E’ arrivato il momento di arginare il talento di Pidcock?

11.12.2023
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Chissà come l’avranno presa i capi dell’UCI e segnatamente il presidente Lappartient, scoprendo che i tre più grandi crossisti del gruppo non prenderanno parte (volontariamente) al mondiale di specialità? La sensazione è che la scelta che non sono stati in grado di fare Van der Poel, Van Aert e Pidcock sia venuta dai team e sia stata affidata agli allenatori. Così se Van Aert si è concesso il rientro (con vittoria) a Essen, ma ha già inquadrato con Mathieu Heijboer il giusto avvicinamento per le classiche, il programma di Pidcock l’ha preso in mano Kurt Bogaerts. E il primo punto fermo è stato volere che il folletto britannico, campione del mondo di mountain bike a Glasgow, partecipasse al ritiro del Team Ineos Grenadiers, rinviando così il debutto nel cross al 16 dicembre. Gara di Herentals, casa Van Aert.

Bogaerts allena da anni Pidcock, seguendolo nelle tre specialità (foto Sporza)
Bogaerts allena da anni Pidcock, seguendolo nelle tre specialità (foto Sporza)
Come mai?

Perché sarebbe un peccato se Tom perdesse l’inizio del ritiro. A differenza dello stage di gennaio a Denia, adesso ci sono tutti. Insieme a Thomas, Carlos Rodriguez, Bernal e Ganna, Tom è un uomo importante per la squadra. In più ha concluso la stagione il 9 ottobre con la Coppa del mondo di mountain bike in Canada. Questo però significa che Tom debutterà nel cross senza la minima preparazione specifica, perché il ritiro in Spagna termina il 15, ma ci teneva a cominciare per avere un rodaggio prima della Coppa del mondo di Namur, che si corre il giorno dopo Herentals.

Quel giorno ci sarà il primo confronto con Van der Poel e Van Aert: può condizionarlo nella preparazione?

Non dal mio punto di vista. Per Tom il ciclocross è soprattutto un valore aggiunto verso la stagione su strada. Un bel cambiamento. Herentals interrompe il primo blocco di preparazione alle gare su strada, ma sviluppare un po’ di resistenza al freddo e alla pioggia non può far male. Quando arriverà il momento di fare sul serio, anche su strada si deve essere pronti per ogni tipo di tempo.

Questo in teoria, cosa succederà poi quando saranno in griglia?

Tom è uno cui piace vincere, ma è in una fase diversa rispetto allo scorso anno. Sarà in discrete condizioni, ma partirà dalla terza fila o anche più indietro. Poi bisognerà vedere il livello degli altri due, che in realtà abbiamo già intuito. L’anno scorso sono stati forti già al debutto e si sono resi la vita difficile.

Lo scorso anno Pidcock ha corso l’avvio di stagione del cross in maglia iridata, vinta a Fayetteville 2021
Lo scorso anno Pidcock ha corso l’avvio di stagione del cross in maglia iridata, vinta a Fayetteville 2021
In realtà anche loro sembrano più focalizzati sulla strada.

E’ quello che sembra, se non atleticamente di certo mentalmente. Dopo aver sbagliato il Fiandre e la Roubaix, credo che ad esempio Van Aert non voglia sprecare energie mentali e fisiche nel cross. Mathieu continuerà a fare quel che ha già avviato con grande successo quest’anno. E Tom nel mezzo potrebbe dare un bell’impulso al movimento.

Perché saltare nuovamente il mondiale?

Perché il prossimo anno Tom dovrà iniziare la stagione su strada ben preparato. Non sappiamo ancora se all’Algarve o al Gran Camiño. Certo è che la Parigi-Nizza e la Tirreno arrivano subito dopo i mondiali di ciclocross e questo non va molto bene per la preparazione. Per questo abbiamo optato per fare un bel blocco di allenamento, concentrandoci sulla Coppa del mondo, dato che due giorni dopo la prova di Benidorm inizierà il secondo ritiro della squadra a Denia.

E’ vero che non vedremo Pidcock nelle classiche del pavé?

Questa è l’intenzione, anche se non ancora confermata. La direzione è quella delle classiche delle Ardenne. Se partecipi alle gare fiamminghe, puoi fare meno corse a tappe in primavera. Se invece vuoi fare anche una Parigi-Nizza, allora devi modificare il programma.

L’esplosività della Mtb può essere utile a Pidcock in avvio di Tour e alle Olimpiadi
L’esplosività della Mtb può essere utile a Pidcock in avvio di Tour e alle Olimpiadi
Programma di cui però fa parte la mountain bike.

Ancora per il prossimo anno, certamente, poi faremo una valutazione. Comunque dopo le classiche, penseremo al Tour de France. Dopo il Delfinato, valuteremo se partecipare alle due prove di Coppa del mondo di mountain bike in Val di Sole e a Crans-Montana. Suona strano, ma potrebbero rivelarsi un valore aggiunto per un Tour che parte subito forte, con occasioni per lui già nella prima settimana.

L’obiettivo olimpico sovrasta tutto il resto?

L’intenzione è che Tom partecipi sia alla mountain bike che alla corsa su strada. La sua ambizione è di nuovo l’oro olimpico. La prova su strada è un po’ più complicata, ma per fortuna si corre dopo la mountain bike e l’esplosività del fuoristrada può tornargli utile nella seconda sfida.

Pidcock in affanno, ma Bogaerts sa già il perché

22.04.2023
5 min
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Al termine dell’ultima Amstel Gold Race, quando Tom Pidcock fresco del suo terzo posto finale si è avvicinato ai microfoni, ha sorpreso i giornalisti con alcune dichiarazioni a effetto: «Non ne avevo più alla fine, sto faticando con le lunghe distanze e gli ultimi 20 chilometri sono stati interminabili. Sicuramente qualcosa mi manca». La successiva Freccia Vallone l’ha chiusa al 18° posto, a 15” dallo scatenato Pogacar perdendo presto il treno dei migliori sul Muro di Huy.

Qualcosa non va e in vista della Liegi era giusto approfondire l’argomento considerando che il britannico aveva posto grande accento sulla campagna del Nord, addirittura sacrificando l’ultima parte della stagione di ciclocross, difesa del titolo mondiale compresa. Kurt Bogaerts, il preparatore del britannico, non si è nascosto, analizzando la situazione del suo ragazzo partendo proprio dalle scelte effettuate in inverno.

Pidcock ha mascherato a fatica l’eccessiva stanchezza dopo le classiche più lunghe (foto Eurosport)
Pidcock ha mascherato a fatica l’eccessiva stanchezza dopo le classiche più lunghe (foto Eurosport)

«Volevamo un miglior adattamento alla strada e per questo volevamo avere una buona preparazione con un buon ritiro – spiega il tecnico belga – prima con un blocco di lavoro a dicembre e dopo la chiusura anticipata della sua stagione invernale abbiamo fatto un altro grande blocco di allenamento per preparare le prime gare alla Volta ao Algarve nel miglior modo possibile. I risultati ci avevano dato ragione, con subito un successo in terra portoghese. Poi è stato fantastico alla Strade Bianche e dopo quella gara ci attendevamo tanto».

In occasione dell’Amstel il britannico ha lamentato problemi legati alla lunghezza della corsa: aveva già avuto problemi in tal senso nelle corse precedenti e soprattutto nell’anno precedente?

La caduta alla Tirreno-Adriatico è stata molto più pesante di quanto pensavamo. Ha rallentato la preparazione e tolto smalto, alla Dwars door Vlaanderen e per il resto della campagna delle classiche abbiamo scoperto di non essere dove volevamo. Se ti mancano quattro giorni in cui non puoi allenarti dopo la Tirreno, non puoi fare la Milano-Sanremo. E’ una gara molto lunga in cui è stato bravo in passato, nel suo primo anno da professionista, ma non puoi permetterti di affrontarla se non al massimo della forma, visto il livello generale. Quando hai una caduta come quella, hai bisogno di prenderti una pausa ed è molto difficile tornare velocemente ai massimi livelli. Abbiamo visto cosa è in grado di fare se può avere una buona preparazione. Penso che sia stato sfortunato con l’incidente e stia ancora pagando. Spero che migliori ad ogni gara e che già domani la situazione sia diversa.

Kurt Bogaerts, belga di 45 anni, è alla Ineos dove lavora con Pidcock dal 2021
Kurt Bogaerts, belga di 45 anni, è alla Ineos dove lavora con Pidcock dal 2021
Come pensi di lavorare ora in funzione delle corse future?

Dopo Liegi facciamo alcune gare di mountain bike. Si prende una piccola pausa e poi si prepara per il Giro di Svizzera e il Tour de France.

Nel complesso come giudichi la sua prestazione in Olanda e alla Freccia Vallone?

Se vediamo da dove viene con l’incidente, salire sul podio con Pogacar penso che sia stato buono. Si vuol sempre vincere, ma bisogna anche essere realisti, se la preparazione non è stata perfetta. E’ stato molto professionale nell’ascoltare il suo corpo dopo l’incidente, costruire il più possibile verso queste gare e poi finire sul podio con una performance che nel complesso è stata buona. Alla Freccia ha sbagliato i tempi, era un po’ troppo avanti nell’ultima salita, ha fatto il suo sforzo troppo presto e lo ha pagato in cima. Quindi penso che per il futuro imparerà molto sul posizionamento nell’ultima parte del Muro. Siamo stati anche sfortunati nell’ultimo giro.

Pidcock alla Tirreno-Adriatico, dove una caduta ha pregiudicato in parte la sua primavera
Il britannico alla Tirreno-Adriatico, dove una caduta ha pregiudicato in parte la sua primavera
Perché?

Abbiamo avuto un incidente con Magnus Sheffield e per questo non eravamo al massimo per pilotarlo, quindi non era l’ideale per ottenere la migliore prestazione. Questo è un finale specifico in cui tutto deve essere veramente buono e corretto per fare il tuo sforzo e iniziare dal posto giusto.

Tom è ancora molto giovane, ma viste le sue caratteristiche lo consideri più corridore da classiche o da corse a tappe?

Io penso che abbia del potenziale in entrambe. Al momento cerchiamo di combinare le due cose fino ai Giochi Olimpici per continuare quello che stiamo facendo e poi fare un punto alla fine del 2024, capire che cosa vuole veramente, se concentrarsi più su qualcosa o continuare così. Al momento non ci siamo concentrati molto sulle classifiche delle corse a tappe, ma penso che dovrebbe essere in grado di fare bene. Vediamo in circostanze normali che recupera abbastanza bene dagli sforzi e dalle corse, quindi penso che abbia anche un futuro nei grandi giri.

Il britannico ha provato a seguire Pogacar all’Amstel, pagando lo sforzo nel finale
Il britannico ha provato a seguire Pogacar all’Amstel, pagando lo sforzo nel finale
Tornando all’Amstel, Tom ha detto che quando Pogacar parte forte non puoi farci nulla. Secondo te può raggiungere quei vertici e rimanergli attaccato?

Penso che sia normale che dopo il traguardo uno come Tom, quando finisce la gara, fa il paragone con chi l’ha preceduto. Senza i problemi fisici della Tirreno, avremmo visto altre corse, un altro Pidcock. Poi Pogacar è eccezionale e penso che sia un risultato abbastanza sorprendente che tu possa seguirlo, ma Tom l’ha fatto. Nel finale ha pagato il prezzo, ma ha corso per vincere, come deve fare. Non aveva paura. E questo prima o poi gli porterà la vittoria importante, di fronte ai migliori corridori del mondo. Se Tom continua a lavorare sodo per un periodo continuo, allora possiamo vedere il miglior Pidcock e poi vediamo dove arriva. Dopo aver analizzato le cose, Tom può essere fiducioso per il futuro, senza alcun dubbio.