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Valle Savio Bike Sound, ripartenza emotiva tra note e pedalate

03.08.2023
5 min
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Luoghi duramente colpiti dall’alluvione che ha coinvolto a maggio parte dell’Emilia Romagna. Valle Savio è una di quelle zone che si sta rialzando con la forza del suo popolo e della solidarietà delle persone. Una ripartenza che vuole utilizzare il mezzo “gentile” delle due ruote a pedali come motore e la musica come colonna sonora della rinascita emotiva. Valle Savio Bike Sound rilancia il proprio format di eventi

Riparte così la prima bike experience musicale. Dopo qualche settimana di studio e valutazione, per la ripartenza si è deciso di rendere omaggio al territorio e alla sua gente, con eventi in linea con il progetto e fortemente evocativi. Nuovi concerti all’alba, raggiungibili solo in bicicletta, in programma il 2, il 3 e il 9 settembre nei luoghi simbolo.

Buona la prima

Il format Valle Savio Bike Sound aveva fatto il suo esordio domenica 7 maggio con un partecipato e festoso Bike Day nel circuito ad anello tra Bagno di Romagna, Monte Fumaiolo e Verghereto, concluso con il suggestivo e apprezzato concerto di Mauro Ermanno Giovanardi dei La Crus.

Sul sito web e su Spotify sono presenti anche tutte le playlist scelte per Valle Savio Bike Sound da Music Selector d’eccezione, con la direzione artistica di ExtraGiro

«Il primo appuntamento – spiega Marco Pavarini, direttore di ExtraGiro – ha avuto un bilancio molto positivo per la partecipazione numerosa sia per la parte ciclistica sia per quella del concerto. Soprattutto sotto il punto di vista dello spirito con cui si è partecipato, l’entusiasmo di una giornata in bici festosa, di un’idea che la bici e la musica stanno bene insieme. Il territorio ha vissuto questa giornata in modo sano ed entusiasta».

Il territorio di Valle Savio è parte attiva nel movimento ciclortuirstico (foto di Andrea Bonavita)
Il territorio di Valle Savio è parte attiva nel movimento ciclortuirstico (foto di Andrea Bonavita)

Alba segreta

Una ricetta dal sapore intimo che attira la curiosità e rende tutto ancora più speciale. «Abbiamo modificato il format – puntualizza Pavarini – per la situazione sia fisica delle strade sia emotiva delle persone colpite dalla tragedia. Faremo tre concerti all’alba dedicati al territorio e alle persone che vanno in bicicletta, che potranno andare in sella sulle strade dove si vedono ancora le ferite che l’alluvione ha arrecato al territorio. Tutto questo su percorsi interdetti al traffico che percorreremo autorizzati dall’autorità per andare a fare questi concerti esclusivi. Una modifica del format ragionata e contestualizzata alla situazione. Non si poteva rifare il programma pensato in originario proprio perché le strade sono in parte distrutte.

«Questa nuova formula del concerto alle prime ore del mattino e raggiungibile solo in bicicletta, secondo noi è il modo migliore per trasformare questa situazione anche in un momento di comunicazione emotiva per il territorio. E questo si unisce un po’ al al messaggio principale, quello di unire bici e musica. Si accoda anche una sorta di sensibilizzazione per quelle zone, regalando una visibilità in più».

Pedalata in sicurezza dal traffico delle automobili
Pedalata in sicurezza dal traffico delle automobili

Territorio attivo

L’evento si svolge in sinergia con APT Emilia-Romagna, Visit Romagna e Romagna Bike, nell’ambito della strategia generale di promozione del cicloturismo sul territorio emiliano-romagnolo, e in collaborazione con la DMC alla quale sono state affidate, dall’Unione dei comuni Valle del Savio, le attività della promo e la commercializzazione de I percorsi del Savio. Un’attività che mira a promuovere la destinazione turistica attraverso esperienze legate anche al turismo slow e al cicloturismo in tutta la Valle che da Cesena arriva a Verghereto e ai confini con la Toscana.

«Per le amministrazioni di Valle Savio era importante – dice Pavarini – far vedere che il territorio in qualche maniera è vivo, rinasce, vuol fare cose nonostante la situazione difficile. Per cui hanno interpretato, anzi, stanno interpretando con noi in modo corretto questa iniziativa come una sorta di ripartenza emotiva. Non si deve abbandonare l’idea che il cicloturismo sarà una risorsa per il futuro, per questi luoghi. Quando si tratta di queste tragedie spesso si tende a dimenticarle facilmente. Ancora oggi c’è una situazione di strade distrutte e isolamento, di case, di frazioni che è molto complicata.

«Per esempio il primo evento lo facciamo a Ranchio una frazione di Sarsina, che tutt’ora non è raggiungibile, se non solo per gli abitanti, perché tutte le strade sono bloccate. La bici è un mezzo “gentile” anche in questo ambito perché permette di avvicinarsi a questi luoghi e consolidare la propria vicinanza e solidarietà».

Grande partecipazione per il primo evento in programma a maggio
Grande partecipazione per il primo evento in programma a maggio

Come e quando

Le nuove date saranno come detto tre. Sabato 2 settembre, concerto all’alba con partenza da Sarsina (FC). Domenica 3 settembre, concerto all’alba con partenza da Cesena e arrivo a Montiano. Sabato 9 settembre 2023, concerto all’alba e partenza da Mercato Saraceno.

Le pedalate di sabato 2 e domenica 3 settembre saranno adatte solamente a mountain bike e bici gravel. Quella del 9 settembre sarà invece percorribile anche con bici da strada. I dettagli sulle location dei concerti e sui nomi degli artisti che prenderanno parte a questo progetto saranno rivelati nelle prossime settimane.

La partecipazione agli eventi sarà gratuita: considerato il numero ridotto di posti per i concerti in luoghi speciali, l’iscrizione sarà obbligatoria sul sito www.vallesaviobikesound.it.

E per chi vuole vivere un weekend di relax e divertimento, fra bicicletta e musica, partecipando al Valle Savio Bike Sound in tutta tranquillità, la DMC dei Percorsi del Savio ha studiato proposte ad hoc: un soggiorno personalizzato in strutture ricettive del territorio, con cena e attività extra e pernottamento. Per info: tel. 0547 356327, e-mail [email protected].

ValleSavioBikeSound

ExtraGiro, un 2023 di novità: Italia.it e Museo 2.0

31.01.2023
5 min
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ExtraGiro è una società di comunicazione che con il lavoro svolto negli ultimi anni sta dimostrando di saper unire i puntini. Marco Pavarini e Marco Selleri hanno mosso i loro intenti per comporre un puzzle che racchiude più fronti. Sport, mobilità, promozione del territorio e una narrazione storica delle due ruote in digitale. 

Sarà infatti ExtraGiro a raccontare i territori del cicloturismo sul portale ufficiale del Ministero del Turismo, Italia.it. Un’opportunità per racchiudere quello che rappresenta il ciclismo e mostrarlo a tutto il mondo.

In parallelo a questo progetto c’è la nuova versione 2.0 del Museo Digitale Diffuso del Ciclismo, una App realizzata con Len Service Onlus, che consente di scoprire i territori d’Italia attraverso la lente del ciclismo e delle sue storiche sfide. Il tutto arricchito dalla collaborazione con l’Archivio Luce che permetterà di ripescare filmati e immagini che vanno dagli anni ’20 al dopo guerra.

Nell’applicazione è possibile trovare i file GPX per poter percorrere gli itinerari
Nell’applicazione è possibile trovare i file GPX per poter percorrere gli itinerari

Museo 2.0

La fondamentale esperienza di organizzazione del Giro d’Italia Giovani, dal 2017 al 2022, ha consentito a ExtraGiro di percorrere la Penisola per raccogliere storie di ciclismo che meritano di essere raccontate a tutto il mondo. Esperienze in linea con il nuovo format di Italia.it, che si basa su una serie di valori di unicità, appartenenza e rispetto del territorio che guidano la creazione di contenuti di valore e le collaborazioni.

«La collaborazione con Archivio Luce – spiega Marco Pavarini, direttore di ExtraGiro – così come la partnership editoriale con il Ministero del Turismo per contenuti ad hoc sul portale italia.it, rappresentano la nostra mission. Veicolare la promozione del territorio attraverso uno sport popolare e dalla storia epica come il ciclismo è il nostro scopo.

«Siamo orgogliosi del lavoro svolto fino ad ora e rilanciamo, con la convinzione che la piattaforma del Museo Digitale Diffuso possa essere sempre più uno strumento a disposizione delle amministrazioni pubbliche per raccontare il proprio territorio attraverso lo sport e il cicloturismo».

Museo Digitale Diffuso del Ciclismo racconta i territori anche attraverso le corse
Museo Digitale Diffuso del Ciclismo racconta i territori anche attraverso le corse

Attraverso Italia.it

Per Pavarini e Selleri, l’accordo con il Ministero del Turismo è un ulteriore passo avanti verso la propria mission di utilizzare la potenza narrativa della bicicletta per raccontare e promuovere il territorio. Il portale rappresenta lo strumento principe del Ministero per lo sviluppo dell’offerta turistica a livello internazionale: una piattaforma che racconta l’Italia con una narrazione moderna e semplice, creando nuovi collegamenti tra gli utenti e le proposte sul territorio.

«C’è una strategia del Ministero del Turismo – dice Pavarini – avviata dal precedente governo per muovere i territori italiani attraverso Italia.it. Parlandone con loro abbiamo appurato che il cicloturismo ha un valore importante. Siamo quindi diventati i loro interlocutori per raccontare i territori attraverso il ciclismo. Ossia pubblicare su questo portale per poi essere distribuito nel mondo, l’angolatura che appartiene al ciclismo in determinate terre. Siamo partiti dalla nostra storia, con la conoscenza che abbiamo maturato attraverso il Giro d’Italia Giovani, più la raccolta dei contenuti del Museo Digitale Diffuso del Ciclismo e ci siamo candidati come partner comunicativi e di narrazione. 

«Il nostro intento è quello di fissare quei luoghi che hanno un legame forte con il ciclismo. Ma anche quello di legare i territori con quello che sono gli eventi. Quindi una promozione per gli eventi futuri come possono essere gare ciclistiche o passaggi di corse come Giro o Tour. L’unione d’intenti è stata chiara fin da subito. Tutto nasce dalla strategia di ExtraGiro di organizzare gare ma anche raccontare i valori delle terre che ci ospitano».

Italia.it è un portale del Ministero del Turismo per la promozione del territorio
Italia.it è un portale del Ministero del Turismo per la promozione del territorio

Nuovi progetti 

Tra gli intenti di ExtraGiro c’è sicuramente quello di rendere sempre più profondi i propri contenuti con nuove edizioni e progetti più solidi, sia sportivi che culturali.

«Organizzeremo il Trofeo Laigueglia – afferma Pavarini – utilizzeremo una doppia narrazione, sia con il portale del Museo sia con il portale Italia.it. Abbiamo un anno davanti con tanti progetti rivolti a cicloturismo, gare gravel e mountain bike, sia invece agli eventi più amatoriali e festosi che annunceremo a breve. Nuovi format di manifestazioni che lanceremo a marzo sempre legati alla bici e alla promozione del territorio».

«C’è una domanda dei territori enorme al momento. Si sta iniziando a percorrere questa direzione da parte delle comunità e delle amministrazioni che hanno capito il potenziale di questo sport. Gli investimenti sono sempre più importanti, figli di un PNRR che ha fornito i mezzi per costruire ciclovie e percorsi cicloturistici. Il territorio sa che l’infrastruttura non basta e ha quindi bisogno anche della parte di promozione».

Il cicloturismo è un mezzo di promozione su cui ExtraGiro e Italia.it puntano molto (foto di ExtraGiro)
Il cicloturismo è un mezzo di promozione su cui ExtraGiro e Italia.it puntano molto (foto di ExtraGiro)

Giovani al centro

Investire sui giovani al giorno d’oggi rappresenta più che un’opportunità una necessità. Su questo concetto ExtraGiro non si è tirata indietro e ha deciso di rafforzare il proprio impegno anche in questa direzione.

«Stiamo guardando il ciclismo – spiega Pavarini – per renderlo più facile e accessibile per tutte l’età. A breve annunceremo un progetto anche per i giovanissimi. Un percorso di avvicinamento per loro. L’esperienza sportiva deve essere sempre più festosa. Dal punto di vista ludico questo è il nostro impegno. Invece in ottica mobilità ci siamo posizionati su questo tema del mobility management, così come su quello sportivo su cui stiamo continuando a lavorare. I giovani sono la nostra prossima sfida per investire su nuove generazioni. Il logo “Bici Imparo” che abbiamo regalato alla Federazione cinque anni fa ci rende orgogliosi perché sta aumentando il suo valore e aiutando i più piccoli. Stiamo già lavorando ad un altro progetto in questo senso. 

«La sicurezza – conclude – è un altro tema imprescindibile. I genitori hanno paura di mettere in bici i propri figli. Mamma e papà sono i primi da coinvolgere e tranquillizzare. Il sistema si deve muovere per mettere in campo i mezzi perché questa garanzia di sicurezza sia messa in pratica. Noi ci proviamo rendendo le cose accessibili e sicure con messaggi e comunicazioni chiare. La chiave di tutto rimane il cicloturismo».

Il “nuovo” Laigueglia ad ExtraGiro, esempio di bike economy

02.01.2023
4 min
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Quando si parla di ExtraGiro si pensa subito ai grandi eventi sportivi legati al ciclismo… E non si sbaglia. Ma non è tutto. La società guidata da Marco Pavarini e Marco Selleri infatti porta avanti, e crede fermamente, nella mobilità sostenibile, nel cicloturismo e in quella che nel suo insieme è oggi chiamata bike economy. E l’ultimo “colpaccio” è proprio un esempio perfetto di come il ciclismo agonistico possa essere un volano economico per il territorio. Parliamo dell’organizzazione del Trofeo Laigueglia.

Marco Pavarini, direttore generale di ExtraGiro
Marco Pavarini, direttore generale di ExtraGiro

Turismo italiano

La storica classica di apertura del ciclismo italiano però non è stata presa in carico, se così si può dire, “solo” per la gara. Per capirne di più ne parliamo con Pavarini stesso.

«Abbiamo preso in gestione il Trofeo Laigueglia è vero, ma prima è necessario dire un’altra cosa altrettanto importante. ExtraGiro è diventato uno dei partner ufficiali del portale Italia.it. Questa piattaforma di fatto è il mezzo di comunicazione ufficiale dello Stato, del Ministero, per il turismo italiano».

«Turismo ma anche cicloturismo. Ebbene, noi sviluppiamo dei progetti cicloturistici… che poi è la mission di ExtraGiro».

«Si tratta di un accordo gratuito. Questo portale ha riconosciuto le nostre qualità di partner e sviluppatori di progetti che coinvolgono il territorio».

ExtraGiro è partner di italia.it. Il fatto che ci sia Sofia Goggia in home page la dice lunga sulle potenzialità del connubio sport-turismo
ExtraGiro è partner di italia.it. Il fatto che ci sia Sofia Goggia in home page la dice lunga sulle potenzialità del connubio sport-turismo

Esempio Laigueglia

Agonismo e turismo. Il Trofeo Laigueglia è l’esempio calzante. La gara ligure ha una certa storia. Una storia che va fatta riemergere. Una storia fatta di campioni e tradizioni, come appunto quella di essere l’apertura della stagione italiana. Una volta da quelle parti si andava in ritiro e il Trofeo nacque proprio in virtù di un certo fermento ciclistico in Riviera. Che poi è ciò che succede oggi in Spagna tra la costa valenciana e Majorca.

«La nostra idea – dice Pavarini – è quella di legare il Trofeo Laigueglia al cicloturismo. In tanti anni di attività ExtraGiro ha raccolto molte storie. E noi vogliamo raccontare anche le storie che legano quel territorio alla bici». 

Il “progetto Laigueglia” va ad inserirsi nel panorama di Italia.it. «Quando abbiamo preso in mano l’organizzazione della corsa abbiamo parlato con gli amministratori locali esponendo loro la nostra idea che bisognava andare oltre la gara.

«Il Gs Emilia di Adriano Amici ha organizzato e organizzerebbe ancora benissimo la gara, ma bisognava fare di più. Bisognava andare oltre affinché la corsa dei pro’ lasciasse effettivamente qualcosa al territorio. Con noi il Trofeo Laigueglia passa attraverso il primo portale turistico nel mondo che ha l’Italia. 

«Per tornare al Laigueglia, fare la corsa dei pro’ da sola non avrebbe catturato gli stessi trend economici. Una volta qui si allenavano le squadre, oggi vanno all’estero. Noi andiamo ad organizzare le gare dove si possa innescare un processo di cicloturismo. La gara deve essere il punto di partenza di un progetto più ampio. Deve esserne il volano».

La forza della storia

Sembra tutto molto teorico, in realtà è anche molto concreto, quando poi si offrono luoghi dove dormire, percorsi, piatti da gustare e dove gustarli. Su Italia.it le news sono tradotte in diverse lingue. Si parla di gara, di enogastronomia, sport, percorsi, cultura… 

E quindi come si legano agonismo e turismo? La risposta è nel territorio e nella storia. Lo stesso Pavarini riporta l’esempio di Campo Imperatore. Furono loro di Extragiro a riportare il ciclismo di alto livello lassù. E lo fecero nel 2017 con il Giro under 23.

«La tappa finale – continua Pavarini – arrivava lassù e nel preparare quella tappa facemmo una pedalata con Pozzato e Cassani, all’epoca cittì. Uno parlava della scalata da un punto di vista tecnico e l’altro da un punto di vista storico-sportivo. Campo Imperatore infatti è una delle cime sulle quali ha trionfato Marco Pantani. E mentre loro due parlavano di ciclismo, il narratore raccontava il territorio da un altro punto di vista, quello storico-culturale.

«Per il Laigueglia, abbiamo sentito Guido Neri, che è stato il primo vincitore del Trofeo nel 1964, e anche Roberto Schiavon che lo ha ideato. Insomma quando si promuove un territorio, per noi non c’è solo la geografia ma anche la storia… che ha una grande forza».

Il futuro del ciclismo è più grande di una singola corsa

22.06.2022
6 min
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E’ l’Italia, ragazzi. Perché ti cerchino, devi dire che li molli. Succede con i gestori telefonici, che appena fai per cambiare, si ricordano che esisti. E’ successo con Marco Selleri, che assieme a Marco Pavarini a partire dal 2017 ha strappato il Giro d’Italia U23 dalla morte. Stanco e stufo, il romagnolo ha portato al traguardo l’ultima edizione vinta da Leo Hayter (foto Extra Giro in apertura) e ha annunciato il ritiro. Il contratto è scaduto, l’hanno rispettato fino all’ultimo: basta così! Non che prima non avessero dato segnali di amarezza e difficoltà, tutt’altro. Nella pur breve storia di bici.PRO ne avevamo parlato in abbondanza, ma pochi li avevano colti, dandoli per scontati. Adesso finalmente se ne sono accorti e magari hanno capito che un… cliente come Extra Giro, che in pochi mesi ha messo su il mondiale di Imola nel 2020 del Covid, sarebbe davvero un peccato perderlo.

Al via da Gradara, Marco Selleri e Marco Pavarini (foto Extra Giro)
Al via da Gradara, Marco Selleri e Marco Pavarini (foto Extra Giro)

«Accetterei di rifare il Giro U23, a patto che qualcosa cambi», spiega Selleri. «Così com’è, non va. Come ha detto anche Pavarini – prosegue – le cose sono cambiate. La formula per club, con team dilettanti, continental e professional non va più bene. Vogliamo farlo bene? Vedo due strade: togliamo di mezzo continental e professionisti, oppure facciamo una corsa per i migliori under 23, tirando dentro anche quelli WorldTour. A queste condizioni e prevedendo la diretta nelle tappe più importanti, magari togliendo qualche ora ad altre gare che ne hanno in abbondanza, si darebbe visibilità agli sponsor. Per come stanno oggi le cose, è impensabile organizzare corse di questo livello con una società basata sul volontariato. Ma serviva accendere la luce, che scoccasse la scintilla. Se qualcuno ha capito che smettiamo per sempre, forse ha capito male».

Il gruppo del Giro U23 composto da team dilettanti, continental e anche qualche professional (foto Extra Giro)
Il gruppo del Giro U23 composto da team dilettanti, continental e anche qualche professional (foto Extra Giro)
Partiamo dalla fine, come è andato il Giro 2022?

E’ stato un parto impegnativo, anche se è durato solo sette giorni. Abbiamo sofferto per una sommatoria di problemi nell’avere le autorizzazioni che riguardassero il transito e l’impiego del personale a terra. Quando parlo di società di volontariato, mi riferisco a questo. Serve una struttura che lavori al progetto per almeno 3-4 mesi, con le attrezzature necessarie. C’è la corsa, ma ci sono altri aspetti come la sicurezza che ad ora occupa una posizione di primo piano.

Non si era mai discusso tanto di una sola tappa: la durezza del giorno di Santa Caterina infiamma ancora i dibattiti…

C’è stato un bel battibecco. Come mi piace dire, abbiamo fatto un vero processo alla tappa. Secondo me quella giornata così dura ha fatto emergere i limiti del ciclismo italiano. Di più, ha fatto emergere un problema di sedentarierà della nostra società, di fronte al quale anche noi che vorremmo fare tanto, alla fine abbiamo deciso di alzare le mani. E’ tutto bloccato su logiche superate.

Martinez, classe 2003, terzo sul podio: con più lucidità avrebbe potuto vincere?(foto Extra Giro)
Martinez, classe 2003, terzo sul podio: con più lucidità avrebbe potuto vincere?(foto Extra Giro)
Spieghi meglio?

Non si fa che pubblicizzare che il Giro dei pro’ porta decine di milioni di utile e questo danneggia chi va in giro con il saio e con i sandali a cercare le risorse per organizzare altre corse. Mangiano tutto loro. E’ chiaro che il Giro d’Italia sia più attraente del nostro. Ma se è vero, come dicono, che quest’anno i dati di ascolto sono calati, perché in Italia non c’è un corridore italiano che può vincere… Se l’italiano manca, è perché manca anche dal basso. Forse una riflessione su questo si potrebbe fare. Non mi sono vergognato di dire a Noè (Andrea Noè, ex pro’ oggi agente dei corridori, ndr) che abbiamo assistito alla disfatta del ciclismo italiano, anche se lui a quel punto ha cambiato discorso.

L’hanno fatta nuovamente da padroni gli stranieri.

E’ stato entusiasmante. I francesi hanno alzato troppo il tiro e sono crollati. La loro indole è di essere battaglieri, ma la salita è crudele. E’ stato bello vederli partire da lontano, sono contento che ci abbiano provato, ma il ciclismo dei pro’ insegna che per vincere si deve essere cinici e aspettare. Va anche detto che vederne quattro in fuga il penultimo giorno è stato spettacolare. Era chiaro che dietro si sarebbero organizzati e li avrebbero presi, loro però hanno avuto coraggio.

Con l’edizione 2022 del Giro d’Italia U23 termina il contratto di Extra Giro: sarà rinnovato? (foto Extra Giro)
Con l’edizione 2022 del Giro U23 termina il contratto di Extra Giro: sarà rinnovato? (foto Extra Giro)
Fallimento del ciclismo italiano è un po’ duro…

Le classifiche sono impietose, anche se Amadori mi dice che siamo stati sfortunati e che alcuni atleti forti sono rimasti a casa. Magari con loro in corsa, le cose sarebbero cambiate. Parlo di Frigo, ma anche di Zambanini che aveva già conquistato la maglia dei giovani nel 2020 ed è in una WorldTour, come Tiberi che ne ha 20. Riflettiamo davvero sui criteri di partecipazione.

La diretta televisiva…

Serve sostegno politico per essere certi degli orari. Nel giorno della Fauniera abbiamo avuto tre cambi di orario, non sarebbe stato bello avere la diretta? Ci manca qualcuno alle spalle che spinga perché si capisce l’importanza di questo ciclismo e di corse che mostrano un’Italia più piccola, dove il Giro dei grandi non può andare. Borghetti bellissimi, importanti per territori che meritano di avere visibilità.

Il calendario non vi ha aiutato.

Siamo stati contemporanei o quasi alla Adriatica Ionica Race, al Giro di Slovenia e a quello del Belgio. Alla Adriatica Ionica c’erano corridori italiani che potevano stare anche da noi, ma le continental non hanno organici per fare attività parallela. Si è alzata l’asticella dovunque, non è più come prima.

Francesi in fuga verso Peveragno: ripresi, ma azione super spettacolare (foto Extra Giro)
Francesi in fuga verso Peveragno: ripresi, ma azione super spettacolare (foto Extra Giro)
Dispiace più lasciare il Giro a qualcun altro o che si rischi di non farlo più?

Lo abbiamo ripreso con Cassani, per quella che Davide viveva come una missione quando era tecnico federale. Risollevare il ciclismo italiano degli U23 e credo che qualche bel nome lo abbiamo tirato fuori e lo vedremo brillare tra i pro’. Parlo di Covi, Aleotti, Colleoni. In questo confido. Se nessun altro dovesse organizzare il Giro, mi dispiacerebbe, ma non ne farei un dramma. A un certo punto sono stato costretto a chiudere il mio Giro delle Pesche Nettarine, ci sono scelte che vanno fatte. Nessuno qui, malgrado quel che si dice, ha mai messo un soldo in tasca. E’ stato bello portare il Giro a questo livello. Anche nel lavoro ho sempre cercato la perfezione, ma se non hai risorse a disposizione, difficilmente puoi raggiungerla.

Avete parlato di ritiro e qualcosa si è mosso.

Ci hanno offerto di sedere a un tavolo e parlare. A noi sta bene, molto volentieri, perché con le relazioni e i buoni contatti si potrebbe andare avanti. Ma l’obiettivo non deve essere salvare il Giro, quanto consolidare un sistema, quello del ciclismo under 23, che fa una gran fatica a trovare la sua identità. 

Museo Digitale Diffuso del Ciclismo, incontro fra narrazione e territorio

13.05.2022
5 min
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Il ciclismo è parte integrante del patrimonio culturale italiano e ha contraddistinto passaggi fondamentali della storia e del senso di comunità che oggi ci rende un’unica nazione. La mission del Museo Digitale Diffuso del Ciclismo parte proprio da qui. Con la volontà di salvaguardare il patrimonio narrativo e immateriale delle due ruote. Allo stesso tempo promuovere il territorio e le “micro zone” d’Italia (per il turismo di domani) utilizzando la narrazione della storia del ciclismo (il patrimonio di ieri). 

Percorsi e storie che rappresentano stanze in cui passeggiare, prima scorrendo sullo schermo del proprio smartphone, per poi andare sul posto e assaporarne sensazioni e tradizioni. Museo Digitale Diffuso del Ciclismo è un’app dov’è possibile immergersi nella storia, attraverso archivi video, foto, altimetrie e planimetrie che racchiudono l’essenza del territorio che li ospita.

Lanciato alla fine del 2020 da ExtraGiro in joint venture con Len Soc. Coop. Onlus, oggi viene riportato al centro delle strategie di sviluppo con l’obiettivo di metterlo a disposizione dei territori a vocazione cicloturistica, per avere uno strumento comune di narrazione. Per questo 2022 infatti è previsto l’inserimento nel database di 15 nuovi segmenti e il collegamento diretto con i Tour Operator del mondo Bike distribuiti su tutto il territorio italiano.

Nell’applicazione è possibile trovare i file GPX per poter percorrere gli itinerari
Nell’applicazione è possibile trovare i file GPX per poter percorrere gli itinerari

La narrazione del ciclismo

Per approfondire questo progetto così originale ci siamo affidati a Marco Pavarini, direttore generale di ExtraGiro che ci ha accompagnato alla scoperta del Museo dalla sua creazione al presente.

«Il Museo è nato un paio di anni fa con l’obbiettivo di avere due livelli di narrazione intorno al ciclismo. Uno per il cicloturismo, raccontandone i territori, partendo da quanto è successo di importante in quel determinato luogo.

«Dall’altra parte, andando a recuperare qual patrimonio narrativo fatto da persone che hanno vissuto l’epica del ciclismo negli anni precedenti fino a recuperare archivi storici di foto, video e interviste. Consiste quindi nell’andare sul territorio a intervistare quelle persone che sono ancora tra di noi e ci possono raccontare quanto epico è stato il ciclismo in quegli anni e di come abbia parlato dell’Italia. 

«Quella era l’idea, recuperare un patrimonio narrativo che era sparpagliato negli archivi personali, senza una casa vera e propria. Siamo partiti due anni fa in epoca Covid. Quest’anno lo abbiamo rilanciato e rinnovato».

Il Museo crea un legame tra racconto e scoperta del territorio
Il Museo crea un legame tra racconto e scoperta del territorio

Per il territorio

Attraverso la narrazione l’obiettivo del Museo è quello di creare un assist per il territorio che a sua volta deve tradurre in accoglienza e promozione di se stesso.

«Il ciclismo turistico – spiega Pavarini – è un asset su cui l’Italia sta puntando per il futuro. Noi vogliamo prenderlo e rilanciarlo per metterci dentro altri segmenti, quindi stanze, e recuperare altri materiali per legare sempre più quello che è il Museo ai singoli territori. Una trade union tra le singole stanze (una stanza del museo è un percorso, ndr).

«Dalle ricerche che abbiamo fatto, ad oggi ogni territorio promuove se stesso. Si crea quindi una battaglia impari con i grandi operatori. Questo progetto vuole essere un po’ la casa comune per aggregare più territori e non essere così, sciovinista di sé. Più è micro, più la battaglia è isolata. Noi crediamo invece che più territori si incontrino, più la storia del grande ciclismo unisce. Questo è quella che è l’anima di Museo Digitale Diffuso del Ciclismo».

Nell’app è presente una linea del tempo per poter fruire dei contenuti in sequenza storica
Nell’app è presente una linea del tempo per poter fruire dei contenuti in sequenza storica

Il rilancio del progetto

Nato alla fine del 2020, questo progetto ha riscosso sempre più successo tra gli addetti ai lavori e tra gli appassionati di ciclismo. ExtraGiro ha deciso di rilanciarlo per dare ancora più valore e spazio ai sani valori che questo sport è in grado di regalare a chi lo pratica. «Nei prossimi sei mesi – racconta Pavarini – l’obiettivo è andare sui territori a intervistare e conoscere i protagonisti del passato ma anche del presente

«L’idea piace. Alcune città che ospitano arrivi di tappa del Giro d’Italia, ci hanno chiamato perché avevano voglia di fare mostre con i nostri contenuti storici. Noi quindi risultiamo per loro la fonte di approvvigionamento per i temi dei territori. Stiamo diventando un’estensione narrativa del ciclismo anche di altri eventi. Il pubblico pian piano sta arrivando. 

«Un altro nostro obiettivo è mettere in connessione l’utente con il territorio. Sono poi le APT locali e le offerte delle strutture a cogliere l’occasione per ospitare e promuoversi. Quello che stiamo costruendo è questa relazione».

Marco Pavarini, direttore generale di ExtraGiro e ideatore del progetto
Marco Pavarini, direttore generale di ExtraGiro e ideatore del progetto

Non a scopo di lucro

Il Museo Digitale Diffuso del Ciclismo è un progetto che non ha scopo di lucro: le risorse raccolte e investite sono infatti destinate all’inserimento di lavoratori svantaggiati provenienti dal mondo del ciclismo. 

«E’ una sorta di legacy – spiega Pavarini – della potenza narrativa del ciclismo, per questo non abbiamo scopo di lucro. Se riusciremo a costruire e raccogliere risorse, le investiremo per portare all’interno di questo progetto delle persone con disabilità che ci aiutino per lo sviluppo editoriale.

«Len Service è il nostro socio, ed è proprietario di alcuni asset e tecnologie digitali che in futuro implementeremo. Una di queste è la realtà aumentata, che permette di avere un’esperienza immersiva comodamente dal proprio divano. Abbiamo fin da subito trovato una mission comune che è quella dell’essenza del progetto».

Ciclone Selleri a cinque giorni dalla presentazione del Giro U23

09.04.2022
7 min
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A cinque giorni dalla presentazione del Giro d’Italia U23, Marco Selleri fa il punto della situazione con un colpo d’occhio a 360 gradi. Il mondo di ExtraGiro ha subito diversi scossoni e quella che viene sarà l’ultima edizione del Giro della loro gestione e difficilmente si presenteranno per il nuovo bando. Da una lunga telefonata è nata questa intervista ricca di spunti, a partire dall’ingresso di nuovi capitali che annuncia nuovi programmi.

L’ultimo Giro d’Italia U23 è stato vinto da Juan Ayuso in maglia Colpack. Ora lo spagnolo è al UAE Team Emirates
L’ultimo Giro d’Italia U23 è stato vinto da Juan Ayuso in maglia Colpack

«Il mondo del ciclismo non c’entra – dice Selleri senza fare nomi – ci sono un paio di persone che hanno creduto in noi e hanno disponibilità. In un qualche momento di malinconia avevo parlato di mollare, ma si abbandonerà quando non ci divertiremo più e se i conti saranno in rosso. Logicamente c’è parecchio da ridisegnare, perché in tutti questi anni ci siamo dedicati maggiormente al mondo dilettantistico/giovanile, una cosa che forse sarà da rivedere. Non si capisce bene se gli under 23 siano zuppa o pan bagnato, fra tanti corridori che passano da junior, altri nelle continental in giro per il mondo e altri che non riescono a emergere. Quindi bisogna capire che tipologia di gare fare per loro. Perché al mondiale possono correre anche gli under 23 del WorldTour e al Giro d’Italia U23 no? Girmay è stato secondo al mondiale e quest’anno ha vinto la Gand-Wevelgem, perché non si è potuto portarlo al nostro Giro?».

Il Giro d’Italia U23 è rinato con una missione.

In questi 5 anni abbiamo fatto attività sociale per le squadre, senza alcuna forma di profitto. Attività sociale, ma utilizzando un sistema mediatico professionistico. Abbiamo alzato l’asticella del valore tecnico dei nostri corridori, ma non ne abbiamo ancora trovato uno che vada forte nelle corse a tappe. A volte mi chiedo se non valga la pena concentrarsi sugli juniores…

Selleri e Colbrelli sotto lo sguardo di Pavarini, dopo il podio tricolore 2021 (foto ExtraGiro)
Selleri e Colbrelli sotto lo sguardo di Pavarini, dopo il podio tricolore 2021 (foto ExtraGiro)
Il Giro d’Italia degli juniores: ci avete pensato?

Per fare una scelta del genere, bisogna che ci sia anche l’investimento da parte politica, delle istituzioni. Una spinta politica in cui si dice che lavoriamo per gli juniores, scegliendo un target ancora più giovane di quello che abbiamo fatto fino ad ora.

Siamo alla vigilia dell’ultimo Giro: tornerete nel 2023?

L’idea del Giro d’Italia under 23 adesso come adesso non l’abbiamo proprio nel programma, mentre stiamo pensando di fare un giro più piccolo, di 4-5 giorni, in una regione che ovviamente non posso ancora rivelare perché è troppo presto. Non è la Sicilia. Laggiù la Federazione si è già mossa con RCS e un modello di corsa come la nostra. A vedere l’elenco degli iscritti, tolte le tre squadre WorldTour, non si distingue molto dal Giro d’Italia under 23. Comunque le possibilità di fare cose diverse ci sono e ci stiamo lavorando. Per quest’anno abbiamo un programma del tutto invidiabile con delle belle collaborazioni.

Selleri conferma che l’assenza di Cassani si è fatta sentire, anche se il cittì uscente non è sparito del tutto (foto ExtraGiro)
Selleri conferma che l’assenza di Cassani si è fatta sentire, anche se il cittì uscente non è sparito del tutto (foto ExtraGiro)
Parli spesso di creare sinergie.

Abbiamo creato innanzitutto una cooperazione con la Coppa della Pace e il Trofeo De Gasperi. Siamo partiti quest’inverno a mettere giù un calendario appetibile per tante squadre, soprattutto straniere, perché dobbiamo portare anche un po’ di beneficio economico in casa nostra. Il 28 maggio ci sarà la Strade Bianche di Romagna. Abbiamo trovato un muro sterrato in stile Fiandre a due chilometri dal Castello di Gradara. Bellissimo, me l’ha indicato il sindaco e quasi non volevo crederci. Il 29 c’è la Coppa della Pace e sono due corse internazionali. Il 2 giugno c’è il De Gasperi, altra internazionale, mentre il 5 giugno mattina abbiamo le donne elite a Meldola e il pomeriggio di nuovo un’internazionale. Mentre abbiamo appena ricevuto l’okay dall’UCI per una gara internazionale a Riolo Terme per l’8 di giugno. Una gara di allenamento con uno strappo nel finale, per verificare lo stato degli atleti che tre giorni dopo prenderanno il via al Giro d’Italia.  

Si è notata l’uscita di Cassani?

Sicuramente l’assenza di Davide si è fatta sentire, perché comunque lo conosciamo bene. E’ un uomo di relazioni, con delle idee ben chiare. Con lui condividevamo l’obiettivo di generare atleti che possano dimostrare in futuro di andare forte. E non possiamo nasconderci che con le sue conoscenze e le sue relazioni si generavano energie positive, sotto l’aspetto economico e di immagine. Quest’anno il nostro lavoro è stato… altalenante, anche per stabilire il numero delle tappe.

Marco Pavarini, socio di Selleri, è l’anima mediatica e del marketing. e non si limita al solo ciclismo (foto ExtraGiro)
Marco Pavarini, socio di Selleri, è l’anima mediatica e del marketing. e non si limita al solo ciclismo (foto ExtraGiro)
Cioè?

Abbiamo avuto problemi iniziali. Sembrava che le Marche dovessero accompagnarci con la partenza, invece non ci sono più. Quindi da 10 giorni siamo passati a 7. Argentin c’è arrivato prima di noi, che ci siamo mossi utilizzando il canale ufficiale, cioè quello della Federazione ciclistica delle Marche. Ma essendo arrivati nel frattempo la Tirreno-Adriatico, la Adriatica Ionica Race e il Giro d’Italia dei professionisti, i serbatoi della Regione si sono svuotati e gli Enti comunali che potevano essere interessati, si sono ritirati. Forse lo hanno fatto un po’ troppo avanti e comunque abbiamo dovuto ridisegnare il Giro. Questo ha generato un lavoro doppio e uno stress incredibile. Però adesso vediamo il sereno, quindi vuol dire che abbiamo fatto le cose a modo e stiamo lavorando per andare in diretta televisiva.

Cosa ne è stato di quella proposta di contributi pubblici di cui si parlò pochi mesi fa?

A suo tempo uscì anche il discorso di un Governo che ci avrebbe dato 600.000 euro, ma per il momento è aria fritta. Tuttavia vedendo cosa succede nel mondo, non c’è da lamentarsi. Però intanto alcune persone si sono fatte avanti per cercare una collaborazione economica, sapendo che avremmo dovuto ricevere questi soldi. Magari potessimo averli, probabilmente faremmo più gare l’anno prossimo

Lo scorso anno ai tricolori di Imola una grande affluenza di pubblico e ottima accoglienza (foto ExtraGiro)
Lo scorso anno ai tricolori di Imola una grande affluenza di pubblico e ottima accoglienza (foto ExtraGiro)
Le corse e anche attività sul territorio: la formula funziona?

Abbiamo già iniziato a parlare anche delle zone che andiamo a percorrere, nicchie troppo piccole per il Giro d’Italia dei professionisti. A parte il mondiale che è stato un colpo di fortuna, siamo andati a tirar fuori due salite che erano finite nel dimenticatoio, che però adesso sono diventate un prodotto turistico. Mi sembra di capire che a luglio proprio là si svolgerà il Suzuki Day e poi ho nel cassetto il sogno di chiudere il percorso di Imola per un giorno intero. Ieri ero in Comune e ne stavamo ragionando. Abbiamo visto che, a parte un pezzetto di strada pianeggiante, si può fare e sarebbe bello. Nel 2023 potrebbe succedere. Per un giorno intero, il percorso dei mondiali solo per le bici

A Meldola correranno anche le donne.

Le donne sono arrivate perché nostro partner per Meldola è AWC Events, che prima avevano una squadra femminile. E quando hai avuto una squadra di donne, ovviamente il tuo cuore rimane un po’ da quelle parti e così hanno spinto per farlo. 

Fabio Vegni, terzo da sinistra, fresco di nozze con Emiliana Pirazzi, sarà il direttore di corsa del Giro U23 (foto Facebook)
Fabio Vegni, terzo da sinistra, fresco di nozze con Emiliana Pirazzi, sarà il direttore di corsa del Giro U23 (foto Facebook)
Fra le novità c’è anche un nuovo direttore di corsa.

Sarà Fabio Vegni. Si dice sempre di ringiovanire, ma nessuno lo fa. E allora lo abbiamo fatto noi. Per cui ci sarà Fabio, che in questi giorni è a Sharm el-Sheikh a sposarsi (a Fabio e sua moglie Emiliana Pirazzi, gli auguri di tutto il team di bici.PRO, ndr). E poi dovrebbe venire a ruota Roberto Corradini del Tour of the Alps.

Con Pavarini tutto bene?

Pavarini nel ciclismo ormai è di casa e per fortuna che c’è. E’ l’altra metà della vicenda. Lui si occupa molto di relazioni, di marketing, di comunicazione ed è molto importante per gli sponsor. E’ il valore aggiunto che abbiamo rispetto a quando mi muovevo da solo. Il futuro lo vedremo, però il discorso è che comunque in questo ambiente c’è bisogno ancora di più di competenze rispetto a prima. Non si può improvvisare nulla a nessun livello.

Selleri, quale futuro per il Giro d’Italia U23?

09.12.2021
4 min
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Ci sono manovre che dall’esterno non si vedono, ma seppure silenziose spostano equilibri e destini. Organizzare corse in Italia non è un lavoro facile, per la burocrazia, per i pochi soldi e perché gli attori principali fagocitano risorse reinvestendole in minima parte a favore dell’attività. Quale futuro c’è per il ciclismo giovanile?

Se il modello fosse la francese Aso, basterebbe andare sul loro sito per rendersi conto che la stagione è composta da 24 eventi professionistici e 10 amatoriali. Il notevole giro di soldi generato dal Tour de France serve certamente per arricchirne i gestori, ma anche ad allargare la base del movimento. In Italia la sensazione è opposta. Così se il Gs Emilia di Adriano Amici è arroccato sulle sue corse e ne rileva altre per salvarle dalla chiusura, Rcs Sport adotta politiche differenti e ha il potere di captare risorse a scapito dei più piccoli.

Davanti al fatto che Aso organizzerà anche il Tour Femmes, parrebbe ora che l’azienda di Cairo abbia pensato di far suo il Giro Donne a partire dal 2023. Il Tour Femmes avrà un montepremi di 250.000 euro, che ne fanno la corsa femminile più ricca al mondo: il Giro Donne farà lo stesso, reinvestendo parte del budget nei premi?

La Sd Worx di Anna Van der Breggen sul podio del Giro Donne 2021: per il futuro la corsa interessa a RCS?
La Sd Worx vince il Giro Donne 2021: nel futuro c’è RCS?

Avanti per inerzia

Tra coloro che rischiano di fare le spese di questo andazzo, se la Federazione di Cordiano Dagnoni non metterà sul tavolo le giuste strategie, c’è anche il Giro d’Italia U23 di Marco Selleri e Marco Pavarini. E’ palese che l’uscita di scena di Renato Di Rocco e la mancata conferma di Davide Cassani sull’ammiraglia azzurra siano stati un duro colpo per la corsa vinta quest’anno da Juan Ayuso (foto Giro d’Italia U23 in apertura).

«L’asse Di Rocco-Cassani – racconta Selleri – era un supporto che ora è venuto a mancare. Davide ora c’è in maniera marginale, mentre prima si serviva del Giro per le sue osservazioni da tecnico, con un’azione a medio e lungo termine. Se fosse stato qui per arricchirsi, ci sarebbe ancora, ma è chiaro che abbiamo fatto tutto con estremo volontariato e andiamo avanti con l’inerzia di questi ultimi 5 anni.

«Abbiamo già la richiesta di 35 team stranieri, sanno che in Italia facciamo le cose per bene. Tuttavia senza risorse, non si va avanti. Non vogliamo fare la fine dell’amico Giancarlo Brocci, che per salvare il GiroBio diede fondo al suo patrimonio. Per questo credo che la Federazione debba fare qualcosa. Con il Giro d’Italia U23 stiamo risollevando il ciclismo italiano, ma se diventa una corsa da organizzare senza un lavoro di promozione a monte, allora temo che non si andrà lontano. Se non viene fuori nel giro di due anni un italiano che possa lottare per la maglia rosa dei pro’, temo che una bella fetta di pubblico comincerà ad allontanarsi…».

L’apporto di Cassani rimane, ma più defilato, non essendoci più l’interesse tecnico
L’apporto di Cassani rimane, ma più defilato, non essendoci più l’interesse tecnico

La svolta della diretta

Il contratto della società con la Federazione scadrà dopo l’edizione del 2022, a capo di cinque anni in cui il Giro è tornato a brillare di luce propria, affiancato dalle prove di Extra Giro che hanno consentito la ripresa del ciclismo in Italia in piena pandemia. E a margine, si fa per dire, la piccola società di Mordano ha organizzato gli ultimi campionati italiani e prima i mondiali di Imola, motivo di vanto per UCI e CIO, che la nostra Federazione deve e può rivendicare con orgoglio.

«E’ chiaro – spiega Selleri – che se scende in campo un colosso come Rcs, ogni contributo futuro, anche il più piccolo, lo danno a loro.  Ma quanto può resistere il sistema giovanile a queste condizioni? Ormai tutti vogliono essere pagati, per cui credo che la sola via per cui una corsa come la nostra diventi appetibile per sponsor più grandi è la possibilità che vada in diretta. Pagare la produzione televisiva ha dei costi importanti, si fa se le immagini fanno il giro per il mondo, altrimenti non ha tanto senso. Questi sono i discorsi che stiamo facendo con la Federazione, ma è chiaro che affinché tutto vada a regime nella loro macchina, passerà del tempo».

Marco Selleri è arrivato al Giro U23 dopo gli anni con il Giro delle Pesche Nettarine. Quale futuro per la corsa?
Marco Selleri è arrivato al Giro U23 dopo gli anni con il Giro delle Pesche Nettarine

E poi la gravel

Intanto il Giro d’Italia U23 del 2022 prende forma. Attraverserà cinque regioni, con una sola tappa per questa volta in Emilia Romagna. Il profilo scelto è di una certa durezza, ma bisognerà aspettare tutte le conferme per poterne ufficializzare il tracciato.

«Sarebbe bello poter fare un’edizione che parta dalla Puglia – dice Selleri – e risalga fino alla Romagna e poi una che parta dalla Calabria, ma è bene stare con i piedi per terra. Intanto però l’anno prossimo organizziamo anche una gara di gravel per i professionisti. Ho idea che se il movimento prende piede, darà la possibilità a tanti ragazzi rimasti senza squadra di trovare un altro sbocco, piuttosto che andare sulla mountain bike. Stiamo studiando i regolamenti, si farà ad Argenta, in provincia di Ferrara, ma ne parleremo al momento opportuno. Disilluso? No, ma sto prendendo atto di tante cose…».

Percorso Imola 2020

La favola di Imola, dai Mondiali al percorso permanente

11.09.2021
4 min
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Extragiro non resta con le mani in mano, anzi. I Mondiali di Imola dello scorso anno, non sono stati un punto di arrivo, ma di partenza e i Tricolori della scorsa estate un passaggio verso nuovi traguardi, verso un progetto che fa del percorso della rassegna iridata qualcosa in divenire, un’idea che va formandosi nel tempo e che è destinata a diventare un centro di aggregazione per tutti gli appassionati. Come? Attraverso un percorso permanente, un circuito che ogni appassionato potrà affrontare quando vorrà. Il circuito avrà sussidi sia cartacei che online, senza dimenticare la necessaria segnaletica stradale in fase di ultimazione.

Marco Pavarini aveva ben compreso già dopo la rassegna iridata come quel circuito meritasse un ulteriore step. Organizzatori e territorio hanno mostrato grande sensibilità, vista l’attenzione che si era meritato da parte dei cicloturisti. A dispetto di giornate che diventavano via via più fredde, tantissimi si riversavano su quelle strade in tenuta ciclistica per percorrerle, apprezzarle, imprimerle nella memoria. Non si poteva restar fermi, farne un Circuito Permanente era un obbligo.

Marco Pavarini, direttore generale di ExtraGiro e ideatore del percorso permanente ricavato dai Mondiali 2020
Marco Pavarini, direttore generale di ExtraGiro e ideatore del percorso permanente ricavato dai Mondiali 2020

Una promozione che deve andare avanti

Il tracciato è identico in tutto e per tutto a quello dei Mondiali anche se «quando non sarà possibile entrare nell’Autodromo – spiega Pavarini – si potrà tranquillamente bypassare, ma è un dettaglio di un progetto ad ampio raggio, che ha un obiettivo chiaro nel campo della promozione turistica del territorio garantendo quel qualcosa in più che potrà arrivare solo attraverso un impegno costante».

Questo è un aspetto non secondario. In Italia i percorsi permanenti sono tanti, al Nord come al Sud. Nella maggior parte dei casi, però, appena costruiti e inaugurati, messi su carta e aggiunti ai depliant messi a disposizione dei turisti, restano lì, inerti. Nel caso del percorso imolese non è così: è un work in progress, del quale Regione Emilia Romagna e Apt sono attori primari. «Noi dobbiamo farlo vivere – riprende Pavarini – coinvolgere il più possibile gli operatori turistici perché se ne facciano portavoce in tutto il mondo, inserirlo nella più ampia gamma di piattaforme digitali, farne un’idea che sia motore per altre idee».

Nuove gare in progettazione

Quelle idee che Pavarini ha già chiare nella testa: «Il percorso permanente non sarà statico ma dovrà evolversi con altri tratti. Ad esempio stiamo pensando a fare la stessa cosa con il tracciato dei Mondiali del 1968, quelli vinti da Adorni. Un percorso parzialmente diverso da quello del 2020 con la salita dei Tre Monti e questo è solo un esempio, si può evolvere con altri tratti, anzi si deve. Tutti hanno potuto ammirare in Tv la bellezza dei luoghi attraversati, ora chi ha guardato può diventare attore protagonista in quegli stessi luoghi».

Il percorso ha avuto una clamorosa affermazione agonistica prima con i Mondiali e poi con gli Italiani. Il suo impiego in gara non si ferma lì: «Ci sono altri progetti in cantiere, senza dimenticare che vi è transitato l’ultimo Giro U23 come anche il Rally di Romagna Mtb. Deve essere chiaro che questo circuito deve diventare un riferimento per il territorio e “del” territorio, qualcosa di identificativo e qualificante, per il quale si può sviluppare anche un impegno lavorativo a flusso continuo».

Alaphilippe Imola 2020
L’attacco decisivo di Julian Alaphilippe sulla salita di Gallisperna, un momento indelebile nella memoria
Alaphilippe Imola 2020
L’attacco decisivo di Julian Alaphilippe sulla salita di Gallisperna, un momento indelebile nella memoria

La presentazione in autunno

Un lavoro che va avanti, per il quale Pavarini pensa anche a un marchio di riferimento e che avrà i suoi prossimi passi in autunno, quando verrà presentato ufficialmente alla stampa e verrà lanciato anche un sito di riferimento. E’ anche attraverso iniziative come queste che i valori di un territorio diventano patrimonio comune e attrattiva globale.

ExtraGiro, i numeri di un successo organizzativo

11.08.2021
4 min
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Sono davvero incoraggianti e positivi i numeri economici del primo semestre 2021 di ExtraGiro. Il gruppo organizzativo negli ultimi dodici mesi ha letteralmente “messo in piedi”, come usa definirsi in gergo, grandi eventi ciclistici quali il Campionato del Mondo, il Giro d’Italia Giovani Under 23 e i recenti Campionati italiani in Emilia-Romagna. Tra l’altro, tutte manifestazioni sostenute dal riscontro unanime di istituzioni, partner, pubblico, team ed atleti. 

Ballerini in testa al gruppo al campionato italiano
Ballerini in testa al gruppo al campionato italiano

Due società, una squadra

Nuova Ciclistica Placci 2013 e Communication Clinic: che squadra! La realtà emiliano-romagnola, guidata dai direttori Marco Selleri e Marco Pavarini, ha dunque comunicato i risultati ottenuti. Numeri che confermano il trend di crescita in corso fin da inizio 2020, quando è avvenuto il lancio di ExtraGiro: un affiatato gruppo di lavoro che fonde la proficua collaborazione tra Nuova Ciclistica Placci 2013 e l’agenzia Communication Clinic. 

Di assoluto impatto, i numeri che raccontano i due mesi di attività organizzativa dal 19 aprile al 20 giugno. Solo in questo lasso di tempo sono state fatte: 19 giornate di gara, 29 villaggi di tappa, con un notevole impatto mediatico evidenziato dalle differite su Rai Sport, dalla diretta dei Campionati italiani su Rai 2, per un’audience televisiva reale di oltre 1.400.000 spettatori. Per quanto riguarda la comunicazione digitale, l’intensa programmazione di attività organica e pubblicitaria ha portato al coinvolgimento di ben 1.558.000 utenti online fidelizzati, oltre a 10.821.000 visualizzazioni degli eventi. 

Selleri (a sinistra), Pavarini (al centro) e Colbrelli (a destra)
Selleri (a sinistra), Pavarini (al centro) e Colbrelli (a destra)

Marco Pavarini, direttore di ExtraGiro

«Quelli che abbiamo avuto il piacere di analizzare – ha dichiarato Marco Pavarini, direttore di ExtraGiro – sono numeri molto chiari. Sono dati che danno il senso di un percorso di crescita e di un preciso modo di accompagnare partner e istituzioni che ci appoggiano verso il proprio obiettivo. Obiettivo che è la promozione di nuove istanze e territori attraverso lo sport. A partire dal 2017, quando abbiamo rilanciato il Giro d’Italia Giovani U23 dopo cinque anni di stop, abbiamo lavorato intensamente sulla capillarità della nostra comunicazione. Volevamo attivare connessioni strette con i nostri partner che hanno accettato con noi questa sfida e che in gran parte sono ancora al nostro fianco, non solo sugli eventi sportivi ma anche condividendo con noi progettualità importanti che vanno oltre l’aspetto agonistico».

L’inaugurazione della Ciclovia Food Valley in occasione della 4ª tappa del Giro U23
L’inaugurazione della Ciclovia Food Valley in occasione della 4ª tappa del Giro U23

Il ciclismo per i territori

Il ciclismo è uno straordinario veicolo di promozione per aziende e territori. Genera importanti ricadute sui territori toccati dalle manifestazioni per alberghi, ristoranti, distributori di carburante e tanti altri operatori economici. 

ExtraGiro nel primo semestre del 2021 ha attivato oltre 500 collaboratori, coinvolgendo 155 strutture alberghiere, 3.000 pasti distribuiti “on the road”, 12.000 litri di acqua “versata” e oltre 220.000 chilometri percorsi dai mezzi della carovana. Si stima che i Mondiali di ciclismo in Emilia-Romagna abbiano generato un indotto economico immediato di 4 milioni di euro, oltre alle enormi potenzialità di sviluppo in ambito ciclo turistico di percorsi fino a quel momento sconosciuti. Warm Up Ciclismo, a luglio 2020, in un periodo davvero difficile per le strutture ricettive, ha generato più di 1.600 presenze in hotel. Il Giro d’Italia U23 movimenta 600 persone per dieci giorni. Complessivamente, ExtraGiro somma 10.000 prenotazioni di posti letto all’anno, senza contare i pernottamenti gestiti in autonomia dal pubblico o dall’entourage dei team. 

Grandi sponsor per Extra Giro, flotta Suzuki per i loro eventi
Grandi sponsor per Extra Giro, flotta Suzuki per i loro eventi

Dynamo Camp e AIDO

Non mancano poi i risvolti sociali dell’attività di ExtraGiro. Grazie al Giro d’Italia Under 23 sostiene il progetto 2 Milioni + di KM, ideato da Bikevo e dal suo fondatore Max Morocutti. Gli oltre 216.000 chilometri totalizzati dai 176 atleti in gara, infatti, finiranno nel contatore del progetto e da lì verso la solidarietà a Dynamo Camp e alle iniziative della Federciclismo per i giovanissimi. Il Giro d’Italia Giovani Under 23 è anche un capitolo importante del Bilancio sociale annuale di AIDO, l’associazione italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule, perché gli eventi sportivi sono anche occasione importante per allargare il bacino dei portatori d’interesse delle importanti campagne che i partner di ExtraGiro sostengono e portano avanti con vigore.

ExtraGiro