavoro sui 5 chilometri, al massimo 8. Una distanza che addirittura scende a 3 chilometri in Veneto. Ecco, noi vorremmo cercare di cambiare tutto ciò. Vorremmo che almeno il 50% di queste persone anziché prendere la macchina prendessero la bici».

Certo non è facile, si tratta di un progetto molto ampio.

«Noi ci rivolgiamo – spiega Pavarini – a due soggetti principali: le aziende e le amministrazioni. E’ una sfida molto importante ma che abbiamo già iniziato e per la quale servono persone ad hoc, come degli ingegneri. Per esempio abbiamo formato dei mobility manager. Abbiamo fatto due corsi di formazione, abbiamo affiancato i comuni per quel che riguarda in toto le piste ciclabili: mappatura, segnaletica, come poterle migliorare… E lo stesso abbiamo fatto con le aziende per conoscere le abitudini dei personali: come si muovono i dipendenti per andare a lavoro? E’ un progetto anche culturale. Per esempio con Zucchetti abbiamo sviluppato un software in cui vengono monitorati i chilometri fatti in sella, il risparmio di Co2 emessa, le prenotazioni di una bici… Come si fa con le flotte delle auto a noleggio».

L’inaugurazione della Ciclovia Food Valley in occasione della 4ª tappa del Giro U23
L’inaugurazione della Ciclovia Food Valley in occasione della 4ª tappa del Giro U23

Mobilità sostenibile e gare

A questo punto siamo noi che facciamo mente locale e ripensiamo in particolare al giorno della crono di Sorbolo Mezzani-Guastalla al Giro U23. Quel giorno, prima del via, venne inaugurata la ciclabile Food Valley Bike. Vi fu anche un banchetto con prodotti locali. E la gara transitò sulla stessa pista poche ore dopo. Durante il Giro U23 si è partiti presso aziende legate al territorio e altre alla bici, si è toccato punti turistici meno noti… ecco che tutto improvvisamente diventa più chiaro. La bici, anche quella agonistica, può veicolare il territorio e una certa cultura anche nella mobilità. Un qualcosa che fino a quel momento si era percepito inconsciamente, ma che adesso trova una sua “concretezza”.

«Beh mi fa piacere lo abbiate notato – conclude Pavarini – quello fu un buon “prodotto”, un giorno importante: usare il ciclismo agonistico per promuovere una ciclabile. Ma tutto ciò non basta. Gli devi dare continuità, per questo è importante avere personale formato, amministrazioni e aziende consapevoli. Insomma non vorremmo che passata la settimana europea della mobilità sostenibile in cui tutti fanno i bravi, poi si torna in macchina come niente fosse».

Si torna a Imola per il tricolore: tre crono e strada pro’

15.06.2021
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Ritorno a Imola, a casa degli organizzatori della Nuova Placci, che fanno capo a Marco Selleri e Marco Pavarini, che negli ultimi dieci mesi hanno organizzato la ripresa delle corse con Extra Giro 2020, la prima corsa a tappe con il Giro U23 del 2020, il mondiale, sette corse in nove giorni nella recente primavera, il Giro d’Italia U23 del 2021 e da venerdì a domenica i campionati italiani: crono per donne junior, donne elite e uomini elite; strada per gli uomini elite. Trattandosi di organizzatori che non lo fanno di mestiere, si capisce bene che lo sforzo sia notevole. Soprattutto in una fase storica in cui anche solo per prendere dei contributi pubblici regolarmente assegnati c’è da continuare a produrre documenti, anche oltre quelli richiesti al momento dell’erogazione.

«Al punto che due settimane prima del Giro d’Italia U23 – dice Selleri con una punta di amarezza – ci siamo guardati e ci siamo chiesti se davvero valesse la pena partire. Siamo arrivati per gradi a questo livello, ogni anno sono aumentati l’impegno e le nostre competenze. Le risorse sono sempre le stesse e si passa più tempo a risolvere problemi che ad organizzare, rendere migliore il prodotto, cercare nuovi sponsor. Il mondiale non è ancora chiuso e questo ha fatto sì che ci sia mancata la liquidità per lavorare al resto. Perciò adesso siamo concentrati su campionati italiani, poi domenica sera tireremo una bella riga».

Cambio di passo

Due giorni di gara: le crono venerdì, la gara su strada domenica. Le prime a Faenza, le seconde da Bellaria a Imola, su quel circuito finale dei mondiali già collaudato con le salite di Mazzolano e Gallisterna (foto di apertura) che hanno consentito ad Alaphilippe e prima ancora ad Anna van der Breggen di conquistare il simbolo iridato che rimetteranno in palio a settembre sulle stradine di Leuven.

La gara su strada degli uomini presenta un dislivello importante di 3.677 metri concentrati in 225,9 chilometri. Percorso tosto e temperature che si annunciano torride.

Il via dalla riviera romagnola, poi via verso Faenza e da Brisighella prima scalata verso Monticino, per poi affrontare la Gallisterna ed entrare per il primo passaggio nell’autodromo. Di qui, si faranno quattro giri del circuito che comprenderà anche la salita di Mazzolano.

Mazzolano e Gallisterna, già salite simbolo dei mondiali 2020
La salita di Mazzolano, la prima nel circuito dei pro’, che ricalca in parte quello dei mondiali
La Gallisterna, salita ben nota per aver deciso i mondiali del 2020

Strade chiuse

Farà molto caldo, Selleri lo conferma. Così come conferma che dal primo giugno è possibile la presenza di pubblico agli eventi sportivi all’aperto, purché si ricorra alle mascherine. Pare che a Castelfranco Veneto, per l’arrivo dell’ultima tappa del Giro dp’Italia U23, ci fosse un pubblico all’altezza delle più grandi gare dei professionisti.

«E’ tutto pronto – dice Selleri – anche se potrò dirlo davvero quando anche l’ultima gara sarà partita. Dal punto di vista delle garanzie sul percorso, non cambia nulla rispetto al mondiale. Invece la situazione è molto più semplice dal punto di vista della circolazione. Per i mondiali dovemmo chiudere le strade dalla tale ora del mattino e fino a sera, per i campionati italiani, si aspetta il fine corsa e si riapre alla circolazione. Di fatto ci sarà chiusura ogni 20 minuti circa, come per una qualunque corsa in linea».

Crono torride

Le crono, si diceva, partono e arrivano a Faenza. Diciamo che è abbastanza insolito questo sparpaglio di categorie sul territorio nazionale, per cui sarà la Toscana sabato ad ospitare la prova su strada degli U23, mentre le donne elite, che venerdì si giocano la crono a Faenza, dovranno poi scendere ad Alberobello per la prova su strada. Questioni certamente di budget, di cui fanno le spese però spettatori e atleti. Non necessariamente in quest’ordine.

Le donne elite corrono sulla distanza di 33,3 chilometri, con due salitelle: Rocca di Poggiolo e Cima Sabbioni. Le donne junior avranno un percorso appena vallonato, mentre gli uomini elite si misureranno su una distanza importante, 45,7 chilometri, le stesse salite delle donne elite più quella di via Agello. Se il caldo sarà all’altezza delle previsioni, anche la crono sarà una prova a sfinimento.

ExtraGiro, officina 2.0 di progetti ciclistici

20.04.2021
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La mission moderna di ExtraGiro è in continua evoluzione. L’obiettivo di migliorarsi come gruppo organizzativo – alzando ulteriormente un’asticella già molto alta – va di pari passo con quello di tracciare una linea ben precisa (non solo verso i competitor e le istituzioni) per allestire corse sempre più valide sotto ogni punto di vista. Insomma, vogliono essere una società organizzatrice da cui prendere spunto e perché no, a cui chiedere consigli o assistenza

Questo spirito piuttosto rivoluzionario esce dal mix tra Marco Selleri – nativo di Mordano, presidente della Nuova Ciclistica Placci 2013 – e Marco Pavarini – parmigiano, manager di una agenzia di comunicazione, marketing ed eventi – che si sono conosciuti nel 2016 riportando in auge il Giro d’Italia U23 (in apertura Pavarini con Pidcock, ultima maglia rosa). Entrambi sono direttori generali di ExtraGiro, officina 2.0 di progetti ciclistici nata nel 2020.

Il Giro d’Italia U23 del 2020 partiva da Urbino: grande cornice (foto Isola)
Il Giro d’Italia U23 del 2020 partiva da Urbino: grande cornice (foto Isola)

Coppia pefetta

La loro sintonia è perfetta: Selleri, già deus ex machina del Giro delle Pesche Nettarine, si occupa della parte tecnica delle gare, mentre Pavarini, che alle spalle ha esperienze in grandi aziende, di quella manageriale.

Le loro creature sono tutte votate al ciclismo giovanile: «Sì – spiega subito Selleri – quella è la spina dorsale di tutto il movimento. Per diventare professionisti bisogna prima essere passati dalle categorie inferiori e averci gareggiato. E quindi aver avuto gente che ti organizzava le gare».

GIlberto Cani è una grande risorsa per le attività di ExtraGiro (foto Isola)
GIlberto Cani è una grande risorsa per le attività di ExtraGiro (foto Isola)
Selleri da dove iniziamo a spiegare come nascono le vostre corse?

Partiamo dal presupposto che tutto il ciclismo, anche quello dei giovani, si è globalizzato. Il livello qualitativo dei corridori si è alzato e pertanto bisogna fare gare all’altezza, senza tralasciare nulla. Ormai non te lo puoi più permettere perché hai sempre più obblighi e forti rigidità da parte di Prefetture e Questure. Talvolta abbiamo bisogno letteralmente di un esercito. Vi faccio un esempio pratico: per la prima tappa a Riccione del Giro di Romagna (22-25 aprile, ndr) dobbiamo coinvolgere 51 persone in 3,6 chilometri di trasferimento. Figuratevi per un percorso di gara. Sono un paladino della sicurezza, ma così rischiamo di pagare dazio se non cambiano un po’ di cose.

Cosa intendi?

Dobbiamo formare le persone e avere più supporto dalla Federazione, che potrebbe chiedere aiuto a sua volta al Coni e alle istituzioni governative. E’ tanto tempo che suggerisco alla Fci che noi organizzatori dobbiamo trovarci ad un tavolo e trovare un’intesa perché andando avanti si rischia che non bastino più le Amministrazioni comunali, gli sponsor e i volontari, che in ogni caso ci costano e che comunque vanno istruiti e aggiornati a dovere.

Le mele e in genere la frutta sono una presenza fissa nei villaggi ExtraGiro (foto Isola)
Le mele e in genere la frutta sono una presenza fissa nei villaggi ExtraGiro (foto Isola)
In pratica voi di ExtraGiro vi fate portavoce anche per conto delle altre società organizzatrici.

Esattamente, vogliamo che cambi qualcosa. Non solo che salga il livello delle gare giovanili in Italia, ma che possa essere snellita anche un po’ di burocrazia. A tal proposito voglio ringraziare Gilberto Cani, un nostro collaboratore che si occupa di viabilità e dei rapporti istituzionali che gode di grande pazienza, ma che sta rischiando di andare in tilt.

Le soddisfazioni però ci sono, non ultima lo scorso mondiale di Imola organizzato in tempo-zero.

Ti dirò che a me non interessa avere la palma del miglior organizzatore. Quelli della rassegna iridata sono stati 21 giorni vissuti tutti d’un fiato. Basti pensare che Pavarini, che si occupava di altre problematiche, l’ho sentito solo una volta al telefono, per dire quanto siamo ben rodati. La mia soddisfazione più grande è sempre alla fine di una gara quando so per certo che non ci sono stati problemi e che nessuno, corridori, staff o addetti alla gara, si sia fatto male.

Marco, stavi per aggiungere qualcosa d’altro?

Sì. Hanno appena completato una pista ciclabile da Mordano a Castel del Rio lunga ben 43 chilometri che costeggia il Santerno e che prevede alcuni guadi tutti in sicurezza. Bene la sera del 7 agosto ci occuperemo della inaugurazione organizzando la Alé-Pedalata delle stelle, visto che sarà periodo di stelle cadenti, dotando le bici di luci. Ma vi darò maggiori dettagli più avanti.

Alessia Piccolo e la sua Alé sono grande supporto per Selleri e Pavarini (foto Isola)
Alessia Piccolo e la sua Alé sono grande supporto per Selleri e Pavarini (foto Isola)
Cambiamo interlocutore, ecco Pavarini, che prima è stato chiamato in causa proprio da Selleri. Cosa ne pensi di questa avventura nel ciclismo? 

In questi cinque anni abbiamo fatto cose straordinarie, il recente albo d’oro del Giro d’Italia U23 e delle altre nostre gare lo testimonia. L’anno scorso poi, dopo il lockdown, abbiamo preso il coraggio a quattro mani e abbiamo allestito le gare all’autodromo di Imola. In questo lasso di tempo abbiamo bruciato le tappe, abbiamo aumentato lo spettacolo e la sicurezza, però non basta.

Cosa c’è da fare ancora?

Ciò che ha detto Selleri, la Federciclismo deve interessarsi a fare formazione del personale, perché il volontariato ne risente se c’è sempre più complessità dietro ad una gara. Bisogna abbassare certi costi. Purtroppo il ciclismo, a parte i grandissimi eventi come il Giro d’Italia o qualche altro rarissimo esempio, non si è mai dotato di professionalità, perché è ancora uno sport povero che vive di sponsor amici o locali. Non sempre basta scendere dalla bici per essere professionista anche nell’organizzazione delle gare.

Obiettivi da condividere?

La nostra missione è stimolare anche gli altri organizzatori, che bisogna avere una visione un po’ più imprenditoriale. Ad esempio ci fa piacere che Pozzato, col suo staff, abbia preso un po’ spunto da noi per organizzare lo scorso campionato italiano e le loro prossime nuove gare. Così come noi ci guardiamo attorno per migliorarci, non bisogna essere gelosi o invidiosi degli altri perché ne guadagneremmo tutti.

Sembra che ci stiate riuscendo, ma non pare facile. Cosa ti ha portato ad entrare in questo mondo?

Me lo hanno chiesto 5/6 anni fa, mi piaceva lo spirito e questo senso di comunità. Dal punto di vista lavorativo ci ho sempre visto delle potenzialità inespresse. Andava svecchiata la comunicazione del ciclismo, che è un veicolo favoloso per il marketing digitale e per la promozione del territorio.

Davide Cassani è per Marco Selleri una grande ispirazione (foto Isola)
Davide Cassani è per Marco Selleri una grande ispirazione (foto Isola)
A tal proposito avete anche creato delle iniziative e delle app dedicate.

Sì, ad esempio abbiamo ideato la MDD, ovvero il Museo Digitale Diffuso del Ciclismo Italiano che in pratica è una guida interattiva che ti descrive, mentre ti trovi in giro per il nostro Paese, se in quel posto o zona c’è stato un avvenimento di ciclismo. Il sito e la app sono divisi per protagonisti, squadre, decadi o luoghi del ciclismo. Ed è in continuo sviluppo.

Quindi le soddisfazioni ci sono.

Certo, ovvio che ci sia il lato positivo delle cose anche se dobbiamo iniziare a divertirci di più organizzando gare. La nostra soddisfazione è trasmettere energia positiva, che gli altri ci vengano a chiedere suggerimenti o aiuti. Noi siamo disponibili.

Filippo Ganna, Marco Selleri, crono iridata, Imola 2020

Un caffè con Selleri, il re di Imola

24.09.2020
4 min
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Comincia tutto il 27 agosto. Davide Cassani si presenta davanti a Marco Selleri, lo guarda e spara.

Cosa facciamo col mondiale?
Vai pure avanti!

L’assenso di Selleri era ciò che mancava, il piano Imola 2020 si mette in moto. Di lì a dieci giorni l’Uci annuncerà la cancellazione dei mondiali di Martigny, ma che qualcosa non andasse si era capito da un pezzo. L’Autodromo Enzo Ferrari ha già ospitato Extra Giro, l’insieme delle manifestazioni messe in strada a fine luglio dalla Nuova Placci Srl di Marco Selleri e Marco Pavarini, che sta ora lavorando al Giro d’Italia U23. L’ipotesi di organizzare un mondiale gli sembra enorme, ma Selleri è uomo concreto e accetta la sfida.  Ma chi è questo romagnolo così schietto e cocciuto? 

Presentazione mondiali, Pavarini, Di Rocco
Alla presentazione del mondiale, Pavarini e Di Rocco e dietro Adorni
Presentazione mondiali, Pavarini, Di Rocco, Bonaccini
Alla presentazione del mondiale a Castel San Pietro, Pavarini, Di Rocco e Bonaccini
Prendiamo un caffè, ti va? Così ci spieghi questa stagione straordinaria…

Un caffè ci vuole proprio. Stagione dovuta al Covid, ovviamente inaspettato. Come inaspettata e coraggiosa è stata la ripartenza a luglio. Mi è entrato in testa il motto dei bergamaschi “mola mia” e ho scelto di non mollare. E’ stato importante per il territorio, per rivitalizzare le strutture ricettive ed è diventato uno stimolo eccezionale.

Perché proprio tu?

Qualcuno doveva fare qualcosa, destinare nel modo giusto la dose di follia. E’ il destino della grande passione, ma accettare la sfida iridata con venti giorni di preavviso è stato un bell’azzardo.

Che cosa hai fatto appena hai saputo?

Sono andato da Nino Ceroni, che ormai ha 93 anni e organizzò il mondiale di Imola 1968 vinto da Vittorio Adorni. Ci siamo confrontati e mi ha dato delle ottime idee. L’autodromo può diventare una palestra di ciclismo.

Una sfida che arriva a capo di un periodo tirato.

Abbiamo cancellato il Giro di Romagna per difficoltà amministrative. Abbiamo spostato il Giro d’Italia ed è servito tanto lavoro, dal rivedere il percorso al ridurre il numero delle tappe. Ma non potevamo mollarlo. Non ho avuto paura che saltasse e neppure di andare in sovrapposizione con il Coppi e Bartali e il Tour de France, che anzi ci ha garantito una bella finestra durante la diretta. Siamo una bella squadra e anche Pavarini, che fino a pochi anni fa non sapeva nulla di ciclismo, ora è insaziabile.

Siete una bella coppia…

Non siamo accentratori, altrimenti non gli avrei neppure permesso di entrare in società. E’ una delle risorse che permettono al nostro mondo di crescere. E il bello è che da tutto ciò nessuno si mette in tasca un euro.

Marco Pavarini, Marco Selleri, Giro d'Italia U23
Al Passo Spluga, tappa del Giro d’Italia U23 del 2020, Marco Pavarini, Marco Selleri
Marco Pavarini, Marco Selleri, Giro d'Italia U23
Al Passo Spluga, tappa del Giro d’Italia U23 2020, Pavarini e Selleri
Nuove risorse e nuove aperture, come quella dei cronometristi.

Esatto, non ci serviamo della federazione cronometristi, ma abbiamo tirato dentro gli amici di MySdam, che vengono dal mondo delle Gran Fondo. Magari qualcosa non gira ancora alla perfezione, ma abbiamo tecnologie e transponder che ci permettono di tenere sotto controllo la corsa nei tablet lungo tutto il percorso.

Voglia di futuro o risposta a precise necessità?

Il futuro è aprire strade diverse dalle solite. Il Giro d’Italia U23 deve essere un laboratorio di innovazioni e forse per questo l’Uci ci ha autorizzato i tablet, ma anche la crono Real Time di due anni fa.

Quando avete cominciato a lavorare su Imola 2020?

Nel momento in cui il Giro d’Italia U23 è partito. La prima regola che ho imposto è stato chiudere la porta in faccia ai raccomandati, perché gli inserimenti per amicizia sono uno dei mali del ciclismo.

Come hanno risposto i volontari che ogni anno tengono in piedi il Giro dei giovani?

Intanto ho comunicato loro che avrebbero fatto parte della macchina organizzativa di Imola e sono stati tutti contenti, motociclisti compresi.

Tua moglie Fosca non si lagna mai di tanto lavoro?

Lei e i miei figli sono contenti. Ho una donna che è come me, mai un problema, forse per essere guarita da un tumore tanti anni fa. Le cose importanti della vita sono altre, ci sono dei valori forti dai quali non mi scosto e anche per questo non sopporto le raccomandazioni. Per il resto, non è tanto difficile dire chi sia Marco Selleri. Ho 61 anni, sono andato in pensione, vorrei fare tutto, ma devo stare attento a non caricarmi troppo. Spero si torni presto alla normalità. E spero fra un po’ di poter andare un po’ in vacanza…