DT Swiss ARC 1100 Dicut 55, il (nostro) doppio test

DT Swiss ARC 1100 Dicut 55, il nostro (doppio) test

15.11.2025
6 min
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DT Swiss ARC 1100 Dicut 55, c’è molto oltre ad un nome che è diventato iconico. Il cerchio è più alto con i suoi 55 millimetri (in precedenza era 50), il canale si è allargato a 22 (larghezza totale 28) e la raggiatura è differente rispetto alla versione precedente. Ma c’è dell’altro.

Questa famiglia di ARC è la prima completamente sviluppata per poter alloggiare gli pneumatici larghi (tendenza sempre più attuale e sposata da molti) con design aerodinamico. Il nostro test kit prevede il tubeless Continental Aero111 da 29 per la ruota davanti, un classico GP5000TR da 30 per quella posteriore. Perché il doppio test? Perché la prova si è sviluppata con un setting diverso: due prove ben distinte tra loro, ovvero con il binomio pneumatici tubeless con camera d’aria in TPU, per poi passare alla configurazione tubeless (senza camera).

DT Swiss ARC 1100 Dicut 55, il (nostro) doppio test
Nel complesso, un profilo da 55 tanto agile e molto guidabile ovunque
DT Swiss ARC 1100 Dicut 55, il (nostro) doppio test
Nel complesso, un profilo da 55 tanto agile e molto guidabile ovunque

La base di partenza

Per la nostra prova abbiamo utilizzato principalmente la BMC Teammachine SLR01 e la Drali Iridio. Una bici più leggera con vocazione alla salita, una più aero oriented.

Ad ogni sessione di test abbiamo rilevato e tenuto da parte i dati per noi di interesse. I numeri relativi ai pesi (delle ruote): 2,2 chilogrammi (netti) rilevati con le camere in TPU, ricordando le sezioni generose degli pneumatici, 29 e 30, rispettivamente per anteriore e posteriore. Il set di ruote è stato fornito con gli pneumatici e le camere d’aria montate. Il prezzo di listino per il set completo è di 2.799,80 euro.

Un cenno ai tubeless Continental

Il GP5000TR non ha bisogno di presentazioni, anche se la sezione da 30 deve essere ancora completamente “digerita” dall’utente medio (e dal mercato). Il focus principale è verso il tubeless anteriore. Aero111 da 29 è prodotto da Continental e disegnato da Swiss Side: pneumatico che ha l’obiettivo primario di essere efficiente in fatto di aerodinamica estremizzata. E’ rotondo, non prevede ribs ed intagli, ma ha dei piccoli incavi quadrati.

In fatto di performance mostra un’eccellente stabilità e scorrevolezza quando l’asfalto è asciutto, meno con il bagnato. E’ una gomma piuttosto dura, con risposte secche e dirette, con e senza camera. Misurata sul cerchio mantiene perfettamente la larghezza da 29, mentre la GP5000 sul posteriore spancia di 1 millimetro (si allarga a 31).

Le pressioni utilizzate

Il range di pressioni utilizzato. Per l’anteriore con camera d’aria siamo arrivati fino a 5,8 atmosfere (tanto, ma è pur vero che il binomio regge davvero bene), identificando a 5,5 il compromesso ottimale. 5/5,2 atmosfere in configurazione tubeless. Sulla posteriore ci siamo spinti fino a 6 con la camera (tantissimo, forse troppo, ma è pur vero che siamo andati alla ricerca di una sorta di limite).

Il compromesso giusto per noi è 5,2/5,4 con il setting tubeless, per un peso di 66 chilogrammi, con la preferenza di risposte molto secche e dirette da parte di ruote/gomme. Si può scendere fino a 5 atmosfere in tutta tranquillità, sacrificando poco o nulla in termini di resa tecnica. In questi casi è sempre bene considerare le preferenze (soggettive) legate alla guida e alla percezione delle risposte che arrivano dagli pneumatici.

DT Swiss ARC 1100 Dicut 55, il (nostro) doppio test
Un bel grazie a chi ci supporta in questi test, che richiedono un impegno temporale non banale
DT Swiss ARC 1100 Dicut 55, il (nostro) doppio test
Un bel grazie a chi ci supporta in questi test, che richiedono un impegno temporale non banale

Il test con le camere d’aria in TPU

Abbiamo rilevato un peso di 2.690 grammi (inclusi i pignoni 11/30 Ultegra ed i dischi 160/140 Ultegra). Percorso di 10 chilometri (prevalentemente pianeggiante) a 300 watt medi, tratto eseguito in 15 minuti e 39 secondi ad una velocità media di 38,4 chilometri orari.

Le DT Swiss csenza camere

E’ stato rilevato un peso di 2.715 grammi (25 in più rispetto alle camere d’aria) e da sottolineare l’aggiunta di 40 cc di liquido anti-foratura per ogni ruota. Stesso percorso e partenza da fermo. Tempo rilevato 15 minuti e 33 secondi ad un media di 38,6 chilometri orari. 6 secondi in meno rispetto alla configurazione con le camere in TPU.

DT Swiss ARC 1100 Dicut 55, il (nostro) doppio test
A confronto le ARC 38 e le nuove 55
DT Swiss ARC 1100 Dicut 55, il (nostro) doppio test
A confronto le ARC 38 e le nuove 55

In salita, il confronto con le ARC 38

Considerando la resa tecnica ottimale anche quando la strada sale, ecco la domanda che ci siamo posti: «Perché non fare un confronto con le ARC 38?». Ecco fatto. Salita di 4,87 chilometri con un dislivello positivo di 225 metri ed alcuni tratti oltre il 10%. La stessa salita prevede una tratto di 300 metri circa di discesa, dove ai fini della prestazione è fondamentale non perdere troppa velocità. In entrambe le prove abbiamo tenuto un riferimento di 285 watt medi.

Con le 38 abbiamo percorso l’ascesa in 13 minuti e 11 secondi, alla velocità media di 22,3. Il peso della bici (pronta per il test, tutto incluso) è di 6,85 chilogrammi. Con le DT Swiss ARC da 55 millimetri abbiamo percorso la stessa salita con il medesimo tempo, medesima velocità media ed il peso rilevato della bici è di 7,05 chili (200 grammi in più delle ARC 38). Tra le due prove è cambiata leggermente (3 watt, ininfluente) la potenza normalizzata, che è stata maggiore durante l’utilizzo delle 55. Le ARC con il cerchio più alto perdono qualcosa èsui tratti più ripidi, ma sono nettamente più veloci quando la pendenza è in intorno al 5/7% e dove la strada permette di fare velocità.

In conclusione

Mai ci saremmo aspettati di utilizzare una ruota da 55 millimetri di altezza al pari di all-round stradale, sul piatto, vallonato e anche in salita con la massima gratificazione. La nuova ARC resta un prodotto spinto verso l’agonismo, ma capace di regalare delle ottime sensazioni in termini di comfort funzionale alla resa tecnica (che non significa comoda), gestione anche sul lungo periodo, adattabilità, ma soprattutto in fatto di guidabilità. Guidabilità che è decisamente superiore al modello 50 precedente.

L’avantreno non è “appesantito” da una ruota che vuole “comandare a tutti i costi”, anzi, a tratti sembra di guidare con la versione ARC da 38. La rinnovata famiglia DT Swiss ARC è l’esempio lampante di quanto sono evolute e diventate più “facili” le ruote con il cerchio alto.

DT Swiss

1174 grammi e raggi in carbonio. Le nuove DT Swiss da 38

1.174 grammi e raggi in carbonio. Le nuove DT Swiss da 38

13.11.2025
5 min
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DT Swiss mostra i muscoli ancora una volta. Le nuove ARC 1100 Spline 38 CS (acronimo di Carbon Cpokes) diventano la coppia di ruote aero concept con il profilo medio più leggere del mercato.

Una coppia di ruote alte 38 millimetri con sviluppo aero? Sì, perché sono due i fattori da considerare. Il primo è legato alla collaborazione con Swiss Side, il secondo è l’appartenenza alla categoria Aero+ di DT Swiss. Entriamo nel dettaglio delle nuove ruote dell’azienda svizzera.

1174 grammi e raggi in carbonio. Le nuove DT Swiss da 38
Forme e soluzioni di design sviluppate a braccetto con Swiss Side
1174 grammi e raggi in carbonio. Le nuove DT Swiss da 38
Forme e soluzioni di design sviluppate a braccetto con Swiss Side

Le soluzioni tecniche

Partiamo dal cerchio. Le nuove ARC 1100 Spline 38 CS mutuano in toto il cerchio full carbon dell’attuale versione ARC 1100 Dicut 38. E’ un full carbon da 38 millimetri di altezza, con un canale interno da 20 e l’uncino per l’ingaggio degli pneumatici (tubeless ready e non hookless). Il canale prevede l’utilizzo del tape tubeless. Rispetto alla versione già esistente la prima grande differenza è legata alla presenza di una sorta di nipplo (uno per ogni raggio) che emerge dal cerchio. DT Swiss ci ha abituato nel corso degli anni a nascondere completamente i nipples ed il sistema di aggancio dei raggi all’interno del cerchio.

Si tratta di una variazione tecnica importante per DT Swiss, una via obbligata per dare maggiore forza alla testa dei raggi in carbonio, assecondare le differenti tensioni (rispetto ai profilati in acciaio) e facilitare eventuali operazioni di manutenzione. Ma è tutto il sistema raggio/mozzo ad essere diverso. I raggi in carbonio sono 18 per la ruota davanti, con una soluzione mista tra radiali ed incrocio in seconda. Per la ruota posteriore sono 24 totali e con incrocio in seconda da ambo i lati. Gli stessi raggi non sono un prodotto che esce dal quartier generale DT Swiss, ma sono realizzati da Vonoa su specifiche dell’azienda Svizzera. Tutti i nipples sono in alluminio.

Mozzo DT Swiss Spline 180

A dire la verità, il nuovo mozzo assomiglia molto più all’ultima versione del Dicut 180. Da quest’ultimo mutua la livrea nero lucida e le finiture cromate (specchiate) e le flange che sembrano fare parte in modo maggiore del disegno Dicut.

Il mozzo della ruota davanti è parecchio scaricato dal lato senza disco e presenta la flangia rialzata dalla parte della pinza. Quello posteriore è flangiato da entrambe le parti, con una lavorazione molto particolare che tende ad irrobustire, proteggere ed irrigidire i punti di ancoraggio dei raggi. La meccanica della ruota libera è di matrice DT Swiss Rachet System EXP con ruote dentate da 36 denti.

Cosa significa Aero+

Abbiamo davanti una ruota che nasce con un importante concetto aerodinamico alla base, che non ha senso esclusivamente ragionando di cerchi dai 50 millimetri di altezza in avanti. Anche un profilo da 38 millimetri può avere alle spalle un’analisi approfondita dei dati dell’aerodinamica e le ARC 38 ne sono un esempio.

Significa che il disegno, la forma ed il volume del sistema ruota/pneumatico sono sviluppati per ridurre al minimo la resistenza, sfruttare a proprio vantaggio l’effetto vela e non pesare sulla sezione dello sterzo. Una ARC 38 Aero+ di nuova generazione potrà non essere veloce come una 55 o una 65, ma presenterà una resistenza al rotolamento ridotta rispetto alla media della categoria.

Altri dettagli da considerare

Le nuove ARC 1100 Spline 38 CS sono dichiarate a 1.174 grammi di peso senza pneumatici, a 1.781 grammi con il sistema pneumatici Continental/Swiss Side. Davanti il modello Aero111 da 26, tubeless ready e montato con la camera in TPU, dietro un classico GP5000s TR da 28 millimetri, sempre tubeless ready e montato con camera in TPU. Il prezzo di listino è di 3.199 euro.

DT Swiss

Swiss Side Hadron3 650 Classic, non sembrano ruote da 65

Swiss Side Hadron3 650 Classic, veloci e gratificanti

28.10.2025
7 min
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Abbiamo provato le ruote Swiss Side Hadron3 650 nella versione Classic, ovvero quelle con il profilo da 65 millimetri e con i mozzi che si basano sulla meccanica dei DT Swiss 370.

Chi partiva con qualche remora (giustificata se contestualizzata in un’epoca passata) ora dovrebbe cambiare idea. Le ruote con profili altissimi offrono dei vantaggi non secondari e, prodotti ben congegnati come le Swiss Side, sono divertenti e anche piuttosto facili da guidare. Entriamo nelle specificità della nostra prova, eseguita con una doppia configurazione.

Swiss Side Hadron3 650 Classic, non sembrano ruote da 65
Quella famiglia di ruote che invitano a fare velocità
Swiss Side Hadron3 650 Classic, non sembrano ruote da 65
Quella famiglia di ruote che invitano a fare velocità

Hadron3 650 Classic: il dettaglio

La serie Classic di Swiss Side adotta la medesima tecnologia di sviluppo della Ultimate, ma è resa “più democratica” per scelte differenti di alcuni componenti. Ci sono i mozzi in alluminio con meccanica DT Swiss 370 (sempre con Rachet System interno al mozzo posteriore e cuscinetti sigillati con sfere in acciaio), raggi in acciaio (DT Swiss) Aero Comp con incrocio in seconda ed un cerchio full carbon da 65 millimetri di altezza. Il cerchio è quello di ultima generazione: è tubeless ready con uncino (non hookless) ed ha un canale largo 22 (la larghezza complessiva è di 29). Il canale prevede l’impiego del tubeless tape. Un cerchio con questo shape è ottimizzato anche per coperture fino a 32 millimetri di sezione.

Una delle particolarità di queste ruote è il sistema combinato ruota/pneumatico, possibile grazie ad una installazione di fabbrica con i pneumatici Continental/Swiss Side (come nella versione usata per il test). Dietro abbiamo un “classico” GP5000s TR da 30 millimetri, che prevede il montaggio originale con la camera d’aria in TPU (da notare che lo pneumatico è tubeless ready). Davanti c’è un Swiss Side Aero111 da 29, gomma dal disegno e shape particolari, marcatamente aero concept, prodotta da Continental su specifiche Swiss Side. Anche in questo è tubeless ready ed è montata in originale con la camera in TPU. Il peso (rilevato) della coppia con gomme e camere montate è di 2470 grammi. Il prezzo di listino (al netto di eventuali sconti spesso disponibili sul sito Swiss Side) è di 1495 euro.

Test doppio: camere poi tubeless

Proprio così, non ci siamo fermati alla singola prova, ma abbiamo voluto capire come può funzionare una “ruotona” del genere con un setting differenti di pneumatici. Prima la prova in originale, poi con la configurazione tubeless (tolte le camere ed inserito il liquido).

Stesso giorno di lavoro, stesso percorso e medesima bici usata per il test finale dal quale abbiamo estrapolato i dati. 10 chilometri esatti, un vallonato leggero e comunque lineare in modo da minimizzare le variabili ambientali. 30 metri circa di dislivello positivo in modo da sfruttare anche la velocità generata dalle Hadron3. Vento a 3 chilometri orari rilevato per tutto il test e 15° come temperatura esterna.

I numeri del test con le camere d’aria in TPU

2.925 grammi rilevati per le Hadron3 pronte per la messa su strada. Dischi da 160/140, camere in TPU Continental con valvola da 80 (37 grammi ciascuna). 300 watt medi per un rapporto fisso 54/16. Tempo di percorrenza rilevato 15 minuti e 38 secondi. Velocità media di 38,4.

La prova con il montaggio tubeless

Abbiamo rilevato il medesimo valore alla bilancia del montaggio. 2.925 grammi anche per il setting tubeless. Valvole da 80 millimetri e 30 cc di liquido sigillante per ogni gomma. In entrambe le prove la partenza è stata da fermo. Cosa ci dicono i numeri del setting tubeless? Che siamo stati più veloci di 12 secondi con i 1526″ secondi rilevati a parità di tutto. La media oraria è stata di 39 chilometri orari con i tubeless.

Alcune considerazioni relative alle Hadron3 650

Il risparmio di tempo con il setting tubeless è lampante. 12 secondi possono non sembrare molti. Se però andiamo nel dettaglio e quantifichiamo sono poco più di un secondo al chilometro per soli 10 chilometri di test. Se il test fosse stato di 60/80 chilometri il tempo risparmiato sarebbe esponenziale. Non solo, perché ad una velocità più elevata la configurazione tubeless permette un maggiore e migliore controllo, dissipazione aumentata delle vibrazioni che arrivano dal basso. Un maggiore controllo e fluidità della bici soprattutto sull’avantreno, anche e soprattutto in discesa e quando è necessario cambiare traiettoria ad alta velocità.

Il test completo delle Swiss Side da 65 ha previsto anche giornate di utilizzo collinare. Salite e discese, percorsi vari mediamente tecnici, ben coscienti del fatto che un profilo del genere trova la sua massima sfruttabilità ad andature elevate e senza eccessive complicazioni ambientali.

Swiss Side Hadron3 650 Classic, non sembrano ruote da 65
Sono oggettivamente un bel vestito per la bici
Swiss Side Hadron3 650 Classic, non sembrano ruote da 65
Sono oggettivamente un bel vestito per la bici

In conclusione

Le Hadron3 650 Classic sono l’esempio di quanto una ruota alta moderna possa essere facile, molto più che in passato, gratificante e anche sfruttabile. Non siamo qui ad affermare che sia un prodotto dedicato a tutti i ciclisti, ma di sicuro abbatte alcune convinzioni che arrivano dal passato e relative a queste categorie di strumenti dedicati alla ricerca della performance. Non obbligano ad arpionare il manubrio quando si cambia direzione e non mostrano effetti negativi sullo sterzo della bici. Aiutano a mantenere una velocità elevata e spingono a dare gas quando la stessa andatura è già alta (comunque oltre i 40 chilometri orari). In discesa quando si oltrepassa il muro dei 55 chilometri orari diventano un boost e si attiva una sorta di effetto volano facile da percepire, quello che non avviene (ad esempio) con profili da 38.

Ovviamente non sono ruote da salita e quando le velocità sono piuttosto basse necessitano di molta energia, forza ed impegno per essere rilanciate nel modo adeguato. Il prezzo di listino. Lo troviamo adeguato, quasi vantaggioso, considerando proprio la versione Classic e la categoria di utenti potenziali, che non hanno il peso ridotto come pallino, ma pretendono velocità ed efficienza.

Swiss Side

Il test completo della nuova BMC Teammachine SLR01

27.10.2025
6 min
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Taglia 51. Trasmissione Sram Red AXS 48-35 e 10-33 con power meter Quarq incluso. Ruote DT Swiss ARC 38 1100 Dicut con tubeless Pirelli Race TLR da 28. Manubrio full carbon integrato BMC e sella Fizik. Abbiamo rilevato un valore alla bilancia di 6,65 chilogrammi

L’abbiamo provata e ancora una volta BMC ha fatto centro. Una volta messa su strada emergono tutte le diversità (tante davvero) rispetto alla versione più anziana e la nuova è superiore in tutto. Viene da pensare che la versione in test della nuova Teammachine SLR01, con allestimento One, dalla precedente eredita solo il nome e l’acronimo che identifica il montaggio.

Se in salita ci si attende una bici al top, comunque molto più reattiva a parità di allestimento, in discesa è un proiettile, una bici tanto briosa quanto chirurgica per stabilità e gratificazione anche nella guida veloce. E poi è agile, agilità che è frutto di una geometria non completamente stravolta, ma capace di aumentare la qualità della performance.

Quello che c'è da sapere sulla nuova BMC Teammachine SLR01
Una Teammachine SLR01 tanto reattiva e super efficiente
Quello che c'è da sapere sulla nuova BMC Teammachine SLR01
Una Teammachine SLR01 tanto reattiva e super efficiente

BMC Teammachine SLR01 One

Una taglia 51. Trasmissione Sram Red AXS 48/35 e 10/33 con power meter Quarq incluso. Ruote DT Swiss ARC 38 1100 Dicut con tubeless Pirelli Race TLR da 28. Manubrio full carbon integrato BMC e sella Fizik. Abbiamo rilevato un valore alla bilancia di 6,65 chilogrammi (senza pedali).

Il prezzo di listino della bici descritta è di 12.999 euro, non per tutti, ma in linea con il segmento e la fascia di mercato nella quale è inserita.

Provata con ruote da 38 e da 55

Non ci accontentiamo di un singolo setting. Il nostro obiettivo costante è quello di immedesimarci nell’utente finale che può utilizzare differenti tipologie di ruote, di pneumatici e di conseguenza avere risposte tecniche differenti. Abbiamo usato la nostra BMC con le “sue” DT Swiss 38 e tubeless da 28, con l’ultima versione delle ARC 55 e tubeless dalle sezioni differenziate. Continental Aero111 Swiss Side da 29 per l’avantreno, GP5000TR da 30 per il retrotreno.

La bici ci ha decisamente impressionato per la semplicità di adattamento e per come facilita l’adattamento stesso dell’utilizzatore. Non perde il DNA ed il core principale, ovvero quello di bici leggera, agile e super guidabile, parecchio sprintosa quando gli si chiede un cambio di ritmo perentorio. Con le 55 è facile immaginare una flessione dell’andatura in salita, poca roba. Se l’ambizione è di avere una bici pulita ed a tratti minimale nell’impatto estitico, leggermente più comoda e 200 grammi circa più leggera, con le ruote da 38 la Teammachine SLR01 è perfetta. Se l’obiettivo è avere in dotazione una macchina da guerra per fare le gare, tanto veloci, quanto ricche di dislivello positivo, con le ruote alte paga l’occhio ed è un aereo. A nostro parere il fattore di valutazione diventa soggettivo e va ben oltre la prestazione messa su strada.

Con il naso all’insù

Una di quelle bici che invita ad uscire di sella, a spingere come un forsennato, o semplicemente stare in piedi sui pedali sfruttando un telaio ed una forcella che non subiscono l’azione scomposta del corpo. La bici non alleggerisce ne davanti ne dietro e nella sezione centrale è super sostenuta. E’ reattiva, a prescindere dal setting delle ruote, una delle bici più reattive (considerando l’ultima generazione di prodotti) provate ad oggi.

Ottimale a nostro parere, in ottica salita e discesa il giusto binomio tra la forcella con rake da 48 e l’angolo dello sterzo a 71,5°, con una lunghezza di quest’ultimo di 133 millimetri. E poi il passo contenuto a 98,6 centimetri, corto, non estremo. Traducendo, agilità e stabilità da sfruttare a pieno.

In discesa e alle andature briose

Non è veloce come può esserlo una BMC Teammachine R (anche se non abbiamo mai avuto l’occasione di metterla veramente alla frusta), ma per essere una superleggera la SLR01 è un bel missile. Andando oltre i dati, le analisi dei numeri da protocollo, il vantaggio per un utilizzatore agonista (se pur normale, non professionista) arriva da una geometria che mette perfettamente al centro della bici il corpo del corridore.

Angolo del piantone a 74° e sterzo aperto in avanti, significa avere la possibilità di spingere di gamba e con i glutei, avere il viso sul mozzo davanti e le spalle che non vanno oltre la verticale dello sterzo. Si può tirare con forza anche con le braccia e con tutto il corpo ed in pianura a volte può fare una grande differenza, così come nei tratti vallonati quando si cambia ritmo in parecchie situazioni.

Quello che c'è da sapere sulla nuova BMC Teammachine SLR01
Una resa tecnica che va ben oltre la salita
Quello che c'è da sapere sulla nuova BMC Teammachine SLR01
Una resa tecnica che va ben oltre la salita

In conclusione

Rispetto alla versione più anziana la nuova Teammachine SLR01 sembra essere stata sviluppata da un’altra mano, con un concetto diverso che ha saputo non snaturare il progetto BMC di maggiore successo. Sì i materiali, sì l’evoluzione della posa del carbonio e le diverse tecnologie produttive, ma i numerosi dettagli (differenti) di una geometria maggiormente funzionale si percepiscono alla grande. E’ più agonista della precedente, ma non è più cattiva, perché è maggiormente completa e facile da sfruttare in tutte le sue sfaccettature.

BMC

TCR SL, abbiamo provato la bici simbolo di Giant

13.10.2025
7 min
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TCR SL, abbiamo provato la bici simbolo di Giant in un test curioso e fuori dai normali schemi. Una bici custom nell'allestimento. Veloce come una aero-bike, ma facile da manovrare. La salita è il suo pane quotidiano.

La prima parte del test della Giant TCR SL risale a più di un anno e mezzo fa, quando il marchio ha presentato ufficialmente la nuova versione a Taiwan. Oltre al primissimo approccio verso la bici, la sorpresa era riferita a quanta tecnologia, a quante competenze entrano in gioco, oltre alla quasi totalità del “fatto a mano” che riguarda proprio il top di gamma SL.

A distanza di oltre 18 mesi completiamo la nostra prova, sulle strade che normalmente solchiamo e con una bici che non rientra nel listino Giant. Alla base il kit telaio Giant TCR SL (taglia small), l’attacco manubrio full carbon Giant Contact SL (adatto ad interfacciarsi con il diametro maggiorato dello stelo della forcella), ma tutto il resto è custom, non presente nel listino Giant. Entriamo nel dettaglio di questa prova fuori dagli schemi.

Il primo approccio in Taiwan (foto Giant-Sterling Lowrence)
Il primo approccio in Taiwan (foto Giant-Sterling Lowrence)

Giant TCR SL, quella del test

Una taglia S (small), con la curva manubrio Zipp SL80 Race in carbonio e l’ultima versione dello Sram Force AXS (power meter Quarq incluso). Abbiamo montato il movimento centrale Bikone con sfere in acciaio, un componente molto buono, con involucro tutto in alluminio. Durante la prova abbiamo utilizzato tre setting differenti di ruote. Zipp 303SW, le nuove Mavic Cosmic SLR 45 e le DT Swiss ARC38, il tutto per avere riscontri differenti non solo in termini ambientali, soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo. Un lavoro voluminoso e non semplice, ma questo ci ha permesso di estrapolare il reale comportamento di telaio e forcella. Abbiamo utilizzato una Selle Italia Flite Boost Kit Carbonio.

Per gli amanti dei pesi e dei numeri. Abbiamo rilevato un peso del telaio di 700 grammi (con viteria e componenti in alluminio montati, è da considerare anche il reggisella). Con le Zipp il peso della bici completa è di 7,1 chilogrammi (tubeless da 30), 6,75 con le DT Swiss (gomme da 28), mentre con le Mavic è di 7 chili (gomme da 30). Non potendo essere precisi a riguardo del prezzo, prendiamo in considerazione i 3699 euro del kit telaio chiesti dal costruttore.

Veloce e facileda sfruttare

Il compito principale della TCR SL è quello di accontentare un’utenza di agonisti che ama fare tanta salita e competere. L’ultima versione della TCR SL entra in quella schiera di bici che permettono di essere veloci anche in pianura e di farlo non necessariamente usando le ruote altissime. Il plus arriva da una bici tanto leggera, quanto reattiva e parecchio sostenuta sull’avantreno, in modo quasi inaspettato. Ha un ruolo davvero importante anche il reggisella integrato. Non è scomodo. Rispetto ad un reggisella tradizionale ha qualcosa in più in termini di resa tecnica diretta, pur non “picchiando” troppo sulla schiena. Può diventare un limite per chi aggiusta in continuazione l’altezza della sella (anche se il margine è ampio, oltre il centimetro e mezzo, grazie ad appositi spessori). Non è un compromesso e segue il fil rouge della bicicletta.

Qualcosa a proposito della geometria

E’ impegnativa e taglia per taglia mostra una bici corta, compatta sopra e sotto. E’ una di quelle che permette di sfruttare a pieno tutto il comparto centrale e l’avantreno del mezzo meccanico, ma ci vuole qualche ora di utilizzo per prendere la confidenza necessaria. Soprattutto l’angolo anteriore permette di avere la faccia quasi perpendicolare al mozzo della ruota (non è un fattore comune a tutte le bici).

In salita e in discesa

Gratificazione all’ennesima potenza. In salita ci si aspetta una performance del genere. La bici è leggera e tirata, perché l’impatto estetico parla da solo e trasmette molto del carattere della bici. Quando si percorrono lunghi tratti da seduti, la TCR aiuta, sembra offrire qualcosa in più. Merito del piantone allungato verso l’alto e di misure super compatte? E’ l’insieme, non è solo una cosa a fare la differenza. Di sicuro non ci sono flessioni, per una bici che offre dei vantaggi anche nelle fasi di rilancio dell’andatura, alle basse e alte velocità. Invita ad alzarsi in piedi e spingere.

In discesa ci vuole un po’ di manico, non è estrema ed è stabile (una di quelle bici che invita a caricare maggiormente l’avantreno). E’ una lama calda nel burro quando si tratta di stringere le traiettorie e gira in un amen, è molto sensibile agli spostamenti dei pesi del corpo. Non è di quelle bici che perdona l’errore, ma il vantaggio è proprio la grande stabilità, unita alla sua agilità. Pur essendo amanti dei tubeless da 28, abbiamo trovato nei 30 la soluzione più adatta per sfruttare al massimo le potenzialità della TCR SL nei segmenti più tecnici, guidati e veloci.

La salita, il suo pane a prescindere dall’allestimento
La salita, il suo pane a prescindere dall’allestimento

In conclusione

Ci sarebbe piaciuto mettere più pepe ed usare il manubrio Cadex integrato e le nuove ruote Cadex 40, due componenti tanto ambiti dai pro’ e dei quali se ne parla davvero bene. Tornando a noi. Giant TCR SL è una di quelle biciclette top di gamma, sviluppate per l’agonismo professionale che va ben oltre gli standard. Non è solo questione di un reggisella integrato ed uno stelo della forcella con diametro maggiorato. E’ stata una delle prime bici ad essere prodotta con la tecnica dei mandrini interni in PU. Il procedimento adottato da altri e per le bici alto di gamma, che ha permesso di ridurre drasticamente i pesi e l’impiego di resine.

Complice una geometria che mette sul piatto “una bici molto chiusa”, può essere una bici che non regala un feeling immediato. Una bicicletta da capire e deve essere cucita addosso all’utilizzatore, tenendo presente lo stile di guida e le capacità soggettive. TCR SL è tutt’altro che una bici impossibile. Le nostre considerazioni sono rivolte a massimizzare le possibilità di andare a tutta con una bici che ha fatto la storia degli ultimi 20 anni, la prima capace di proporre forme slooping e geometrie compatte poi mutuate da molti.

Giant

Richiamo di sicurezza Swiss Side

02.08.2025
3 min
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La sicurezza per chi pedala è davvero da considerare un pilastro inamovibile. Swiss Side, un brand emergente e sempre più accreditato nel settore delle soluzioni aerodinamiche avanzate, e partner di produzione di DT Swiss, ha recentemente annunciato un importante richiamo di sicurezza. Questa iniziativa, che riguarda specifici modelli di ruote in carbonio, sottolinea l’impegno incrollabile della stessa azienda per la sicurezza dei ciclisti. L’obiettivo è informare tempestivamente i possessori delle ruote potenzialmente interessate, garantendo che ogni singola pedalata avvenga in totale tranquillità.

Il richiamo riguarda alcuni modelli di ruote Swiss Side HADRON appartenenti a specifici lotti di produzione. È fondamentale per i ciclisti verificare se le loro ruote rientrino nell’elenco per agire di conseguenza. I modelli potenzialmente interessati sono:

  • – HADRON2 All road 450
  • – HADRON2 All road Ultimate 450
  • – HADRON2 Classic 500
  • – HADRON2 Ultimate 500
  • – HADRON3 Classic 550
  • – HADRON3 Classic 650

È importante mettere in evidenza che non tutti i modelli HADRON sono coinvolti. Le ruote HADRON 380, 625, 680, 800 e 850 non rientrano difatti in questo richiamo. Inoltre, tutte le ruote HADRON3 Ultimate, prodotte nello stabilimento DT Swiss in Polonia, non sono in alcun modo interessate.

Swiss Side ha richiamato per un controllo i modelli di ruote HADRON
Swiss Side ha richiamato per un controllo i modelli di ruote HADRON

Come agire in questa situazione?

Per aiutare i ciclisti a identificare rapidamente le ruote coinvolte, Swiss Side e DT Swiss hanno fornito linee guida chiare e condivise. Le ruote potenzialmente interessate sono quelle vendute dopo il 1 agosto 2024 e quelle con numeri di serie DT Swiss superiori a 2740000. È dunque essenziale controllare il numero di serie su entrambe le ruote, anteriore e posteriore, per una verifica accurata.

La priorità assoluta è la sicurezza. Se si possiedono ruote che potrebbero rientrare in questo richiamo, è fondamentale seguire questi passaggi:

  • Interrompere immediatamente l’utilizzo delle ruote potenzialmente interessate
  • Visitare il sito web DT Swiss dedicato al richiamo https://www.dtswiss.com/recall. Qui si trovano le istruzioni dettagliate su come individuare il numero di serie delle ruote
  • Utilizzare lo strumento di verifica sul sito DT Swiss.

Se le ruote non sono interessate, non è richiesta alcuna ulteriore azione. Qualora invece lo fossero, occorrerà seguire attentamente il processo descritto sul sito. DT Swiss gestirà direttamente tutte le fasi successive e le comunicazioni con i clienti, garantendo un supporto completo.

Swiss Side è partner tecnico del team Decathlon AG2R La Mondiale
Swiss Side è partner tecnico del team Decathlon AG2R La Mondiale

Un impegno per la qualità

Sebbene non siano stati segnalati difetti specifici per le ruote Swiss Side HADRON, questo richiamo è una misura precauzionale. Approfonditi controlli di qualità da parte di DT Swiss hanno difatti rivelato problematiche di fabbricazione simili a quelle riscontrate in modelli precedenti di DT Swiss (ERC/CRC/HEC) che sono stati oggetto di richiamo. La decisione congiunta di Swiss Side e DT Swiss dimostra così un impegno totale verso la sicurezza dei clienti, mettendo la prevenzione al primo posto.

Swiss Side continua a essere un player riconosciuto nel settore, spingendo i confini dell’innovazione con soluzioni aerodinamiche sempre all’avanguardia. Questo richiamo, gestito con estrema trasparenza e proattività, rafforza la reputazione di Swiss Side come azienda che antepone la sicurezza e la soddisfazione del cliente a ogni altra considerazione.

Swiss Side

DT Swiss: diramato un richiamo urgente per ruote ERC, CRC, HEC

29.07.2025
4 min
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Nel mondo del ciclismo, il tema della sicurezza è mai come oggi di fortissima attualità. Recentemente, DT Swiss, brand svizzero ben noto nel settore dei componenti per biciclette, ha divulgato un importante avviso di sicurezza riguardante alcuni dei suoi modelli di ruote. Questo annuncio, cruciale per la salvaguardia dei ciclisti, riguarda specifici lotti di ruote ERC, CRC e HEC con altezze del cerchio di 35 o 45 mm, e con un ID DT Swiss superiore a 2.750.000.

DT Swiss ha ricevuto un numero limitato di segnalazioni riguardanti cedimenti strutturali su queste ruote. Le indagini preliminari hanno rivelato una de-laminazione spontanea del bordo del cerchio, ovvero la separazione degli strati di carbonio. Questo difetto compromette seriamente l’integrità strutturale della ruota. Un tale cedimento può avere conseguenze gravissime: dal danneggiamento del mezzo a lesioni personali serie. È importante sottolineare che questo problema sembra interessare esclusivamente prodotti fabbricati e distribuiti a partire dal 1° settembre 2024. I modelli di ruote con questo tipo di cerchio sono stati sul mercato per anni senza precedenti segnalazioni simili, il che suggerisce una problematica circoscritta a determinati e relativamente recenti lotti di produzione.

Sono state richiamate anche le ruote con ID DT Swiss superiore a 2.750.000
Sono state richiamate anche le ruote con ID DT Swiss superiore a 2.750.000

Raccomandata è la sospensione dell’utilizzo

Per tutelare la sicurezza dei consumatori, DT Swiss ha emesso una chiara e perentoria raccomandazione: la sospensione immediata dell’utilizzo di tutte le ruote potenzialmente interessate. Questa misura cautelativa rimarrà in vigore fino a quando non saranno identificate le cause precise del difetto e non saranno attuate le soluzioni definitive. Il richiamo si estende anche a tutti i canali di distribuzione, inclusi distributori, produttori di biciclette e rivenditori, che sono stati invitati a ritirare immediatamente i prodotti in questione dal commercio.

Ma come è possibile verificare se una ruota è coinvolta nel richiamo? DT Swiss ha fornito una guida dettagliata per aiutare i ciclisti a verificare se le loro ruote sono interessate dall’avviso. I passaggi sono semplici e diretti:

La sospensione dell’utilizzo della ruota DT Swiss fino a quando non saranno completate le verifiche.

– L’identificazione del modello, controllando se si possiede un modello ERC, CRC o HEC con altezza del cerchio di 35 o 45 mm.

La verifica dell’ID DT Swiss riportato sulla ruota (una guida specifica per individuarlo è disponibile sul sito ufficiale del marchio). Se questo numero è superiore a 2.750.000, la ruota stessa potrebbe essere coinvolta. Solo le ruote con un ID superiore a questa soglia sono potenzialmente interessate.

Se la ruota non dovesse rientrare nei modelli specificati (ERC, CRC, HEC con altezza del cerchio di 35 o 45 mm), oppure se il suo ID DT Swiss fosse inferiore a 2.750.000, sarà possibile continuare ad utilizzarla senza alcuna restrizione.

DT Swiss sta richiamando le ruote ERC, CRC e HEC con altezza profilo da 30 o 45 millimetri
DT Swiss sta richiamando le ruote ERC, CRC e HEC con altezza profilo da 30 o 45 millimetri

Supporto e aggiornamenti costanti

DT Swiss si è impegnata a fornire sin da subito supporto e aggiornamenti costanti. L’azienda sta informando attivamente tutti i produttori di biciclette e i rivenditori che hanno ricevuto le ruote interessate. Non appena i risultati delle indagini saranno disponibili, i clienti coinvolti verranno tempestivamente informati sulle misure da adottare, che potrebbero variare da una verifica tecnica approfondita fino alla sostituzione completa delle ruote difettose.

Per qualsiasi domanda o dubbio riguardo l’avviso di sicurezza, per verificare se le proprie ruote fossero interessate, oppure nel caso si sospettassero dei danni, si invita a visitare il sito dedicato www.dtswiss.com/recall e a contattare l’azienda via e-mail all’indirizzo recall@dtswiss.com. Il sito sarà costantemente aggiornato con gli esiti delle indagini e sarà presto disponibile una funzione per controllare i numeri di serie online e per registrarsi al fine di ricevere aggiornamenti automatici.

DT Swiss si è scusata per il disagio, assicurando al tempo stesso il massimo impegno nel voler risolvere la situazione nel più breve tempo possibile mantenendo fede alle elevate aspettative che i ciclisti ripongono nei suoi prodotti.

Ecco i contatti ai quali rivolgersi:

recall@dtswiss.com

Numero Verde: +800 0000 1994 (in determinati paesi) 

Tel.: +41 32 344 62 44 (a pagamento) 

DT Swiss

DT Swiss cerca di un Sales Representative per il mercato italiano

24.07.2025
3 min
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Nel dinamico panorama dell’industria ciclistica, emerge un’opportunità di carriera di notevole profilo e spessore espressamente riservata ad un professionista delle vendite. DT Swiss, azienda estremamente innovativa sul piano internazionale, un riferimento nel settore dei componenti per il ciclismo, è difatti alla ricerca di un “Sales Representative” per consolidare la propria presenza sul mercato italiano.

La posizione è aperta a candidati con esperienza, pronti a immergersi in un ambiente stimolante, caratterizzato da un forte spirito di squadra e una cultura aziendale improntata alla collaborazione e al rispetto reciproco.

Il ruolo del Sales Representative in questa realtà aziendale è centrale e multifunzionale. La figura sarà responsabile della gestione completa del ciclo di vendita per la rete di rivenditori di biciclette sul territorio italiano, focalizzandosi sui modelli in gamma. Questa attività include la costruzione e il mantenimento di relazioni strategiche con i partner di distribuzione, un elemento cruciale per il successo commerciale.

DT Swiss fornisce le sue ruote al team Tudor Pro Cycling
DT Swiss fornisce le sue ruote al team Tudor Pro Cycling

Non solo vendite, ma anche analisi e consulenza

Il nuovo Sales Representative di DT Swiss avrà il compito di analizzare a fondo la propria area di vendita, fornendo poi consigli mirati ai partner di distribuzione per ottimizzare l’efficienza dei processi. Si occuperà di guidare i rivenditori nell’organizzazione della pianificazione delle vendite e della distribuzione, assicurando una perfetta sincronizzazione con i processi logistici e informativi interni dell’azienda.

Un aspetto fondamentale del ruolo sarà la gestione del processo di previsione e delle esigenze di mercato, collaborando strettamente con il team interno e gli stessi clienti. Questa nuova figura DT Swiss in Italia fungerà anche da “ponte” tra il mercato e l’azienda, fornendo feedback essenziali sulle funzionalità dei prodotti, analizzando nuovi approcci distributivi, monitorando i nuovi attori del mercato e il comportamento dei concorrenti, e individuando potenziali opportunità di crescita.

DT Swiss è un’azienda che investe sullo sviluppo di nuove tecnologie, la nuove figura dovrà avere anche grandi competenze tecniche
DT Swiss è un’azienda che investe sullo sviluppo di nuove tecnologie, la nuove figura dovrà avere anche grandi competenze tecniche

Passione, competenze e visione

L’azienda è alla ricerca di professionisti con una solida base accademica, preferibilmente con una laurea o diploma in economia aziendale o ingegneria gestionale. È richiesta una comprovata esperienza nelle vendite, idealmente maturata nell’industria ciclistica o in un altro settore retail di prodotti sportivi “premium” e tecnici.

Le eccellenti capacità comunicative, e un forte spirito di squadra, sono poi imprescindibili per interagire efficacemente con clienti e colleghi. La padronanza delle lingue italiana e inglese è un requisito fondamentale, mentre la conoscenza del francese rappresenta un plus. Il candidato ideale deve possedere una solida conoscenza di MS-Office e familiarità con la comunicazione digitale.

La posizione richiede la residenza nella regione italiana, con un’elevata flessibilità e disponibilità a viaggiare. Completano il profilo una rapida capacità di comprensione, buone capacità di coordinamento e, soprattutto, una profonda passione per l’industria ciclistica e i suoi prodotti.

L’azienda, da parte sua, offrirà un ambiente di lavoro stimolante, caratterizzato da un team affermato e motivato. Il Sales Representative avrà l’opportunità di affrontare attività interessanti e variegate in un settore in continua evoluzione come quello delle biciclette. Vengono garantite opportunità concrete per lo sviluppo personale e professionale continuo, supportate da un’infrastruttura moderna e condizioni di impiego attraenti. Si tratta di un ambiente di lavoro sportivo e dinamico, perfetto per chi vive con entusiasmo il mondo del ciclismo.

Anche se non si soddisfano tutti i requisiti elencati, ma si condividono i valori aziendali e ci si identifica con la cultura d’impresa, l’azienda invita a candidarsi. Si è sempre alla ricerca di personalità entusiastiche e motivate

Per maggiori informazioni, oppure per inviare la propria candidatura, si può già contattare il numero telefonico +41 32 344 62 76, oppure via mail all’indirizzo personal@dtswiss.com

DT Swiss

DT Swiss cambia le carte in tavola e rinnova la famiglia ARC

26.06.2025
6 min
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La notizia era nell’aria e qualcosa si è visto al Giro del Delfinato, sulle Ridley che equipaggiavano il Team Uno-X Mobility. DT Swiss aggiorna in modo importante il segmento delle ruote ARC, con implementazioni importanti a tutti i livelli, anche per quello che concerne la lenticolare da crono.

Sempre due le categorie di riferimento, 1100 e 1400, entrambe con i mozzi della famiglia Dicut. Ancora una volta viene sottolineate una partnership strettissima con Swiss Side e con Continental. Entriamo nel dettaglio delle nuove DT Swiss ARC di terza generazione.

Forme riviste e tre profili, maggiorati rispetto al passato
Forme riviste e tre profili, maggiorati rispetto al passato

Famiglia DT Swiss al completo (o quasi)

In totale il processo di rinnovamento/aggiornamento riguarda 7 ruote del segmento ARC, quattro che rientrano nella categoria 1100 Dicut DB e tre per la 1400 Dicut DB. 55 e 65, 85 millimetri e lenticolare (la Disc DB), 55, 65 e 85 per le 1400. E qui il primo grande cambiamento, perché aumentano i profili dei cerchi. I numeri sono una sorta di acronimo che identifica anche l’altezza del cerchio.

La sigla 1100 con la bandella rossa sul cerchio, sancisce l’impiego dei cuscinetti con trattamento ceramico, mentre la categoria 1400 monta quelli in acciaio. Tra le due cambiano anche i raggi, DT Swiss Aerolite per le 1100, Aero Comp per le 1400. Nel nuovo lotto mancano le DT Swiss ARC 38, lanciate nel corso del 2024, ma sembra evidente l’obiettivo principale di aggiornare i prodotti aero concept più specifici.

Cosa cambia?

Rispetto alla versione precedente il cerchio fa una cura di muscoli, diventando più panciuto e grande. Viene aumentato il canale interno (a 22 millimetri), in modo da sfruttare meglio le potenzialità del binomio con le gomme dalla sezione allargata. Da notare che, la collaborazione con Swiss Side e Continental ha portato ad una ottimizzazione con l’interfaccia/pneumatico da 29 millimetri di larghezza.

Cambia ovviamente la forma del cerchio, con una sorta di disegno V maggiormente evidente nella sezione mediana e superiore. La forma così concepita, considerando i moderni canoni e l’utilizzo di gomme più grandi rispetto al passato, permette di portare a livelli bassissimi il cosiddetto “steering moment”, ovvero l’influenza negativa che la ruota alta può avere sull’avantreno della bici, quasi come una forzatura. Aumentano i profili dei cerchi, aumentano l’agilità e la facilità di guida del mezzo meccanico. Non in ultimo è stato migliorato il risparmio di watt a pari velocità (facendo un confronto con le ARC 50 della generazione precedente), considerando ogni singolo profilo dei cerchi. In termini di gestione del drag, ogni profilo diventa il riferimento sul mercato.

I valori alla bilancia dichiarati. 1.471, 1.511 e 1.669 grammi, rispettivamente per le 55, 65 e 85 ARC 1100 (senza pneumatici). 1.549, 1.619 e 1.772 grammi, rispettivamente per le ARC 1400 55, 65 e 85 millimetri.

Il disegno dei raggi per la versione 1100
Il disegno dei raggi per la versione 1100

ARC 1100 Dicut DB

Fanno parte della classe ASTM 1, quella sviluppata per ottenere le prestazioni più elevate. Volendo fare un ulteriore accostamento, le ERC sono di classe 2. Il cerchio è full carbon con predisposizione tubeless e tape interno (non è hookless). Portano in dote i mozzi Dicut 180 con il meccanismo interno Rachet EXP. I raggi sono in acciaio con incrocio in seconda per entrambe le ruote ed a prescindere dal profilo. Il numero dei profilati è differenziato, 20 per la ruota davanti, 24 per la posteriore.

La ruota libera è per Shimano oppure Sram XDR (non è prevista Campagnolo). I prezzi di listino sono: 2.699,80 euro senza coperture, 2.799,80 con le gomme Continental, Aero111 anteriore, GP5000 tubeless la posteriore (montate con camere in TPU).

DT Swiss 1400 Dicut DB

Sotto il profilo dell’impatto estetico non cambia nulla, se non la forma dei raggi. Stesse altezze e medesimi cerchi, uguale la tecnica di raggiatura con nipples interni e mozzi Dicut 240 che hanno lo stesso disegno dei 180. Stessa classe 1 di appartenenza, ma scendono i prezzi. 2.149,80 per le sole ruote, 2.249,80 per il sistema ruota/pneumatico.

Casper Von Folsach (a destra della foto) agli europei 2018
Casper Von Folsach (a destra della foto) agli europei 2018

Parola di Performance Manager

Per meglio contestualizzare le nuove DT Swiss, ecco alcune considerazioni di Casper Von Folsach, fortissimo ex pistard della nazionale danese e ora responsabile dei materiali al Team Uno-X Mobility.

«Non è stato facile migliorare un prodotto già performante -dice Von Folsach- perché la generazione precedente delle DT Swiss ARC ha fatto segnare un livello molto elevato di tecnologia applicata e di prestazioni. Eppure siamo riusciti a migliorare ulteriormente. C’è un cerchio diverso con un canale interno più largo che permette di sfruttare meglio le gomme più larghe. Le nuove ruote sono più leggere: fattore che conta. E poi c’è la qualità della guida, aumentata con una facilità di gestione che diventa un esempio. Il corridore – conclude Von Folsach – non deve pensare a come si comportano le ruote e come gestire le diverse fasi di guida, può concentrarsi sulla resa atletica».

Uno sguardo alla lenticolare

E’ una ruota con le due pannellature in carbonio, è tubeless ready (non hookless) e prevede una sorta di foam interno con densità e spessori ottimizzati. Il canale tubeless interno è largo 20 millimetri. La Disc si basa sul mozzo Dicut 180 con Rachet EXP 36. Anche in questo caso è possibile la doppia scelta, con o senza pneumatico (Continental GP5000s TR), rispettivamente a 2.399,90 e 2.449,90 euro.

DT Swiss