Il Manghen, le sfide, la scuola. Quanto spinge il piccolo Andreaus

09.02.2025
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La sua casa si trova quasi ai piedi del Passo Manghen, la salita che nell’immaginario di chiunque sia nato a Borgo Valsugana e sogni di fare strada con la bicicletta rappresenta il confine fra diventare grandi o restare piccoli. La prima volta che Elia Andreaus ha salito il gigante della Valsugana aveva 15 anni. Arrivò in cima con Thomas Capra e i compagni del Veloce Club Borgo e oggi, a tre anni di distanza, il suo sogno sta per diventare realtà.

Dal Team Giorgi, in cui ha corso il secondo anno da junior, la sua strada ha incrociato quella del CTF Friuli, divenuto nel frattempo Bahrain Victorious Development Team, In cui ha ritrovato suo fratello Marco: tre anni di più. Eppure, nonostante sia tutto più grande, Elia mantiene i piedi per terra. Va a scuola, si allena in bici e vive i 18 anni come è giusto che siano. Chi lo conosce meglio lo descrive come un vulcano che non sta mai fermo. Va a pesca e va a sciare, ricorda l’esplosività di Trentin prima che Matteo diventasse saggio e sul lavoro è una macchina da guerra. Grande motore, grandi mezzi e il gusto di battere sulle salite i record altrui. Lo sentiamo nel pomeriggio al termine di un allenamento, nella routine di tutti i giorni che lo vede uscire di scuola alle 12,20, andare rapidamente a casa che per fortuna non è distante e partire con la bici alle 13,30.

«Adesso si stanno allungando le giornate – sorride – il problema c’è a novembre e dicembre. Di questi tempi si fanno anche tre ore con la luce, che è buono. E tutto sommato andare in bici dopo scuola va bene, in certi giorni serve anche per sfogarsi».

Elia Andreaus, classe 2006, ha corso fino allo scorso anno nel Team Giorgi
Elia Andreaus, classe 2006, ha corso fino allo scorso anno nel Team Giorgi
Con l’ingresso nel devo team le cose stanno cambiando?

Eh sì, l’anno scorso ero abituato molto bene al Team Giorgi. Non ci facevano mancare nulla, però adesso è tutto più organizzato. Siamo seguiti di più, alla fine è come essere professionisti. Si sapeva che sarebbe diventato un devo team, era nell’aria.

Quanto è stato brusco il passaggio da junior a under 23?

Rispetto all’anno scorso l’impegno è cresciuto. Faccio più ore, però allo stesso tempo riesco a conciliare scuola e bici senza problemi. Ovviamente se la domenica devo fare cinque ore, sabato sera non esco con gli amici, anche se ogni tanto vado lo stesso (ride, ndr). Credo che fino all’esame di maturità mi terranno un po’ tranquillo, poi sicuramente le ore aumenteranno. Da luglio si farà sul serio.

Qualche mese fa ci hai spiegato di avere un tutor scolastico: è ancora così?

Sì, ce l’ho dalla seconda superiore, perché in prima non si poteva avere. Comunico i giorni in cui ci sono impegni sportivi e i professori mi vengono incontro per le ore di assenza, che non vengono conteggiate. Anche le verifiche e le interrogazioni si possono programmare. Ad esempio dal 14 al 21 febbraio sarò in ritiro con la squadra a Udine. L’ho comunicato agli insegnanti già da tempo e quindi abbiamo concordato che le verifiche e le interrogazioni di quella settimana le recupererò dopo il rientro.

Da quest’anno, Andreaus corre nel Bahrain Victorious Development Team: 15 atleti, 8 italiani
Da quest’anno, Andreaus corre nel Bahrain Victorious Development Team: 15 atleti, 8 italiani
Ti aspettano e ti mettono sotto il giorno stesso che torni a scuola?

No, quello no. Non è che torno dal ritiro e il giorno dopo mi interrogano. Mi accordo con gli insegnanti e stabiliamo quando fare ogni cosa. Da quel punto di vista quasi tutti i professori mi vengono incontro, sono fortunato.

La squadra comincia da Rodi, quando è previsto il tuo debutto?

Non in quella trasferta, perché fra una cosa e l’altra prende quasi 20 giorni. Io non so ancora dove e quando partirò, in teoria potrei cominciare alla Popolarissima, che è il 16 marzo. Poi forse farò alcune corse in Slovenia la settimana dopo, ma penso che conoscerò a breve il calendario definitivo. Non so se ci saranno corse con i professionisti, si vedrà in base a come si sviluppa la stagione.

Squadra nuova, chi segue la tua preparazione?

Da quest’anno ho iniziato a lavorare con Alessio Mattiussi, che segue anche altri corridori del devo team. Invece nell’ultimo anno e mezzo, ero allenato da Paolo Alberati e seguito come procuratore da Fondriest. Maurizio per me che sono trentino è una figura di riferimento. Quando usciamo in bicicletta, quelle due o tre volte all’anno, nonostante la sua età si vede che va forte. Adesso ovviamente le cose sono un po’ cambiate, magari gli tiriamo un po’ noi il collo o almeno lui ci dice così.

E’ il 17 giugno 2021, Elia ha 15 anni e conquista il Manghen con Thomas Capra
E’ il 17 giugno 2021, Elia ha 15 anni e conquista il Manghen con Thomas Capra
Che posto è Borgo Valsugana per fare ciclismo?

Per allenarsi è il top, anche se in inverno è dura: ad esempio durante le vacanze di Natale, partivo la mattina alle 10 e c’erano 7 gradi sotto zero. Però in estate è il massimo, perché la mattina ad agosto parti con 18 gradi e ti alleni per tutto il giorno al fresco e comunque non al caldo come in altre parti.

Quali sono le tue salite preferite intorno casa?

Mi piace Panarotta, che prendi a Levico, a 15 chilometri da Borgo. Poi c’è il Manghen, che è forse è la più iconica che abbiamo qua. Se vado su in cima, poi scendo dall’altra parte e faccio la distanza. Sono proprio dei bei posti.

Qual è un obiettivo raggiungibile per questo primo anno da U23?

A livello di risultati, almeno fino all’esame di maturità, non mi pongo grandi obiettivi. Semmai mi piacerebbe capire che tipo di corridore sono e ovviamente vorrei crescere il più possibile. Si vedrà strada facendo, anche perché non ho idea di quanta differenza di livello ci sia fra juniores e under 23.

La prima vittoria 2024 di Elia Andreaus è stata la Piccola Liegi, seguita da altri 4 successi
La prima vittoria 2024 di Elia Andreaus è stata la Piccola Liegi, seguita da altri 4 successi
Ti alleni mai con tuo fratello Marco?

Allenarci insieme non capita spessissimo, perché lui ha finito la scuola, quindi può uscire la mattina. Magari capita di farlo nel weekend e usciamo insieme anche a Thomas Capra, che vive qui vicino.

Qual è la cosa che meno ti piace dell’allenamento?

Quando il mese è brutto e magari inizia a piovere o fa freddo, ma dipende dalla temperatura. Se è sotto zero, sinceramente il primo giorno sto al caldo, magari faccio un po’ meno o faccio un po’ di rulli o posticipo il lavoro al giorno dopo. Se invece ci sono 5 gradi e magari pioviggina, si esce ugualmente. Anche sabato scorso ho fatto 4 ore sotto l’acqua. Il vero problema non è tanto essere bagnati, quanto prendere freddo.

Qual è invece la cosa più bella dell’allenamento?

Sfogarsi e poter mangiare di tutto. Mangiare quello che si vuole dopo tante ore di bici è uno dei piaceri della vita…

Elia Andreaus, le tabelle di Alberati e il cambio di passo

29.05.2024
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Parlando qualche giorno fa con Mattia Stenico, è emerso il nome di Elia Andreaus, altro corridore allenato da Paolo Alberati che, seguendo il criterio di preparazione dell’ex pro’ umbro, ha mostrato decisi progressi tradotti in risultati (5 vittorie in stagione e ottime prove anche al Trophée du Morbihan). Anche lui portacolori del Team Giorgi, ha mostrato rispetto al 2023 un deciso passo in avanti.

Andreaus, fratello di Marco portacolori del Cycling Team Friuli, comincia a risplendere di luce propria: «Forse la prima vittoria, quella alla Piccola Liegi delle Bregonze perché mi ha sbloccato anche psicologicamente, dopo è venuto tutto un po’ più facile».

Il successo di Andreaus a Bregonze, precedendo il compagno di colori Mellano e Segatta (Photobicicailotto)
Il successo di Andreaus a Bregonze, precedendo il compagno di colori Mellano e Segatta (Photobicicailotto)
Hai iniziato a raccogliere i frutti del lavoro con Alberati?

Possibile, visto che con Paolo abbiamo iniziato a metà 2023 e chiaramente non è che aveva una bacchetta magica. Inizialmente la mia preparazione è rimasta pressoché la stessa, con pochissime variazioni, da questo inverno invece le cose hanno preso una piega diversa e vado sicuramente meglio.

Alberati sottolineava l’importanza di dedicare due giorni al mese pieni all’allenamento saltando la scuola. Lo ha chiesto anche a te?

Sì, è stato inizialmente un colpo, più che altro per riuscire a trovare un giusto equilibrio. A scuola ho un tutor sportivo che mi segue, mi aiuta a recuperare dalle assenze, dopo le primissime volte è stato facile assorbirle e devo dire che la scuola mi è venuta incontro.

Il ritiro prestagionale del Team Giorgi ha dato a Elia la carica giusta per l’inizio stagione
Il ritiro prestagionale del Team Giorgi ha dato a Elia la carica giusta per l’inizio stagione
E dal punto di vista prettamente tecnico?

Ho trovato che quelle giornate sono di grande utilità, poter fare 4 ore, 4 ore e mezza è un ottimo lavoro che mi ha fatto acquisire più fondo e i risultati si sono visti.

Come funziona?

Dipende da quel che la tabella prevede. Si lavora prevalentemente in zona 2, ma in alcuni giorni si va fuori soglia. Non però in quelle sedute specifiche del giovedì, che servono più come detto per acquisire fondo e resistenza.

Per Andreaus una trasferta francese positiva, con un 6° posto nella classifica a punti (e.a.photographie)
Per Andreaus una trasferta francese positiva, con un 6° posto nella classifica a punti (e.a.photographie)
Quanto ti alleni?

Normalmente 6 giorni a settimana, ma molto dipende anche se ci sono gare nel weekend. Ad esempio nella settimana successiva a Morbihan, da lunedì a mercoledì niente bici, ho fatto solo core. In totale mi alleno 14-15 ore a settimana (e qui bisognerebbe ricordare la polemica innescata dalle parole di Pontoni quando indicò lo stesso numero di ore per i ragazzi da lui seguiti nel ciclocross, Proietti Gagliardoni e Serangeli, ndr). Come detto però cambia se ci sono gare nel fine settimana, ma anche se la scuola richiede qualcosa di specifico. Volete saperne una? Se sono previste gite scolastiche per me è meglio, ho più tempo per allenarmi…

Come fai ad allenarti in quelle ore d’inverno?

E’ complicato perché scurisce molto presto, quindi per avere un paio d’ore piene devo organizzarmi. Di solito mi porto il pranzo a scuola, sfrutto la pausa di metà mattinata così ho anche tempo per digerire. La scuola è molto vicina a casa così posso partire praticamente subito e riesco ad avere 2-3 ore a disposizione. Chiaramente con l’avanzare della primavera e il cambio di orario sono avvantaggiato e posso uscire più avanti, anche verso le 17.

Elia Andreaus insieme a suo fratello Marco: li ritroveremo insieme nel 2025? (foto Scanferla)
Elia Andreaus insieme a suo fratello Marco: li ritroveremo insieme nel 2025? (foto Scanferla)
Queste novità hanno sorpreso anche il team?

Diciamo che mi hanno appoggiato da subito. Siamo seguiti benissimo, c’è un ottimo clima e una grande professionalità, ci lasciano lavorare secondo i nostri schemi, ma l’organizzazione è di prim’ordine. Ora spero che la stagione continui su quest’ andazzo, soprattutto punto forte al Giro del Friuli, sono quattro tappe dal giovedì alla domenica.

Per puntare alla classifica?

No, non fa per me, non ho le caratteristiche giuste. Anche se poi un piazzamento nella generale può sempre saltar fuori com’è avvenuto al Giro d’Abruzzo. Anche in Francia poi il 13° posto finale non era da disprezzare vista la concorrenza di primo piano. Io però sono uomo da tappe, da traguardi parziali ed è su quelli che voglio puntare.

Il corridore trentino ha nel mirino nuovi successi puntando anche al tricolore (Photobicicailotto)
Il corridore trentino ha nel mirino nuovi successi puntando anche al tricolore (Photobicicailotto)
Che obiettivi ti poni a questo punto?

Continuare sulla stessa lunghezza d’onda, allungare la mia serie di vittorie e far bene in quelli che saranno i prossimi appuntamenti, non solo il Friuli, ma anche il campionato italiano, il Lunigiana, il Trofeo Buffoni. E’ importante che riesca a farmi vedere il più possibile, anche per agevolare il compito dello stesso Alberati e di Fondriest per trovare nuovi sbocchi per la mia carriera…

Team Giorgi, bell’inizio e già c’è un talento per il WorldTour

23.03.2024
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Nel Team Giorgi ci sono almeno due aspetti che si sono ben radicati negli ultimi anni. La grande capacità di scouting e, quasi come diretta conseguenza, la capacità di sfornare talenti pronti per il grande salto in devo team di squadre WorldTour. A corredo di tutto questo poi non mancano i risultati, come sta avvenendo in questo avvio di stagione.

Un filotto di tre vittorie (in apertura Mellano, foto Rodella) e quattro piazzamenti nei cinque inanellati in ogni weekend di gara, cui si aggiunge anche un successo in Mtb, che stanno già facendo la felicità di patron Carlo Giorgi e del diesse Leone Malaga. Proprio col tecnico bergamasco, che guida la formazione juniores dal 2019 (e nel triennio precedente gli allievi), abbiamo approfondito la loro filosofia e la gestione dei ragazzi. Il recente passato della società di Torre de’ Roveri annovera diversi corridori usciti dal vivaio. Gli ultimi più importanti in ordine temporale sono Samuele Privitera e Luca Giaimi, ma prima ancora ci sono stati i fratelli Karel e Mathias Vacek e Alessio Martinelli. Adesso, come afferma Malaga, ce ne sono dei nuovi in rampa di lancio di cui sentiremo parlare.

Le tattiche di gara da rispettare sono un punto fermo del diesse Leone Malaga (foto Rodella)
Le tattiche di gara da rispettare sono un punto fermo del diesse Leone Malaga (foto Rodella)
Qual è l’intento del Team Giorgi?

Siamo sempre stati una società votata a valorizzare i talenti del nostro territorio. Da tre anni ad oggi, con la caduta dei vincoli, abbiamo iniziato a guardare fuori regione, però ligi alla nostra idea di non andare a prendere juniores di altre squadre, a meno che non fossero proprio loro a liberarsi e cercare noi. Lo abbiamo sempre fatto per rispettare le società concorrenti, visto che siamo in tante. Pensate che ora abbiamo solo due lombardi, nemmeno bergamaschi, oppure uno come Bernardi che arriva da Sampeyre, praticamente più vicino alla Francia che a noi.

Diremmo che ci state riuscendo bene. Come funziona il vostro servizio scouting?

Semplicemente o meno, il nostro presidente mi dà carta bianca e faccio praticamente tutto io. Conosco bene la categoria allievi e la tengo sotto osservazione, guardando anche ragazzi del primo anno in ottica futura. Mi muovo già ad inizio stagione, cerco di sentire le società e di conseguenza i corridori proponendo loro un programma. Non guardo necessariamente se vincono, preferisco vedere le prestazioni e gli eventuali margini di miglioramento. E direi che ormai si sa che faccio così…

Edoardo Raschi esulta a Volta Mantovana. Per il parmense subito vittoria al debutto assoluto nella categoria (foto Rodella)
Edoardo Raschi esulta a Volta Mantovana. Per il parmense vittoria al debutto nella categoria (foto Rodella)
Cosa intendi?

Faccio l’esempio più lampante di tutti. Ho preso Giaimi nel 2021 che non aveva mai vinto una corsa tra allievi ed esordienti. Ed oggi guardate dov’è andato (al UAE Team Emirates Gen Z, ndr)! Mi aveva impressionato facendo secondo in una gara grazie ad un grande numero. Così dalla Liguria ho ingaggiato anche lui oltre a Privitera, altro acquisto azzeccato che tuttavia aveva già vinto di più. E anche Samuele lo abbiamo piazzato in uno dei migliori devo team del mondo (la Hagens Bermans Axeon, ndr).

C’è un segreto per rendere possibili queste situazioni?

Credo che uno dei nostri migliori pregi sia quello di creare la giusta armonia fra i ragazzi. Lavoriamo molto sul piano mentale. Quest’anno abbiamo fatto acquisti importanti, ma vogliamo farli convivere e coesistere. Sono una persona che investe tantissimo tempo con i ragazzi per capire come stanno, cercando di aiutarli a risolvere gli eventuali problemi di qualsiasi natura. Non mettiamo pressione, da noi sanno che possono crescere in modo graduale e per ogni ragazzo pianifichiamo lavori ad hoc. Adesso arrivano da juniores che sono sempre più forti. Dobbiamo saperli gestire.

Sembra essere diventata una categoria dove non c’è più la pazienza di prima. Come vi comportate con le figure esterne al corridore?

Visto come stanno cambiando i tempi, personalmente non penso che il procuratore sia un male per un atleta, purché sia discreto e non interferisca col nostro lavoro. Finora i procuratori dei nostri ragazzi sono sempre stati molto seri con noi, anche se dobbiamo riconoscere che siamo stati bravi noi negli anni a creare un buon rapporto con loro e con i preparatori.

Con i preparatori come funziona?

Io faccio tabelle per i corridori, ma non ho alcun problema se il ragazzo ha già il suo allenatore, tanto vedo tutto su Training Peaks. E’ un impegno importante parlare con i preparatori per studiare i programmi migliori per i ragazzi, però mi piace perché posso mettermi in discussione ed imparare qualcosa da chi lo fa per mestiere. L’unica cosa su cui non transigo è un’altra.

Quale?

Nella tattica di gara la legge sono io (sorride, ndr). Nel pre-gara non voglio sentire nessuno da fuori che mi dica se è giusta o sbagliata. Dopo eventualmente, se abbiamo fatto male in corsa, ne possiamo discutere in modo costruttivo col fine di migliorarci.

Finora, risultati alla mano, sono andate molto bene le gare. Te lo aspettavi?

Sì e no. Raschi ha vinto subito all’esordio nella categoria attaccando come piace a me, nonostante si fosse mosso in funzione di un suo compagno. La settimana dopo Mellano ha ottenuto un successo sotto il diluvio frutto di un grande lavoro a livello psicologico fatto in inverno. Sette giorni più tardi, ha fatto secondo dietro ad Andreaus. Lui per me è già una scommessa vinta visto che arrivava da un 2023 non buono. Ci tengo a citare con soddisfazione anche il successo di Stenico nel Verona Mtb International (prova di apertura del circuito Italia Bike Cup, ndr) davanti a nomi importanti come il campione del mondo di ciclocross Viezzi e l’altro azzurro Bosio.

Quali sono i nomi del Team Giorgi da tenere sott’occhio per il 2024?

Il primo è proprio Mellano, un altro che ho preso da allievo con pochissimi punti e che l’anno scorso ha fatto una grande stagione con tre vittorie e trenta piazzenti nei dieci. Prima rischiava poco, aveva un po’ il braccino, adesso sta imparando a correre da leader. Non posso dirvi nome, ma su di lui si è già fatta avanti una WorldTour, sia per inserirlo nella prima squadra o nel loro devo team. Stessa situazione per Rosato, che è un primo anno, ma è già sul taccuino di tante squadre pro’ italiane ed estere. Entrambi sono nel giro della nazionale del cittì Salvoldi e vorrei farci arrivare anche Andreaus e Stenico.

Insomma, il lavoro non vi manca.

Assolutamente no. Siamo contenti della crescita di ragazzi di prospettiva come Quaglia o dei nuovi arrivati. Il Team Giorgi ha quindici juniores con doti importanti, che a turno correranno e si riposeranno. Noi li stiamo preparando a dovere senza alcuna esagerazione di allenamenti e portandoli in gare impegnative per farli migliorare sotto tanti punti di vista. Tutti avranno il proprio spazio.

Elia: un altro Andreaus alla ruota di Fondriest

11.09.2023
4 min
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SARZANA – La partenza dell’ultima tappa del Giro della Lunigiana, per molti corridori, è stata una passerella per salutarsi e scherzare sulle fatiche di questi giorni. Tra i primi della classifica generale, vinta poi dal francese Bisiaux, i sorrisi erano meno accesi. Nei pressi del foglio firma si aggirava, con la maglia della rappresentativa del Trentino, Elia Andreaus. E’ il fratello piccolo di Marco, e la somiglianza è così marcata che si potrebbero confondere. In un’intervista di qualche mese fa Marco ci aveva raccontato del fratello, al primo anno da junior e molto forte. 

Elia Andreaus, a sinistra, si riposa al traguardo di Casano di Luni dopo la fine del Giro della Lunigiana
Elia Andreaus, a sinistra, si riposa al traguardo di Casano di Luni dopo la fine del Giro della Lunigiana

Adattamento difficile

Con l’introduzione dei rapporti liberi però il salto dagli allievi alla categoria juniores si fa sentire maggiormente. Le gare si fanno più impegnative e il livello degli avversari è alto, così questi appuntamenti internazionali servono a prendere le misure e crescere.

«E’ difficile – dice con una risata Andreaus – poi anche io ho avuto un po’ di problemi. Cambiano la categoria, le distanze in gara e i rapporti. Passare dal 52×16 al 53×10 (il rapporto usato in gara al Lunigiana, ndr) non è facile. Bisogna adattare gli allenamenti e capire come gestire questa scelta sempre più ampia». 

Andreaus, al centro, al via della seconda tappa, la più dura, con partenza da Portofino
Andreaus, al centro, al via della seconda tappa, la più dura, con partenza da Portofino
Cosa hai fatto tu per adattarti a questa nuova categoria?

Ho aumentato le ore di allenamento e modificato tanto il modo di andare in bici. Quest’anno ho iniziato ad usare un po’ le tabelle.

Come ti trovi?

Sinceramente preferivo come ci allenavamo l’anno scorso, che ci si tirava un po’ il collo – ride – ma decideva tutto Maurizio (Fondriest, ndr). Ci seguiva in moto o in macchina e dava il ritmo lui. 

Tuo fratello Marco ti da una mano?

C’è rivalità – ride ancora – cerco di ristabilire tutti i record che ha fatto. Da esordiente e allievo qualcuno l’ho battuto.

Tanti corridori trentini possono contare sul supporto di Maurizio Fondriesti, qui a destra
Tanti corridori trentini possono contare sul supporto di Maurizio Fondriesti, qui a destra
Com’è avere un fratello grande che va in bici?

Mi fa da riferimento, mi dà qualche consiglio, minimo e indispensabile, altrimenti lo batto subito! Per ora mi pongo l’obiettivo di vincere qualche corsa, ci ho provato un paio di volte. 

Qualche pedalata insieme l’avete fatta?

Sì sì. Qualche uscita insieme c’è stata, con noi sono venuti anche Maurizio Fondriest e Thomas Capra

Essere al Giro della Lunigiana ti permette di imparare molto però, no?

Assolutamente, non è come le corse normali in Italia. Il livello è molto più alto, quindi. Non è la mia prima corsa internazionale, ho già corso l’Eroica, il Trofeo Emilio Paganessi e poi il Lunigiana. Le gare sono molto più tirate, si fa tanta fatica, ma così mi piace di più!

Gare come il Giro della Lunigiana servono per fare esperienza e confrontarsi con i corridori più forti
Gare come il Giro della Lunigiana servono per fare esperienza e confrontarsi con i corridori più forti
Maurizio Fondriest è con voi qui al Lunigiana, com’è averlo accanto?

Ci dà molti consigli, soprattutto per queste corse internazionali: cose come correre davanti e divertirsi. Oppure di non stare passivi. 

Fondriest è procuratore di tuo fratello, tu che rapporto hai con lui?

L’ho conosciuto quando ero esordiente, al secondo anno. E’ una figura davvero importante, ci sentiamo praticamente dopo tutte le corse. Gli racconto com’è andata e in che modo ho corso e lui mi dice cosa ho sbagliato o, invece, ho fatto giusto. 

Le pedalate con lui come sono?

Belle. Ci riempie di racconti e aneddoti, io poi sono curioso e ascolto sempre. E’ molto presente, spesso viene a mangiare da noi oppure vado da lui con mio fratello. Avere un punto di riferimento come lui per me è stimolante.