Il salto fra i pro’ di Cettolin, impaziente di farsi vedere

16.11.2024
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Tra i nuovi elementi che vanno a rinforzare la Vf Group Bardiani CSF Faizané c’è anche Filippo Cettolin (in apertura in azzurro, foto c.a photographies) e il suo passaggio fra i professionisti con un contratto quadriennale è un nuovo passo in quella crescita che per alcuni aspetti è stata più difficile che per altri corridori. Il perché è presto detto: quando vinci subito, conquisti il titolo nazionale allievi e ti mostri vincente appena passi di categoria, tutti i fari dell’attenzione sono puntati su di te e al minimo calo di condizione si accendono le spie.

Per Filippo l’accesso fra i professionisti è carico di speranze, partendo da una stagione positiva: «E’ stata buona nel complesso, anche se mi rendo conto che ci si potevano attendere più vittorie. Ma in fin dei conti ho ottenuto molti risultati in prove internazionali, quindi di un livello più alto rispetto al 2023 e poi l’aver vinto la prova alla quale tenevo di più, il Giro di Primavera, mette tutta la stagione sul piatto positivo della bilancia».

Il corridore di Conegliano nella foto ufficiale del VF Group Bardiani. Ha firmato un quadriennale
Il corridore di Conegliano nella foto ufficiale del VF Group Bardiani. Ha firmato un quadriennale
Eppure proprio dopo quell’inizio stagione si pensava di vederti ancora sul primo gradino del podio…

E’ vero, ma se guardate il mio palmarés dell’anno non è da buttar via, al di là del successo sono arrivate ben 20 top 10 e fra queste per nove volte sono stato fra i primi tre. Credo che la mia costanza sia evidente e questo è un valore che mi porto dietro nel salto di categoria. E’ chiaro che tanti secondi posti avrei voluto che almeno una-due volte si tramutassero in un successo, ma ci sono anche gli altri…

Facendo un paragone con l’anno precedente, che cosa noti?

Che sono cresciuto e non parlo solo dal punto di vista fisico. Affronto le gare con maggiore consapevolezza, ho più esperienza. Ho tramutato il mio modo di allenarmi più al passo con il ciclismo odierno e devo dire che anche i numeri sono molto diversi. Solo che, ripeto, ci sono anche gli altri, quindi può capitare che prestazioni migliori di quelle del 2023 non portino gli stessi risultati. Il livello si è alzato molto, serve una grande dedizione.

Cettolin in maglia da campione d’Italia allievi. Una carriera iniziata subito col piede giusto
Cettolin in maglia da campione d’Italia allievi. Una carriera iniziata subito col piede giusto
Quando è nato il contatto con la formazione di Reverberi?

A dir la verità mi avevano già contattato lo scorso anno, mi avevano fatto capire che mi tenevano sott’occhio, poi a inizio stagione, dopo le prime gare era già tutto deciso. Fondamentali sono stati anche i consigli dei fratelli Carera, i miei procuratori, che mi hanno fatto capire come quello sia l’ambiente ideale per proseguire la mia crescita con un progetto a lungo termine. E poi non nascondo che il fatto di rimanere in Italia è stato una spinta ulteriore.

Qualche team estero, anche del WorldTour, ha bussato alla tua porta?

Ci sono stati dei contatti, ma io ero già convinto della scelta fatta e non sono tornato indietro. Ho sempre avuto l’idea di restare qui, il fatto di poter passare professionista così presto mi ha dato una motivazione in più.

Per il veneto una sola vittoria in stagione, ma anche tanti podi anche internazionali
Per il veneto una sola vittoria in stagione, ma anche tanti podi anche internazionali
Sei preoccupato di un salto così importante?

No, so che il primo anno dovrò pensare a crescere, a capire l’ambiente e il mondo delle corse professionistiche. Sicuramente sarò a disposizione dei compagni, voglio imparare il più possibile, senza per questo snaturarmi perché voglio guadagnarmi le mie occasioni per emergere. L’importante è fare gruppo, in modo che sia la squadra a fare risultato, con chiunque dei suoi corridori. Se sarò io, ben venga…

Considerando le caratteristiche della squadra e le tue, è probabile che la maggior parte delle corse del tuo calendario siano prove a tappe…

Penso anch’io e la cosa non mi dispiace. Certamente vorrei fare qualche classica d’un giorno, ma la mia stagione comprenderà soprattutto gare a tappe per Under 23. Poi voglio comunque farmi trovare pronto quando sarò chiamato nel team maggiore, come mi è stato già fatto capire. Io comunque cercherò spazio nelle corse a tappe brevi, puntando alle frazioni più adatte alle mie caratteristiche.

Cettolin al Lunigiana, dove ha colto un settimo posto nella terza tappa
Cettolin al Lunigiana, dove ha colto un settimo posto nella terza tappa
Parlavi prima di lavorare per il team, ma tu sei un velocista di razza, anche se capace di emergere anche in sprint ristretti…

Io sono disponibile a lavorare per tutti perché devo avvicinarmi con umiltà a questo mondo, ma è pur sempre vero che uno veloce non viene chiamato in causa nella prima parte di gara. Poi vedremo che cosa mi verrà chiesto.

E se ti proponessero di fare l’ultimo uomo?

Non direi di no, ma non per sempre. Io punto a vincere…

Rossato ci presenta i sei nuovi gioiellini della VF Group-Bardiani

13.11.2024
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La VF Group-Bardiani ha ufficialmente concluso il proprio mercato puntando tutto sui giovani. Sei atleti juniores si uniranno alla squadra emiliana per la prossima stagione: Filippo Cettolin, Edward Cruz, Santiago Ferraro, Martin Herrero, Andrea Montagner e Mattia Stenico. Mirko Rossato (in apertura foto di Gabriele Reverberi), direttore sportivo della squadra emiliana, è da sempre il responsabile del gruppo giovani dei Reverberi.

La sua esperienza con i ragazzi ormai è quasi ventennale, ma in questi ultimi tre anni di “progetto giovani” è cresciuto anche lui in qualche modo. Allenare veri under 23 è diverso. Qui significa essere parte di una squadra vera, fare ritiri e allenarsi insieme ai professionisti.

«Ho sempre lavorato con gli under 23 – racconta Rossato – quindi è cambiato relativamente poco. Conosco i ragazzi e so come si approcciano. Una buona parte della mia carriera è stata con loro; penso ai tempi della Trevigiani. Mi dispiace per la chiusura della Zalf, che era un simbolo. Squadre come quella lavoravano bene. Bisogna superare l’idea che solo i team WorldTour siano capaci o che solo all’estero si facciano certe cose. Anche in Italia si lavora bene».

Filippo Cettolin (classe 2006) è uno dei sei innesti del team italiano (foto VF Group Bardiani – CSF Faizanè)
Filippo Cettolin (classe 2006) è uno dei sei innesti del team italiano (foto VF Group Bardiani – CSF Faizanè)

I sei ragazzi

Ma veniamo ai sei atleti. Per Rossato si tratta di innesti che si completano bene tra loro: ci sono “quasi sprinter”, passisti veloci, passisti scalatori e scalatori. «Filippo Cettolin – dice Rossato – è un velocista versatile, noto per il suo palmares sin da giovane per i piazzamenti nelle competizioni giovanili. È adatto ai percorsi misti: non direi un velocista puro, ma un velocista moderno.

«Andrea Montagner lo conosciamo già. Ha un bel curriculum tra le giovanili, proviene dalla Borgo Molino ed è un attaccante nato. Solo nell’ultima stagione ha collezionato sette vittorie. Montagner è un atleta di qualità, con ottime caratteristiche in salita e una propensione all’attacco. È un passista-scalatore.

Poi ci sono i due colombiani: Edward Cruz e Santiago Herrero, scalatori come da tradizione. Mirko punta molto su di loro, anche in funzione delle gare a tappe e, perché no, pensando al Giro Next Gen. «Con il loro contributo potremo competere ai massimi livelli, con il sogno ambizioso di un podio al Giro d’Italia U23 entro i prossimi tre anni. Entrambi sono in Italia già da due anni, e si stanno adattando e allenando con continuità.

«C’è poi Mattia Stenico: campione europeo di mountain bike, anche lui come Montagner è un passista-scalatore e promette di adattarsi bene su strada. Ha un grande potenziale per le salite, capace di fare la differenza nei percorsi più impegnativi. Santiago Ferraro, invece, ha una buona resistenza in salita e per me avrà ottime attitudini per le gare di un giorno. Ferraro rappresenta una risorsa strategica per le classiche e le competizioni dure».

Montagner è anche un ottimo cronoman: quest’anno è stato azzurro agli europei
Montagner è anche un ottimo cronoman: quest’anno è stato azzurro agli europei

Idee chiare

Rossato e la VF Group-Bardiani hanno già un programma di lavoro chiaro, favorito anche dal fatto che il calendario è più definito rispetto al passato. «Gli organizzatori stranieri hanno capito il nostro progetto, e oggi abbiamo molti inviti, anche se non possiamo onorarli tutti. Inizieremo il 4 marzo in Croazia, poi ci saranno tutte le classiche del calendario italiano, e altre corse all’estero».

Il progetto giovani della VF Group-Bardiani sta davvero ingranando. Anche il fatto stesso di essere riusciti a ingaggiare Montagner e Cettolin la dice lunga. Ormai i ragazzi – vuoi perché sono forti, vuoi perché incoraggiati dai social o dai procuratori – aspirano tutti a un development team. Loro invece sapevano già a luglio che sarebbero arrivati alla VF Group-Bardiani, proprio perché il progetto è chiaro, e l’emergere di corridori come Pellizzari ne è la prova.

«Abbiamo osservato questi atleti già nella scorsa stagione – spiega Rossato. Ogni atleta è stato attentamente selezionato, sottoposto a test fisici e valutato nelle performance su strada e in laboratorio, rispettivamente dal dottor Giorgi a Siena e dal dottor Borja Martinez Gonzalez. Abbiamo visto, in base ai carichi di lavoro, che avevano margini di miglioramento, quindi li abbiamo ingaggiati. L’obiettivo è farli crescere, come abbiamo fatto negli ultimi tre anni».

Farà parte del gruppo giovani anche Filippo Turconi, approdato quest’anno alla corte di Rossato. Lui ha già “assaggiato” le gare con i pro’
Farà parte del gruppo giovani anche Filippo Turconi, approdato quest’anno alla corte di Rossato. Lui ha già “assaggiato” le gare con i pro’

Obiettivi e filosofia

La VF Group Bardiani offre a questi giovani un programma che combina crescita sportiva e la possibilità di continuare gli studi, come sottolinea Rossato: «Prima la scuola, poi la bicicletta. La priorità è formare atleti completi e responsabili. Le competizioni all’estero e i ritiri invernali daranno modo ai ragazzi di confrontarsi con atleti di livello e di acquisire le competenze necessarie per affrontare un calendario intenso. Per garantire la crescita graduale, faranno il ritiro con i professionisti in Spagna a dicembre solo per cinque giorni. Non parteciperanno a quello di gennaio, ma faranno un breve ritiro a febbraio, con qualche “veterano” che inizierà la stagione più tardi».

Rossato è convinto che questo gruppo, che include anche il “più maturo” Filippo Turconi (classe 2005, mentre gli altri sono del 2006), porterà risultati già dalla prima stagione. «Questo drappello di ragazzi – conclude – potrà contribuire concretamente al successo della VF Group-Bardiani, confermando la solidità del progetto giovani».

Cettolin ha già ripreso la strada verso la vittoria

03.05.2024
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Con la vittoria al Trofeo San Vendemiano si può dire che Filippo Cettolin ha rimesso un po’ le cose a posto. Non che la stagione fosse iniziata male per il corridore della Borgo Molino, ma certamente la mancanza di successi iniziava a pesare e il fatto che sia arrivata in una delle principali classiche di primavera è la giusta compensazione.

Cettolin, al suo secondo anno da junior, è abituato a partire forte nella stagione e anche quest’anno ha subito trovato la strada giusta: «Avevo scelto di esordire affrontando una gara dura, non proprio adatta alle mie caratteristiche proprio per testare la gamba, poi sono arrivati due secondi posti alla Coppa Senio e al Circuito di Orsago dove avevo visto che gamba era già quella giusta ma non riuscivo ancora a svettare, anche perché poi ho avuto un problema al ginocchio che mi ha tenuto fermo per un po’ di giorni. Tutte cose che mi portavo dietro e che vincendo a San Vendemiano ho finalmente messo alle spalle».

Lo sprint vittorioso di San Vendemiano, ai danni di Andreaus e Sambinello (foto Bolgan)
Lo sprint vittorioso di San Vendemiano, ai danni di Andreaus e Sambinello (foto Bolgan)
Sei al tuo secondo anno: noti differenze rispetto a 12 mesi fa?

Mi sento molto più sicuro di me stesso, affronto le gare con più serenità e questo mi consente di essere più freddo. Prima per troppa foga sbagliavo spesso qualcosa, non ero centrato e penso che qualche risultato mi sia sfuggito per questo. Sprecavo troppa adrenalina, ora mi so gestire di più.

Le tue vittorie arrivano spesso in volata, ma questo basta per fare di te un velocista?

Se si intende uno sprinter puro, di quelli che aspettano la volata allora non è il mio caso. Io preferisco gare impegnative, dove posso mostrare anche la mia resistenza su certe salite, dove il gruppo si screma fino a 20-30 elementi, allora posso far valere il mio spunto veloce. Poi sì, anche nelle volate di gruppo ci provo.

Il podio della Coppa Senio con Cettolin battuto da un altro sprinter di qualità, Davide Stella (foto Bicitv)
Il podio della Coppa Senio con Cettolin battuto da un altro sprinter di qualità, Davide Stella (foto Bicitv)
Se non sei un velocista puro, che cosa serve allora per tuffarsi in sprint di gruppo dove spesso si rischia moltissimo?

Molti parlano di incoscienza, ma a me piace pensare che si tratti di furbizia da mettere in campo. Col tempo sto imparando a sfruttare il lavoro della squadra, a inserirmi nel buco giusto e per farlo serve sì tanto coraggio, ma soprattutto furbizia, saper cogliere l’attimo. E’ un fattore che si affina col tempo, ma devi averlo dentro perché in quei frangenti non c’è molto tempo per pensare.

Alla fine dell’anno dovrai trovare uno sbocco, nella categoria superiore o, ancor meglio, una strada verso il professionismo. Hai già contatti?

Nulla di specifico, ma già dallo scorso anno c’era dell’interesse nei miei confronti. Qualcosa si è mosso, so che ora dipende solo da me, da quel che saprò fare, ma sono abbastanza tranquillo che al momento giusto troverò la strada.

Per Cettolin questo è un anno decisivo per trovare uno sbocco fra i grandi
Per Cettolin questo è un anno decisivo per trovare uno sbocco fra i grandi
Tu d’altronde hai su di te i fari dell’attenzione già da quando eri allievo, da quando hai vinto la Coppa d’Oro, un po’ come sta avvenendo anche per Magagnotti. Questo ti pesa?

Peso no, ma di certo so che molti si sono sempre aspettati tanto da me, quei risultati da allievo diventano una sorta di responsabilità che ti porti sempre dietro. A me però questa pressione non pesa, è anzi uno stimolo per fare sempre meglio.

La gara di San Vendemiano è uno degli appuntamenti cardine della stagione…

Nella mia agenda era cerchiata di rosso… Avevo visto già lo scorso anno che poteva essere davvero la gara giusta per me, ci sono arrivato con la cattiveria giusta. Il percorso è duro, ma bisogna resistere. Quando ho visto che eravamo rimasti in pochi davanti sapevo che dovevo solo arrivare in volata e avrei potuto giocare le mie carte. Quando ti trovi a sprintare con scalatore parti da una situazione di vantaggio, ma questo significa che sul loro terreno mi sono fatto trovare pronto…

Il corridore della Borgo Molino al GP Liberazione, chiuso all’11 posto (foto Dalmazi)
Il corridore della Borgo Molino al GP Liberazione, chiuso all’11 posto (foto Dalmazi)
Che cosa ti aspetta ora?

Intanto il campionato regionale domenica a Predappio, poi spero che arrivi una convocazione in nazionale per qualche corsa all’estero, sarebbe un importante ulteriore passaggio nella mia stagione, anche per farmi vedere in un consesso ancora più qualificato.

Con Salvoldi ti sei già sentito?

Siamo in contatto stretto, mi chiama spesso. Abbiamo un ottimo rapporto, mi ha già chiamato per fare qualche raduno con il gruppo e so di essere nel suo taccuino, quindi sono abbastanza tranquillo.

Il trevigiano è già stato in azzurro ai mondiali 2023. Salvoldi confida molto in lui
Il trevigiano è già stato in azzurro ai mondiali 2023. Salvoldi confida molto in lui
Il cittì a inizio stagione era stato molto chiaro su quel che si aspettava dai secondo anno, una sorta di ruolo di traghettatori per chi approda alla categoria. Ti senti di recitare questo ruolo?

Dino voleva responsabilizzarci ed io mi sono detto subito disponibile, se posso trasmettere quel che ho imparato lo faccio volentieri, penso anzi che sia un onore. Se posso dare consigli, ad esempio a uno come Magagnotti che sta seguendo la mia stessa strada lo faccio volentieri e penso che la prima cosa sia che, quando vince qualcuno che ha la nostra maglia, soprattutto in nazionale, vinciamo tutti.

Stagione juniores al via, ma Salvoldi si è già fatto un’idea

20.02.2024
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Il momento del via è sempre più vicino. Il 3 marzo con il GP Giuliano Baronti in Toscana inizierà la stagione nazionale degli juniores, che comprende 38 gare. I vari team stanno preparandosi per l’esordio, ma anche il cittì azzurro Dino Salvoldi è attentissimo, pronto a vedere i primi riscontri dopo la lunga preparazione invernale. Preparazione che lo ha visto protagonista, intanto con i due pomeriggi a settimana dedicati alla pista, poi con i raduni specifici.

«Ne abbiamo già fatto uno a gennaio – spiega Salvoldi direttamente da Montichiari – un secondo lo facciamo proprio in questi giorni sempre qui, dedicando uno spazio specifico alla strada, iniziando proprio da oggi».

Bessega e Montagner, con Giaimi, hanno già vinto l’oro europeo nel team relay
Bessega e Montagner, con Giaimi, hanno già vinto l’oro europeo nel team relay
Non avendo ancora riscontri oggettivi in mano, come ti gestisci fra i 1° e 2° anno?

E’ vero che non ci sono gare che sono il principale metro di misurazione, ma mi sono già dovuto fare un’idea e il mio taccuino è straricco di nomi e indicazioni. Anche perché a questo punto devo già avere un nucleo di 10-12 nomi sui quali lavorare in funzione della Nations Cup. Per i nati del 2006 ho preso in considerazione l’intero andamento della passata stagione, per il 2007 ho sì guardato ai riscontri delle gare allievi, ma li prendo con molto beneficio d’inventario. Preferisco basarmi più su quel che ho visto in questi raduni, nei quali sono passati tra pista e strada tantissimi ragazzi e poi mi affido molto al passaparola.

Una scelta molto anticipata…

Non sarà una stagione semplicissima – ammette Salvoldi – intanto so che i mondiali proporranno un percorso impegnativo. Devo assolutamente andarlo a vedere di persona e quindi devo cercare ragazzi che abbiamo spiccate qualità in salita. Poi devo considerare le gare di Nations Cup alle quali parteciperemo. Non tutte, perché sarebbe un impegno economico insostenibile fare 10 gare a tappe e una in linea. Noi punteremo su 6 gare, le più importanti fra quelle di più giorni tenendoci aperta la porta per quella finale se saremo in corsa per la vittoria nella classifica generale. Intanto però devo costruire uno zoccolo duro di atleti, basato sui 2° anno.

Ludovico Mellano è atteso da un anno di grandi progressi. Nel 2023 ha vinto anche in Spagna (foto Facebook)
Ludovico Mellano è atteso da un anno di grandi progressi. Nel 2023 ha vinto anche in Spagna (foto Facebook)
Chi comprende?

Per ora abbiamo, in ordine alfabetico, Bessega, Cettolin, Finn, Mellano, Montagner e Sambinello. Conto però di accludere anche Viezzi, che quest’anno farà più attività su strada.

Con Finn ti trovi di fronte a una novità assoluta, un corridore facente parte di un team estero

Ho già avuto contatti con i suoi dirigenti – specifica Salvoldi – oltretutto il Team Auto Eder sarà in ritiro a Peschiera del Garda. Nei prossimi giorni andrò per parlare personalmente con lui e i diesse per stabilire la giusta programmazione. Lo stesso con Viezzi: con lui non ho ancora parlato, ma mi sono sentito spesso sia con Pontoni che con i responsabili della Work Service e conto di coinvolgerlo nel prossimo raduno su strada di marzo. So che Stefano si è giustamente preso un po’ di riposo ed inizierà la sua stagione il 10 marzo.

Il Grenke-Auto Eder, la multinazionale tedesca nella quale milita Finn (dietro, 2° da sinistra)
Il Grenke-Auto Eder, la multinazionale tedesca nella quale milita Finn (dietro, 2° da sinistra)
L’attività estera sarà quindi rivolta esclusivamente alle corse a tappe, una scelta fondamentale visti i calendari che i pari età affrontano nei loro Paesi.

Per noi quelle gare sono un momento di confronto importante. Il nostro obiettivo sono le gare di un giorno, ma gli avversari li affronti, li conosci meglio nelle prove a tappe. Inoltre il periodo da metà aprile a inizio giugno avrà la maggiore concentrazione d’impegni: noi saremo alle prove più importanti, come la Corsa della Pace e il Trophée Morbihan. Abbiamo bisogno di confrontarci con i vertici della categoria, anche se poi l’obiettivo vero è molto in là nel tempo.

Una stagione che quindi ricalca quella dello scorso anno, ma inserirai qualche novità?

Sì, cerchiamo di ottimizzare le risorse. Infatti quest’anno a differenza del 2023 potremo prevedere anche un periodo di allenamento in altura prima dei mondiali – sottolinea Salvoldi con sooddisfazione – cosa che ci era molto mancata, poi faremo altri appuntamenti di gruppo proprio per cementare la squadra per un evento al quale tengo molto.

Mattia Sambinello pronto a seguire le orme del fratello Enea, intanto è nel giro azzurro (foto Instagram)
Mattia Sambinello pronto a seguire le orme del fratello Enea, intanto è nel giro azzurro (foto Instagram)
Abbiamo parlato dei corridori che hai avuto modo di conoscere direttamente. Per quel che riguarda i nuovi che idee ti sei fatto?

Ho visto qualità individuali molto interessanti, ma chiaramente mi posso solo basare sugli allenamenti. Passando di categoria cambia moltissimo per questi ragazzi: fra gli allievi sono abituati a corse dove emergono quasi unicamente le qualità individuali, fra gli juniores invece ha un peso specifico il lavoro di squadra e questo cambia completamente il loro modo di vedere le corse. E’ presto per fare previsioni e capire chi si adatterà prima e meglio. Io comunque sono ottimista, ho visto elementi molto promettenti.

Torniamo al discorso del calendario italiano. Rispetto agli under 23 il numero di gare nazionali è molto inferiore, ma l’attività è infarcita di prove locali. Per te è un bene?

E’ un calendario che compensa molto con l’attività nelle singole regioni – spiega Salvoldi – ma dobbiamo tenere conto che parliamo di un movimento che ha 750-800 elementi e bisogna consentire a tutti di correre. C’è quindi bisogno di almeno 5 gare a domenica per dare possibilità di fare attività al maggior numero possibile di ragazzi. Qualcosa però andava fatto: fino allo scorso anno c’erano corse con team di 15 atleti che si confrontavano con altri team di 6, una sproporzione esagerata. E’ stato messo il limite di 10 atleti a gara per singola squadra e questo permette un equilibrio tattico maggiore. C’è però un altro aspetto sul quale porre l’accento.

Sprinter e non solo. Filippo Cettolin va a caccia di vittorie di prestigio (photors.it)
Sprinter e non solo. Filippo Cettolin va a caccia di vittorie di prestigio (photors.it)
Quale?

Bisogna educare i ragazzi a programmarsi durante la stagione. Correre tutte le domeniche a tutta non va bene, non serve, consuma. Capisco che ora per l’inizio stagione siano tutti gasati a mille, poi però bisognerà concentrarsi sui propri obiettivi, lavorare per quelli in allenamento come in gara, pensare a medio-lungo termine. E’ un aspetto fondamentale sul quale dobbiamo lavorare.

Bessega vince il Friuli passando dalla Francia

11.06.2023
4 min
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Una bella notizia per il mondo degli juniores italiani è arrivata con la 21ª edizione del Giro del Friuli Venezia Giulia. Qualcosa di cui si sente la necessità da tempo, una corsa a tappe dedicata a questi ragazzi che crescono e anche in fretta. Si tratta di un passo per appianare quella che è la differenza con l’estero, dove questo genere di corse sono molto più frequenti. Andrea Bessega, della Borgo Molino Vigna Fiorita, si è aggiudicato la maglia di leader finale. E’ la sua prima vittoria in una corsa a tappe. 

Partito dalla Francia

Bessega risponde al telefono che sono le 19,30, racconta l’esperienza vissuta in Friuli, la sua Regione, e scioglie la lingua. 

«Arrivavo da una corsa a tappe in Francia – ci dice – ero con la nazionale al Trophée Centre Morbihan, una gara di Coppa delle Nazioni. E’ stata la mia prima esperienza in una corsa a tappe, mi ha dato consapevolezza nei miei mezzi. La grande differenza che ho notato è che in Francia la corsa era molto tirata, ho fatto molta fatica. Una cosa dovuta anche al fatto che si trattava di una gara di Nation Cup. Anche in quel caso era composta da tre tappe, ma distribuita in due giorni: il primo abbiamo fatto una tappa da 128 chilometri. La giornata successiva si è aperta con una cronometro individuale e poi, nel pomeriggio, la terza tappa da 115 chilometri». 

Vincere in casa

Il corridore della Borgo Molino, classe 2006, è al suo primo anno nella categoria juniores. Ha le idee chiare su quello che gli piace, e l’esperienza che ha accumulato in queste due gare a tappe lo ha lasciato soddisfatto. 

«L’esperienza con la nazionale – continua Bessega – mi ha insegnato molto: come imparare a gareggiare in questi scenari. Una cosa che poi ho trasportato al Giro del Friuli è il fatto di non finirsi subito, ma spendere bene le energie. A Morbihan dopo la prima tappa ero stanco, ho fatto una cronometro buona ma non eccezionale. Tra la mattina ed il pomeriggio mi sono riposato bene ed ho recuperato le forze, infatti ho vinto la terza tappa.

«Il Giro del Friuli si apriva con una cronometro a squadre, che siamo riusciti a vincere. La maglia l’ha indossata Cettolin. La tappa di Cimolais era dura ma siamo comunque arrivati allo sprint ed abbiamo lavorato per lui. Tant’è che ha vinto, mantenendo la leadership. A San Daniele il percorso era meno duro ma la fatica dei giorni prima ha fatto la differenza. Io sono rimasto con i migliori nonostante una caduta che mi ha obbligato a rincorrere. Alla fine sul traguardo sono passato per quinto ma ho indossato la maglia di leader».

A San Daniele Bessega si è piazzato quinto, nonostante il mancato successo ha portato a casa la classifica finale (foto Boldan)
A San Daniele Bessega si è piazzato quinto, nonostante il mancato successo ha portato a casa la classifica finale (foto Boldan)

Imprevedibilità

A parte la cronometro a squadre, Bessega non ha vinto tappe, ma si è portato a casa il Giro del Friuli. Ha giocato sulla costanza, ed ha notato che questo genere di corse aprono diversi scenari. 

«Mettere nelle gambe tanti giorni di corsa – chiude – aiuta a migliorare, aumenta la condizione. In più si creano diverse situazioni, che permettono di capirsi e di scoprire nuovi limiti. Nelle corse di un giorno conosciamo tutti le caratteristiche degli avversari, quindi le gare hanno copioni più “impostati”. Nelle gare a tappe subentrano imprevisti differenti, come la stanchezza. Spero di farne sempre di nuove, ed anche l’occasione avuta con la nazionale è stata importante. All’estero se ne fanno tante e la differenza si vede».

Pronti via e Cettolin ne vince subito tre: quanto vale?

07.04.2023
6 min
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Una volta può essere un caso, due una coincidenza. Ma quando un corridore vince tre gare di seguito in tre domeniche consecutive, al suo esordio da junior, allora siamo di fronte a qualcosa di importante. Calenzano, Tavo e Altivole. Certo, Filippo Cettolin ha fatto ingresso nella categoria superiore con un curriculum già di tutto rispetto, essendo campione italiano allievi, ma un ingresso in pompa magna nella categoria superiore è qualcosa di estremamente raro.

Che Cettolin possa essere considerato un predestinato, uno che nella testa è già molto avanti rispetto alla sua età lo si capisce dalla sua prima affermazione, a proposito delle sue vittorie.

«Sono partito bene – dice ma si poteva fare ancora meglio. Nella prima corsa disputata, il Circuito delle Conche, ho perso per un nonnulla perché ho sbagliato i tempi della volata, altrimenti la festa sarebbe stata ancora più ricca».

Cettolin si è presentato fra gli juniores forte della maglia tricolore allievi vinta nel 2022
Cettolin si è presentato fra gli juniores forte della maglia tricolore allievi vinta nel 2022
La cosa che colpisce è che vinci gare molto diverse fra loro per caratteristiche tecniche.

Non ho un percorso che mi piace più di un altro. Ad esempio a Calenzano, per la mia prima vittoria ho trovato una corsa ondulata con uno strappo di 800 metri che esaltava le mie caratteristiche. Alla fine ci siamo giocati la vittoria in una dozzina e li ho messi tutti in fila. A Tavo invece c’erano due sterrati da fare ben 18 volte. E’ stata una gara strana, faticosa, , dove il lavoro del team è stato fondamentale per tenere unito il gruppo. Siamo rimasti una trentina a giocarci la vittoria allo sprint.

A proposito di sterrati, tu abbini altre discipline alla strada?

Per un anno ho fatto ciclocross. E’ stata una bella esperienza ma sinceramente non mi piaceva così tanto e non credo che la rifarò. Ho preferito dedicare l’inverno alla preparazione, non mi trovo a mio agio su terreni che non siano l’asfalto.

Che differenze hai riscontrato rispetto a prima, quand’eri allievo?

Le distanze sono maggiori e le corse sono più impegnative, questo è sicuro. Inoltre non si corre per se stessi, già c’è più gioco di squadra e so che questi principi saranno fondamentali in futuro per le categorie superiori. Ma anche in allenamento le cose sono già cambiate, si fanno lavori più specifici e dettagliati.

Si dice spesso che quello degli allievi è un ciclismo ancora molto a livello di divertimento, tu che l’hai appena vissuto lo hai visto così?

Fino a un certo punto. E’ più serio di quel che si pensi, anche perché sappiamo bene che già in quella categoria gli osservatori vengono a vederti, a studiarti e magari a proporti qualcosa per il futuro, quindi ci pensi bene. Il livello è cresciuto molto, devi essere già abbastanza pronto anche da allievo se vuoi emergere.

Tu sei approdato alla categoria juniores con la maglia tricolore, questo ha portato più pressione nelle tue prime uscite?

Io non l’ho sentita, ogni volta che metto il numero penso innanzitutto a divertirmi e questo non è certo cambiato con il salto di categoria. Penso dipenda molto dal carattere di ogni corridore. Sicuramente a questo livello le responsabilità sono aumentate, me ne rendo conto, ma lo spirito è rimasto quello dello scorso anno.

Il team Borgo Molino 2023, dove Cettolin ha ritrovato suo fratello Matteo già al 2° anno
Il team Borgo Molino 2023, dove Cettolin ha ritrovato suo fratello Matteo già al 2° anno
Che propositi ti sei fatto entrando nella nuova categoria?

A dir la verità nessuno, perché so che è un anno di necessaria esperienza. Quelli che ne hanno uno più di me si vede che sono già più avvezzi e chiaramente si pongono aspettative diverse. Non direi che ci sia un livello tecnico tanto diverso, c’è solo più abitudine a questo tipo di interpretazioni delle corse. Per questo è importante imparare, a prescindere dal risultato. Io comunque aspetto gare più impegnative, proprio per fare più esperienza e mettermi anche a disposizione dei compagni.

Sei un adolescente, prossimo ai 17 anni quindi con un fisico ancora in evoluzione. Quanto sei cambiato rispetto allo scorso anno?

Ho messo qualche centimetro e qualche chilo in più di massa muscolare, ma credo di non essere ancora sviluppato completamente e questo so che inciderà, ma per ora gli allenamenti non sono cambiati.

Pavanello ci crede

Fin qui il campione italiano allievi ha portato a casa 3 vittorie e una piazza d’onore in 4 gare. Risultati che hanno sorpreso fino a un certo punto Cristian Pavanello, suo diesse alla Borgo Molino.

«Io lo dico apertamente – si sbilancia – uno così lo trovi se va bene una volta a decade. Lo vedevo già dalle prime uscite di gruppo a gennaio che eravamo di fronte a un talento vero, al quale ogni cosa viene estremamente facile. Oltretutto ha ottenuto questi risultati non essendo ancora nel pieno della sua condizione fisica».

A destra Cristian Pavanello, diesse degli juniores della Borgo Molino che ha grandi aspettative su Cettolin (foto photors.it)
Cristian Pavanello è stato dilettante e guida gli juniores della Borgo Molino (foto photors.it)
Lo conoscevi prima del suo approdo alla Borgo Molino?

Noi abbiamo in squadra suo fratello Matteo, che è un secondo anno, quindi lo seguivamo già prima. E’ un ragazzo che ha davvero numeri di classe, chiaramente ancora da sgrezzare, ma fa parte di quella ristretta cerchia di ciclisti che certe doti ce le hanno nel Dna, sono predestinati. Poi è chiaro che per emergere nelle categorie superiori serve tanto altro, a cominciare dalla fortuna

In quali caratteristiche secondo te può migliorare?

In tutto, pur essendo un corridore pressoché completo: è uno che non vorresti avere per avversario in volata, che sul passo tiene benissimo e che in salita non lo stacchi. Che vuoi di più?

Filippo Cettolin, il tricolore allievi in rotta sulla Coppa d’Oro

03.09.2022
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Come cambia la stagione di un allievo che vince il tricolore? Siamo partiti da questa semplice domanda e l’abbiamo rivolta a chi quella maglia la sta vestendo. Il suo nome è Filippo Cettolin, classe 2006 nato a Conegliano e che vive a San Vendemiano. Città che dà il nome alla sua squadra dove milita e dove è cresciuto ciclisticamente, la Velo Club San Vendemiano. Nella sua famiglia il ciclismo scorre nelle vene con la passione tramandata dal nonno al padre Daniele che l’ha passata a Filippo e al fratello Matteo anche lui ciclista, militante nella Borgo Molino Rinascita Ormelle. 

La categoria allievi è una fase di crescita dove ancora tutto è da dimostrare, ma dalle parole del campione italiano traspare umiltà e tanta voglia di fare di questa passione un lavoro. In vista ci sono due grossi appuntamenti su cui Filippo ha messo gli occhi, la Coppa Dino Diddi e la Coppa d’Oro, due grandi corse che valgono una stagione, la seconda considerata un piccolo mondiale di categoria. Scopriamo insieme cosa passa per la testa di un giovane talento con le idee chiare. 

Qui la vittoria dell’italiano a Darfo Boario Terme (foto di BiciTV)
Qui la vittoria dell’italiano a Darfo Boario Terme (foto di BiciTV)

Prima e dopo l’italiano

Dalla chiacchierata con il giovane veneto, si capisce che c’è un prima e un dopo rispetto alla vittoria tricolore. Filippo ha vinto otto corse quest’anno, quattro prima dell’italiano, ma qualcosa nella testa del ragazzo è scattato. Una sorta di fiducia nei propri mezzi e di volontà di vivere questo sport al meglio. Un metro e settantuno per sessantuno chili di motivazione e tanta voglia di esprimersi in bici. 

Ciao Filippo, come stai?

Sto molto bene. 

Domenica corri alla Coppa Diddi, senti di poter far bene?

Si dai, in questo periodo tengo bene anche in salita. E’ uno degli appuntamenti più importanti della stagione.

Dopo la Diddi ci sarà anche la Coppa d’Oro, un altro appuntamento importante…

Si, la sto preparando molto bene, diciamo che era uno dei miei obiettivi principali a inizio stagione perché è una corsa importante e ci sono passati tanti bei campioni, ha un bell’albo d’oro. 

La vittoria tricolore l’ha conquistata davanti a Andrea Bessega e a Elia Andreaus (foto di Fabiano Ghilardi)
La vittoria tricolore l’ha conquistata davanti a Andrea Bessega e a Elia Andreaus (foto di Fabiano Ghilardi)
Ti aspettavi una stagione di questo tipo a inizio anno?

No, non me lo aspettavo di fare una stagione del genere. Volevo e pensavo di fare un po’ di vittorie ma diciamo che il tricolore era fuori dai miei obiettivi, era ancora un sogno. Andando avanti però ho visto che le possibilità c’erano, i miei allenatori Patrich Pavan e Marco Lazzer mi hanno preparato bene, sono arrivato con una condizione perfetta all’italiano e sono riuscito a vincerlo.

Con che prospettive sei arrivato all’italiano?

Era un sogno ma sapevo che potevo fare bene. Mi sono preparato al meglio facendo diverse gare di preparazione per arrivarci in forma. Prima di partire il mio allenatore mi ha detto che se ci avessi creduto avrei potuto farcela e così è stato

Cosa è cambiato dopo che hai indossato la maglia di campione italiano?

Dopo che ho vinto la maglia sento maggiore pressione da parte degli altri. Ho tutti gli occhi addosso e sento che devo fare bene ad ogni corsa. E’ normale che sia così, è un impegno aggiuntivo che va di pari passo con la volontà di onorare la maglia. E’ una motivazione continua. Credo che lo sto facendo al meglio.

Filippo l’anno prossimo passerà nella categoria juniores con la Borgo Molino Rinascita Ormelle
Filippo l’anno prossimo passerà nella categoria juniores con la Borgo Molino Rinascita Ormelle
Come hai reagito a questa vittoria?

C’è stata una grande soddisfazione dopo aver vinto l’italiano. Ma mi sono fermato un attimo e ho pensato che quel risultato dovesse essere un punto di partenza. Così mi sono subito dedicato alle gare a seguire

Ti motiva per il futuro?

Penso a godermi il presente ma sicuramente mi ha spinto a far meglio, ho capito che le possibilità ce le ho e che devo crederci. 

Com’è proseguita la tua stagione?

Subito dopo ho fatto gli italiani in pista a Dalmine dove ho fatto terzo nell’inseguimento a squadre e terzo nell’omnium. Poi ho staccato un po’ per riposarmi e nelle ultime settimane ho ripreso e sento che la condizione sta ritornando in vista degli ultimi appuntamenti. 

Torniamo al presente, come ti approcci a questi due appuntamenti importanti?

Le due corse le ho preparate al meglio per dare il massimo. Non sono uno da tutto o niente. Parto per vincere ma se arriva un buon piazzamento raccolgo quanto di buono ho fatto. La vittoria è piena di variabili, la fortuna gioca molto in queste categorie dove le squadre non sono paragonabili a quelle di categorie superiori. Fare un bel piazzamento sarebbe un bel traguardo per me. 

Dopo gli italiani ha partecipato al tricolore su pista dove ha conquistato due bronzi
Dopo gli italiani ha partecipato al tricolore su pista dove ha conquistato due bronzi
Che rapporto hai con la squadra?

Il rapporto con la squadra è ottimo, infatti ne approfitto per ringraziarli perché mi hanno sempre supportato in tutto. 

Anche tuo fratello corre, hai un bel legame con lui?

Sì andiamo molto d’accordo, sarebbe bello correre insieme. Fa il fratello maggiore, mi aiuta e mi dà i consigli. Ci divide solo un anno quindi il legame è forte.

Dall’anno prossimo gli juniores non avranno più limitazioni sui rapporti. Che pensiero hai in merito?

Diciamo che sarà un passaggio importante da fare sopratutto per noi che siamo abituati al 16. Ci sarà una spaccatura più evidente tra chi è più sviluppato rispetto a quelli che lo sono meno. Faranno più fatica ad adattarsi. Vedremo, al momento non riesco a immaginarmi la situazione ma sarà un passaggio importante. Io al momento mi alleno solo con il 16, non voglio anticipare i tempi.

Chi è il tuo idolo?

Il mio idolo è sempre stato Peter Sagan fin da quando ero piccolo e lo è tutt’ora, le sue caratteristiche, il suo modo di correre e anche a livello di carisma mi è sempre piaciuto. 

Qual è il tuo sogno?

Diciamo che vorrei fare del ciclismo la mia vita, il mio lavoro. Questo è il mio sogno.

Vincere un Tour, un Giro, una classica, niente di tutto questo?

Arrivare al professionismo sarebbe già un sogno che si realizza.