BFT Burzoni rivoluzionata, ma sempre con la stessa filosofia

23.01.2025
7 min
Salva

Cambiare pelle conservando il medesimo spirito. Nel suo decimo anno di vita, la BFT Burzoni ha appena varcato la soglia del 2025 con una formazione largamente rinnovata. Una scelta dettata da tanti fattori tenendo conto dell’evoluzione della categoria juniores.

Un anticipo di questo cambiamento lo abbiamo fatto parlando due giorni fa con Linda Sanarini, una delle due confermate e promossa leader della squadra piacentina sul campo. Le dieci nuove ragazze arrivano dalle allieve portandosi in dote fior di risultati e alcune scommesse da vincere. Di loro, delle atlete che sono passate elite quest’anno e di tutto il resto, compreso l’accordo con la Picnic-PostNL, ne abbiamo parlato col team manager Stefano Solari al termine dell’ultimo weekend di allenamenti a Riva del Garda (in apertura foto Frantz Piva).

Per chi vi conosceva bene, avete fatto una corposa metamorfosi.

La definirei una piccola rivoluzione poiché ci sono state tante variazioni. E’ arrivata Krizia Corradetti come diesse che affiancherà Vittorio Affaticati. Ma la rivoluzione più importante riguarda la preparazione atletica della squadra. Abbiamo deciso di affidarci a Silvia Epis, che reputo una della migliori allenatrici in assoluto. Con noi ci saranno anche due ragazzi che avranno il compito di prendere i dati delle nostra atlete e analizzarli con Silvia per poi fare le tabelle di allenamento in modo approfondito. Abbiamo voluto provare a fare un lavoro d’equipe come succede nei team WorldTour, fatte ovviamente le debite proporzioni. Per le juniores è una novità, speriamo possa portare dei frutti.

Come nasce la volontà di cambiare tanto dell’organico della BFT Burzoni?

Abbiamo fatto diverse valutazioni, anche col presidente Andrina. Camilla Bezzone veniva da un infortunio e meritava di restare con noi per giocarsi bene le proprie carte. Per il resto abbiamo visto che nelle ultime stagioni tra le juniores non c’era una grande differenza tra le atlete del primo anno e quelle del secondo. Basti vedere le classifiche di punti e vittorie del 2024 dove le prime tre sono Chantal Pegolo, Erja Giulia Bianchi e Giada Silo. E l’anno prima la nostra La Bella era stata la seconda in questa graduatoria. Pertanto non siamo andati a prendere nuove atlete del secondo anno, anche perché possiamo lavorare con calma in vista del 2026.

Cosa puoi dirci delle nuove arrivate?

Abbiamo preso dieci allieve che sono già abbastanza pronte per la categoria. Sempre guardando le classifiche finali di rendimento, la metà di loro sono tra le prime otto a livello nazionale. Tuttavia, guardando i test, non state spremute fortunatamente. Crediamo che tutte abbiano ampi margini di miglioramento, che è la condizione migliore per lavorare come dicevo prima. Allo stesso tempo ho già potuto vedere che hanno grinta e voglia di imparare. Dai primi ritiri ho capito che sta nascendo un bel gruppo, soprattutto ben assortito.

In che modo?

Ci sono velociste pure, velociste che tengono bene in salita e scalatrici che hanno un bello spunto veloce per vincere volate ristrette. Abbiamo messo in conto che faranno fatica nei primi mesi, ma sono certo che usciranno poco alla volta. Hanno davanti a loro una capitana come Sanarini che l’anno scorso ha fatto tanta esperienza nel bene e nel male. Poi ovvio che dovranno ascoltare solo ciò che gli diranno i nostri diesse. Comunque sarà la strada ad emettere il proprio giudizio, come sempre.

Ti senti di spendere qualche parola in particolare per una delle nuove arrivate?

Non mi piace mai fare dei nomi. Forse l’unica curiosità è rappresentata da Elisa Bianchi (che arriva dalla Flandres Love, ndr), la campionessa italiana allieve che ha sempre corsa da sola nelle varie categorie giovanili, con i relativi pro e contro del caso. Per lei sarà la prima volta in un team e dovrà imparare le dinamiche tattiche in corsa di una squadra. Sotto quel punto di vista è tutta da scoprire, ma so che è quasi una soldatessa nel seguire i lavori assegnati. Ora è impegnata col ciclocross tra Coppa del Mondo e mondiali, la aspettiamo presto.

Un nome lo facciamo noi e ti chiediamo una considerazione su Sanarini.

Abbiamo avuto tante atlete forti che sono ora nel WorldTour, ma forse come lei non l’ho mai vista. Linda ha un gran motore e tutti i mezzi per fare grandi cose, ma deve diventarne consapevole. E’ una questione di testa, perché tende sempre a sentirsi inadeguata o pensare sempre che le avversarie siano più forti di lei. Quando è con noi vediamo una Linda tanto socievole e serena con le compagne, quanto seria e determinata in bici. Ha tanto potenziale, ma non vogliamo metterle troppe pressioni addosso. Linda deve restare tranquilla, avere pazienza. non farsi condizionare da fattori esterni.

Riguardando all’anno scorso, in tanti si aspettavano che La Bella e Baima andassero nel WorldTour. Cosa è successo invece?

Ce lo hanno chiesto in tanti con sorpresa. A fine stagione molte formazioni continental sono rimaste alla finestra per la riforma dei ProTeam, quindi molti movimenti sono arrivati tardi. Purtroppo non solo Eleonora ed Anita hanno avuto problemi in quel senso, ma anche tante altre juniores che avevano fatto meglio di loro due. Entrambe poi hanno avuto piccoli intoppi fisici e l’anno scorso non sono riuscite a confermare il bel 2023 pur arrivando davanti e correndo con la nazionale. Sono comunque andate in buone squadre (rispettivamente Vaiano e Horizons, ndr) dove potranno esprimersi al meglio. E siamo soddisfatti per avere fatto passare altre tre ragazze.

Linda Ferrari è cresciuta nella BFT Burzoni. E’ passata alla BePink dopo lo stage del 2024 dove ha fatto un’ottima impressione
Linda Ferrari è cresciuta nella BFT Burzoni. E’ passata alla BePink dopo lo stage del 2024 dove ha fatto un’ottima impressione
Continua pure.

Asia Sgaravato, che aveva avuto un gran finale di stagione, e Giorgia Tagliavini sono andate alla Mendelspeck, mentre Linda Ferrari è stata confermata alla BePink-Bongioanni dopo lo stage da agosto a ottobre. Lei è quella che è migliorata più di tutte da quando è arrivata da noi da esordiente. Non ha mai vinto, ma ha tutto quello che serve per andare bene tra le elite. Vede la corsa, sa andare in fuga, stare bene in gruppo e lavorare per le compagne. Walter Zini (il team manager della BePink, ndr) infatti mi diceva che con loro ha corso bene e gli aveva fatto una grande impressione.

L’accordo tra BFT Burzoni e Picnic-PostNL resta attivo?

Anche quest’anno saremo un loro devo team, più o meno con le stesse condizioni del 2024. Siamo felici di sapere che hanno un occhio di riguardo per noi. Devono ancora stabilire se ripeteranno quei giorni di test come a febbraio di un anno fa, però chiaramente se ci dovessero chiedere qualche ragazza da mandare in Olanda, lo faremmo volentieri. Ormai sanno come lavoriamo.

Vincere una gara all’estero e continuare a fare esperienza internazionale, sono due degli obiettivi stagionali (foto BFT Burzoni)
Che obiettivi vi siete dati quest’anno?

Forse è sempre il solito. Ci piacerebbe vincere una gara all’estero, sarebbe una soddisfazione enorme. Abbiamo già ricevuto l’invito per il Tour du Gévaudan Occitanie in Francia e per la Bizkaikoloreak nei Paesi Baschi. Stiamo valutando anche l’invito di un’altra gara di due giorni in Francia che però non è valevole per la Coppa delle Nazioni come le altre due. In questo senso restiamo fedeli alla nostra filosofia, quella di far fare esperienza internazionale alle nostre ragazze.

Sanarini lavora già sodo per il prossimo salto in avanti

21.01.2025
6 min
Salva

Non lascerà nulla al caso per alzare ulteriormente l’asticella. Il diciottesimo compleanno festeggiato con le compagne di squadra della BFT Burzoni è stato uno degli ultimi – piacevoli e giusti – svaghi prima di affrontare con un bel piglio il 2025. Linda Sanarini è entrata nella sua seconda stagione da juniores per diventare “più grande” non solo anagraficamente (in apertura foto Franz Piva).

L’avevamo lasciata protagonista della visita a casa della attuale Picnic-PostNL. Poi al pronti-via, l’anno scorso la padovana di Saccolongo era andata a bersaglio subito confermando le proprie credenziali dimostrate dall’oro ottenuto agli EYOF 2023. In successione per Sanarini è arrivato il tempo di indossare maglie diverse da quelle del club e raccogliere podi internazionali. Prima il tricolore conquistato nel campionato italiano a crono, poi cinque medaglie complessive in pista con la nazionale tra europei e mondiali. Ed ora il suo sguardo è puntato alla propria crescita, anche con qualche novità.

Linda come giudichi il tuo primo anno da juniores?

Il 2024 è stata un’annata di apprendimento, nella quale ho capito il valore della categoria. Su strada onestamente mi aspettavo di fare di più, anche se non mi lamento per i due successi che ho ottenuto. Però sentivo sempre che mi mancava qualcosa per arrivare al risultato pieno. Ad esempio aiutavo bene le mie compagne, volentieri e senza problemi. Anzi, ho imparato a lavorare per le altre, migliorandomi. Invece quando ero io che dovevo fare la gara, non avevo le stesse buone sensazioni. Credo comunque che ci possa stare.

In compenso in pista con la maglia azzurra ti senti più soddisfatta?

Sono contenta perché in nazionale abbiamo avuto un bel gruppo di lavoro, proprio come nella mia squadra. Devo dire che è stata una bella annata in pista, malgrado mi bruci ancora quell’omnium perso per soli 3 punti agli europei di Cottbus. Ed anche nell’omnium mondiale non sono stata troppo fortunata perché sono caduta quasi in ogni prova. E’ vero che non ho preso l’oro, però se ci ripenso sono felice delle altre quattro medaglie (argento nella madison e bronzo nel quartetto agli europei, due bronzi tra madison e quartetto ai mondiali, ndr).

Intanto come sono andati i ritiri con la squadra?

Sono andati molto bene pur con finalità diverse. Dal primo al sei di gennaio siamo state a Castagneto Carducci in Toscana dove abbiamo fatto un buon carico di lavoro. E’ stato anche il classico ritrovo per amalgamarci, visto che siamo cambiate tanto. Oltre alla nuova diesse Krizia (Corradetti, ndr), sono arrivate dieci nuove compagne, tutte del primo anno. Invece lo scorso weekend a Riva del Garda abbiamo sfruttato il bel clima facendo uscite da 3-4 ore con test in salita. Personalmente ho avvertito buone sensazioni, specialmente in salita dove mi sentivo più leggera, anche perché ho intrapreso un percorso con un nutrizionista.

Per quale motivo?

Intanto ammetto che al sabato sera per il mio compleanno avevo portato una bottiglia di spumante e una cheesecake al pistacchio, ma senza fare tardi o altri strappi alle regole (dice sorridendo, ndr). Battute a parte, non me lo ha imposto nessuno di andare da un nutrizionista, è una volontà partita da me. Questa stagione è molto importante per il mio futuro. Se andrò bene potrò mettermi maggiormente in mostra ed eventualmente ambire ad andare in determinate squadre. Quindi voglio fare tutto il possibile per essere pronta e più performante. E soprattutto non avere rimorsi per non averci provato.

Quest’anno sarai una delle “veterane” della BFT Burzoni. Che consigli dai alle nuove arrivate?

Intanto va ricordato che dall’anno scorso è rimasta anche Camilla Bezzone. Alle altre mie compagne posso dire che non devono cercare troppo il risultato. Devono correre tranquille perché il salto dalle allieve si sente molto. Ed io l’ho visto su di me. Comunque nei ritiri che abbiamo fatto, si è visto subito che ci tengono a fare bene.

Visto il 2024, partirai con i gradi di capitana. Ti spaventa o sei stimolata?

Sicuramente sono stimolata. Secondo me per noi quest’anno sarà importante la squadra in ogni gara. Anche se siamo formate da tante ragazze del primo anno, penso che strada facendo e corsa dopo corsa troveremo le necessarie affinità per fare belle prestazioni o fare risultato. Attenzione però che non sarà troppo semplice nemmeno per me perché dovrò metterci del mio per integrarmi con le mie nuove compagne.

Che obiettivi si è data Linda Sanarini?

Sicuramente farò ancora la doppia attività strada-pista, ma ho già detto a Masotti (il responsabile delle juniores in pista, ndr) che sarò disponibile solo dopo marzo, come vuole la mia squadra. Vorrei fare meglio dell’anno scorso. Su strada punto a fare bene a Cittiglio, ora che mi sento più adatta al percorso. Mi piacerebbe riconfermarmi nell’italiano a crono. Con la nazionale, visto che i mondiali in Rwanda sono duri, vorrei guadagnarmi una chiamata per gli europei in Francia. Indossare l’azzurro è sempre una grande soddisfazione. Diciamo però che in generale vorrei essere un punto di riferimento per le mie compagne, come è stata Asia Sgaravato per me l’anno scorso.

Bft Burzoni, tre giorni in Olanda a casa della DSM

29.02.2024
8 min
Salva

Un migliaio di chilometri da Piacenza verso il Limburgo, dove nella strozzatura della provincia olandese compresa tra Belgio e Germania c’è Sittard, la città del quartier generale del Team DSM-Firmenich PostNL. Le protagoniste di questo viaggio verso il proprio futuro sono tre juniores della BFT Burzoni VO2 Team Pink, società femminile emiliana che da quest’anno è diventata un development team della formazione WorldTour.

Per Eleonora La Bella, Linda Ferrari e Linda Sanarini (accompagnate dal team manager Stefano Solari) la destinazione finale del navigatore è stata l’Aqua-Step Keep Challenging Center, il campus in cui vivono tutti gli atleti della DSM e nel quale loro hanno soggiornato dal 21 al 24 febbraio insieme a ragazze di altri devo team esteri. Un mini-collegiale di tre giorni voluto da Hans Timmermans, capo dello scouting della squadra olandese (in apertura con le ragazze), per svolgere qualche test ed introdurre al mondo del professionismo i giovani talenti. L’esperienza però non si è limitata a questo e così ci siamo fatti raccontare dai diretti interessati le impressioni di questa trasferta.

Diario del giorno

L’evoluzione dell’accordo con la DSM l’abbiamo seguita fin dall’inizio, tenendo conto che a sua volta la BFT Burzoni è il riferimento per altre tre società giovanili (Gioco in Bici Oglio Po, Vangi Ladies e Valvasone) in una filiera ad ampio raggio nazionale. Pertanto quando abbiamo saputo della trasferta in Olanda, Solari si è proposto come una sorta di inviato speciale. Il diario del giorno era corredato da foto, informazioni e messaggi.

«All’andata abbiamo spezzato la trasferta a Digione – racconta il team manager piacentino – e l’accoglienza è stata subito molto calorosa. Ci hanno dato una delle casette del loro centro, ma le ragazze sono state subite divise e messe in camere con altre juniores, in modo da favorire l’integrazione e la conoscenza fra loro. E’ uno dei loro punti fermi. Alla sera del nostro arrivo abbiamo cenato con Francesca (Barale, ex junior della BFT Burzoni, ndr) che ha parlato molto chiaramente alle nostre atlete, dicendo loro che in DSM sta bene e quali obblighi ci sono quando sei una pro’. Le cose belle e quelle brutte».

Impressioni d’Olanda

Forse l’aspetto che ha colpito maggiormente il team manager Solari è di natura culturale. Per forza, dice lui, che saltino fuori tanti corridori. In Olanda c’è una fitta rete di piste ciclabili e tutti pedalano nella vita di tutti i giorni per andare a scuola, al lavoro o a fare la spesa. Proprio come Barale, che si è sistemata una vecchia bici che aveva a casa ed ora la usa quando è lassù. Ma l’impatto con la realtà olandese è stato formativo in modo trasversale.

«In questi tre giorni le ragazze hanno svolto dei test – prosegue Solari – mentre io ho potuto vedere da vicino come lavora la DSM. Innanzitutto mi ha impressionato il fatto di quanto siano persone di grande umanità, oltre che di professionalità, che non si atteggiano minimamente. Con Hans abbiamo instaurato un bel rapporto fin da subito. Durante le prove ha guardato sfaccettature poco tecniche. Tutte le ragazze si sono lavate da sole sia le bici che il vestiario. Si sono arrangiate con la cena. Voleva vedere come si comportavano.

«O ancora ad esempio – va avanti – Hans ha apprezzato quando in una simulazione di gara, Sanarini ha aiutato una canadese, a cui era scesa la catena, a rientrare in gruppo. Oppure quando durante la merenda le nostre ragazze hanno diviso i rimanenti pezzi di torta per tutte le altre ragazze. Lui lo ha fatto presente davanti a tutte nelle riunioni come una grande dote per il gruppo. Ci ha fatto i complimenti per come le stiamo facendo crescere e tutto ciò ci riempie di orgoglio e soddisfazione».

Esperienza di vita

Tutte e tre le atlete avevano già vissuto gare all’estero. Linda Sanarini, classe 2007 e l’anno scorso oro nella prova in linea ai Giochi della Gioventù Europea a Maribor, a Sittard era una delle juniores più giovani, anche se erano presenti alcune allieve olandesi (addirittura una del 2009).

«E’ stata una esperienza che mi ha arricchito – spiega la padovana – specie con l’inglese, che ho dovuto parlare con la mia compagna di stanza, una ragazza olandese che verrà a correre a Cittiglio. Devo dire che prima dei test ero piuttosto agitata, poi pedalando assieme alle altre mi sono distesa. E’ stato bello conoscere i tecnici della DSM che ci hanno spiegato tante cose. Ma più di tutto, sono felice che la mia squadra abbia voluto portare me. La ringrazio per questa opportunità. Per me è un bel segnale, molto stimolante».

Linda Sanarini alle prese con le faccende in cucina. I tecnici della DSM hanno voluto che le ragazze fossero il più possibile indipendenti
Sanarini alle prese con la cucina. I tecnici DSM hanno voluto che le ragazze fossero il più possibile indipendenti

Sotto con i test

Uno degli obiettivi di questo collegiale della DSM era reperire riscontri e valori da una serie di test. Per quello in salita ci si è dovuti spostare a Bèvercè, nel sud del Belgio, ad un’ora di auto da Sittard, in una zona lambita dalla Liegi-Bastogne-Liegi. Gli altri test invece sono stati fatti nell’ambito di un’uscita di quattro ore sulle strade della Amstel Gold Race partendo proprio dal campus della squadra.

«Prima di andare in Olanda – dice Linda Ferrari – avevamo ricevuto il programma che ci avrebbe atteso. Il nostro preparatore non ha stravolto gli allenamenti, abbiamo seguito il solito piano di lavoro. Anche perché credo che i tecnici olandesi preferissero valutarci per come siamo davvero. Lassù invece prima di uscire in bici, Timmermans ci ha spiegato tutto con riunioni in PowerPoint e particolare cura del dettaglio. Sono stati test che mai avevamo fatto prima.

Linda Ferrari ha fatto tutta la trafila nella BFT Burzoni fin da esordiente. Non aveva mai fatto test come quelli svolti in Olanda
Linda Ferrari ha fatto tutta la trafila nella BFT Burzoni. Non aveva mai fatto test come quelli svolti in Olanda

«Quello in salita – continua Ferrari al sesto anno tra le giovanili della BFT Burzoni – prevedeva un riscaldamento di circa mezzora sulla stessa strada per conoscerla, poi tornate indietro dovevamo fare venti minuti a tutta. Il giorno successivo abbiamo fatto una serie di piccoli test. Più sprint da dieci secondi, poi allunghi da uno e tre minuti, alcuni dei quali su strappetti in salita. Infine avevamo le simulazioni di gara dove eravamo tutte contro tutte. Ne abbiamo fatte sei da circa due minuti l’una. Sapevamo già dove era il traguardo virtuale e dovevamo giocarci le nostre carte. Alla fine ci hanno chiesto di poter accedere ai nostri dati su Training Peaks per una valutazione complessiva. In generale tutto il contesto è stato bellissimo».

Verso l’avvio di stagione

Per Eleonora La Bella è stato un ritorno a Sittard, dove lo scorso settembre aveva corso con la nazionale il Watersley Ladies Challenge in preparazione all’europeo, chiuso con l’oro nel Mixed Relay. Quelle emozioni sono riaffiorate, però stavolta ha respirato aria di professionismo. Lei sarà una delle capitane della BFT Burzoni ed è chiamata a confermare un 2023 davvero ottimo con entrambe le maglie.

«L’esperienza che abbiamo vissuto noi tre – commenta la 18enne scalatrice di Anagni – la riporteremo e condivideremo assolutamente con le altre nostre compagne. Oltre ad Hans abbiamo conosciuto anche Kelvin Dekker, uno dei diesse della DSM, e sono stati entrambi disponibili e alla mano. Ogni tanto ci dicevano qualche frase in italiano che hanno imparato da Barale, Ciabocco e Barbieri. Durante una riunione ci hanno coinvolto anche in una sorta di gioco a domande con le altre juniores per farci conoscere meglio.

Per La Bella è stato un ritorno a Sittard dopo averci corso al Watersley Ladies con la nazionale prima dell’europeo 2023
Per La Bella è stato un ritorno a Sittard dopo averci corso al Watersley Ladies 2023 con la nazionale

«Essere il devo team di una squadra importante come la DSM può portare delle pressioni – conclude La Bella – però credo che siamo attrezzate per affrontare la stagione. Abbiamo lavorato molto bene nei ritiri. Siamo una formazione abbastanza completa, in cui si è formata tanta chimica fra noi. Poi siamo supportate da uno staff molto preparato. Ringrazio Stefano che ci ha sopportate in questi giorni in Olanda (dice ridendo, ndr), ma ora siamo pronte per esordire domenica a Volta Mantovana».

Sanarini e Magagnotti, due ragazzini in cima all’Europa

15.08.2023
5 min
Salva

La nuova straordinaria dimensione dello sport italiano passa anche per gli Eyof, i Giochi della Gioventù Europea, riservati ai ragazzi fino a 16 anni, nei quali l’Italia ha dominato il medagliere, cogliendo qualcosa come 16 medaglie d’oro, il doppio delle altre nazioni. Non è cosa insolita (certamente non come quanto avvenuto a Cracovia per i Giochi Europei dei grandi) ma la novità è che questa volta, oltre a atletica, ginnastica e nuoto che portano sempre la principale quantità di medaglie si è distinto anche il ciclismo con Sanarini e Magagnotti.

La spedizione azzurra contava 8 elementi: 6 per la strada, equamente divisi fra maschi e femmine e impegnati nella prova in linea e in quella a cronometro e 2 nel cross country mtb. Il bilancio porta un oro con Linda Sanarini prima nella gara su strada e un argento con Alessio Magagnotti nell’identica prova maschile.

La delegazione azzurra, tornata a casa con un oro dei 16 conquistati dall’intera spedizione sportiva tricolore
La delegazione azzurra, tornata a casa con un oro dei 16 conquistati dall’intera spedizione sportiva tricolore

Si parte dall’attività di base

Perché questi risultati sono importanti? Perché sono la punta dell’iceberg del lavoro profondo che viene fatto a livello giovanile, un lavoro che prima di passare per la ricerca di talenti si muove attraverso l’allargamento della base, la promozione dell’attività ciclistica muovendosi anche contro le difficoltà innescate dai legittimi timori delle famiglie verso le uscite in bici per la strada. Si dice sempre che l’uscita dalla crisi nella quale versa il ciclismo italiano di vertice passa necessariamente per il lavoro alla base. Questo lavoro ferve e porta frutti.

Silvia Epis era a capo della spedizione azzurra a Maribor (SLO), per lei era la terza presenza agli Eyof e il suo bilancio è lusinghiero: «Il primo anno, nel 2019, ottenemmo quattro argenti, lo scorso anno un bronzo, ora finalmente è arrivata la medaglia più pregiata».

L’abbraccio della vincitrice con Silvia Epis, il capodelegazione che segue il ciclismo giovanile della Fci
L’abbraccio della vincitrice con Silvia Epis, il capodelegazione che segue il ciclismo giovanile della Fci
Raccontaci un po’ chi è Linda…

E’ una ragazza padovana che già prima di gareggiare aveva ottenuto un record, come la prima ciclista italiana capace di gareggiare in due edizioni della rassegna. Lo scorso anno venne infatti recuperata l’edizione del 2021 posticipata per Covid, così Linda ha potuto gareggiare due volte. E’ una passista veloce che tiene bene anche sulle salite di media lunghezza, ha davvero tutte le qualità per emergere.

E’ il suo primo risultato importante?

Assolutamente no, è stata seconda ai campionati italiani su strada e quarta a cronometro e anche a Maribor, nella prova contro il tempo avrebbe potuto ottenere un buon risultato, ma è stata una gara dove il maltempo ha influito moltissimo, tanto che a un certo punto è stata anche sospesa. Linda è stata bravissima a interpretare la gara, seguendo la spagnola Ostiz Taco quando ha attaccato (era la vicecampionessa in carica) e regolando in volata le quattro compagne di fuga. Molto però è servito anche il lavoro delle sue compagne, Chantal Pegolo sesta alla fine e Linda Rapporti diciassettesima, atlete che sono rispettivamente le campionesse italiane allieve in linea e a cronometro.

La volata di Magagnotti che gli vale l’argento, dietro Proietti Gagliardoni (6°)
La volata di Magagnotti che gli vale l’argento, dietro Proietti Gagliardoni (6°)
Veniamo a Magagnotti…

E’ stato bravissimo a rimanere concentrato quando l’inglese Max Hinds è andato via a 55 chilometri dal traguardo. Non gli hanno prestato attenzione, è arrivato ad avere 2’40”, poi la reazione del gruppo c’è stata ma era tardi, infatti gli sono arrivati a 20”. Alessio però ha fatto tutto per salire sul podio e ha vinto la volata del gruppo. Sesto è arrivato Mattia Proietti Gagliardoni, che è campione italiano di ciclocross mentre Tommaso Marchi ha chiuso 67° perché è caduto.

Alessio è un velocista?

Direi che è un vincente. E’ di Avio (Tn) e in Italia è quello che ha vinto più corse di tutti, oltre 10 quest’anno, è campione italiano a cronometro ma anche lui ha pagato dazio nella giornata che doveva essergli più congeniale.

Per il giovane trentino un podio che conferma le sue qualità. Un prospetto da seguire
Per il giovane trentino un podio che conferma le sue qualità. Un prospetto da seguire
Proviamo a inquadrare i risultati dei ragazzi in un contesto che considerando l’età è molto delicato.

Il livello delle gare slovene era molto buono, ma nel complesso ha confermato quanto sapevamo già. I nostri ragazzi sono già molto capaci nelle gare classiche, in linea, ma pagano dazio in quelle discipline più specifiche e questo lo vediamo da tempo nell’arco della stagione. La cosa che mi è piaciuta di più è che ho trovato ragazzi capaci di far gruppo, pur provenendo da realtà societarie quando non addirittura geografiche molto diverse e questo indubbiamente ha un valore. Sono già abbastanza maturi dal punto di vista umano, ciclisticamente si stanno costruendo.

Secondo te hanno un futuro, considerando non tanto le capacità quanto la passione che investono su quest’attività?

Non ho alcun dubbio al riguardo, si vede che hanno voglia, che ci credono e che soprattutto sono spinti dal sogno che è una cosa fondamentale per la loro età. Sicuramente questa esperienza li ha accresciuti come sempre succede quando si partecipa a una manifestazione multisportiva.

Oltretutto, mentre si gareggiava in Slovenia il Ministro dello Sport Abodi ha annunciato l’intenzione di reintrodurre i Giochi della Gioventù…

Sarebbe un passo fondamentale, anche per riportare lo sport all’interno della scuola. So quanto sono stati importanti per la crescita dello sport italiano, tutti i campioni del secolo scorso sono usciti da lì. Per molti versi sarebbe una rivoluzione e anche noi della Federazione dovremo farci trovare pronti perché servirà sicuramente un aiuto ai vari istituti scolastici per dare un indirizzo e un sostegno ai ragazzi. Sarebbe però un volano di visibilità enorme e darebbe nuovo impulso alla crescita sportiva e umana dei ragazzi. Speriamo che si passi ai fatti quanto prima.

Triveneto in trasferta: 7 ragazzine al Tmp Jugend Tour

21.05.2023
6 min
Salva

E’ già qualche anno che i comitati regionali delle regioni del Triveneto si mettono insieme per portare le proprie ragazze a gareggiare in Germania. Si dice spesso della necessità di far fare esperienze alle più giovani fuori dai confini nazionali, senza aspettare che “mamma Fci” provveda, mettendoci insomma del proprio. Al TMP Jugend Tour la presenza delle allieve italiane è ormai una tradizione e dietro la loro esperienza c’è una vecchia conoscenza del ciclismo italiano, Giovanna Troldi.

Per chi non la ricordasse, Giovanna è stata una protagonista del ciclismo femminile italiano a cavallo d’inizio secolo, rappresentando l’Italia ai mondiali di Zolder nel 2002 e chiudendo la carriera nel 2003 con all’attivo tre titoli italiani a cronometro. Poi è rimasta legata al ciclismo, anche se progressivamente sempre meno in sella e più a guidare gli altri.

«Ormai non riesco quasi più a salire in bici – racconta – il tempo manca sempre ma quando ho l’opportunità, qualche trasferta per una bella gran fondo non me la faccio mancare. E quando metto il numero sulla schiena, improvvisamente mi torna su lo spirito agonistico, evidentemente è insito in me».

Le ragazze al riscaldamento: Giovanna Troldi è davanti a loro, per gli ultimi consigli prima del via
Le ragazze al riscaldamento: Giovanna Troldi è davanti a loro, per gli ultimi consigli prima del via
Uno spirito che trasmetti alle più giovani…

Sì, sono da anni tecnico del comitato regionale veneto della Fci, occupandomi prevalentemente del settore femminile. Entrando in questo ambito, ho visto che c’era già una stretta amicizia con la Federazione tedesca, così è nata l’idea di formare una rappresentativa triveneta da portare a quella che per la Germania è una delle principali prove giovanili del calendario. Io mi occupo della parte strettamente tecnica, coadiuvata da Francesco Cecchin che cura soprattutto la parte logistica.

Com’è nata la selezione?

Da inizio stagione verifichiamo come vanno le ragazze, stiliamo una classifica a punti e le più meritevoli entrano nella rappresentativa, che comprende atlete venete, trentine, altoatesine e friulane. Erano tantissime che volevano entrare nella squadra, c’è stata una lotta serrata, alla fine abbiamo tirato le somme. Abbiamo a disposizione un’ammiraglia e un pullmino per portare su le ragazze, è una vera e propria avventura.

Proviamo allora a riviverla e raccontarla nei dettagli…

Due ragazze, Sommarini e Pegolo avevano già fatto questa esperienza lo scorso anno e hanno fatto un po’ da chiocce per le altre. Siamo partiti che era ancora notte, per affrontare un viaggio che si è rivelato lunghissimo, 14 ore abbondanti. Un po’ per il maltempo, un po’ per continui incidenti sulla strada, neanche tanto grandi, ma che rallentavano la nostra corsa. Siamo arrivati che le ragazze erano davvero stanche e il giorno dopo c’era già la prima gara.

Cena di gruppo nell’hotel del Triveneto, con telefoni messi da parte e tanta voglia di socializzare direttamente, come una volta…
A cena nell’hotel del Triveneto, con telefoni messi da parte e tanta voglia di socializzare
Chi partecipava alla corsa?

Non c’erano solo le atlete di casa. Intanto partecipava la nazionale tedesca, poi le rappresentative di Polonia, Lussemburgo e Austria, oltre a tanti club locali. Ne è venuta fuori una corsa molto qualificata, un confronto che alla fine si è rivelato molto costruttivo per le ragazze, ma più che sull’aspetto agonistico, c’è un altro aspetto che mi ha colpito.

Quale?

C’è stata una socializzazione fra le varie ragazze davvero eccezionale. Ho notato una grandissima voglia di conoscere, di scambiarsi esperienze fra italiane e straniere. Si scambiavano continuamente numeri di telefono, contatti sui social e anche quando la gara è finita, nel viaggio di ritorno erano lì a chattare e scriversi con le ragazze. Sono nate belle amicizie e questo mi sembra un aspetto importante, che va al di là del discorso sportivo.

Parlavi di telefoni e social. A questo proposito come vi regolavate fuori corsa, a cena, lasciavate libertà di utilizzo degli smartphone?

Non è nella mia natura imporre nulla, ma devo dire che erano le stesse ragazze a cercare di socializzare fra loro, tenendo il telefono da parte. La cosa che faceva ridere è che a cena si sentivano praticamente solo le nostre ragazze, le tedesche erano molto più timide e silenziose… Poi è chiaro che ci sono le più estroverse e quelle un po’ più timide, ma devo dire che si è creato un bel gruppo, sembrava che fossero amiche da sempre quando invece si erano appena conosciute.

Il bilancio delle ragazze del Triveneto è stato molto ricco, a dispetto di un’ultima giornata difficile
Il bilancio delle ragazze del Triveneto è stato molto ricco, a dispetto di un’ultima giornata difficile
Com’era strutturata la corsa e come l’avete affrontata?

Partiamo dal venerdì, che comprendeva un criterium al tardo pomeriggio che consisteva nel giro di un breve circuito. Noi al mattino abbiamo previsto una sgambata sul percorso delle gare del sabato, in modo da far imparare alle ragazze il tracciato da affrontare che era più impegnativo di quello del criterium. Tra l’altro il tracciato del sabato coincideva per larghissima parte con quello della domenica. Al sabato era in programma una cronometro al mattino, poi ho portato le ragazze in hotel per mangiare un breve riposo prima di tornare sul luogo di gara per la prova in linea del pomeriggio. Domenica stesso programma e alla fine premiazioni e poi di nuovo sulla strada.

Dal punto di vista tecnico, la corsa che cosa ti ha detto?

Che il nostro livello è più avanzato rispetto alle avversarie, ma alla fine abbiamo raccolto meno di quanto si poteva. Alla domenica le ragazze, soprattutto per stanchezza, non sono riuscite a mettere in pratica quanto avevamo stabilito e così ci sono sfuggite sia la vittoria di tappa che la classifica generale e quella a punti, che erano tutte alla nostra portata, ma abbiamo conquistato comunque la classifica a squadre. E’ stato comunque importante anche aver perso: nel pullman al ritorno abbiamo analizzato quel che era successo, le ragazze hanno detto la loro, hanno imparato. Queste esperienze servono anche per questo.

Sanarini e Pegolo, vincitrici di una tappa ciascuna e con una maglia di leader. Per il Triveneto, una tappa vinta anche dalla Rossignoli
Sanarini e Pegolo, vincitrici di una tappa ciascuna e con una maglia di leader. Una tappa vinta anche dalla Rossignoli
Il bilancio finale qual è?

Abbiamo vinto 3 tappe, Matilde Rossignoli ha chiuso terza in classifica generale e prima fra le giovani; Chantal Pegolo, settima in classifica, ha portato a casa la maglia di migliore nei Gpm. Quarta invece Linda Sanarini. Vorrei ricordare anche le altre del gruppo: Matilde Cenci, Clarissa Laghi, Linda Rapporti e Silvia Pirrone.

Ripeterete l’esperienza?

Sicuramente, ma non solo il prossimo anno. Contiamo infatti di ricevere l’invito per un’analoga prova che si svolge a fine agosto parallelamente al Giro di Germania per professionisti, nelle ultime tre giornate affrontando i tratti finali delle tappe. Sarà a ridosso del Mare del Nord, una trasferta ancora più lunga, ma le ragazze non vedono l’ora e vogliono tutte essere selezionate. Staremo a vedere, devo dire che anch’io non vedo l’ora che arrivi agosto…