Maxxis Reaver, nato per le competizioni gravel

11.09.2023
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Pensato per le competizioni ed esprimere ogni watt quando l’unica cosa che conta è vincere.  Reaver è la nuovissima copertura Maxxis progettata per le gare in ambito gravel. Il design del battistrada a basso profilo, la scorrevolezza e la costruzione leggera hanno reso fin da subito questo modello la scelta ideale per i ciclisti gravel d’élite. 

A luglio Keegan Swenson (Santa Cruz htSQD) ha stabilito un nuovo record utilizzando questa copertura durante l’estenuante gara ciclistica Crusher nel Tushar. A giugno, Andrew L’Esperance (Maxxis Factory Racing) ha vinto alla Blue Mountains Gravel Fondo su Maxxis Reaver. Risultati che proiettano la creazione della casa statunitense in un’orbita competitiva mai vista prima. 

Disegno efficace

Il disegno del nuovo Maxxis Reaver è il frutto di analisi e studi atti a fornire la miglior rendita in campo gravel. Il basso profilo del design del battistrada utilizza la zigrinatura diamantata per ridurre la resistenza al rotolamento e migliorare la presa in ambienti polverosi o scivolosi. I tappi a spatola in gruppi di tre forniscono una presa extra in caso di frenata brusca, mentre i tappi laterali sono distanziati l’uno dall’altro e sono sfalsati per garantire la continuità in curva. Tra i tappi laterali è presente una scanalatura per consentire loro di flettersi e conformarsi al terreno, migliorando la trazione.

Reaver è l’ideale per i rider in quanto è più veloce, più leggero e persino più resistente del modello Rambler. In condizioni miste Rambler ha dimostrato di essere più versatile, ma se la velocità offroad è la priorità numero uno, Reaver è la miglior scelta.

Disponibile in due colorazioni
Disponibile in due colorazioni

Struttura e misure

La struttura di questo Reaver è un altro tratto distintivo di Maxxis. Come rinforzo troviamo infatti, l’EXO un materiale resistente al taglio e all’abrasione aggiunto ai fianchi di molti pneumatici per mountain bike e gravel. Questo tessuto a trama fitta è leggero e altamente flessibile, garantendo che le prestazioni dello pneumatico rimangano inalterate. Scegliere la protezione EXO per una maggiore durata per gravel, XC e trail riding leggero è sempre una decisione sicura. 

Reaver sarà disponibile nelle misure 700x40c o 700x45c con carcassa tubeless-ready da 120 TPI e protezione laterale EXO. I ciclisti possono anche scegliere la versione Tanwall per un’estetica più incisiva. A partire da Dicembre 2023, Maxxis Reaver sarà disponibile nei migliori negozi affiliati Ciclo Promo Components.

Maxxis

CicloPromoComponents

Roglic e Vingegaard alla Vuelta, Van Aert tra le gravel

30.08.2023
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Wout Van Aert e il gravel. Se ci si pensa potrebbe essere il suo terreno naturale, la specialità per lui più congeniale in assoluto: “Dio del cross, asso su strada”: da questo connubio il risultato sembra scontato. E infatti nel suo debutto ha vinto con nove minuti di vantaggio.

Il fatto è avvenuto alla Houffa Gravel, ad Houffalize, località che tra l’altro Van Aert ben conosce in quanto tappa storica del coppa del mondo di ciclocross, dove sull’ondulato percorso di 110 chilometri tra le Ardenne ha dominato. Evidentemente gli è bastata una manciata di giorni di riposo dopo Glasgow per ripresentarsi subito al top.

Al via circa 1.200 appassionati. Davanti gli elite: si nota (in giallo) Van Aert
Al via circa 1.200 appassionati. Davanti gli elite: si nota (in giallo) Van Aert

Assolo di potenza

Wout si è messo “di passo” e dopo neanche 40 chilometri era in testa da solo. La sua è stata una cavalcata solitaria. Il tutto mentre i suoi illustri colleghi, Vingegaard e Roglic iniziavano la Vuelta. Loro ad un grande Giro e lui in una gara nascosta tra le colline delle Ardenne: sembrava un “quadro al ribasso”, il fil rouge di un campione che non ha brillato come ci aveva abituato durante l’estate.

Sin da subito, Van Aert ha detto di affrontare il gravel per divertimento. Tuttavia nel suo programma figura già un appuntamento importante: il campionato mondiale, previsto in Veneto per l’8 ottobre.

«Non sapevo cosa aspettarmi – ha detto Van Aert a fine gara – volevo stare davanti (probabilmente per non incappare in nessun rischio, ndr) e così ho fatto. Quando è iniziata la salita ho preso il mio ritmo e sono rimasto da solo. Per il resto mi sono divertito. Alla fine sì, gare come il Tour o il campionato del mondo sono importanti, ma non ci sono solo quelle».

Poco dopo questo passaggio in salita Wout è rimasto da solo. Era il chilometro 40, più o meno
Poco dopo questo passaggio in salita Wout è rimasto da solo. Era il chilometro 40, più o meno

Test dei materiali 

Il percorso di Houffalize era anche relativamente tecnico, non è mancato qualche passaggio “roccioso”, diciamo di grandi sassi, ed è stato anche un test per i materiali. Anche in questo caso Wout e la Jumbo-Visma non lasciano nulla al caso.

«In effetti – ha spiegato Van Aert – volevamo correre qui anche per testare il materiale proprio in vista del mondiale. Sentivo che la bici rispondeva e potevo guidare bene in discesa. Mi sentivo sicuro. Il gravel è un buon punto d’incontro fra la strada e il cross: non è tecnico come il cross, appunto, ma è più lungo… quasi come una gara di strada».

Van Aert ha utilizzato la Cervélo Áspero-5, montata con il monocorona Sram e le coperture Vittoria Terreno Dry il cui diametro sembrava – il condizionale è d’obbligo – da 45 millimetri. Questa è infatti la sezione massima che può ospitare il carro di una gravel bike aerodinamica come la Áspero-5. E infatti di spazio tra ruota e telaio ce n’era davvero poco. In caso di fango Wout dovrà optare per altre soluzioni.

Alla fine il belga ha chiuso con 32,9 di media oraria, e poco di 2.000 metri di dislivello su 110 chilometri
Alla fine il belga ha chiuso con 32,9 di media oraria, e poco di 2.000 metri di dislivello su 110 chilometri

Obiettivo iridato

«La mia idea è quella di vincere il titolo mondiale gravel. Ogni volta che parto per una gara è quello il mio obiettivo. Certo, ci sarà un altro livello», ha detto Van Aert.

Al mondiale il livello sarà differente: questo è certo. Lo scorso anno la coppia della Alpecin-Deceuninck, Mathieu Van der Poel e Gianni Vermeersch, fu dominante. Ci sarà anche Valverde, che di fatto per sua stessa ammissione, non ha smesso di allenarsi come una volta. Ci sarà qualche punta della nazionale italiana, viene da pensare a Daniel Oss che lo scorso anno salì sul podio. Magari ci sarà anche Sagan. E ci saranno due atleti che a questa disciplina danno del tu: Lutsenko e Pidcock.

Gli stradisti, spinti anche da un mercato delle bici che “tira”, alla fine non mancheranno.

Van Aert si è preso Houffalize con 9′ sul connazionale (e grande amico) Dan Soete e il tedesco Paul Voss
Van Aert si è preso Houffalize con 9′ sul connazionale (e grande amico) Dan Soete e il tedesco Paul Voss

Ma prima l’europeo

Van Aert è stato il primo a scoprire le carte tra i grandi che puntano al mondiale gravel. Questa sua presenza a Houffalize è stata dettata soprattutto da un prendere coscienza con l’ambiente, per capire certe dinamiche. Una prova generale dei materiali come effettivamente è stato e anche per allenarsi e competere con meno stress, come ha detto lui stesso.

Tuttavia, tra il mondiale gravel, che si terrà ad ottobre, e questi giorni di mezzo c’è il campionato europeo, su strada chiaramente.

«L’europeo è il mio obiettivo principale di fine stagione. La gara di Drenthe, dove si disputa, mi piace», ha detto Wout. Il corridore di Herentals ci arriverà passando dal Tour of Britain (piccola corsa a tappe) e un’altra piccola gara di un giorno in Belgio.

Challenge Getaway XP, la gomma gravel con i muscoli

22.08.2023
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Getaway XP è la versione più robusta di uno degli pneumatici Challenge più apprezzati ed utilizzati. XP è l’acronimo di Xtra Protection. E’ sempre tubeless ed è fatto a mano con una carcassa che presenta 260 fili per pollice quadrato.

In termini di performance è molto differente rispetto alla versione standard, più robusto e sostenuto, ma capace di mantenere quella versatilità che ha reso celebre il Getaway.

Tre sezioni di tasselli ben distinte tra loro, centrale, mediana ed esterna
Tre sezioni di tasselli ben distinte tra loro, centrale, mediana ed esterna

Tubeless fatti a mano

Sono dei veri e propri tubolari aperti. Sono hand made e la carcassa con un numero così alto di fili non è solo un valore aggiunto, ma un fattore tecnico che contribuisce alla qualità complessiva dello pneumatico e della resa tecnica. Challenge Getaway XP, rispetto alle versione standard, prevede l’aggiunta di un doppio rinforzo. Il cerchietto flessibile è ricoperto da un tessuto che si spinge ben all’interno della parete, aspetto che irrobustisce (non poco) un punto della gomma che è sempre delicato. Inoltre c’è uno strato aggiuntivo, una sorta di membrana che copre tutta la sezione interna e si chiama Corazza Armour Gold. E’ totalmente nuovo ed è uno scudo vero e proprio, ma anche un sostegno non secondario.

Questo rende il tubeless maggiormente sostenuto, comunque scorrevole, sufficientemente morbido e in questo anche la tassellatura nel complesso gioca un ruolo fondamentale. Quest’ultima, confrontandola con la versione tradizionale non cambia il disegno ed il posizionamento della tassellatura. Non cambia neppure la forma della gomma una volta montata sul cerchio, con un disegno parecchio arrotondato ed aggressivo ai lati con un’ampia superficie di appoggio e tasselli aggressivi, ma pastosi al tatto. Getaway XP è disponibile in due larghezze, 40 e 45 (noi abbiamo provato quest’ultima) ed ha un prezzo di listino di 82,90 euro.

Getaway XP da 45: aggressivo

Sezione a parte, il valore alla bilancia cambia parecchio, rispetto alla versione non XP da 40, ma a nostro parere ci sta alla grande e proprio il suo peso è al di sotto della media della categoria. Per categoria si intende quegli pneumatici gravel che si spingono verso un utilizzo aggressivo, intenso e su percorsi impegnativi. Rocce e spuntoni, detriti e drop non fanno paura, perché il concetto di questa gomma è che la stessa si può danneggiare, ma non si deve forare.

Se montata su un cerchio hookless con canale interno da 25 millimetri, la gomma (sezione da 45) ha una larghezza rilevata di 46 millimetri. Ha un’altezza da terra (considerando il cerchio) di 4 centimetri, tanto, ma non tantissimo ed è un valore eccellente. Lo è grazie ai tasselli centrali con un’altezza limitata, lo è perché non diventa una variabile così importante ai fini del controllo delle ruote e della bici. Però è una misura utile a smorzare e ammortizzare (adeguando in maniera corretta la pressione). Volendo fare un’ulteriore confronto, il Getaway da 36 ha un’altezza inferiore di 5 millimetri.

Tutto quello che serve è scritto sul tallone
Tutto quello che serve è scritto sul tallone

Il nostro test

Al di la della sezione il Challenge Getaway XP da 45 non è una gomma estremamente impegnativa, lo diventa nell’ottica di un utilizzo in contesti ambientali tecnici e importanti. Rispetto alla versione standard è meno elastica (la pastosità arriva prima di tutto dai tasselli), o meglio, mostra una compattezza maggiore non solo nella zona del battistrada, ma a 180 gradi, da tallone a tallone.

Il grip sui terreni smossi e inconsistenti, ma anche la tenuta in curva e in fase di appoggio sono ai massimi livelli. E’ un po’ come il Getaway da 40 millimetri non XP, capace di sfruttare dei tasselli che aumentano la versatilità del tubeless, considerando anche le varie tipologie di terreni. Ma è sul duro, sul secco e sui sassi che offre il suo massimo. Perde l’aderenza solo quando ci si alza in piedi sui pedali, si cambia ritmo e di conseguenza si alleggerisce la bici sul posteriore.

Considerando la tipologia di ruota che abbiamo utilizzato per il suo test (Cadex AR35, anche con i raggi in carbonio), il range di pressione che permette di sfruttare questo pneumatico è compreso tra le 1,5/1,8 atmosfere (1,8 è a nostro parere il suo limite, considerando comunque una guida aggressiva e su terreni compatti), non oltre (considerando ruote e bici, peso dell’utilizzatore e stile di guida, ma anche tipo di terreno). XP è uno dei quei tubeless che fa “lavorare” tanto il liquido all’interno, fattore da non dimenticare, pensando ad una aggiunta di lattice dopo qualche giorno dal primo montaggio (e da tenere sempre sotto controllo).

In conclusione

Getaway XP da 45 è molto più che un completamento della gamma gravel di Challenge. Questo tubeless è anche una sorta di punto di unione tra una serie di pneumatici tubeless race (Getaway e Grider), dove anche il peso contenuto ricopre un ruolo importante e un prodotto (l’XP) che sconfina verso un pool di utilizzatori che estremizzano l’utilizzo della bici gravel.

A nostro parere il tubeless Getaway XP rimane comunque uno pneumatico con una forte propensione per la competizione, di sicuro più specifica rispetto al modello standard. Inoltre è molto scorrevole e permette di scendere con le pressioni, fattori da considerare nell’ottica della sfruttabilità della gomma e che inevitabilmente si riflette sull’utilizzo della bici.

Challenge

Santa Cruz Stigmata, la bici che non ha limiti

07.08.2023
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Santa Cruz Stigmata 4 è la nuova bici gravel, un prodotto che abbraccia le diverse interpretazioni della bicicletta. Grazie alla sua ciclistica complessiva, la nuova Stigmata sconfina dal gravel tradizionale, fino ad arrivare ai limiti della mtb, ma può anche diventare una bici stradale con le gomme maggiorate.

Al kit telaio completamente in carbonio fanno seguito 5 allestimenti differenti, compreso quello che prevede la forcella ammortizzata (40 millimetri di corsa) ed il reggisella telescopico. Entriamo nel dettaglio.

Anche per le interpretazioni che sfociano nella mtb (foto Santa Cruz)
Anche per le interpretazioni che sfociano nella mtb (foto Santa Cruz)

Origini nella Mtb

Santa Cruz è un riferimento per molti bikers (e non solo). Lo è grazie alle soluzioni tecniche adottate sulle bici, per le geometrie e per l’efficienza delle bici, ma lo è anche per quella punta eclettica che è parte del DNA dell’azienda. Un insieme d fattori che influiscono in modo importante sullo sviluppo delle bici a prescindere dal segmento, che ritroviamo anche in ambito gravel.

Stigmata 4 è la bicicletta che diventa anche un punto di unione tra il gravel, la mtb e la bici road. E’ versatile, perché oltre alla forcella ammortizzata, alla compatibilità con il seat-post telescopico (27,2 millimetri di diametro), permette di usare trasmissioni con o senza doppio plateau anteriore. Inoltre, offre ampi spazi per il montaggio dei bagagli, in caso di bikepacking. Di fatto è un mezzo trasversale che strizza l’occhio anche alla compagine più competitiva del segmento gravel.

Come è fatta

Santa Cruz Stigmata ha un telaio full carbon (così come la forcella) che offre il passaggio a pneumatici fino a 50 millimetri di sezione (con quelle da 45 rimane tanto spazio per agevolare lo scarico dei detriti e fango). La tubazione obliqua, nel punto di ancoraggio del portaborraccia, prevede un vano che prende il nome di Glovebox, ovvero uno spazio dove poter inserire alcuni oggetti. Il volume di tutti i profilati non è esagerato, per una bici che offre un’impatto estetico equilibrato e moderno al tempo stesso. L’inserzione degli obliqui del retrotreno è ribassata, così come è ribassato il fodero della catena nel punto di unione con la scatola del movimento centrale. Quest’ultima ha le sedi filettate.

Volutamente si è scelto di non integrare cavi e guaine nella tubazione dello sterzo (di natura IS), questo per permettere una facile e rapida manutenzione.

La Santa Cruz Stigmata 4 adotta il supporto del cambio di matrice UDH (universal derailleur hanger), soluzione davvero apprezzabile in termini di rigidità del comparto, protezione e standard. I portaborraccia sono tre, due nelle posizioni tradizionali, uno sotto il profilato obliquo.

Orizzontale allungato

Santa Cruz Stigmata adotta uno sviluppo geometrico moderno. Ha l’orizzontale più lungo, di conseguenza offre dei vantaggi per sfruttare maggiormente degli stem corti a vantaggio di stabilità e guidabilità anche sullo sconnesso importante. Gli angoli dello sterzo e del piantone sono comuni per tutte le taglie disponibili e sono rispettivamente di 69,5° e 74°, quindi un avantreno che si apre abbondantemente in avanti e un piantone quasi “perpendicolare”. Le taglie disponibili sono 5, dalla S alla XXL. E’ sloping, ma non è eccessivamente compressa schiacciandosi in maniera esagerata verso il posteriore.

Gli allestimenti

Come accennato in precedenza gli allestimenti disponibili sono 5. L’Apex 1X e il Rival AXS 1X, entrambi con monocorna a 4099 e 5499 euro di listino. Quelli con la doppia corona anteriore, Rival AXS e Force AXS RSV, rispettivamente a 5499 e 7699 euro di listino. E poi abbiamo il più estremizzato tra i pacchetti Stigmata, ovvero quello il telescopico Reverb AXS (con il controllo remoto wireless) e la forcella ammortizzata RockShox Rudy Ultimate, con la trasmissione Force AXS 1X, con un prezzo di 8499 euro. I telai Santa Cruz sono coperti da una garanzia a vita.

Santa Cruz

MMR X-Tour Fernando Alonso, design da Formula 1

05.08.2023
3 min
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Dopo Adrenaline SL e Rakish nel 2021, è ora il momento del gravel con una delle versioni più recenti firmate MMR, la X-Tour. Il campione di Formula 1, Fernando Alonso, consolida un altro capitolo con il marchio asturiano. La bici prende ispirazione dal team dell’iridato spagnolo: infatti, con i colori dell’Aston Martin, questo modello si candida ad essere un’opera di design pronto per avventure e lunghe pedalate.

Design da F1

Una linea unica abbinata a un design da Formula 1. X-Tour è ispirata alla monoposto Aston Martin e al verde della tradizione automobilistica britannica. Un connubio che esalta le caratteristiche tecniche di questa gravel con la bellezza che ogni weekend di Motorsport incanta appassionati e piloti. 

Javier González, Art Director di MMR, ha spiegato così il progetto: «L’ispirazione presa dalla carrozzeria dell’Aston Martin è il punto di partenza, con in primo piano il British Racing Green, il colore tradizionale delle auto da corsa britanniche. Per finire questo X-Tour, la creazione ingegneristica di Chechu Rubiera e del suo team di MMR, hanno anche incluso aree nere in finiture opache e lucide contrastanti.

Per accentuare ulteriormente il carattere esclusivo della decorazione sono stati inseriti dettagli dinamici verde lime in parti interne come forcelle, foderi orizzontali e foderi verticali. Questi sono dettagli utilizzati sulla medical car di F1, l’Aston Martin Vantage Safety Car, e sulla monoposto di Fernando Alonso».

Linee pensate per assecondare ogni asperità offroad
Linee pensate per assecondare ogni asperità offroad

Divertente e tecnica

L’X-Tour, con una geometria proprietaria, disegnata da Chechu Rubiera (professionista dal 1995 al 2010) e pensata per il ciclismo adventure e endurance, si basa su fibre di carbonio a modulo intermedio che garantiscono divertimento nelle lunghe pedalate grazie alla loro maggiore elasticità verticale. Le ruote sono le DT Swiss GRC 1400 Spline Carbon DB CL, con pneumatici Hutchinson Touareg 700×40 Tubeless Ready Hardskin. La sella è Selle Italia SLR Boost Carbon, reggisella FSA K-Force MTC Carbon e attacco manubrio Vision SMR e manubrio Vision Metron 4D ACR.

L’ultima tecnologia wireless Sram testata in gara e la misurazione precisa della potenza consentiranno sicuramente a Fernando Alonso di mostrare di cosa è capace, anche sulle piste sterrate. La configurazione a corona singola Sram con guarnitura Force 1 AXS DUB Wide PowerMeter 40T 170 mm ha un deragliatore posteriore X0 AXS T-Type, cassetta XS 1295 T-Type 10/52T 12V, freni Force AXS, freno anteriore CenterLine X 160 mm e freno posteriore 140 mm disc. 

MMR

CST Tires Overton: il copertone per il gravel di nuova generazione

04.08.2023
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CST Tires, azienda di grande esperienza e tecnologia di sviluppo per quanto riguarda i copertoni di biciclette e non solo, allarga la sua gamma di prodotti per il mondo bike. E’ nato un prodotto specifico per il mondo del gravel in grado di garantire alte prestazioni e tanta affidabilità. Questo perché nel gravel bisogna combinare tecnologia e performance, ma anche durabilità, in una disciplina che vede l’avventura e l’esplorazione al centro di tutto. 

I copertoni CST dedicati al fuoristrada esposti alla fiera di Eurobike
I copertoni CST dedicati al fuoristrada esposti alla fiera di Eurobike

Per il gravel veloce

Si chiama Overton, il nuovo copertone di CST, è un semi-slick a scorrimento veloce. E’ un prodotto studiato e sviluppato appositamente per le bici gravel di nuova generazione. Alte prestazioni dicevamo, che la copertura Overton è in grado di garantire anche grazie ad una sezione centrale liscia che permetter di avere massima scorrevolezza anche su strade non particolarmente dissestate. Alla scorrevolezza si affianca un grande grip laterale. 

CST, per combinare tutte queste esigenze, ha posizionato sulla spalla del copertone Overton, dei tasselli laterali. Questi consentono al ciclista di poter inclinare la bici in curva a suo piacimento, senza la paura di perdere grip, anche alle angolature più strette. 

La tecnologia EPS crea uno strato in grado di aumentare la resistenza alle forature
La tecnologia EPS crea uno strato in grado di aumentare la resistenza alle forature

Affidabile

CST nel creare il suo nuovo copertone Overton ha optato per la tecnologia Tubeless Ready (TLR). Un sistema che porta il tallone ad incastrarsi con il cerchio della ruota grazie all’utilizzo di un sigillante. Questa tipologia di copertoni non utilizza la camera d’aria, il che la rende più “morbida”, diminuendo la resistenza al rotolamento. 

Il copertone Overton è inoltre dotato della protezione antiforatura EPS (Exceptional Puncture Safety). Un sistema che offre uno strato aggiuntivo di materiale in polifibra gommata tra il battistrada e la carcassa. La trama fitta di questo strato leggero e resistente alle forature impedisce ai corpi estranei di penetrare nella carcassa e danneggiare il tubo.

In termini di peso c’è un notevole risparmio: 460 grammi nella misura 700x40c.

B.I.S. srl

Valchiavenna: una perla incastonata tra lago e montagne

01.08.2023
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La Valchiavenna è entrata nelle mappe del grande ciclismo negli ultimi anni: le sue strade sono state teatro di grandi sfide legate al professionismo. Nel 2021 il Giro d’Italia si arrampicò fino all’Alpe Motta, in uno dei giorni più commoventi per Damiano Caruso alla corsa rosa. Anche gli under 23 hanno assaggiato queste strade, prima nel 2020, con la tappa vinta da Pidcock a Montespluga. Poi, l’anno scorso, con l’arrivo a Chiavenna, città fulcro della valle, dalla quale prende il nome. 

Posizione strategica

La Valchiavenna si trova tra due poli turistici importanti: il lago di Como, a sud, e la Svizzera a nord. Da Chiavenna partono due salite, anzi due passi, che gli amanti del ciclismo su strada conoscono benissimo: Passo dello Spluga e Maloja

«Da diversi anni – ci racconta Giulia Guanella, che si occupa dello sviluppo del cicloturismo in Valchiavenna – nel nostro territorio puntiamo alla promozione legata alla bici ed agli eventi sportivi. Le corse dei professionisti e degli under 23 sono state un grande motore, hanno permesso di far scoprire nuovi posti e strade diverse. Nel mentre però non siamo stati fermi, abbiamo lavorato in direzioni diverse, proponendo anche alternative alla strada: come percorsi di mountain bike o gravel. Il nostro fiore all’occhiello, il Passo dello Spluga, merita di essere riconosciuto a livello internazionale. Un modo per farlo conoscere è stato quello di aderire alle iniziative provinciali di Sondrio sul cicloturismo, come quella della chiusura dei Passi, che già riguarda Stelvio, Gavia e Mortirolo».

Lontani dal traffico

«Una prima iniziativa in questa direzione – continua Giulia Guanella – è stata appunto la chiusura alle macchine del Passo dello Spluga, da Campodolcino. Avvenuta il 2 luglio e dove abbiamo contato 1400 passaggi. Da lì in poi ogni domenica di luglio e agosto abbiamo deciso di chiudere il tratto che va proprio da Campodolcino a Pianazzo. Un pezzo corto, di 5 chilometri ma davvero suggestivo, l’iniziativa è la “Spluga da Capogiro” nome preso dai 10 tornanti che si arrampicano sulla montagna. Il traffico veicolare non ne risente, visto che le auto vengono indirizzate sulla strada provinciale. Per chi volesse, poi, andando in direzione dell’Alpe Motta c’è una ztl che permette di pedalare ancora lontani dalle macchine». 

Il fuoristrada

Come detto la Valchiavenna punta tanto sulla promozione del territorio legata alla bici, in tutte le sue forme. Ed essendo in montagna, come non pensare al fuori strada, tra sentieri e trekking percorribili anche in e-bike?

«Un’iniziativa importante – dice ancora Giulia – è la Gravel Marathon Valle Spluga, organizzata da ExtraGiro, il quale ha portato avanti per anni il Giro d’Italia under 23 (anche negli anni di transito dalla Valchiavenna, ndr). Un evento che si terrà domenica 17 settembre, a Chiavenna verrà instaurato un villaggio di ritrovo con stand e tante iniziative. La valorizzazione di un territorio come il nostro non può che passare anche dal gravel e dalla mountain bike». 

I tornanti della strada del Passo dello Spluga, facile capire da dove arrivi il nome “Spluga da Capogiro”
I tornanti della strada del Passo dello Spluga, facile capire da dove arrivi il nome “Spluga da Capogiro”

La provincia di Sondrio

la Valchiavenna fa parte della provincia di Sondrio, ha una posizione geografica fondamentale e strategica, essendo vicina alle province di Como, Lecco, Monza e Brianza e Bergamo. 

«Siccome si tratta di un territorio che fa parte della provincia di Sondrio – afferma Gigi Negri, responsabile del progetto cicloturismo Provincia di Sondrio – è entrata a far parte del progetto legato al cicloturismo. Tutto è iniziato con il Giro d’Italia, la soddisfazione di vedere un territorio così importante che prende sempre più vita è tanta. Ci sono sempre più turisti, e la vicinanza alla Svizzera rende la Valchiavenna un punto di passaggio davvero fondamentale per il cicloturismo. La prima prova iniziale di chiusura al traffico del Passo dello Spluga ha dato tanta soddisfazione e ci ha permesso di legarci al Ticino. Proporremo sicuramente altre date, probabilmente nei mesi di giugno e settembre. Con la Valchiavenna abbiamo coperto tutti i passi della provincia di Sondrio, che vanno dallo Stelvio, Gavia e Mortirolo, nella parte alta. Poi ci sono Passo Spluga e Passo San Marco nella parte bassa della provincia».

Gravel Spluga

GT bicycles: nasce la terza generazione della Grade

01.08.2023
3 min
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Il gravel cresce e si evolve, così come le bici legate a questa nuova disciplina legata al fuoristrada. Il marchio GT è tornato con una nuova generazione di bici gravel, la terza: ecco la Grade, modello pioniere di questa disciplina. Ora ha un nuovo design, che fornirà un maggiore potenziale per percorrere qualsiasi tipo di strada: asfalto, sterrato ed anche single track.

I tubi più corti permettono di avere una maggiore escursione del reggisella telescopico
I tubi più corti permettono di avere una maggiore escursione del reggisella telescopico

Le differenze

Si parte con un’evoluzione, quella portata da GT al suo modello Grade, che riguarda in primis il disegno del telaio. Una geometria evoluta, che offre un maggiore spazio per gli pneumatici, con misure maggiori, ideali per percorrere tanti chilometri in ogni situazione e condizione.

E’ stato aggiunto anche un maggiore spazio per il “gravel travel” per posizionare borse e sacche, questo grazie al Triple TriangleTM così da offrire un maggiore controllo al ciclista. Si ha quindi un maggiore divertimento, ovvero la bici risulta stabile nella guida, concentrando le proprie qualità sul viaggio e non sulla competizione. 

Le nuove geometrie del telaio danno maggiore comfort una volta in sella
Le nuove geometrie del telaio danno maggiore comfort una volta in sella

Spazio in più

Il Triple TriangleTM nel nuovo modello Grade ha una connessione più lunga e robusta per sopportare maggiormente la rigidità torsionale. Questo comunque non influisce negativamente sulle caratteristiche guida fluide. 

In questa versione della Grade, GT ha voluto avere un tubo verticale più corto, così da consentire una maggiore escursione del reggisella telescopico. Il tubo sella inferiore della nuova Grade è stato implementato per consentire ai riders spazio extra per il dropper post pur mantenendo abbastanza spazio per borraccia, borse o altri oggetti utili. 

Il Triple Triangle di GT ha i foderi sospesi, in questo modo è stato possibile ottenere i 30 millimetri in più di Gravel Travel, senza paracolpi, perni o altri elementi meccanici. Una scelta che ricade anche nella comodità, essendo la Grade una bici per l’avventura ed i lunghi viaggi, avere un pezzo in meno a “rischio rottura” è utile e comodo per il ciclista. In questo modo le preoccupazioni diminuiscono notevolmente. 

Triple TriangleTM ed il suo nuovo disegno: più compatto
Triple TriangleTM ed il suo nuovo disegno: più compatto

Un telaio rinnovato

Telaio modificato e migliorato, anzi, massimizzato con tecnologia Hi Mod. La giunzione del tubo sterzo, con TT e DT, per una migliore rigidità torsionale, salita e sterzata. Per una migliore trasmissione della potenza, durante la pedalata, si è deciso per una giunzione BB a DT, con foderi orizzontali. Solida e confortevole, questa è la nuova Grade, la terza generazione dei modelli gravel di GT Bicycles.

Il telaio della nuova Grade è compatibile per forcella ammortizzata, per un miglior comfort durante la pedalata. La Grade monta il gruppo SRAM Rival, con monocorona da 40 denti a 11 velocità.

GT

Il Monferrato, La Monsterrato e il gravel

30.07.2023
4 min
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Non è una caso che il territorio del Monferrato torni a far parlare di sé, delle sue bellezze e opportunità, anche grazie alla bicicletta. Gioca un ruolo da protagonista la disciplina del momento: il gravel e uno degli eventi principe in Italia, ovvero La Monsterrato (in apertura, foto Bettini/Dario Belingheri).

La prova parte e arriva a Quattordio, a pochi minuti da Alessandria, una vera e propria porta d’ingresso alle colline del Monferrato. La Monsterrato è anche l’unica prova italiana valida per le qualificazioni al Campionato del Mondo, non un semplice dettaglio, per un territorio che ambisce a farsi conoscere all’estero grazie alla bicicletta. Abbiamo posto alcuni quesiti a Claudio Bagni, che fa parte dello staff organizzativo de La Monsterrato.

Il Santuario di Camagna (foto Bettini/Dario Belingheri)
Il Santuario di Camagna (foto Bettini/Dario Belingheri)
Cosa significano La Monsterrato e la bici per il territorio monferrino?

Significa accendere i riflettori sul Monferrato. E’ una terra patrimonio dell’Unesco per il paesaggio vitivinicolo e gli infernot, ancora lontana dai flussi del grande turismo. Nell’edizione 2022 della Monsterrato erano presenti atleti di 21 nazionalità che hanno portato via con sé il ricordo del Monferrato e delle sue bellezze tipiche. Alcuni sono già ritornati per rivivere le emozioni di quel giorno e scoprire nuove strade bianche.

Quindi la bici, il gravel e l’evento nella sua completezza sono anche un veicolo di promozione?

Indubbiamente. Soprattutto l’anno scorso, nella prima edizione del circuito dell’Uci. Il crescente successo della gravel bike ha prodotto in un solo anno il moltiplicarsi delle tappe del circuito e questo ha provocato una inevitabile selezione del bacino d’utenza. Anche quest’anno, comunque, la presenza di atleti stranieri alla Monsterrato Gravel Race sarà molto alta. Il fatto che per il secondo anno di fila il Mondiale si terrà in Italia, ha probabilmente contribuito ad aumentare l’appeal della Monsterrato. Inoltre La Monsterrato Gravel Race è l’unica prova italiana di qualificazione per la successiva rassegna iridata.

A Quattordio, dove parte ed arriva La Monsterrato
A Quattordio, dove parte ed arriva La Monsterrato
Perché il Monferrato si presta così tanto alla pratica del gravel?

Il Monferrato è un eldorado delle strade bianche, ricco inoltre di stradine secondarie asfaltate a bassissima percorrenza di traffico che seguono il dolce andamento collinare tra vigneti, castelli ed antichi borghi. Inoltre il Monferrato vanta una posizione invidiabile a soli 50 minuti di autostrada da Milano, Torino, Genova e dall’aeroporto di Milano-Malpensa. Strade bianche non significa più solo Toscana, ma anche Monferrato.

Come reagisce il Monferrato nei confronti della manifestazione?

Sono una dozzina i Comuni che collaborano all’organizzazione dell’evento, la gran parte in Provincia di Alessandria e alcuni in quella di Asti. Comuni come Quattordio, Altavilla e Camagna, Cerro Tanaro e Fubine, Lu-Cuccaro, Masio e Vignale hanno al momento un ruolo di traino. Poi ci sono Comuni come ad esempio Conzano, Felizzano, Montemagno e Viarigi, che stanno prendendo sempre più coscienza delle potenzialità della Monsterrato per lo sviluppo del territorio.

La Monsterrato può ambire ad una crescita legata anche ad un turismo con la bici?

Sicuramente stiamo facendo tutto quello che è nelle nostre possibilità per far crescere La Monsterrato. Crediamo che il salto di qualità possa avvenire con la creazione di uno o due percorsi segnalati da cartellonistica fissa e percorribili dall’appassionato per tutto l’anno. E’ un progetto ambizioso, dai costi non trascurabili, ma ci stiamo lavorando.

Le colline del Monferrato, un continuo mangia e bevi (Foto Bettini/Dario Belingheri)
Le colline del Monferrato, un continuo mangia e bevi (Foto Bettini/Dario Belingheri)

Nel prossimo mese di settembre il Monferrato sarà la capitale italiana del gravel!

Si esatto. L’evento de La Monsterrato sarà spalmato su tre giornate, da Venerdì 1 Settembre, fino a Domenica 3. Il Sabato 2 si svolgerà la Gravel Race, nella giornata di Domenica la Monsterrato Strade Bianche, mentre il 17 Settembre andrà in scena il Campionato Italiano Gravel. Il nostro territorio è pronto ad accogliere i più forti specialisti di questa disciplina e non solo.