Revox e Syntium, a Rimini ammirati due gioielli di Miche

12.09.2021
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Nel cuore di una fiera italiana non poteva mancare uno dei brand che meglio rappresenta il Made in Italy, Miche. In bella vista ci sono le sue ruote, anche quelle per la Mtb (presentati tre nuovi set: K4 Awr, 966 Spr e Xm-H 30), le stesse che vengono fornite anche all’Androni Giocattoli. Il Dna racing infatti non manca nella casa veneta. Ma per gli appassionati della strada le novità si chiamano Revox e Syntium.

Revox, il carbonio accessibile

Ma se le gamme maggiori, Supertype e Awr non vengono quasi toccate, la vera novità è la gamma Revox.

«Gamma che – spiega il sales manager Paolo Bisceglia – è il nostro entry level in carbonio. E’ una ruota del tutto nuova. Qui è presentata nella versione disco, ma esiste anche in quella rim. Ha un peso di 1.650 grammi e per essere una entry level è molto prestazionale».

Di sicuro è un set dalle caratteristiche moderne. Il cerchio è largo 17 millimetri e il profilo è da 38 millimetri. C’è la tendenza ad andare sui canali più larghi, ma se andiamo ad analizzare le prescrizioni delle normative con un canale 17 potresti installare una copertura fino a 2”! Va da sé che potresti montarci anche un 32 millimetri e avresti comunque una ruota con una rigidità e una prestazione buonissime ad un prezzo al pubblico intorno a 1.300 euro».

Syntium Wr

L’altra novità riguarda l’alluminio ed la Syntium Wr. Quindi Miche ha pensato anche ad ottimizzare e migliorare i prodotti più accessibili e non solo quelli dal prezzo più caro. «E’ un set in alluminio dedicato al freno a disco – conclude Bisceglia – E’ una ruota completamente nuova: cambiano sia i mozzi che i cerchi. Il canale in questo caso è da 19 millimetri e il profilo è da 25». Il peso delle Syntium è di 1.707 grammi la coppia.

Come per l’intera gamma Miche, tutti i mozzi sono fatti in casa: dal corpo ai cuscinetti. Solo nel top di gamma si utilizzano Skf. I portacricchetti sono in titanio per le gamme più alte, mentre sono in acciaio per le altre. I corpetti sono sempre in Ergal. «C’è quindi un grande connubio di leggerezza, prestazioni e capacità meccaniche elevate che sono necessarie per ruote di questo tipo».

Canale interno da 22 millimetri e profilo da 30, offrono stabilità e sicurezza oltre che a un’efficace scorrevolezza
Canale interno da 22 millimetri e profilo da 30, offrono stabilità e sicurezza oltre che a un’efficace scorrevolezza

E sul gravel…

Miche non è certo stata con le mani in mano per quel che concerne il settore gravel. A Rimini ha esposto un’intera gamma, tutta per freno a disco. Si parte da una coppia di ruote (al vertice della gamma) le Carbo Graff che pesano 1.445 grammi e sono in carbonio unidirezionale. Hanno il canale interno da 22 millimetri, un profilo da 30 e una struttura asimmetrica per ottimizzare le tensioni e le forze a cui è sottoposta.

Questo set è tubeless ready, è fornito (a richiesta) con kit tubeless da già montato. Un kit tubeless che è stato sviluppato in Miche. Altro modello gravel è la Graff Sp. Stavolta il cerchio è in alluminio. Cambiano le misure: il profilo è da 25 millimetri e il canale interno da 19, ma la struttura asimmetrica è la “stessa” della sorella maggiore Carbo Graff. Il loro peso è di 1683 grammi la coppia, a fronte di una grande robustezza.


Miche

Ursus, tutte le strade portano alle ruote Miura TC 47

12.09.2021
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Ursus presenta le Miura TC 47 Disc ruote rivoluzionate che possono essere utilizzate sia su strada che nel mondo gravel. Sempre fedele al tubeless che ormai è entrato di diritto nel mercato delle coperture per il ciclismo, da strada ed offroad. Le Miura si adattano benissimo a seconda delle situazioni e delle necessità dell’utente, la larghezza del canale da 21 millimetri è studiata per l’utilizzo del tubolare da 28 millimetri.

La Ursus Miura TC47 disc…
La Ursus Miura TC47 disc…

Diverse misure, diversi utilizzi

Il profilo delle Miura è disponibile in tre diverse misure. Il più piccolo è il 37 millimetri che è utilizzabile sia su strada che nel gravel. L’altezza intermedia, quella da 47 millimetri, ha un utilizzo più adatto alla strada grazie ad una rigidità maggiore, ma che non ne fa risentire in guidabilità.

Un salto di ben 20 millimetri, invece, porta all’altezza del profilo più grande proposto da Ursus, vale a dire quello da 67 millimetri. Misura utilizzata anche in cronometro ondulate in cui la ruota lenticolare o la tre razze non riescono a fornire risultati ai massimi livelli.

Da Ursus la massima compatibilità del mozzo, anche per il gravel
Da Ursus la massima compatibilità del mozzo, anche per il gravel

Per tutti i pacchi pignone

Per essere utilizzate in quasi tutti i terreni a disposizione i tecnici Ursus hanno svolto un lavoro meticoloso ed efficace. La compatibilità è totale, le Miura possono montare qualsiasi marchio che l’utente finale decide di utilizzare, dal Campagnolo Ekar fino a tutti i gruppi da strada. Questa implementazione è stata possibile grazie alle corone inserite alla base del mozzo posteriore che non fanno toccare il pacco pignone con i raggi. 

«La parte più complicata dello sviluppo è stata appunto rendere adattabile la ruota a tutti i gruppi strada e gravel – ci spiega Enrico Stragliotto, di Ursus – Il pacco pignone Ekar ha tre viti che sono difficili da fissare ed infatti il lavoro è stato fatto sull’aggancio al mozzo».

Canale da 21 millimetri, ideale per una copertura dalle sezioni più larghe
Canale da 21 millimetri, ideale per una copertura dalle sezioni più larghe

Pesi contenuti

Ursus rimane fedele alla sua produzione made in Italy che caratterizza anche la ruota Miura TC con tutti i suoi componenti. Il sistema dei raggi è un incrocio di terza su entrambi i lati sia sulla ruota posteriore che su quella anteriore.

Il peso è contenuto: per quanto riguarda il profilo da 37 millimetri per la ruota anteriore la bilancia si ferma a 720 grammi, mentre la posteriore pesa 850 grammi. Si tratta dell’opzione più leggera proposta da Ursus. Per il profilo intermedio siamo sui 780 grammi all’anteriore e 890 grammi al posteriore. La misura più alta che è quella da 67 millimetri è di conseguenza la più pesante, con 850 grammi davanti e 970 grammi dietro.

Ursus

Just1 a tutta sulla strada! Ecco i caschi JHyper e JHero

12.09.2021
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Sono i caschi le novità presentate da Just1 all’Italian Bike Festival. Ma a sua volta Just1 è quasi una novità nel mondo del ciclismo e della strada in particolare. La casa toscana sia proposta “in punta dei piedi” qualche tempo fa con la Mtb, e subito aveva messo in chiaro il livello di qualità al quale avremmo assistito. Poco dopo hanno rilanciato anche nel mondo dei pro’ con il modello di occhiali Sniper. Modello che ha usato (ed usa) anche Lutsenko. Adesso ecco due gioielli: i caschi JHyper (in apertura) e JHero.

JHyper, aero e sicuro

A presentarceli è Tony Amoriello, general manager di J1: «Il JHyper è il è il nostro top di gamma. Questo casco è pensato e studiato per chi fa ciclismo a ad alto livello, quindi per i professionisti ma anche per gli sportivi che sono alla ricerca (e hanno la necessità) di avere un casco che consenta loro di ottenere le massime prestazioni.

«Come si può vedere la forma del JHyper è affusolata. Siamo andati in galleria del vento. Il coefficiente aerodinamico ha richiesto la sua buona parte di lavoro, ma anche la sicurezza non è da meno. La densità del polistirolo varia a seconda dei punti strategici. Ed è questo che fa innalzare l’asticella della sicurezza (e della qualità complessiva, ndr). Il JHyper è fornito della tecnologia Mips, che riduce i traumi da impatto impatto rotazionale».

Nonostante sia aero e abbia poche feritoie, appena 6, il JHyper stupisce per la sua areazione. La rotella posteriore consente di assestarselo al meglio sulla testa. Il suo perso? Circa 290 grammi. Sei le varianti di colore.

JHero, qualità per tutti

Poco più basso di gamma, ma ugualmente un prodotto di eccellenza, è il JHero, pensato per un pubblico appena meno esigente.

«Il JHero – continua Amoriello – è un prodotto ottimo ma ad un prezzo leggermente più basso. Il suo design è molto curato. Resta la struttura a densità variabile dei polistiroli, ma non c’è il Mips».

Anche in questo caso la rotellina posteriore consente ad ognuno di trovare la calzata perfetta. Le feritoie del JHero sono dieci, pertanto non ci sono problemi di areazione, ma al tempo stesso non si rinuncia ad un ottimo coefficiente aerodinamico. Rispetto al JHyper pesa circa 50 grammi in meno (quindi sui 240 grammi). E’ disponibile in cinque colorazioni, tra cui quella pink… davvero particolare e adatta anche ad un pubblico femminile.

Insomma, Just1 si presenta davvero alla grande anche nel ciclismo su strada e già corre veloce!

Just1

Favoino ci porta nel mondo Lapierre e della Pulsium SAT

12.09.2021
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Lapierre è sul viale centrale dell’Italian Bike Festival e nel mezzo del suo stand c’è la Pulsium Sat 5.0. E lì la nuova bici dall’anima endurance del brand francese domina la scena. A parlarcene, come vediamo anche nel video appena sotto, è Romano Favoino a capo di Lapierre Italia.

La Pulsium SAT…

La sigla Sat sta per Shock Absorption Technology. Questa tecnologia caratterizza la bici e il suo elemento chiave, vale a dire il supporto in polimeri tra piantone e orizzontale che smorza le vibrazioni (Lapierre stima una comodità ulteriore dell’11%). E poi geometrie meno aggressive rispetto alle specialissime votate all’agonismo e una fibra di carbonio specifica (unidirezionale 24T) fanno il resto. C’è anche le versione senza SAT più economica ma altrettanto valida, che è disponibile anche con freni tradizionali e non a disco.

Ma guai a pensare ad una bici lenta. La Pulsium resta performante. Tanto che c’è da chiedersi se Demare e compagni la useranno nella prossima Roubaix. «No – ride Favoino – per le pietre delle Roubaix abbiamo la Xelius che, nonostante sia una bici per scalatori, si adatta molto bene alle sconnessioni del pavè».

Lapierre e i pro’

E quest’ultima frase è emblematica per comprendere meglio le bici e Lapierre stessa. Questo brand è da tempo legato ai professionisti e ha un sistema produttivo particolare.

«Vero – afferma Favoino – quello tra Lapierre e, nel caso della strada, la Groupama-Fdj è un rapporto anomalo nel panorama del nostro settore, perché ormai il sodalizio vanta 20 anni di storia. Non è più solo un rapporto tra fornitore e squadra, ma è diventata una vera e propria sinergia.

«Ci capita spesso, quando andiamo nella sede centrale a Digione, di trovare il reparto tecnico della squadra insieme ai product manager dell’azienda per sviluppare le nuove biciclette. E’ un grosso vantaggio perché è chiaro che quando si ha un rapporto di così lungo periodo la squadra ha la possibilità di avere delle bici quanto più prestazionali possibili. Dalla sua, l’azienda ha la possibilità di usufruire di tutta l’esperienza nello sviluppo dei prodotti e di giovarsi della visibilità di una squadra professionistica di alto livello. Questo forse è il motivo per cui le nostre bici si differenziano rispetto alle altre. Hanno questi carri con foderi obliqui che vanno ad innestarsi direttamente sul piantone e rendono le bici più confortevoli e divertenti da guidare. Oppure sono super aerodinamiche con ore ed ore in galleria del vento con i corridori».

Quella volta con Guarnieri

Favoino ha parlato di sviluppo fatto a braccetto con i corridori. Jacopo Guarnieri in occasione della presentazione della Xelius ci disse Lapierre forniva loro tre prototipi prima di arrivare al modello definitivo con i loro tanti feedback.

«Una volta – racconta Favoino – Jacopo è venuto a trovarci nella nostra sede di Finale Ligure io gli ho chiesto in amicizia, e non come fornitore, un parere sincero da atleta. Gli ho chiesto come si fosse trovato con le nostre bici. Mi ha risposto: guarda Romano per la prima volta mi hanno chiesto come voglio la bici. E questo un po’ mi ha spiazzato. Un pro’ deve avere una bici per vincere. Poi non è facile riuscirci, ma noi vogliamo mettere i nostri atleti nelle migliori condizioni per poter esprimersi al massimo».

Ma Lapierre spesso ha stupito anche per alcuni suoi allestimenti. L’esempio dell’Aircode Drs è emblematico: una vera top di gamma, super veloce, con una tecnologia pazzesca, ma nel lancio è stata proposta senza il più alto gruppo, per esempio lo Shimano Ultegra al posto del Dura-Ace. Perché?

«Per il 2022 la Xelius, e non solo, sarà montata con il Dura-Ace. Ma quella del gruppo top di gamma è una richiesta strettamente legata al mercato italiano. All’estero già un Ultegra meccanico viene considerato di altissimo livello.I grossi numeri si fanno con l’Ultegra Di2. Anche perché bisogna ragionare in termini di rapporto tra peso e prestazioni con il prezzo. Conosciamo questa differenza e oggettivamente non sempre è giustificata. Fino ad una certa cifra la vendita è razionale, oltre è emozionale. Il che ci sta, perché devi comunque comprare una cosa che ti piace».

Lapierre

FM-Store, la pedana mobile per l’allenamento indoor

11.09.2021
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FM-Store, brand di Imola dello studio Freschi & Magnani, nato dalla passione per la lavorazione del legno e per la passione verso la bicicletta ha sviluppato una speciale pedana.
L’azienda emiliano-romagola ha osservato il mondo del ciclismo, specialmente quello dell’allenamento indoor, quindi i rulli. Studiando questo settore ha notato un problema comune per tutti gli utenti, vale a dire la staticità dei rulli. Quel che FM-Store ha pensato è di rendere l’esperienza di allenamento a casa più simile possibile ad un’uscita su strada, con quella “instabilità” che richiede l’equilibrio dell’andare in bici.

Una soluzione efficace

Si sa quanto è difficile uscire per un allenamento serale, soprattutto ora che l’autunno incombe e le giornate si accorciano. I rulli diventano, quindi, l’alternativa ideale ad una pedalata su strada, magari nel traffico, soprattutto grazie alle nuove tecnologie di bike training.

Ma per simulare una vera uscita, con tanto di movimento della bici mancava qualcosa. Come risolvere quindi il problema della staticità dell’allenamento indoor? FM-Store ha ideato una pedana, costruita con pannelli in multi-strato fenolico di grande qualità e robustezza, lavorati con il centro a 5 assi, nel cui mezzo sono stati implementati dei cuscinetti che assecondano il movimento naturale dell’atleta. Questa struttura si muove in tutte e tre le direzioni, longitudinalmente, lateralmente e anche in profondità per rendere l’esperienza di pedalata il più realistica possibile. Un’esperienza che riguarda anche il sistema neuromuscolare implementando l’efficienza dell’allenamento.

La pedana mobile FM-Store segue i movimenti del ciclista e simula la strada ancora meglio
La pedana mobile FM-Store segue i movimenti del ciclista e simula la strada ancora meglio

Funzionamento

La bici viene legata a questa ingegnosa pedana con dei nastri specifici. Anche i rulli vengono agganciati ad essa, la caratteristica principale della pedana è che è adattabile a qualsiasi tipologia di rullo e bicicletta. Questa soluzione offre un continuo allenamento delle capacità coordinative che si perdono nell’allenamento statico indoor.


Altra soluzione molto interessante e a dir poco innovativa, studiata apposta per il lavoro sui rulli, è la pedana isometrica, strumento che permette di allenare in maniera specifica la forza.

«L’isometria è la massima contrazione muscolare senza movimento», ci spiega Francesco Trebbi di 3B Training, questa pedana, ideata da lui, abbinata alla pedana di FM-Store permette un allenamento completo in tutti i fondamentali del ciclismo. Ed è questo che fa la vera differenza.

FM-Store

Da Schwalbe ecco il G-One R, copertura a prova di proiettile

11.09.2021
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La grande novità 2022 di Schwalbe si chiama G-One R, la gomma per il gravel. Il settore più in espansione. Anche a Rimini, in occasione dell’Italian Bike Festival molta attenzione è stata dedicata al gravel appunto. In tutto ciò il brand tedesco non poteva mancare.

Il G-One R arriva fino a 45 millimetri di larghezza
Il G-One R arriva fino a 45 millimetri di larghezza

Il gravel in pole position

Il G-One R si propone come una gomma polivalente ma dall’anima corsaiola, come del resto spiega anche Elisabetta Dell’Orto sales manager di Schwalbe Italia. E per questo settore così in crescita, anche negli eventi “agonistici” se così possiamo dire, ecco che quella R sta per Racing.

Le caratteristiche di questo pneumatico. Di sicuro è una gomma veloce e leggera e perciò non è adattissima ai percorsi offroad più estremi o al fango. Ma sullo sterrato veloce e anche nei tratti di asfalto la scorrevolezza è davvero senza eguali. Perché? Il merito è principalmente del disegno del battistrada. I tasselli sono moltissimi, ma non troppo marcati e questo consente alla gomma di “scappare” via facilmente. I tasselli centrali sono più larghi, quelli laterali sono leggermente più diradati e “spigolati” e per questo tengono molto bene in curva quando si piega.

Tassellatura non troppo marcata per il G-One R, questo disegno la rende anche mono direzionale
Tassellatura non troppo marcata per il G-One R, questo disegno la rende anche mono direzionale

G-One R? Inarrestabile

La carcassa del G-One R è costruita con la tecnologia Souplesse Super Race Turn-Up, vale a dire 67 fili per pollice quadrato. Da ciò ne deriva una struttura molto resistente ma anche “morbida” visto che non manca il
materiale di “riempimento”.

Ma anche se si tratta di una gomma veloce e non pensata per terreni estremi, non manca l’attenzione verso le forature. Come? Con la tecnologia V-Guard. Un “tessuto” ulteriore, ma lo potremmo definire come uno strato protettivo, che irrobustisce la carcassa (e il battistrada) nella sua porzione più utilizzata, cioè quella centrale. Curiosità: il materiale V-Guard è lo stesso che si utilizza per i giubbotti antiproiettile. Le sezioni disponibili sono da 40 e 45 millimetri».


Schwalbe

Alè punta alla performance e lancia il completo PR.S.

11.09.2021
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Non solo bici. Una grossa fetta dell’Italian Bike Festival riguarda l’abbigliamento. E in questo settore non poteva mancare Alè. Tra i suoi stand spunta in prima linea il nuovo completo PR.S. Un capo dedicato alle altissime performance, tanto che in anteprima lo usano squadre professionistiche del WorldTour come la Bahrain-Victorious o la nazionale francese.

Salopette super comoda

Rispetto al passato è stata cambiata la bretella posteriore. E’ stata inserita una bretella a “Y” che permette di avere la schiena più libera. E questo consente una migliore areazione e anche un minor peso. Cambia anche il taglio anteriore. Nella zona del bacino si ha una cucitura particolare che spezza in qualche modo il pantalone stesso e crea una sorta di “effetto slip” che evita quelle brutte pieghe del pantalone che sono anche fastidiose al suo interno.

La stessa salopette è stata allungata rispetto al passato, specie nell’estremità (l’elastico, avremmo detto una volta). Questa parte terminale ha un grip importante per evitare la risalita del pantalone stesso in fase di pedalata. Infine, è stata tolta la cucitura a quattro aghi (quella bene a vista per intenderci). Quest’ultima magari è anche più confortevole, ma non riscontrava più le richieste estetiche dei consumatori, se vogliamo…

La retina, che fa da tasca porta numero, evita che alla lunga le spille rovinino il tessuto
La retina, che fa da tasca porta numero, evita che alla lunga le spille rovinino il tessuto

Maglia leggera

Passando alla maglia, la parte alta della manica ha un taglio differente rispetto al precedente modello PR.R. E’ un po’ più alto sulla spalla. Ai fianchi c’è una rete che contribuisce a limitare il peso (appena 100 grammi) e ad assicurare un’ottima areazione.

Il taglio? Ovviamente è slim. Curatissimi altri dettagli come la zip “a soffietto” che compre la cerniera stessa e fa sì che la grafica (anche pensando agli sponsor) non venga interrotta. Il colletto è basso come impone l’ultima tendenza della moda. E poi una cosa simpatica: nella parte posteriore anche per gli amatori così come per i professionisti, c’è la tasca porta numero che poi è una retina trasparente.

Il peso piuma della maglia Ale PR.S. (100 grammi) esalta anche la traspirabilità
Il peso piuma della maglia Ale PR.S. (100 grammi) esalta anche la traspirabilità

Personalizzazione totale

Il PR.S è pensato per le squadre, quindi è totalmente personalizzabile nei colori e nei fondelli. Di questi ultimi, Alè ne propone tre e tutti sono “fatti in casa”. Si differenziano per le ore di impiego. C’è il “due ore”, il “quattro ore” e “l’otto ore”. Questa linea infatti è pensata per i pro’, ma anche per gli amatori che magari non hanno necessità di stare in sella troppo a lungo o al contrario vogliono imitare i loro beniamini in tutto e per tutto.

Alè

Tannus, la gomma piena di alta gamma

11.09.2021
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“Never stop riding”: non smettere mai di pedalare. Basta questo slogan per capire la filosofia di Tannus. Anche per le bici da corsa, gomme piene e “salsiciotti” non sono più un tabù o un elemento di “ripiego” grazie al brand asiatico. Alessandro Coianiz, amministratore di Tannus Italia Srl, ci porta nel mondo di questa azienda leader in questo particolare settore.

La linea Armour, tubeless e tube, punta più sul settore offroad
La linea Armour, tubeless e tube, punta più sul settore offroad

Un progetto visionario

«Tannus – dice Coianiz – nasce in Corea del Sud alla fine degli anni ’90 anni ma parte ufficialmente nel 2003. A capo c’era, e c’è ancora, l’ingegnere Youngki Lee, un vero esperto (e visionario) per quanto riguarda i polimeri d’alta fascia. Nascono da lui suole di Nike, Adidas… E da lì l’idea di usare quelle mescole per fare una gomma completamente piena. Una gomma antiforatura, antimanutenzione, ecofriendly, totalmente riciclabile, cosa impossibile con le coperture tradizionali. Intorno al 2010 esce la prima mescola stabile di questa gomma presentata poi ufficialmente ad Eurobike 2013. Oggi siamo alla quarta generazione.

«A Rimini stiamo presentando l’intera nostra gamma di prodotti, anche per la Mtb. E sono tutti derivanti dalle stesse mescole Aither sviluppate per la strada. Ci tengo a dire che Aither è il nome della mescola
comune a tutta la gamma e che racchiude sotto lo stesso cappello tutti i nostri prodotti. Oggi Tannus può contare su 15-16 modelli già disponibili e sta lanciando la nuova misura gravel Armour.
A comporre l’intera gamma sono gomme piene e supporti antiforatura, da utilizzare con o senza camere d’aria».

Il New Slick, la sua evoluzione viaggia verso le performance agonistiche
Il New Slick, la sua evoluzione viaggia verso le performance agonistiche

Gomma piena, basta dubbi

Ma la gomma piena spesso si è scontrata con le incertezze dei ciclisti, specie quelli dalla vena più agonistica. L’utente ha paura che stalloni, non si fida della tenuta…

«Cinque anni fa – spiega Coianiz – era difficile, non lo nego. Scattava puntuale la battuta sui bersaglieri, in quanto usavano la gomma piena nella Prima Guerra mondiale. Però facendo un piccolo ragionamento con il cliente stesso la bici nasce piena, si passò alla camera d’aria per necessità. Perché i materiali dell’epoca non erano performanti. Mancava il materiale adatto ad una gomma piena sostanzialmente.

«Oggi con questa mescola polimerica abbiamo una gomma che sì è piena, ma ha un rotolamento più che accettabile. Non siamo ancora dove vogliamo arrivare. Per ora perdiamo un 10% di scorrevolezza rispetto ad una copertura tradizionale di una media fascia. Questo ci porta ad avere una gomma che è performante per l’uso city bike. Mentre per le bici da corsa le nostre gomme sono sicuramente ottime per l’allenamento o per chi non cerca prestazioni assolute, ma preferisce avere affidabilità totale e la possibilità di fare 8.000 chilometri (questa la durata media di una copertura piena Tannus, ndr) senza la minima manutenzione».

L’anima della gomma piena di Tannus per le specialissime
L’anima della gomma piena di Tannus per le specialissime

E sul bagnato?

«Nessun problema anche quando piove. Considerando quel 10% di rotolamento in meno dovuto a un maggiore grip derivante dalla maggiore impronta a terra, sul bagnato il gap tende a ridursi mentre la tenuta resta ottimale.

«Le durezze – riprende Coianiz – non variano in base al peso del ciclista… per ora. In futuro infatti prevediamo anche di predisporre diverse durezze per diversi modelli. Ciò avverrà quando la catena logistica permetterà da un lato l’ampliamento dei modelli, delle mescole e anche il recupero totale del prodotto. L’ecologia è uno dei cardini di Tannus. Ogni modello ha la sua “pressione”. Le più gomme più dure, quelle da strada, corrispondono a 7,8 atmosfere, fino a scendere a 5 atmosfere per le bici da città».

Scopriamo il New Slick

«Se pensiamo ad uno sviluppo agonistico? Ci pensiamo da sempre – conclude Coianiz – Ma per ora ovviamente non intendiamo mettere l’accento su questo aspetto. Quando la ricerca e lo sviluppo consentiranno di creare un polimero super performante come vogliamo noi allora ci punteremo. Però, ripeto, siamo alla quarta miscela in cinque anni. Quindi siamo in continua evoluzione».

In tal senso i prodotti top di gamma per la strada sono lo Slick e il New Slick. Anche gli stradisti puri possono usarli con decisione. In particolare il New Slick ha la mescola Aither 1.1 (nuova) che lo rende veloce e anche leggero, se si pensa che pesa 434 grammi ed ha una sezione da 25 millimetri. Inoltre è disponibile in ben 10 colori, per chi è attento all’estetica e punta al total look. La durezza del New Slick corrisponde ad una pressione di 7,8 bar. Per le specialissime le misure delle coperture “airless” (cioè piene) sono: 23, 25, 28 e 32 millimetri.

Tannus

Sidi esalta il comfort con i nuovi scarpini Shot 2

11.09.2021
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Sidi, nel mondo degli scarpini da ciclismo è uno dei marchi top di gamma. L’azienda di Treviso nata negli anni Sessanta è sinonimo di innovazione e tecnologia. Shot 2 è la nuova calzatura proposta all’Italian Bike Festival di Rimini. Uno scarpino leggero, morbido ed avvolgente che darà alle vostre uscite un livello di comfort incredibile.

I due rotori garantiscono una chiusura efficace, che avvolge il piede lateralmente e frontalmente
I due rotori garantiscono una chiusura efficace, che avvolge il piede lateralmente e frontalmente

La galassia Sidi

La Shot 2 è presentata nella sua nuova ed accattivante colorazione blue galaxy, con inserti neri sulla punta del piede e sul tallone. La parte posteriore è stata aggiornata e resa ancora più efficiente, grazie al sistema Reflex Adusable Heel Retention Device il tallone verrà avvolto in maniera uniforme grazie alla chiusura indipendente.

Sistema di chiusura unico, grazie ai suoi due rotori, marchiati Sidi, la possibilità di trovare la regolazione perfetta non sarà più un ostacolo insormontabile. I punti di pressione sono ridotti al minimo, un sistema di chiusura di questo genere si adatta alle necessità di tutti i ciclisti.

Grazie al tallone regolabile è possibile aumentare il livello del comfort
Grazie al tallone regolabile è possibile aumentare il livello del comfort

Suole areate

La suola è il punto chiave di uno scarpino per quanto riguarda il trasferimento della potenza. La rigidità del carbonio utilizzato da Sidi rende più omogenea la potenza trasmessa ai pedali, soprattutto dalla zona metatarsale.

La particolarità di questo elemento è la possibilità di poter cambiare gli inserti sulla punta e sul tacco, un qualcosa non indifferente visto che sono quelli più soggetti ad usura. Una suola con uno studio meticoloso, tanto da aver portato Sidi a mettere due prese d’aria per raffreddare l’interno dello scarpino. Non solamente per mantenere stabile la temperatura ma anche per evitare la creazione di batteri e di ridurre al minimo la sudorazione.

La Sidi Shot 2 è disponibile in diverse colorazioni. Oltre al blue galaxy c’è: total black, total white e grigio con inserti neri su tallone e punta. Le numerazioni partono dal 38 ed arrivano fino al 48, con i “mezzi punti” intermedi, disponibili però dal 41 al 46.

Sidi